Relazione sullo stato di attuazione del programma di governo e sull amministrazione regionale

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1 Giunta Regionale Area della Programmazione regionale Servizio Controllo strategico e valutazione politiche Relazione sullo stato di attuazione del programma di governo e sull amministrazione regionale RESOCONTO DI LEGISLATURA D.G.R. n. 104 del 1 febbraio 2010

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3 INDICE Presentazione «I 1. COME SI VIVE E LAVORA IN UMBRIA: IL POSIZIONAMENTO DELLA REGIONE NELL ULTIMO DECENNIO «1 Gli andamenti demografici «1 Il sistema economico produttivo «3 L internazionalizzazione «11 Il mercato del lavoro «14 Il Turismo «22 La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita «23 Le entrate e le uscite delle pubbliche amministrazioni in Umbria «26 Indicatore multidimensionale dell innovazione, sviluppo e coesione sociale dell Umbria «31 2. IL CONTRIBUTO DELLA POLITICA DI COESIONE ALLO SVILUPPO DELL UMBRIA «47 I programmi comunitari nel periodo «47 I risultati della programmazione comunitaria «48 Stato di attuazione della programmazione comunitaria regionale «55 Stato di attuazione della programmazione delle risorse nazionali del FAS «64 3. I RISULTATI DELLE POLITICHE REGIONALI « Il Patto per lo sviluppo dell Umbria come scelta caratterizzante del decennio « Il pacchetto anti crisi « Politiche per lo sviluppo economico e la competitività del sistema regionale«77 Infrastrutture e trasporti «77 Imprese industriali, dell artigianato e del commercio «87 Imprese agricole e sviluppo rurale «97 Energia « Politiche per la tutela e la valorizzazione della risorsa Umbria «112 Filiera integrata Turismo-Ambiente-Cultura «112 Politiche per il Turismo «118 Difesa dell ambiente «120 Territorio e aree urbane « Politiche per il welfare «137 Promozione della salute «137 Protezione sociale «146 Immigrazione e solidarietà internazionale «148 Politica della casa « Politiche per lo sviluppo integrato dell istruzione, formazione e lavoro «155 Sistema integrato dell istruzione e della formazione «155 Politiche attive del lavoro « Riforma del sistema istituzionale e della pubblica amministrazione «166 Riforma della pubblica amministrazione regionale e locale «166 Cambiamento e modernizzazione dell Ente regionale « La gestione finanziaria della Regione: gli equilibri di bilancio ed il reperimento delle risorse «176 APPENDICE STATISTICA

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5 Presentazione La usuale Relazione contenente la verifica di attuazione del programma di Governo predisposta con cadenza annuale ai sensi dello Statuto regionale acquisisce alla fine della legislatura regionale un particolare significato, ponendosi come il resoconto della complessiva attività politicoamministrativa svolta dalla Giunta regionale in questi cinque anni, rivolto verso il Consiglio regionale ma anche verso l intera comunità umbra. Per consentire altresì una più ampia e migliore valutazione, l osservazione e l analisi viene estesa all intero decennio che va a chiudersi, da intendersi come periodo sufficientemente lungo per poter apprezzare i percorsi, i fenomeni e gli scenari che hanno interessato la nostra regione, ovviamente con particolare riferimento a quei settori che più vengono interessati dall intervento dell Ente regione. Il lavoro quindi si articola sostanzialmente in due parti fondamentali. Nella prima parte viene presentata la nostra regione negli ultimi 10 anni, a partire dal 2000, con riferimento agli andamenti demografici, al sistema produttivo, al mercato del lavoro, al turismo ed all internazionalizzazione. Tali fondamentali aspetti vengono analizzati sia in termini di posizionamento dell Umbria rispetto alle altre regioni italiane, sia evidenziandone gli andamenti nel decennio, rapportando tali andamenti con quelli dell Italia e della ripartizione territoriale Centro, così da poter comparare l evoluzione della nostra regione rispetto alla media nazionale ed a quella del Centro-Italia. Il materiale così elaborato presenta un rilevante valore informativo, in quanto consente di farsi un idea di come sia andata l Umbria nel decennio appena trascorso, ancorando tale valutazione alle evidenze empiriche disponibili e superando i tanto ricorrenti giudizi superficiali e/o di parte. Si è inoltre proceduto ad elaborare un indicatore sintetico multidimensionale, che è la risultante di oltre 40 indicatori a loro volta ricompresi in 7 aree tematiche di indagine. La costruzione di indicatori multidimensionali è una scelta che si ritrova sovente, nell intento di andare oltre il Pil e quindi di misurare in modo più completo il benessere di una comunità. Al tempo stesso, dato il gran numero di indicatori disponibili, tali operazioni possono risentire di una certa arbitrarietà, per via della possibilità di confezionare l indicatore multidimensionale scegliendo i singoli indicatori parziali tra quelli che presentano i risultati più favorevoli. Per tale ragione in questo lavoro si è costruito un indicatore sintetico a partire da un ampio numero di indicatori settoriali e tenendo altresì conto delle aree tematiche coerenti con gli obiettivi strategici come delineati nel Patto per lo Sviluppo dell Umbria fin dalla sua prima edizione. I

6 Gli andamenti dell Umbria nel tempo ed il suo posizionamento rispetto alle altre regioni rappresentano altresì un termine di riscontro ed un elemento di contestualizzazione per la valutazione delle politiche regionali, le cui principali attività e risultati vengono esposti nella seconda parte del lavoro, unitamente ad un riepilogo dell operatività dei programmi riconducibili alla politica regionale di coesione, programmi definibili come una sorta di piano straordinario di investimenti che ha caratterizzato l Umbria nel decennio trascorso. Date le finalità di questo documento e l ampiezza del periodo preso in considerazione, le varie politiche regionali vengono presentate in forma sintetica, evitando inutili e burocratiche elencazioni di atti ma privilegiando al tempo stesso l aspetto delle attività sostanziali messe in atto e, per quanto possibile, dei risultati ottenuti e degli impatti realizzati. Per la valutazione di questi ultimi, che è poi la valutazione di maggior importanza quando si tratta di politiche pubbliche, è utile come già accennato in precedenza integrare la lettura dei risultati delle singole politiche con gli andamenti che nel periodo considerato vengono espressi dagli indicatori relativi ai settori ai quali le varie politiche si rivolgono. Ciò nella consapevolezza che è comunque necessario sviluppare ulteriormente gli esercizi di valutazione riguardo all impatto delle politiche regionali. Un contributo alla lettura di una parte della storia della nostra regione si trova dunque racchiusa in queste pagine, con l auspicio che le analisi ivi contenute possano servire ad una miglior comprensione dei fenomeni che interessano la comunità regionale ed a meglio orientare le politiche pubbliche di intervento al fine di accrescerne la pertinenza e l efficacia. II

7 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio 1. COME SI VIVE E LAVORA IN UMBRIA: IL POSIZIONAMENTO DELLA REGIONE NELL ULTIMO DECENNIO Come anticipato nella Presentazione, viene qui presentata un analisi delle principali aree tematiche sviluppata secondo la logica del benchmarking, in termini quindi di confronto del posizionamento dell Umbria rispetto alle altre regioni italiane, al valore nazionale e a quello del Centro, con l obiettivo di accrescere la conoscenza di quelli che sono i punti di forza e le criticità del sistema regionale. Gli indicatori statistici elaborati sono stati suddivisi nelle seguenti aree tematiche: 1. gli andamenti demografici, in cui viene analizzata la consistenza, la dinamica, la struttura per età della popolazione, la dinamica della popolazione straniera, ecc. ; 2. il sistema economico produttivo, in cui viene esaminata la ricchezza prodotta dal sistema economico regionale, la struttura delle imprese, la performance e la vitalità del sistema produttivo, nonché la produttività del lavoro; 3. l internazionalizzazione, in cui vengono analizzate le esportazioni umbre, l apertura dell economia regionale rispetto agli scambi con l esterno, la specializzazione dell export e i principali mercati di destinazione; 4. il mercato del lavoro, contenente i principali indicatori del mercato del lavoro, quali il tasso di occupazione, di disoccupazione, di attività; 5. il turismo, in cui viene trattato il movimento turistico, la permanenza media, nonché la dinamica delle presenze negli esercizi ricettivi; 6. la soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita, quale emerge dalle indagini qualitative multiscopo dell Istat; 7. la finanza pubblica decentrata, in cui viene analizzata la dinamica delle spese e delle entrate del Settore Pubblico Allargato. GLI ANDAMENTI DEMOGRAFICI Il fattore popolazione ricopre una funzione fondamentale per il sistema economico e sociale, per i riflessi sul mercato del lavoro e sulla sostenibilità finanziaria in campo previdenziale e sanitario. Al 31 dicembre 2008 la popolazione complessiva in Umbria è risultata essere pari a abitanti, di cui maschi e femmine. Non è più dunque..una regione di appena abitanti.., come pure ancora si dice. La popolazione umbra, pari a circa l 1,5% della popolazione nazionale e al 7,6% del Centro, negli ultimi anni è infatti risultata in costante aumento; tra il 2000 e il 2008 si osserva un incremento di oltre abitanti, pari all 8,5% (rispetto al REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 1

8 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio 5,4% nazionale e all 8,2% del centro), dovuto principalmente alle migrazioni dall estero. 110,00 108,50 Dinamica della popolazione dal 2000 al 2008 (Numeri indice Anno 2000=100) La popolazione in Umbria dal 2000 al 2008 è cresciuta dell 8,5% 107,00 105,50 104,00 102,50 101,00 99,50 98, Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat 181,7 l indice di vecchiaia Una delle più alte d Italia la speranza di vita alla nascita 12,7% i giovani fino a 14 anni gli stranieri in Umbria nel 2008 Una caratteristica nota della popolazione umbra è la forte incidenza della popolazione anziana: al 31 dicembre 2008 l indice di vecchiaia, ossia il rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e quella con meno di 15 anni, risulta in Umbria pari a 181,7% rispetto al 143,4% nazionale (Cfr. Tav. 1.2 Appendice statistica). Del resto il processo di invecchiamento investe tutte le regioni d Italia e, considerando i dati a livello internazionale, l Italia al 31 dicembre 2007 (ultimo dato disponibile per un confronto) è la seconda nazione europea -preceduta solo dalla Germania - in cui si manifesta maggiormente il processo di invecchiamento della popolazione. La costante riduzione dei rischi di morte a tutte le età continua ad avere, come conseguenza, l aumento della vita media. In Umbria nel 2008 la speranza di vita alla nascita (numero medio di anni che restano da vivere ad un neonato; indicatore utile per valutare lo stato di sviluppo di una popolazione) è infatti una delle più alte d Italia, sia per gli uomini (79,0 anni) che per le donne (84,2). La struttura percentuale per età della popolazione al 31 dicembre 2008, mostra che i residenti di almeno 65 anni hanno oltrepassato la quota del 23% del totale (rispetto al 21% del dato nazionale). La percentuale di giovani fino a 14 anni raggiunge in Umbria il 12,7% (il 14% in Italia) (Cfr. Tav. 1.2 Appendice statistica). Gli stranieri residenti in Umbria nel 2008 ammontano a circa unità e la popolazione residente straniera costituisce il 9,6% del totale. L Umbria, nella distribuzione territoriale secondo l incidenza della popolazione straniera, è infatti in testa a tutte le regioni italiane, insieme all Emilia Romagna, seguita da Veneto e Lombardia (9,3%). Sulla base di questi dati, l Umbria si conferma quindi una regione con una elevata capacità attrattiva, presentando infatti il tasso migratorio con l estero più elevato di tutte le regioni italiane (12,7 per mille). 2 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale

9 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio 288 Dinamica della popolazione straniera dal 2000 al 2008 (Numeri indice Anno 2000=100) La popolazione straniera dal 2000 al 2008 è triplicata Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat Le prime tre comunità residenti in Umbria sono Romania (22,9%), Albania (18%) e Marocco (10,7%) (Cfr. Tav. 1.4 Appendice statistica). Il SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO La ricchezza prodotta Nel periodo il Prodotto interno lordo (Pil) complessivo dell Umbria ha registrato una variazione media annua dello 0,7%, lievemente inferiore al dato nazionale (pari allo 0,9%) (Cfr. Tav. 2.2 Appendice statistica). Prodotto interno lordo (Var. media annua ) Lazio Centro Marche Valle d'aosta Veneto Lombardia Emilia Romagna Toscana Molise Italia Friuli V. Giulia Trentino A. Adige Sicilia Umbria Calabria Sardegna Piemonte Abruzzo 1,0 0,9 0,9 0,9 0,9 0,9 0,9 0,8 0,8 0,7 0,6 0,6 0,5 0,5 1,3 1,2 1,2 1,6 Il Pil umbro nel periodo è cresciuto mediamente dello 0,7% annuo Campania Liguria Puglia 0,5 0,5 0,4 Basilicata 0,2 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati e stime Istat Conti economici regionali Ottobre 2009 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 3

10 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Per il 2009 non si dispone ancora ovviamente di dati attendibili, ma solo di previsioni che sono soggette a variazioni. Comunque, come anche riportato nello scenario di previsione del Dap 2010, pare probabile un risultato dell Umbria leggermente peggiore dell Italia, per la quale le ultime stime ipotizzano un calo del Pil 2009 intorno al 4,8%. In tal caso per la nostra regione si può ipotizzare un calo del 5%. Occorre anche tener presente che a seguito di una revisione dei Conti economici regionali operata dall Istat a ottobre 2009, in Umbria si è avuto un aumento del valore del Pil nel 2006 (con un rialzo del tasso di crescita del Pil dal 2,5% al 2,9%), ma una riduzione del valore del Pil 2007, che quindi scende dal 2,3% all 1,3%. L economia regionale, dopo una buona espansione del biennio superiore a quella nazionale, ha conosciuto un ciclo negativo nel biennio , per poi registrare una sensibile ripresa nel 2004 e nel Il dato del 2008 (ancora provvisorio) presenta invece una flessione pari a -1,5%, superiore a quella nazionale che è di -1%, mentre nel Centro è dello 0,7%. Le altre regioni del Centro, Marche e Toscana, registrerebbero rispettivamente un - 1,2% e un -0,8%. 28,4% il peso dell industria nel 2008 e 69,2% quello dei servizi Il Pil procapite umbro è da oltre 25 anni inferiore a quello italiano Il calo del Pil in Umbria risulterebbe determinato essenzialmente dal risultato negativo dell industria (-1,3%) e del terziario (-1,1%), attenuato dall incremento del valore aggiunto nel settore agricolo (+3,8%). Nell intero periodo il valore aggiunto dell agricoltura è passato da un peso del 3,6% sul totale ad uno del 2,3% con una variazione media annua dello 0,2%; quello dell industria dal 28,7% al 28,4% con una variazione media annua dello 0,6%; infine il peso dei servizi è passato dal 67,7% al 69,2% con una variazione media annua dello 0,9%. STRUTTURA DELL ECONOMIA UMBRA (composizione %) Settori AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA 4,1 3,6 2,2 2,3 INDUSTRIA 31,7 28,7 27,9 28,4 Industria in senso stretto 24,9 22,2 20,4 21,6 (*) Costruzioni 6,8 6,4 7,5 7,0 (*) SERVIZI 64,2 67,7 69,9 69,2 Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti 24,5 24,3 22,6 22,1 (*) Intermediazione monetaria e finanz.; attività immobiliari ed imprenditoriali 18,5 22,1 24,9 24,9 (*) VALORE AGGIUNTO TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 (*) il dato si riferisce al 2007 Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati e stime Istat Conti economici regionali Novembre 2009 Il Pil per abitante, che è la misura dell eventuale miglioramento del livello di benessere materiale di una comunità, è notoriamente da oltre venticinque anni inferiore al dato medio italiano (nel decennio a cavallo tra i 70 e gli 80 era invece superiore) e ancor più a quello del Centro. Nel decennio esso presenta un andamento leggermente negativo, infatti nel 2000 fatta l Italia pari a 100 l Umbria si collocava a 96,8, mentre nel 2008 il numero indice dell Umbria scende a 93,1 (Cfr. Tav. 2.3 Appendice statistica). 4 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale

11 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio ,0 Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato per abitante Valori in euro correnti , ,0 Leggera divergenza rispetto al Pil pro-capite nazionale , , (*) Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati e stime Istat Conti economici regionali Ottobre 2009 In valore assoluto infatti nel 2008 il Pil procapite è pari a euro a fronte di euro della media nazionale e di euro del Centro. Pil procapite - Anno 2008 (Migliaia di euro a prezzi correnti) Valle d'aosta Lombardia Trentino A. Adige Emilia Romagna Nord Lazio Veneto Friuli V. Giulia Centro Toscana Piemonte Liguria Marche Italia Umbria Abruzzo Sardegna Molise Basilicata Sud Puglia Sicilia Calabria Campania 33,8 33,6 32,7 32,4 31,5 30,6 30,5 29,4 29,0 28,7 28,7 27,1 26,7 26,3 24,5 21,9 20,4 20,3 19,0 17,7 17,5 17,4 17,0 16,9 La ricchezza prodotta dall Umbria in termini di Pil procapite nel 2008 è pari a euro 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati e stime Istat Conti economici regionali Ottobre 2009 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 5

12 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Se invece del Pil pro-capite (cioè quanto si produce) si considera il reddito procapite (cioè quanto si riceve) la situazione dell Umbria migliora un pò dato l effetto positivo di trasferimenti a proprio favore. Dunque il seppur modesto aumento del Pil complessivo è stato determinato essenzialmente da aumento della popolazione (e come si vedrà dall occupazione), ma non da aumento del prodotto pro-capite (produttività). L aumento di popolazione dal 2000 al 2008 di oltre 8 punti percentuali rispetto ai 5 circa dell Italia, è stato determinato soprattutto dal crescente apporto dell immigrazione regolare che - come nel caso dell Umbria ma anche di altre regioni se non accompagnata da un aumento della produttività (cioè della capacità media di generare reddito), è un fenomeno che può dare luogo a problemi di coesione sociale e di sostenibilità dei sistemi di welfare. Basso in Umbria il livello della produttivi tà del lavoro La produttività del lavoro, che determina in gran parte quanto visto in precedenza in termini di Pil, è conosciuta da molti anni essere una delle criticità del sistema economico regionale, dovuta alla sua struttura economica, caratterizzata da un sistema delle imprese posizionato nella fase iniziale della catena del valore, scarsamente innovative, con molte imprese che lavorano in subfornitura, e mediamente piccole. Anche la struttura di un settore terziario, dove il terziario di mercato avanzato legato alla attività industriale e di ricerca è scarsamente sviluppato, contribuisce a determinare il basso livello della produttività in Umbria. Infatti essa è da molto prima del 1990 inferiore a quella della media nazionale; nel periodo è passata in Umbria da euro per unità di lavoro a , mentre in Italia essa è passata dai euro del 2000 ai euro del ,00 Produttività del lavoro nel periodo Valori in euro correnti dal 1990 la produttività del lavoro in Umbria risulta sempre inferiore a quella nazionale , , , , , , , , Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati e stime Istat Conti economici regionali Ottobre 2009 Ciò evidenzia che in Umbria, nonostante il Pil sia aumentato in misura sostanzialmente analoga alla media nazionale, nel periodo si ha un andamento leggermente divergente della produttività rispetto al resto del Paese. 6 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale

13 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Ciò significa che le pur buone performance occupazionali, si devono principalmente alla creazione di posti di lavoro di non elevato valore aggiunto. L andamento insoddisfacente della produttività è dunque tale da annullare l effetto positivo sullo sviluppo che proviene da un esteso impiego di lavoro nel processo produttivo, al punto che l andamento del Pil pro-capite diviene leggermente negativo. Questo fenomeno viene efficacemente illustrato dai grafici che seguono, nei quali sono rappresentati gli andamenti di Popolazione, Occupati, Pil e Produttività del lavoro a partire dal 2000 sia in Umbria che in Italia. Pil, popolazione, occupati e produttività del lavoro a confronto in Umbria dal 2000 al 2008 (Numeri indice Anno 2000=100) In Umbria l occupazione cresce più della produttività ,6% l incremento medio annuo degli occupati Popolazione PIL Occupati Produttività Pil, popolazione, occupati e produttività del lavoro a confronto in Italia dal 2000 al 2008 (Numeri indice Anno 2000=100) In Italia il Pil cresce dello 0,9% medio annuo, gli occupati dell 1,2%, la popolazione dello 0,7% e la produttività dello 0,1% Popolazione PIL Occupati Produttività Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati e stime Istat Conti economici regionali Ottobre 2009 Non si vedono ancora, quindi, dai dati, effetti di rilievo sulla capacità di creare reddito dell economia regionale, effetti che dovrebbero derivare da processi di innovazione e riposizionamento dei settori produttivi verso segmenti di attività e prodotti a più elevato valore, oltre che da un recupero di produttività del sistema regionale nel suo complesso. REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 7

14 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Dall analisi settoriale della produttività del lavoro dell Umbria comparata con quella dell Italia e del Centro, nel periodo emerge una variazione negativa della stessa per il settore servizi, accanto ad una stazionarietà del settore industria, che invece registra una variazione media annua negativa sia in Italia che nel Centro. 1,2% la crescita media annua degli investimenti. 1,2% quella dei consumi delle famiglie Produttività del lavoro per settore di attività: Incremento medio annuo (calcolato su valori in migliaia di euro costanti ) Umbria Italia Centro Agricoltura, silvicoltura e pesca 4,5 1,7 2,9 Industria 0,0-0,2-0,8 Servizi -0,5 0,0 0,1 TOTALE -0,1 0,1 0,1 Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati e stime Istat Conti economici regionali Ottobre 2009 Relativamente agli investimenti fissi lordi, nel periodo (ultimo dato al momento disponibile) l Umbria ha registrato una crescita media annua pari all 1,2%, inferiore sia al dato nazionale (+1,9%), che a quello del Centro (+2,3%), pur in presenza di aumenti sensibili registrati nel 2002 (+13,7%) e nel 2007 (+10,2%). Riguardo ai consumi delle famiglie, nel periodo , l Umbria ha registrato un incremento medio annuo dell 1,2%, analogo a quello del Centro, ma superiore a quello nazionale (0,8%). La tenuta si deve anche al positivo andamento del reddito da lavoro dipendente. Nel 2008 tuttavia anche in Umbria, seppure in misura inferiore alla media nazionale, i consumi hanno registrato una riduzione (-0,5% rispetto al -1% dell Italia). 110,0 La spesa per consumi finali delle famiglie (Numeri indice anno 2000= 100) Più sostenuto per l Umbria l aumento della spesa per consumi finali delle famiglie 107,0 104,0 101,0 98,0 95, Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati e stime Istat Conti economici regionali Ottobre 2009 I redditi da lavoro dipendente La remunerazione del fattore lavoro, ovvero i redditi di lavoro dipendente per unità di lavoro dipendente, nel periodo presenta una crescita media del 2,9% a prezzi correnti - analoga sia a quella dell Italia che a quella del Centro, passando dai euro correnti del 2000 ai del Nel 2008 in particolare si osserva una crescita del 3,1%, lievemente inferiore a quella dell Italia (+3,3%), ma superiore a quella del Centro (+2,8%). 8 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale

15 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio ,00 Reddito da lavoro dipendente per unità di lavoro dipendente (valori in euro correnti) , , , ,00 Analoga la crescita tra Umbria, Italia e Centro , , , , Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati e stime Istat Conti economici regionali Ottobre 2009 La struttura delle imprese La dinamica imprenditoriale del decennio evidenzia per le imprese umbre un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni in tutti gli anni, anche se in riduzione: il tasso di sviluppo (saldo tra tasso di natalità e tasso di mortalità) infatti passa da un valore di 2,2 del 2000 a 0,4 nel Nel 2008 in Umbria risultano attive imprese (Cfr. Tav. 5.3 Appendice statistica), le quali costituiscono l 1,6% dell insieme complessivo delle imprese italiane. Rispetto al 2000 (anno in cui erano ) sono aumentate del 5,9%, in misura inferiore al dato nazionale (+9,8%) le imprese attive nel ,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0 Tasso di sviluppo delle imprese* (valori %) Umbria Centro Italia Un indice di sviluppo sempre positivo anche se in calo Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Infocamere Movimprese. (*) saldo tra tasso di natalità e quello di mortalità Nel 2008 l Umbria presenta un indice di sviluppo superiore a quello nazionale che risulta invece negativo (pari al -0,4%). REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 9

16 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Alla fine del terzo trimestre 2009 il bilancio tra iscrizioni e cessazioni fa registrare in Umbria un saldo positivo pari a 171 unità imprenditoriali portando la consistenza complessiva a unità. A tale riguardo va precisato che il tasso di crescita, calcolato come rapporto tra il saldo iscrizioni cessazioni e lo stock delle imprese attive all inizio del periodo considerato, è stato pari allo 0,2%, un valore inferiore al Centro (0,4%), ma migliore di quello medio nazionale che presenta un valore negativo (-0,2%). Diminuite nel periodo le imprese individuali e aumentate le società di capitali Riguardo la forma giuridica delle imprese, le imprese individuali che nel 2000 rappresentavano il 69,7% del totale delle imprese attive, si sono ridimensionate di quasi 6 punti percentuali e nel 2008 costituiscono il 63,9% (Cfr. Tav. 5.4 Appendice statistica). Sono invece aumentate le società di capitali che sono passate dall 8,1% del 2000 al 13,2% del Per le società di persone e per le altre forme giuridiche si registra invece una situazione di stazionarietà. La densità imprenditoriale, indicatore in grado di fornire una valutazione del livello di diffusione dell imprenditoria regionale, è costituito dal rapporto tra il numero di imprese attive ed il numero di abitanti. Esso nel 2008 risulta per l Umbria pari a 93,2 imprese attive su abitanti, dato questo che colloca la nostra regione all 11esimo posto, con un valore superiore a quello medio nazionale pari a 88,5. Rispetto al 2000 essa presenta una riduzione analoga a quella delle Marche, dell Emilia Romagna e del Veneto. Densità imprenditoriale (*) La densità imprenditoriale dell Umbria nel 2008 è pari a 93,2 imprese attive su abitanti Marche Molise Trentino-AA Emilia Rom. Valle d'aosta Abruzzo Toscana Piemonte Veneto Basilicata Umbria Sardegna ITALIA Liguria Lombardia Puglia Lazio Friuli V.G. Campania Calabria Sicilia 103,00 102,21 100,54 99,57 99,38 99,28 98,71 95,19 94,68 94,27 93,17 90,33 88,54 88,32 85,21 83,99 82,00 81,58 81,39 78,25 78, ,00 20,00 40,00 60,00 80,00 100,00 120,00 Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Infocamere Movimprese. (*) imprese attive su abitanti 10 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale

17 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Questo, se da un lato testimonia un certo grado di intraprendenza, sta però anche a dimostrare la notevole polverizzazione del sistema imprenditoriale, da cui la bassa dimensione media. Un ruolo rilevante all interno del sistema produttivo umbro è rivestito dall artigianato. La diffusione delle imprese artigiane sul territorio regionale, valutata in base al numero delle imprese artigiane attive ogni abitanti, vede la nostra regione al 9 posto nella graduatoria regionale, con un valore pari nel 2008 a 27,6 imprese ogni abitanti (Cfr. Tav. 5.5 Appendice statistica). In Umbria le imprese artigiane rappresentano circa il 30% sia nel 2000 che nel 2008 delle imprese attive, quindi una quota superiore a quella della media nazionale (pari nel 2008 al 28%). Il 30% delle imprese attive sono artigiane Esaminando infine la distribuzione delle imprese attive per settore di attività economica nel 2000 e nel 2008, i settori trainanti (senza considerare l agricoltura e pesca) sono sempre quello del commercio all ingrosso e al dettaglio (circa il 25%), quello delle costruzioni e quello dell attività manifatturiera. Va tuttavia segnalato che mentre aumenta il peso del settore costruzioni (dal 12,5% nel 2000 al 15,4% nel 2008), si riduce quello dell attività manifatturiera (dal 13,3% del 2000 all 11,9% del 2008). Imprese attive per settori (valori assoluti, composizione e variazioni percentuali) Settori Attive 2000 Attive 2005 Attive 2008 Comp % 2000 Comp % 2005 Comp % 2008 Var.% Interme. monet.finanz ,2 2,2 2,3 9,4 Alberghi e ristoranti ,5 4,9 5,0 17,0 Comm.ingrosso dettag ,7 25,1 24,7 1,8 Trasporti, magazzi., comunicaz ,7 3,7 3,3-4,9 Costruzioni ,5 14,2 15,4 30,5 Prod.distrib.energ.elettr.gas e acqua ,0 0,0 0,1 195,2 Attività manifatturiere ,3 12,4 11,9-5,0 Estrazione di minerali ,1 0,1 0,1-11,3 Altri serv.pub.social.perso ,1 4,2 4,3 11,9 Altro ,2 7,2 9,0 10,2 48,4 TOTALE IMPRESE ATTIVE (*) TOTALE IMPRESE ATTIVE ,5 (*) al netto dei settori Agricoltura e Pesca Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Infocamere Movimprese. L INTERNAZIONALIZZAZIONE Le esportazioni in Umbria rappresentano circa il 16% del PIL regionale, valore questo sensibilmente inferiore a quello medio nazionale (intorno al 23%) ed ancor più a quello di regioni limitrofe come le Marche e la Toscana. Nel periodo l export umbro ha conosciuto un trend particolarmente positivo fino al 2007, con una variazione media annua pari al 6,6%, superiore sia a quella dell Italia (pari al 5,9%) che a quella del Centro (pari al 4,9%). Particolarmente positivo il trend dell export umbro dal 2000 al 2007 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 11

18 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio 180,0 Esportazioni - Numeri Indice Anno 2000=100 Le esportazioni umbre sono cresciute ad un ritmo più sostenuto sia dell Italia che del Centro 170,0 160,0 150,0 140,0 130,0 120,0 110,0 100,0 90, Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat Nel 2008, rispetto alla positiva dinamica degli anni precedenti, a fronte di un aumento dell export nazionale dello 0,3%, quello umbro è calato del 6,3%. Occorre sempre però ricordare il peso consistente (oltre il 30% del totale) del settore dei metalli governato da dinamiche che spesso fanno capo a flussi interaziendali tra i diversi stabilimenti della Thyssen Group; infatti al netto del settore metalli nel 2008 l export umbro è aumentato dell 1,9%. Esportazioni -Variazioni percentuali Umbria 18,8 1,4 6,2-2,8 9,0 6,8 14,8 11,8-6,3 Umbria senza metalli - 3,0 0,5-4,5 0,4 6,5 8,9 15,0 1,9 Centro 21,2 2,2 0,6-4,7 5,0 1,5 14,1 8,7-4,1 Italia 17,8 4,8-1,4-1,7 7,5 5,5 10,7 9,9 0,3 Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat Il peso delle esportazioni umbre sul Pil regionale (indicatore volto a misurare l apertura dell economia regionale rispetto agli scambi con l esterno), nel periodo esaminato presenta sempre un livello più basso sia della media italiana, sia di quella del Centro, anche se con una crescita continua dal 2004 al 2007, grazie alla quale si riduce il divario esistente con il Centro. 12 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale

19 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio 24,00 Esportazioni in % del PIL 22,50 21,00 19,50 18,00 16,50 15,00 Si annulla il divario tra Umbria e Centro dell export su Pil 13,50 12, Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat In particolare, lo scarto esistente tra Umbria e Italia nel 2000, pari a 7,9 punti percentuali, rimane pressoché invariato nel 2008, riducendosi solo di 0,3 punti percentuali. Invece si annulla quasi del tutto il divario (di 3,4 punti percentuali nel 2000) esistente con il Centro. I mercati di sbocco più significativi dell export regionale sono la Germania, che nel 2008 accoglie il 14,2% delle esportazioni regionali, e Francia con l 11% (Cfr. Tav. 4.6 Appendice statistica). La Germania evidenzia tuttavia una riduzione di oltre 5 punti percentuali della sua incidenza rispetto al 2000, quando era pari al 19,7%. Analogamente altri paesi tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Spagna, pur continuando ad esercitare un peso non trascurabile, tra il 2000 e il 2008 vedono diminuire la loro quota sull export regionale. Germania e Francia i mercati di sbocco più significativi nel 2008 All opposto colpisce il Messico che mentre nel 2000 rappresentava il 4,7% delle esportazioni umbre, nel 2008, con oltre il 10%, diventa il terzo mercato di sbocco regionale, anche se va sottolineato che si tratta in gran parte di export nel settore dei metalli. Anche la Cina vede aumentare la propria incidenza nel periodo in esame: passa infatti dallo 0,4% del 2000 al 3,4% nel a cui si aggiunge il Messico Nei primi nove mesi del 2009 l export umbro ha visto un pesante calo pari al 28,4% (in Italia -23,1%), che si ridimensiona però al 18,8% al netto del settore metalli. I primi 9 mesi del 2009 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 13

20 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Le Esportazioni per regione- Gennaio-Settembre 2009 (Valori in euro provvisori) 2008 ( primi 9 mesi) 2009 (primi 9 mesi) Variazione % 2009/2008 Piemonte ,9 Valle d'aosta ,6 Lombardia ,6 Liguria ,8 Trentino A. Adige ,2 Veneto ,7 Friuli V. Giulia ,4 Emilia Romagna ,4 Toscana ,3 Umbria ,4 Marche ,4 Lazio ,3 Abruzzo ,7 Molise ,7 Campania ,6 Puglia ,8 Basilicata ,8 Calabria ,0 Sicilia ,8 Sardegna ,0 ITALIA ,1 Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat Nota: La variazione negativa dell export in Umbria nei primi 9 mesi del 2009 rispetto ai primi nove mesi del 2008 al netto del settore metalli e prodotti in metallo è pari al 18,8%. Positivo il saldo commerciale Aumentato di unità il numero degli occupati Aumentato di unità il numero delle forze di lavoro Infine, per quanto riguarda il saldo commerciale, l Umbria contribuisce positivamente alla bilancia commerciale italiana, ossia il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni: nel 2008 per la nostra regione tale differenza ammonta a circa 855 milioni di euro. Nel 2000 il saldo era pari a 594 milioni di euro. In particolare il peso delle importazioni sul Pil regionale passa dal 10,3% del 2000 all 13,4% del 2007, per poi riscendere all 11,7% nel Il MERCATO DEL LAVORO Le perfomance dell Umbria nel mercato del lavoro nel nuovo millennio, prima dell esplodere della crisi economica, ed il conseguente livello raggiunto sono davvero notevoli. Nel periodo , infatti, l occupazione regionale è aumentata di unità con conseguente contrazione della disoccupazione di unità e soprattutto con una ingente crescita delle forze di lavoro di , dovuta alla maggiore partecipazione delle forze di lavoro residenti e soprattutto all afflusso di forze di lavoro immigrate. Il tasso di attività è così salito al 68,7%, risultando di solo un punto più contenuto della media del Nord (Cfr. Tav. 3.1 Appendice statistica). 1 I dati di fonte ISTAT riportati nel testo e nelle tavole sono tutti arrotondati alle migliaia. 14 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale

21 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Il tasso di attività nel periodo ,0 67,0 65,0 63,0 61,0 Il tasso di attività umbro si avvicina a quello del Nord 59,0 57,0 55, Tasso di Occupazione (15-64) Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat Tasso di attività: rapporto tra le forze di lavoro e la popolazione attiva (15-64 anni) Nel complesso tali perfomance sono risultate migliori rispetto alla media nazionale consentendo all Umbria di avvicinarsi, e negli ultimi anni addirittura di superare, le regioni che storicamente la precedevano. Principali indicatori del mercato del lavoro nel 2000 e nel 2008 per regione 68 EmiliaRomagna 66 TrentinoA.A. Valle d Aosta 64 Veneto FriuliV.Giulia 62 Um bria Lombardia Toscana Marche 60 Piemonte 58 Liguria 56 Abruzzo Lazio Molise Basilicata Sardegna Puglia 2000 Campania Calabria Sicilia Tasso di Disoccupazione Tasso di Occupazione (15-64) 72 EmiliaRomagna 70 TrentinoA.A. 68 Valle d Aosta Lombardia Veneto 66 Um bria FriuliV.GiuliaToscana Marche Piemonte 64 Liguria Lazio Abruzzo Fonte: Elaborazioni Regione Umbria OML su dati Istat RCFL Molise Sardegna Basilicata Puglia Sicilia Calabria Campania Tasso di Disoccupazione In particolare la crescita occupazionale (+13,5%) è risultata di oltre 3 punti superiore alla media nazionale, seconda solo a quella del Lazio. Di conseguenza il tasso di occupazione è aumentato di 4 punti, in linea con quello medio del REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 15

22 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Paese. Grazie a tale crescita esso nel 2008 (65,4%) risulta più vicino a quello del Nord (66,9%) che a quello del Centro (62,8%). Esso risulta il sesto più elevato del Paese, meglio di Toscana e Marche che storicamente precedevano la nostra regione. 70,00 Il tasso di occupazione nel periodo Il tasso di occupazione umbro nel 2008 è più vicino a quello del Nord che a quello del Centro 66,00 62,00 58,00 54,00 50, Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat Tasso di occupazione: rapporto tra gli occupati e la popolazione attiva (15-64 anni) La disoccupazione è invece diminuita (-24,3%) in maniera meno che proporzionale rispetto all Italia (-29,2%) a seguito del forte aumento delle forze di lavoro (+10,8% a fronte di un +6,3% dell intero Paese) secondo solo a quello del Lazio. 2 Il tasso di disoccupazione ha comunque registrato una flessione in linea con quella media del Paese passando dal 7,1% del 2000 al 4,8% del 2008, risultando così più vicino alla media del nord (3,9%) che a quella del centro (6,1%). 10,8 Il tasso di disoccupazione nel periodo Diminuite del 24,3% le persone in cerca di occupazione 9,8 8,8 7,8 6,8 5,8 4,8 3, Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat Tasso di disoccupazione: rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro 2 Il tasso di attività è aumentato di 2,6 punti, una crescita in linea con quella dell intero Paese che ha portato tale indicatore al 68,7% ossia ad un solo punto dalla media del nord. 16 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale

23 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio La crescita dell occupazione, che ha riguardato per i 4/5 la componente alle dipendenze ( unità), è stata generata dal settore dei servizi ( unità) e dalle costruzioni ( unità) che hanno più che compensato il calo registrato nell industria in senso stretto ( unità) e nel settore agricolo ( unità), settori che tuttavia negli ultimi anni hanno mostrato importanti segni di ripresa 3. L occupazione aggiuntiva del periodo si è ripartita in maniera pressoché analoga tra gli uomini ( ) e le donne ( ). Per gli uomini la crescita è risultata sensibilmente superiore a quella media del Paese (6,8%), così come la crescita del tasso di occupazione che ne è derivata (dal 69,6% al 74,1%); al contrario per le donne la crescita è stata leggermente più contenuta (16,1%). Ciononostante la presenza femminile nell occupazione umbra (43,4%) risulta la più elevata del Paese e il tasso di occupazione attuale (56,8%) aumentato di 3,7 punti nel periodo risulta il sesto più elevato del Paese. Il Settore dei servizi quello più interessato dalla crescita dell occupa zione : unità La riduzione della disoccupazione ha interessato quasi esclusivamente gli uomini ( rispetto alle per le donne). Il tasso di disoccupazione maschile è così calato di 2,8 punti, più di quanto sia avvenuto in media nel Centro e nell intero Paese ed attualmente (3,2%) risulta in linea con la media del nord (2,9%); quello femminile, invece, è diminuito di 1,6 punti, molto meno della flessione della media nazionale e del Centro ma il suo livello nel 2008 (6,8%) risulta intermedio tra la media del nord e del centro del paese. Anche molte delle problematiche tipiche del mercato del lavoro umbro nel corso di questi anni hanno fatto registrare importanti miglioramenti. Il tasso di disoccupazione giovanile nel periodo ,00 25,50 24,00 22,50 21,00 19,50 18,00 16,50 Diminuita la disoccupazione giovanile 15,00 13,50 12, Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat Tasso di disoccupazione giovanile: Persone in cerca di occupazione in età anni su forze di lavoro della corrispondente classe di età (%) 3 Si ricorda che i dati precedenti al 2004 derivano dalla ricostruzione delle serie storiche operata dall ISTAT che ha reso i dati rilevati con la vecchia indagine trimestrale sulle forze di lavoro omogenei con l attuale criterio di rilevazione (Rivelazione Continua sulle Forze di Lavoro). La ricostruzione, tuttavia, a volte presenta dei dati che per la nostra regione differiscono sensibilmente da quelli che derivavano dalla precedente metodologia di rilevazione segnalando fenomeni precedentemente non evidenziati, quali ad esempio una disoccupazione maschile prossima a quella femminile nel e un livello di occupazione agricola in media di unità più elevato nel periodo che rende ancor più evidente la flessione dell occupazione in questo settore. REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 17

24 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Significativi progressi per alcune criticità storiche Il tasso di disoccupazione giovanile in Umbria nel periodo si è ridotto di quasi 3 punti percentuali, passando dal 17% nel 2000 al 14,4% nel In Italia nello stesso periodo è passato dal 27% al 21,3% e nel Centro dal 21,8% al 19,6%. Anche per la disoccupazione femminile l Umbria mostra una sensibile riduzione, passando dall 8,4% del 2000 al 6,8% del 2008, un calo di 1,6 punti percentuali; in Italia nello stesso periodo esso si riduce dal 13,7% all 8,5% e quello del Centro dall 11,8% all 8,2%. 14,00 Il tasso di disoccupazione femminile nel periodo ,00 12,00 11,00 Diminuita la disoccupazione femminile 10,00 9,00 8,00 7,00 6, Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat Tasso di disoccupazione femminile: Persone in cerca di occupazione in età 15 anni e oltre sulle forze di lavoro nella corrispondente classe di età (%) Aumentata l occupazione degli over 45 e dei laureati L occupazione degli over 45 è sensibilmente aumentata ed ora pur restando lontana dai parametri fissati per il 2010 risulta tra le più elevate del paese. Il tasso di occupazione dei laureati ha mostrato significativi miglioramenti (pari nel 2008 al 72%, circa 5 punti in più del 2005) con conseguenti contrazioni della disoccupazione (5% nel 2008 a fronte del 7,1 del 2005); il livello occupazionale attuale resta ancora inferiore alla media del Centro-Nord e continua a focalizzare l attenzione delle politiche del lavoro che devono puntare sull occupazione di qualità per migliorare la competitività regionale. Passi in avanti sono stati compiuti anche relativamente al livello di qualificazione dell occupazione, essendo calata quella non qualificata ed aumentata sia quella operaia specializzata sia quella tecnico-direttiva, e di conseguenza sul sottoutilizzo di competenze della nostra forza lavoro. 18 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale

25 1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio 80,0 Il tasso di occupazione qualificata* nel periodo ,0 76,0 74,0 72,0 70,0 68,0 66,0 64, Umbria Centro Italia Fonte: Elaborazioni Servizio Controllo strategico e valutazione politiche della Regione Umbria su dati Istat (*) rapporto tra gli occupati in possesso di laurea, laurea breve e dottorato e la popolazione avente lo stesso grado di istruzione Ovviamente i problemi non sono ancora risolti così come quello dell eccessivo livello di precarietà presente. Tra il 2000 e il 2005 la crescita del lavoro a termine è stata notevolmente superiore a quella del lavoro stabile, favorita anche dalle norme nazionali introdotte in primis dal D.Lgs. 368/2001 (in recepimento della direttiva CE 70/99), che, di fatto ha liberalizzato fortemente il ricorso al lavoro a tempo determinato, e successivamente dal D.Lgs 276/2003. Il lavoro a termine La crescita in Umbria (dal 10 al 15%) è risultata superiore a quella del Paese (dal 10 al 13%); l Umbria si distingue come la regione del centro nord che maggiormente ricorre all occupazione flessibile. Un fatto positivo è che grazie anche all impegno delle politiche in tale ambito nell ultimo triennio la quota del lavoro a termine ha smesso di crescere stabilizzandosi attorno al 15% dell occupazione complessiva alle dipendenze. L attuale crisi economica sta mostrando però la fragilità dell occupazione flessibile che, soggetta ad un elevato turnover e priva delle tutele previste per il lavoro tipico, rischia seriamente di venir meno come testimoniato dall elevato numero dei contratti a termine e di collaborazione non rinnovati ed il crescente aumento delle iscrizioni ai Centri per l impiego da parte di soggetti con esperienze lavorative pregresse. Gli effetti della crisi sull occupazione erano visibili nel 2008 già nell ultimo trimestre, l occupazione infatti ha iniziato a contrarsi e la disoccupazione a crescere e nel 2009 tali fenomeni sono continuati in maniera ancor più marcata tanto che se si confronta l occupazione media del periodo ottobre settembre 2009 ( ) con quella dei 12 mesi precedenti emerge una flessione di unità (-2,1%) che interessa principalmente l occupazione autonoma, scesa a quota unità (l'occupazione alle dipendenze è passata Gli effetti della crisi nell ultimo trimestre 2008 e nei primi 9 mesi del 2009 REGIONE UMBRIA - Area della Programmazione regionale 19

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