BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014

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1 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014

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3 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 Indice COMPAGINE AZIONARIA Pag. 2 ORGANI DI GESTIONE E CONTROLLO Pag. 3 LETTERA DEL PRESIDENTE Pag. 4 RELAZIONE SULLA GESTIONE Pag. 6 SCHEMI DI BILANCIO Pag. 70 NOTA INTEGRATIVA Pag. 76 ALLEGATI AL BILANCIO D ESERCIZIO Pag. 130 RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE Pag. 138 RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE Pag. 142 VERBALE DELL ASSEMBLEA ORDINARIA Pag. 150 Il presente testo costituisce una esposizione i cui contenuti, conformi nella sostanza al documento originale depositato a norma di legge presso l Uffi cio del Registro delle Imprese della CCIAA di Pordenone, sono stati elaborati in forma divulgativa, per garantirne la facilità di lettura e comprensione. Società Finanziaria di Promozione della Cooperazione Economica con i Paesi dell Est Europeo - FINEST S.p.A. Via dei Molini, PORDENONE - segreteria@pec.finest.it Capitale sociale Euro ,15 i.v. - Codice fiscale e P.iva Registro Imprese di Pordenone Società soggetta all attività di direzione e coordinamento di FRIULIA S.p.A. Finanziaria Regionale Friuli Venezia Giulia - Via Locchi, Trieste 1

4 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 Compagine azionaria FINANZIARIA REGIONALE FRIULI VENEZIA GIULIA - SOCIETÀ PER AZIONI - FRIULIA S.P.A. REGIONE VENETO SOCIETÀ REGIONALE VENETO SVILUPPO S.P.A. SOCIETÀ ITALIANA PER LE IMPRESE ALL ESTERO - SIMEST S.P.A. PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO BANCO POPOLARE - SOCIETÀ COOPERATIVA CASSA DI RISPARMIO DEL VENETO S.P.A. CASSA CENTRALE BANCA - CREDITO COOPERATIVO DEL NORD EST S.P.A. BANCA DI TRENTO E BOLZANO S.P.A. BANCA SELLA S.P.A. 2

5 Organi di gestione e controllo CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Mauro DEL SAVIO Fabio CADEL Flavia ANGELI Maurizio DI MARCOTULLIO Juan Carlos MURKOVIC Enzo NICOLI Alessandra SANGOI Presidente Vice Presidente Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere COLLEGIO SINDACALE Marco Tullio PETRANGELO Massimo CAVALLARI Paola VUCH Fausto SALVADOR Michela CIGNOLINI Presidente Sindaco Effettivo Sindaco Effettivo Sindaco Supplente Sindaco Supplente DIRETTORE Eros GOI (Nominato con delibera del Consiglio di Amministrazione del ) SOCIETÀ DI REVISIONE KPMG S.p.A. 3

6 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 Lettera del Presidente Egregi Azionisti, il bilancio chiusosi in data 30 giugno 2014 ed a Voi sottoposto ai fini della sua approvazione è il primo della mia Presidenza. Esso si caratterizza per un miglioramento del risultato al lordo delle imposte (Ebt) che, attestandosi in Euro , evidenzia un miglioramento percentuale rispetto all esercizio precedente del 43,37%. Nel contempo la vivacità delle relazioni che la Società ha intrattenuto con le PMI dei nostri territori evidenzia l attualità del ruolo di FINEST sia in termini di apporto di finanza strutturata ma anche di consulenza in materia di internazionalizzazione. Dal punto di vista delle operazioni erogate esse si sono attestate in Euro 9,17/mil, evidenziando un miglioramento dell 11,20% rispetto all esercizio precedente. Tale dato assume connotazioni positive se posto in relazione con lo scenario macro economico nel quale sta operando la nostra Società, scenario che resta ancora caratterizzato da luci ed ombre, con indicatori che per il periodo di riferimento segnalano un andamento discontinuo. In questo contesto, le richieste di intervento delle aziende del Nord Est si caratterizzano per tempi di incubazione molto elevati e sono guidate da due driver: la volontà di investire in nuovi processi di internazionalizzazione e l esigenza di avere certezza che determinati break even point raggiunti dopo le contrazioni del fatturato nazionale, ed in parte export, siano ormai definitivi e non assoggettabili a futuri ritocchi dovuti ad ulteriori peggioramenti legati all andamento dei mercati. Nel tentativo di agevolare i percorsi virtuosi dell internazionalizzazione il nuovo Consiglio di Amministrazione, nominato durante il secondo trimestre dell esercizio in consuntivazione, ha ritenuto opportuno focalizzare l attenzione sulle azioni più appropriate per rendere quanto più efficaci le risposte di FINEST ai fabbisogni delle imprese del territorio. In questi mesi abbiamo quindi lavorato duramente per trovare nuove soluzioni e per promuovere presso le aziende le opportunità rappresentate dai processi di internazionalizzazione, sottolineando con particolare energia il netto distinguo con la delocalizzazione, sia attraverso l individuazione della qualità delle imprese (soggetti beneficianti) sia nella comunicazione istituzionale con incontri, convegni e accordi di collaborazione operativi con le associazioni di categoria. Tra le varie azioni messe in campo preme evidenziare l innovativa costituzione della rete di impresa denominata Bridge to Russia, che ha recentemente iniziato a muovere i primi passi e potrà così offrire alle imprese del Triveneto interessate a questo Paese servizi che partendo dall entry strategy comprenderanno anche quanto necessario ai fini della corretta gestione dell impresa estera. 4

7 Questo progetto è un esempio della capacità della nostra Società di proporre soluzioni che possano costituire un aiuto concreto alle necessità e alle richieste delle imprese del nostro territorio, riuscendo a fare rete non solo tra le aziende, ma anche con gli altri soggetti, privati e non, che intervengono nel processo di internazionalizzazione. Per quel che riguarda l ampliamento degli strumenti della nostra Società, con la Legge 9 del , promulgata in sede di Conversione del DL Destinazione Italia, è stato approvato un emendamento che modifica la legge istitutiva n.19/1991, prevedendo che la società FINEST è autorizzata a operare nei Paesi del Mediterraneo. Abbiamo quindi visto estendersi l ambito di competenza operativa, potenziando ulteriormente le aree di business. Sin dal suo primo giorno di insediamento la volontà del Cda da me presieduto è stata quella di disegnare una FINEST mai tanto vicina alle Imprese del Territorio ed alle loro esigenze come nel prossimo futuro. A tale scopo si è data la massima precedenza alle soluzioni reali che rappresentano un valore aggiunto per le nostre imprese, ed in tal senso si è provveduto a presentare alle Istituzioni delle nostre Regioni un ulteriore proposta di modifica della legge istitutiva, che permetterebbe alla Società di sostenere finanziariamente direttamente l impresa del Triveneto e non solo la joint venture estera da questa partecipata, che intenda intraprendere un processo finalizzato all internazionalizzazione. Tale richiesta è stata dettata non solo dal nostro spirito innovativo ma anche dalla consapevolezza che queste imprese difficilmente potranno avviare il loro virtuoso percorso dell internazionalizzazione senza un aiuto reale, stante la loro condizione di sopravvissute. Sono certo che durante il mandato del Consiglio di Amministrazione da me presieduto, seppure le sfide in campo siano notevoli e spesso eterodirette nelle loro soluzioni, FINEST, capitalizzando i nostri input e contando sull auspicata modifica legislativa proposta, si confermerà quale eccellenza al fianco delle Imprese del Nord Est. Il Presidente Mauro Del Savio 5

8 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 RELAZIONE SULLA GESTIONE 6

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10 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 Lo scenario macroeconomico di riferimento L ECONOMIA MONDIALE Nel corso dell esercizio in esame, che comprende il secondo semestre del 2013 e il primo semestre del 2014, il clima economico mondiale si è caratterizzato per andamenti discontinui nelle diverse aree geografiche, pur mostrando, complessivamente, un modesto miglioramento congiunturale dell economia globale, guidato principalmente dai Paesi più industrializzati Usa e Germania in testa. La crescita mondiale del PIL nel 2013 si è attestata al 2,8% mentre per il 2014 e il 2015 le ultime stime dell OCSE prevedono una accelerazione rispettivamente al 3,4% e 3,9%. Nel dettaglio, dopo un terzo e quarto trimestre 2013 caratterizzati da una crescita del prodotto nei Paesi avanzati e una buona dinamica degli scambi internazionali, l avvio del 2014 ha visto un netto freno dell attività economica mondiale nel primo trimestre, per riprendersi, seppur modestamente, nel secondo trimestre. In linea generale, sebbene con significative differenze tra le diverse aree economiche dovute ad un disallineamento ciclico perdurante, la ripresa rimane incerta, gravata anche da significative tensioni geopolitiche tra Paesi e aree economicamente rilevanti. Il commercio mondiale ha visto un andamento discontinuo nel periodo: dopo una buona accelerazione nel secondo semestre 2013, che ha portato ad una chiusura d anno su livelli complessivi del +3%, si è significativamente contratto nel primo trimestre del 2014 (-2,8% in ragione d anno, dopo una crescita del 6,5% nel trimestre precedente): su questo valore ha pesato il calo delle esportazioni degli Stati Uniti e dei paesi emergenti dell Asia. Nel secondo trimestre 2014 si sono registrati segnali di ripresa degli ordinativi esteri e della produzione delle maggiori economie. La ripresa degli scambi sembrerebbe avviata, ma la dinamica resterebbe comunque moderata. Nel complesso, permangono per l economia globale i rischi al ribasso, soprattutto alla luce del rallentamento inaspettatamente marcato nel primo semestre 2014 delle economie avanzate ed il perdurare della modesta crescita delle economie emergenti. 8

11 RELAZIONE SULLA GESTIONE L instabilità politica in Libia, in Iraq e in Siria, il recente inasprimento del conflitto israelopalestinese e la grave crisi ucraino-russa, che sta segnando importanti ripercussioni anche economiche nei rapporti tra il Paese, Stati Uniti e UE, sono elementi di innegabile impatto sui flussi economici mondiali. Inoltre, le politiche monetarie fortemente espansive nei Paesi avanzati lasciano intravedere rischi di nuovi squilibri nei mercati finanziari e immobiliari. SCENARI MACROECONOMICI Variazioni percentuali PIL mondiale sull anno precedente Forecast PIL Mondo 2,8 3,4 3,9 Fonte: OCSE. Economic Outlook n. 95, maggio 2014 L ANDAMENTO DEI PRINCIPALI PAESI INDUSTRIALIZZATI Nel periodo, l economia degli Stati Uniti si è complessivamente caratterizzata per performance positive, riflettendo la ricostituzione delle scorte, l irrobustimento dei consumi interni e la continua riduzione del tasso di disoccupazione. Solamente nel primo trimestre del 2014 si è registrata una significativa battuta d arresto dovuta a fattori temporanei, segnando la prima contrazione dell economia statunitense dal 2010; tuttavia, già nel secondo trimestre 2014, l economia ha ripreso ad espandersi, beneficiando di un recupero delle esportazioni nei mesi di aprile e maggio. Il Regno Unito si è attestato su livelli di crescita elevati e in decisa controtendenza rispetto all area euro, segnando un +1,4% nel 2013, con previsioni per il biennio seguente attorno al +2,5%. Sono migliorate le condizioni del credito per famiglie e grandi imprese, l evoluzione del mercato del lavoro e i principali indici economici sono coerenti con una stabilizzazione della crescita a medio termine. Per il Giappone il periodo in considerazione ha rappresentato buoni ritmi di crescita dell economia nazionale, sostenuta dalle esportazioni e da un incremento della spesa interna in previsione dell aumento delle imposte deciso a livello centrale, arrivando a segnare un +6,7% nel primo trimestre 2014, per poi contrarsi e normalizzarsi nel secondo trimestre. 9

12 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 L Area Euro ha agganciato una ripresa economica solo nella seconda metà del 2013, seppur modesta e diseguale tra i vari Paesi, rimanendo comunque su valori prossimi allo zero. Nel suo complesso, l eurozona ha chiuso il 2013 in recessione, con una diminuzione del PIL dello 0,4%, mentre la UE a 28 Paesi ha mostrato un incremento dello 0,1%. Il quarto trimestre del 2013 ha segnato un +0,3%, dopo lo 0,1% del terzo. In positivo anche la crescita su base annua: +0,5%. In rialzo anche i valori UE-28: +0,4% sul terzo trimestre, +1,1% su base annua. Nel primo trimestre del 2014 il PIL dell eurozona ha continuato il trend in lieve rialzo (+0,2% sul trimestre precedente), trainato soprattutto dalla marcata ripresa economica della Germania e confermato stabile nell andamento nel trimestre successivo. L attività industriale dell eurozona ha mostrato nel periodo ancora segni di debolezza e forte incertezza: dopo una fase di stagnazione nel terzo trimestre del 2013, una espansione in chiusura d anno e nel primo trimestre del 2014, la produzione industriale è bruscamente diminuita a maggio 2014 dell 1,1% sia nell Eurozona che in UE a 28 paesi, sebbene l andamento annuale resti positivo (+0,5%). Durante il periodo, la Banca Centrale Europea ha assunto importanti iniziative di politica monetaria fortemente accomodante, attraverso una combinazione di interventi sui tassi ufficiali e di nuove misure non convenzionali, mirate a favorire l afflusso di credito all economia. I risultati di tali iniziative tuttavia tardano a manifestarsi: nel secondo semestre del 2013 i prestiti alle imprese si sono contratti (-3,6%), mentre sono cresciuti in maniera modesta quelli alle famiglie (0,6%). Andamento simile nella prima metà del 2014, con credito alle imprese diminuito in tutti i principali Paesi ad eccezione della Francia, mentre quello alle famiglie ristagna. Le previsioni diffuse a giugno 2014 dall Eurosistema prefigurano una crescita dell 1% nel 2014 e una accelerazione dell 1,7% nel Conformi a tali previsioni anche quelle del FMI e del Consensus of Economics, mentre l OCSE prevede un più ottimistico 1,2% per il SCENARI MACROECONOMICI Variazioni percentuali PIL sull anno precedente Forecast PIL Mondo 2,8 3,4 3,9 Paesi avanzati Area Euro -0,4 1,2 1,7 Giappone 1,5 1,2 1,2 Regno Unito 1,7 3,2 2,7 Stati Uniti 1,9 2,6 3,5 Fonte: OCSE. Economic Outlook n. 95, maggio

13 RELAZIONE SULLA GESTIONE L ANDAMENTO DEI PRINCIPALI PAESI EMERGENTI: I BRIC La crescita nei Paesi Emergenti ha subito un significativo rallentamento, ancora più evidente tra le principali economie, i cosiddetti BRIC (Brasile, Russia, India e Cina). Secondo il rapporto annuale SACE 2013, le motivazioni sono sia di tipo congiunturale (riduzione del credito facile, rallentamento del ciclo positivo delle commodities), sia strutturale (colli di bottiglia regolamentari e fisici, esaurimento del dividendo demografico, in generale la difficoltà di superare la così detta trappola del reddito medio ). I BRIC hanno evidenziato andamenti differenziati a seconda dell area economica, con un quadro generale debole per Brasile, Russia e India, mentre la Cina - sebbene abbia registrato tassi di crescita meno marcati rispetto ai livelli pre-crisi internazionale - nel periodo ha avuto le migliori performance del gruppo. Il Brasile è cresciuto nel 2013 del 2,3%, con un incremento del PIL più marcato nell ultimo trimestre, dovuto principalmente all aumento della partecipazione del capitale fisso alla formazione del PIL, in termini di produzione di macchinari ed equipaggiamenti industriali, nonché di investimenti nella costruzione civile. Ha invece contribuito in termini negativi il commercio estero (- 0,9% rispetto al 2012), a causa della crescita delle importazioni di petrolio e gas naturale e dell indebolimento della domanda internazionale. I primi due trimestri del 2014 fotografano un economia in forte rallentamento, malgrado il periodo sia coinciso con i Mondiali di calcio. Il primo trimestre ha visto una crescita dello 0,2%, sostenuto principalmente dalla forte spesa pubblica. Per il 2014 si prevede una crescita attorno all 1,8% complessivo, accompagnato da tassi di inflazione in crescita attorno al 6,2%. La Russia è stata interessata nel periodo da una serie di circostanze che hanno certamente pesato sull economia del Paese: in primis l inasprimento della crisi con l Ucraina, che ha deteriorato il business climate dell area e sta avendo ripercussioni a livello internazionale, anche a causa delle sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione Europea; la conseguente caduta del clima di fiducia e dei flussi di capitali hanno comportato una diminuzione degli investimenti, anche esteri, e una sostanziale decelerazione del PIL sia nel 2013 (+1,4% contro l atteso 3,6% del governo russo) che nel primo semestre 2014 (fermo a +1,1%). Crisi del rublo e inflazione in crescita rappresentano altri due fattori di criticità per l economia del Paese. Le stime per la crescita russa nel 2014 sono in continua revisione da parte delle organizzazioni internazionali, a causa del progredire della crisi geopolitica e degli ultimi sviluppi relativi alle sanzioni internazionali. 11

14 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 L India ha chiuso il 2013 con una crescita economica ferma sotto la soglia simbolica del 5%, nonostante il forte deprezzamento della rupia e il recupero della produzione nel settore agricolo: una crescita da definirsi modesta e insufficiente per assorbire i 10 milioni di persone che ogni anno entrano nella forza lavoro, e la più bassa degli ultimi 10 anni. Tali cifre sono indicative di come, nonostante i buoni afflussi di capitali internazionali degli ultimi anni, l India non abbia ancora acquisito una struttura industriale globalmente competitiva. Quanto agli altri indicatori di politica economica, l azione di contenimento dell inflazione non sembra ancora aver portato frutti, stante un indice dei prezzi al consumo ancora prossimo al 9-10%. Nel rapporto Word Economic Outlook di aprile, il Fondo Monetario Internazionale prevede che l India aumenterà il proprio prodotto interno lordo (PIL) nel 2014 del 5,4%, rivedendo al rialzo le previsioni del precedente rapporto di ottobre 2013, che indicava per quest anno una crescita del 5,1%. Migliore per risultati tra i Bric, la Cina ha avviato una crescita più sostenuta nel terzo e quarto trimestre del 2013, sulla spinta delle misure di sostegno agli investimenti e alle esportazioni varate nell estate del Nel 2014, dopo un avvio rallentato nel primo trimestre, il Paese asiatico è cresciuto del 7,5% sul periodo corrispondente, sostenuto da misure di stimolo degli investimenti in infrastrutture e nel settore immobiliare e dal rafforzamento della domanda proveniente dalle economie avanzate. Buoni segnali anche dalla produzione industriale, che è aumentata nel giugno 2014 del 9,2% tendenziale, con un rialzo ampio rispetto al mese precedente. L inflazione rimane moderata (2,3% nel giugno 2014). SCENARI MACROECONOMICI Variazioni percentuali PIL sull anno precedente Forecast PIL Mondo 2,8 3,4 3,9 Paesi Emergenti Brasile 2,3 1,8 2,2 Russia 1,3 0,5 1,8 India 4,4 5,4 5,7 Cina 7,7 7,4 7,3 Fonte: OCSE. Economic Outlook n. 95, maggio

15 RELAZIONE SULLA GESTIONE 1 LA SITUAZIONE ECONOMICA NEI PAESI DI INTERVENTO DI FINEST S.P.A. L attività di sostegno finanziario all internazionalizzazione di FINEST S.p.A. si attua in 30 Paesi ricompresi nelle aree dell Europa centro orientale e balcanica, della Russia e dell Asia centrale e del Baltico. Di questi Paesi, alcuni sono già membri dell area euro, altri sono solo membri della UE, altri ancora sono in fase di adesione o pre-adesione e altri infine sono Paesi estranei alle istituzioni europee. Tra i Paesi di intervento FINEST vi sono sostanziali differenze di performance economica nel periodo preso in esame, dettate dall appartenenza o meno all Eurozona, dalle peculiarità strutturali delle economie nazionali e dalla dipendenza rispetto alle economie avanzate. EUROPA CENTRO ORIENTALE E I BALCANI Seppur con significative differenze tra i diversi Paesi e con eclatanti eccezioni, l Europa centro orientale ha confermato ritmi di crescita mediamente maggiori nel periodo rispetto ai Paesi avanzati europei, sebbene l influenza della crisi russo-ucraina abbia indotto la BERS (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) a rivedere al ribasso le stime di crescita per l area nel La crisi ucraina è infatti il pericolo maggiore contenuto nel Transition Report, il rapporto annuale dedicato ai Paesi della transizione, un fattore che potrebbe rallentare il processo di convergenza di questi Paesi alle economie più avanzate fin qui andato avanti. Il 2013 si è chiuso con una media del 2,3% di crescita del PIL: un tasso relativamente basso per le economie dell area, dovuto principalmente alla riduzione dei flussi di investimenti esteri e al calo della domanda di export, in particolare del mercato europeo avanzato. La BERS prevede una crescita dell area all 1,4% medio per il 2014 e una modesta ripresa all 1,9% nel 2015, a condizione che la crisi tra Ucraina e Russia non degeneri. Tali previsioni potrebbero essere riviste al rialzo nel caso in cui la situazione geopolitica migliorasse e la Germania mantenesse buoni ritmi di crescita, attirando prodotti di esportazione dai Paesi dell Europa centro orientale. Tra i Paesi in esame, buone le performance di periodo delle tre Repubbliche Baltiche, che pur sperimentando una decelerazione della crescita nel 2013, rimangono fra i top performers nell UE, con in testa la Lettonia (+4,1%), seguita dalla Lituania (+3,3%) e dall Estonia (+2,8%). Secondo l ultimo rapporto della BERS, Vilnius, Riga e Tallinn continueranno anche nel 2014 ad avvantaggiarsi della modesta ripresa della richiesta di prodotti sui mercati UE e dell aumento della produzione industriale nazionale, oltre che di robusti aumenti dei salari e dei consumi privati e di una buona discesa del tasso di disoccupazione. Buone anche le performance della Polonia, che negli anni di crisi economica è stata definita la locomotiva d Europa. Nel 2013 il Paese ha registrato un lieve rallentamento economico, ma a partire dal secondo semestre 2013 si è evidenziata una ripresa della produzione industriale, delle esportazioni, degli investimenti privati e dei consumi interni, soprattutto grazie al risveglio dell attività economica nella zona euro. Secondo la BERS la Polonia registrerà un +2,7% del PIL nel

16 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 Desta preoccupazione, tuttavia, il deterioramento della situazione fiscale del Paese, con un significativo aumento del deficit nel periodo in esame. Per la Repubblica Ceca il 2013 si è riconfermata una flessione della crescita e un rallentamento dell economia che perdurava dall anno precedente, con risultati inferiori rispetto alla media UE a 28 Membri e un risultato complessivo del PIL del -1%. Un importante segnale di ripresa è arrivato nel primo trimestre del 2014, che ha registrato un +2,5% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, mezzo punto percentuale in più rispetto alle precedenti stime preliminari e risultato migliore degli ultimi tre anni. Complessivamente la BERS prevede una crescita dell 1,8% nel 2014 e del 2,2% nel Migliori le performance della vicina Slovacchia, che ha chiuso il 2013 con un +0,9% ed è data in crescita del 2,1% nel 2014 e 2,9% nel La disoccupazione nel Paese rimarrà alta seppur in calo: dal 13,9% del 2013 al 13,3% del Migliora, seppur debolmente, anche il ritmo della crescita dell Austria, dal 0,4% del 2013 all 1,6% del Il tasso di disoccupazione rimarrà fra i più bassi del Vecchio continente, anche se in aumento dal 4,3% del 2012 al 5,1% del 2013, per poi tornare a calare al 5% nel 2014 e al 4,7% nel In Ungheria la crescita del PIL nel primo trimestre 2014 è stata, insieme a quella della Polonia, la più veloce dell area comunitaria rispetto al periodo precedente, con un +3,5%, il più alto dal 2006, mentre nell ultimo trimestre del 2013 era arrivata al 2,7%. Positive anche le previsioni per il Paese della Commissione Europea, che ha rilevato come stia crescendo più rapidamente rispetto alla media UE il PIL dei Paesi dell Europa centro orientale. Al riguardo del prodotto interno lordo dell Ungheria la Commissione prevede una crescita del 2,3% nel 2014 e del 2% nel Questi risultati saranno trainati da un deficit sotto controllo, una domanda interna in crescita e un miglioramento delle esportazioni. Lato negativo, la disoccupazione, che dovrebbe rimanere anche nel prossimo biennio sopra il 10%. Per ciò che concerne l area balcanica, ancora negative le performance della Slovenia, nazione con i peggiori risultati della UE, che continua a registrare cali costanti del prodotto interno lordo, -2,5% nel 2012 e -2,7% nel Il Paese, che vive un periodo di incertezza politica, dovrebbe ritornare a crescere nel 2014, seppur con un timido +0,5% previsto dall OCSE, che ha rivisto in rialzo le previsioni precedenti date al -1%. Secondo le stime la Slovenia registrerà anche un alta disoccupazione, dall 8,9% del 2012 all 11,6% del e soprattutto un deficit preoccupante, del 5,8% del PIL nel 2013, al 7,1% nel 2014, causato in parte dagli sforzi per la ricapitalizzazione delle banche. Il deficit rappresenta un problema anche per il ventottesimo membro dell Ue, la Croazia, che ha segnato un 5,4% nel 2013 e un 6,5% previsto nel Il prodotto interno lordo della Croazia è diminuito nel 2013 dell 1% rispetto all anno precedente: un segno negativo per il quinto anno consecutivo. 14

17 RELAZIONE SULLA GESTIONE I fattori che hanno maggiormente contribuito alla contrazione economica perdurante del Paese sono la diminuzione delle importazioni, dovuta alle sempre minori spese personali, e il calo della produzione industriale. L unico settore a non risentire della crisi è il turismo. Tutte le proiezioni delle istituzioni internazionali prevedono che il 2014 dovrebbe vedere i primi segnali di ripresa, stimati, a seconda della fonte, dallo 0,2 fino all 1% del PIL. La disoccupazione rimarrà alta, oltre il 16%. Per quanto riguarda invece i Balcani sud-orientali, la BERS ha segnalato nell ultimo rapporto che - malgrado la crescita media del 2% registrata nel gli investimenti stranieri e la domanda interna continuano a rimanere inferiori ai livelli pre-crisi, mentre persistono pressioni verso il deleveraging nel settore bancario. Punti a favore, le buone performance delle esportazioni, la riduzione dell inflazione e la buona stagione agricola nel 2013, che ha mantenuto bassi i prezzi del cibo in tutta la regione. Nell area, la BERS prevede un PIL in crescita dell 1,7% nel 2014 per l Albania, dell 1,8% in Bosnia-Erzegovina e in Bulgaria, del 3% in Macedonia, del 3,5% in Kosovo, del 2% in Montenegro, del 2,4% in Romania, dell 1,3% in Serbia (-0,4% rispetto alle precedenti previsioni) e del +3,5% in Moldova. 2 LA COMUNITÀ DEGLI STATI INDIPENDENTI E L ASIA CENTRALE L area presa in esame conta nove Paesi dell ex Unione Sovietica, dalle sponde del Mar Nero al confine con la Cina, cui si aggiungono il Turkmenistan, che dal 2005 è solo associato, l Ucraina che non ha mai ratificato lo statuto e la Georgia, ritiratasi dalla confederazione nel La Russia rappresenta l attore principale della regione e determina, per la sua incidenza sulla sfera politica mondiale e per il peso della sua politica, il trend generale nell area. Come già evidenziato sopra, l economia russa ha mostrato evidenti segnali di rallentamento nel 2013, dovuti principalmente al manifestarsi di fragilità strutturali legate al difficile contesto operativo e dalla crisi con l Ucraina, alla diminuita capacità di attrazione di capitali privati e alla ancora eccessiva dipendenza dal settore energetico e degli idrocarburi. 15

18 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 Importanti anche le ripercussioni della situazione geopolitica attuale sull Ucraina, Paese che già presentava difficoltà strutturali e che è tornato in recessione nel 2013, con una perdita del PIL su base annua pari all 1,5%. La contrazione del PIL, il deprezzamento della valuta nazionale e la crescita del debito pubblico associati alle debolezze strutturali hanno reso il Paese meno attrattivo per gli investimenti esteri diretti. Di conseguenza, la BERS prevede un PIL per il Paese a -7% nel 2014, e a crescita zero nel Influenzati dalle tensioni dell area, negli altri Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CIS) si è registrata una crescita nel 2013 non particolarmente dinamica, con una media del 3,5% annuo. Hanno influito su questo risultato il calo della domanda di commodities, con particolare riferimento all acciaio e alle materie prime minerarie, e il rallentamento degli investimenti esteri diretti. Fanno eccezione i Paesi forti esportatori di idrocarburi, come l Azerbaijan, che beneficiano ancora dei prezzi elevati sui mercati internazionali. Le previsioni per il 2014 restano di difficile formulazione e saranno fortemente influenzate dall evolversi delle relazioni tra Russia e Ucraina. Il 29 maggio 2014 Russia, Bielorussia e Kazakistan hanno firmato ad Astana il trattato per la nascita dell Unione Euroasiatica, che dal primo gennaio 2015 creerà uno spazio economico unico fra i tre Paesi, mentre nel giugno successivo dovrebbe vedere l adesione anche dell Armenia. L Unione costituisce un nuovo spazio economico fra i Paesi firmatari, con libera circolazione di prodotti, servizi, capitali e lavoratori in un mercato di 170 milioni di persone con un PIL di oltre 2000 miliardi di euro, il 20% delle riserve mondiali di gas e il 15% di quelle petrolifere. La firma del trattato costituisce l ulteriore ed ultima evoluzione dell accordo creato nel 2010 tra gli stessi Paesi. 16

19 RELAZIONE SULLA GESTIONE CLASSIFICA DOING BUSINESS PER I PAESI DI RIFERIMENTO DI FINEST S.P.A. Economy Ease of Doing Starting a Dealing with Construction Getting Electricity Registering Property Getting Credit Protecting Investors Paying Taxes Trading Across Enforcing Contracts Resolving Insolvency Georgia Lithuania Estonia Latvia Macedonia, FYR Austria Slovenia Armenia Montenegro Poland Slovak Republic Kazakhstan Hungary Bulgaria Belarus Italy Kyrgyz Republic Azerbaijan Romania Czech Republic Moldova Kosovo Croatia Albania Russian Federation Serbia Ukraine Bosnia and Herzegovina Tajikistan Uzbekistan Fonte: Rapporto Doing Business 2013 N.B. Nella classifica annuale, le economie mondiali sono classificate da 1 a 185 per la facilità di sviluppare e mantenere una attività economica nel Paese. Un valore più prossimo a 1 indica un migliore business climate del Paese preso in esame. I dati riportati sono aggiornati al Giugno

20 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 LO SCENARIO ECONOMICO ITALIANO E DEL TRIVENETO L uscita dalla crisi economica che ha colpito l Italia dall estate del 2011, spingendola in recessione per oltre due annualità, è lenta e discontinua: nonostante nel periodo in esame si siano registrati segnali di inversione, il trend resta sostanzialmente piatto, e si prevede una chiusura di 2014 su livelli debolmente positivi, attorno allo 0,6-0,8%. Il 2013 ha visto una perdita del PIL italiano pari al -1,9%. Gli ultimi mesi del 2013 hanno portato il Paese fuori dalla lunga recessione, con una modesta crescita dell attività economica, un incremento della produzione industriale, seppur sempre con ampi margini di capacità produttiva non utilizzata, una variazione positiva delle scorte di magazzino, e un miglioramento del clima di fiducia delle imprese. Risultati moderatamente positivi, che sono stati messi in discussione nei primi mesi del 2014, quando il PIL ha subito una nuova battuta d arresto, scendendo dello 0,1% rispetto al trimestre conclusivo del 2013, collocandosi su livelli di circa il 9% inferiori al 2007, soprattutto a causa della marcata flessione dei consumi e degli investimenti. La domanda estera si è confermata per tutto il periodo come la principale fonte di sostegno alla crescita, arrivando ad un +9,2% degli ordinativi nel secondo trimestre 2014; la domanda interna rimane incerta, anche a causa dell ulteriore contrazione dei prestiti bancari, che per le imprese è sceso del 5,8% nel 2013 e del 4,5% nei primi mesi del Tali andamenti rappresentano la media nazionale del Paese, ma la performance economica rimane fortemente differenziata sia in termini territoriali che dimensionali e settoriali. Con riferimento al territorio, la flessione del PIL nel 2013 è stata più significativa nel Mezzogiorno (-4%); si è attenuata al Centro (-1,8%) e nel Nord Ovest (-0,6%), mentre il Nordest ha segnato un calo di prodotto pari a -1,5%, migliorando la performance rispetto al -2,5% del Per i primi mesi del 2014 si sono registrati indicatori positivi per il centro-nord, i cui effetti non si sono ancora diffusi al sud. L anno in corso dovrebbe essere caratterizzato da un inversione di segno della dinamica del PIL in tutte le aree, ad eccezione del Mezzogiorno. A fronte di uno 0,3% medio nazionale l attività economica dovrebbe crescere maggiormente al Nord Ovest (0,9%), seguito dal Nord Est (0,6%) e dal Centro (0,4%). Tali risultati dipendono da una ripresa trainata principalmente dalle esportazioni, con quindi maggiori difficoltà per le imprese di piccole dimensioni e dipendenti dal mercato interno, statisticamente più diffuse nel Mezzogiorno. Per ciò che riguarda le esportazioni a valori correnti, il dato migliore del 2013 è stato segnato dal Nordest, con una crescita complessiva del 2,4%: tutte le regioni in esame hanno contribuito positivamente al valore, eccezion fatta per il Friuli Venezia Giulia, che non ha agganciato nel 2013 la ripresa della domanda mondiale di cui hanno beneficiato le vicine Regioni, ed è rimasto al di sotto del massimo registrato nel 2008 di circa 14 punti percentuali. L economia della Regione ha chiuso il 2013 con una perdita del PIL del -1,3%. La difficile fase congiunturale si è riflessa sulla demografia d impresa. In base ai dati di Infocamere - Movimprese, le imprese attive hanno segnato una perdita dell 1,6%, con particolare negatività per il legno-mobile e la metallurgia, entrambi settori chiave dell economia regionale, con perdite attorno al -3,5%. Difficile momento storico anche per il comparto dell elettrodomestico, dove il Friuli Venezia Giulia ricopre il quarto posto tra le Regioni italiane per numero di addetti impiegati: la produzione del settore è in costante calo dal 2001, a causa dell intensificarsi della concorrenza estera, l avvio di processi di delocalizzazione di importanti aziende del territorio e più in generale il calo della 18

21 RELAZIONE SULLA GESTIONE domanda dovuto al perdurare della crisi economica. Il tasso di occupazione nel 2013 in Regione è calato dell 1,3%: una perdita più contenuta rispetto al dato nazionale (-2,1%) e del Nordest nel complesso (-1,8%). Negativa anche la dinamica del credito: nel 2013 il calo del credito alle imprese del Friuli Venezia Giulia concesso da banche e società finanziarie si è accentuato dal 3,2 al 7,2% sui dodici mesi, estendendosi a tutti i comparti di attività; nei primi mesi del 2014 la diminuzione è proseguita (-6,2% a marzo). Per il 2014, le stime contenute nella relazione del luglio 2014 di Prometeia prevedono una crescita regionale del PIL dello 0,9%, in linea con il dato nazionale ma leggermente sotto la previsione di crescita del Triveneto, indicata sul +1,1%. Anche per l export è previsto un rimbalzo positivo, trainato dalla ripresa economica europea (che assorbe il 60% dell export regionale), ed extra-europea. Anche in Veneto il 2013 ha visto il perdurare della recessione economica che ha investito il Paese a partire dal 2011, sebbene con risultati lievemente migliori rispetto alla media nazionale. L anno si è concluso con una media del -1,6% del PIL rispetto al Rispetto al 2007 il Veneto ha perso 10,5 punti di PIL (e quasi 12 punti di PIL pro capite), bruciando in termini reali circa 13,5 miliardi di euro (3.500 euro pro capite). Segnali positivi in coda d anno sono arrivati per la produzione industriale, il cui calo si è sostanzialmente allentato per poi diventare positivo nel primo trimestre del 2014 (+3,9% rispetto al trimestre precedente), sostenuta principalmente dagli ordini dall estero. Nel complesso, le imprese esportatrici venete hanno registrato andamenti più favorevoli rispetto a quelle più dipendenti dalla domanda interna. Nel 2013 le esportazioni sono aumentate del 2,8%, in lieve accelerazione rispetto all anno precedente (1,7%), nonostante l apprezzamento dell euro. Le condizioni di offerta del credito all impresa rimangono, anche in Veneto, molto selettive, scoraggiando sensibilmente gli investimenti. Anche per il 2014 le prospettive di investimenti rimangono modeste, ma il trend potrebbe essere influenzato positivamente dalle misure di incentivo del credito a livello europeo e da una ripresa economica più marcata nei Paesi che assorbono la produzione tipica veneta. I dati complessivi negativi del periodo hanno inciso, anche qui, sul tasso di disoccupazione, aumentato fino a giungere ai livelli massimi da vent anni. La demografia aziendale è calata significativamente, con un numero di procedure concorsuali ai livelli più elevati dal Stesso trend al ribasso anche per il Trentino Alto Adige nel 2013, la cui attività economica ha continuato a contrarsi, con un valore aggiunto regionale stimato da Prometeia in calo dell 1,2%, andamento comunque più favorevole rispetto alla media nazionale e del Triveneto. Secondo le stime di Prometeia, il valore aggiunto a prezzi costanti dell industria in senso stretto ha registrato nel 2013 una flessione del 3% nella Regione, in linea con gli andamenti registrati nella media del Nord Est e del Paese (-2,6 e -3,2 %). Secondo le indicazioni delle Camere di commercio, l attività industriale sarebbe tornata a crescere lievemente nel secondo semestre del 2013, grazie al contributo positivo della domanda estera e della ripresa di quella nazionale. L occupazione nel 2013 ha tenuto in entrambe le province, pur rimanendo difficile per la fascia di lavoratori compresa tra i 15 e i 34 anni. Il tasso di disoccupazione, in lieve aumento, ha raggiunto livelli elevati in prospettiva storica, pur rimanendo basso nel confronto nazionale. Anche qui, l incertezza legata al ciclo economico ha frenato significativamente gli investimenti, che nel 2013 sono diminuiti del 19,5%, in contrazione per il terzo anno consecutivo. Per il 2014 è previsto da Banca d Italia un lieve rafforzamento dell attività manifatturiera e un attenuazione del calo degli investimenti. 19

22 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 GLI SCAMBI INTERNAZIONALI E GLI INVESTIMENTI DIRETTI Nel 2013, il commercio mondiale di beni, misurato in dollari US ed espresso a prezzi correnti, ha segnato una crescita rispetto al 2012 del +2,1%, consentendo un parziale recupero di quanto perso negli anni centrali della crisi, pur rimanendo gravato degli effetti della recessione ancora in corso e delle fragilità legate allo squilibrio che caratterizza la distribuzione di produzione, ricchezza e consumi su scala globale. L interscambio mondiale di servizi è cresciuto a tassi decisamente sostenuti (+5,5%) come gli investimenti diretti esteri (+9,2%). Le stime future sugli scambi internazionali di beni e servizi indicano una crescita del commercio del 4,3% per il 2014 e del 5,3% per il Si tratta di un incremento superiore a quello registrato nel 2013, ma che tuttavia riflette una certa lentezza della ripresa in atto, da cui derivano alcuni dubbi sulla capacità degli scambi di tornare ad espandersi ad un tasso molto superiore rispetto alla crescita del PIL, come accaduto per oltre un ventennio, tra il 1985 e il La recessione dell Area euro, in cui si concentra circa un terzo degli scambi mondiali, sembra aver avuto un peso determinante, che potrebbe riverberare i suoi effetti per un periodo prolungato. L incremento degli scambi potrebbe essere favorito dalla dinamica dei prezzi delle materie prime, che dovrebbero scendere lievemente quest anno e più marcatamente nel Secondo l Annuario statistico del Commercio estero e delle attività internazionali delle imprese dell Istat - Edizione 2014, l Italia ha registrato nel 2013 una lieve flessione del valore in euro delle merci esportate (-0,1%) e una consistente diminuzione delle importazioni (-5,5%). Queste dinamiche, condizionate anche dalla forte contrazione della domanda interna, hanno necessariamente determinato un ulteriore ampliamento dell avanzo commerciale. Il miglioramento dell attivo è di 20,5 miliardi rispetto al 2012, con un livello del saldo, pari a +30,4 miliardi di euro, che risulta il più elevato nel decennio Al netto dei prodotti energetici, nel 2013 l avanzo ha raggiunto gli 84,8 miliardi. Sempre nel 2013, la quota di mercato dell Italia sulle esportazioni mondiali di merci, misurata in dollari, è risultata pari al 2,79%, in aumento rispetto al 2012 (2,74%). Secondo il World Investment Report 2014 dell Unctad, nel 2013 gli afflussi di IDE (investimenti diretti esteri) sono aumentati del 9 per cento, raggiungendo miliardi di dollari, dopo la precedente contrazione del 22%. Tali valori sono rimasti comunque a un livello ancora inferiore ai vertici raggiunti prima della crisi, in particolare verso i paesi avanzati. Gli IDE verso i paesi in transizione e in via di sviluppo, invece, hanno conseguito un nuovo livello massimo (886 miliardi di dollari) superando per il secondo anno consecutivo i paesi avanzati (566 miliardi), a testimonianza della redistribuzione geografica delle attività economiche verso le aree meno sviluppate. In uscita, i flussi provenienti dai paesi avanzati si sono attestati a 857 miliardi, un livello analogo a quello del 2012, con gli Stati Uniti che rappresentano di gran lunga il primo paese investitore. La ripresa degli IDE nel 2013 è dunque da attribuire quasi esclusivamente alle multinazionali dei paesi in transizione e in via di sviluppo, i cui investimenti sono ulteriormente aumentati, raggiungendo i 553 miliardi di dollari, anche grazie alle maggiori entrate derivate 20

23 RELAZIONE SULLA GESTIONE dagli aumenti nei prezzi delle materie prime, e rappresentano ormai il 39 per cento dei flussi in uscita, con Cina, Russia e Hong Kong tra i principali paesi investitori. La ripresa in atto sembra confermata anche dai dati disponibili sui progetti di investimento greenfield e sulle fusioni e acquisizioni, le principali modalità di realizzazione degli IDE. Le previsioni Unctad indicano infatti il possibile raggiungimento di miliardi di dollari nel 2014 e di miliardi nel 2016, grazie al progressivo miglioramento del grado di fiducia degli investitori e delle condizioni economiche globali. Graduatoria (1) Paesi INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN ENTRATA: PRINCIPALI PAESI DESTINATARI Valori in miliardi di dollari a prezzi correnti Flussi Consistenze (2) Valori Composizione % Valori Composizione % Stati Uniti ,2 12,1 12, ,0 37,1 19,4 2 Cina ,3 9,1 8, ,0 2,6 3,8 3 Russia ,2 3,9 5, ,4 2,3 4 Hong Kong ,7 5,6 5, ,7 6,5 5,7 5 Brasile ,9 4,9 4, ,8 1,6 2,8 6 Singapore ,0 4,6 4, ,5 1,5 3,3 7 Canada ,3 3,2 4, ,4 2,8 2,5 8 Australia ,8 4,2 3, ,9 1,6 2,3 9 Spagna ,7 2,0 2, ,2 2,1 2,8 10 Messico ,4 1,4 2, ,1 1,4 1,5 11 Regno Unito ,0 3,5 2, ,8 6,2 6,3 12 Irlanda ,4 2,9 2, ,8 1,7 1,5 13 Lussemburgo ,1 0,8 2, ,6 14 India ,1 1,8 1, ,1 0,2 0,9 15 Germania ,5 1,0 1, ,4 3,6 3,3 16 Paesi Bassi ,2 0,8 1, ,3 3,2 2,6 17 Cile ,3 2,2 1, ,8 0,6 0,8 18 Indonesia ,1 1,4 1, ,4 0,3 0,9 19 Colombia ,8 1,2 1, ,2 0,1 0,5 20 Italia (3) ,0 0,0 1, ,9 1,6 1,6 Mondo ,0 100,0 100, ,0 100,0 100,0 (1) In ordine dei flussi (2) Per il limitato flusso registrato nel 2013 in graduatoria non compare la Francia, la cui consistenza 2013 è pari a miliardi di dollari. (3) Il valore 2012 dell Italia è pari a 93 milioni di euro. Fonte: elaborazioni Ice su dati Unctad - Rapporto ICE

24 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN USCITA: PRINCIPALI PAESI DI ORIGINE Valori in miliardi di dollari a prezzi correnti Graduatoria (1) Paesi Flussi Consistenze (2) Valori Composizione % Valori Composizione % Stati Uniti ,6 27,3 24, ,0 33,6 24,1 2 Giappone ,3 9,1 9, ,6 3,5 3,8 3 Cina ,4 6,5 7, ,2 0,3 2,3 4 Russia ,9 3,6 6, ,3 1,9 5 Hong Kong ,6 6,5 6, ,6 5,4 5,1 6 Svizzera ,8 3,3 4, ,2 2,9 4,8 7 Germania ,7 5,9 4, ,3 6,8 6,5 8 Canada ,0 4,1 3, ,1 3,0 2,8 9 Paesi Bassi ,3 0,0 2, ,0 3,8 4,1 10 Svezia ,7 2,2 2, ,4 1,5 1,7 11 Italia ,1 0,6 2, ,9 2,1 2,3 12 Corea del Sud ,7 2,3 2, ,1 0,3 0,8 13 Singapore ,4 1,0 1, ,4 0,7 1,9 14 Spagna ,4-0,3 1, ,7 1,6 2,4 15 Irlanda ,1 1,4 1, ,7 0,3 1,9 16 Lussemburgo ,5 0,2 1, ,7 17 Regno Unito ,2 2,6 1, ,0 11,5 7,2 18 Norvegia ,2 1,5 1, ,5 0,4 0,9 19 Taiwan ,7 1,0 1, ,5 0,8 0,9 20 Austria ,3 1,3 1, ,2 0,3 0,9 Mondo ,0 100,0 100, ,0 100,0 100,0 (1) In ordine dei flussi (2) Per il limitato flusso registrato nel 2013 in graduatoria non compare la Francia, la cui consistenza 2013 è pari a miliardi di dollari. Fonte: elaborazioni Ice su dati Unctad - Rapporto ICE

25 RELAZIONE SULLA GESTIONE Progetti approvati nell esercizio Nel corso dell esercizio finanziario , il Consiglio di Amministrazione della Società ha approvato 9 interventi per un complessivo importo di 12,5 milioni di euro. A seguito della rinuncia formalizzata da due Società a fronte delle delibere assunte, l impegno finanziario è stato ridotto ad euro 9,87 milioni di euro. Investimenti, andamento nell esercizio ANALISI IMPORTI EROGATI E NUMERO DI OPERAZIONI L esercizio in consuntivazione ha registrato erogazioni pari a migliaia di Euro, evidenziando un incremento dell 11,24% rispetto all esercizio precedente. 1-Prospetto con solo erogato FINEST L.19: N.R.9-9, N.R.9-8, N.R.6-3,

26 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 ANALISI QUALITATIVA DELL EROGATO 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% FIN PART L analisi qualitativa evidenzia una netta prevalenza della componente Partecipazioni pari al 77,98% del totale erogato rispetto alla componente Finanziamenti. La conferma dell inversione di tendenza attuata da una scelta di tipo strategico-gestionale, predilige la componente Partecipazioni al fine di: migliorare i ratios finanziari delle imprese partecipate, questo con apporti di capitale; offrire un product mix di vendita che preveda laddove possibile la presenza di fondi di venture capital al fine di contenere gli oneri finanziari in capo alle aziende del Triveneto; agevolare il supporto finanziario dei progetti esteri con il contributo delle banche localizzate nei paesi di destinazione, questo al fine di ottenere implicitamente un ulteriore conferma sulla bontà dei progetti medesimi. 24

27 RELAZIONE SULLA GESTIONE ANALISI EROGAZIONI SUDDIVISE PER PAESE DI INTERVENTO L analisi storica delle erogazioni effettuate per Paese di destinazione evidenzia che, nel corso del ventennio di attività di FINEST, Romania e Croazia in particolare, si confermano come Paesi di riferimento per il tessuto imprenditoriale del Nord Est. EROGATO STORICO PER PAESE Romania Croazia Russia Serbia Slovacchia Slovenia Polonia Bulgaria Ungheria Rep.Ceca BIH Albania Peco Austria Macedonia Ucraina Estonia Moldavia Kosovo Lettonia

28 BILANCIO D ESERCIZIO 2013 / 2014 EROGATO PER PAESE DEGLI ULTIMI 3 ESERCIZI Le erogazioni avvenute negli ultimi tre esercizi evidenziano un operatività di FINEST concentrata su una decina di Paesi target. Tra questi, l ultimo esercizio ha segnato un particolare interesse verso la Croazia, anche a seguito del recente ingresso nella UE, e verso i Paesi confinanti di Slovenia e Austria, quest ultimo inteso quale mercato di vendita finale o come porta di accesso per altri mercati limitrofi. La Slovacchia si conferma come un mercato di alto interesse per l imprenditoria locale al pari della Romania. Perdono appeal i mercati tradizionali dell area balcanica come Serbia, Bosnia e Albania, anche a seguito della instabilità economica locale. La crisi in Ucraina ha provocato l abbandono di progetti che avevano già trovato copertura finanziaria anche con l ausilio di strumenti FINEST, mentre il presunto coinvolgimento indiretto della Russia ed i relativi embarghi decretati dal Consiglio Europeo e dall OFAC hanno diminuito il sentiment positivo imprenditoriale verso quel Paese Romania Croazia Russia Serbia Slovacchia Slovenia Polonia Bulgaria Ungheria Rep.Ceca BIH Albania Austria Peco Macedonia Ucraina Estonia Moldavia Kosovo Lettonia Uzbekistan

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