E se non vuole più venire a Messa? Incontro genitori Desio 16 ottobre 2016 Prof. Ssa Alessandra Augelli Università Cattolica

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1 E se non vuole più venire a Messa? Incontro genitori Desio 16 ottobre 2016 Prof. Ssa Alessandra Augelli Università Cattolica

2 Premessa Preoccupazione perché l anima dei propri figli si perda; la paura per l incolumità spirituale dei propri figli è una paura splendida ci rendiamo conto di cosa ci sta a cuore della loro vita renderlo esplicito anche a loro. Domanda che ha molto a che fare con se stessi come persone, prima che come genitori: chiede di interrogarsi su di sé, sul perché ciò mi mette in crisi; dalla pratica al senso.

3 In che tempo ci collochiamo Preadolescenza, adolescenza Tempo del vuotare il sacco e del destrutturare ciò che è stato dato. Avverte maggiormente le sfasature tra il pensiero, l emozione e il gesto concreto ed è più critico verso le zone d ombra. Non tollera nascondimenti e lati oscuri, vuole vederci chiaro in tutto. Passare dalla percezione del rifiuto alla ricerca di significato.

4 Visione della sequenza filmica da Corpo celeste

5 La domanda Che cosa significa? si fa più forte e richiede risposte autentiche, dove non c è posto per la fantasia e il temporeggiamento. Una fede più fondata perché più critica. Apertura dell immaginario su Dio (diverse facce di Dio) Un corpo che cambia preghiera del corpo

6 Alternanza tra immagini infantili di Dio e immagini adulte possibilità di essere deluso da Dio, ma anche di sentirlo più vicino alla sua vita. Transizione verso un immagine più personale, frutto di riflessione. Componente emotiva + intellettiva + volitiva (accettazione e adesione) esplorazione dei vissuti emotivi e alfabetizzazione emotiva (cosa provo? Che nome gli do? Cosa me ne faccio?) Se nell infanzia vi era una proiezione di Dio secondo le categorie del materno e del paterno, con il fenomeno della de-satellizzazione, con l allontanamento dalle figure genitoriali, cresce anche in qualche modo la sfida di farsi da sé.

7 Come accompagnarli? 1. Legittimare questo spazio di ricerca, estrapolando la domanda di senso dall implicito all esplicito Famiglia, luogo in cui anche le domande più insidiose possono abitare (non essere infastiditi dalle domande dei ragazzi su Dio, ma accoglierle per crescere tutti; non portatori di una fede fissa, ma in movimento)

8 2. Il tempo per vuotare il sacco è spazio di preghiera. Mettere giù tutta la propria confusione e il proprio disorientamento è predisporsi anche al discernimento (cosa tengo e cosa lascio). 3. Collocare tutto ciò in una storia, fatta di avanzamenti e distanze, di soste e progressioni, di balzi e salti indietro. 4. Vivere la trasmissione generazionale con serietà e leggerezza: affrontare il rischio della perdita. Ogni traduzione è un tradimento: prendere tutto, in parte, niente, possibilità di ristrutturare, col rischio di non vedere più.

9 5. Pregare per loro, affidarli a Dio e far sentire loro che questa protezione e questo sguardo di amore incondizionato continua ad esserci. (es. Santa Rita Santa Monica). 6. Alleati dello Spirito: Nella storia di ciascuno c è già Dio e ciascun figlio/a ha già costruito una relazione personale con lui. Prima che arrivi la nostra parola o il nostro esempio, lo Spirito è già là (C.M. Martini, Dio educa il suo popolo) Ogni famiglia è luogo dove l Amore di Dio si svela e si fa conoscere: certi che prima o poi questo amore li raggiungerà!

10 Leggendo in Vangelo di Luca sull infanzia di Gesù non avevo mai capito come Maria e Giuseppe avessero potuto essere così distratti nel perdere Gesù durante il pellegrinaggio a Gerusalemme. Tra me dicevo nella mia insipienza: io non l avrei mai perduto. A costo di legarlo con una cordicina al mio piede come si fa con le pecore, nel deserto, io mi sarei assicurato che la storia non parlasse male di me raccontando a tutti che io, custode del figlio di Dio, avevo avuto la sbadataggine di smarrirlo in una città così pericolosa come la grande Gerusalemme. Ebbene, ora capisco che l averlo perduto da parte di Giuseppe e Maria è il titolo più luminoso per loro, come segno della loro estrema libertà nei riguardi di Gesù e più ancora nei riguardi del Padre che sta nei cieli. Maria non era mammista ed era così libera da lasciar circolare con libertà suo figlio. Giuseppe non era schiavo di una creatura che lo sovrastava con la eminenza del suo Mistero. L essere riuscito Lui, Gesù, a sgusciare lontano dalla loro sorveglianza è il più alto titolo che illumina la dignità della fede di queste due creature. Si vede davvero, anche se il Vangelo non lo racconta, che Giuseppe e Maria avevano anch essi accettato il sacrificio di Abramo: Dammi tuo figlio. Ed è per questo che Gesù era libero, talmente libero da restare da loro per tre giorni. Talmente libero da restare più tardi tre giorni nel ventre della terra. (Carlo Carretto, Il deserto nella città, pp )