Analisi lipidomica acidi grassi plasmatici
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- Livia Perri
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1 Acidi Grassi Saturi - Acidi Grassi Monoinsaturi Acidi Grassi Polinsaturi - Acidi Grassi Essenziali Rapporto AA/EPA - Rapporto AA/DHA NOME TIPOLOGIA TEST CENTRO Nome Cognome Analisi lipidomica acidi grassi plasmatici Spirelab
2 Nome Cognome CA RISULTATO DELLE ANALISI DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI ACIDI GRASSI PLASMATICI Analita Descrizione Analita Descrizione Acido PALMITICO C16:0; SFA 23,94 Acido PALMITOLEICO C16:1; MUFA 2,18 Acido STEARICO C18:0; SFA 8,04 Acido OLEICO C18:1; MUFA 27,03 Acido BEENICO C22:0; SFA 0,66 Acido NERVONICO C24:1; MUFA 0,87 Sommatoria acidi grassi saturi (SFA) 32,64 Sommatoria acidi grassi monoinsaturi (MUFA) 30,08 Analita Acido LINOLEICO Acido GAMMA-LINOLENICO Acido ALFA-LINOLENICO Acido EICOSATRIENOICO Acido ARACHIDONICO (AA) Acido EICOSAPENTAENOICO (EPA) Acido DOCOSADIENOICO Acido DOCOSAPENTAENOICO Acido DOCOSAESAENOICO (DHA) Descrizione C18:2; PUFA C18:3; PUFA C18:3; PUFA C20:3; PUFA C20:4; PUFA C20:5; PUFA C22:2; PUFA C22:5; PUFA C22:6; PUFA Sommatoria acidi grassi polinsaturi (PUFA) 25,68 0,69 0,23 2,39 5,64 0,49 0,80 0,30 1,07 37,29 La percentuale espressa per ogni analita è da riferire al totale degli acidi grassi testati attraverso analisi cromatografica. Sommatoria acidi grassi saturi (SFA) Sommatoria acidi grassi monoinsaturi (MUFA) Sommatoria acidi grassi polinsaturi (PUFA) Rapporto AA / EPA Rapporto AA / DHA 32,64 30,08 37,29 11,51 5,27 Valori di riferimento (%) * Valori di riferimento (%) * 1,5-10,0 1,5-10,0 (*) I valori di riferimento sono relativi ai risultati di studi riguardanti soggetti clinicamente sani. Si tratta di intervalli indicativi che rappresentano una sintesi tra numerosi fattori, tra cui l età, il sesso, l attività fisica, la dieta e l utilizzo di integratori alimenti. Si consiglia di consultare il proprio medico o uno specialista nel campo della nutrizione, così da interpretare correttamente i risultati ed eventualmente stabilire la corretta integrazione alimentare.
3 DIFFERENZA TRA L ANALISI LIPIDOMICA DEGLI ACIDI GRASSI PLASMATICI E DI MEMBRANA L analisi degli acidi grassi plasmatici espressi in questo referto permette di valutare lo stato lipidomico attuale del paziente, nel momento del prelievo. Siccome i livelli degli acidi grassi nel plasma sono mutevoli, questo stato lipidomico dipende appunto fortemente dagli acidi grassi assunti con la dieta nei giorni precedenti al prelievo. I dati mostrati in questo referto possono fornire o meno l indicazione di uno squilibrio lipidico, utile per una prima valutazione generale. La possibilità di analizzare inoltre gli acidi grassi di membrana con il test Cardio Aging + consente di valutare lo stato relativo all incorporazione degli acidi grassi nella membrana degli eritrociti (globuli rossi). Ciò permette di ottenere una visione comprensiva dello stato lipidomico degli eritrociti (i quali vivono mediamente quattro mesi,) che viene suggerita per monitorare l efficacia dell assunzione di integratori alimentari. LIPIDI I lipidi, dal greco lipos, ovvero grasso, comprendono numerose sostanze accomunate dal fatto di essere insolubili in acqua. Sono compresi in questo gruppo di sostanze gli oli ed i grassi della nostra dieta, insieme ai fosfolipidi delle membrane cellulari. I lipidi svolgono vari ruoli fondamentali nella biologia umana: Sono depositi di immagazzinamento di energia chimica sotto forma di trigliceridi (grassi): mentre le piante immagazzinano energia sotto forma di carboidrati, gli esseri umani la immagazzinano sotto forma di globuli di grasso nel tessuto adiposo. Permettono il veicolamento delle vitamine liposolubili, necessarie a numerose reazioni biochimiche. I fosfolipidi rappresentano i componenti non solubili in acqua di cui sono primariamente costituite le membrane biologiche. Gli ormoni sessuali, come gli estrogeni ed il testosterone, non possono essere prodotti senza sostanze grasse. Gli ormoni steroidei, le prostaglandine, i trombossani ed i leucotrieni sono messaggeri chimici implicati nella regolazione del sistema cardiovascolare, della coagulazione, del sistema immunitario, ecc. Molte persone soffrono di diversi disturbi in quanto hanno un'alimentazione scorretta che può portare a carenze di questi preziosi lipidi. Tra questi disturbi si ricordano tra gli altri: sovrappeso pelle secca disturbi circolatori ansia e nervosismo disturbi del sonno caduta dei capelli e forfora unghie fragili tendenza alle infiammazioni problemi di vista mancanza di concentrazione con conseguenti problemi di memoria ACIDI GRASSI Gli acidi grassi sono componenti fondamentali dei lipidi, costituiti solitamente da un numero pari di atomi di carbonio (comunemente tra 12 e 20), disposti in catene lineari di lunghezza variabile. Gli acidi grassi sono saturi quando presentano gli atomi di carbonio uniti tra loro da legami semplici (-C-C-), ed insaturi quando presentano uno o più doppi legami (-C=C-). A loro volta, gli acidi grassi insaturi si dividono in acidi grassi monoinsaturi (MUFA), quando possiedono un solo doppio legame, e polinsaturi (PUFA), quando sono presenti più doppi legami. ACIDI GRASSI SATURI (SFA) In natura esistono molti tipi di acidi grassi saturi: l'unica caratteristica che li differenzia è il numero di atomi di carbonio presenti nella loro catena. Esiste un'associazione tra una dieta ricca di acidi grassi saturi ed un aumento dei livelli ematici di colesterolo e della probabilità di contrarre patologie cardiovascolari. Su tali basi derivano indicazioni nutrizionali che consigliano di diminuire l'apporto di grassi, specie se ricchi di acidi grassi saturi, i quali dovrebbero costituire non più del 10% della totalità delle calorie consumate quotidianamente.
4 Un calcolo preciso di tale quantità non è agevole, per cui si può consigliare di moderare i seguenti alimenti: carni, fritture di ogni tipo, strutto, insaccati vari, burro e latticini, ed anche alcuni vegetali come l'olio di cocco, l'olio di palma, l'olio di semi di arachidi, ed i grassi idrogenati quali la margarina. Questi ultimi sono largamente utilizzati nell'industria alimentare, soprattutto per la preparazione di dolciumi e prodotti da forno. Agli acidi grassi saturi appartengono l'acido palmitico e l'acido stearico, i quali a livelli elevati sono entrambi coinvolti nella genesi di malattie cardiovascolari. Il rapporto di acidi grassi saturi su acidi grassi insaturi è di circa 2:1 nei formaggi, scende a 0,7:1 nelle carni, ed è intorno a 0,1-0,3:1 negli oli vegetali e nel pesce. ACIDI GRASSI MONOINSATURI OMEGA-9 (MUFA) Gli acidi grassi monoinsaturi presenti in natura sono caratterizzati dal fatto di avere un solo doppio legame: i più diffusi sono l'acido oleico ed il palmitoleico. L'acido oleico rappresenta il principale grasso della serie omega-9: è presente in elevate quantità nell'olio d'oliva, dove costituisce il 70% dell'olio. Esso favorisce il normale mantenimento della fluidità ematica e diminuisce la quota di colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo. ACIDI GRASSI POLINSATURI (PUFA) Sono estremamente attivi sul metabolismo, rappresentando ottimi alleati della salute mentale e fisica. Gli acidi grassi polinsaturi sono contenuti in misura molto concentrata nel pesce e negli oli vegetali, ed in altri alimenti vegetali ricchi di lipidi, quali ad esempio le olive, i legumi, le noci, ecc. Per la nostra salute è importante che esista un sano equilibrio tra acidi grassi saturi ed insaturi, a cui si può provvedere con un'alimentazione naturale ricca di frutta, vegetali crudi, legumi, riso integrale, pesce, e relativamente poca carne. ACIDI GRASSI ESSENZIALI Gli acidi grassi assunti con l alimentazione forniscono buona parte del fabbisogno energetico, ma se assunti in eccesso contribuiscono all aumento dello strato adiposo superficiale. Da recenti studi è emerso come alcuni grassi assunti con la dieta esprimano funzioni fondamentali: ad esempio, in ratti sottoposti ad una dieta completamente priva di acidi grassi si sono manifestate sintomatologie acute a carico del sistema vascolare e degli organi riproduttivi. Questi sintomi sono scomparsi inserendo nella razione acido linoleico (capostipite degli omega-6) ed acido alfa-linolenico (capostipite degli omega-3), che per questo motivo vengono conosciuti in biochimica come vitamina F, ovvero acidi grassi essenziali in senso stretto, in quanto per mantenere l'organismo in buone condizioni di salute devono essere assunti con l alimentazione. L'acido arachidonico è considerato un acido grasso essenziale solamente in carenza di acido linoleico, da cui può formarsi per allungamento e denaturazione. Da questi grassi, indicati comunemente come EFA (Essential Fatty Acids), l uomo è in grado di sintetizzare tutti gli altri polinsaturi, tramite enzimi che consentono l aumento del numero di doppi legami e l allungamento della catena carboniosa, ottenendo due serie di composti: gli acidi grassi polinsaturi della famiglia degli omega-6 e quelli della famiglia degli omega-3. ACIDI GRASSI OMEGA-6: ACIDO LINOLEICO (LA) ACIDO GAMMA-LINOLENICO (GLA) ACIDO ARACHIDONICO (AA) ACIDI GRASSI OMEGA-3: ACIDO ALFA-LINOLENICO (ALA) ACIDO EICOSAPENTAENOICO (EPA) ACIDO DOCOSAENOICO (DHA) Queste molecole giocano un ruolo d importanza fondamentale per la salute dell organismo: sono particolarmente benefici i cosiddetti acidi grassi omega-3, provenienti dal pesce che vive in acque fredde e dagli oli vegetali. Gli acidi grassi omega-6, che sono contenuti prevalentemente nella carne, possono invece essere dannosi se assunti in concentrazioni elevate.
5 Funzioni principali degli acidi grassi della serie omega-6: Se presenti in eccesso rispetto agli omega-3 sono potenzialmente responsabili di una serie di effetti negativi: in quanto precursori di eicosanoidi buoni ma anche di eicosanoidi cattivi, possono determinare una significativa azione pro-infiammatoria, promuovendo l aggregazione piastrinica ed esercitando un azione vasocostrittrice, ed aumentando le reazioni allergiche ed il rischio cardiovascolare. Evidenze più recenti sembrano comunque sminuire tali ipotesi, sottolineando la prevalenza di effetti antinfiammatori in vivo. Funzioni principali degli acidi grassi della serie omega-3: riducono la concentrazione di colesterolo nel sangue, abbassando soprattutto la frazione "cattiva" (LDL), mentre l'impatto su quella buona (HDL) è modesto; possiedono una scarsa efficacia nel ridurre i livelli plasmatici di trigliceridi. abbassano i livelli plasmatici di trigliceridi, interferendo con la loro incorporazione nelle VLDL a livello epatico; aumentano leggermente la concentrazione di colesterolo HDL; sono essenziali per la formazione di nuovi tessuti, in quanto costituiscono un importante componente delle membrane; sono precursori di eicosanoidi buoni, che diminuiscono l'aggregabilità delle piastrine aumentando la fluidità ematica: ciò si traduce in una riduzione del rischio di formazione di trombi; possiedono un'azione antiaterogena, antinfiammatoria, ed in particolare sono in grado di modificare l attività piastrinica, favorendo la regressione del processo ateriosclerotico. GLI ACIDI GRASSI PIU IMPORTANTI DELLA SERIE OMEGA-6 Acido linoleico (C 18:2; LA) Durante i processi metabolici da questo acido grasso hanno origine gli acidi grassi della serie omega-6, che a loro volta sono materia prima per la sintesi di acidi grassi polinsaturi più complessi. È presente in tutti gli oli vegetali ed è abbondante in molti di questi, tra cui in particolare l'olio di semi di girasole. Acido gamma-linolenico (C 18:3; GLA) Rappresenta l intermedio nella conversione dell acido linoleico ad acido arachidonico. L'acido gamma-linolenico si può trovare negli oli vegetali come l'olio di borragine, l olio di semi di ribes nero e l olio di semi di canapa. Si ritrova inoltre anche in semi commestibili di canapa, avena, orzo, e nella spirulina. Una mancanza di GLA può verificarsi quando vi è una riduzione dell'efficienza della conversione dell acido linolenico, ad esempio nell'avanzare dell'età o quando sono presenti specifiche carenze alimentari. Acido arachidonico (C 20:4; AA) È un acido grasso omega-6, importante parte costitutiva dei fosfolipidi, sostanze grasse altamente specializzate presenti in tutte le cellule. L acido arachidonico è contenuto prevalentemente nei grassi animali (uova, pesce e carne) e può essere sintetizzato dall'organismo a partire dall'acido linoleico. La sintesi endogena è minoritaria, mentre il contributo dell'alimentazione è piuttosto elevato, specie nelle società industrializzate. Per tutti questi motivi l'acido arachidonico è considerato un grasso essenziale. È presente nei fosfolipidi di membrana ed è importante, opportunamente bilanciato con il DHA, nello sviluppo embrionale e nella crescita del bambino. GLI ACIDI GRASSI PIU IMPORTANTI DELLA SERIE OMEGA-3 Acido alfa-linolenico (C 18:3; ALA) Nel nostro metabolismo da questo acido grasso hanno origine ulteriori catene di acidi grassi della serie omega-3, come l EPA ed il DHA, i quali rappresentano importanti alleati della salute. Alcuni semi ed oli di semi, quali ad esempio colza, canapa, noce, soia, lino, sono ricchi di questo acido grasso. Recenti ricerche scientifiche sottolineano il proprio importante coinvolgimento nella riduzione di possibili rischi a livello cardiovascolare. Acido eicosapentaenoico (C 20:5; EPA) Possiede un importante attività antiaggregante piastrinica. Acido docosaesaenoico (C 22:6; DHA) Ha una funzione prevalentemente strutturale: è infatti maggiormente presente nei fosfolipidi dei sinaptosomi cerebrali, nella retina e nei fosfolipidi dei canali del sodio. Possiede un importante ruolo nello sviluppo e nella maturazione del sistema cerebrale, dell apparato riproduttivo e del tessuto retinico. Il DHA è presente in discrete quantità nel pesce, in modo particolare nel salmone, nello sgombro, nelle sardine, nelle aringhe, nel tonno e nelle alici.
6 RAPPORTO OMEGA-6/OMEGA-3 Il mantenimento di un giusto equilibrio del rapportotra omega-6 ed omega-3 attraverso la dieta risulta importante per la prevenzione di patologie coronariche, ipertensione, diabete di tipo 2, disordini immunitari, allergici, dermatologici ed infiammatori. Alcune attività, come lo stimolo positivo sullo sviluppo embrionale e sull'accrescimento del bambino, sono sinergiche, ma per molti versi omega-6 ed omega-3 espletano attività differenti: tali effetti sono mediati dagli eicosanoidi di cui sono precursori. Per fornire un indice di questo rapporto, vengono presi in esame i livelli di acido arachidonico (AA) e di acido eicosapentaenoico (EPA). Conoscere questo rapporto permette di ottimizzare il consumo giornaliero di acidi grassi allo scopo di mantenere i valori del rapporto entro i parametri ideali. In soggetti clinicamente sani il rapporto ideale AA/EPA varia tra 1,5 e 10,0. Nel caso di un rapporto AA/EPA troppo basso potrebbe accadere di non riuscire ad attivare un adeguata risposta infiammatoria quando questa dovesse risultare necessaria. Se il suo valore scende nei dintorni di 0,7, come negli eschimesi, si risulta più vulnerabili alle infezioni; se cala a 0,5, cresce il rischio di ictus emorragico. Ecco perché si preferisce mantenere il limite inferiore del rapporto AA/EPA ad 1,5, corrispondente al valore riscontrato nella popolazione nativa giapponese. Quando il valore AA/EPA supera i valori ideali, è consigliato correggere la propria alimentazione, in particolar modo cercando di aumentare l assunzione di alimenti ricchi di omega-3 (ad esempio olio di pesce), e rimanendo comunque attenti a non eccederne nell assunzione, in alcuni casi, potrebbe innescare processi proinfiammatori. I valori ideali del rapporto tra questi due acidi grassi (AA/EPA) variano anche in funzione dell età ed a seconda dell assunzione o meno di integratori di acidi grassi essenziali. Un rapporto AA/EPA ideale comporta varie vantaggi: - facilita la risposta immunitaria rendendo maggiormente efficiente i meccanismi di difesa; - inibisce i fenomeni infiammatori; - contribuisce a regolarizzare i livelli di trigliceridi nel sangue, favorendo un maggior controllo del quadro lipidico generale; - limita i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari; - è utile durante la gravidanza per il corretto sviluppo del feto; - svolge un azione antiossidante, favorendo i fisiologici processi di difesa contro i radicali liberi. Studi recenti indicano che regimi dietetici ricchi di acido alfa-linolenico determinano una riduzione della mortalità cardiovascolare, in particolare della morte improvvisa (effetto antiaritmico dell acido alfa-linolenico), senza influenzare colesterolemia e pressione arteriosa, fattori classici di rischio coronarico. Altre patologie nelle quali recenti ricerche di base e cliniche hanno dimostrato l importanza degli acidi grassi insaturi omega-6 ed omega-3 sono le neoplasie della mammella, del colon, della prostata, artriti, disturbi mentali, disturbi della vista, patologie autoimmuni, ecc.
7 EICOSANOIDI Sia gli omega-3 (tra cui l acido eicosapentaenoico, EPA) che gli omega-6 (tra cui l acido arachidonico, AA) svolgono molteplici funzioni, che includono anche la sintesi di alcune molecole chiamate eicosanoidi. Gli eicosanoidi sono sostanze che regolano il sistema ormonale e rappresentano il prodotto finale del metabolismo degli acidi grassi polinsaturi omega-3 ed omega-6. Queste sostanze vengono infatti prodotte dall ossidazione regolata da enzimi dei grassi polinsaturi, in particolare dai derivati degli acidi grassi essenziali. Queste molecole hanno un emivita molto breve ed un alta reattività. Gli eicosanoidi derivati dagli acidi grassi omega-6, rappresentati soprattutto dall acido arachidonico (AA), hanno un attività proinfiammatoria e facilitatrice dell aggregazione piastrinica. Quelli derivati dagli acidi grassi omega-3, contenuti soprattutto nei grassi del pesce (pesce azzurro, salmone), contrariamente, hanno un attività antiaggregante, antinfiammatoria, ipolipemizzante e sono rappresentati soprattutto dall acido eicosapentaenoico (EPA) e dall acido docosaesaenoico (DHA). Gli ecosanoidi si possono suddividere in prostaglandine, leucotrieni e trombossani. Gli eicosanoidi più studiati sono senz'altro le prostaglandine. Ne esistono più di 30 tipi, suddivise in 3 famiglie: le famiglie PG1 e PG2 derivano dai grassi omega-6 (il cui capostipite è l'acido linoleico), la famiglia PG3 dai grassi omega-3 (il cui capostipite è l'acido linolenico). L equilibrio tra eicosanoidi pro-infiammatori ed eicosanoidi anti-infiammatori è in gran parte influenzato dal tipo di acidi grassi che vengono introdotti con la dieta. I rapporti omega-6/omega-3, AA/EPA ed AA/DHA sono aumentati drammaticamente nei paesi occidentali in questo ultimo secolo: ciò è dovuto ad una dieta ricca di carni rosse, insaccati, oli vegetali (girasole, mais, arachide) e ad una minore assunzione di pesce (salmone, pesce azzurro), di legumi, di vegetali a foglia verde e di frutta secca. Inoltre, l efficienza degli enzimi atti a sintetizzare a livello endogeno l EPA ed il DHA dal precursore acido alfa-linolenico si riduce con l avanzare dell età, e ciò può ridursi ancor di più se si vengono a sovrapporre malattie croniche degenerative, malattie dismetaboliche, ipertensione, ecc. In queste condizioni non è perciò sufficiente introdurre l acido alfa-linolenico (semi di lino, di soia, legumi, frutta secca, vegetali a foglia verde), precursore della serie omega-3, per ottenere EPA e DHA, ma è necessario assumere direttamente gli omologhi superiori EPA e DHA, presenti solo nel pesce, di cui le diete convenzionali sono scarse. La situazione peggiora se si considera che EPA ed AA utilizzano lo stesso sistema enzimatico nella sintesi dei rispettivi eicosanoidi ed entrano tra loro in competizione per gli stessi enzimi. Pertanto, l assunzione di un quantitativo insufficiente di EPA, in rapporto al quantitativo assunto di AA, aumenta la disponibilità degli enzimi per via sintetica endogena dei mediatori pro-infiammatori derivati dall acido arachidonico. Infine, recenti ricerche hanno evidenziato come le statine possano aumentare i livelli ematici di AA con il conseguente aumento del rapporto AA/EPA. Occorre segnalare come un eccessiva riduzione di AA e di eicosanoidi può compromettere l efficienza del sistema immunitario e dei meccanismi di coagulazione. Da tutto ciò si evince l importanza di un sostanziale equilibrio nell apporto degli acidi grassi omega-6 ed omega-3: entrambi elaborano eicosanoidi, ma in maniera contrapposta: mentre gli omega-3 derivati dall EPA esercitano un azione antinfiammatoria (antivasocostrittrice ed antitrombotica), gli omega-6 derivati dall AA esercitano un azione pro-infiammatoria (protrombotica, promuovendo la proliferazione cellulare). Riassumendo, i grassi omega-6 sono precursori sia delle sostanze buone (ad attività antinfiammatoria) che di quelle cattive (ad attività proinfiammatoria), mentre gli omega-3 originano soltanto eicosanoidi benefici per la salute umana.
8 OMEGA-3 ED ALIMENTAZIONE L'elevato interesse mostrato per gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 nasce fondamentalmente da osservazioni di carattere epidemiologico, derivanti dalla bassa mortalità presente nelle popolazione di eschimesi e giapponesi, la quale è stata messa in relazione alla loro alimentazione basata principalmente su pesci che vivono nelle coste della Groenlandia e del Giappone, in cui è presente un elevato quantitativo di acidi grassi polinsaturi (PUFA) omega-3 (soprattutto acido eicosapentaenoico (EPA) ed acido docosaesaenoico (DHA). Alcuni oli di pesce contengono una concentrazione estremamente elevata, fino al 75%, di acidi grassi insaturi. La concentrazione di omega-3 presente nei pesci varia soprattutto in base alla razza, al tipo di alimentazione ed al luogo di provenienza. Le specie che contengono le maggiori frazioni lipidiche sono rappresentate dal salmone, dal pesce azzurro (in modo particolare tonno, sgombro, acciuga, sardina, aringa) ed il merluzzo. È importante ricordare che il pesce conservato sott'olio subisce una drastica riduzione del contenuto in omega-3 a favore degli omega-9 (acido oleico in primis), che aumentano proporzionalmente. Il metodo di cottura, l'invecchiamento ed il successivo irrancidimento possono ridurre sensibilmente il contenuto totale di omega-3, grassi polinsaturi particolarmente sensibili al calore, alla luce ed agli agenti ossidanti. Una dieta sana e ben bilanciata dovrebbe includere il consumo di pesce almeno due volte alla settimana, oppure di fonti vegetali ricche di omega-3 quali i semi di lino, noci, vegetali a foglia verde (broccoli, spinaci, lattuga e cavolo verde), leguminose (soprattutto soia e suoi derivati), ed alghe marine o di acqua dolce. Il fatto che così tante persone oggigiorno soffrano di una carenza di acidi grassi omega-3 dipende dal fatto che la verdura e la frutta sono raramente inserite nel proprio menu quotidiano. La ricetta per una buona salute mentale e fisica, finalizzata a prevenire e curare molteplici stati patologici, consiste nel cambiare tipo di alimentazione, preferendo alimenti vegetali e prodotti ittici ricchi di acidi grassi omega-3. Il rapporto ottimale tra acidi grassi polinsaturi a lunga catena omega-6/omega-3 è di circa 10:1, ma negli ultimi 100 anni questo rapporto ideale si è notevolmente sbilanciato a favore degli omega-6 per varie ragioni, tra cui: - l'elevato consumo di oli vegetali (mais, girasole e arachidi, ricchi di omega-6), utili per il controllo dell'aterosclerosi; - il limitato consumo di pesce e la minor presenza di omega-3 nel pesce di allevamento rispetto a quello pescato che si nutre di fitoplancton; - le minime quantità di acido linolenico nelle carni provenienti dai bovini domestici, i quali sono alimentati con prodotti molto poveri di acidi grassi omega-3; - il limitato consumo di frutta e verdura, e la minor presenza negli stessi vegetali a foglia verde di acidi grassi omega-3. Una diminuzione di acidi grassi omega-6 comporta lesioni della cute, anemia, aumento dell'aggregazione piastrinica, trombocitopenia, steatosi epatica, ritardata cicatrizzazione delle ferite, l aumentata suscettibilità alle infezioni, diarrea e ritardo di crescita nell'età evolutiva. Una diminuzione di acidi grassi omega-3 è caratterizzata da sintomi neurologici, ridotta acutezza visiva, lesioni cutanee, ritardi di crescita, riduzione della capacità di apprendimento. Il mantenimento di un ottimale rapporto di omega-6/omega-3 è di rilevante importanza nella prevenzione di alcune condizioni patologiche e nella terapia, sia di forme patologiche ad eziopatogenesi immunoallergica che di particolari forme patologiche legate ad errori del metabolismo lipidico.
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