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1 alori Mensile di economia sociale e finanza etica Anno 5 numero 29. Maggio ,00 STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS Fotoreportage > 11 settembre Dossier > Il sottile confine tra i soldi sporchi e l economia legale La finanza nera Finanza etica > I chiaroscuri dei comitati etici delle banche italiane Internazionale > I protagonisti del grande affare dell acqua Economia solidale > I nuovi precari esistono ma nessuno vuole vederli Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, DCB Trento

2 editoriale Criminalità finanziaria Il pompiere piromane di Marc Chesney banca etica L AUTORE Marc Chesney è professore di finanza all Università di Zurigo (ISB) e presidente del Centro di studi sul riciclaggio e la corruzione (CEBC) di Parigi. Chesney, che ha diversi master in econometria e economia ottenuti alla Sorbona e all Università di Ginevra, è uno dei massimi studiosi in tema di riciclaggio. Ha contrbuito con diversi interventi, articoli e paragrafi di libri sul tema delle attività illecite sui mercati finanziari ricevendo anche alcuni premi. Tra le opere principali alle quali ha contribuito si segnalano The Mathematics of financial markets, Les options de change, évaluation et utilisation, Les options de change. I MERCATI FINANZIARI SONO OGGI ESSENZIALI PER IL CRIMINE ORGANIZZATO. Il prodotto criminale lordo, ovvero la cifra d affari annuale delle organizzazioni criminali, ammonta a circa miliardi di dollari. Come si guadagna tutto questo denaro? Per esempio sfruttando circa 200 milioni di schiavi, di cui almeno tre milioni di bambini solo per l industria del sesso, oppure commerciando sostanze stupefacenti. Secondo l ONU il traffico di stupefacenti rappresenta ormai l 8% del commercio internazionale. Nel 1998 il saldo mondiale degli scambi commerciali, che dovrebbe compensarsi ed essere uguale allo zero, presentava un deficit di 140 miliardi di dollari. La causa dello squilibrio era, ed è, da ricercare nella fuga incontrollata dei capitali nei paradisi fiscali: stati o zone che possono sfuggire ad ogni controllo e ricevere capitali dei quali viene occultata l esistenza. Le enormi somme che sfuggono alla contabilità mondiale transitano nei paradisi fiscali, per poi essere riversate nell economia legale, mediante i circuiti finanziari tradizionali. Emblematico in proposito l esempio del cartello colombiano di Calì, che era specializzato nel business della cocaina. I trafficanti di Calì avrebbero investito una buona parte del loro portafoglio, un valore stimabile intorno ai dieci miliardi di dollari, in titoli tecnologici, contribuendo all impennata del settore hi-tech e quindi allo scoppio della bolla speculativa nel I capitali provenienti da attività illecite sono, infatti, molto volatili e soggetti a investimenti e disinvestimenti continui, che possono provocare facilmente turbolenze nei mercati. I capitali reinvestiti dai criminali contribuiscono quindi a rendere più volatili i corsi delle azioni, accrescendo il bisogno di copertura dei rischi da parte degli operatori finanziari. Lo sviluppo di strumenti di copertura dei rischi, e cioè di prodotti derivati, combinato con l esistenza dei paradisi fiscali, dei trust e delle società fantoccio, permette alle organizzazioni criminali di creare costruzioni finanziarie complesse e assai poco trasparenti che fanno accrescere la volatilità dei mercati e dunque i bisogni di copertura. È un serpente che si morde la coda e, ormai, la finanza internazionale gioca il ruolo di pompiere piromane, da una parte permettendo al crimine organizzato di investire nell economia legale i suoi enormi profitti, con il risultato di aumentare i rischi e i disordini finanziari, e dall altra proponendo dei mezzi di copertura contro tali rischi. La liberalizzazione dei mercati finanziari e dei movimenti di capitale si sta rivelando un fattore determinante anche nello sviluppo dell altra faccia della criminalità: l organizzazione e il finanziamento di atti terroristici. Le azioni contro il terrorismo finora sono state soprattutto militari. La lotta contro le reti finanziarie delle organizzazioni criminali ha riguardato solo alcuni aspetti del problema, come il finanziamento del terrorismo attraverso il sistema bancario, la hawala o le organizzazioni islamiche senza scopo di lucro. Sarebbe invece essenziale una riflessione approfondita sul ruolo dei mercati finanziari e l'attrattiva che possono rappresentare per i gruppi terroristici. Questa sembra però essere assente dalla maggior parte delle analisi. Del resto, un indagine seria sulle connessioni tra il crimine organizzato e i mercati finanziari potrebbe rivelare scenari inauditi.. ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 3

3 novamont valori maggio 2005 mensile anno 5 numero 29 Registro Stampa del Tribunale di Padova n del editore Cooperativa Editoriale Etica s.c.a r.l. Via Copernico, Milano promossa da Banca Etica soci Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Arci, TransFair Italia, Mag 2, Editrice Monti, Fiba Cisl Nazionale, Cooperativa Sermis, Cnca, Fiba Cisl Brianza, Agemi, Ecor, Federazione Trentina delle Cooperative, Axia, Publistampa, Rodrigo Vergara consiglio di amministrazione Sabina Siniscalchi, Sergio Slavazza, Stefano Biondi, Pino Di Francesco Fabio Silva (presidente@valori.it) collegio dei sindaci Giuseppe Chiacchio (presidente), Danilo Guberti, Mario Caizzone direttore editoriale Sabina Siniscalchi (siniscalchi@valori.it) direttore responsabile Andrea Di Stefano (distefano@valori.it) redazione (redazione@valori.it) Via Copernico, Milano Francesco Carcano, Sarah Pozzoli Cristina Artoni, Elisabetta Tramonto progetto grafico e impaginazione Francesco Camagna (francesco@camagna.it) Simona Corvaia (simona.corvaia@fastwebnet.it) Andrea Bozzo, Adriana Collura (infografica) fotografie Steve McCurry (Magnum Photos / Contrasto) stampa Publistampa Arti grafiche Via Dolomiti 12, Pergine Valsugana (Trento) abbonamento 10 numeri 25,00 euro sostenitore 50,00 euro come abbonarsi I bollettino postale c/c n Intestato a: Cooperativa Editoriale Etica, via Copernico Milano Causale: abbonamento/rinnovo Valori I bonifico bancario c/c n Abi Cab Cin A della Banca Popolare Etica Intestato a: Cooperativa Editoriale Etica, via Copernico Milano Causale: abbonamento/rinnovo Valori + Cognome Nome e indirizzo dell abbonato Attenzione: per l attivazione immediata dell abbonamento si prega di inviare copia del bonifico al fax oppure file pdf all indirizzo abbonamenti@valori.it STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS INVIARE LETTERE E CONTRIBUTI A In copertina le macerie fumanti delle Torri Gemelle dopo l attentato dell 11 settembre. New York, 2001 sommario bandabassotti 7 fotoreportage. 11 settembre 8 dossier. La finanza lava più bianco 16 Il capitalismo finanziario non può più fare a meno della liquidità criminale 18 Con un contratto derivato si riciclano ingenti somme [INTERVISTA A ROMEO CIMMINELLO] 22 La guida al meccanismo trifasico 24 lavanderia 27 finanzaetica 28 I comitati etici della finanza italiana ai raggi X con molti chiaro scuri 31 «Il comitato etico ideale? Dovrebbe avere i centro occhi di Argo» [INTERVISTA A BEPPE SCIENZA] 32 bruttiecattivi 38 internazionale 40 Le mani sull acqua in Italia e all estero 42 Privatizzazioni latinoamericane, vantaggi di stato e insoddisfazione 45 macroscopio 49 economiasolidale 50 Problemi molto tipici per lavoratori molto atipici 52 Gli acquisti intelligenti diventano anche nobili 57 altrevoci 62 stilidivita 70 numeridivalori 73 padridell economia 78 È consentita la riproduzione totale o parziale dei soli articoli purché venga citata la fonte. Per le fotografie di cui, nonostante le ricerche eseguite, non è stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l Editore si dichiara pienamente disponibile ad adempiere ai propri doveri. Carta ecologica gr 90 Long Life prodotta secondo le norme Iso Elemental Chlorine Free Cooperativa Editoriale Etica Via Copernico 1, Milano tel fax distefano@valori.it redazione@valori.it direzione@valori.it ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 5

4 bandabassotti Compensi d oro I manager italiani tra i più pagati d Europa di Andrea Di Stefano diario S E NE È ACCORTO PERSINO PLUS, IL SETTIMANALE DEL SOLE 24ORE. La vicenda dei compensi degli amministratori delegati sta diventando sempre di più uno scandalo mondiale. E nella classifica dei manager più pagati l Italia ha un poco invidiabile primato in Europa: alcuni dei nostri capi azienda sono i meglio retribuiti a livello continentale, nonostante gli affari delle imprese che guidano non vadano proprio a gonfie vele. Nel 2004, al netto delle stock options, i 113 amministratori e direttori generali delle prime 40 società quotate a Piazza Affari hanno portato a casa emolumenti e benefici (monetari e non) per complessivi 206,74 milioni di euro lordi. In un anno la crescita è stata del 29,25%: decine di punti percentuali in più rispetto al tasso d inflazione a cui vengono correlati, invece, i salari dei dipendenti. Analisi approfondite sul fenomeno in Italia non sono note: ci sono solo alcuni raffronti che lasciano perplessi. Per esempio i 7 milioni di euro di Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Fiat e a.d. della Ferrari, tre volte il compenso del ceo della Renault che a differenza del gruppo torinese e della casa di Maranello non chiude i conti in profondo rosso. Analoghi paradossi riguardano il mondo della telefonia, in particolare del gruppo Telecom: i vertici, a cominciare da Tronchetti Provera, portano a casa stipendi d oro. Dai 7,3 milioni di Riccardo Ruggiero, capo della divisione della rete fissa, ai 5,1 di Carlo Buora passando L obiettivo è evitare che un amministratore delegato si possa aumentare lo stipendio mentre l azienda va male e licenzia centinaia lavoratori per i 5,9 di Tronchetti per la sola presidenza ai 5,1 di Marco De Benedetti. Cifre molto superiori a quelle, per esempio, del ceo di Vodafone, Arun Sarin, che nel 2004 ha ricevuto 4,6 milioni di euro. Ma per capire la dinamica di quello che è accaduto negli ultimi dieci anni bastano i dati statunitensi: la paga dei ceo d Oltreoceano è cresciuta dal 1990 al 2003 del 313%, mentre la retribuzione media dei lavoratori delle stesse imprese quotate in Borsa è aumentata del 49%, poco di più dell inflazione che negli Usa è stata nello stesso periodo del 41%. Però negli Stati Uniti la campagna contro le truffe perpetrate dagli amministratori delegati ha sortito qualche effetto. Nel solo mese di febbraio sono stati licenziati 100 tra manager e amministratori di aziende quotate a Wall Street. E sembrano tramontati i tempi di quando l amministratore delegato del Nyse, Richard Grasso, aveva potuto assicurarsi una liquidazione personale da 180 milioni di dollari. Ma l era degli amministratori-imperatori, capi azienda ai quali tutto è concesso, compreso aumentarsi la remunerazione mentre si tagliano posti di lavoro, non è per nulla finita. Lo dimostrano le campagne in corso in tutto il mondo da parte di alcuni fondi pensione e gestori di diritti di voto, come l elvetica Ethos, per mettere un freno alla follia delle mega remunerazioni e soprattutto stabilire criteri per tenere sotto controllo l operato dei manager. Per evitare che l amministratore delegato di una società, come John F. Antioco della catena di noleggio video Blockbuster, si possa aumentare il compenso del 47% in un solo anno, portandolo a 7 milioni di dollari, proprio mentre la società perde 1,27 miliardi di dollari e sta tagliando 300 lavoratori nella sede di Dallas.. ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 7

5 fotoreportage > 11 settembre STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS foto di Steve McCurry / Magnum Photos / Contrasto Le macerie dell 11 settembre resteranno tra i simboli dell era moderna. L attacco alle Torri Gemelle e al simbolo del mondo finanziario occidentale rappresentato dal World Trade Center, oltre alle migliaia di vittime causate nell immediatezza del fatto, ha provocato effetti finanziari a catena, con qualche dubbio mai chiarito. Non solo il dolore. Gli attentati dell 11 settembre, efferati quanto mediatici, hanno prodotto degli effetti sul mondo finanziario di grande rilievo, sia nelle immediate ore successive all attentato, sia come fenomeni ormai strutturali. A seguito dell attentato l amministrazione Usa ha potuto contare sul sostegno del Congresso per lanciare una campagna di preparazione ad una lunga guerra contro il terrorismo, sostanzialmente priva di prove di carattere giudiziarie ma basata su un fondamento politico che riteneva alcuni Stati finanziatori o organizzatori di reti terroristiche. È stata così scatenata dapprima l invasione dell Afghanistan e in seguito si è predisposta, senza che vi fossero legami con l 11 settembre, l invasione armata dell Iraq. Gli effetti strutturali derivano dal ruolo che questi paesi svolgono rispetto alla produzione e approvvigionamento di petrolio. Altri effetti finanziari indiretti derivano dalla quantità di capitali messi in gioco dalla guerra contro l Iraq e dalla ricostruzione del Paese invaso. Secondo Marc Chesney, professore allo Swiss Banking Institute dell Università di Zurigo, è possibile indicare un ulteriore effetto finanziario legato agli attentati. Un uso criminale di strumenti finanziari derivati avrebbe permesso attività di insider trading con profitti per decine di milioni di dollari a favore dell organizzazione terroristica che ha organizzato l attentato dell 11 settembre. Chi ha orchestrato gli attentati sapeva che i titoli delle società più direttamente colpite dagli eventi sarebbero andati a picco e, secondo Chesney, avrebbe potuto sfruttare questo vantaggio conoscitivo speculando al ribasso su alcune azioni per mezzo delle put option (opzioni di vendita), strumenti finanziari derivati, che permettono di vendere a un prezzo prefissato un certo numero di titoli entro una certa data futura. Oggetto della speculazione, le compagnie aeree American Airlines e United Airlines, ma anche le finanziarie Morgan Stanley e Merril Lynch, che avevano i loro uffici all interno del World Trade Center o nelle immediate vicinanze. Il 10 settembre 2001 un azione di American Airlines valeva 29,70 dollari. Il 17 settembre, giorno di riapertura dei mercati, la stessa azione valeva solo 18 dollari. Chi sapeva che il titolo di American Airlines sarebbe crollato poteva acquistare opzioni di vendita, assicurandosi il diritto di venderle a 30 dollari entro il 20 di ottobre. Anche il contratto d opzione poteva essere ceduto, senza esercitare l opzione stessa ed aveva un valore di 2,5 dollari il 10 settembre e di 12 dollari il 17 settembre. Chi sapeva dell attentato poteva ottenere un rendimento del 380% (12-2,5/2,5) in sette giorni. Un investimento di dollari avrebbe così potuto fruttare 1,14 milioni di dollari. Chesney precisa che la sua è una ipotesi che l esame delle transazioni finanziarie ha però confermato. Riproponendo un dubbio: perché anche in questo caso nessuno ha notato che qualcosa di anomalo stava accadendo? L AUTORE STEVE MC CURRY, tra i più celebri fotografi contemporanei, è membro dell agenzia Magnum dal Nato a Philadelphia, si è laureato all università di arte e architettura della Pennsylvania. Dopo due anni di pratica in una rivista, ha documentato come free lance l India da cui ha tratto una delle sue principali lezioni, la capacità di attendere per lo scatto fotografico, lasciando che le persone si trovino di fronte un uomo e non solo un fotografo, potendo ripetere i gesti della loro quotidianità senza sentirsi spiati. La sua carriera è diventata internazionale quando, travestito con i costumi del posto, riuscì ad attraversare la frontiera tra Pakistan e Afghanistan alla vigilia dell invasione russa. Le pellicole, che erano state cucite dentro gli abiti per non essere scoperte ai numerosi posti di controllo, sono state pubblicate in tutto il mondo. Vincitore del prestigioso premio Robert Capa per il fotogiornalismo, ha vinto inoltre due volte il premio Olivier Rebbot. Steve McCurry ha seguito la guerra tra Iran ed Irak, il conflitto a Beirut, la Cambogia, le Filippine, la guerra del Golfo e l invasione dell Afghanistan. Celebre anche per il lavoro di documentazione realizzato nel Sudest asiatico, Mc Curry ha lavorato per alcuni anni anche per il National Geographic. Tra i suoi volumi si ricordano Sanctuary. The Temples of Angkor e Ritratti, entrambi pubblicato dall editore Phaidon. Tra le macerie del World Trade Center, dopo l attentato dell 11 settembre Tra i pompieri intervenuti negli edifici in fiamme dopo lo schianto dei due aerei, vi sono state 343 vittime. New York, 2001 > 11 settembre 8 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 9

6 fotoreportage Nelle strade di Lower Manhattan dopo l attentato. Tra le 8.45 e le 9.05 del mattino due boeing dirottati dai terroristi sono stati rivolti contro le Torri Gemelle. New York, 2001 > 11 settembre STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS 10 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 11

7 STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS > 11 settembre L impatto mediatico è stato enorme: il mondo si è fermato New York, 2001

8 fotoreportage Tra le macerie, squadre di pompieri spengono le ultime fiamme dei due grattacieli e dei palazzi circostanti. New York, 2001 > 11 settembre STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS 14 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 15

9 a cura di Mauro Meggiolaro dossier Pompieri al lavoro dopo il crollo delle Torri Gemelle. L asporto delle macerie ha richiesto settimane di lavoro: ogni giorno venivano rimosse da 6 a 10 mila tonnellate, per complessive tonnellate. New York, 2001 Il capitalismo finanziario e la liquidità nera >18 Il ruolo dei derivati >22 La guida della Guardia di finanza >24 STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS crimine offshore La finanza lava più bianco Ogni anno vengono lavati e rimessi in circolo tra i e i miliardi di dollari. Le norme antiriciclaggio sono sempre più rigide. Ma pulire il denaro non è mai stato così facile. 16 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 17

10 dossier crimine offshore Il capitalismo finanziario non può più fare a meno della liquidità criminale Il Grand Hotel des Palmes di Palermo, teatro di un vertice per spartirsi il narcotraffo nel M ille - millecinquecento miliardi di dollari, dal 2 al 3% del prodotto nazionale lordo mondiale. Secondo le ultime stime è questo il valore dell economia criminale. Una cifra che si ottiene sommando gli utili provenienti dal traffico di droga, di armi, di esseri umani, dai reati informatici e dalle contraffazioni. Un fiume di denaro che viene trasferito da un Paese all altro, da un conto all altro, passando per paradisi fiscali, trust, strumenti finanziari derivati, per poi tornare indietro perfettamente ripulito sui conti di partenza. Un iniezione annua di liquidità superiore al PIL della Gran Bretagna, di cui il capitalismo finanziario non può più fare a meno: il grado di interdipendenza tra economia legale e illegale è ormai troppo avanzato per pensare di sciogliere tutti i legami. Somme enormi che sfuggono alla contabilità internazionale grazie ai paradisi fiscali e vengono riversate sui mercati con effetti gravissimi sulle economie di interi Paesi. «Non si possono comprendere le crisi finanziarie che si sono verificate in Asia, in Russia e altrove se non si considera che il traffico degli stupefacenti fattura ormai 500 miliardi di dollari all anno, il doppio dei petroldollari che sconvolsero i mercati nel 1973», ha dichiarato Alain Cotta, professore di economia all università di Parigi-Dauphine. Il doppio anche delle entrate dell industria farmaceutica globale e ben nove volte di più degli aiuti ufficiali allo sviluppo. Grand Hôtel des Palmes Per poter circolare il denaro sporco deve essere riciclato. Con il riciclaggio si cancellano le origini illecite dei guadagni, che possono essere reintrodotti nella sfera lecita dell economia. Praticato fin dal medioevo, il riciclaggio GRANDI OPERAZIONI DI RICICLAGGIO/1 FRANKLIN JURADO: TRADITO DALLA CURIOSITÀ DI UN VICINO FRANKLIN JURADO, COLOMBIANO, SI LAUREA IN ECONOMIA AD HARVARD. Nell aprile del 1996 viene dichiarato colpevole di riciclaggio di denaro dalla Corte Federale di New York e condannato a sette anni e mezzo di prigione. Usando le tecniche imparate all università, era riuscito a ripulire, spostandoli da una banca all altra, 36 milioni di dollari provenienti dalla vendita di cocaina negli Stati Uniti. I soldi venivano trasferiti elettronicamente da Panama all Europa attraverso gli uffici della Merrill Lynch e di altre istituzioni finanziarie. In tre anni Jurado aveva aperto più di 100 conti in 68 banche di nove Paesi: Austria, Danimarca, Gran Bretagna, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Lussemburgo e Monaco. Alcuni dei conti venivano aperti usando i nomi delle amanti e dei parenti di José Santacruz Londono, boss del cartello di Cali che aveva commissionato il riciclaggio. Mantenendo gli importi dei trasferimenti sotto i dollari, per evitare di incappare nella normativa antiriciclaggio, Jurado spostava i fondi da un conto all altro. Aveva anche creato società fantoccio in Europa con il probabile obiettivo di trasferire i soldi ripuliti in Colombia dove Santacruz li avrebbe investiti in ristoranti, società di costruzione, farmacie e immobiliari. Come gli investigatori hanno potuto leggere in un quaderno sequestrato a Jurado, il processo di riciclaggio ideale era composto di quattro fasi, dopo le quali i capitali ripuliti avrebbero potuto essere utilizzati senza problemi in qualsiasi mercato: FASE 1: un conto viene aperto in Germania con il nome Perez e viene alimentato con dei fondi provenienti dai Carabi; FASE 2: un altro conto, aperto alla Banca Industriale di Monaco, con il nome Ruiz viene alimentato da un trasferimento di denaro dal conto tedesco Perez;. FASE 3: vengono costituite due società, una svizzera e l altra lussemburghese, che ricevono i fondi in uscita dal conto Ruiz. A questo punto i fondi sono diventati completamente europei;. FASE 4: la società svizzera apre con uno pseudonimo un conto in Austria per ricevere dei fondi dalla società lussemburghese. Le architetture dell economista colombiano crollano quando il fallimento di una banca nel Principato di Monaco porta alla luce una serie di conti riferibili a Jurado. La prima segnalazione era però partita dal Lussemburgo, dove un vicino di casa del riciclatore aveva chiamato la polizia locale insospettito dal rumore incessante di una macchinetta contasoldi. Forte delle nuove leggi contro il riciclaggio la polizia lussemburghese riesce ad arrestare Jurado nel 1990, per poi estradarlo negli Stati Uniti alcuni anni più tardi. Il caso Jurado è un esempio di come i cartelli della droga usino mezzi sempre più sofisticati per riciclare i loro profitti, appoggiandosi ad esperti del settore finanziario. Ma indica anche che il tallone di Achille di chi pratica il riciclaggio è proprio la sete di profitti che li induce a compiere prima o poi dei passi falsi. dossier crimine offshore Un iniezione di liquidità pari al prodotto interno lordo della Gran Bretagna, di cui il capitalismo finanziario non può più fare a meno. del denaro assume una dimensione rilevante a partire dagli anni Settanta, quando il traffico di droga comincia ad assicurare alle grandi organizzazioni criminali introiti sempre più elevati. La svolta per l economia criminale si fa risalire simbolicamente all ottobre del Al Grand Hôtel des Palmes di Palermo le delegazioni americane e siciliane di Cosa Nostra si incontrano per fissare le regole del traffico internazionale di droga. Una vera e propria Yalta dell eroina dopo la quale i mercati americano ed europeo vengono inondati di polvere bianca. E le casse della criminalità si gonfiano di narcodollari che necessitano di essere ripuliti. Partito come attività clandestina, effettuata ai margini del sistema economico infiltrando banche e imprese, il lavaggio del denaro si è progressivamente integrato nel sistema finanziario globale tanto che oggi risulta sempre più difficile distinguere i capitali della criminalità da quelli dell economia legale: entrambi utilizzano gli stessi circuiti e le stesse possibilità offerte dalla globalizzazione dei mercati e dalle nuove tecnologie. Secondo Philippe Broyer, esperto di criminalità finanziaria, le condizioni dei mercati non sono mai state così favorevoli al riciclaggio. Cerchiamo di capire perché. Autostrade elettroniche La diffusione delle tecnologie informatiche e il sempre maggior utilizzo di Internet hanno aperto delle autostrade ai flussi di denaro sporco. L immagine del riciclatore che passa il confine con la valigetta piena di banconote appartiene sempre di più al passato. Oggi la maggior parte delle transazioni illegali avviene attraverso i circuiti di trasferimento elettronico Swift o Chips, senza che sia necessario spostarsi da casa o dalla sala trading di una banca. Basta un collegamento a Internet. Grazie ai sistemi informatici una somma di denaro può cambiare di mano anche trenta volte al giorno, viaggiando in una dozzina di piazze finanziarie diverse. I riciclatori possono trasferire elettronicamente il denaro da ripulire in società con sede nei paradisi fiscali per poi farlo rientrare nel Paese di origine sotto forma di prestiti o di pagamenti. Alla fine del processo può accadere che diventi impossibile accertare l'identità di chi ha realmente 18 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 19

11 dossier crimine offshore iniziato il trasferimento elettronico dei fondi. Il grande numero di transazioni elettroniche - da a un milione al giorno con il sistema Swift e la loro velocità rendono difficile ogni forma di controllo. «È probabile che il riciclaggio moderno spiega Marc Chesney, presidente del CEBC (Centro Studi sulla Corruzione e il Riciclaggio) si svolga soprattutto a New York o a Londra, in prossimità dei mercati finanziari in cui avviene il maggior numero di transazioni». Non è un caso che la più grande ed efficiente lavanderia del globo siano proprio gli Stati Uniti, dove c è anche il più alto consumo di sostanze stupefacenti del mondo. I derivati Un altro toccasana per chi deve riciclare denaro è rappresentato dallo sviluppo incontrollato dei contratti finanziari derivati. Nati nelle borse merci americane come strumenti per la copertura dei rischi (per esempio per assicurare gli agricoltori contro i rischi di un cattivo raccolto), i derivati sono diventati vere e proprie forme di scommessa. La diffusione generalizzata di futures, options e swaps (vedi GLOSSARIO ), iniziata nei primi anni Novanta, ha aperto l era della finanza virtuale o, secondo alcuni, della finanza barbara. I derivati permettono infatti di scommettere sull andamento del prezzo del petrolio, del caffè, di un titolo azionario, di una valuta, di un indice o di un obbligazione senza dover necessariamente acquistare o vendere le merci o i titoli sottostanti, in un gioco di pura speculazione. Il mercato dei derivati ha avuto un incremento spettacolare negli ultimi quindici anni. Secondo la Bank for International Settlements, nel giugno del 2004 il valore complessivo dei contratti derivati in circolazione era pari a miliardi di dollari, circa 4,5 volte il prodotto interno mondiale. I derivati sono molto amati dai riciclatori per una serie di motivi: si contraggono presso una clearing house o società di compensazione che garantisce sempre la solvibilità delle operazioni, sono sostanzialmente anonimi (la controparte non si conosce) e permettono di operare su valori di taglio molto elevato senza impegnare grandi somme di denaro. Naturalmente per poter usare in modo efficace strumenti così complessi le organizzazioni criminali devono collaborare con esperti del settore. Ma questo, come si vedrà, non è mai stato un problema. GLOSSARIO DERIVATO Strumento finanziario il cui prezzo e la cui valutazione sono dipendenti dal prezzo di un altro bene, definito valore sottostante. Il sottostante può essere un azione, un obbligazione, un indice, un tasso, una valuta o anche una materia prima come il petrolio o il caffè. CONTRATTO FUTURE Tipologia di contratto derivato. Acquistando/vendendo un future si assume l obbligo di acquistare/vendere i beni sottostanti al contratto allo scadere di una certa data e a un prezzo stabilito in precedenza. I contratti future possono fare riferimento sia a merci (commodity future), sia a strumenti finanziari (financial future). CONTRATTO DI OPZIONE Contratto derivato con il quale una delle parti, pagando una somma alla controparte (premio), acquista il diritto di comprare (call option) o di vendere (put option), ad una data futura, un certo quantitativo di strumenti finanziari o di merci a un prezzo stabilito (prezzo di esercizio). Si distingue tra un option europea, che può essere esercitata soltanto alla data di scadenza concordata, e un option americana, che può essere esercitata entro la data di scadenza. Le oasi del riciclaggio Una parte rilevante delle transazioni finanziarie interessate dal lavaggio del denaro non sarebbero possibili senza l appoggio dei paradisi fiscali o comunque di Paesi compiacenti nei quali è possibile aprire conti, depositare capitali e girarli senza che vengano fatte domande sulla loro provenienza. La FATF (Financial Action Task Force on Money Laundering, massima autorità internazionale antiriciclaggio) creata nel 1989 in seno al G7 e composta oggi da 28 Paesi, pubblica ogni anno una lista di Stati e Territori che non cooperano nella lotta al riciclaggio. Nel 2000 questa lista comprendeva quindici Territori, tra cui le isole Cook, Marshall, Cayman e Bahamas, la Russia, Panama e il Liechtenstein. Nel febbraio di quest anno sono rimasti nella lista solo il Myanmar, Nauru e la Nigeria. Gli altri Paesi sono usciti in seguito all adeguamento alle direttive del FATF e quindi all approvazione di norme antiriciclaggio. La Russia, per esempio, è uscita nel 2002 dopo aver approvato la legge federale 115-FZ che ha introdotto di sistemi di identificazione più rigorosi e un apertura alla cooperazione con le autorità finanziarie di altri Paesi. L adesione alle raccomandazioni del FATF rende sicuramente più difficile il lavoro dei riciclatori, che però in genere continua assumendo forme diverse. «Chi ricicla il denaro si è dimostrato estremamente creativo nell immaginare nuovi schemi per eludere le contromisure approvate dai governi. I sistemi nazionali dovrebbero essere abbastanza flessibili da individuare i nuovi schemi e rispondere adeguatamente», dichiara la FATF. Spesso però non lo sono, sia perché la criminalità organizzata è molto più veloce degli iter di approvazione delle leggi, sia perché a volte gli stessi Stati aderiscono alle norme antiriciclaggio solo per ragioni di opportunità politica e temono che una loro seria applicazione provochi un emorragia di capitali verso Paesi meno virtuosi. GRANDI OPERAZIONI DI RICICLAGGIO/2 LAW KIN-MAN: AFFEZIONATO CLIENTE DELLA BCCI LAW KIN-MAN, CITTADINO DI HONG KONG E MEMBRO DELLA TRIADE SUN YEE ON è in carcere negli Stati Uniti. Ha organizzato per parecchi anni traffici di stupefacenti e operazioni di riciclaggio. A partire dalla fine del 1982 Law diventa un cliente fedele della BCCI di Hong Kong, dove i suoi depositi di contante arrivano a superare anche i dollari al giorno. Un giorno la filiale della BCCI fu costretta addirittura a chiudere anticipatamente per contare i 2,5 milioni di dollari in contanti versati da un corriere di Law. Tutti in tagli piccoli, come accade sempre con il traffico di droga. A partire dal 1987 le somme cominciarono ad essere versate sempre di più per via telematica. La banca aveva modificato le sue procedure per facilitare Law, che poteva disporre di 306 conti aperti a nome di 70 persone, la cui esistenza era certificata da documenti di identità falsi. Secondo Jim Wardell, uno degli investigatori del caso, a Law venivano accordati tassi di interesse di favore e veniva data la possibilità di usare un ufficio con un computer in una delle filiali per lavorare. L importo totale riciclato da Law fino al giorno del suo arresto è stato stimato intorno ai 77 milioni di dollari. Tutti provenienti dal traffico di droga. L inchiesta avviata dopo l arresto ha svelato tutte le ramificazioni delle attività di Law: vendita di droga negli Stati Uniti per un valore complessivo di 600 milioni di dollari, più di 100 milioni di dollari di patrimonio in beni immobiliari, titoli e altri beni sparsi tra Honk Kong, Australia e Stati Uniti, ma anche un impresa domiciliata in Liberia che gli permetteva di usare dei conti aperti a nome della società presso la BCCI. Law utilizzava anche forme meno sofisticate di riciclaggio: comprava e rivendeva gettoni del casinò di Atlantic City oppure importava clandestinamente a Hong Kong oro e pietre preziose per piazzarle sul mercato locale. Estradato negli Stati Uniti nel 1992, in seguito alla scoperta di un carico di oltre 1000 kg di eroina proveniente dalla Tailandia, Law è stato giudicato e condannato nel Nell ottobre del 1995 è stato anche condannato in contumacia ad Hong Kong per riciclaggio: la prima condanna del genere che sia mai stata pronunciata sul territorio di Hong Kong. SITI DI RIFERIMENTO Paradisi del crimine Nella realtà i Paesi che vengono scelti per riciclare il denaro e far transitare capitali di dubbia provenienza sono ben più di tre. La ricerca Euroshore pubblicata nel 2000 da Transcrime (centro di ricerca sul crimine transnazionale dell università di Trento), in collaborazione con la Bocconi e l Università di Rotterdam, consiglia di affiancare ai Paesi non cooperativi individuati dalla FATF i Paesi sotto-regolamentati. È infatti dimostrato che gli Stati nei quali la regolamentazione anche in un solo ambito (finanziario, fiscale, commerciale, valutario, amministrativo o penale) è sotto gli standard internazionali, diventano automaticamente più interessanti di altri per il crimine organizzato. E quindi anche se offshore non significa per forza illegale o criminale, nella prassi le organizzazioni malavitose preferiscono agire nei Paesi a fiscalità (o comunque a legislazione) agevolata piuttosto che in altri Paesi. Il numero di questi Stati può variare da 40 a 80, a seconda dei criteri che si applicano. Secondo quanto riportato dal libro-dossier Paradisi fiscali: uno scippo planetario di Ares 2000 Onlus (associazione di ricerca economica), il giro d affari annuo di queste piazze finanziarie particolari sarebbe pari a miliardi di dollari, di cui il 40% proverrebbe da traffici criminali. Nei Paesi considerati in senso lato paradisi fiscali hanno scelto di aprire un agenzia circa banche di cui 320 italiane, mentre il 50% delle società italiane quotate in borsa (112 su 250) hanno partecipazioni di controllo su società residenti in territori offshore. Quando si parla di questi Paesi non bisogna per forza pensare a luoghi esotici. Anche Stati dell Unione Europea possono deviare dagli standard di integrità e trasparenza adottati dalla comunità internazionale. La Gran Bretagna, per esempio, controlla più di venti paradisi fiscali, dalle isole Cayman alle più vicine Isole del Canale o all Isola di Man e conserva un codice di diritto societario del tutto autonomo. Grazie al quale è possibile fondare nominee o trust, società fiduciarie che operano per conto di clienti che possono rimanere anonimi e ai quali non è possibile confiscare i beni nel caso vengano scoperte operazioni illecite. Non a caso la City di Londra viene ormai considerata da molti come la madre di tutti i paradisi. Banche bassotti I sistemi elettronici, i derivati e i paradisi fiscali hanno contribuito a rendere il riciclaggio un attività sempre più integrata nel sistema finanziario. Ma questa svolta non sarebbe stata possibile senza la connivenza di banche, istituzioni finanziarie, singoli operatori o esperti. Nel 1999 la Bank of New York è stata inquisita per un piano di riciclaggio che prevedeva l uscita dalla Russia di dieci miliardi di dollari. Nel 1996 Franklin Jurado (vedi BOX RICICLAGGIO/1 ), un economista colombiano laureato ad Harvard, è stato incarcerato per aver architettato il lavaggio di 36 milioni di dollari provenienti dal traffico della cocaina facendoli uscire da Panama attraverso gli uffici della Merrill Lynch e di altri istituti finanziari. In tre anni Jurado ha aperto più di 100 conti in 68 banche di nove Paesi. Il castello di carte è crollato in seguito al fallimento di una banca di Monaco di cui Jurado era cliente. Possibile che prima nessuno si fosse accorto di niente? Non parliamo poi delle banche svizzere, messe sotto accusa in modo magistrale da Jean Ziegler nel libro La Svizzera lava più bianco, un classico sul riciclaggio del denaro. Negli istituti finanziari elvetici sono state riciclate le fortune dei cartelli di Medellin e Cali, dei narcotrafficanti iraniani e libanesi, delle mafie newyorchese, siciliana e calabrese, ma anche i tesori dei despoti africani, asiatici e latinoamericani. Dopo l approvazione (agosto 1990) di una legge più severa sul riciclaggio, la piazza finanziaria svizzera non è più ai primi posti nelle preferenze dei riciclatori, che si sono spostati verso altri Paesi, primi fra tutti quelli dell ex blocco socialista. Dopo il crollo del muro, in questi Paesi sono state create centinaia di banche che hanno cominciato a proporre ai loro clienti servizi analoghi a quelli garantiti 20 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 21

12 dossier crimine offshore dossier crimine offshore LIBRI Philippe Broyer L argent sale. Dans les réseaux du blanchiment L Harmattan, 2000 Loretta Napoleoni La nuova economia del terrorismo Marco Tropea Editore, 2004 Jean Ziegler La Svizzera lava più bianco Mondadori, 1990 Ludovic François, Pascal Chaigneau, Marc Chesney Blanchiment et Financement du Terrorisme Ellipses, 2004 Transcrime, Euroshore Final Report, 2000 disponibile su nei paradisi fiscali. Negli ultimi anni la situazione è migliorata in quasi tutti i Paesi del Patto di Varsavia. Ma la Russia continua ad essere un luogo d elezione per il riciclaggio: molte banche sono ancora nelle mani dei gruppi criminali. Blackfriars Bridge, il ponte dei Frati Neri lungo il Tamigi, nel cuore della capitale londinese, dove il 18 giugno 1982 venne ritrovato il corpo del banchiere Roberto Calvi. L inchiesta non è ancora del tutto chiusa e secondo la magistratura italiana l ex presidente del Banco Ambrosiano venne ucciso da uomini della Banda della Magliana per conto della mafia. La banca di Marcos, Noriega e Saddam Il caso più eclatante di connivenza tra un istituzione finanziaria e la criminalità organizzata è probabilmente quello della Bank of Credit and Commerce International (BCCI). Al settimo posto nel mondo tra le banche private, aveva sede a Londra e in Lussemburgo, era presente in 73 Paesi e gestiva 23 miliardi di dollari per conto di più di un milione di clienti. Durante i vent anni della sua esistenza (dal 1972 al 1991) la BCCI ha favorito il riciclaggio di circa 32 miliardi di dollari. Creata dal finanziere pakistano Agha Hasan Abedi, la BCCI aveva tra gli azionisti la Bank of America, all epoca una delle più importanti banche mondiali, nonché sceicchi e miliardari sauditi. La lista dei suoi clienti fa rabbrividire: Manuel Noriega (dittatore di Panama), Jean Claude Duvalier (dittatore di Haiti), Ferdinando Marcos (dittatore delle Filippine), Saddam Hussein, i più grandi trafficanti di droga e di armi del pianeta, i responsabili dei movimenti terroristici internazionali, ma anche la stessa CIA. La BCCI offriva a ognuno di questi clienti servizi clandestini su misura, attirando il denaro della droga, dell evasione fiscale e delle commissioni dei funzionari statali corrotti. La chiusura della BCCI fu decisa dalla Banca di Inghilterra il 5 luglio del 1991 e rivelò un enorme buco finanziario: tra i 10 e i 20 miliardi di dollari. Una perdita enorme generata da speculazioni finanziarie senza controllo. Molti si sono chiesti come abbia fatto una banca del genere ad agire indisturbata per vent anni. La risposta è semplice: i suoi servizi venivano utilizzati con profitto anche dalle autorità americane e da altri governi. Dai conti della BCCI sono passati, per esempio, i fondi che gli Stati Uniti hanno girato ai movimenti antisandinisti in Nicaragua. La banca di dio Un altra banca assurta alle cronache per il suo ruolo di intermediario tra il circuito finanziario legale e quello illegale è il Banco Ambrosiano Veneto. Fondato a Milano (come Banco Ambrosiano) nel 1896, fu fin dall origine molto vicino alla Chiesa cattolica. Lo IOR (la banca del Vaticano) ne divenne azionista dopo la seconda guerra mondiale. Negli anni ottanta l Ambrosiano, che dieci anni prima era ancora una banca regionale, diventò la prima banca privata italiana. Merito del presidente Roberto Calvi e dei consigli del suo amico Michele Sindona, spregiudicato finanziere sostenuto dalla mafia, dal Vaticano e dalla Democrazia Cristiana guidata da Andreotti. Dopo il crollo dell impero Sindona e la condanna del finanziere, il Banco Ambrosiano, che nel frattempo aveva aperto succursali in Lussemburgo, nelle Bahamas, in Nicaragua e a Panama, divenne il partner principale per le operazioni finanziarie internazionali del Vaticano, tanto che Calvi fu presto soprannominato il banchiere di Dio. Tra i clienti più fidati dell Ambrosiano, oltre alla Chiesa, figuravano però anche le più potenti famiglie mafiose siciliane e i trafficanti di droga colombiani. Con la protezione di Licio Gelli e della Loggia P2, Calvi riuscì ad agire indisturbato per alcuni anni ma finì per perdere tutta la sua autonomia a scapito della loggia massonica, che utilizzò sempre di più la banca per finanziare le sue operazioni di destabilizzazione dello Stato italiano. La parabola del Banco Ambrosiano Veneto termina nel 1981, quando gli ispettori della Banca d Italia scoprono una serie di malversazioni legate al trasferimento internazionale di fondi e un buco da 1,4 miliardi di dollari. Calvi, arrestato nello stesso anno, muore a Londra in circostanze ancora misteriose portandosi nella tomba i segreti della sua banca. Lo IOR, azionista dell Ambrosiano, esce indenne dallo scandalo. Grazie alla sovranità territoriale vaticana, non è infatti sottomesso al controllo della Banca d Italia. Il vescovo americano Marcinkus, allora presidente dell Istituto Opere Religiose, e i suoi collaboratori non sono tenuti a rispondere alle autorità italiane. Secondo Philippe Broyer, autore del libro L argent sale (Il denaro sporco), la vicenda del Banco Ambrosiano è la testimonianza di una compenetrazione quasi totale tra economia legale e illegale, nella quale gli attori diventano quasi intercambiabili. Anche per la storia dell Ambrosiano si deve però constatare una triste verità, comune a molti altri casi di riciclaggio: il lavaggio di denaro si interrompe e viene alla luce perché implode su sé stesso e non perché viene fermato dalla legge, dalle forze dell ordine o dalle autorità pubbliche. Del resto, come ebbe a dire Licio Gelli, «il capitale finanziario è come un esplosivo: se quelli che lo utilizzano sono competenti, seri e affidabili, si comporta docilmente e può moltiplicarsi a livello esponenziale. Altrimenti finisce per esplodere direttamente tra le mani di chi lo usa».. LIBRI Romeo Ciminello Droga e prodotti finanziari derivati pubblicato su Rapport Moral sur l Argent dans le Monde 1995 Association d Economie Financiere, 1995 Ares 2000 onlus (a cura di) Paradisi Fiscali: uno scippo planetario Malatempora, 2002 Simona Mulinari Cyberlaundering Riciclaggio di capitali, finanziamento del terrorismo e crimine organizzato nell era digitale Price Waterhouse Coopers, Milano, 2003 International Narcotics Control Strategy Report 2005 Uno scrive, l altro acquista E con un contratto derivato si riciclano ingenti somme Parla Romeo Ciminello, autore di Droga e prodotti finanziari derivati, pubblicato su Rapport moral sur l argent dans le monde. Docente di finanza presso l Università di Trieste e la Pontificia Università Gregoriana, è esperto di mercati dei cambi e dei derivati. Qui sopra, Romeo Ciminello, uno dei principali esperti italiani di derivati. U di M.M. n incredibile mole di danaro ruota intorno ai prodotti finanziari strutturati, vere e proprie scommesse ad alto rischio con le quali si può guadagnare (e perdere) molto danaro. Abbiamo intervistato Ciminello, uno dei massimi esperti del settore Come si fa a riciclare il denaro con i derivati? Faccio un esempio con le call options o opzioni di acquisto. Sono contratti derivati in base ai quali, a fronte del pagamento di un premio (una percentuale del valore dei titoli sottostanti) l acquirente (holder) acquisisce il diritto (ma non l obbligo) di acquistare dal venditore (writer) ad una data stabilita un certo numero di titoli (azioni, obbligazioni, ecc.) ad un prezzo prefissato (prezzo di esercizio). Poniamo il caso che un riciclatore italiano voglia trasferire denaro sporco in un paradiso fiscale. Accordandosi con un complice residente nel paradiso fiscale che funge da writer (cioè vende le opzioni) acquista presso una banca una call option pagando il premio. Se la banca non è compiacente il premio dovrà essere inferiore ai euro, soglia sopra la quale scatta la segnalazione antiriciclaggio. Acquistando la call option il riciclatore assume la facoltà di ritirare i titoli sottostanti alla scadenza oppure di recedere dal contratto abbandonando il premio. È un operazione che non desta alcun sospetto perché è di importo limitato: si paga solo il premio. Se al momento della scadenza il prezzo di esercizio dell opzione è inferiore al prezzo di mercato (out of the money) il riciclatore recede dal contratto, rinunciando ad esercitare l opzione e perde il premio, che viene comunque trasferito al writer. Il writer acquisisce quindi ufficialmente la somma in modo lecito e pienamente giustificabile. Sarà cura del complice, che si tratterrà una percentuale per l attività prestata, trasferire poi l ammontare in qualche conto cifrato. Se invece alla scadenza il prezzo prefissato per l acquisto dei titoli è inferiore al prezzo di mercato (in gergo in the money) al riciclatore non conviene recedere dal contratto: può esercitare l opzione, comprando effettivamente dal writer (che è suo complice) i titoli sottostanti, per poi rivenderli al prezzo di mercato (che è più alto). In questo modo il 22 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 23

13 dossier crimine offshore dossier crimine offshore riciclatore, che comunque deve pagare il premio al writer, trasferisce all estero una somma di denaro (corrispondente all ammontare del premio) riuscendo anche a guadagnare dall operazione di call option. Come può Internet rendere più facile il riciclaggio? Internet mette a disposizione di criminali e terroristi straordinarie opportunità. Siamo entrati nell era digitale del riciclaggio. La fase di layering (vedi GRAFICO ) è stata molto facilitata dal web su questi ed altri siti è possibile aprire conti ed effettuare trasferimenti in assoluta libertà. Sono banche virtuali che sfuggono a ogni controllo. Il sito permette addirittura di effettuare tutte le operazioni in pieno rispetto della legge islamica. Il sistema si basa su una valuta virtuale, l e-dinar, un unità elettronica di denaro che corrisponde a 4,25 grammi d oro 24 carati. La lotta al riciclaggio è votata al fallimento? Difficilmente si riuscirà a combattere il riciclaggio con il solo intervento legislativo o la sola volontà politica. Per quanto restrittive possano essere le leggi, i riciclatori troveranno sempre spazi in cui agire indisturbati. In realtà fino a quando continuerà ad aumentare lo squilibrio tra nord e sud del mondo aumenteranno anche le possibilità di azione dei riciclatori. La maggior parte dei Paesi sono infatti costretti da necessità contingenti ad accettare capitali senza voler sapere nulla sulla loro provenienza. Quindi bisogna impegnarsi per ridurre gli squilibri e allo stesso tempo coscientizzare gli operatori finanziari organizzando corsi di etica. Seri.. Siamo entrati nell era digitale del riciclaggio: opportunità unica per i riciclatori COLLOCAMENTO INTEGRATO DEL FLUSSO Pagamento di Y o fattura falsa inviata all impresa X Trasferimento nel conto bancario dell'impresa X COLLOCAMENTO STRATIFICAZIONE INTEGRAZIONE Raccolta del denaro sporco Denaro sporco integrato nel sistema finanziario Credito all impresa Y Trasferimento elettronico Banca Offshore Acquisto di beni di lusso Investimenti finanziari Investimenti industriali e commerciali ANDREA BOZZO Riciclaggio trifasico e connivenze indispensabili Quali sono le tecniche concrete attraverso cui si realizza il riciclaggio? La Guardia di Finanza italiana ha redatto uno studio a cura del Comandante del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, colonnello Sergio Bosco, e del capitano Giulio Sanarighi. L A GUARDIA DI FINANZA HA REALIZZATO UNO STUDIO in cui viene esaminata la cosiddetta concezione trifasica, che analizza le tre fasi in cui è sempre possibile suddividere una operazione, anche la più complessa, di riciclaggio. NELLA PRIMA FASE, detta del collocamento o placement stage ci si sbarazza del denaro contante provento delle attività criminali. «L obiettivo immediatamente perseguito è la trasformazione del contante nella cosiddetta "moneta scritturale", rappresentata dai saldi attivi dei rapporti costituiti presso intermediari finanziari». È una fase estremamente delicata perché, spiegano gli autori dello studio, «un soggetto agente deve entrare in contatto diretto con un intermediario finanziario. Non a caso proprio in questa fase si è sviluppato il cosiddetto smurfing, o frazionamento dell operazione in più tranche, per eludere i controlli previsti dalle normative antiriciclaggio». LA SECONDA FASE, chiamata layering stage prevede il camuffamento completo dell origine del denaro e l eliminazione delle tracce contabili del denaro sporco tramite più trasferimenti elettronici, modificazioni e transiti da un conto corrente e da un rapporto ad un altro. LA TERZA E ULTIMA FASE porta il denaro ripulito ad essere inserito nel mercato legale ( integration stage ). La prima fase, piazzare il denaro, presenta i rischi e i costi maggiori per l organizzazione criminale. Si utilizzano quasi sempre le opportunità presentate dalle banche e società dei paesi off-shore, che non applicano le normative dell accordo Gafi, previste dal G8 contro il riciclaggio. Secondo Bosco e Sanarighi «la criminalità organizzata si è trovata a fare i conti con le risposte normative dei paesi occidentali che impongono l identificazione del cliente e gli indici di anomalia connessi al citato frazionamento delle operazioni. Allocare una grossa quantità di denaro sporco in una piazza offshore, tradizionale o emergente che sia, comporterà sicuramente delle commissioni maggiori, ma consentirà di perfezionare la transazione con estrema facilità». Depositato il denaro, si può ottenere una garanzia internazionale che attesta la presenza di un saldo attivo su un conto bancario. I certificati di deposito emessi su quel saldo positivo possono ora essere utilizzati come «un succedaneo della moneta legale, anche per il pagamento di beni o servizi. Possono essere ceduti, scontati o prestati in garanzia presso istituti di credito o presso altri operatori». Emblematico in questo senso il caso scoperto alla fine degli anni Novanta dalla Procura di Aosta che aveva individuato un caso di roll programm, l utilizzo a cascata di certificati di deposito (alcuni addirittura emessi sotto il Terzo Reich), alla base di speculazioni finanziarie di rilievo internazionale finalizzate al riciclaggio. L inchiesta venne tuttavia bloccata d autorità dopo le prime convocazioni eccellenti in Procura. In precedenza anche la Procura di Roma aveva accertato un sistema di riciclaggio internazionale simile, basato su certificati di deposito del Banco di Santo Spirito inseriti addirittura nella black list dei certificati rubati o la cui validità era compromessa, accettati tuttavia come garanzia a fronte di una rilevante commissione e della certezza che chi li presentava poteva coprire solidamente ogni esposizione, pur con denaro la cui provenienza sarebbe stata tutta da accertare. Infatti, come spiegano ancora Bosco e Sanarighi «i capitali sporchi, esposti al rischio di monitoraggio,rimangono immobili mentre al loro posto si muovono una vasta gamma di crediti documentari in un vortice di triangolazioni che vanno ad integrare la fase del camuffamento dell origine effettiva del denaro». In questa fase rientrano anche i sistemi bancari forniti da operatori non tradizionali ( providers ) che utilizzano agenti ( brokers ) diffusi in ogni Paese. «Può così definirsi riciclatore scrivono gli autori della ricerca quel broker che accetti di trattare strumenti finanziari unendosi come ultima finalità trasformare un titolo di credito in un fondo pulito, ossia privo di tracce che possano collegarlo a dei reati, per permetterne il reimpiego nel mercato legale o addirittura nuovamente in quello illegale». Tra le tecniche più ricorrenti, ricordano gli autori, «vi è senza dubbio quella del loan back o teoria dell indebitamento, in sostanza un prestito a se stessi ufficializzato attraverso una pratica di finanziamento che offrirà una facciata legale alla disponibilità del denaro. In realtà l interessato o il suo prestanome offriranno all istituto bancario garanzie frutto della prima fase di riciclaggio al fine di indebitarsi, di avere cioè della disponibilità di denaro a quel punto assolutamente legale». Una volta ottenuto il finanziamento, il riciclatore ha almeno due strade percorribili: far riscattare la garanzia offerta, non pagando nelle modalità previste il suo debito e ottenendo così la legittimazione di quel denaro oppure godere della disponibilità del credito, rispettando il pagamento del debito e «avviando una impresa che ha una origine criminale ma che da quel momento in poi giocherà apparentemente secondo le regole del mercato». Nel caso di un inchiesta penale sarà sempre possibile tentare una difesa che potrebbe vedere il broker accusato del reato minore di tentata truffa e i funzionari della banca, ancorché conniventi, presunte vittime della truffa stessa.. 24 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 25

14 lavanderia Ferdinando Marcos La caduta del Muro è costata molto cara di Paolo Fusi cisl INAS S EMBRAVA DAVVERO UN IDEA BRILLANTE. Ad averla avuta era stato un banchiere zurighese, uno dei più stretti collaboratori del dittatore delle Filippine Ferdinand Marcos. Perchè non utilizzare la Germania comunista per riciclare i proventi illeciti della dittatura? Un progetto tutt altro che strampalato. Il sistema bancario della DDR era semplicissimo: la Staatsbank era la proprietaria di TUTTE le imprese nazionali, dalle banche alle industrie ai panettieri e barbieri. E la Staatsabank apparteneva al popolo. Marcos non poteva comprare una società. Un grosso punto a favore. Lui però poteva avere una società al di qua del muro che intrattenesse rapporti commerciali con una ditta della DDR e quindi avere un conto bancario nella Germania Est che sfuggisse a tutti i controlli di qualsiasi autorità giudiziaria e di regolazione finanziaria. Nel 1976 i rappresentanti in Europa di Marcos rilevano una società americana con sede a Francoforte, la SCM, che fin dalla fine della guerra produceva macchine per codici cifrati e macchine da scrivere su brevetto americano. La SCM stipula un contratto con la Leitec di Lipsia per la commercializzazione di un nuovo tipo di fotocopiatrici a freddo, prodotte per l appunto a Lipsia. Al contempo la SCM vende i suoi prodotti ai paesi del blocco comunista - dopo essersi rinominata in CPF per nascondere l origine americana dei prodotti. Marcos tiene tutti i proventi in tre conti a Lipsia, ed a partire dal 1979 comincia a far produrre al suo uomo di fiducia a Francoforte, l ingegnere Horst Kämmerer, una serie di fatture bislacche per Il clan del dittatore ha perso nelle casse della banca di stato della DDR quasi 330 miliardi rubati al popolo filippino giustificare il pagamento di grandi cifre da diverse società dell impero finanziario dei Marcos alla Leitec di Lipsia. Nel 1983 sui tre conti sassoni di Marcos c erano 9 miliardi di marchi della DDR (equivalenti allora a circa 330 miliardi di lire).nel 1986 Marcos deve lasciare Manila, il regime crolla. Il dittatore, stanco e malato, si nasconde ad Honolulu e prepara la sua successione. Vuole mettere insieme l immenso capitale scippato alle Filippine e tracciare la strada per la restaurazione del suo clan al potere. Quando muore, nel 1989, il progetto è in uno stadio avanzato. Bisogna solo andare a prendere le centinaia di milioni nascosti a Lipsia.Ma proprio in quel momento Helmut Kohl ed Erich Honecker firmano la riunificazione delle due Germanie. La Staatsbank viene sciolta, l intera proprietà del popolo viene brutalmente privatizzata. La famiglia Marcos, per riprendersi il denaro, deve presentarsi ad uno sportello di Berlino e documentare le proprie pretese - spiegando soprattutto come abbia fatto a mettere insieme una cifra così colossale.marcos muore. I suoi figli incaricano Kämmerer di prelevare il denaro. Questi rileva la Leitec di Lipsia, ma non riesce ad arrivare al grosso dei soldi. Almeno così afferma il fiduciario tedesco della famiglia Marcos. Successivamente si scopre che il mariuolo, d accordo con alcuni ufficiali della STASI ed alcuni ex funzionari del ministero dell istruzione della DDR, ha ripulito almeno uno dei conti ed ha messo la Leitec in fallimento. Ora la famiglia Marcos ha proposto al governo un accordo per dividere il malloppo. Troppo tardi. Ciò che restava sul terzo conto (circa 76 milioni di dollari) è finito, dato che nessuno l ha richiesto in tempo utile, nella disponibilità della KfW Kreditbank für Wiederaufbau (una sorta di Cassa del Mezzogiorno tedesca). Del resto non si sa nulla. O meglio, si sa che Horst Kämmerer ha comprato un immensa fattoria in Brasile e si è trasferito laggiù. Pare che le cose gli vadano benone.. ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 27

15 inbreve inanzaetica inbreve Comitati etici in Italia, un inchiesta con molti chiaro scuri >31 Intervista a Beppe Scienza: Non basta un etica astratta >32 UN CODICE MOLTO POCO ETICO PER I DIPENDENTI DELLA WAL MART TEDESCA TRA INVITI ALLA DELAZIONE E INTIMI DIVIETI INDAGINE SUGLI UTENTI DI TELEFONIA MOBILE IN ITALIA BLOCKBUSTER MULTATA PER PUBBLICITÀ INGANNEVOLE L EPA DEVE BLOCCARE LO STUDIO SUI PESTICIDI CONTRO LA CORRUZIONE NEI SETTORI MINERARIO E PETROLIFERO L INZIATIVA EITI ANNUNCIA I PRIMI RISULTATI CLASS ACTION PER UN FARMACO ANTI AIDS Il codice etico di Wal- Mart tedesca, emanato senza aver consultato i sindacati, sta mettendo a dura prova i rapporti tra la filiale tedesca del colosso americano della grande distribuzione e i suoi oltre tredicimila dipendenti. Il nuovo codice etico vieta le relazioni affettive dei dipendenti con i propri superiori perché potrebbero avere influenza sul loro trattamento economico dei collaboratori sottoposti con incentivi non regolamentati e giustificati. A scatenare le proteste è stato sopratutto l articolo che, pena il licenziamento, impone di informare la direzione su eventuali violazioni delle regole da parte dei colleghi. Il caso è così finito di fronte al tribunale. La compagnia respinge le accuse, affermando di aver informato il sindacato, prima di distribuire quelle che chiama linee guida etiche. La questione è all attenzione anche della Confederazione europea dei sindacati Uni (Union Network International), che sottolinea come le politiche del lavoro praticate da Wal-Mart negli Usa risultino non convenienti, per la compagnia, in Europa, dove i suoi affari sono in fase calante, sia in Germania, sia in Gran Bretagna, gli unici due Paesi europei in cui la compagnia americana è sinora presente. Uni sottolinea che il codice etico di Wal-Mart tocca un nervo scoperto dei tedeschi, perché richiama i metodi praticati per decenni dai servizi segreti della Stasi nella Germania Orientale, sottoposta al regime sovietico. Il codice etico contestato in Germania sarebbe una semplice traduzione dall inglese di quello applicato da Wal-Mart negli Stati Uniti. Le normative nazionali sono tuttavia differenti e le conquiste dei sindacati sul tema della libertà personale e dei diritti dei lavoratori sono state in questo modo completamente ignorate dalla multinazionale che gestisce 91 supermercati in Germania. Tra gli obblighi di base dei dipendenti, il codice etico di Wal-Mart prevede quello di informare i superiori e cooperare con le indagini interne su presunte violazioni. Un obbligo di delazione che renderebbe i rapporti umani sul posto di lavoro fortemente degradanti, mettendo a rischio la dignità dei collaboratori e aumentando enormemente il potere discrezionale dei superiori. La Una ricerca europea sul grado di soddisfazione dei clienti della telefonia mobile ha fatto emergere problematiche relative alla qualità di ricezione,a soprattutto alla difficoltà di comprendere le tariffe applicate. Lo studio, realizzato per l Italia dall associazione Altroconsumo, ha rilevato che oltre un terzo degli intervistati ritiene poco chiare le compagne promozionali e le tariffe effettivamente applicate dai gestori. Ultori dati rilevati riguardano le abitudini degli italiani e l utilizzo effettivo del telefonino. Poco il tempo dedicato ai videomessaggi e ai giochini, molto quello dedicato si più economici sms. Solo la metà degli intervistati dichiara di controllare la bolletta per verificare la tariffa applicata e le chiamate conteggiate. Anche chi riscontra irregolarità difficilmente avanza proteste. Pesano probabilmente in questo senso le lungaggini che si devono fronteggiare per avere informazioni e chiarimenti dai call center dei gestori, che richiedono molto tempo e pazienza. Difficile anche destreggiarsi tra le molto pubblicizzate offerte promozionali che prevedono da un lato un risparmio immediato, dall altro un costo finale più elevato a carico del cliente. Solo una minoranza di chi si dichiara insoddisfatto delle tariffe applicate dichiara di aver trovato il tempo per modificare il piano tariffario o il gestore. La campagna promozionale di Blockbuster Usa non più penali per i ritardi costerà piuttosto cara al colosso del noleggio di filmati. I Procuratori generali di 47 Stati americani hanno infatti raggiunto un accordo con Blockbuster che prevede il pagamento di una multa di dollari per pubblicità ingannevole. Blockbuster ha negato le accuse ma è stata obbligata a pagare le consulenze e le spese legali e a ritirare la campagna pubblicitaria. Secondo l accusa i consumatori non sarebbero stati informati delle pesanti penali previste nel caso in cui il ritardo avesse superato i sette giorni. In tal caso infatti il film o il videogioco erano automaticamente considerati acquistati dal cliente con un addebito sul conto personale da cui venivano comunque detratti i costi dei giorni di noleggio. Il conto presso Blockbuster infatti può anche andare in negativo anche per chi non paga con carta di credito e addebito automatico e il pagamento viene comunque preteso a fine mese. La clausola che considerava venduto il bene restituito dopo più di una settimana però non era chiaramente conoscibile dal consumatore e quindi la pratica commerciale era da ritenersi fraudolenta e ingannevole. Inoltre la campagna pubblicitaria era nazionale ma non era vincolante per tutti i negozi, aperti in franchising, e questo poteva ulteriormente indurre in inganno i consumatori. Lo studio sugli effetti dei pesticidi nelle famiglie con bambini minori di tre anni non si farà più. L agenzia Epa statunitense ha infatti annunciato lo stop al progetto, co-finanziato dalla dalla American Chemistry Council (ACC), che rappresenta circa 150 compagnie chimiche americane. Dopo mesi di proteste contro lo studio, la decisione dell Epa è stata forzata dall ostruzionismo praticato da due senatori democratici che hanno rifiutato il loro indispensabile assenso nella nomina del nuovo direttore dell agenzia fino a quando non sarebbe stata risolta la questione del contestato studio sui pesticidi. Secondo i senatori democratici in fatti lo studio non forniva garanzie di serietà ed eticità e i suoi risultati potevano essere strumentali a presentare un quadro positivo della relazione tra l uso dei pesticidi e una serena crescita dei bambini. A creare le prime polemiche, otre al co-finanziamento di uno studio di cui sembravano palesi le finalità di marketing e i positivi risvolti per l industria dei pesticidi, è stata la promessa di 970 dollari oltre a vari gadget tra cui una videocamera, destinati alle famiglie che avrebbero spontaneamente aderito al progetto. Il progetto, denominato CHEERS (Children s Environmental Exposure Research Study), prevedeva che le famiglie non modificassero le loro abitudini ma le documentassero e avrebbe dovuto coinvolgere i bambini di 60 famiglie di Jacksonville, nella Contea di Duval, in Florida. Lo scorso marzo a Londra si è tenuta grande conferenza internazionale dell iniziativa Eiti (Extractive Industries Transparency Iniziative), stabilita nel corso del G8 di Evian nel Scopo dell iniziativa era rendere pubblici gli introiti dei singoli Stati relativi al commercio degli idrocarburi per rendere maggiormente trasparenti le movimentazioni di denaro tra Stati e imprese nell ambito dei settori minerario e petrolifero. L iniziativa è sostenuta da numerosi governi, imprese private e nazionali (BP, Shell, ExxonMobil, Total e Rio Tinto), soggetti come Banca mondiale e da Transparency International, una organizzazione non governativa la cui missione è l investigazione e la ideazione di pratiche contro i fenomeni di corruzione. Sotto la gestione degli enti che aderiscono all iniziativa transitano flussi di capitali e beni per oltre ottomila miliardi di dollari. Dalla conferenza, che è stata seguita con grande attenzione da numerosi media, sono emerse la conferma della partecipazione di tutti i promotori e il coinvolgimento di un nuovo soggetto, il governo dell Azerbaijan. Questo rapporto è stato redatto con la collaborazione delle multinazionali presenti nel Paese, di numerose Ong e del governo. La Bolivia, il Congo e la Guinea equatoriale hanno annunciato il loro sostegno all iniziativa Eiti. Banca Mondiale, Inghilterra, Francia, Norvegia, Stati Uniti e Fondo Mondiale Internazionale hanno annunciato di avere aumentato le risorse per la Extractive Industries Transparency Iniziative, annunciando la prossima conferenza che si terrà nel marzo Tra le compagnie, BP ha annunciato l intenzione di pubblicare delle informazioni sul contestato oleodotto Baku-Tblisi- Ceyhan, cui aderiva anche l italiana Banca Intesa che, anche a seguito della campagna di informazione MancaIntesa ha annunciato il suo ritiro dal progetto. Il ricorso della casa farmaceutica Abbott Laboratories contro la class action per un farmaco anti Aids è stato respinto dalla giustizia californiana. L iniziativa era stata promossa dall Health and Welfare Fund del Service Employees International Union (SEIU), il sindacato dei lavoratori dei servizi, che accusa la compagnia di aver aumentato di oltre il 400% il prezzo del Norvir, un antiretrovirale per il trattamento di infezioni HIV. L aumento avrebbe avuto lo scopo di favorire un altro suo prodotto, il Kaletra, ed acquisire una posizione di monopolio sul mercato. L aumento è scattato dal gennaio 2004 ed è applicato solo negli Stati Uniti. Centinaia di medici hanno promosso a seguito della variazione di prezzo una campagna di boicottaggio degli altri prodotti Abbott. La linea di difesa della casa farmaceutica è sempre stata improntata sulla tesi secondo cui l aumento di prezzo sarebbe stato dettato dalla necessità di finanziare la ricerca. Non ci sarebbe quindi stata violazione delle leggi sulla concorrenza. Il Norvir, il cui principio attivo è il ritonavir, è un retrovirale che va assunto in combinazione con un altro inibitore della proteasi. Nel 2003, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha autorizzato due inibitori della proteasi, associabili al Norvir, prodotti da Bristol-Myers Squibb (Reytax negli Usa, Reyataz in Europa), e da GlaxoSmithKline (Lexiva negli Usa, Telzir in Europa). 28 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 29

16 STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS comitati etici finanzaetica I comitati etici della finanza italiana ai raggi x con molti chiaro scuri Subito dopo l attentato la Casa Bianca ha chiesto una censura preventiva agli organi di informazione su eventuali rivendicazioni, in nome dell interesse nazionale. New York, 2001 > 11 settembre Poca disponibilità all informazione. Molti conflitti d interesse. Un inchiesta documentativa mette in evidenza i troppi lati oscuri di chi dovrebbe essere all apice della chiarezza. Soprattutto da parte di alcune delle grandi banche e istituzioni finanziarie che controllano le Sgr COMITATI ETICI. UN QUADRO MOLTO IN CHIAROSCURO. È quanto è emerso dall inchiesta condotta da Valori tra le società di risparmio italiane che offrono fondi etici (Bipielle Fondicri, Aletti Gestielle, Aureo Gestioni, Bnl Gestioni, Etica sgr, Gestnord fondi, Monte Paschi Am, Nextra, Pioneer, SanPaolo Imi). Le noti dolenti: poca trasparenza, scarsa indipendenza e conflitto d interessi. In barba all etica, infatti, alcune importanti società non hanno fornito alcuna informazione (o uno stringatissimo elenco di nomi senza alcun particolare) sulla composizione dei comitati né sui loro poteri (Nextra del gruppo Intesa, SanPaolo Imi Asset Management e Aureo Gestioni). Diversi comitati di altre società di gestione, invece, hanno tra i loro membri dipendenti dello stesso gruppo. Insomma, il controllato fa il controllore. Fortunatamente ci sono anche le note positive: la maggior parte dei comitati, infatti, non si limita a dibattere di questioni di principio, ma affronta anche casi concreti. E le loro decisioni vengono sempre ascoltate, anche se non per tutti sono vincolanti. Tra i dettagli in chiaro anche la beneficenza gestita da alcuni comitati. Vediamo in particolare quanto è emerso. di Andrea Di Stefano e Paola Fiorio Come vengono scelti i membri Non ci sono regole valide per tutti. C è chi ha scelto la strada del comitato composto soltanto da personalità esterne (per esempio Aletti Gestielle), chi ha preferito scegliere i membri tra i dipendenti (Bipielle Fondicri, Gestnord Banca Sella) e chi invece ha optato per un mix tra interni ed esterni (Pioneer Investments del gruppo Unicredit). Bnl per il Fondo TeleThon si è affidata alle indicazioni provenienti dalla stessa TeleThon optando per personalità rappresentative con competenze nei campi dell etica degli affari, etica e economia, etica e salute, etica e ambiente. Monte dei Paschi Am rappresenta un caso a sé perché ha costituito un comitato di stakeholder con personalità provenienti dal mondo accademico e giuridico, dalle associazioni dei GLOSSARIO AZIONARIATO CRITICO Raggruppamento dei piccoli azionisti di un impresa per rappresentare quote di capitale sociale più forti e poter così influenzare le scelte dell impresa sia attraverso il dialogo, sia con proposte formali da inserire all ordine del giorno delle assemblee dei soci. BEST PRACTICE Per miglior pratica si intende la soluzione più vantaggiosa per svolgere una determinata attività. Essa viene individuata attraverso l analisi e il confronto sia di altre pratiche interne all azienda sia di attività analoghe svolte da altri operatori. COMITATO ETICO Organo consultivo che opera presso gli istituti di credito o le società di gestione del risparmio impegnati nel settore degli investimenti socialmente responsabili. È formato da membri indipendenti che forniscono pareri, vincolanti e non, sui criteri di investimento per la composizione del portafoglio finanziario. Svolge inoltre un ruolo di garante nei confronti del cliente investitore. 30 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 31

17 finanzaetica RISPETTO A QUELLI TRADIZIONALI CONTANO ANCORA POCHISSIMO IN EUROPA GLI INVESTIMENTI ETICI CRESCONO. Ma continuano ad avere un peso marginale. Secondo l ultima indagine di Avanzi Sri Research e Siri Company, una società di ricerca composta da varie organizzazioni nazionali che promuovono gli investimenti socialmente responsabili, a giugno 2004 gli asset europei gestiti secondo criteri etici, ambientali e sociali ammontavano a 19 miliardi di euro, il 57% in più rispetto all anno precedente (12,2 miliardi). Tuttavia tale cifra rappresenta soltanto lo 0,47% dell intero patrimonio dei fondi Ue (era lo 0,36% nel 2003). Insomma è ancora una goccia nel mare. Nel giugno del 2004 i fondi etici operativi erano 354, il 13% in più rispetto al Gran Bretagna, Svezia, Francia e Belgio rimangono i Paesi dove ci sono più prodotti (contano insieme per circa il 64,4% del totale dei fondi disponibili, percentuale sostanzialmente stabile rispetto all anno precedente). Ma se la numero uno continua a essere la Gran Bretagna (rappresenta il 21% dei fondi, come a metà giugno 2003), i mercati più dinamici dell anno sono stati l austriaco e il francese cresciuti in termini di numero dei fondi di oltre il 25%. E L Italia? Il Belpaese, dove i fondi etici di società italiane sono poco più di una ventina (vedi tabella), in termini di asset gestiti è balzato al secondo posto nella classifica europea dopo la Gran Bretagna. La distanza rispetto alla numero uno è ancora notevole: 2,2 miliardi di euro nel giugno 2004 contro 6,9 miliardi del Regno Unito. Ma la crescita rispetto all anno precedente è di circa il 100% (nel 2003 l ammontare era attorno al miliardo). Con i suoi 2,2 miliardi l Italia ha dunque superato la Svezia (2 miliardi), l Olanda (1,8 miliardi), la Francia (1,7 miliardi) e il Belgio (1,7 miliardi). Seguono la Svizzera (1,4 miliardi, l Austria (978 milioni) e la Germania (869 milioni). La Spagna è il fanalino di coda con appena 74 milioni. Un altro dato interessante sull Italia emerge dalla classifica dei fondi etici più grandi. Tra i primi dieci compaiono infatti ben tre fondi di società italiane: al secondo posto, dopo il fondo pensione britannico Stewardship di Friends provident pensions (1 miliardo di euro), si posiziona Unicredit Obbligazionario euro corporate etico di Pioneer Im (933 milioni di euro). All ottavo e nono posto troviamo i due fondi del Sanpaolo Imi Asset management sgr: Azionario Internazionale etico (431 milioni) e l obbligazionario etico (406 milioni). La Gran Bretagna è presente tra i 10 big con altri quattro fondi (Isis Stewardship growth fund, Framlington Health fund, Socially reponsible with profit di Npi e Stewardship Life fund), infine l Austria e l Olanda entrambe con uno (rispettivamente Espa bond Muendelrent di erste Sparinvest e Abn Amro Groen fonds). Lo studio rileva che la crescita dei fondi etici fa sperare in un accresciuta capacità di influire sulla gestione delle aziende e sulle politiche di innovazione. S.P. Difficile immaginare che le stesse banche e istituzioni finanziarie italiane protagoniste di alcune grandi IFONDI COMUNI D INVESTIMENTO? Non sono uno strumento adatto per la finanza etica. Come dovrebbe funzionare un comitato etico? Per fare davvero il suo lavoro dovrebbe avere i cento occhi di Argo perché ci sono mille modi per sottrarre soldi ai risparmiatori senza che se ne accorgano. È tranchant l opinione di Beppe Scienza sul mondo della finanza etica. Anzi, forse è ancora più tranchant del solito proprio perché è finanza etica. Il docente di matematica finanziaria all Università di Torino, autore di un libro consumatori, dai sindacati, dalla stampa, dall azionariato e dai dipendenti dell sgr. SanPaoloImi, Nextra (gruppo Intesa) e Aureo Gestioni non hanno fornito informazioni in merito. Un po fuori dal coro la procedura di designazione e elezione del comitato etico di Banca Popolare Etica: i membri sono eletti dall assemblea e durano in carica tre anni e sono il frutto di un processo consultativo molto ampio che coinvolge tutta la base sociale, dalle circoscrizioni territoriali ai soci fondatori. Tornando agli altri comitati, scorrendo le liste dei componenti si notano diversi personaggi famosi. L oncologo Umberto Veronesi, per esempio, compare nel comitato di Pioneer. L ambasciatore Boris Biancheri è il presidente del comitato etico di Bnl per Telethon. Il presidente di Borsa italiana Angelo Tantazzi occupa invece una delle tre poltrone del comitato di Aletti Gestielle. Con lui l ex senatore Siro Lombardini, noto personaggio della politica e della finanza negli anni e monsignor Luigi Ginani, diplomatico della Santa Sede. Da un articolo di Milano Finanza del 15 gennaio risulterebbe inoltre che il cardinale Ersilio Tonini partecipa al comitato del SanPaolo Imi, insieme al vice direttore di Rai2 Antonio Socci ma è stato per noi impossibile verificare e approfondire queste informazioni. Mentre il geologo di Gaia Mario Tozzi è tra i componenti del comitato di Aureo Gestioni. Un operazione soltanto di facciata? Non è certamente il caso della Bnl: anche grazie all approfondito rapporto annuale è possibile sapere che l organismo di controllo del Fondo Telethon ha per esempio escluso dal portafoglio Abn Amro, per la partecipazione tramite un fondo di private equità ad un azienda inglese produttrice di bombe a grappolo, oppure la società di estrazioni petrolifere Transocean perché priva di un codice di comportamento e con numerosi gravi contenziosi sindacali in Nigeria. Ilaria Colombo, coordinatrice del comitato etico di Pioneer giura di no. È proprio grazie all impulso di Veronesi «se abbiamo approfondito la questione del nucleare», dice Colombo. Cosa che ha portato la società, anche in seguito a diversi incontri con esperti, a non escludere il settore a priori. Le società ammesse in portafoglio devono però garantire un adeguato livello di sicurezza. Di che cosa si occupano Innanzitutto bisogna chiarire che i comitati etici non suggeriscono il paniere dei titoli. Quello è il ruolo dell advisor etico (si tratta di società di consulenza esterne come Avanzi, E. Capital, Ethibel, ecc.). I comitati intervengono successivamente, in genere su richiesta della sgr. Hanno una funzione consultiva e di indirizzo. Le decisioni che assumono possono essere vincolanti o non vincolanti, ma di solito vengono comunque accettate dal gestore. Ma i comitati discutono soltanto di questioni generali o anche di casi specifici? E emerso che un po tutti fanno sia l uno che l altro. Per esempio, il comitato di Pioneer ha escluso i settori del tabacco, superalcolici, pornografia, gioco d azzardo, armi da fuoco e forniture militari. Inoltre, ha stabilito di non ammettere le compagnie del settore cartario che usano il cloro nel processo di produzione. Il comitato di Mps, dal canto suo, sta lavorando a un codice etico valido per tutto il gruppo di Siena. Quanto ai casi specifici, invece, il comitato di Aletti Gestielle ha escluso i titoli del debito pubblico degli Usa in seguito all intervento militare in Iraq al di fuori dell egida dell Onu. Su un altro titolo, quello di Glaxo SmithKlein, una delle aziende farmaceutiche coinvolte negli scandali degli informatori scientifici, lo stesso comitato ha preferito sospendere il giudizio in attesa di una decisione del giudice. Un altro caso recente: il comitato di Pioneer ha ottenuto l esclusione del gruppo assicurativo Aig, sotto inchiesta negli Usa perché favorito rispetto ad altre aziende. popolarissimo Il risparmio tradito, non lesina fendenti a destra e a manca. Né sulla forma né sulla sostanza. Ma perché lei è così critico nei confronti dei fondi etici? «In realtà il discorso è più generale e riguarda quella realtà parassitaria che in Italia si chiama risparmio gestito. Il problema è che tali fondi sono gestiti dalle stesse società che da oltre vent anni prosperano alle spalle dei risparmiatori, ovvero danneggiandoli, Ma i comitati hanno altre funzioni? Alcuni comitati si occupano anche di beneficenza. Tra questi quelli di Aletti Gestielle e Gestnord. Entrambi hanno il compito di individuare i destinatari delle donazioni. Che non sono bruscolini: Aletti Gestielle per esempio ha elargito 250mila euro negli ultimi tre anni. Un caso a sé, come è noto, quello del comitato etico di Banca Popolare Etica. Oltre a svolgere un ruolo di analisi e proposta per la definizione di strumenti di supporto all azione della banca e di Etica Sgr, il comitato ha lavorato con tre obiettivi precisi: «innanzitutto abbiamo sviluppato la democratizzazione del rapporto con tutti i soggetti, anche esterni alla base sociale della Banca - spiega Eugenio Garavini, segretario del comitato durante due mandati la nostra forza è stata ed è quella di essere coscienti del fatto che non siamo infallibili. Riceviamo sollecitazioni da qualsiasi soggetto e la esaminiamo e valiamo prima di portarla alla discussione del comitato etico. Anche grazie alla Rete siamo in grado di relazionarci con qualsiasi stakeholder. Il nostro organismo oltre ad essere completamente indipendente dalla struttura della banca è ispirato al confronto interdisciplinare». Tra gli obiettivi del comitato etico di BPE nel prossimo futuro c è quello di un rapporto sempre più intenso con la fondazione culturale: «vogliamo guardare sempre di più alle novità, alle iniziative concrete di azione in diversi campi in grado di incidere concretamente sulla vita delle persone». Nulla si sa, invece, dei poteri del comitato di Nextra e di Aureo Gestioni: la sgr di Banca Intesa si è limitata a inviare i nomi dei membri senza alcuna informazione aggiuntiva sul profilo dei componenti e sull attività del comitato, mentre nel caso di Aureo Gestioni non è stato possibile ricevere alcuna informazione. SanPaolo Imi si è invece limitato a dichiarare in modo generico che il comitato «ha come compito prioritario quello di verificare costantemente la rispondenza delle scelte gestionali ai principi etici dichiarati».. Beppe Scienza: Il comitato etico ideale? Dovrebbe avere i cento occhi di Argo truffe ai danni dei risparmiatori possano agire realmente secondo criteri trasparenti di eticità. GLOSSARIO CONSOB La Commissione nazionale per le società e la Borsa è un organo di vigilanza istituito nel 1974 a tutela degli investitori. Controlla il corretto svolgimento e l efficienza delle operazioni di Borsa e verifica la trasparenza del mercato. CORPORATE GOVERNANCE Letteralmente governo d impresa, cioè gli organi societari, la loro composizione e le regole di funzionamento. FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO Fondo che raccoglie i capitali di più risparmiatori che ne affidano a un gestore finanziario l investimento in azioni, titoli di stato e obbligazioni, diversificati per aree geografiche e settori merceologici al fine di ottenere il maggiore rendimento per ogni profilo di rischio. INSIDER TRADING È un espressione anglosassone per definire l abuso di informazioni privilegiate. Lo commette chi sfrutta delle informazioni riservate, di cui è a conoscenza per il posto che occupa, per speculare in Borsa. INVESTIMENTI SOCIALMENTE RESPONSABILI Investimenti scelti non solo in base a criteri finanziari tradizionali, ma anche per la responsabilità sociale dell impresa, come la tutela dell ambiente, la trasparenza e l attenzione ai Paesi in via di sviluppo. CORPORATE SOCIAL RESPONSABILITY (CSR) La responsabilità sociale d impresa. Si riferisce all approccio globale che un impresa adotta per soddisfare o anticipare le aspettative dei suoi stakeholder, al di là dei tradizionali obiettivi di profitto e dei vincoli normativi. 32 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 33

18 finanzaetica IL PARLAMENTO VUOLE REGOLAMENTARE LA FINANZA ETICA E SUOI STRUMENTI LA FINANZA ETICA SBARCA IN PARLAMENTO. Nel disegno di legge sulla tutela del risparmio è stato infatti inserito un articolo, il 117-ter, che attribuisce alla Consob la sorveglianza sulle società che promuovono servizi e prodotti qualificati come etici o socialmente responsabili. Come? Regolamentando gli specifici obblighi di informazione e di rendicontazione cui sono tenuti i soggetti abilitati e le imprese di assicurazione interessate. La partita però non è ancora chiusa: dopo l approvazione della Camera in marzo, il ddl deve passare il vaglio del Senato. Promotore dell emendamento è il senatore Sergio Gambini (Ds). «Ci sono sempre più proposte nel campo degli investimenti etici», spiega il parlamentare, «e il timore è che la disponibilità del pubblico dei risparmiatori socialmente responsabili possa essere ingannata. Per questo occorre una prima forma di normazione». Nella sua formulazione originaria, però, la proposta di Gambini non convinceva le associazioni di categoria, contrarie alla definizione da parte della Consob dei requisiti che etichettano i prodotti finanziari come etici. L obiezione era semplice: non esistono standard riconosciuti e comuni per definire l eticità di un impresa. Giusto per fare un esempio: un investitore cattolico potrebbe considerare moralmente inaccettabile una società che produce anticoncezionali e socialmente responsabile una società che produce energia nucleare; per un investitore ambientalista il criterio di valutazione sulle due imprese potrebbe invece essere completamente rovesciato. «Lo Stato non può stabilire l eticità di un impresa», spiega Davide Dal Maso del Forum finanza sostenibile, «solo il cittadino risparmiatore può farlo. Per permetterglielo però occorre trasparenza». Da qui la controproposta del Forum sulla quale Gambini ha rimodellato l emendamento. Saranno dunque gli intermediari, le Sgr, le assicurazioni e gli istituti bancari, a comunicare i criteri in base ai quali una società viene definita etica. Questo dovrebbe permettere ai risparmiatori di investire in maniera consapevole e autonoma. Favorevole alla seconda versione dell emendamento è anche l Associazione banche italiane (Abi). «Il punto fondamentale», spiegano all Abi, «non è stabilire cosa sia etico o cosa non lo sia quanto piuttosto chiarire quali elementi il processo di investimento debba curare e quali modalità di comunicazione e trasparenza vadano rese note ai propri investitori». Fuori dal coro Marco Gallicani, direttore dell Associazione finanza etica, secondo il quale l emendamento andrebbe eliminato perché non è il frutto di una reale attenzione e conoscenza della finanza etica. «In base all emendamento se un azienda dice di essere etica, allora la Consob, dopo aver concluso il lavorio sul regolamento, controlla unicamente che il suo atteggiamento di rendicontazione sia adeguato. In sostanza, un meccanismo buono solo per i furbi, che non garantisce il risparmiatore, né la coerenza, né la trasparenza, la Enron per esempio aveva ottimi bilanci sociali». La finanza etica per Gallicani è molto più che uno strumento nelle mani del risparmiatore: è anche investimento e gestione trasparente e partecipata. Questo emendamento, insomma, è un occasione sprecata di regolare una materia che invece meriterebbe una legge apposita. Legge alla quale non si oppone nemmeno Gambini: «non c è ragione per bloccare un percorso sulla finanza etica. Avrebbe un appoggio bipartisan. Ma bisognerebbe che le associazioni di settore dialogassero con i parlamentari e proponessero un iniziativa». P.F. come dimostrano le approfondite analisi dell ufficio studi di Mediobanca (vedi: le mie (vedi: e comunque qualsiasi confronto che vada oltre ai comunicati e alle veline degli uffici stampa dei fondi comuni o di Assogestioni, l associazione di categoria». Secondo lei quali compiti e poteri dovrebbe avere il comitato etico perfetto? «Un duplice ordine di compiti. Da un lato deve ovviamente vigilare sulla eticità degli emittenti dei titoli azionari e obbligazionari. D altro lato deve però anche badare che il gestore non avvantaggi indebitamente società del gruppo, se stesso o propri complici. La mia posizione al riguardo è categorica: perché un fondo sia etico bisogna anche che il gestore non rubi né lasci che altri rubino. Per fare ciò il comitato etico deve avere i cento occhi di Argo, perché esistono numerose tecniche che permettono di sottrarre soldi ai clienti senza che neppure se ne accorgano. La trasparenza dei fondi comuni è infatti vicina allo zero assoluto». Come dovrebbe essere la composizione ideale del comitato etico? In altre parole quali esperti non dovrebbero mai mancare? «Sicuramente non bastano uomini di fede, come per esempio il cardinale Ersilio Tonini che notoriamente non ha saputo impedire che il San Paolo, investendo nella Borsa americana, puntasse anche su fabbriche di armi. Né basta aggiungere insigni docenti universitari, avulsi dall operatività quotidiana sui mercati finanziari. Ci vogliono anche veri esperti, in grado per esempio di smontare fino all ultimo ingranaggio le obbligazioni che possono contenere al loro interno agganci ad azioni cattive. Non basta cioè fare attenzione all eticità astratta dell emittente». Alcuni comitati etici italiani hanno tra i loro componenti dipendenti della banca o della società di gestione. Secondo lei si pone un problema di conflitto d interessi oppure è una pratica accettabile? «È come se una quota degli addetti ai controlli di sicurezza negli aeroporti venisse scelta fra i membri di Al Qaida. Personalmente non mi fiderei, probabilmente neanche i lettori di Valori». Negli ultimi anni alcune banche italiane sono rimaste coinvolte in scandali finanziari ai danni dei risparmiatori. Oggi scopriamo che tra i loro prodotti ci sono anche fondi etici. Ci si può fidare? «Fidarsi è da suicidi. Si veda il caso del San Paolo Imi: la Consob li ha scoperti con le mani nel sacco mentre facevano guadagnare un fondo (San Paolo Azioni Italia) a danno di altri (San Paolo Soluzione 6 e Soluzione 7). Per giunta i capi della società di gestione e della banca hanno sostenuto di non essersi accorti di nulla. Come dire? Da un lato malversazioni, dall altra dichiarata incapacità di tenere sotto controllo la situazione. Se tanto mi dà tanto, i clienti dei loro fondi cosiddetti etici possono aspettarsi di tutto». Finanza ed etica, per molti è un ossimoro. Lei cosa ne pensa? «Dipende. Se pensiamo all etica del borghese (vedi Max Weber), sicuramente non c è nessuna contraddizione e vale appieno la mia definizione di fondo etico come di un fondo dove non si rubano i soldi dei clienti. Per chi, all opposto, interpreta in senso stretto il precetto evangelico Vendi tutto quello che hai e distribuiscilo ai poveri (Luca 18, 22), la contraddizione è insanabile. Ma altri invece ritengono moralmente accettabile far fruttare i propri soldi, ma immorale prestarli alla Mafia o anche alla Beretta, pur essendo la produzione di pistole e fucili lecita. Per questa e per analoghe impostazioni la finanza etica ha senso». Entriamo più nel dettaglio: secondo lei, il fondo comune d investimento è uno strumento adatto per la finanza etica? «Il fondo comune è stato pensato per rispondere ad altre esigenze, in particolare di liquidabilità. Per questo si richiede che la quasi totalità del patrimonio sia investita in titoli quotati. In questo modo però rischia di diventare una specie di letto di Procuste che limita alquanto i possibili impieghi etici GLOSSARIO RATING ETICO Il rating è una valutazione dell affidabilità finanziaria di un impresa emessa da un agenzia (come Standard&Poor s e Moody s) in base alla sua solidità, credibilità e attrattiva. Il rating etico è un giudizio basato invece su criteri di responsabilità sociale e ambientale. STAKEHOLDER Tutti i soggetti interessati dall attività di un impresa e in grado, direttamente o indirettamente, di influenzarne gli esiti (sindacati, enti pubblici, clienti, fornitori, cittadini, consumatori, Ong, ecc.). SVILUPPO SOSTENIBILE Si definisce sostenibile quella forma di sviluppo in grado di garantire il soddisfacimento dei bisogni attuali senza compromettere la possibilità delle generazioni future di far fronte ai loro bisogni. SOCIETA DI GESTIONE DEL RISPARMIO (SGR) Sono società autorizzate dalla Banca d Italia ad amministrare e gestire gli interessi finanziari di un gruppo di risparmiatori (nel caso dei fondi comuni) o il capitale di un singolo investitore. dei propri risparmi. In Italia si aggiunge a ciò il fatto nel corso degli anni la lobby del risparmio gestito ha ottenuto modifiche peggiorative della normativa iniziale, in modo da avere le mani più libere per fare i propri comodi. Per essere accettabili i fondi che si pretendono etici dovrebbero almeno essere trasparenti, mentre ora non lo sono affatto». Quali sono allora gli strumenti più adeguati? «Per cominciare una banca e ovviamente non solo la Banca Popolare Etica. Infatti una banca può finanziare realtà economiche anche piccole addirittura singole persone ovvero soggetti cui non potrebbero arrivare soldi da un fondo comune, perché non in grado né di quotarsi in Borsa né di emettere obbligazioni Poi può funzionare bene un fondo comune chiuso, che può investire con meno vincoli dei fondi aperti, quali sono quelli di abbiamo parlato finora. Non escluderei neppure la costituzione di una società finanziaria, che avrebbe ancora meno vincoli di una banca». Ma, a parte la banca, tali soluzioni non sarebbero più rischiose? «Qui bisogna evitare le ipocrisie. In genere è possibile investire i propri soldi nel rispetto dei propri valori etici, ma non si può pretendere anche di poterli liquidare ogni momento, di ottenere alti rendimenti e di non rischiare nulla. Troppa grazia».. IL BENESSERE DELLA SOCIETÀ NON È COMPITO DELLE IMPRESE MA DEI GOVERNI. LA CORPORATE SOCIAL RESPONSABILITY, cioè l attenzione per la collettività, deve essere veramente al centro delle scelte di un impresa? Serve davvero alle grandi aziende avere consulenti o interi dipartimenti che sensibilizzano i manager a operare anche per il bene pubblico? Se lo è chiesto il settimanale inglese The Economist, che nella sua analisi ha emesso un verdetto lapidario: l unico obiettivo che i dirigenti di un azienda devono avere è fare affari, cioè portare a casa un utile. Il mero perseguimento del profitto, tanto osteggiato dai sostenitori della Corporate social responsability, ha infatti già una sua naturale ricaduta sul benessere dei cittadini. L intervento della cosiddetta Csr nelle multinazionali, insomma, è superfluo, o addirittura dannoso, perché si basa su un concetto sbagliato di capitalismo filantropico. Bocciata quindi l idea di un mondo degli affari più etico? Niente affatto. Si tratta piuttosto, secondo The Economist, di chiarire quali siano i limiti della responsabilità sociale di cui devono farsi carico le corporation. Agire onestamente, rispettando le leggi e le regole del mercato competitivo, trattare bene i dipendenti premiando equamente i più meritevoli, non imbrogliare fornitori e clienti. È questo l unico comportamento etico che si deve pretendere da una corporation e che rispetta allo stesso tempo gli interessi dell azienda. Per sgombrare il campo da ogni dubbio sulla reale efficienza della Csr nel mondo degli affari, The Economist ha analizzato alcune pratiche comuni nelle multinazionali che cercano di guadagnarsi l etichetta di socialmente responsabili. Prima tra tutte quella delle donazioni (i Paesi del sud est asiatico colpiti dallo tsunami ne hanno beneficiato recentemente), decise dai manager dell azienda, ma a spese degli azionisti che devono rinunciare a una parte dei loro dividendi. Le tipologie peggiori di Csr sono però quelle che non si limitano a ridurre l utile aziendale, ma incidono negativamente anche sul benessere della comunità. È il caso, spiega il settimanale inglese, della politica socialmente responsabile di riciclare i materiali con dei costi che possono eccedere il beneficio sociale che ne deriva. Ultimo, ma non meno allarmante, è l esempio delle multinazionali che rinunciano all outsourcing nei Paesi in via di sviluppo perché etica vorrebbe che i salari dei dipendenti locali fossero equiparati a quelli degli altri impiegati nell azienda. Poco importa se gli investimenti stranieri diretti porterebbero comunque ricchezza in quei Paesi, molti sostenitori della Csr dissuadono le multinazionali dalla delocalizzazione dell attività nelle aree povere del mondo. Insomma, salvaguardare l ambiente, migliorare il benessere sociale, correggere le storture del mercato, non sembrano compiti alla portata dei manager delle corporation. Meglio lasciarli svolgere il lavoro che sanno e possono fare, conclude il settimanale. Il compito di tutelare il bene pubblico spetta ai governi, responsabili di fronte all elettorato e non agli azionisti. Paola Fiorio 34 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 35

19 finanzaetica finanzaetica PANORAMA DI TUTTI I PRODOTTI A CONNOTAZIONE ETICA VENDUTI IN ITALIA NOME DEL FONDO TIPOLOGIA PERFORMANCE FONDO LIVELLO RISCHIO POLITICA SRI 1 SETTIMANA 1 MESE 12 MESI 3 ANNI ABN AMRO Socially Resp. Equity Fund Advantage Ethical Enterprises Advantage S.R.I. European equity Aureo WWF Pianeta Terra AXA WF - Development Debt A BNL Per Telethon Bpl Etico Roma Caput Mundi Credit Suisse Equity Global Sustainability Dexia Equity L World Welfare Ducato Etico Geo Ducato Etico Fix Ducato Etico Flex Civita DWS Invest Sustainability Leaders Efficiency European Ethical Bd. Fortis L Fund Equity Socially Responsible Europe Fortis L Fund Strategy Balanced SRI Europe Fortis L Fund Strategy Growth SRI Europe Fortis L Fund Strategy Stability SRI Europe Gestielle Etico Azionario Gestielle Etico Bilanciato 30 Gestielle Etico Obbligazionario Henderson Horizon Global Sustainable Investiments Fund ING (Lux) Invest Sustainable Growth JPMF Global Socially Responsible Mellon European Ethical Index Tracker Nextra SR Bond Nextra SR Equity 10 Nextra SR Equity 20 Pictet Funds - European Sustainable Equities Pioneer Global Ethical Equity Aviva Funds European Socially Responsible Equity Fund Raiffeisen Azionario Etico Sanpaolo Azionario Internazionale Etico Sanpaolo Obbligazionario Etico Sanpaolo Etico Venezia Serenissima Sarasin OekoSar Portfolio Sarasin ValueSar Equity Sarasin Sustainable Bond Euro Sella Global Strategy - Global Ethical Fund UBS (Lux) Equity Fund -Ecoperformance Pioneer Obbligazionario Euro Corporate Etico Valori Responsabili Monetario Valori Responsabili Obbligaz. Misto Valori Responsabili Bilanciato Azionari internazionali* Bilanciati Obbligazionari* Azionari Europa* Azionari internazionali Obbligazionari internazionali* Obbligazionari misti Obbligazionari misti Azionari altre specializzazioni Azionari Internazionali Azionari altre specializzazioni Obbligazionari Euro Corporate Investment Grade Flessibili Azionari altre specializzazioni Obbligazionari Area Europa* Azionari Europa Bilanciati Bilanciati Azionari Bilanciati obbligazionari Azionari altre specializzazioni Bilanciati obbligazionari Obbligazionari Euro Gov. a medio/lungo termine Azionari Internazionali* Azionari internazionali Azionari internazionali Azionari Europa* Obbligazionari Euro Gov. a medio/lungo termine Obbligazionari Misti Obbligazionari Misti Azionari Europa Azionari Internazionali Azionari Europa Azionari Internazionali* Azionari altre specializzazioni Obbligazionari altre specializzazioni Obbligazionari Misti Azionari altre specializzazioni* Azionari altre specializzazioni* Obbligazionari Euro Gov. medio/lungo termine* Bilanciati obbligazionari Azionari Energia e M.P. Obbligazionari Euro Corporate Investment Grade Obbligazionari Euro Gov. Breve Termine Obbligazionari Misti Bilanciati 0,9 0,5 0,5 0,8 ND 0,3 0,1 1,1-0,2-0,2-0,4 0,2 0,2-0,2 0,6 0,4 0,5 0,3 0,7 0,1-0,1 1,4 1,2 0,7 0,4-0,2-0,1-0,1 0,5 0,6 0,5 0,7 0,8-0,1 0,0 0,2 0,6 0,1-2,0 0,9-0,2-0,1 0,0 0,7-0,4-0,2 0,5-0,7 0,0 0,4 0,2 0,5 0,4 0,0-0,4 0,1-0,9 0,0-0,7-0,3-0,5-0,2 0,2 0,1 0,1 0,5 0,2-0,9-0,2-0,1 0,0 0,0-0,7-0,3-1,0 0,1 0,0 0,1 0,2-0,2 0,7 0,0-7,1-0,6-0,1 0,1 0,1 0,5 0,9 0,9 7,4-1,8 3,1 5,0 2,8 1,0 6,0 1,1 1,6 7,2 1,4 9,5 7,0 8,2 5,7 0,4 2,7 3,4 1,0 4,4-0,7 12,8 2,5 2,5 3,5 11,7-0,6 15,2 5,4 0,5 3,5 3,0 3,3 5,0 3,0-11,0 3,9 3,4 1,1 2,1 4,0 *Categoria attribuita da Avanzi SRI Research utilizzando lo schema di classificazione Assogestioni. -34,8 14,0 2,7 8,2-27,7-19,8-25,2-12,7 15,5-19,7-2,2-11,1 7,2-28,6-29,0-37,2-10,6-27,8-9,1-26,8 16,6-9,8-26,0-11,1-22,6 Medio Basso Medio Medio Basso Medio Basso Medio Medio Medio Medio Basso Basso Medio Medio Basso Medio Basso Medio Basso Basso Medio Medio Fonte: Avanzi SRI Research/SRI Funds Service Il fondo investe in imprese particolarmente attive nello sviluppo di politiche ambientali e sociali. Investe esclusivamente nei titoli compresi negli indici FTSEE4GOOD e DowJones Sustainability Index, devolve lo 0,2% delle commissioni di gestione in iniziative benefiche ed umanitarie Investe nei titoli compresi negli indici FTSEE4GOOD e DowJones Sustainability Index, devolve lo 0,2% delle commissioni di gestione in iniziative benefiche ed umanitarie Il fondo investe in imprese particolarmente impegnate sul fronte ambientale. Devolve parte delle commissioni al WWF Italia Investe in titoli di debito trasferibili, emessi da istituzioni sovranazionali con lo scopo di raccogliere capitali per progetti miranti a sviluppi economici e sostenibili a lungo termine. Fondo misto Sri e a devoluzione dei proventi. Viene devoluto alla fondazione Telethon lo 0,6% del patrimonio. Il fondo sostiene l'associazione Roma Caput Mundi, attiva nel restauro e nella valorizzazione dei più importanti beni culturali di Roma. Il fondo esclude le società coinvolte nella produzione o vendita di armi, tabacco, energia nucleare, gioco d'azzardo, pornografia. Permette di investire in azioni selezionate per redditività e per il rispetto di alcuni criteri "etico-sociali". Oltre a criteri negativi, il fondo applica criteri positivi tra i quali l'esistenza di sistemi di sviluppo per il personale e i rapporti con le ONG Investe in emittenti che dimostrano di ispirare la loro attività a criteri di trasparenza e di correttezza nei confronti di tutti i soggetti, interni ed esterni all'azienda. Il fondo si distingue per il sostegno all'associazione Civita, cui devolve il 50% delle commissioni di gestione e di performance. La selezione degli investimenti avviene soprattutto in base al principio dello sviluppo sostenibile. Investe in titoli di emittenti con caratteristiche di corporate responsability, socially responsability, enviromental responsability. Il fondo investe in società europee quotate nell'indice etico "FTSE4Good Europe Index". Investe in emissioni governative di area euro e in azioni (50% circa del portafoglio) che soddisfano criteri in tema di diritti umani, ambiente e relazione con i portatori di interesse. Investe in emissioni governative di area euro e in azioni (75% circa del portafoglio) che soddisfano criteri stabiliti in tema di diritti umani, ambiente e relazione con i portatori di interesse. Investe in emissioni governative in euro e in azioni (il 25% circa del portafoglio) che soddisfano criteri stabiliti in tema di diritti umani, ambiente e relazione con i portatori di interesse. Esclusione delle società operanti nelle produzioni militari e pornografiche; un terzo delle commissioni di gestione è devoluto in beneficienza Parte azionaria: criteri negativi e positivi; obbligazionaria: esclusione dei Paesi in cui si applica la pena di morte. Emissioni governative di Paesi in cui non si applica la pena di morte. Lo 0,15% delle commissioni di gestione è devoluto in beneficienza. Il comparto segue la Strategia di Sviluppo Sostenibile dell'ue, che copre il cambiamento climatico, l'inquinamento, e altri temi. Investe in società sensibili al rispetto di norme sociali quali i diritti dell'uomo, la non-discrminazione, e le norme ambientali. Investe in azioni di società che perseguono l obiettivo della sostenibilità ambientale, sviluppano relazioni positive con i loro azionisti e sostengono i diritti umani universali. Esclusione delle società operanti nelle produzioni militari e pornografiche; il fondo mira a replicare l'ethical Index Euro. Fino al 100% del portafoglio in parti di OICR SR armonizzati. Per gli Stati emittenti privilegiati il rispetto dei diritti umani e l'assenza della pena di morte. Fino al 100% del portafoglio in parti di OICR SR armonizzati. La selezione si basa sulla connotazione etica. Investimenti in OICR azionari fino al 20% delle attività del fondo. Fino al 100% del portafoglio in parti di OICR SR armonizzati. La selezione si basa sulla connotazione etica degli stessi. Investimenti in OICR azionari fino al 30% delle attività del fondo. Investe in titoli di società che si distinguono per consapevolezza ambientale e del comportamento socialmente responsabile. Investe in titoli azionari di società che soddisfano determinati criteri etici e di protezione ambientale. Concentra gli investimenti su aziende dell'area euro impegnate in una crescita economica che non comprometta il contesto sociale ed ambientale. Investe in azioni nazionali ed internazionali selezionate secondo criteri sociali, ecologici ed etici. Vengono selezionate le imprese più impegnate in progetti volti a migliorare la sicurezza del lavoro e la salvaguardia dell'ambiente. Investe in titoli pubblici di Paesi che si distinguono per la tutela dei diritti dell'uomo e la sensibilità ai temi ambientali. Utilizza criteri positivi e negativi per la selezione dei titoli. Devolve parte delle commissioni di sottoscrizione alla Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia Investe in imprese che si distinguono per una strategia incentrata sul rispetto dell'ambiente e per una gestione proattiva dei rapporti con gli stakeholder Il fondo investe in azioni di società, quotate in tutti i mercati finanziari, che si distinguono per il loro contributo allo sviluppo sostenibile. Investe in titoli obbligazionari di Paesi Organizzazioni e società che si impegnano per lo sviluppo sostenibile. Usa criteri negativi Investe in azioni e obbligazioni di società che al momento dell'investimento non hanno violato i principi generalmente accettati dall'etica comune Investe su scala mondiale in società che vantino prestazioni superiori alla media in campo ecologico, sociale ed economico. Investe in obbligazioni di società che non operano in attività dannose per l ambiente e che si impegnano a mantenere un comportamento responsabile nei confronti stakeholder. Investe prevalentemente titoli di Stato e obbligazioni denominati in Euro, eticamente certificati tramite il marchio europeo di qualità etica di Ethibel Investe minimo 80% obbligazioni e titoli di Stato e massimo 20% azioni eticamente certificati tramite il marchio europeo di qualità etica di Ethibel Investe massimo 70% azioni e minimo 30% obbligazioni e titoli di Stato eticamente certificati tramite il marchio europeo di qualità etica di Ethibel 36 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 37

20 bruttiecattivi BNP Paribas Il fiancheggiamento della morte non vale STEVE McCURRY / MAGNUM PHOTOS di Andrea Di Stefano U N NUOVO PASSO. NELLA BATTAGLIA SENZA QUARTIERE CONTRO I PRODUTTORI DI MORTE. Proprio mentre monta in Italia una campagna contro gli «eccessi di pacifismo», che hanno portato diversi gruppi creditizi a allontanarsi dai finanziamenti alle industrie della difesa. Non è più sufficiente escludere dagli investimenti etici e socialmente responsabili le aziende che abbiano partecipazioni dirette o indirette in gruppi del settore bellico. Moltissimi gruppi finanziari e creditizi hanno infatti trovato un facile escamotage per non dover esporre nei rapporti sociali e ambientali il loro coinvolgimento nella produzione di strumenti di morte: si limitano a concedere linee di credito, organizzare e sostenere consorzi per il collocamento delle aziende o dei bond, assistere con attività consulenziali i gruppi operanti nel settore della difesa in occasione di operazioni di finanza straordinaria. Emblematico in proposito il caso del gruppo francese Bnp Paribas, presente nel Dow Jones Sustainability Index: il gruppo creditizio d Oltralpe nel suo rapporto sulla csr e l etica, mette in evidenza il non coinvolgimento in aziende del settore bellico. Ma si tratta, come in moltissimi altri casi, di verità molto parziali. O meglio di informazioni non veritiere. In realtà Bnp Paribas è uno dei principali finanziatori di EADS, secondo gruppo al mondo nel campo della difesa e uno dei principali produttori di bombe a grappolo e missili in grado di trasportare anche testate nucleari. EADS è nata nel 2000 dalla fusione di tre industrie militari: Due miliardi di euro concessi come finanziamento al secondo produttore bellico impegnato anche nelle cluster bombs la tedesca Deutsche Aerospace Agentur (DASA), la francese Aerospatiale Matra del gruppo Lagardere e la spagnola Construcciones Aeronauticas (CASA). EADS è il secondo produttore di armi europeo, anche se solo un quinto della sua produzione è destinato alla difesa. Produce bombe cluster del tipo AFDS con le quali vengono equipaggiati anche gli F16 americani. Le cluster possono contenere da 24 a 120 sub-munizioni. Da una joint venture tra EADS, BAE Systems e Finmeccanica è stata creata MBDA, una società europea specializzata nella produzione di missili che possono montare anche testate nucleari. Tra le aziende partecipate da EADS e finanziate, quindi, da Bnp Paribas figura anche Forges de Zeebrugge (FZ), un impresa belga che fa capo a TDA (Thomson Dasa Armaments), che a sua volta è una joint venture tra il colosso francese degli armamenti Thales e EADS. FZ è specializzata nella produzione di missili per elicotteri e aerei da combattimento. I missili di Forges possono essere equipaggiati con vari tipi di testate e sub-munizioni. Alcuni dei missili prodotti da FZ possono essere considerati a tutti gli effetti bombe cluster. Come l FZ-100, che contiene nove piccole bombe anticarro e antiuomo. Ma Forges de Zeebrugge non vuole sentir parlare di cluster bombs o altre ombre sul proprio impegno per l eticità: «noi rispettiamo tutte le regole e investiamo ingenti somme ogni anno in ricerca e sviluppo per migliorare la qualità dei nostri missili, diminuendo i rischi collaterali per i civili e per le nostre forze armate». Una mission chiara: rendere più efficace la distruzione degli obiettivi senza effetti collaterali. Una tesi più volte richiamata anche per giustificare la guerra in Afghanistan e Iraq: la precisione dei nostri armamenti permette la guerra chirurgica, con limitatissime conseguenze per le popolazioni civili. Affermazioni che non necessitano di alcun commento: i fatti parlano da soli.. Per settimane a New York e in tutti gli Stati Uniti si è vissuto l incubo di un nuovo possibile attacco terroristico. Ad aumentare il panico e la confusione è seguita la minaccia di un attacco chimico, prefigurato dalle lettere contenenti spore di antrace inviate a membri del Congresso e giornalisti. Le spore dell arma chimica erano di provenienza militare, ma i colpevoli non sono stati mai individuati. New York, 2001 > 11 settembre 38 valori ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 ANNO 5 N.29 MAGGIO 2005 valori 39

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