ATTIVITÀ FINANZIARIE

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1 Università Commerciale Luigi Bocconi Anno Accademico Scienza delle Finanze CLEAM classe 2 ATTIVITÀ FINANZIARIE Francesco Dal Santo

2 ATTIVITÀ FINANZIARIE Ø Definizioni Ø Redditi di capitale Ø Redditi diversi Ø Aliquote sui redditi di capitale e sui redditi diversi Ø Regimi di risparmio Risparmio individuale Risparmio amministrato Risparmio individuale gestito Risparmio collettivo gestito Ø Regime fiscale del risparmio di lungo periodo Ø Problemi di tassazione internazionale dei redditi Neutralità ed efficienza Ripartizione del gettito tra paesi Rispetto dei principi di equità dell imposizione personale Applicabilità dei principi di residenza e della fonte

3 Definizioni Ø Le attività finanziarie sono le diverse forme di impiego del capitale, come ad esempio: acquisto di azioni o quote di capitale di società, acquisto di obbligazioni, acquisto di titoli di Stato, apertura di depositi e conti correnti, ecc. Ø Dal possesso di attività finanziarie si generano normalmente: redditi di capitale: per es. interessi e dividendi; redditi diversi: per es. plusvalenze e proventi da contratti derivati.

4 Teoria Ø Secondo la nozione di reddito prodotto, dovrebbero rientrare nella base imponibile dell imposta sul reddito (ed essere assoggettati al prelievo progressivo) i soli redditi di capitale. Ø Secondo la nozione di reddito entrata, dovrebbero rientrare nella base imponibile dell imposta sul reddito (ed essere assoggettati al prelievo progressivo) i redditi di capitale e le plusvalenze. Ø Secondo la nozione di reddito consumo, dovrebbe essere tassato solamente il reddito consumato.

5 Realtà Ø Nella maggior parte dei sistemi tributari solo una parte dei redditi di capitale e delle plusvalenze rientrano nel reddito complessivo ai fini Irpef. Ø Giustificazioni dello scostamento dal reddito prodotto/ entrata: sviluppo dei mercati finanziari caratterizzati da frammentazione e rapidità di circolazione dei capitali; sostegno al collocamento dei titoli di Stato e teoria della partita di giro ; necessità di ridurre i livelli di tassazione e di consentire la circolazione anonima dei capitali in un contesto di integrazione dei mercati e di competizione fiscale; diffondersi, nel contesto internazionale, di modelli che distinguono il reddito da lavoro dal reddito da capitale (tassazione duale); semplificazione degli adempimenti dichiarativi.

6 Italia Ø Dal 1974 al 1998 sistema incoerente e non neutrale (diverse forme di tassazione per casi simili). Ø Dal 1998 al 2011, riforma Visco che ha: tenuto distinti i redditi di capitale dai redditi diversi; introdotto trattamenti differenziati secondo il regime di risparmio; aumentato il livello di omogeneità e di neutralità. Ø D.L. 98/2011: cambiamento delle aliquote; ritorno a forme di privilegio per i titoli di Stato.

7 Redditi di capitale Ø Interessi su mutui, depositi e conti correnti; Ø interessi su obbligazioni pubbliche (titoli di Stato); Ø interessi su obbligazioni private e altri titoli; Ø dividendi derivanti da partecipazioni in società di capitali; Ø rendimenti derivanti da fondi pensione; Ø rendimenti derivanti da contratti assicurativi; Ø proventi derivanti dalle gestioni collettive del risparmio (fondi comuni di investimento e Sicav); Ø proventi derivanti da riporti e pronti contro termine su titoli e valute.

8 Redditi diversi: plusvalenze Ø Plusvalenze derivanti da: cessione di partecipazioni; cessione di obbligazioni (pubbliche e private); cessione di valute estere, metalli preziosi, ecc. Ø La tassazione può avvenire: secondo il criterio della realizzazione: la plusvalenza da tassare è la differenza tra il corrispettivo per la vendita e il costo di acquisto dell attività finanziaria; secondo il criterio della maturazione: nell anno di acquisto, la plusvalenza da tassare è la differenza tra il valore maturato alla fine dell anno e il costo di acquisto; negli anni successivi, la plusvalenza da tassare è la differenza tra il valore maturato alla fine dell anno e il valore all inizio dell anno. Ø Gli stessi criteri possono essere adottati per le minusvalenze.

9 Redditi diversi: proventi da derivati Ø I derivati sono attività finanziarie il cui valore deriva dal valore di altre attività finanziarie. Ø Consideriamo, ad esempio, l opzione di acquisto dell azione x. Essa è strutturata in questo modo: l acquirente paga un premio: per esempio, 5; l acquirente ottiene il diritto di acquistare, entro una data determinata, il titolo x, ad un prezzo fissato (prezzo di esercizio o strike price): per esempio, 100; se, entro la data prefissata, il prezzo del titolo x sul mercato sale oltre 100+5=105, l opzione verrà esercitata e si avrà un provento; ad esempio, se il prezzo sale a 110, l opzione viene esercitata e il provento è =5; se entro la data prefissata, il prezzo del titolo x non sale oltre 100, l opzione non verrà esercitata e si avrà una minusvalenza: ad esempio, se il prezzo rimane a 100, ci sarà una minusvalenza di 5, pari al premio pagato.

10 Aliquote sui redditi di capitale e sui redditi diversi Ø 11%: rendimenti derivanti da fondi pensione e da accantonamenti TFR; Ø 12,5%: interessi e plusvalenze su titoli di Stato; Ø 20%: tutti gli altri redditi di capitale e redditi diversi; Ø Reddito complessivo IRPEF: al 49,72% per dividendi e plusvalenze da partecipazioni qualificate in società non residenti in paesi a fiscalità privilegiata (paesi white-listed); al 100%, invece, se società residenti in paesi non white-listed. N.B.: ciascun reddito di capitale conseguito nell esercizio d impresa (soggetti Irpef e Ires) concorre in misura piena alla formazione del reddito d impresa (principio di attrazione nel reddito d impresa).

11 Elenco degli Stati convenzionati che consentono un adeguato scambio di informazioni (white list) - d.m. 4 settembre 1996 Albania Algeria Argentina Australia Austria Bangladesh Belgio Bielorussia Brasile Bulgaria Canada Cina Cipro Corea del Sud Costa d Avorio Croazia Danimarca Ecuador Egitto Emirati Arabi Uniti Estonia Fed. Russa Filippine Finlandia Francia Germania Giappone Grecia India Indonesia Irlanda Israele Yugoslavia Kazakistan Kuwait Lettonia Lituania Lussemburgo Macedonia Malta Marocco Mauritius Messico Norvegia Nuova Zelanda Paesi Bassi Pakistan Polonia Portogallo Regno Unito Rep. Ceca Rep.Slovacca Romania Singapore Slovenia Spagna Sri lanka Stati Uniti Sud Africa Svezia Tanzania Thailandia Trinidad e Tobago Tunisia Turchia Ucraina Ungheria Venezuela Vietnam Zambia

12 Regimi di risparmio Ø Risparmio individuale (o regime della dichiarazione): regime naturale. Ø Risparmio amministrato: regime opzionale per i redditi diversi. Ø Risparmio gestito: regime opzionale per i redditi di capitale e diversi. Il risparmio può essere gestito: individualmente: il risparmiatore è titolare delle singole attività finanziarie nel suo portafoglio; collettivamente: il risparmiatore è titolare di una quota di un patrimonio indiviso (fondi comuni di investimento) o azionista di una Sicav.

13 Regimi di risparmio In tutti i regimi si applicano le aliquote viste in precedenza. Tuttavia, le modalità applicative divergono rispetto: Ø all obbligo di inclusione in dichiarazione o meno (anonimato); Ø al momento in cui rilevano le plus/minusvalenze (realizzazione/maturazione); Ø alla possibilità di recupero delle minusvalenze. Nell illustrare i diversi regimi, conviene partire da quello naturale (risparmio individuale), rispetto al quale gli altri due regimi rappresentano possibili opzioni alternative per alcune tipologie di reddito (redditi diversi per l amministrato e redditi di capitale e diversi per il gestito).

14 Risparmio individuale: redditi di capitale Tipologia di reddito Aliquote Modalità Opzioni Interessi su TdS italiani (BOT, BTP, CCT) e di paesi white-listed 12,5% Ritenute alla fonte a titolo di imposta Risparmio gestito Interessi su mutui, depositi e c/c 20% Interessi su obbligazioni private e su TdS di paesi non white-listed Dividendi da partecipazioni non qualificate in società residenti in paesi w.l. 20% 20% Dividendi da partecipazioni qualificate in società residenti in paesi w.l. Dividendi da partecipazioni (qualificate e non) in società residenti in paesi non w.l. Concorrono alla formazione del reddito complessivo Irpef al 49,72% Concorrono alla formazione del reddito complessivo Irpef al 100% Nessuna opzione: obbligo di inclusione in dichiarazione Nessuna opzione: obbligo di inclusione in dichiarazione

15 Risparmio individuale: redditi diversi Tipologia di reddito Aliquote Modalità Opzione Plusvalenze -su partecipazioni non qualificate in società residenti in paesi w.l.; -su obbligazioni private; -altre plusvalenze (compresi TdS di paesi non w.l.) Plusvalenze su Tds italiani (BOT, BTP, CCT) e da paesi w.l. Plusvalenze da partecipazioni qualificate in società residenti in paesi w.l. Plusvalenze da partecipazioni (qualificate e non) in società residenti in paesi non w.l. 20% Imposta sostitutiva 20% su 62,5% Imposta sostitutiva Concorrono alla formazione del reddito complessivo Irpef al 49,72% Concorrono alla formazione del reddito complessivo Irpef al 100% Risparmio amministrato o gestito Risparmio amministrato o gestito Nessuna opzione: obbligo di inclusione in dichiarazione Nessuna opzione: obbligo di inclusione in dichiarazione

16 Risparmio individuale: redditi diversi Ø I redditi diversi vengono inclusi in dichiarazione: non c è anonimato e tassazione per periodo di imposta. Ø Le plus/minusvalenze rilevano alla realizzazione. Ø Le minusvalenze: possono essere compensate con le plusvalenze tassate con la stessa aliquota (20%; 49,72%; 100%); L eccedenza non compensata è riportabile in avanti per i successivi 4 anni.

17 Risparmio individuale e minusvalenze: esempio Ø Immaginiamo un contribuente che percepisce interessi lordi su TdS italiani per 100 e realizza una plusvalenza da partecipazione non qualificata in società residente in Italia per 175. Inoltre, l individuo vende una partecipazione non qualificata in una società residente in Italia conseguendo una minusvalenza di 200. Ø La minusvalenza può essere compensata nello stesso periodo di imposta con la plusvalenza per 175 euro. I restanti 25 euro di minusvalenza non dedotta nel periodo di imposta potranno essere dedotti nei 4 anni successivi. Ø Il contribuente riceve 87,5 euro di interessi netti poiché i 100 euro di interessi lordi scontano una ritenuta alla fonte a titolo d imposta del 12,5%, ossia 12,5 euro, applicata dall intermediario finanziario che interviene nell operazione.

18 Risparmio amministrato: redditi diversi Il risparmio amministrato è un opzione esercitabile dal contribuente esclusivamente per i redditi diversi, in alternativa al risparmio individuale (mentre ai redditi di capitale continuano ad essere applicate le ritenute alla fonte con le stesse modalità e aliquote previste per il risparmio individuale). Ø Differenza rispetto a risparmio individuale: viene garantito l anonimato perché non è richiesta l inclusione in dichiarazione delle plus/minusvalenze. Ø Aspetti comuni (oltre alle aliquote): tassazione alla realizzazione delle plus/minusvalenze (ma l imposta è versata al momento della realizzazione, non al momento della dichiarazione); le minusvalenze possono essere compensate con altri redditi diversi e l eccedenza è riportabile per i successivi 4 anni.

19 Risparmio individuale gestito Il risparmio gestito è un opzione esercitabile dal contribuente per i redditi diversi e di capitale, in alternativa al risparmio individuale. Ø Nel risparmio gestito viene tassato il risultato di gestione nel quale confluiscono tutti i redditi maturati alla fine dell anno. Ø Il risultato di gestione viene tassato al 20%. Ø In linea di principio, il risultato di gestione di un singolo periodo di imposta è dato da: VALORE PATRIMONIO FINALE - VALORE PATRIMONIO INIZIALE Ma questa differenza deve essere corretta per tenere conto di una serie di aspetti.

20 Risparmio individuale gestito: risultato di gestione Ø Questa differenza può essere determinata non solo dalla gestione del patrimonio, ma dall aumento della ricchezza conferita che non va tassata: dal patrimonio finale vanno infatti sottratti i conferimenti di capitale effettuati in corso d anno. Ø Inoltre, una quota parte del reddito generato può essere anche prelevata prima della fine dell anno e quindi non essere visibile nel patrimonio finale: al patrimonio finale vanno quindi aggiunti i prelievi di capitale effettuati in corso d anno.

21 Risparmio individuale gestito: risultato di gestione Esempio: Ø valore iniziale del patrimonio=100; Ø conferimento=20, prelievo=30; Ø reddito generato=risultato di gestione=25; Ø valore finale=115 ( ). L obiettivo è quello di tassare 25, ma la differenza tra valore iniziale e finale è solo 15. Va corretta sommando i prelievi e sottraendo i conferimenti: =25

22 Risparmio individuale gestito: risultato di gestione Ø Infine, il sistema deve consentire l applicazione dell aliquota del 12,5% sui TdS emessi da paesi white-listed. Ø Questo risultato si può ottenere tassando con l aliquota del 20% il 62,5% dell interesse o della plusvalenza sui TdS, dopo aver sottratto il relativo ammontare lordo dal risultato di gestione (sarebbe equivalente sottrarre solo il 37,5% di questi redditi).

23 Risparmio individuale gestito: risultato di gestione Valore patrimonio finale lordo + prelievi in corso d anno - conferimenti in corso d anno - interessi e plusvalenze su TdS white-listed + 62,5% interessi e plusvalenze su TdS white-listed - valore patrimonio iniziale lordo = RISULTATO DI GESTIONE

24 Risparmio individuale gestito: regole di tassazione Il risultato di gestione viene tassato con aliquota del 20%. Confronto con il risparmio individuale: Ø Vantaggi: è possibile la piena compensazione tra redditi diversi e redditi di capitale. Se il risultato di gestione è negativo, il corrispondente importo è sottratto dal risultato di gestione nei 4 anni successivi; è garantito l anonimato. Ø Svantaggi: la tassazione delle plusvalenze avviene con il criterio della maturazione anche se non c è stata realizzazione (N.B: se c è realizzazione c è anche maturazione).

25 Risparmio individuale gestito e minusvalenze: esempio Immaginiamo un patrimonio iniziale di 1.000, dal quale derivano interessi lordi su titoli di stato per 100, una plusvalenza da partecipazione non qualificata in società italiana per 175 e una minusvalenza di 200 su un altra partecipazione non qualificata in società italiana. Ø Il valore del patrimonio finale è: = Ø Il risultato di gestione è: , = 37,5 Ø Questo ammontare è pari alla differenza tra la somma dei redditi di capitale da tassare (62,5) e della plusvalenza (175) meno l intero importo della minusvalenza (200): la minusvalenza viene pienamente utilizzata nel periodo d imposta. Ø L imposta pagata in questo caso dal contribuente è quindi pari al 20% di 37,5 euro, ossia a 7,5 euro. Nel caso di risparmio individuale, gli interessi sarebbero stati tassati al 12,5% e il contribuente avrebbe pagato complessivamente 12,5 euro, quindi 5 euro in più. Questo perché gli interessi lordi non possono essere compensati con la minusvalenza.

26 Risparmio individuale gestito e plusvalenze maturate: esempio Immaginiamo ora un patrimonio iniziale di 1.000, dal quale derivano interessi lordi su TdS italiani per 100 e una plusvalenza maturata da partecipazione non qualificata in società residente in Italia per 175. Ø Il valore del patrimonio finale è Ø Il risultato di gestione è pari a , = 237,5 e l imposta da versare è 47,5 (il 20% di 237,5). Nel regime di risparmio individuale, invece, il contribuente avrebbe dovuto pagare solo il 12,5% di 100, ossia 12,5, perché la plusvalenza maturata non è tassabile in tale regime.

27 Risparmio collettivo gestito: regole di tassazione In questo caso c è un ente separato, fondo comune o una Sicav, che gestisce l intero patrimonio, di cui i singoli si suddividono le quote (fondo) o le azioni (Sicav). Anche in questo caso viene tassato il risultato di gestione, costituito da regole analoghe a quelle già viste per il risparmio individuale gestito. Tuttavia, l imposta del 20% sui proventi è dovuta, in capo al sottoscrittore, soltanto nel momento in cui egli li percepisce tramite il riscatto o il rimborso delle quote o, eventualmente, attraverso distribuzioni periodiche: tassazione alla realizzazione.

28 Risparmio collettivo gestito: regole di tassazione Di conseguenza, si è passati dalla tassazione al momento della maturazione alla tassazione al momento della realizzazione. Ø L obiettivo è stato quello di equiparare il trattamento dei fondi comuni italiani a quelli armonizzati Ue. Ø Ma in questo modo si è introdotta una discriminazione a favore del risparmio collettivo gestito rispetto al risparmio individuale gestito, dovuta al differimento dell imposta al momento della realizzazione. Possbile effetto immobilizzo (lock in effect): l applicazione del prelievo con il criterio della realizzazione può causare distorsioni nelle scelte di portafoglio degli individui, inducendoli a posticipare lo smobilizzo delle attività possedute per ragioni fiscali.

29 Conclusioni Ø I redditi di capitale e diversi derivanti da partecipazioni qualificate concorrono sempre alla formazione del reddito complessivo Irpef; compensazione di minusvalenze da qualificate solo con plusvalenze da qualificate. Ø L anonimato sui redditi diversi non è garantito in nessun caso nel risparmio individuale; in caso di cessione di partecipazioni qualificate. Ø Le aliquote sono identiche nei vari regimi ma differenziate a seconda degli impieghi. Ø Il risparmio gestito è il solo che consente la compensazione fra redditi di capitale e redditi diversi. Ø Il timing della tassazione non è omogeneo: maturazione nel risparmio individuale gestito; realizzazione negli altri tre regimi.

30 Regime fiscale del risparmio di lungo periodo Risparmio con finalità previdenziale: 1) Fondi pensione chiusi e aperti 2) Contratti di assicurazione sulla vita Per beneficiare delle agevolazioni fiscali 1) e 2) devono soddisfare: periodo minimo di contribuzione; erogazione della prestazione al raggiungimento dell età pensionabile; la prestazione deve essere erogata per almeno il 50% sotto forma di rendita periodica, la restante (non eccedente il 50%) sotto forma di capitale. 3) TFR Risparmio senza finalità previdenziale: 4) Contratti assicurativi puri 5) Contratti finanziari

31 Fondi pensione chiusi e aperti Accumulazione Prestazione Età pensionabile Ø contributi deducibili (fino a euro) Ø rendimenti dei contributi (alla maturazione): tassati con aliquota 11% (parte finanziaria) Montante = Σ contributi + rendimenti dei contributi (già tassati) Rendita e K (max ½ montante): Ø parte non finanziaria: t [15%-9%] t=15%, ridotta di 0,3 punti per ogni anno di contribuzione oltre il 15 Minima (9%) con 35 anni Ø parte finanziaria esente Ø t = 20% del rendimento maturato sul montante che residua dopo il pagamento delle rendite o di K

32 Accumulazione TFR Prestazione Ø accantonamenti non imponibili Ø rendimenti degli accantonamenti (alla maturazione): tassati con aliquota 11% Cessazione rapporto di lavoro K: Ø parte non finanziaria: tassazione separata con aliquota pari alla media delle aliquote medie Irpef degli ultimi 5 anni Ø parte finanziaria esente TFR = Σ accantonamenti + rendimenti degli accantonamenti (già tassati)

33 Contratti assicurativi puri Accumulazione Prestazione Morte/invalidità permanente Ø Premi detraibili al 19% (fino a euro) Ø redimenti dei premi esenti Esente (carattere puramente risarcitorio della prestazione)

34 Contratti finanziari Accumulazione Prestazione Scadenza contratto Ø Premi non detraibili Ø parte finanziaria (rendimenti dei premi): tassazione sostitutiva al 20% Montante = Σ premi + rendimenti dei premi

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