Alice Kindl GLI STIVALI ROSSI

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1 Alice Kindl GLI STIVALI ROSSI

2 Alice Kindl gli stivali rossi Storie Brevi

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5 Emma aveva quasi tre anni, e aveva deciso che il mondo non le piaceva. Era grigio e freddo, il sole nascosto dietro le nuvole non voleva farsi vedere costringendo tutti ad aspettarlo con magliette e felpe e giacche che rendevano impossibile muoversi! E poi pioveva. Emma odiava la pioggia. Era fredda, bagnata, entrava nelle maniche e nella schiena e scivolava come un serpente di plastica di quelli che i maschi grandi all'asilo usavano per fare stupidi scherzi alle bambine come lei. La pioggia poi rovinava le scarpe, e lei non avrebbe potuto indossare le sue preferite, quelle bianche con i lustrini che era tanto bello allacciare e slacciare. Pioveva, e c'era la scuola. Emma non voleva andare a scuola. Voleva restare a casa. A casa faceva caldo, non servivano le scarpe, nessuno faceva stupidi scherzi e c'era mamma. Strano che restasse a casa e non andasse al lavoro. E strano anche che papà fosse andato via senza fare colazione. Mamma e papà avevano gridato, mamma aveva pianto e papà se n'era andato. Pioveva. Emma era triste. Non voleva andare a scuola. Sul pianerottolo mentre aspettavano l'ascensore lo disse

6 6 GLI STIVALI ROSSI alla mamma, ma lei non ascoltava. Forse pensava a papà, o forse non vedeva che fuori pioveva e la scuola è brutta. Emma lo chiese gentilmente, disse per favore, ma mamma chiamò di nuovo l'ascensore anche se aveva già premuto il bottone tre volte. Allora Emma cominciò a piangere. Non si poteva fermare, anche se mamma prima lo chiedeva gentilmente, poi per favore, poi esasperata. Si aprì la porta della casa di fronte. Ci abitava la signora Maria, Emma la conosceva, le piaceva, odorava di zucchero e aveva tante brioches al bar dove lavorava. Ma Emma non aveva proprio voglia di vederla, di parlare con lei, o di giocare. Voleva rientrare in casa a giocare con la mamma. Quello che però Emma non sapeva, era che Maria era una strega. Non una di quelle cattive che ti inseguono per sgridarti e maledirti, ma una di quelle buone, che hanno sempre una soluzione per tutti i problemi. «Emma, proprio tu, meno male che ti incontro! Ho un regalo per te.» Emma aveva quasi tre anni, sapeva bene che cosa sono i regali. Non riusciva a smettere di avere il muso, ma le lacrime si erano fermate. Emma avrebbe ringraziato la signora Maria per aver fermato le lacrime, se non fosse stata così curiosa di vedere il regalo. Maria sorrideva, dal nulla dietro la schiena fece apparire un paio di stivaletti. Rossi, luccicanti, con un bellissimo laccio di corda e un interessantissimo pulsante all'estremità del laccio. Emma si avvicinò incredula agli stivaletti incantevoli. Non sentì cosa dicevano mamma e la signora

7 GLI STIVALI ROSSI 7 Maria, ma si sa, i grandi parlano un sacco dicendo cose inutili, non vale la pena ascoltarli. La signora Maria aiutò Emma a infilare gli stivali e la magia iniziò. I piedi di Emma, infreddoliti nelle ballerine, erano al caldo fin sul polpaccio, e il laccio faceva un così bel suono, ritmico e confortante sbattendo contro la plastica rossa. La magia si compì fuori dal cancello, che Emma nemmeno sapeva come aveva raggiunto tanto era presa a ammirare i suoi nuovi stivali. La pioggia scivolava via dagli stivali, che le facevano da scudo. L'acqua, che aveva sempre temuto perché rovinava e infangava sempre le sue belle ballerine, era impotente contro i nuovi stivaletti, scivolava via in gocce scintillanti e i piedi erano asciutti e caldi. La pioggia divenne d'improvviso la cosa più bella che Emma avesse mai visto: l'acqua ricopriva il mondo, ora pieno di goccioline come i suoi stivali, lo colorava come nemmeno il sole sapeva fare, e si trasformava in incredibili, magnifiche pozzanghere, nelle quali bastava specchiarsi per vedere un altro mondo, nuovo e fantastico, nel quale Emma non era più Emma, ma una bellissima rana rossa che saltava più in alto di tutti. La magia più bella gli stivaletti la fecero a scuola. La pioggia scendeva, Emma salutava la mamma dalla finestra della classe. Ed ecco comparire papà. Mamma aveva un solo ombrello, ma dopo un attimo era anche lui sotto l'ombrello, stretto stretto alla mamma, e tutti e due la salutavano dalla finestra. Emma ne era certa. Il mondo le piaceva tantissimo.

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