IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore]

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale... Presidente Avv. Bruno De Carolis. Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio.. Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone... Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario per le controversie in cui sia parte un consumatore Prof.ssa Daniela Primicerio Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 06/03/2012, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Il ricorrente era creditore nei confronti di una società a seguito dell acquisto di obbligazioni; la società in questione è stata successivamente oggetto di procedura fallimentare. In sede di riparto delle somme ricavate, il curatore del fallimento comunicava nel mese di luglio 2007 che nei confronti degli obbligazionisti della società i relativi accrediti sarebbero stati effettuati in favore degli istituti di credito che per conto dei singoli obbligazionisti detengono in dossier i titoli bloccati e che, a loro volta, dovranno ripartirlo agli aventi diritto. Il primo riparto veniva accreditato regolarmente. Invece sulla seconda ripartizione sono sorti problemi. In sostanza, il ricorrente apprendeva che la sorella, pure obbligazionista della medesima società fallita, aveva già ricevuto l accredito della seconda tranche in data 18/3/2010, per cui ha chiesto ragguagli alla banca convenuta non avendo ricevuto ancora alcun accredito. Pag. 2/6

2 Presentava reclamo alla banca in data 31/12/2010, nel quale faceva presente che solo dopo ben quattro visite, con altrettante espressioni di perplessità, nonché due interventi del suo avvocato aveva appurato che il ritardo dell accredito era dovuto a un errore della banca nel trasmettere alla curatela fallimentare le coordinate del conto su cui accreditare gli importi del riparto. Nella lettera di reclamo si dichiara che viene allegata copiosa ed esauriente corrispondenza volta ad ottenere l adempimento di cui trattasi. Tra i documenti prodotti, c è una lettera del curatore fallimentare, datata 9/12/2010, nella quale si afferma che la banca ha regolarmente ricevuto il bonifico in data 02/11/2010 avendo in precedenza fornito coordinate errate, il che ha fatto sì che il bonifico inizialmente andasse insoluto. In conclusione, il ricorrente chiede il risarcimento per il ritardo nell accredito del secondo riparto fallimentare, quantificandone l ammontare in 326,04 ( 297,04 per spese legali; 9,00 per spese postali; 20,00 per ricorso ABF). A supporto delle proprie richieste restitutorie, il ricorrente produce il progetto di fattura trasmessogli dall avvocato in data 20/12/2010 e commenta, in una nota integrativa, che il ricorso all opera di un avvocato si è reso necessario a causa del disguido di cui è responsabile la banca. In sede di integrazione delle deduzioni, ha chiesto il risarcimento per ulteriori euro 2,50. Nelle sue controdeduzioni, la banca eccepisce che vi sarebbe un incoerenza tra le richieste formulate nel reclamo e quelle svolte nel ricorso, non avendo nel primo atto domandato un risarcimento danni per ritardato accreditamento, mentre nel ricorso ha chiesto il risarcimento della somma di 297,04 per la parcella dell avvocato, di 9,00 per spese postali, di 20,00 per la pratica ABF. Nel merito, osserva che, dalle verifiche effettuate, non risulta che la banca abbia fornito coordinate errate al curatore; al contrario, risulta una del 07/10/2010 in cui erano fornite le corrette coordinate bancarie per il bonifico cumulativo destinato ai propri clienti, di cui produce copia. Inoltre, fa presente che il bonifico è pervenuto in favore dell intermediario in data 4/11/2010, ma senza alcuna indicazione in merito alla modalità di ripartizione della somma, per cui la banca ha dovuto sollecitare più volte il curatore per acquisire il piano di riparto. Il dettaglio richiesto veniva fornito via in data 02/12/2010, prodotta in copia. Effettuate le necessarie verifiche, l intermediario provvedeva ad accreditare le somme spettanti al cliente in data 17/12/2010, con valuta 4/11/2010. Pag. 3/6

3 L intermediario, sottolineato che il cliente si è sempre rivolto direttamente al curatore e non ha mai chiesto nulla alla banca convenuta. Chiarisce altresì che il curatore era già a conoscenza delle corrette coordinate della banca per effettuare un bonifico cumulativo, come regolarmente avvenuto nel 2007 in occasione del primo piano di riparto. La banca resistente, alla luce delle considerazioni riportate, ritiene che al cliente non sia stato arrecato alcun danno, poiché l accredito è stato riconosciuto con giusta valuta 4/11/2010. In particolare, quanto al ristoro delle spese legali, la banca non ritiene di dover pagare la parcella per un incarico conferito dal ricorrente di propria iniziativa, essendosi diligentemente attivata contattando ripetutamente il curatore, sia per telefono che per e- mail. Ad avvalorare tale conclusione, evidenzia che, diversamente opinando, ciascun cliente indicato nel riparto avrebbe potuto incaricare un proprio legale (cercando di scavalcare l operato della banca), chiedendo poi il rimborso della parcella. Diritto In via preliminare, si esamina l eccezione mossa dall intermediario circa un asserita incoerenza tra la contestazione fatta nel reclamo e la domanda risarcitoria proposta nel ricorso.tale eccezione è infondata. Infatti, come più volte affermato da questo Collegio, la coincidenza tra reclamo e ricorso deve valutarsi caso per caso in base a un approccio flessibile e in particolare non costituisce incoerenza la proposizione di domanda risarcitoria per la prima volta nel ricorso (cfr. dec. n. 1685/2011; n.710/2010). Del resto, tale principio è stato affermato dapprima nei Chiarimenti su questioni applicative, pubblicati sul sito ABF in data 18 gennaio 2010, ed è attualmente contemplato dalle Disposizioni applicative revisionate, in vigore dal 1 gennaio 2012, Sez.VI, par.1). Passando all esame del merito della vertenza, si osserva che l oggetto della vertenza si concreta nella contestazione mossa alla banca convenuta di aver proceduto con colpevole ritardo ad accreditare le somme provenienti da un riparto della curatela fallimentare a favore del ricorrente. In sostanza, viene rimproverato alla banca di aver proceduto alla gestione degli interessi del ricorrente non con la dovuta diligenza. La banca oppone al riguardo di aver agito con la dovuta solerzia, attivandosi nei confronti del curatore fallimentare. In particolare la resistente respinge l affermazione fatta da quest ultimo, in una lettera prodotta dal ricorrente datata 9 dicembre 2010, circa l erroneità Pag. 4/6

4 del codice IBAN fornito dalla resistente alla curatela per provvedere all accreditamento, determinando in tal modo un ritardo nella procedura, dato che il primo accredito non sarebbe andato a buon fine; in proposito la banca, contestando tale assunto, produce copia di una mail con la quale, in data 7 ottobre 2010, viene fornito il predetto codice in modo corretto. Ciò posto, si osserva che la banca ha proceduto ad effettuare il bonifico di accreditamento del riparto fallimentare a favore del ricorrente in data 17 dicembre 2010, sia pure con valuta 4 novembre s.a.. Ne consegue che la doglianza del ricorrente circa il considerevole ritardo con cui tale operazione si è conclusa appare giusitifcata. Va in proposito considerato che il ritardo deve ragguagliarsi al tempo in cui, secondo quanto affermato dal ricorrente, sarebbe avvenuto l accredito a favore di altri obbligazionisti e più precisamente della sorella del medesimo correntista; affermazione corredata da fotocopia di un estratto conto tenuto presso altro intermediario dal quale risulta un accredito con valuta del 18 marzo 2010; è significativo, ai fini della decisione, tenuto conto del disposto di cui all art.115 c.p.c., che la resistente non abbia specificamente contestato la circostanza che la curatela abbia proceduto alle ripartizioni di cui trattasi fin dal marzo del Peraltro, si osserva che la mail prodotta dalla banca, contenente la comunicazione dell IBAN alla curatela, non dimostra l infondatezza delle osservazioni critiche mosse nella citata lettera del curatore, palesando piuttosto che tali coordinate bancarie sono state fornite il 7 ottobre 2010 per cui deve presumersi che fino a tale data la curatela non sia stata in grado di procedere all accredito per mancanza dei dovuti riferimenti bancari. Dal complesso delle risultanze agli atti, emerge un comportamento della banca non conforme ai criteri di buona fede e trasparenza cui la stessa è tenuta a uniformarsi nell esercizio della sua attività professionale, che si concretano nel dovere di solidarietà tra le parti del rapporto negoziale e in definitiva nel dovere di protezione nei confronti del cliente (v. in proposito Cass. n del 10/11/2010). Pertanto, il Collegio, riconosciuta la responsabilità della banca, accoglie la richiesta risarcitoria formulata nel ricorso limitatamente alle spese sopportate dal ricorrente al fine di attivarsi per tutelare le sue ragioni e ne liquida in via equitativa l ammontare in complessivi euro 300,00. L ulteriore richiesta risarcitoria per euro 2.50 non può essere presa in considerazione perché tardiva. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio accoglie il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e alla ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6