"L'integrazione dell'alunno audioleso a scuola: accoglienza e processi di apprendimento"
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- Gregorio Di Martino
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1 "L'integrazione dell'alunno audioleso a scuola: accoglienza e processi di apprendimento" Logopedista Dott.ssa Paola Mancini
2 PERCEZIONE UDITIVA Processamento dell imput informativo attraverso diversi meccanismi di analisi che vedono coinvolte aree corticali secondarie e terziarie. La percezione uditiva, così come quella visiva, tattile e propriocettiva,, subisce uno sviluppo e un modellamento attraverso i processi di educazione (apprendimento). Abilità minima alla nascita, si sviluppa nel corso della vita e, in particolare tra i 2 e gli 8 anni di età. ** La capacità trasduttiva degli organi di senso, invece, non subisce sostanziali variazioni nel corso del tempo**.
3 LIVELLI DI PERCEZIONE UDITIVA Detezione : assenza/presenza del suono Discriminazione : uguale/diverso, è la capacità di differenziare due stimoli in base all'analisi dei tratti soprasegmentali e segmentali Identificazione : capacità di ritrovare uno stimolo confrontandolo con un numero limitato di stimoli (closed( closed- set) Riconoscimento : capacità di ripetere lo stimolo senza l aiuto di una scelta multipla (open-set) Comprensione : è il livello più alto e corrisponde al significato del messaggio.
4 Comprensione Implica il passaggio alla rappresentazione semantica, la ricostruzione del significato a livello di pensiero. La decodificazione, che inizia con l arrivo del segnale a livello dell area temporale sinistra (o area di Wernicke), è l ultima tappa attraverso la quale viene determinato il significato globale del messaggio verbale (comprensione( comprensione).
5 Al momento dell arrivo in quest area il messaggio verbale è per lo più una rappresentazione fonologica,, da questa è necessario passare alla ricerca del significato lessicale e sintattico (giro angolare).
6 L analisi accurata delle sequenze fonemiche non è sufficiente per comprendere i significati!!! Nel processo di comprensione verbale vengono evocati un insieme di dati cognitivi, semantici, sintattici oltre che fonologici. In base a ciò formuliamo ipotesi sul significato del messaggio e, se queste vengono accettate perchè rendono ammissibile il significato, udiamo anche ciò che in realtà è stato omesso.
7 È evidente che alla protesizzazione non segue immediatamente la comprensione della lingua parlata!!! Il linguaggio non lo si acquisisce spontaneamente senza normali potenzialita' psico-fisiche, essendo esso l'espressione di molteplici funzioni che, solo se tutte integre, permettono all'individuo lo sviluppo del patrimonio linguistico. La prima di queste funzioni e' proprio quella uditiva.
8 Come fanno i bambini ad acquisire implicitamente e velocemente un codice molto complesso come la lingua parlata? Questo è possibile perchè il piccolo umano è predisposto alla comunicazione e all apprendimento apprendimento del linguaggio. Grazie a questa predisposizione innata è in grado di apprendere in un tempo relativamente breve un sistema complesso come il linguaggio. Affinché ciò avvenga normalmente è necessario che vi siano tre fattori: SPINTA VOLITIVA intesa come la voglia di comunicare, che garantisce la quantità dei messaggi MEZZI COGNITIVI capacità intellettive integre che garantiscono la qualità dei messaggi STRUMENTI PERIFERICI organi di senso che garantiscono l'uscita e l'entrata dei messaggi ricettivi (vista, udito) espressivi (ossa, articolazioni muscoli)
9 COMPRENSIONE Nei primi anni di vita la comprensione anticipa e prepara la produzione, cioè il bambino capisce molto più di quanto non riesca ad esprimere.
10 TAPPE 3 mesi: un neonato è in grado di distinguere diverse centinaia di suoni verbali differenti. Mesi successivi: il suo cervello si organizza in modo sempre più efficiente così da riconoscere solo quei suoni che fanno parte della lingua alla quale è regolarmente esposto. Dagli 8-10 mesi: il bambino scopre gradualmente il significato delle parole e progressivamente impara a riconoscerle. *All'inizio la comprensione è strettamente legata al contesto* 2 anni: la comprensione si decontestualizza e aumentano il numero di parole comprese (da 60 a più di 200 a 16 mesi) Fine del secondo anno di vita: la comprensione si estende a frasi semplici di due parole
11 Il bambino ipoacusico nel suo sviluppo linguistico segue le stesse tappe del bambino udente secondo tempi, fasi e procedure diversificate. Fondamentali saranno: L'ambiente in cui il bambino impara a parlare. La famiglia. Protesizzazione precoce. Intervento logopedico precoce.
12 Prima di imparare a parlare il bambino impara a comunicare 5/7 mesi Sviluppo della intenzionalità comunicativa 6/10 mesi processo di categorizzazione di e di ricognizione di oggetti ed eventi 8/10 mesi comunicazione gestuale: Gesti di routine Gesti deittici (indicare,dare, mostrare) Gesti referenziali (simbolici:pronto,ciao,più)
13 9/10 mesi Uso di strumenti Schemi di azione con gli oggetti 12/18 mesi Riferimento gestuale Comparsa di produzione di simboli 16/18 mesi Comparsa della capacità di gioco simbolico spontaneo(fa finta di..) Combinazione gesto+parola 20/24mesi Combinazione di gesti nel gioco simbolico 24/36 mesi Pianificazione ed ordinamento dei gesti nel gioco simbolico
14 Sviluppo del linguaggio Il linguaggio si divide in : Aspetti formali: fonologia lessico morfo-sintassi Aspetti funzionali: semantica pragmatica
15 Fonologia Studia le proprietà dei sistemi di suoni che i parlanti devono apprendere per poter usare la loro lingua ai fini della comunicazione.
16 Per la fonologia, che si concentra sull aspetto mentale, il flusso continuo di suoni viene scomposto in unità discrete: fonemi Sono segmenti a funzione distintiva perchè hanno il compito di distinguere significati
17 Tappe dello sviluppo del sistema fonologico Periodo pre-verbale (0 12 mesi): stadio della fonazione (0-1 mesi) stadio dei suoni gutturali(2-3mesi) espansione(4-5mesi) Babblig canonico(6-10mesi) babbling variegato(10-12 mesi) Periodo di transizione (12 18 mesi)o delle 50 parole Stadio fonemico (18 mesi - 4 anni) Stabilizzazione del sistema fonologico (4 8 anni)
18 In particolare durante lo stadio fonemico, quando i bambini cominciano a produrre parole più complesse compaiono errori tipici perché il controllo degli organi articolatori non è ancora efficiente e le regole fonologiche non sono state ancora apprese.
19 I processi di semplificazione messi in atto dal bambino rispondono a motivazioni di carattere articolatorio e percettivo ed operano a due livelli: a livello della struttura della sillaba e della parola a livello del sistema fonologico
20 Processi di struttura Il bambino ha difficoltà nell organizzazione sequenziale dei suoni all interno della sillaba o della parola. Queste difficoltà sono in genere più evidenti nella pronuncia di parole polisillabiche o che contengono gruppi consonantici.
21 I processi di struttura sono: Duplicazione (caffè = [ke kke]) Cancellazione di sillabe atone (banana =[ nana]) Riduzione di gruppi consonantici (treno = [ teno]) Armonia consonantica (coccodrillo= [kokko lillo]) Armonia vocalica (piccola = [ pakkala]) Cancellazione di consonante iniziale Metatesi (topo = [ poto]) Epentesi (aereo =[a leleo]) Riduzione di dittonghi pieno= [ peno] Soppressione di consonante finale di sillaba (albero= [ abbeo])
22 Processi di sistema Il bambino ha categorizzato i suoni percettivamente ma non riesce ad utilizzarli in maniera contrastiva. Si tratta di processi semplificatori che spesso comportano la sostituzione di una certa classe di fonemi con un altra.
23 I processi di sistema sono: Stopping (sole = [ tole tole]) Stopping Anteriorizzazione (cane = [ tane]) Gliding (mare = [ maje]) Semplificazione di liquide (rana = [ lana]) Fricazione (camicia= [ka misa misa]) Fricazione Affricazione (rosso= [ rot t o]) Desonorizzazione (gambe= Sonorizzazione (acqua= gambe= [ kampe kampe]) acqua= [ agwa agwa])
24 Caratteristiche dello sviluppo fonologico nel bambino sordo: Ritardo significativo nell'inizio della lallazione e nelle vocalizzazioni (mancanza di input e feeback); Mancata esplosione del vocabolario, l'ampliamento riguarda i gesti(combinazione di 2 gesti simbolici); I processi di semplificazione persistono più a lungo in particolare sono presenti: Sostituzioni Processi di armonia Desonorizzazioni Neutralizzazione delle vocali
25 Nel bimbo udente intorno ai 7 anni si ultima il processo di acquisizione fonologica tale processo per il sordo continua mediante un opportuno intervento logopedico che sopperisce alla mancanza di input uditivo e feedback acustico; Possiamo dire che nei primi anni di vita il bambino sordo ha un apprendimento differito successivamente presenta stadi di competenza fonologica che sono diversi sia quantitativamente che quelli del bambino normo-dotato; Il processo di acquisizione del sistema fonologico nel bimbo sordo si ottene solo tramite una corretta rieducazione logopedica;
26 LESSICO TAPPE DI SVILUPPO 1 mese: comportamenti comunicativi gestuali (smorfie, sorrisi) e vocali (diversificazione del pianto) 3 mese: suoni linguistici senza intenzione comunicativa. Impara ad ascoltare, si gira verso chi gli parla o risponde alla voce, è stimolato a vocalizzare; 8 9 mesi comunicazione intenzionale; Prima dei 12 mesi: utilizzo dei gesti deittici (dare,mostrare,indicare) per la richiesta e la denominazione; Dopo i 12 mesi: utilizzo dei gesti referenziali (simbolici) vocalizzazione delle prime parole;
27 Prima di 24 mesi: combinazioni cross modali (combinazioni tra gesti e parole) il bambino usa ancora un numero limitato di parole riferite al contesto famigliare mesi: esplosione del vocabolario 24 mesi: riduzione della condotta gestuale prime combinazioni di 2 o 3 parole
28 Il lessico del bambino sordo? Per il bambino sordo l'apprendimento e differito rispetto a quello del bambino udente; deve essere supportato dalla logopedista; Il bambino sordo ha necessita di un'interazione faccia a faccia, se si sposta lo sguardo o si indica qualcosa al di fuori del suo campo visivo la comunicazione si interrompe; Combinazione di due gesti simbolici(nei bambini normali non avviene!!!); Aumento della condotta gestuale Povertà e rigidità lessicale; Difficoltà nella comprensione di sinonimi, dei modi di dire e nei proverbi.
29 Tappe dello sviluppo della morfo sintassi I fase: fase presintattica o combinatoria mesi, LME=1,2-1,7 80% degli enunciati ancora olofrastici; compaiono associazioni di 2 o più parole in forma di olofrasi in successione o di combinazioni telegrafiche prive di predicato verbale (pappa più,bimbo da) Qualche enunciato semplice SVO (soggetto-verbo-oggetto) II fase: fase sintattica primitiva o telegrafica mesi, LME=1,7-2,2 si riducono gli enunciati telegrafici privi di predicato verbale aumentano progressivamente le frasi SVO, incomplete morfologicamente (bimbo prende cucchiaio) III fase: fase grammaticale mesi, LME=2,4-2,9 l'uso della morfologia grammaticale diviene produttivo nelle frasi semplici,ma la maggior parte sono ancora incomplete morfologicamente III fase: fase grammaticale mesi LME=2,9-3,2 l'uso delle morfologia grammaticale diviene produttivo nelle frasi complesse. All'interno di frasi complesse si osserva un'ampia varietà di connettivi di
30 Caratteristiche della morfo-sintassi del bambino sordo: Tendenza a produrre frasi brevi, evitando l'uso delle subordinate La povertà e la rigidità lessicali,che crea problemi nella comprensione e produzione di testi; Difficoltà nella comprensione delle frasi passive reversibili,di pronomi e preposizioni; Difficoltà nella comprensione di frasi subordinate,in particolare relative e pronominalizzate
31 Altre caratteristiche sono: Difficoltà soprattutto nella morfologia libera (articoli...ecc); Difficoltà anche nella morfologia legata (genere numero...ecc); Compiono errori di omissione, sostituzione e aggiunta in diversi aspetti morfologici, in particolare nelle preposizioni e nei pronomi clitici.
32 Sviluppo pragmatico La pragmatica è: L'insieme dei meccanismi e delle rappresentazioni mentali che consentono di risolvere le ambiguità nell'ambito del linguaggio verbale. La competenza pragmatica è proprio l insieme dei vincoli e delle regole sottostanti alla produzione di atti linguistici accettabili. La pragmatica analizza in maniera sistematica il rapporto tra significato e contesto, le inferenze che permettono ai parlanti di assegnare un senso a parole e frasi. (Orsolini 1995). Possiamo distinguere in quest ambito le competenze conversazionali e la competenza narrativa
33 SVILUPPO DELLA COMPETENZA CONVERSAZIONALE - capacita di richiamare l'attenzione dell'interlocutore - ripetizione dell'enunciato - rispetto dell'alternanza dei turni di conversazione - scambio di informazioni - dispute SVILUPPO DELLA COMPETENZA NARRATIVA - organizzazione dell'episodio - capacita di trattare il linguaggio come testo (recitare poesie a memoria passaggio da discorso diretto a discorso indiretto)
34 Funzione dialogica o discorsiva richiede: la capacità di assicurarsi l'attenzione dell'interlocutore che deve riconoscere l'intenzione comunicativa del parlante,il quale,a sua volta, deve controllare che questo riconoscimento effettivamente avvenga la capacità di costruire un messaggio comprensibile la capacità di fornire risposte pertinenti a una richiesta di informazione la capacità di aggiungere informazioni nuove, tenendo conto di quelle vecchie introdotte dell'interlocutore
35 La competenza narrativa richiede: La capacità di esplicitare luoghi, circostanze, personaggi implicati,connessioni tra eventi,significato che gli eventi assumono per il narratore e per i personaggi in quanto la rappresentazione del contesto non è costruita attraverso l'interazione tra più partecipanti, come avviene nel dialogo,ma è affidata al solo parlante. La capacità di distanziarsi dalla situazione presente attraverso il riferimento a eventi passati, fittizi o recitati(distanziamento realizzato attraverso l'uso di termini verbali quali l'imperfetto o il passato remoto, o attraverso formule rituali del tipo C'era una volta...) la capacità di svolgere contemporaneamente due ruoli quello del narratore e quello del personaggio
36 Come si comporta il bambino udente: 1 anno strategie verbali e non per attirare l'attenzione dell'interlocutore guarda in modo intenzionale tocca una persona quando vuole parlare con lei mostra un gioco vocalizza 2 anni pronuncia il nome dell'oggetto ripete l'enunciato se non viene capito indica l'oggetto di cui parla 3 anni stesse strategie più frequenti anche con i coetanei chiede chiarimenti spesso non interrompe l'interlocutore 4 anni affronta argomenti complessi interesse per il contenuto della conversazione utilizzo dei connettivi causali (perchè - se)
37 Caratteristiche della competenza pragmatica nel bambino sordo: Il b sordo interpreta in modo letterale il significato delle parole; Difficoltà nella comprensione nei modi di dire e nei proverbi; Rispetto dei turni di conversazione: il soggetto sordo non può ascoltare una persona e contemporaneamente guardare delle figure Difficoltà di comprendere le diverse accezioni di una parola; Anche per le abilità pragmatiche e necessario il supporto logopedico
38 I metodi riabilitativi : Metodi oralisti Metodi misti Educazione bilingue
39 Metodo De Filippis (oralista) Tra i massimi rappresentanti italiani dell'oralismo troviamo M. del Bo e A. De Filippis, che focalizzano l'intervento logopedico in punti essenziali: Diagnosi precoce; L'esatta valutazione del deficit; Immediata protesizzazione; Collaborazione della famiglia nell'intervento logopedico; Integrazione nelle scuole normali;
40 Altri punti fondamentali sono: Non prevede l'utilizzo dei segni Apprendimento della lettura labiale e sfruttamento del residuo uditivo; Lettura precocissima; Massiccio coinvolgimento dei genitori; Inserimento in un ambiente scolastico normale Importanza della psicomotricità Importanza dell'educazione dei genitori
41 Metodo verbo-tonale (oralista) E' stato ideato d Peter Guberina negli anni '50.Egli notò che gli studenti sbagliavano la pronuncia di parole straniere. Ipotizzò una sorta di sordità della mente spiegata dalla specializzazione del cervello per i suoni della lingua madre. Così inventò il Suvag lingua: macchinario che permetteva agli studenti di ascoltare solo il ritmo e l'intonazione delle lingua straniera. Successivamente inventò il Suvag 1 per applicare la sua teoria ai sordi ritenendo che si potesse sfruttare al massimo il ritmo e l'intonazione (frequenze gravi)
42 Le principali caratteristiche sono: Per la percezione il metodo verbo-tonale si rifà alla teoria ella Gestalt (non è necessario percepire ogni singolo elemento) Utilizzo del Suvag; Uso della ritmica corporea e musicale (i suoni del parlato sono il risultato del lavoro di muscoli agonisti e antagonisti); Utilizzo di diverse qualità della voce: parlata, modulata, cantata; Sono previste lezioni di gruppo per il ritmo corporeo, e lezioni individuali in cui si utilizza il Suvag;
43 Il metodo creativo,stimolativo,riabilitativo della comunicazione orale e scritta con le strutture musicali (oralista) E' stato ideato da Zora Drezancic insieme alla ritmica musicale nell'ambito del metodo verbotonale. Il suo principio è che il messaggio verbale viene trasmesso e ricevuto con tutto il corpo. Il bambino sordo riceverà un modello: Acustico (la terapista propone la stimolazione verbale) Motorio (la T. accompagna la stimolazione con grandi e piccoli movimenti) Visivo (il b. vede l'insegnante presentargli il modello)
44 Altri punti fondamentali sono: Rispetto di una progressione fonetica; Per la stimolazione si utilizzano 3tipi di voce accompagnati da movimenti: -Voce cantata (grandi movimenti delle braccia) -Voce modulata (piccoli movimenti delle mani) -Voce parlata (movimenti come quelli del solfeggio); Per ogni fonema o sillaba esistono strutture ritmico-fonetiche e giochi fonici; Utilizzo dei canali della pedagogia,sono 20 (i primi 10 servono per la stimolazione gli altri vengono utilizzati dopo l'ingresso a scuola;
45 Metodo misto Nel metodo misto o bimodale,nato in Italia nel 1980, la parola vocale è accompagnata dal segno corrispondente, pur lasciando integra la struttura della lingua verbale. Bimodale significa doppia modalità e infatti vengono utilizzate la modalità acustico-verbale, perchè si parla, e la modalità visivo-gestuale, perchè si segna, ma un 'unica lingua :la lingua vocale.
46 Le principali caratteristiche sono: Utilizzo dell' IS italiano segnato e dell' ISE italiano segnato esatto); Priorità della comprensione del linguaggio rispetto alla produzione; Vengono curati tutti gli aspetti del linguaggio tramite: stimolazione fono-acustica, lettura labiale, stimolazione cognitivo-linguistica; Durante la terapia non si chiede al bambino di segnare, se non quando si vuole verificare la comprensione, non si chiede di usare i segni neppure ai genitori (utilizzati solo dal logopedista); Uso della tecnica del rispecchiamento; Il ruolo dei genitori è solo quello di far generalizzare e automatizzare al bimbo gli apprendimenti fatti in terapia
47 Educazione bilingue Consiste nell'esposizione contemporanea del bambino alla lingua vocale e alla lingua dei segni italiana (LIS).La LIS è a tutti gli effetti una vera e propria lingua con una sua grammatica e sintassi. Sono stati rintracciati nella LIS 4 parametri fondamentali: il luogo nello spazio in cui viene eseguito il gesto La configurazione nell'eseguirlo L'orientamento del palmo delle mani o delle dita Il movimento della mano nell'eseguire il gesto
48 Ma la concretizzazione di un 'educazione bilingue del bambino sordo nella realtà implica una serie di problematiche : Necessità dell'esposizione bilanciata alle due lingue (figlio di udenti che non segnano o figli di genitori segnanti che non parlano) E ancora: se un bambino e audioleso quanto è esposto alla lingua orale rispetto a quella dei segni? Quanti sono i sordi veramente competenti nella LIS e quindi in grado di trasmetterla? IL DIBATTITO E ANCORA APERTO
49 LA SCUOLA MATERNA E IL BAMBINO AUDIOLESO Educazione percettiva anche in quei settori indenni dalla menomazione Scuola come luogo privilegiato per favorire gli usi interattivi del linguaggio Educazione psicomotoria precoce, per una presa di coscienza delle relazioni spaziali aiuto necessario per una corretta codifica dei correlatori sintattici (preposizioni,congiunzioni) Educazione alla percezione visiva, all educazione grafica e al disegno che racconta per vicariare la carenza dell espressione orale Precoce familiarità con la lingua scritta
50 LA SCUOLA ELEMENTARE E IL BAMBINO AUDIOLESO Uso del fumetto per facilitare la comprensione di brani di narrativa Favorire l espressione grafica attraverso il disegno espressivo Facilitare una pronuncia corretta delle parole arricchendo i testi scritti consegni diacritici per segnalare l accentuazione delle parole, le pause, le legature, i prolungamenti, le intonazioni ascendenti (domande) o discendenti (esclamazioni, imperativi) Favorire l acquisizione del linguaggio aritmetico, preciso e poco ridondante, ideale per creare un area di competenza che gratifica il bambino. Anticipare i contenuti delle lezioni. Nulla è più frustrante di dover cercare di capire qualcosa di cui non si sa nulla e con un linguaggio che non si conosce bene
51 Strategie per favorire la comunicazione: controllare che il locale sia ben illuminato e che il viso del docente sia sempre in luce; evitare il tono troppo innalzato della voce, che deforma l articolazione; parlare con ritmo rallentato, non scandito, prolungando il suono delle vocali; esporre il pensiero in maniera chiara e ordinata, scegliendo il lessico in maniera accurata; evitare l uso troppo frequente di frasi subordinate;
52 E ancora... nel corso della spiegazione, ricorrere all uso di uno schema del discorso, scritto alla lavagna, facendo riferimento ad esso ogni qualvolta si introduce un argomento nuovo; essere disponibili a riformulare i messaggi ambigui; fare uso quanto più possibile di materiale illustrativo, inerente l argomento (fotografie, immagini, lucidi, disegni, diapositive, videocassette, programmi di software, ecc.); spiegare all audioleso tutto ciò che avviene in classe, anche in sua assenza, in modo che si senta integrato.
53 r l'att
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