Principali norme CEI applicabili e legislazione vigente

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1 Principali norme CEI applicabili e legislazione vigente 1 D.P.R. 22 ottobre 2001, n.462 Gazzetta Ufficiale n. 6 del Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi. 2

2 Capo I - Disposizioni generali. Art Ambito di applicazione. 1. Il presente regolamento disciplina i procedimenti relativi alle installazioni ed ai dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, agli impianti elettrici di messa a terra e agli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione collocati nei luoghi di lavoro. 3 Capo I - Disposizioni generali. Art Verifiche periodiche - Soggetti abilitati. 1. Il datore di lavoro e' tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell'impianto, nonché a far sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni cinque anni, ad esclusione di quelli installati in cantieri, in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per i quali la periodicità e' biennale. 4

3 Capo III - Impianti in luoghi con pericolo di esplosione. Art Messa in esercizio e omologazione. 1. La messa in esercizio degli impianti in luoghi con pericolo di esplosione non può essere effettuata prima della verifica di conformità rilasciata al datore di lavoro ai sensi del comma Tale verifica e' effettuata dallo stesso installatore dell'impianto, il quale rilascia la dichiarazione di conformità ai sensi della normativa vigente. 5 Capo III - Impianti in luoghi con pericolo di esplosione. Art Verifiche periodiche - Soggetti abilitati. 1. Il datore di lavoro e' tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell'impianto, nonché a far sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni due anni. 2. Per l'effettuazione della verifica, il datore di lavoro si rivolge all'asl o all'arpa od ad eventuali organismi individuati dal Ministero delle attività produttive, sulla base di criteri stabiliti dalla normativa tecnica europea UNI CEI. 6

4 DECRETO 22 GENNAIO 2008, n. 37 Entrato in vigore il 27 marzo ART. 1 AMBITO DI APPLICAZIONE NOVITA 1. Il presente decreto si applica agli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione d uso, collocati all interno degli stessi o delle relative pertinenze. Se l impianto è connesso a reti di distribuzione si applica a partire dal punto di consegna della fornitura. 8

5 ART. 1 AMBITO DI APPLICAZIONE NOVITA La destinazione d uso degli edifici non è più una discriminante = 9 ART. 1 AMBITO DI APPLICAZIONE 2. Gli impianti di cui al comma 1 sono classificati come segue: a) impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell energia elettrica, impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, nonché gli impianti per l automazione di porte, cancelli e barriere; b) impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere; 10

6 ART. 1 AMBITO DI APPLICAZIONE omissis.. g) impianti di protezione antincendio. 11 ART. 2 DEFINIZIONI RELATIVE AGLI IMPIANTI c) uffici tecnici interni: strutture costituite da risorse umane e strumentali preposte all impiantistica, alla realizzazione degli impianti aziendali ed alla loro manutenzione i cui responsabili posseggono i requisiti tecnico-professionali previsti dall articolo 4; 12

7 ART. 3 IMPRESE ABILITATE Ogni impresa installatrice deve avere un responsabile tecnico, il quale deve essere in possesso dei requisiti tecnico professionali. RESPONSABILE TECNICO INPRENDITORE INDIVIDUALE PERSONA PREPOSTA CON ATTO FORMALE A TALE INCARICO LEGALE RAPPRESENTANTE DELL IMPRESA 13 ART. 3 IMPRESE ABILITATE 5. Le imprese non installatrici, che dispongono di uffici tecnici interni sono autorizzate all installazione, alla trasformazione, all ampliamento e alla manutenzione degli impianti, relativi esclusivamente alle proprie strutture interne e nei limiti della tipologia di lavori per i quali il responsabile possiede i requisiti previsti all articolo 4. 14

8 ART. 3 IMPRESE ABILITATE IMPRESE ARTIGIANE Ricordiamo che l artigiano deve essere il responsabile tecnico della propria impresa, non può cioè preporre un altro soggetto come responsabile tecnico (rif. Art. 2 della legge quadro sull artigianato n 443/1985). 15 ART. 3 IMPRESE ABILITATE IMPRESE SENZA ABILITAZIONE Le imprese installatrici che svolgevano la loro attività nell industria, nel commercio e nel terziario, avevano finora bisogno dell abilitazione soltanto per gli impianti elettrici. Ora tali imprese non possono più installare impianti non elettrici, pertanto, devono preporre a tali attività una persona con i requisiti tecnico professionali e comunicarlo alla CCIAA. 16

9 ART. 5 PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI NOVITA IL PROGETTO E SEMPRE NECESSARIO. È RICHIESTO IL PROGETTO REDATTO DA UN PROFESSIONISTA ISCRITTO AGLI ALBI PROFESSIONALI ANCHE PER: - IMPIANTI ELETTRICI DELLE UTENZE DOMESTICHE CON POTENZA IMPIEGATA SUPERIORE A 6 kw 17 ART. 5 PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI NOVITA - IMPIANTI ELETTRICI DEGLI IMMOBILI ADIBITI AD ATTIVITA PRODUTTIVE, AL COMMERCIO, AL TERZIARIO E ALTRI USI CON POTENZA IMPIEGATA SUPERIORE A 6 kw - IMPIANTI DI PROTEZIONE DALLE SCARICHE ATMOSFERICHE IN EDIFICI DI VOLUME SUPERIORE A 200 m 3 18

10 ART. 5 PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI - IMPIANTI ELETTRONICI QUANDO COESISTONO CON IMPIANTI ELETTRICI CON OBBLIGO DI PROGETTAZIONE NOVITA - IMPIANTI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO SE SONO INSERITI IN UNA ATTIVITA SOGGETTA AL RILASCIO DEL CPI E COMUNQUE QUANDO GLI IDRANTI SONO 4 O GLI APPARECCHI DI RILEVAMENTO SONO 10 o n 4 o n ART. 5 PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI schemi dell impianto PROGETTO (redatto da professionista iscritto all albo professionale) contiene almeno disegni planimetrici relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell impianto 20

11 ART. 5 PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI NOVITA IMPIANTO AL DI SOTTO DI SPECIFICI LIMITI DIMENSIONALI IL PROGETTO PUO ESSERE REDATTO DAL RESPONSABILE TECNICO DELL IMPRESA INSTALLATRICE 21 ART. 6 REALIZZAZIONE ED INSTALLAZIONE DEGLI IMPIANTI 1. Le imprese realizzano gli impianti secondo la regola dell arte, in conformità alla normativa vigente e sono responsabili della corretta esecuzione degli stessi. omissis 22

12 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA 1. Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalla normativa vigente, comprese quelle di funzionalità dell impianto, l impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti. omissis. 23 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA PROGETTO REDATTO DAL RESPONSABILE TECNICO DELL IMPRESA SCHEMA DELL IMPIANTO DA REALIZZARE (descrizione funzionale ed effettiva dell opera da realizzare) = + EVENTUALE DOCUMENTAZIONE TECNICA ATTESTANTE LE VARIANTI INTRODOTTE IN CORSO D OPERA 24

13 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA RIFACIMENTO PARZIALE DI IMPIANTI PROGETTO + DICHIARAZIONE DI CONFORMITA SOLO PER LA PARTE DEGLI IMPIANTI OGGETTO DELL OPERA DI RIFACIMENTO 25 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA NOVITA RIFACIMENTO IMPIANTI TENGO CONTO DELLA SICUREZZA E FUNZIONALITÀ DELL INTERO IMPIANTO 26

14 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA NOVITA NELLA DICHIARAZIONE DI CONFORMITA E NEL PROGETTO INDICARE ESPRESSAMENTE LA COMPATIBILITÀ TECNICA CON LE CONDIZIONI PREESISTENTI DELL IMPIANTO 27 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA ESECUZIONE LAVORI PARZIALI 1. RISPETTARE LA REGOLA DELL ARTE; 2. SALVAGUARDARE LA SICUREZZA E LA FUNZIONALITA DELL IMPIANTO ESISTENTE; 3. MODIFICARE L IMPIANTO ESISTENTE OVE NECESSARIO PER REALIZZARE IL LAVORO PARZIALE A REGOLA D ARTE. 28

15 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA La dichiarazione di conformità è rilasciata anche dai responsabili degli uffici tecnici interni delle imprese non installatrici. Allo scopo si utilizza un apposito modello allegato al DM 37/08 (scaricabile dal sito 29 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA NOVITA IMPIANTI ESEGUITI PRIMA DEL 27/03/08 NON È STATA PRODOTTA O NON È PIÙ REPERIBILE LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ TALE ATTO È SOSTITUITO DA UNA DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA 30

16 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA Dichiarazione di rispondenza realizzata da Professionista iscritto all albo professionale specifico, che ha esercitato almeno cinque anni nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione NOVITA 31 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA Dichiarazione di rispondenza realizzata da NOVITA PER GLI IMPIANTI IN CUI NON E NECESSARIO IL PROGETTO REALIZZATO DA UN PROFESSIONISTA ISCRITTO ALL ALBO Soggetto che ricopre, da almeno cinque anni, il ruolo di responsabile tecnico di un impresa abilitata operante nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione. 32

17 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA Gli impianti post 27/3/08 devono avere la DICHIARAZIONE DI CONFORMITA 33 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA Nel DM 37/08: - non è specificato a quale norma deve essere rispondente un impianto, - non è allegato un modulo per rilasciarla. 34

18 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA Si consiglia che la dichiarazione di rispondenza attesti: Presenza del sezionamento e della protezione dalle sovracorrenti posti all origine dell impianto Impianti ante 13/3/90 nelle unità immobiliari ad uso abitativo Protezione contro i contatti diretti Protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale con Idn 30 ma 35 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA Si consiglia che la dichiarazione di rispondenza attesti: Impianti ante 13/3/90 nei luoghi di lavoro Rispondenza alla vigente normativa di legge in particolare a quella sulla sicurezza del lavoro 36

19 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA Si consiglia che la dichiarazione di rispondenza attesti: Impianti post 13/3/90 Rispondenza alla regola dell arte nel momento in cui è stato realizzato l impianto 37 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA Modulo della dichiarazione di conformità per imprese installatrici firmato da Responsabile tecnico + Titolare o legale rappresentante dell impresa (il dichiarante) NOVITA 38

20 ART. 7 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA Progetto Relazione con tipologia dei materiali utilizzati ALLEGATI OBBLIGATORI Schema dell impianto realizzato (non richiesto se il progetto è redatto da un professionista iscritto all albo) Copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali Riferimento a dichiarazioni di conformità esistenti 39 ESEMPIO DI SCHEMA DELL IMPIANTO DA REALIZZARE 40

21 DOCUMENTAZIONE DA REALIZZARE ESEMPIO DI SCHEMA DELL IMPIANTO DA REALIZZARE (descrizione funzionale ed effettiva dell opera da realizzare) Tensione nominale: 230 V. Potenza contrattuale impegnata / massima: 3 / 3 kw. Corrente di cortocircuito all'origine dell'impianto: 6 ka. Circuito: Forza Motrice - corrente di impiego: 16 A - sezione dei conduttori (Cu): 4 mm² - interruttore magnetotermico differenziale I N : 16 A;Icn: 4.5 ka Idn: 30 ma - tipi di posa delle condutture: in tubi protettivi. 41 Circuito: Illuminazione - corrente di impiego: 10 A - sezione dei conduttori (Cu): 2,5 mm² - interruttore magnetotermico differenziale I N : 10 A; Icn: 4.5 ka Idn: 30 ma - tipi di posa delle condutture: in tubi protettivi. DOCUMENTAZIONE DA REALIZZARE Caduta di tensione: 4%. Grado di protezione di eventuali apparecchi all'aperto: IP55. E' stato realizzato l'impianto di terra, completo di dispersore, di conduttori di protezione (PE) e di collegamento equipotenziale principale (EQP). E' stato realizzato il collegamento equipotenziale supplementare (EQS) dove richiesto (locale adibito a bagno). 42

22 43 44

23 DOCUMENTAZIONE DA REALIZZARE ESEMPIO DI RELAZIONE CON TIPOLOGIE DEI MATERIALI I componenti elettrici installati nell'impianto sono conformi a quanto previsto dagli articoli 5 e 6 del DM 37/08 in materia di regola dell'arte. In particolare sono dotati di: Marcatura CE Marchio IMQ (o altri marchi UE) Altra documentazione (*) (*) Se i componenti dell'impianto non sono provvisti di marcatura CE o di marchio IMQ o di altro marchio UE di conformità alle norme, l'installatore deve richiedere al costruttore, al mandatario o all'importatore, la dichiarazione che il componente elettrico è costruito a regola d'arte e deve conservarla per un periodo di 10 anni. 45 DOCUMENTAZIONE DA REALIZZARE Vengono qui di seguito elencati i componenti elettrici installati nell'impianto e non dotati delle indicazioni di cui sopra, che sono comunque conformi a quanto previsto dagli articoli 5 e 6 del DM 37/ L'impianto è compatibile con gli impianti preesistenti I componenti elettrici sono idonei rispetto all'ambiente di installazione Eventuali informazioni sul numero e caratteristiche degli apparecchi utilizzatori, considerate rilevanti ai fini del buon funzionamento dell'impianto

24 ART. 8 OBBLIGHI DEL COMMITTENTE O DEL PROPRIETARIO Omissis. 2. Il proprietario dell impianto adotta le misure necessarie per conservarne le caratteristiche di sicurezza previste dalla normativa vigente in materia, tenendo conto delle istruzioni per l uso e la manutenzione predisposte dall impresa installatrice dell impianto e dai fabbricanti delle apparecchiature installate. Omissis. 47 ART. 8 OBBLIGHI DEL COMMITTENTE O DEL PROPRIETARIO NOVITA - obbligo della manutenzione anche negli immobili ad uso abitativo; - l impresa installatrice ha l obbligo di fornire le istruzioni d uso e manutenzione. 48

25 CHIARIMENTI: istruzioni per l uso e la manutenzione Esempio di istruzioni per l'uso e la manutenzione dell'impianto elettrico di un abitazione civile Istruzioni L'impianto elettrico in oggetto è conforme alla norma CEI 64-8 e quindi è sicuro nei confronti dei "danni che possono derivare dall'utilizzo degli impianti elettrici nelle condizioni che possono essere ragionevolmente previste", come indicato all'art della norma stessa. 49 CHIARIMENTI: istruzioni per l uso e la manutenzione L utilizzatore deve evitare, per la propria sicurezza, un uso improprio dell'impianto elettrico, ad esempio: - non deve ricoprire gli apparecchi di illuminazione con materiali combustibili (carta, indumenti, ecc.); - non deve utilizzare l'asciugacapelli mentre si trova in prossimità della vasca da bagno piena d'acqua o addirittura mentre fa il bagno; 50

26 CHIARIMENTI: istruzioni per l uso e la manutenzione - deve impedire ai bambini di svitare le lampadine, di utilizzare il cacciavite per aprire le prese, le cassette di derivazione, ecc. - può utilizzare adattatori sulle prese, ma solo se costruiti a regola d'arte, ad esempio con il marchio IMQ. 51 CHIARIMENTI: istruzioni per l uso e la manutenzione L'utente deve inoltre rivolgersi ad una impresa installatrice abilitata per qualsiasi alterazione, visiva, dell'impianto elettrico, come ad esempio isolamenti danneggiati, cavi di colore giallo-verde interrotti o distaccati, interventi troppo frequenti di un interruttore differenziale (salvavita), ecc. 52

27 CHIARIMENTI: istruzioni per l uso e la manutenzione Gli interruttori differenziali suddetti hanno un tasto di prova che deve essere premuto dall'utente, per garantire il loro corretto funzionamento, almeno ogni due mesi (salvo diversa indicazione del costruttore). Il livello di sicurezza dell'impianto elettrico può ridursi nel tempo, a causa dell'uso e del naturale decadimento dei materiali isolanti. 53 CHIARIMENTI: istruzioni per l uso e la manutenzione L'utente deve quindi richiedere il controllo periodico di una impresa installatrice abilitata, si consiglia almeno ogni cinque anni, per accertare, mediante opportune verifiche e prove, l'effettivo stato di manutenzione dell'impianto elettrico, e provvedere a ristabilire con eventuali interventi mirati il necessario livello di sicurezza. 54

28 D.LGS. 81/08 e s.m.i. Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n. 81 TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE 55 Verifiche (rif. art. 86 D. Lgs. 81/08). Oltre a quanto previsto dal DPR 462/01 (verifiche periodiche) impianti elettrici e impianti di protezione dai fulmini periodicamente sottoposti a controllo, secondo le indicazioni delle norme di buona tecnica e la normativa vigente (verifica dello stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza) CEI 64-8, CEI 0-10, CEI 64-14, etc. L'esito dei controlli è verbalizzato e tenuto a disposizione dell'autorità di vigilanza. 56

29 NORMA CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua 57 CEI 64-8/2: DEFINIZIONI IMPIANTO ELETTRICO: Insieme di componenti elettrici elettricamente associati al fine di soddisfare a scopi specifici e aventi caratteristiche coordinate. Fanno parte dell'impianto elettrico tutti i componenti elettrici non alimentati tramite prese a spina; fanno parte dell'impianto elettrico anche gli apparecchi utilizzatori fissi alimentati tramite prese a spina destinate unicamente alla loro alimentazione. 58

30 CEI 64-8/2: DEFINIZIONI SISTEMA ELETTRICO: Parte di un impianto elettrico costituito dal complesso dei componenti elettrici aventi una determinata tensione nominale. PARTE ATTIVA: Conduttore o parte conduttrice in tensione nel servizio ordinario, compreso il conduttore di neutro, ma escluso, per convenzione, il conduttore PEN. 59 CEI 64-8/2: DEFINIZIONI MASSA: Parte conduttrice di un componente elettrico che può essere toccata e che non è in tensione in condizioni ordinarie, ma che può andare in tensione in condizioni di guasto. Nota - Una parte conduttrice che può andare in tensione solo perché è in contatto con una massa non è da considerare una massa. MASSA ESTRANEA: Parte conduttrice non facente parte dell'impianto elettrico in grado di introdurre un potenziale, generalmente il potenziale di terra. 60

31 CONTATTO DIRETTO: Contatto di persone con parti attive. CONTATTO INDIRETTO: CEI 64-8/2: DEFINIZIONI Contatto di persone con una massa in tensione per un guasto. 61 CEI 64-8/2: DEFINIZIONI CONDUTTORE DI PROTEZIONE: Conduttore prescritto per alcune misure di protezione per esempio contro i contatti indiretti per il collegamento di alcune delle seguenti parti: masse; masse estranee; collettore (o nodo) principale di terra; dispersore; punto di terra della sorgente o neutro artificiale. 62

32 CEI 64-8/3: CARATTERISTICHE GENERALI CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI ELETTRICI I sistemi elettrici sono classificati in relazione: - alla tensione nominale; - al sistema di distribuzione di conduttori attivi; - al sistema di distribuzione (stato del neutro). 63 (1) In relazione alla tensione nominale Un (CEI 11-1 art ) Sistemi di categoria 0 (zero) I II III Tensione nominale Un [V] 50 c.a. 120 c.a. 50 < Un 1000 c.a. 120 < Un 1500 c.c < Un c.a < Un c.c. Un > (1) Tensione nominale (Un): tensione per cui un impianto o una sua parte è stato progettato 64

33 In relazione al sistema di distribuzione in funzione del sistema di conduttori attivi Sistema Monofase Trifase N conduttori attivi 2 (fase-fase) 2 (fase-neutro) 3 (L1 L2 L3) 4 (L1 L2 L3 N) 65 Sistemi elettrici in relazione al sistema di distribuzione in funzione del modo di collegamento a terra del neutro e delle masse (CEI 64-8/312.2) 66

34 Sistemi elettrici in relazione al sistema di distribuzione in funzione del modo di collegamento a terra del neutro e delle masse (CEI 64-8/312.2) 67 Sistemi elettrici in relazione al sistema di distribuzione in funzione del modo di collegamento a terra del neutro e delle masse (CEI 64-8/312.2) Sistema IT Secondo guasto Primo guasto 68

35 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI Come viene realizzata la protezione dai contatti diretti? 1) Isolamento delle parti attive: Le parti attive devono essere ricoperte completamente da uno strato di isolante avente spessore adeguato alla tensione nominale verso terra del sistema elettrico ed essere resistenti agli sforzi meccanici, elettrici, termici e alle alterazioni chimiche cui può essere sottoposto durante il funzionamento 69 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI 2) Involucri e barriere L involucro garantisce la protezione dai contatti diretti in ogni direzione. La barriera è un elemento che impedisce il contatto diretto nelle direzioni abituale di accesso. Questi sistemi di protezione assicurano un certo grado di protezione contro la penetrazione di solidi e di liquidi (grado IP) 70

36 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI Il grado di protezione IP 71 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI Il grado di protezione IP 72

37 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Come viene realizzata la protezione dai contatti indiretti? 73 INTERRUZIONE DELL ALIMENTAZIONE Principali modi per realizzare la protezione dai contatti indiretti: 1) interruzione dell alimentazione (metodo più utilizzato). Un metodo efficace per la protezione dai contatti indiretti, è quello di interrompere automaticamente l alimentazione dei circuiti in caso di guasto. 74

38 INTERRUZIONE DELL ALIMENTAZIONE Nei sistemi TT per realizzare l interruzione dell alimentazione si devono utilizzare gli interruttori differenziali, congiuntamente all impianto di terra. 75 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Principali modi per realizzare la protezione dai contatti indiretti: 2) protezione mediante componenti elettrici di Classe II o con isolamento equivalente; 76

39 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Principali modi per realizzare la protezione dai contatti indiretti: 3) protezione mediante separazione elettrica. 77 La sicurezza nei sistemi TN Tutte le masse dell'impianto devono essere collegate al punto di messa a terra del sistema di alimentazione con conduttori di protezione che devono essere messi a terra in corrispondenza od in prossimità di ogni trasformatore o generatore di alimentazione. Il punto di messa a terra del sistema di alimentazione è generalmente il punto neutro. Se un punto neutro non è disponibile o non è accessibile, si deve mettere a terra un conduttore di fase. In nessun caso un conduttore di fase deve servire da conduttore PEN. 78

40 La sicurezza nei sistemi TN In un sistema TN per garantire la protezione contro i contatti indiretti deve essere soddisfatta la seguente relazione: I a U 0 Z s 79 La sicurezza nei sistemi TN 80

41 La sicurezza nei sistemi TN Tempi di interruzione nei sistemi TN in corrente alternata e continua (120 V < U V): 81 La sicurezza nei sistemi TN Nella tabella seguente sono riportati i tempi massimi di interruzione per altri valori di tensione (sono indicati i tempi relativi alla corrente alternata) 82

42 Dove: Ia [A] è la corrente che provoca l'apertura automatica del dispositivo di protezione entro i tempi previsti dalla norma in funzione della tensione nominale verso terra del sistema, indicati nella tabella sottostante. La sicurezza nei sistemi TN Tempi massimi di interruzione per i sistemi TN U 0 [V] c.a. tempi di interruzione [s] 120 0, , ,2 >400 0,1 83 La sicurezza nei sistemi TN Uo [V] è la tensione nominale (valore efficace) tra fase e terra; Zs [Ω] è l'impedenza dell'anello di guasto dalla sorgente di energia fino al punto di guasto e comprende l'impedenza del conduttore di fase e di protezione trascurando l'impedenza di guasto. 84

43 La sicurezza nei sistemi TT Tutte le masse protette contro i contatti indiretti dallo stesso dispositivo di protezione devono essere collegate allo stesso impianto di terra. Il punto neutro o, se questo non esiste, un conduttore di fase, di ogni trasformatore o di ogni generatore, deve essere collegato a terra. 85 La sicurezza nei sistemi TT In un sistema TT, per garantire la protezione delle persone contro i contatti indiretti, deve essere soddisfatta la seguente relazione: I a U L R E 86

44 La sicurezza nei sistemi TT 87 La sicurezza nei sistemi TT Dove: Ia [A] è la corrente che provoca l'intervento automatico del dispositivo di protezione; U L [V] è la tensione limite di contatto pari a 50 V (25 V in ambienti a maggior rischio); R E [Ω] è la resistenza del dispersore in ohm. 88

45 La sicurezza nei sistemi TT Quando il dispositivo di protezione è un dispositivo di protezione a corrente differenziale, Ia è la corrente nominale differenziale I dn. Per ragioni di selettività, si possono usare dispositivi di protezione a corrente differenziale del tipo S (vedere Norma CEI 23-42, e 17-5 V1) in serie con dispositivi di protezione a corrente differenziale di tipo generale. Per ottenere selettività con i dispositivi di protezione a corrente differenziale nei circuiti di distribuzione è ammesso un tempo di interruzione non superiore a 1 s. 89 Sono ammessi i differenziali di tipo S (selettivo) per le protezioni dai contatti indiretti di un utenza terminale? Curva di sicurezza tensione-tempo in condizioni ordinarie e tensioni totali di un sistema TT protetto con interruttori differenziali. 90

46 La sicurezza nei sistemi TT Sistema TT Tenuto conto che un interruttore differenziale di tipo S è ritardato di alcune decine di ms e rispetta la curva di sicurezza fino a tensioni verso terra di 230 V, figura precedente, esso può proteggere direttamente i circuiti terminali. Sistema TN Nei sistemi TN sono concessi tempi di intervento per la protezione delle utenze terminali di 0,4 s (correnti fino a 32 A) e quindi, anche in questo caso, un interruttore differenziale di tipo S può proteggere direttamente i circuiti terminali. 91 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI SOVRACCARICO Come viene realizzata la protezione contro le correnti di sovraccarico? 92

47 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI SOVRACCARICO La norma CEI 64.8 richiede che, per la protezione delle condutture contro le correnti di sovraccarico, si debbano rispettare le due condizioni seguenti: IB In Iz If 1,45 * Iz 93 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI SOVRACCARICO Dove: I B è la corrente di impiego della conduttura; In è la corrente nominale o di regolazione del dispositivo di protezione; I z è la portata in regime permanente della conduttura che deve essere determinata in riferimento alle effettive condizioni di funzionamento. Praticamente si deve determinare la sezione di cavo che abbia la portata effettiva superiore a I n ; 94

48 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI SOVRACCARICO I f è la corrente di sicuro funzionamento del dispositivo di protezione. Il coordinamento tra un cavo ed un interruttore automatico deve quindi iniziare dalla scelta di un interruttore automatico che abbia una corrente nominale superiore alla corrente di impiego della conduttura riservandosi poi di scegliere un cavo di portata adeguata. 95 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI SOVRACCARICO Per quando riguarda il rispetto della seconda condizione nel caso di interruttori automatici non è necessaria alcuna verifica, in quanto la corrente di funzionamento è rispettivamente: 1,45 I n per interruttori per uso domestico conformi alla norma CEI 23-3; 1,3 I n per interruttori per uso industriale conformi alla norma CEI EN Tale verifica è indispensabile quando il dispositivo di protezione è un fusibile. 96

49 Utilizzatore Conduttura I B I z 1,45 I z I n Zona a I f Zona b Dispositivo LA SCUOLA di ELETTRICA protezione 97 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI CORTOCIRCUITO Devono essere previsti dispositivi di protezione per interrompere le correnti di cortocircuito dei conduttori del circuito prima che tali correnti possano diventare pericolose a causa degli effetti termici e meccanici prodotti nei conduttori e nelle connessioni. 98

50 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI CORTOCIRCUITO Il dispositivo di protezione può essere installato lungo la conduttura ad una distanza dall origine non superiore a 3 m, purché questo tratto sia rinforzato in modo da ridurre al minimo il rischio di corto circuito (questo non si applica in ambienti a maggior rischio in caso d incendio ed esplosione, nei quali i dispositivi di protezione vanno posti all inizio della conduttura). Il dispositivo di protezione non deve essere posto vicino a materiale combustibile o in luoghi con pericolo di esplosione. 99 Ogni dispositivo di protezione contro i cortocircuiti deve rispondere alle due seguenti condizioni: 1) Il potere di interruzione non deve essere inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione. Si può usare un dispositivo di protezione con potere di interruzione inferiore se a monte è installato un altro dispositivo avente il necessario potere di interruzione. Le caratteristiche dei due dispositivi devono però essere coordinate in modo che l'energia che essi lasciano passare non superi quella che può essere sopportata senza danno dal dispositivo situato a valle e dalle condutture protette da questi dispositivi. 100

51 Ogni dispositivo di protezione contro i cortocircuiti deve rispondere alle due seguenti condizioni: 2) Tutte le correnti provocate da un cortocircuito che si presenti in un punto qualsiasi del circuito devono essere interrotte in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite ammissibile. Per i cortocircuiti di durata non superiore a 5 s, il tempo t necessario affinché una data corrente di cortocircuito porti i conduttori dalla temperatura massima ammissibile in servizio ordinario alla temperatura limite può essere calcolato, in prima approssimazione, con la formula : Derivata da (I 2 t) K 2 S Dove: t = durata in secondi; S = sezione in mm 2 ; I = corrente effettiva di cortocircuito in ampere, espressa in valore efficace; K =115 per i conduttori in rame isolati con PVC; K = 135 per i conduttori in rame isolati con gomma ordinaria o gomma butilica; K = 143 per i conduttori in rame isolati con gomma etilenpropilenica e propilene reticolato; K = 74 per i conduttori in alluminio isolati con PVC; K = 87 per i conduttori in alluminio isolati con gomma ordinaria, gomma butilica, gomma etilenpropilenica o propilene reticolato; K = 115 corrispondente ad una temperatura di 160 C, per le giunzioni saldate a stagno tra conduttori in rame. 102

52 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI CORTOCIRCUITO Note: 1) Per durate molto brevi (< 0,1 s) dove l'asimmetria della corrente è notevole e per i dispositivi di protezione limitatori di corrente, K 2 S 2 deve essere superiore al valore dell'energia (I 2 t) indicata dal costruttore del dispositivo di protezione come quella lasciata passare da questo dispositivo. 103 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI CORTOCIRCUITO 2) Altri valori di k sono allo studio per: - conduttori di piccola sezione (in particolare per sezioni inferiori a 10 mm 2 ); - durata del cortocircuito superiori a 5 s - altri tipi di giunzioni tra conduttori; - conduttori nudi; - cavi con isolamento minerale 3) La corrente nominale del dispositivo di protezione contro i cortocircuiti può essere superiore alla portata dei conduttori del circuito. 104

53 PRESCRIZIONI SECONDO I CIRCUITI Circuiti 3F+N 3F F+N 2F S N S F S N < S F Sistemi F F F N F F F N F F F F N F F TN-C P P P x P P P x P P P P x P P TN-S P P P - P P P P P P P P - P P TT P P P - P P P P P P P P - P P IT P P P P P P P P P P P P P P P P : significa che un dispositivo di protezione deve essere previsto sul conduttore corrispondente; - : significa che non è richiesto un dispositivo di protezione sul conduttore corrispondente: esso peraltro non è vietato; x : significa che il dispositivo di LA protezione SCUOLA ELETTRICA è vietato sul conduttore di PEN; S N : Vega sezione Formazione del conduttore di neutro; S F : sezione dei conduttori di fase. 105 CEI 64-8/5: SCELTA ED INSTALLAZIONE DEI COMPONENTI ELETTRICI Identificazione dei conduttori di neutro e di protezione I conduttori di neutro e di protezione, se separati, devono essere in accordo con la Norma CEI 16-4 "Individuazione dei conduttori isolati e dei conduttori nudi tramite colori". Il conduttore di neutro è di colore blu, il conduttore di protezione è di colore giallo verde. 106

54 CEI 64-8/5: SCELTA ED INSTALLAZIONE DEI COMPONENTI ELETTRICI I conduttori usati congiuntamente come neutro e conduttore di protezione (PEN), quando sono isolati, devono essere contrassegnati secondo uno dei metodi seguenti: - giallo/verde su tutta la loro lunghezza con, in aggiunta, fascette blu alle estremità; - blu su tutta la loro lunghezza con, in aggiunta, fascette giallo/verde alle estremità

55 Legenda: DA dispersore (intenzionale) DN dispersore (di fatto) CT conduttore di terra MT collettore (o nodo) principale di terra PE conduttore di protezione EQP conduttore equipotenziale EQS conduttore equipotenziale supplementare A-B masse 2, 3, 4, 5, 6 masse estranee 109 VERIFICHE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI 110

56 VERIFICHE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI Quando dobbiamo fare le verifiche degli impianti elettrici? 111 VERIFICHE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI Le verifiche degli impianti elettrici vanno effettuate nei seguenti casi: - al termine dei lavori (riferimenti DM 37/08, DPR 462/01 e norma CEI 64-8/6), - quando previste nei contratti di manutenzione (verifiche predittive), - in ogni caso quando richieste dal Committente. 112

57 VERIFICHE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI CHE COS E UNA VERIFICA? Per verifica si intende l insieme delle operazioni necessarie per accertare la rispondenza di un impianto a requisiti prestabiliti Se cambiano i requisiti di riferimento cambia la verifica, potremmo avere verifiche ai fini della sicurezza, della regola d arte, del collaudo 113 VERIFICHE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI NORME DI RIFERIMENTO CEI 64-8/1 7 Gennaio 2007 (sesta edizione) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. CEI Febbraio 2007 (seconda edizione) Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori. 114

58 GENERALITA SULLE VERIFICHE ESAMI A VISTA E PROVE a)l ESAME A VISTA consiste in un ispezione visiva dell impianto, più o meno approfondita secondo il caso, per accertare la rispondenza dell impianto ai requisiti prestabiliti b) La PROVA consiste nell effettuazione di misure condotte con appropriati strumenti 115 ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE Si riporta l elenco degli esami a vista, misure e prove da eseguire al termine dei lavori effettuati (tratto dalla guida CEI 0-3: Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e relativi allegati.): N VERIFICHE 1 2 ESAME A VISTA L'impianto eseguito è conforme alla documentazione tecnica (es.: progetto) I componenti hanno caratteristiche adeguate all'ambiente per costruzione e/o installazione 3 Le protezioni contro i contatti diretti ed indiretti sono adeguate 4 Gli impianti elettrici alimentati a tensione superiore a 1000 V in c.a. (cabine AT/MT) sono conformi alle prescrizioni della Norma CEI

59 ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE ESAME A VISTA I conduttori sono stati scelti e posati in modo da assicurare le portate e cadute di tensione previste Le protezioni delle condutture contro i sovraccarichi sono conformi alle prescrizioni delle norme CEI Le protezioni delle condutture contro i cortocircuiti sono conformi alle prescrizioni delle norme CEI 8 Il sezionamento dei circuiti è conforme alle prescrizioni delle norme CEI 9 Il comando e/o l'arresto di emergenza è stato previsto dove necessario 117 ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE ESAME A VISTA 10 I conduttori hanno tensione nominale d'isolamento adeguate 11 I conduttori hanno le sezioni minime previste 12 I colori e/o le marcature per l'identificazione dei conduttori sono rispettati 13 I tubi protettivi ed i canali hanno dimensioni adeguate 14 Le connessioni dei conduttori sono idonee 15 Gli interruttori di comando unipolari sono inseriti sul conduttore di fase 16 Le dimensioni minime dei dispersori, dei conduttori di terra e dei conduttori di protezione ed equipotenziali (principali e supplementari) sono conformi alle prescrizioni delle norme CEI 118

60 ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE ESAME A VISTA 17 I(il) nodi(o) collettori(e) di terra sono(è) accessibili(e) 18 Il conduttore di protezione è stato predisposto per tutte le masse Il conduttore equipotenziale principale è stato predisposto per tutte le masse estranee. I colori e/o le marcature per l'identificazione dei conduttori sono rispettati I sistemi di protezione contro i contatti indiretti senza interruzione automatica dei circuiti (eventuali) sono conformi alle prescrizioni della Norma CEI ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE ESAME A VISTA Gli impianti elettrici nelle aree classificate con pericolo di esplosione rispondono alle prescrizioni della norma CEI ed alla classificazione delle zone Gli impianti elettrici negli ambienti a maggior rischio di incendio rispondono alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez. 751 L'impianto elettrico nei locali da bagno e docce è conforme alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez. 701 L'impianto elettrico nelle piscine è conforme alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez

61 ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE ESAME A VISTA L'impianto elettrico dei locali contenenti riscaldatori per sauna è conforme alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez. 703 L'impianto elettrico del cantiere di costruzione e demolizione è conforme alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez. 704 L'impianto elettrico della struttura adibita a uso agricolo o zootecnico è conforme alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez. 705 Gli impianti elettrici nei luoghi conduttori ristretti sono conformi alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE ESAME A VISTA L'impianto di terra delle apparecchiature per elaborazioni dati trattate dalla Norma CEI 64-8/parte 7/sez. 707 è conforme alle relative prescrizioni L'impianto elettrico delle aree di campeggio è conforme alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez. 708 Gli impianti elettrici nei. luoghi di pubblico spettacolo e di trattenimento sono conformi alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez. 752 Gli impianti elettrici per le lampade a scarica a catodo freddo ad alta tensione sono conformi alle prescrizioni della Norma CEI 64-8/parte 7/sez

62 ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE ESAME A VISTA L'impianto elettrico della centrale termica risponde alle prescrizioni della Norma CEI L'impianto elettrico dell'autorimessa risponde alle prescrizioni della Norma CEI Gli impianti elettrici dei locali ad uso medico sono conformi alle prescrizioni della Norma CEI 64-8 Le quote di installazione delle prese (ed altre apparecchiature in relazione alle disposizioni di Legge sulle barriere architettoniche) sono rispettate 123 ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE ESAME A VISTA La predisposizione delle tubazioni telefoniche risponde alle norme CEI ed alle prescrizioni TELECOM L'impianto di protezione contro i fulmini è conforme alle prescrizioni delle Norme CEI serie L'impianto di antenna TV è conforme alle prescrizioni della Norma CEI e V1 124

63 ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE PROVE La minima resistenza d'isolamento tra conduttori attivi è superiore ai valori prescritti di 1 MΩ per tensioni fino a 1000V La prova della continuità dei conduttori di protezione dei conduttori equipotenziali (principali e supplementari) ha avuto esito favorevole La minima resistenza di isolamento per i circuiti SELV e PELV è superiore ai valori prescritti di 0.5 MΩ La prova dell'efficienza delle protezioni differenziali ha avuto esito favorevole La resistenza dell'impianto di terra, nelle ordinarie condizioni di funzionamento, è di... Ω 125 ELENCO ESAMI A VISTA, MISURE E PROVE N VERIFICHE 6 7 PROVE I valori delle misure dirette delle tensioni di contatto e di passo (solo per impianti a tensione superiore a 1000 V in c.a., se necessario) sono nei limiti previsti dalla Norma CEI 11-1 Le misure dell'impendenza dell'anello di guasto (solo per sistemi TN e IT) hanno accertato il coordinamento dei circuiti di protezione contro i contatti indiretti 8 La prova di polarità ha avuto esito favorevole 9 La prova di funzionamento ha avuto esito favorevole 126

64 CONTINUITA DEI CONDUTTORI DI PROTEZIONE ED EQUIPOTENZIALI Continuità dei conduttori di protezione ed equipotenziali. La prova di continuità dei conduttori di protezione (PE) e dei conduttori equipotenziali principali e supplementari (EQP ed EQS), va eseguita con uno strumento in grado di erogare una corrente di almeno 0,2 A con una tensione a vuoto, in c.c. o in c.a., compresa tra 6 e 24 V, al fine di evidenziare falsi contatti. 127 CONTINUITA DEI CONDUTTORI DI PROTEZIONE ED EQUIPOTENZIALI Con questa prova si intende verificare che i conduttori di protezione ed equipotenziali non siano interrotti; non si vuole misurare il valore della resistenza (negli ambienti medici di gruppo 2 è invece necessario misurare il valore della resistenza). Si deve verificare che vi sia continuità tra: - le masse e la sbarra di terra del quadro di zona o nodo di terra locale; 128

65 CONTINUITA DEI CONDUTTORI DI PROTEZIONE ED EQUIPOTENZIALI - le masse estranee e la sbarra di terra del quadro di zona o nodo di terra locale; - tra la sbarra di terra del quadro di zona e i quadri a monte (di piano o generale); - tra quadro generale e nodo (collettore) di terra generale. La prova di continuità dovrebbe essere effettuata sistematicamente su tutto l impianto nella verifica iniziale 129 CONTINUITA DEI CONDUTTORI DI PROTEZIONE ED EQUIPOTENZIALI prima della consegna dell impianto. Nelle verifiche periodiche è ragionevole procedere per campione su una percentuale di componenti tanto maggiore quanto più elevato è il numero di prove negative. 130

66 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA Misura della resistenza di terra La resistenza di terra di un dispersore è la resistenza che il terreno presenta al passaggio della corrente, dal dispersore fino ad un punto del terreno sufficientemente lontano dal dispersore stesso. La resistenza che il terreno offre il passaggio della corrente è più elevata nelle vicinanze del dispersore, dove la sezione di terreno attraversata dalla corrente è la più piccola. 131 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA Tratti uguali di terreno presentano una resistenza tanto minore quanto più sono lontani dal dispersore. Il terreno è paragonabile ad un conduttore immaginario avente forma conica, dove la corrente attraversa tratti di terreno di sezione crescente man mano che si allontana dal dispersore. La corrente di guasto determina una caduta di tensione sulle resistenze suddette. 132

67 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA Poiché la resistenza del terreno è più elevata nelle immediate vicinanze del dispersore, anche la caduta di tensione è maggiore nei pressi del dispersore, mentre tende a zero lontano dal dispersore, dove la sezione del terreno è talmente grande che la resistenza offerta al passaggio della corrente diventa trascurabile. 133 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA Se si misura la tensione tra il dispersore e un punto del terreno, allontanandosi progressivamente dal dispersore, si misura una tensione via via crescente fino a raggiungere il massimo valore di tensione in corrispondenza del terreno a potenziale zero. 134

68 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA In teoria, il potenziale è zero ad una distanza infinita dal dispersore, in pratica è trascurabile ad una distanza pari a quattrocinque volte la dimensione significativa del dispersore stesso (lunghezza del picchetto o diagonale massima di una rete di terra). La tensione misurata tra il dispersore e un punto del terreno a potenziale praticamente zero, viene definita tensione totale di terra UE. 135 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA Il rapporto tra la tensione UE e la corrente I equivale alla resistenza di terra RE. 136

69 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA CON IL METODO VOLTAMPEROMETRICO Metodo Voltamperometrico Tramite un generatore si fa circolare una corrente fra il dispersone in prova e un dispersone ausiliario (sonda di corrente) posto a circa quattro-cinque volte la dimensione significativa del dispersore (per un picchetto si considera la lunghezza, per una rete di terra la diagonale). 137 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA CON IL METODO VOLTAMPEROMETRICO 138

70 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA CON IL METODO VOLTAMPEROMETRICO Con un voltmetro si misura la tensione tra il dispersore in prova e un picchetto (sonda di tensione) posto in un punto del terreno a potenziale zero. Il valore della resistenza di terra è dato dal rapporto fra la tensione misurata e la corrente di prova. 139 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA NEI SISTEMI TT Misura della resistenza di terra nei sistemi TT La misura della resistenza di terra con il metodo volt-amperometrico, richiede due sonde poste ad una certa distanza dal dispersore; il che può essere impossibile in un area ad alta densità edilizia. 140

71 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA NEI SISTEMI TT Nei sistemi TT il circuito di guasto comprende, oltre alla resistenza di terra del dispersore in prova (RE), anche la resistenza di terra del neutro del Distributore (RN), la resistenza del conduttore di fase, del conduttore di protezione e la resistenza equivalente del secondario del trasformatore (queste tre ultime resistenze sono generalmente di valore trascurabile rispetto alla resistenza di terra del dispersore). 141 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA NEI SISTEMI TT Nelle aree urbane, il valore di resistenza di terra del neutro è molto basso, perché gli impianti di terra delle cabine MT/BT del Distributore di energia elettrica sono interconnesse tramite gli schermi dei cavi. Si può quindi misurare la resistenza dell intero circuito di guasto e confondere la misura con la resistenza RE, anche perché questa approssimazione è a favore della sicurezza. 142

72 MISURA DELLA RESISTENZA DI TERRA NEI SISTEMI TT 143 PROVA DELLA RESISTENZA DI ISOLAMENTO Prova della resistenza di isolamento degli impianti elettrici La resistenza di isolamento deve essere misurata tra ogni conduttore attivo e il conduttore di protezione connesso a terra. Per gli scopi di questa prova i conduttori attivi possono essere collegati assieme. 144

73 MISURA IMPEDENZA ANELLO DI GUASTO Misura dell impedenza dell anello di guasto Le misure dell impedenza dell anello di guasto devono essere effettuate con strumentazione adeguata, in grado di garantire l effettiva rilevazione del valore dell impedenza del circuito (e non solo del valore della resistenza). Lo strumento deve analizzare correttamente l angolo di sfasamento tra le tensioni a vuoto ed a carico e, con idonea circuitazione, consentire il corretto rilievo dell impedenza. 145 MISURA IMPEDENZA ANELLO DI GUASTO Schema per la misura dell impedenza dell anello di guasto. 146

74 PROVA DEGLI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI Prova degli interruttori differenziali Negli impianti di bassa tensione la prova di funzionamento degli interruttori differenziali è più importante della misura della resistenza di terra. Il controllo di efficienza dell interruttore differenziale effettuato mediante il pulsante di prova non è sufficiente, perché il tasto di prova provoca lo scatto con una corrente differenziale fino a 2,5 Idn. 147 PROVA DEGLI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI Prova di intervento degli interruttori differenziali: schema di prova. 148

75 PROVA DEGLI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI Nel caso in cui l interruttore differenziale sia di tipo A o di tipo B è necessario accertarsi che lo strumento per le prove sia idoneo. Nella seguente tabella si possono vedere i tempi massimi di interruzione per interruttori differenziali, ai fini della protezione dai contatti indiretti (U0=230V). 149 PROVA DEGLI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI Corrente di prova Sistema TT Sistema TN Sistema IT Idn 500 ms 500 ms 500 ms 5 Idn 150 ms (**) Ordinarie Condizioni Particolari (*) 400 ms 200 ms Neutro distribuito Ordinarie Neutro non distribuito Condizioni Neutro distribuito Particolari (*) Neutro non distribuito 800 ms 400 ms 400 ms 200 ms (*) Le condizioni particolari si riferiscono a locali medici, cantieri edili e stalle. (**) Se Idn 30 ma, il tempo massimo d interruzione 150 ms rispetta anche i limiti relativi alla protezione contro i contatti diretti. 150

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