Il processo di industrializzazione in Italia e l intervento pubblico

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1 Il processo di industrializzazione in Italia e l intervento pubblico La legislazione antimonopolista Gli strumenti di politica economica: protezioni, sussidi, diritti esclusivi, salvataggi, svalutazioni del cambio. L economia italiana e il modello dell economia di mercato concorrenziale La politica della concorrenza prima degli anni 90: misure di rimozione delle barriere al commercio con l estero al fine di: - stimolare comportamenti innovativi; - ridurre il potere di mercato; - raggiungere maggiori livelli di efficienza e competitività. 1

2 Le virtù della concorrenza Il confronto concorrenziale: la selezione dei comportamenti più efficienti incentiva il raggiungimento di risultati prefissati. La concorrenza come fonte di dinamismo sociale (Pantaleoni) La concorrenza e la nascita della scienza economica: le intuizioni di Adam Smith La definizione di Cournot:..è concorrenziale quella configurazione in cui variazioni della quantità prodotta da una singola impresa non producono conseguenze apprezzabili sul prezzo di vendita del bene in questione. Cournot: il comportamento price-taking e la numerosità degli agenti. Altre condizioni per la concorrenza: la perfetta informazione e l assenza di collusione (Jevons) La concorrenza e la mobilità dei fattori (Smith, Ricardo, Mill) 2

3 La concezione shumpeteriana della concorrenza: le imprese competono sulla capacità innovativa Il paradigma neoclassico e la relazione tra mercato ed efficienza Le politiche per l industria e la politica industriale L intervento dello Stato: finalità di stabilizzazione, di allocazione e di redistribuzione. La politica della concorrenza per il raggiungimento di finalità di allocazione delle risorse Finalità generali: politiche per l industria Finalità selettive: politiche industriali E politica industriale ogni misura e intervento che mira a modificare la struttura economica di un paese Natura microeconomia di medio-lungo periodo. 3

4 Le politiche in un contesto di economia chiusa e in un contesto di economia aperta. Massimizzazione del surplus dei produttori o massimizzazione del surplus dei consumatori? Scelta politica La politica industriale e gli interventi nei settori strategici dell economia. Aree di intervento: - settori ad alto valore aggiunto; - comparti che generano esternalità positive; - settori con elevate potenzialità di crescita. La regolamentazione Tramite la regolamentazione fissazione e controllo di specifiche: - variabili di struttura (adozione di barriere all entrata); - variabili di performance (prezzi e profitti). Ruolo della legislazione antitrust 4

5 La politica della concorrenza La nascita della legislazione antitrust (lo Sherman Act) Gli obiettivi delle politiche: - la diffusione del potere di mercato; - la tutela della libertà economica dei partecipanti al mercato; - l allocazione efficiente delle risorse. L allocazione efficiente delle risorse e il criterio del surplus totale La struttura delle normative antitrust Fondamento teorico: alcuni comportamenti lesivi della concorrenza di una o più imprese possono avere come vittime concorrenti già presenti sul mercato, nuovi potenziali entranti, fruitori finali o intermedi del bene o servizio in questione. Riduzione del benessere sociale 5

6 Da cosa scaturisce la capacità di influire sulle variabili di mercato? Dall aver raggiunto una posizione dominante. Requisiti per lo sfruttamento di una posizione dominante: - presenza nel tempo di prezzi maggiori del costo marginale; - disponibilità di risorse. Le normative antitrust: - divieto di pratiche che costituiscono un abuso di posizione dominante; - divieto di intese e di forme di comportamento coordinato; - controllo della concentrazione delle risorse economiche presso un singolo soggetto; - costituzione di un organismo tecnico preposto all applicazione della politica della concorrenza. Scuole di pensiero e normative antitrust - lo schema struttura-condotta-performance ; - la scuola di Chicago. - La nuova economia industriale; - La teoria dei mercati contendibili. La struttura di mercato e l innovazione 6

7 La normativa antitrust comunitaria Il trattato di Roma: art. 85 (divieto di intese), art. 86 (abuso di posizione dominante), art. 92 (aiuti dagli Stati). La normativa antitrust in Italia Riferimento legislativo: l. n. 287 del La valutazione del potere di mercato Ai fini dell identificazione di situazioni in cui è presente un certo grado di potere di mercato è indispensabile: 1. la definizione di mercato rilevante - Il mercato del prodotto; - Il mercato geografico. 2. la numerosità delle imprese (concentrazione) Monopolio e posizione dominante Le operazioni di concentrazione e le misure di concentrazione 7

8 Prezzi ingiustificatamente gravosi Riferimento all art. 3 della l. n. 287 del Le politiche di prezzo in concorrenza perfetta - la discriminazione di prezzo (vendite gemellate, vendite congiunte) - differenziazione del prodotto e segmentazione dei mercati. Discriminazione, segmentazione e normativa antitrust Alcuni casi di abuso di posizione dominante - British sugar - Telecom Italia 8

9 Barriere all entrata e concorrenza potenziale Rientrano tra i comportamenti lesivi della concorrenza quelle azioni tese a costruire o a consolidare barriere all entrata. Barriere all entrata: - barriere non strategiche; - barriere amministrative; - barriere strategiche (azioni esplicite). Le barriere strategiche: - il prezzo limite; - capacità in eccesso; - differenziazione dei prodotti (fedeltà di marca) - proliferazione dei prodotti. Pratiche predatorie - Pratiche predatorie e asimmetrie finanziarie; - Pratiche predatorie ed effetti di reputazione; - Pratiche predatorie e asimmetrie informative. 9

10 Intese e comportamenti collusivi Il potere di monopolio è ottenuto da un gruppo di imprese che, operando congiuntamente, simulano sul mercato il comportamento di un monopolista. Comune a tutte le legislazioni antitrust: sezioni dedicate alle intese e alla collusione tra gli operatori Fattori che facilitano le intese: concentrazione del mercato presenza di barriere all entrata mercato stabile e regolare regolamentazione regolarità nel tempo delle interazioni commerciali contatti ripetuti su più mercati Fattori che ostacolano le intese (accrescono cioè la possibilità di comportamenti devianti): numerosità degli operatori asimmetrie tra gli operatori (di costo, nelle preferenze intertemporali, nelle strategie, nei prodotti) carenze e ritardi informativi 10

11 Strumenti a disposizione degli operatori per sostenere la collusione riducendo l incertezza sul comportamento dei rivali; - ruolo svolto dalle associazioni di categoria nello scambio di informazioni; - clausole del prezzo imposto; - comune basing point, quando sui prezzi incidono i costi di trasporto; - prezzo minimo garantito; - clausola del consumatore preferito. Il divieto delle intese restrittive della concorrenza comprende: - le intese esplicite; - le intese difensive; - le intese creative. Le forme collusive più diffuse sono in realtà quelle implicite. Un equilibrio collusivo può essere sostenuto anche in assenza di ogni forma di comunicazione tra le imprese. 11

12 Restrizioni verticali sulla concorrenza Tali restrizioni sono dettate dal bisogno di controllare ed eventualmente limitare il campo d azione dei distributori (i cui comportamenti possono influenzare i profitti, le quote di mercato, l immagine e la reputazione del produttore). Forme più diffuse di restrizioni verticali: - restrizioni di prezzo; - vincoli territoriali o selettivi; - volumi minimi; - distribuzione in esclusiva; - diritti di franchising; - obbligo di commercializzazione dell intera linea di prodotti. I controlli verticali come segnale dell esistenza di collusione tra i distributori Quando le restrizioni verticali possono avere effetti positivi sul benessere sociale 12

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