Lezione 1.1. Percezione. Percezione e Gestalt 04/10/2012
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- Federico Pippi
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1 Lezione 1.1 Percezione e Gestalt Percezione Diverse teorie sulla percezione Per il momento diciamo che la nostra percezione è frutto della cognizione, ovvero il risultato di processi di elaborazione dell informazione sensoriale che avvengono in modo automatico (?solo) e implicito 1
2 Elaborazione dell informazione visiva due principali processi primario: descrizione strutturale dello stimolo analisi della forma secondario o dell elaborazione cognitiva : confronto tra stimolo e tracce di esso contenute in memoria operazioni più complesse configurazione-stimolo identificata come oggetto conosciuto Prof. R. Folgieri Realtà Virtuali aa 2012/2013 Percezione visiva sistemi specializzati in analisi varie proprietà dell informazione visiva si usa descrivere separatamente i processi (però integrati) relativi alla percezione di Forma Colore Movimento Spazio Prof. R. Folgieri Realtà Virtuali aa 2012/2013 2
3 Descrizione e confronto Principali processi di elaborazione info visiva La descrizione è strutturale coinvolge il sistema sensoriale (visivo) fornisce descrizione dello stimolo non riguarda significato dell oggetto vengono analizzate proprietà fisiche dello stimolo: intensità frequenza spaziale, ecc risultato: stacco della figura da sfondo Operazioni primarie studiate principalmente dai teorici della Gestalt (primi decenni 900). Prof. R. Folgieri Realtà Virtuali aa 2012/2013 La percezione nella psicologia della Gestalt Intorno al 1910 dibattito tra percezione e sensazione, dati sensoriali e qualità formali nuova impostazione concettuale: la teoria della Gestalt o teoria della forma (psicologi di Berlino) In contrapposizione a quella associazionistica riteneva che la percezione di un oggetto fosse il risultato della associazione di elementi sensoriali distinti principali esponenti: Wertheimer, Kohler e Koffka prima pubblicazione di Wertheimer (1912) sul movimento apparente o movimento illusorio ( movimento phi ) 3
4 L esperimento di Wertheimer proiettava su uno schermo posto in una camera oscura alternativamente due luci, che filtravano attraverso due fessure. Le due fessure, distanti 1 cm l una dall altra, potevano essere entrambe verticali o una inclinata rispetto all altra di gradi. Se l intervallo tra le due illuminazioni successive era inferiore ad un certo valore (l intervallo ottimale era di 60 msec), il soggetto non percepiva due luci, ma un unica luce che si muoveva dalla prima posizione alla seconda. Se tale intervallo aumentava al di sopra di 200 msec il fenomeno non si verificava e l osservatore vedeva due luci che si accendevano in successione. Se si andava al di sotto di 200 msec il soggetto vedeva due stimoli stazionari contemporaneamente. Le conclusioni di Wertheimer Partendo da queste osservazioni Werthemeir concluse che non c è corrispondenza diretta tra realtà empirica e realtà percettiva e che quindi per comprendere il fenomeno percettivo non bisogna partire dalla descrizione dei singoli elementi sensoriali ma dalla situazione percettiva globale perché la forma non è data dalla semplice somma dei suoi elementi ma è qualcosa di più, di diverso. La percezione dunque non dipende dagli elementi ma dalla strutturazione di questi elementi in un insieme organizzato, in una Gestalt, parola generalmente tradotta con forma, struttura, pattern. 4
5 Leggi della forma (1) modalità secondo cui si costituiscono le forme classificate come leggi della forma da Wertheimer nel 1923: 1. legge della vicinanza: elementi del campo percettivo vengono uniti in forme con tanta maggiore coesione quanto minore è la distanza tra di loro. 2. legge della somiglianza: gli elementi vengono uniti in forme con tanta maggior coesione quanto maggiore è la loro somiglianza. 3. legge del destino comune: gli elementi che hanno un movimento solidale tra di loro, e differente da quello degli altri elementi, vengono uniti in forme. Leggi della forma (2) 4. legge della continuità di direzione: gli elementi vengono uniti in forme in base alla loro continuità di direzione. 5. legge della chiusura: le linee che formano delle figure chiuse tendono ad essere viste come unità formali. 6. legge della pregnanza: la forma che si costituisce è tanto buona quanto le condizioni date lo consentono. 7. legge dell esperienza passata: elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra di loro tendono ad essere uniti in forme. 5
6 Leggi della forma legge 6 buona Gestalt Si definisce una buona Gestalt una forma quanto più armonica, simmetrica e semplice possibile. In base a queste leggi ogni forma è una figura che si stacca dallo sfondo in base ad una particolare organizzazione degli elementi. Il triangolo di Kanizsa Gaetano Kanizsa (1955) uno dei principali esponenti italiani della teoria della Gestalt nel triangolo non si percepiscono tre cerchi incompleti e tre segmenti ad angolo, ma si ha una vivida percezione di un triangolo più luminoso che si stacca da uno sfondo costituito da tre cerchi neri completi e da un triangolo con i contorni neri completi. esempio di figura dai contorni illusori e di come la mente tenda a percepire la forma anche se mancano alcuni elementi sensoriali. 6
7 Percezione in psicologia cognitiva Secondo psicologia cognitiva la percezione è il risultato di una serie di processi complessi di elaborazione che si realizzano in modo implicito e automatico. noi percepiamo un prodotto cognitivo pur essendo fondato sull informazione sensoriale va al di là di questa stessa informazione di base. gli psicologi cognitivisti interpretano il riconoscimento delle figure illusorie come il triangolo di Kanizsa secondo un ipotesi costruzionista:la figura è costruita dalla mente sulla base degli elementi sensoriali disponibili. Gestalt e Cognitivismo sia l impostazione Cognitivista, postulando processi di elaborazione cognitiva sull informazione sensoriale, sia l impostazione Gestaltica, postulando tendenze innate all organizzazione degli elementi percettivi, ammettono un cambiamento dell informazione sensoriale operato dal soggetto e, quindi, relativamente indipendente dalla realtà. 7
8 Crisi del realismo ingenuo (1) realismo ingenuo : postula l esistenza di una corrispondenza diretta tra realtà empirica e realtà percettiva, critica: In alcune situazioni le realtà fisiche non hanno corrispondente percettivo ( assenza fenomenica ). Es corrispondenza tra spettro delle radiazioni elettromagnetiche (fisica) e spettro visivo: le nostre possibilità percettive coprono solo una parte minima di queste realtà fisiche. Viceversa situazioni di presenza fenomenica in assenza di oggetti fisici. Una situazione tipica di questo fenomeno è propria delle figure illusorie come il triangolo di Kanizsa. Crisi del realismo ingenuo (2) Percezione è ricostruzione di ogni osservatore della realtà ambientale, cui concorrono non solo le proprietà degli stimoli ma anche le attività autoctone dell organismo Problema di definire quali meccanismi siano alla base di tale operazione. Pensiamo ad Escher 8
9 Distinzione figura-sfondo (1) I primi studi della psicologia della Gestalt utilizzavano il metodo fenomenologico. consisteva nel porre davanti al soggetto una situazione stimolante e nel variarla sistematicamente, registrando la descrizione delle esperienze percettive immediate e genuine del soggetto stesso. non sono necessarie particolari procedure sperimentali, di ripetizione delle prove, di raccolta e analisi dei dati ma il fenomeno (ad esempio un illusione ottica) si presenta di per sé immediatamente per quello che è. Si tratta di un experimentum crucis, per cui è sufficiente un unica manifestazione del fenomeno per verificarne l esistenza. Distinzione figura-sfondo (2) L organizzazione percettiva più semplice ogni zona del campo stimolante invia alla retina la stessa quantità di luce situazione sperimentale definita come campo di stimolazione omogenea (es osservare il cielo senza nuvole). Rif. studi di Metzer Koffka (1935): quando le condizioni stimolanti sono semplici al massimo, la nostra percezione è di tipo tridimensionale: vediamo uno spazio con un colore neutro e che si estende in una distanza più o meno indeterminata. 9
10 Distinzione figura-sfondo (3) La rottura dell omogeneità del campo di stimolazione sembra dar luogo alla percezione della profondità che rappresenta il grado più semplice di rendimento percettivo differenziato; il grado successivo conduce alla comparsa di una distinzione tra figura e sfondo e si ha una forte tendenza a localizzare l area vista come figura più vicina di quella vista come sfondo. E un tema importante. Escher ne ha fatto motivo di arte. Molti hanno studiato questo fenomeno per quanto riguarda la profondità. Liberation M.C.Escher (1955) 10
11 Impostazione fenomenologica Nell ambito dell impostazione fenomenologica l articolazione figura-sfondo è stata in particolare studiata da Rubin (1921) che ne ha indagato le proprietà strutturali mediante le cosiddette figure reversibili La figura ha una forma, mentre lo sfondo è relativamente uniforme. Coppa di Rubin Prof. R. Folgieri Realtà Virtuali aa 2012/2013 Figure reversibili di Escher Un esempio di figure reversibili simili a quelle ideate da Rubin è dato dalla celebre opera di Escher Mosaico del
12 Osservazioni (1) Se si osserva il Mosaico si individuano una quarantina di figure diverse metà delle quali si comportano da sfondo rispetto alle altre. interessante notare come, fissando l attenzione su figure di questo tipo si verifichi una fluttuazione con inversione spontanea alterna di figura e sfondo, in modo relativamente indipendente dalla volontà del soggetto. Queste inversioni spontanee si presentano praticamente in tutti gli osservatori, sia pure con forti differenze individuali. Osservazioni (2) Le differenze interindividuali nel riconoscimento delle figure reversibili cosi come nel riconoscimento delle figure ambigue nonché in quelle incomplete, come il triangolo di Kanizsa, appare comprensibile se si fa riferimento alla definizione, data nell ambito della psicologia cognitiva, della percezione come prodotto cognitivo : pur essendo fondato sull informazione sensoriale, tuttavia va al di là di questa stessa informazione di base. qualsiasi percezione è il risultato dell interazione tra le conoscenze possedute dal soggetto relativamente allo stimolo e all informazione sensoriale. 12
13 Esempi (tra queste il famoso cubo di Necker) Immagini di volti ambigui: Immagini reversibili: Immagini impossibili: Immagini strane: Dove sono le 11 facce umane? Realtà Virtuali aa 2012/
14 Osservazioni (3) Da questo punto di vista la percezione è strettamente legata ad altre funzioni cognitive come l attenzione, responsabile della selezione degli stimoli in ingresso, la memoria, che contiene le tracce mnestiche necessarie al riconoscimento degli stimoli, il linguaggio, fondamentale per il processo di categorizzazione e per la costruzione di significati condivisi, l immaginazione, che consente la rappresentazione mentale dell oggetto (il prototipo) che viene confrontato con lo stimolo perché questo venga riconosciuto e la coscienza, ovvero quel complesso processo mentale che ci rende coscienti di percepire, ricordare, selezionare ecc. Tutti questi processi lavorano in maniera integrata per elaborare e produrre ciò che noi percepiamo. Conclusioni Psicologia della Forma ha rivestito notevole importanza nello studio dei fenomeni percettivi. si è posta come un movimento di innovazione teorica radicale agli inizi del secolo ed ha descritto fenomeni che restano tutt ora incontrovertibili al di là delle spiegazioni che sono state date dagli psicologi gestaltisti. 14
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