Comunità Europea fondo europeo di sviluppo regionale
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- Fulvio Filippi
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1 Comunità Europea fondo europeo di sviluppo regionale
2 VALLE DEL SERCHIO E GARFAGNANA Castelnuovo Garf. - al Serchio - Pieve Fosciana - San Romano - Sillano- Vagli-Vergemoli - Castiglione - Coreglia - Fabbriche di Vallico - Fosciandora Villa Collemandina -Barga - Borgo a Mozzano - Camporgiano - Careggine - - Piazza - Minucciano Gallicano -Giuncugnano - Molazzana Bagni di Lucca
3 Informazioni ed accoglienza turistica Lucca: Ufficio Regionale - P.zza S. Maria, 35 Tel Fax info@luccaturismo.it Ufficio Plus - Cortile Carrara Tel infopalazzo@luccaturismo.it Ghivizzano: C/o F.S. Ghivizzano Tel e Fax Sede amministrativa: Piazza Guidiccioni, 2 Tel Fax promozione@luccaturismo.it Provincia di Lucca www. turismo.provincia.lucca.it Servizio Turismo - Piazza Napoleone Tel (centralino) s.nicolai@provincia.lucca.it uffici locali di informazioni turistiche BAGNI DI LUCCA Ponte a Serraglio, Via Casinò Municipale Tel e fax BARGA Via di mezzo 47 Tel fax N verde urp@comunedibarga.it cultura@comunedibarga.it BORGO A MOZZANO Via Umberto I, 3 Tel e fax proloco@borgoamozzano.org CASTELNUOVO GARFAGNANA Piazza delle Erbe Tel fax prolococastelnuovogarf@virgilio.it Centro Visite Parco Alpi Apuane Piazza delle Erbe 1 Tel e fax garfagnana@tin.it - Centro Coordinamento Turismo Rurale Piazza delle Erbe 1 Tel fax garfagnana@tin.it - COREGLIA Via Antelminelli 26 Tel museofigurina-coreglia@tin.it MOLOGNO C/o Stazione FFSS Tel SAN ROMANO IN GARFAGNANA Via Roma 22 loc Canapai Tel info@tessacoop.it Coordinamento editoriale: A.Giusti E.Masi Progetto Grafico: Studiosesti Foto: Archivio fotografico APT Lucca; PGMedia; Foto R.Degl Innocenti; Photo by Vip; Stampa: Tipografia Tommasi
4 RISALENDO LA VALLE DEL SERCHIO
5 Ponte delle Catene - Fornoli (Bagni di Lucca) RISALENDO LA VALLE DEL SERCHIO Da Lucca, attraversato Ponte a Moriano, dalla Statale 12 o dalla Provinciale Ludovica così chiamata da Carlo Ludovico di Borbone, che la fece realizzare per un più veloce collegamento con i Bagni alla Villa (oggi Bagni di Lucca) ci si addentra nella Valle del Serchio tra colline verdeggianti, gole profonde e vasti pianori intervallati da antichi borghi che serbano intatto il loro fascino. Il primo di questi, Borgo a Mozzano si trova poco prima del Ponte della Maddalena, incredibile, magnifica struttura medievale, vero simbolo della Valle, conosciuto anche come Ponte del Diavolo per la leggenda sulle sue origini. Nei documenti la Rocca di Mozzano è citata per la prima volta nel 1180, come proprietà dei Soffredinghi, signori feudali. Conquistata nel secolo successivo da Lucca, divenne progressivamente uno dei centri più importanti della Valle del Serchio. La porzione più antica del paese si articola intorno a palazzi medievali, alcuni appartenuti a illustri famiglie come i Castracani e i Guinigi. La parrocchiale di S. Jacopo è dotata di una torre imponente; all interno, un fonte battesimale del 1590, vari arredi sacri del sec. XVI e gruppi di scuola robbiana. Degno di nota anche il convento di S. Francesco, con la bella chiesa barocca e l elegante chiostro cinquecentesco. A Borgo a Mozzano si tengono anche manifestazioni di un certo rilievo, come la Biennale dell Azalea, mostra mercato che si svolge in aprile, e la Sagra del Baccalà Norvegese, organizzata ogni primo maggio nella frazione di Anchiano in collaborazione con la città norvegese di Aalesund. Attraversato il Serchio, lungo la Statale 12, si giunge a Bagni di Lucca, antica cittadina termale
6 Montefegatesi nota nei documenti fin dal 1284, posta alla confluenza del torrente Lima con il fiume Serchio. Adagiata tra i monti dell Appennino Tosco- Emiliano, a soli 152 metri s.l.m, la stazione termale è considerata una vera oasi per la mitezza del clima e per la cordialità degli abitanti. Bagni di Lucca conobbe un periodo di grande splendore nell 800, quando Carlo Ludovico di Borbone, frequentatore assiduo dei bagni, vi attirò personalità di rilievo. Fortissime le presenze da tutta Europa: Byron, Shelley, Heine, Lamartine, i coniugi Browning, Alexandre Dumas, Strauss, Liszt, ma anche dall Italia giungevano politici, regnanti, perfino papi. Tracce di questo glorioso periodo si ritrovano nei monumenti collegati con la vita delle Terme, come la Chiesa e il Cimitero Inglese, l Ospedale Demidoff, il Ponte delle Catene opera del Nottolini che collega a nord il territorio del comune con quello di Borgo a Mozzano, il Casinò, dove per la prima volta in Europa si giocò alla roulette, il Circolo dei Forestieri. Nei paesi vicini abbondano splendide chiese e pievi romaniche: a Benabbio, a S. Pietro a Corsena, a Vicopancellorum, a Casabasciana, a S. Cassiano di Controne, a Montefegatesi. Alle spalle di Bagni di Lucca, oltre Montefegatesi, incombe l Orrido di Botri, le cui pareti a picco formano un profondo canyon naturale attraversato dal torrente Marianna. Dall orrido si ridiscende verso Coreglia Antelminelli, raggiungibile anche dalla Strada Regionale della Garfagnana. Antico feudo dei Rolandinghi, signori della bassa Garfagnana, venne trasformato in roccaforte dagli Antelminelli di Ghivizzano, da cui successivamente prese il nome. Il nucleo centrale di Coreglia conserva ancora in parte l aspetto della fortezza medievale. Di un certo valore le due RISALENDO LA VALLE DEL SERCHIO
7 chiese romaniche di S. Martino (sec. IX) e di S. Michele (sec.xii), l imponente torre campanaria dell XI secolo ed il Forte. Coreglia merita una visita anche solo per il particolarissimo Museo della Figurina di Gesso e dell Emigrazione, ospitato nel bel Palazzo Vanni, che espone la storia e l attività dei figurinai, artigianiemigranti di questi luoghi che, di padre in figlio, hanno tramandato fino ai nostri giorni l arte del gesso. Busti di filosofi greci e romani, di re, imperatori, personaggi mitologici e grandi celebrità della musica, dell arte e della letteratura, riproduzioni di animali: sono oltre mille gli esemplari di gesso esposti nel museo. L uso di lavorare il gesso ebbe origine a Coreglia Antelminelli tra il XVI ed il XVII secolo. Da allora questa attività acquistò sempre maggiore importanza fino a diventare la principale occupazione della popolazione locale. Iniziò così quel fenomeno dell emigrazione di massa inscindibilmente legato alla produzione ed alla vendita ambulante della figurina di gesso che si verificò soltanto nella ristretta area geografica della Media Valle del Serchio e della Val di Lima. L ultimo comune della Media Valle è Fabbriche di Vallico, nel Parco Naturale delle Apuane, in mezzo a boschi e selve di castagni, vicino a un ampio lago artificiale. La storia di questo paese è legata al trasferimento di una numerosa colonia di fabbri bergamaschi che si insediarono nella zona intorno al XIV secolo. Tra gli edifici di un certo interesse, si ricordano la chiesa di S. Jacopo e, a Vallico Sotto, il complesso architettonico che fa capo alla Piazza della Chiesa, con lo stupendo trittico della Madonna con Bambino e Santi, mentre a Vallico Sopra la chiesa Vecchio Mulino - Fabbriche di Vallico RISALENDO LA VALLE DEL SERCHIO
8 A chi transita per la Statale del Brennero o viaggia in treno sulla linea Lucca-Aulla, a 20 chilometri a nord di Lucca, in prossimità del comune di Borgo a Mozzano, superata una curva, appare quasi all improvviso una superba costruzione, il Ponte della Maddalena, detto anche del Diavolo, risalente forse al X secolo. Come le Mura per Lucca, così questo ponte è il simbolo stesso della Media Valle del Serchio. È difficile risalire all origine di questo capolavoro, tanti sono gli intrecci tra storia e leggenda. Nicola Tegrimi, storico lucchese, affermava che il ponte fosse stato costruito da Matilde di Canossa attorno al 1100, ma le prime informazioni certe di quest opera risalgono a circa 500 anni dopo, per l esattezza al 12 novembre 1598, ad opera di un certo Natale Santi. Altri, addirittura, ne attribuiscono l edificazione al celebre condottiero lucchese Castruccio Castracani. A conferma di questo Aldo Manuzio, stampatore veneziano, scrisse nel 1690 che il Castracani fece rifare la veste al Ponte della Maddalena, perché in quel tempo cadde per mano di forti piene o di sovrappesi, con quella bellezza che si vede. La tesi che attribuisce a Castracani la ricostruzione del Ponte del Diavolo, in pessimo stato a causa delle piene del Serchio e del trascorrere del tempo, è confermata anche da Agostino Ricci, che però parla appunto di ricostruzione. Ciò significa che il ponte era già stato edificato. Ma da chi? Domenico Luigi Moscheni, nel 1792, segnalò la presenza di una lapide, rovinata dal tempo, sull ultimo pilastro del ponte sul lato di Borgo a Mozzano, che riportava una data in cifre arabe: È un altro mistero, visto che a quel tempo si usavano ancora i numeri romani (le cifre arabe furono introdotte solo nel 1202 da Leonardo Fibonacci). Dalle cartografie storiche si rileva inoltre che il corpo dell arco grande è un elemento distaccato dagli altri, come se fosse stato costruito in un secondo momento. E veniamo alla leggenda che dà il nome al ponte, raccontata dal poeta Giuseppe Giusti. Un tale Giuliano, divenuto poi santo, quando costruì il ponte, non riuscendo a finire l ultimo arco, chiamò un amico (il diavolo) e gli chiese di aiutarlo. Il diavolo accettò, chiedendo in cambio l anima del primo che avesse attraversato il ponte. Quando l opera fu finita, Giuliano fece passare sul ponte il suo cane, ed il diavolo beffato, inferocito, cercò invano di distruggere il ponte (questo era, appunto, opera del diavolo ). Il ponte del Diavolo e la Villa Mansi di Catureglio, che richiama la leggenda di Lucida, contribuiscono all enorme successo che ottiene ogni 31 ottobre la Festa di Halloween a Borgo a Mozzano. PONTE DELLA MADDALENA O DEL DIAVOLO
9 LE TERME DI BAGNI DI LUCCA Bagni di Lucca nel 1100 era rinomata a tale punto che Matilde di Canossa pensò di intraprendere diverse migliorie per favorire l accesso, compreso lo storico Ponte del Diavolo. Nel XV secolo la fama delle acque termali e il livello degli stabilimenti erano talmente elevati da rappresentare l unica realtà italiana presente nell elite termale europea. Qui sorgono le diciannove sorgenti di acque solfato-calciche, con una temperatura compresa tra i 37 e i 54 gradi centigradi, che vantano uno straordinario potere curativo e rigenerante. Il complesso termale di Casa Bosella-Jean Varraud, posto in località Bagni Caldi, è costituito da due edifici ristrutturati in cui si effettuano le classiche cure termali e dal vecchio stabilimento Jean Varraud, anch esso quasi completamente rimesso a nuovo, costituito da due edifici balneari, di grande pregio architettonico, al cui interno troviamo in buona parte materiale per le cure termali ancora allo stato originale, come le vasche in marmo per la balneoterapia. Nello stbbilimento si trovano due grotte calde, la Grotta Grande e la Grotta Piccola, due gioielli della natura,a vapore termale, con una temperatura che oscilla tra i 40 e i 47 gradi centigradi; un habitat ideale per rilassarsi, per depurarsi, per la cura della pelle e per il dimagrimento. Unica nel suo genere la Grotta Piccola, detta Grotta Paolina, che prende il nome dalla sorella di Napoleone, assidua frequentatrice delle Terme di Bagni di Lucca, è nota per la caratteristica peculiare di poter ospitare non più di quattro persone. La Grotta Grande è alimentata dalla sorgente del Doccione (detta anche Grotte di Sopra) e l altra, la Grotta Paolina, dalla sorgente del Fontino (detta anche Grotta di Sotto). Nel Centro Ouida, il centro estetica termale creato di recente, vengono proposti particolari trattamenti che combinano gli antichi valori termali con i trattamenti più moderni quali il body scrub, uno specifico trattamento detossinante di pulizia profonda della pelle del corpo, preceduto da un bagno di vapore termale nella grotta che prepara il corpo ad un naturale ricambio e il trattamento Jean Varraud con una combinazione di tre fasi (fango termale, balneoterapia termale e massaggio specifico) ed una sequenza armonica di grande benessere, o la detersione antica, fatta con appositi strumenti di antica riproduzione, per eliminare le tossine e dare nuova luminosità alla pelle. Il periodo di apertura va da marzo a novembre e durante i Ponti e le Festività Natalizie, ma si prospetta anche l apertura annuale insieme con il nuovo Antico Albergo Terme, adiacente le Terme che, con la sua ristrutturazione e la piscina termale, affiancherà l attività degli stabilimenti.
10 Duomo di Barga: Il Pulpito Ritornando sulla Strada Regionale della Garfagnana, in pochi minuti si raggiunge Barga. Al centro della Media Valle del Serchio, Barga ha conservato il suo aspetto di bellissimo borgo medievale con strette strade tortuose. La ripida via del Pretorio conduce al Duomo, dedicato ai SS. Jacopo e Cristoforo, che domina tutto l abitato. La primitiva costruzione è precedente al Mille; il Romanico è evidente nei capitelli e negli architravi scolpiti in unico blocco di pietra e ricchi di simboli medievali. Sopra la porta laterale è il fregio più famoso, detto l Agape, attribuito a Biduino. All interno bellissime sono le sculture del pulpito, ricco di intarsi marmorei, attribuito al comasco Guido Bigarelli (intorno al sec. XIII). Da segnalare le terrecotte robbiane che ornano la Cappella del Sacramento. Nei pressi di Barga, a Castelvecchio Pascoli, si trova la casa, che è anche sede del Museo Pascoliano, dove il Poeta visse dal 1895 al Pascoli scelse questo luogo per la bellezza del paesaggio, i silenzi, il verde; qui è sepolto insieme alla sorella Maria. A Barga, ogni anno, ad aprile ed ottobre si tiene il Convivio Pascoliano. Da segnalare le numerose manifestazioni culturali e folkloristiche, tra cui il Festival Lirico Internazionale Opera Barga, il Festival Internazionale di Jazz, la festa del Centro Storico che si svolgono in luglio e agosto ed il Presepe vivente che ha luogo il 23 dicembre. Casa Pascoli Castelvecchio Pascoli BARGA: THE MOST SCOTTISH TOWN IN ITALY
11 RISERVA NATURALE ORRIDO DI BOTRI La Riserva Naturale dell Orrido di Botri costituisce per la Media Valle del Serchio un rilevante patrimonio naturale e paesaggistico. Si tratta di un imponente e spettacolare gola calcarea, con pareti ripide, alte fino a 200 metri, in alcuni tratti distanti pochi metri l una dall altra. Profondamente incise nel tempo dai torrenti Marianna e Ribellino, esse si presentano come un vero e proprio canyon. Queste acque scendono dai fortilizi dell Appennino sovrastante, tra suggestive gole e spettacolari cascate, e confluiscono più a valle in un unico corso d acqua denominato Rio Pelago; il torrente prosegue incuneandosi tra le alte pareti rocciose e formando un ambiente naturale di rara suggestione e di notevole interesse geologico e naturalistico. Sulle pareti a strapiombo si può esaminare la petrografia, grazie al fenomeno erosivo che dura da migliaia di anni. Il canyon di Botri è immerso nel paesaggio appenninico caratterizzato da ambienti rupestri e faggete della Riserva Naturale. In quest oasi è ancora possibile ammirare in abbondanza numerose specie botaniche altrove rare come la pinguicola, pianta insettivora dai fiori viola e le foglie viscide, l aquilegia e la primula agricola. L integrità del territorio offre anche un ambiente naturale per numerose specie animali, prima fra tutte l Aquila Reale, simbolo del territorio, che qui ancora nidifica. Altri rapaci presenti nell area sono il gheppio, lo sparviero, la poiana, il falco pecchiaiolo ed il falco pellegrino. L unico ingresso all Orrido di Botri è Ponte Gaio, dove è anche il centro accoglienza, raggiungibile da Montefegatesi e dalla Provinciale di Foce a Giovo. L oasi faunistica offre complessivamente 12 itinerari nel territorio dell Orrido ed uno all interno dell Oasi Balzo Nero, situato sulla destra del fiume Lima, sempre nel comune di Bagni di Lucca.
12 Pania di Corfino - Villa Collemandina ALLA SCOPERTA DELLA GARFAGNANA
13 Provenendo da Lucca lungo la Strada Regionale della Garfagnana, al Ponte di Campia, dove finisce la Media Valle, inizia la Garfagnana, che si estende fino al valico di Carpinelli, al confine con la Lunigiana, e fino ai passi di Pradarena e delle Radici in direzione di Reggio Emilia e Modena. Il primo comune che si incontra risalendo la via Ludovica è Gallicano, situato quasi di fronte a Barga, ma sulla sponda opposta del Serchio. Un borgo antico, in cui si riconoscono ancora tracce dell impianto romano su cui originariamente fu edificato. Estremamente attivo nell artigianato e nell industria, da sempre è riuscito a sfruttare al meglio le risorse del territorio circostante ed in particolare le acque del fiume Turrite e del Serchio, e le miniere di ferro del vicino massiccio della Pania. Proprio a Gallicano, verso la fine del sec. XIV, sembra che sia sorta una delle prime industrie di armi da fuoco d Italia. Dal punto di vista artistico, l edificio più importante è la Pieve di S. Jacopo, posta in alto rispetto al centro abitato; costruita forse già prima del Mille, conserva molte opere di pregio, tra cui una grande pala di terracotta di scuola robbiana. Inoltrandosi verso l interno, con una breve deviazione in direzione sud-ovest si giunge a Vergemoli, di antiche origini, che mantiene nel complesso l aspetto di castello dotato di una chiesa romanica e palazzi cinquecenteschi. Dalla frazione di Fornovolasco si può raggiungere l Eremo di Calomini, particolare santuario-grotta, posto a strapiombo sulla vallata della Turrite. L edificio penetra nella grotta per almeno 15 metri e la sacrestia risulta letteralmente scavata nel macigno. Vergemoli è inserito in un contesto molto suggestivo: è circondato dai monti della Pania e dal Monte Forato, e il sottosuolo, ricco di grotte, è il paradiso degli speleologi. La più famosa è la Grotta del Vento, anch essa nei dintorni di Fornovolasco, il cui nome deriva dal forte vento che spira al suo ingresso. Tornati sulla via principale, superato Gallicano si giunge a Molazzana, antico centro il cui nome compare per la prima volta nel Terra di confine, fu sempre al centro di contese e conflitti tra Lucca e gli Estensi, ed ancora oggi abbondano tracce importanti di quel burrascoso passato. Una delle più famose è senz altro la fortezza di Cascio, fatta erigere nel 1615 da Alfonso III, di cui rimangono due porte, un ampio Eremo di Calomini ALLA SCOPERTA DELLA GARFAGNANA
14 tratto di mura e alcune torri; da quella più a valle si gode un ampio panorama sulla Media Valle del Serchio e su Barga. Appartiene al comune di Molazzana il Gruppo delle Panie, il più affascinante della catena apuana. Riattraversando di nuovo il Serchio, è d obbligo una sosta a Fosciandora, paese d origine quattrocentesca, le cui frazioni sono tutte situate in collina, lungo una strada panoramica che sale con ripida pendenza e dalla quale s intravedono i castelli di Perpoli, Palleroso e Fiattone. Il piccolo centro mantiene ancora il suo aspetto medievale, con il castello, la chiesa e la torre. Molte le manifestazioni estive, come il pellegrinaggio al santuario di Stella di Migliano e la festa detta dell emigrante turista nella villa Moscardini. A pochi chilometri da Fosciandora, alla confluenza tra il Serchio e la Turrite Secca, dove uno sbarramento idroelettrico crea un lago artificiale, si trova Castelnuovo di Garfagnana. Capoluogo della valle, oltre che punto obbligato di transito, è un centro ricco di fascino e di storia. Le prime notizie documentate di questo luogo risalgono all anno 740, quando Castelnuovo era ancora un piccolo villaggio. Un secolo dopo, nell 872, la città possedeva già mura castellane. Secondo la tradizione ne fu poi padrona la Contessa Matilde e in questo periodo divenne centro transitabile. Lucca conquistò Castelnuovo nel 1248 e Castruccio Castracani ampliò la fortezza nel Nel 1430 la città passò agli Estensi - ebbe come governatore anche Ludovico Ariosto e rimase loro fino all Unità d Italia, salvo la parentesi napoleonica. Il paese è contraddistinto da molti ponti e dalla celebre Rocca, la cui prima costruzione risale all XI secolo probabilmente costituita da una sola torre intorno alla quale si sviluppò poi il complesso fortificato. Oggi si presenta in veste sostanzialmente rinascimentale, essendo il risultato di continue ristrutturazioni ed adeguamenti. Il Duomo, dedicato ai SS. Pietro e Paolo, risale al X secolo, ma l attuale edificio fu riedificato sull antica chiesa romanica agli inizi del 500 con ampliamenti murari ed arricchimento architettonico interno. L epoca barocca apportò ulteriori modifiche al colonnato interno, mantenendo l austera facciata. Pur danneggiata dagli eventi bellici del 1944, conserva tuttora pregevoli opere come una Castelnuovo Garfagnana ALLA SCOPERTA DELLA GARFAGNANA
15 scultura lignea del XV sec. nota come Cristo Nero, una pala robbiana in terracotta invetriata, la Pala di S. Giuseppe ed una edicola in marmo della scuola del Civitali. Castelnuovo è dominato dall alto da una potente fortezza (oggi in restauro) voluta da Alfonso II d Este nella seconda metà del sec. XVI, che in suo onore fu chiamata Fortezza di Montalfonso: di vaste dimensioni, dotata di baluardi, costituiva il perno delle fortificazioni estensi in Garfagnana. Molto vivace dal punto di vista economico, ospita ogni giovedì il mercato dei banchetti, di origine medievale. Numerose le manifestazioni culturali e folcloristiche, tra cui la fiera di settembre, tradizione rurale con mercato di prodotti tipici locali, bestiame ed altri prodotti dell agricoltura e della selvicoltura, e la caratteristica tombola in piazza. Lasciato Castelnuovo, costeggiando la riva sinistra del Serchio si arriva a Pieve Fosciana, il cui nome deriva da un antichissima pieve (se ne hanno notizie fino dall VIII secolo), di cui si sono perse le tracce, ma che estendeva la propria giurisdizione su di un ampio territorio. Fino dall antichità anche Pieve Fosciana si caratterizza soprattutto come trafficato nodo stradale; ancora oggi da qui si diramano le due vie principali per il crinale appenninico: la via Vandelli e la strada delle Radici. La prima, una delle più ardite costruzioni viarie italiane, fu progettata dall abate Domenico Vandelli nella prima metà del Settecento per collegare Modena con Massa. Tra i borghi più interessanti da visitare ricordiamo Pontecosi, per le sue case di tipica struttura garfagnina, e Sillico per i palazzi cinquecenteschi e seicenteschi, dotati di imponenti portali e, all interno, di bei camini in pietra. Nelle vicinanze di Pieve Fosciana si trova una sorgente termale con acque cloruro-solfato-bicarbonatiche, conosciuta da sempre per le sue proprietà curative. Pochi chilometri in salita conducono da Pieve Fosciana a Castiglione di Garfagnana. Baluardo difensivo di estrema importanza fin dall antichità, Castiglione conserva ancora le mura, un quadrilatero irregolare con torri sugli angoli e ai lati delle porte. Nella parte alta del paese sorge la rocca più antica, risalente al sec. XII Camporgiano Trassilico Castiglione ALLA SCOPERTA DELLA GARFAGNANA
16 Importante la chiesa di S. Michele (sec. XIII) sia per la pregevole facciata sia per le opere all interno, tra cui una Maestà del 1389 di Giuliano di Simone da Lucca. Del comune fa parte l antico centro di S. Pellegrino in Alpe, cui si arriva percorrendo la tortuosa e ripida Via Vandelli. Qui si trova il Museo Etnografico della Montagna Don Luigi Pellegrini: oltre quattromila oggetti, testimonianza di usi ed attività della vita contadina, ormai quasi completamente scomparsi, esposti in 14 sale. Ma San Pellegrino merita una visita anche per il bellissimo panorama che si ammira da quassù e che si estende dal Cimone al Libro Aperto al Monte Giovo. Dirimpetto, sul versante apuano l antica via marmifera del Cipollaio si inoltra nella valle del torrente Turrite. L ingresso è segnalato dalla eclettica centrale idroelettrica di inizi novecento. Inoltrandosi nella valle, si supera il villaggipo medievale di Isolasanta, sulle sponde di un bacino artificiale. Nella valle contigua, sull altro versante del Monte Sumbra, il paese di careggine è un frequentato luogo di villeggiatura estiva. Documentato da prima del mille, consrva le mura con due porte; da quella principale si accede alla pieve, dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Pochi chilometri appena dividono Careggine da Vagli, paese sulle rive del più grande dei bacini artificiali della Valle del Serchio. Da qui è consigliabile l escursione alla conca glaciale di Campocatino, esempio straordinario e ben conservato di insediamento stagionale di pastori, con i caratteristici caselli in pietra calcarea, oggi punto tappa per il Garfagnana trekking, un percorso di quasi 130 km di sentieri e mulattiere che attraversa tutta la Garfagnana. Merita una visita anche il piccolissimo eremo di San Viano, incastrato nella montagna e l antico borgo medievale di Roggio, a 800 metri di altezza, tra prati e selve di castagni. Scendendo sulla Strada Regionale della Garfagnana si incontra Camporgiano, paese citato per la prima volta in un documento del Nel Medioevo, la sua complessa storia è caratterizzata dal continuo passaggio tra Lucca, Pisa, Firenze e Modena, che si contendevano questo territorio. Testimonianza di queste vicende è Alpeggio di Campocatino (Vagli) ALLA SCOPERTA DELLA GARFAGNANA
17 la Rocca, munita di torrioni angolari rotondi, costruita sopra una rupe a picco sul Serchio e dominante la valle. A poca distanza un altro borgo medievale, S. Romano, con vicino l antica fortezza di Verrucole, eretta su di un rilievo sovrastante la strada che correva lungo la riva sinistra del Serchio e a guardia della Valle. Conserva l intero perimetro della cinta murata con due baluardi, una torre semicircolare ed una garitta sulla porta d ingresso. Il paesaggio circostante, con la veduta della Pania di Corfino e del fiume, ne fa una delle fortificazioni più suggestive della provincia di Lucca. Il centro gravitazionale di tutta l alta valle è Piazza al Serchio, che sorge alla confluenza dei due rami originari del fiume. Le origini di questo centro si perdono in epoca preromana, anche se reperti archeologici documentano gli insediamenti dell età longobarda. La sua posizione geografica ha sempre favorito il commercio, tanto che già nel periodo medievale vi si teneva un importante mercato. Elemento particolare del paesaggio sono i cosiddetti Doglioni, imponenti coni di materiale vulcanico che emergono dal letto del fiume. Su una di queste sporgenze si trovano i ruderi del castello medievale CastrumVetus. Dal lato opposto del centro urbano è situato il borgo S. Michele, piccolo nucleo fortificato con un bel ponte di pietra, unica via d accesso. Proseguendo in direzione della Riserva Naturale dell Orecchiella, una zona protetta ricca di flora e di fauna che si estende per 52 km, s incontra il comune più settentrionale della Garfagnana, Eremo di S. Viano (Vagli) ALLA SCOPERTA DELLA GARFAGNANA
18 Isola Santa Sillano. Per la sua posizione di confine tra Toscana ed Emilia, Sillano è stato oggetto di molte contese, come molti altri paesi dell Alta Garfagnana in posizione strategica, e oggi si trova al centro di una delle zone più affascinanti dal punto di vista naturalistico dell intera regione. Vicino si eleva la cima del monte Prado, la vetta più alta della Toscana (2054 metri). Ritornando sulla Strada Regionale della Garfagnana, si raggiunge Giuncugnano, il comune più elevato (885 metri) di tutta la Garfagnana. Il luogo è bellissimo, incorniciato dalle Apuane, immerso in boschi di castagni, faggi, querce e cerri. Vi si svolgono anche manifestazioni interessanti, come la Fiera delle merci varie e rassegna equina e il Canto del Maggio, serie di rappresentazioni paesane di poemi epici e cavallereschi accompagnate da canti e musiche per festeggiare l arrivo della primavera. L ultima tappa del nostro itinerario è Minucciano, il cui territorio rientra per gran parte nel Parco Regionale delle Alpi Apuane, con alcune delle cime di maggior rilievo escursionistico ed alpinistico della catena, come il Pisanino, il Pizzo d Uccello, il Grondilice, il Tambura. Di particolare interesse anche la pieve romanica di S. Lorenzo, sulla riva sinistra del torrente Tassinara, contraddistinta da una bellissima torre campanaria ottagonale. ALLA SCOPERTA DELLA GARFAGNANA
19 Percorsa fin dalla preistoria da tribù nomadi dedite alla caccia, la Valle del Serchio fu in seguito abitata da popolazioni di origine ligure che, nella loro espansione verso sud, si insediarono stabilmente nell area apuana ed instaurarono rapporti commerciali con i vicini Etruschi, che si erano spinti verso nord, lungo il corso del fiume Serchio. I Liguri Apuani costruirono i loro villaggi su posizioni impervie facilmente difendibili, segno inequivocabile della loro indole fiera. Non passò molto che dovettero scontrarsi con i Romani che agli inizi del II secolo, dopo aver occupato la Piana lucchese e la Versilia, riuscirono a sottomettere in una durissima guerra le tribù liguri delle montagne sovrastanti. Con la fine dell impero romano, la Garfagnana subì le vicende italiche dagli Eruli di Odoacre agli Ostrogoti di Teodorico, da Giustiniano ai Longobardi, sotto il cui dominio si hanno le prime notizie degli odierni paesi della Valle. Dopo essere stata conquistata dai Franchi, a partire dal XII secolo le popolazioni della zona si trovarono a combattere le velleità di conquista di Lucca, divenuta ormai un vero e proprio feudo imperiale di Federico Barbarossa. Dopo le diverse vicende legate alle Signorie di Lucca, Pisa e Firenze, dal XV secolo si instaurò il dominio degli Estensi. Fu allora che Castelnuovo assunse a pieno titolo il ruolo di capoluogo del territorio, venendo arricchito dalla Rocca e dalla vicina fortezza di Montalfonso. Tra i vari governatori estensi, Castelnuovo accolse anche il celebre poeta Ludovico Ariosto. In seguito la Garfagnana ritornò sotto lo stato lucchese; passò al principato napoleonico dei Baciocchi e poi ai Borboni. Con l avvento del Regno d Italia, la Garfagnana divenne sempre più appendice e sempre meno terra di confine. Fu prima annessa alla provincia di Massa e nel 1923 fu unita alla provincia di Lucca. CENNI STORICI
20 Fortezza delle Verrucole (S. Romano)
21 Le montagne della Lucchesia, per la loro posizione e la varia morfologia, con frequenti cambiamenti di esposizione, pendenza ed altitudine, rappresentano un ambiente fra i più differenziati ed interessanti dal punto di vista floro-faunistico, caratterizzato dalla presenza di specie rare, alcune in via di estinzione. Buona parte del territorio della Garfagnana fa parte del Parco Regionale delle Alpi Apuane, una vasta area di montagna che interessa due province, Lucca e Massa Carrara. Il comprensorio delle Alpi Apuane è stato sottoposto a tutela grazie all istituzione nel 1985 di un Parco Regionale, che si estende su una superficie di ha. La caratteristica principale delle Alpi Apuane, catena montuosa che divide la valle del Serchio dalla costa tirrenica, è la loro formazione geologica, che ha, tra le rocce più tipiche, i marmi, le brecce e la pietra del Cardoso. Particolare è anche la morfologia, con guglie e creste taglienti e vette intorno ai 2000 metri. La vicinanza del mare conferisce singolarità al clima e la matrice calcarea prevalente favorisce il fenomeno carsico rendendo le Apuane un vero paradiso per gli speleologi, che trovano qui le grotte più belle e profonde d Europa. Ma anche alpinisti ed escursionisti scoprono su queste montagne infinite possibilità di escursioni. La geomorfologia, il clima e la posizione geografica sono tutti fattori che condizionano la vegetazione rendendola varia ed interessante: si va dagli ambienti di macchia mediterranea alle praterie sommitali. Significativa la presenza di specie endemiche, cioè esclusive della zona, come Silene lanuginosa, Santolina leucanta, Centaurea montis-borlae. Sulla riva opposta del Serchio, sui primi contrafforti dell Appennino, si estende il parco dell Appennino Tosco- Emiliano che comprende, sul versante lucchese, la Riserva Naturale dell Orecchiella, della Pania di Corfino, della Torbiera di Lamarossa. Molto vario e ricco nei suoi aspetti faunistici, il territorio presenta ambienti ben diversificati, con declivi dolci ricoperti di boschi e pascoli che contrastano con ripide pareti rocciose. La natura calcarea delle rocce determina una morfologia aspra, che accomuna questi monti alle Alpi Apuane più che alle altre vette appenniniche. La flora risente di questa somiglianza: sulle pareti verticali del Vallone delle Grottacce vegeta infatti, come sulle Apuane, il piccolo arbusto endemico Rhamnusglauchophylllus, mentre salendo alle quote più alte, sotto il Monte Vecchio, è significativa la presenza di uno dei rari rododendri appenninici, diffusi invece sulle Alpi. Oltre il limite dei boschi, allo sciogliersi delle nevi in tarda primavera, si può assistere a spettacolari fioriture di rosse peonie, accompagnate dagli anemoni alpini e dalla primula dell Appennino, endemica del tratto di crinale compreso tra il Monte Vecchio e il Monte Orsaro. Anche la fauna del Parco è molto ricca : tra gli ungulati annovera cinghiali, caprioli, mufloni e cervi; la presenza dell aquila e del lupo, animali predatori ai vertici delle piramidi alimentari, costituisce un significativo esempio della salute degli ecosistemi del Parco. Tra le attrazioni del Parco il Museo dei Rapaci, il Recinto degli Orsi e quello della fauna tipica. Nell'orto botanico di Piè Magnano, a 1300 metri di altezza, in circa un ettaro del giatdino di montagna, crescono una sessantina di specie di fiori, arbusti ed alberi con una ricca fioritura. Una rete di sentieri consente di raggiungere a piedi le zone più interessanti e suggestive della riserva. Al centro dell area si trova il Centro Visitatori, con un museo naturalistico che ricostruisce alcuni ambienti tipici del parco ed una sala per convegni e proiezioni. IL PARCO NAZIONALE DELL APPENNINO TOSCO EMILIANO E IL PARCO DELLE ALPI APUANE
22 La Grotta del Vento è situata al centro di una delle zone più pittoresche del Parco Naturale delle Alpi Apuane, dove l inclemenza degli eventi geologici e l origine carsica dei suoli ha determinato un orografia tormentata e varia. È raggiungibile prendendo la strada che da Gallicano porta a Fornovolasco, frazione del comune di Vergemoli. L interno della grotta è attrezzato con riflettori in modo da poter ammirare tutte le meraviglie del mondo sotterraneo: stalattiti e stalagmiti vive e brillanti, colate policrome, drappeggi d alabastro, laghetti incrostati di cristalli, corsi d acqua sotterranei, bizzarre forme d erosione. Tre gli itinerari possibili: il primo (un ora) ha un andamento pianeggiante ed è quasi ovunque tappezzato da splendide concrezioni calcaree; il secondo (due ore) offre anche il fascino di un fiume sotterraneo che attraversa vasti ambienti dalle rocce levigate; il terzo (tre ore, il più lungo d Europa) consente la visita completa della grotta e aggiunge il brivido di una diramazione verticale nella quale il sentiero mantiene la massima sicurezza anche lungo incredibili passaggi sospesi sul vuoto di un abisso che pare senza fondo. All interno della grotta la temperatura si mantiene costante a +10,7 gradi centigradi, una piacevole parentesi sia durante la calura estiva sia nel corso dei rigori invernali. LA GROTTA DEL VENTO
23 LAGO DI VAGLI: IL PAESE SOMMERSO Lungo la Strada Regionale della Garfagnana, si attraversa uno dei paesaggi più affascinanti del Parco delle Apuane: la strada costeggia infatti il torrente Edron, sul quale è stata costruita la diga di uno dei bacini idroelettrici più grandi d Italia. Si tratta del cosiddetto Lago di Vagli, che nasconde nel profondo delle sue acque un intero paese abbandonato, Fabbriche di Careggine, un borgo fondato intorno al 200 da un gruppo di fabbri bergamaschi qui immigrati, sommerso dalle acque della diga nel Quando il bacino viene svuotato per manutenzione, il paese riappare come per incanto, ed è possibile tornare a camminare per le sue strade e perfino entrare nelle case e nella piccola chiesa. Il lago di Vagli attrae i visitatori per l affascinante posizione geografica, tra le maestose cime Apuane, e per le escursioni in barca e canoa sulle sue splendide acque. Su di uno sperone circondato dalle acque sorge il vecchio paese di Vagli di Sotto, ove si può ammirare la bella chiesa romanica di S. Regolo, e nella parte nuova del paese si trova un altro esempio di architettura romanica, la piccola chiesa di S. Agostino (sec. XI) dall aspetto umile e severo messo in risalto dall essenzialità delle forme e dalla semplicità dei materiali usati.
24 Frugale è la cucina della Valle del Serchio e della Garfagnana, fatta di sapori semplici, comuni, genuini: ora sono erbe, ora cereali, ora frutti dei boschi, preparati con la fantasiosa originalità delle massaie. Piatto simbolo sia della Garfagnana, che di tutta la Valle del Serchio è il Farro. Si tratta di un antichissimo cereale, già conosciuto dai romani che lo usavano per nutrire le loro legioni. Scomparso quasi ovunque, sopravvive in Garfagnana, dove viene ancora macinato in antichi molini di pietra e regolarmente usato per fare un ottima minestra, la zuppa di farro. Occorre: mettere a cuocere in acqua salata fagioli con salvia, aglio e cotenna di maiale; preparare a parte un soffritto con olio, cipolla, carote, sedano; unire la polpa di pomodoro, sale e pepe e mettere il tutto al fuoco. Quando bolle, aggiungere il farro e far cuocere per circa un ora. Con questo piatto è adatto un vino rosso giovane o rosato, o anche un bianco di Montecarlo doc. Un altra zuppa da gustare nelle antiche trattorie lungo la Valle del Serchio è quella alla Frantoiana: osso di prosciutto, fagioli, patate, carote, sedano, nepitella, salvia, cipolla, pepe, cannella, origano e noce moscata con pane abbrustolito, il tutto condito con olio spremuto da poco. Famosa specialità garfagnina sono inoltre gli insaccati di maiale, ingrassato con farina di neccio e granoturco. Ma l alimento tipico per eccellenza, che nei secoli passati costituiva la principale fonte di sostentamento, è la farina di castagne, detta anche farina di neccio, il cui utilizzo per la popolazione della montagna è paragonabile alla farina di grano nelle zone di pianura. Sebbene fosse consumata per lo più come polenta, le varianti non mancavano. Sciolta in acqua e cotta sul fuoco tra due piastre di metallo, dava i necci, che si accompagnavano bene alla ricotta o ai salumi. Impastata con acqua, cosparsa di noci e bucce d arancia, un filo d olio e cotta al forno, dava il famoso castagnaccio. Ancor oggi la provincia di Lucca produce 14 mila quintali di castagne di qualità all anno. Uno dei dolci tipici della tradizione contadina è la torta coi becchi, ove i becchi non sono altro che la decorazione ottenuta premendo tra il pollice e l indice il bordo della pasta riempita con vari ingredienti. Questa torta, tipica di tutta la Lucchesia, rappresenta il contributo più originale alla pasticceria toscana. Nella variante garfagnina il ripieno è costituito da ricotta, zibibbo, zucchero, mandorle e canditi. PIATTI TIPICI
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