PIEMONTE ANTEPRIMA VENDEMMIA Roma, 30 Novembre Relazione Assessore Agricoltura Regione Piemonte Giorgio Ferrero

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1 PIEMONTE ANTEPRIMA VENDEMMIA 2016 Roma, 30 Novembre 2016 Relazione Assessore Agricoltura Regione Piemonte Giorgio Ferrero

2 IL VINO NEL CONTESTO INTERNAZIONALE Negli ultimi anni, sono aumentate a livello internazionale le quotazioni e il valore dei prodotti agro-alimentari, così come le esportazioni dei paesi avanzati tra cui l Italia, dotati di forti strutture, alta innovazione tecnologica e grandi capacità e potenzialità produttive. In particolare nel comparto vitivinicolo primeggiano i prodotti ad alto valore aggiunto certificati dai regimi di qualità: DOC, DOCG, DOP, IGP. L export di vino 2015 dei primi 11 paesi esportatori mondiali è cresciuto da 23 a 24.8 miliardi di euro, +7.7%, grazie a un robusto effetto derivante dal prezzo e dai cambi, data la svalutazione dell euro contro le maggiori valute mondiali. In termini di volumi, questi stessi paesi hanno esportato vino per circa 95 milioni di ettolitri, soltanto l 1% in più del L Italia chiude a 5,35 miliardi di euro, +5.3%, con un effetto prezzo del 7% e volumi in calo dell 1%. La Francia mantiene la leadership assoluta con 8,3 miliardi euro di export, +6.8% nel 2015, quindi leggermente meno della crescita totale, ma chiaramente meglio di tutti gli altri esportatori a valuta euro. Nel 2016, secondo i dati OIV, la produzione mondiale di vino è pari a circa 260 milioni di ettolitri. L Italia, con circa 51 milioni di ettolitri (20% mondiale) contende il primo posto alla Francia. VALORI E PERFORMANCE DEL PIEMONTE La superficie a vigneto si attesta a ettari, di cui iscritti a schedario viticolo. La maggior parte del vigneto piemontese è concentrato nelle province di Asti, Cuneo e Alessandria, ma si estende anche lungo una fascia pedemontana e montana che dal Torinese risale fino alle Valli Ossolane. La produzione vinicola piemontese del 2016 si è attestata a 2,54 milioni di ettolitri con un leggero incremento rispetto al 2015 del 3%. Essa, rappresenta il 5% della produzione nazionale ma quasi il 18% delle esportazioni complessive italiane, a dimostrazione di una sempre maggiore vocazione del Piemonte ad esportare i propri vini di pregio. L export interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei paesi comunitari e il 30 % nei paesi extra Ue. I principali paesi importatori, in ordine decrescente, sono Germania, Gran Bretagna, USA, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone. Un ruolo fondamentale nell internazionalizzazione del vino piemontese è stato il lavoro svolto dal consorzio Piemonte Land of Perfection che, nato nel 2011 su stimolo della Regione Piemonte, oggi è composto dalla quasi la totalità dei consorzi di tutela piemontesi e rappresenta uno strumento necessario per affrontare sistematicamente le sfide della globalizzazione, anche in sinergia con le altre produzioni agro-alimentari di eccellenza del Piemonte.

3 IL PIEMONTE PRODUCE QUALITÀ L 85% della produzione enologica piemontese è costituita da vini a Denominazione d origine (DO), di cui il 44% rossi e il 41% bianchi, e il 15% nei vini da tavola, perlopiù rossi. Abbiamo 18 vini a DOCG e 42 DOC (su 73 DOCG e 332 DOC nazionali), il più alto numero tra le Regioni, derivanti da una ventina di vitigni autoctoni storici, tra i quali, a bacca bianca: Arneis, Cortese, Erbaluce, Favorita, Moscato Bianco; a bacca rossa: Barbera, Bonarda, Brachetto, Dolcetto, Freisa, Grignolino, Malvasia, Nebbiolo, Ruchè, Pelaverga. In totale il Piemonte è in grado di offrire, nell ambito delle 60 denominazioni regionali, un ampia gamma di circa 600 tipologie di vino, modulate anche su differenti livelli di prezzo. Per scelta strategica il Piemonte non ha Indicazioni geografiche dei vini. In Piemonte la produzione di vini a denominazione d origine si articola su due assi: da un lato ci sono pochi vini, sui quali si concentra gran parte della produzione regionale; dall altro molte denominazioni forniscono un contributo minimo in termini produttivi e strutturali, con una produzione che si può considerare di nicchia, ma la cui presenza va a completare l offerta e a integrare il tessuto produttivo regionale. Infatti i primi tre vini (Asti Docg, Piemonte Doc, Barbera d Asti Docg) raccolgono oltre il 50% della produzione effettiva, e se si aggiungono i cinque successivi (Barbera del Monferrato Doc, Barbera d Alba Doc, Langhe Doc, Barolo Docg, Dolcetto d Alba Doc) si arriva a oltre il 75%. Nonostante ciò la viticoltura piemontese di qualità è caratterizzata anche dai tantissimi vini di limitata dimensione produttiva: molte denominazioni non raggiungono le 100 aziende o i 100 ettari di superficie iscritta ed addirittura in alcuni casi la produzione effettiva non supera i ettolitri. In Piemonte la gestione delle denominazioni avviene, ormai dal 2011, attraverso il sistema della regolazione delle iscrizioni a schedario viticolo ai fini della rivendicazione delle DO. Si tratta di una modalità prevista dalla norma nazionale che ha consentito di aumentare, in modo controllato e sostenibile, la superficie rivendicabile e quindi la produzione di uve e vini a DO onde evitare tensioni di mercato e squilibri nei prezzi. Le DO interessate sono state finora Barolo, Barbaresco, Roero Arneis, Langhe Arneis ed Alta Langa. Nel 2017 si applicherà anche a Gavi, Piemonte Moscato e Asti. IL SOSTEGNO DEL COMPARTO Le due principali fonti di sostegno sono: - l OCM (Organizzazione di mercato vitivinicolo) ai sensi del Reg. CE n. 1308/13; - il PSR ai sensi del Reg. CE n. 1305/13.

4 Nel corso del 2016 si sono attuate 3 misure del programma di sostegno dell OCM Vino combinate con gli interventi previsti dal Piano di sviluppo rurale. In particolare: - si è proseguita la ristrutturazione e riconversione varietale dei vigneti, utilizzando le risorse finanziarie di due campagne OCM, per circa 1200 domande e complessivi 1500 ha di vigneto ristrutturato; - il rilancio degli investimenti in cantina è avvenuta mediante i fondi stanziati dalla misura PSR per 246 aziende ed un finanziamento complessivo di oltre 14 milioni di euro; con la misura OCM Investimenti si sono sostenuti una decina di punti vendita extraaziendali in Piemonte e in Paesi europei con un contributo di circa 0,5 milioni di euro; - infine uno stimolo all export è stato fornito dalla misura OCM Promozione Paesi Terzi che ha approvato 30 progetti di cui 14 progetti regionali, 9 progetti multiregionali con capofila Piemonte e 7 progetti multiregionali con capofila di altre regioni, per un importo di poco inferiore ai 10 milioni di euro; sul mercato interno nazionale ed europeo si è operato invece con la misura 3.2 PSR informazione e promozione dei prodotti agricoli e alimentari di qualità mediante la quale si sono finanziati 16 progetti di promozione delle denominazioni di origine viticole piemontesi per un importo complessivo di 2,8 milioni di euro. RICERCA, SPERIMENTAZIONE E INNOVAZIONE Su tale attività, in campo vitivinicolo, un ruolo cardine è ricoperto dalla Fondazione per la ricerca, l innovazione e lo sviluppo tecnologico dell agricoltura piemontese nota come AGRION che opera nel settore tramite l attività svolta dal Centro sperimentale per la vitivinicoltura Tenuta Cannona di Carpeneto. La Fondazione Agrion mantiene un costante confronto con il mondo produttivo per coglierne le richieste e focalizzare le aree di indagine su cui possa lavorare produttivamente il mondo scientifico. Attualmente, Agrion, ha individuato 3 macro aree su cui sta concentrando le proprie attività: 1. Flavescenza dorata della vite 2. Selezioni di nuovi cloni interessanti per l ampliamento del patrimonio genetico varietale e per orientare la scelta delle barbatelle al momento dell impianto del vigneto. 3. Gestione dell inerbimento in vigneto. SISTEMA ENOTECHE REGIONALI, BOTTEGHE DEL VINO, CANTINE COMUNALI Le Enoteche regionali del Piemonte rappresentano una rete di luoghi affascinanti per la loro bellezza storico-artistica ma soprattutto per il loro valore sociale ed economico. Nate con la Legge regionale n. 37 del 1980, ma un paio avevano già iniziato a operare

5 qualche anno prima, esse rappresentano originali forme di aggregazione dei produttori e di altri soggetti professionali e istituzionali, con funzioni di accoglienza, animazione turistica e di promozione del territorio e con compiti di proposta e vendita delle specialità enogastronomiche delle aziende agricole socie. Tali strutture, nate per il prodotto vino, hanno ampliato la loro attività alle altre produzioni agroalimentari del territorio, tanto da poter assumere oggi la nuova funzione di agroteche regionali. Le 14 Enoteche regionali e le 33 Botteghe del vino-cantine comunali rappresentano la base istituzionale di un sistema del turismo del gusto che è molto di più di una prospettiva per l economia regionale. Ogni Enoteca esprime la propria realtà territoriale, ma i territori regionali sono assai diversi e viaggiano a velocità differenti. Però ognuno ha cose buone da proporre e lo sforzo comune è quello di svolgere una promozione in forma integrata e professionale, finalizzata ad un obbiettivo economico: vendere in maniera turisticamente piacevole il nostro territorio rurale ed i suoi prodotti tradizionali. IL RICONOSCIMENTO UNESCO DEI PAESAGGI VITIVINICOLI DI LANGHE-ROERO E MONFERRATO I vini piemontesi, famosi e apprezzati in tutto il mondo, per il loro gusto unico, per le loro qualità intrinseche, ma anche per il valore aggiunto che deriva dal loro profondo legame con i rispettivi territori che li producono e li propongono; quei luoghi persino mitici di Langhe, Roero, Monferrato, ed anche delle colline e fasce pedemontane e montane del torinese, biellese, vercellese, novarese e persino del VCO. Luoghi dove la vite e il vino modellano e ispirano il paesaggio agrario e rurale, esaltano l enogastronomia, sono elementi fondamentali delle bellezze artistiche, letterarie, culturali, storiche di questi territori, che ogni anno accolgono milioni di visitatori e di turisti del vino e della enogastronomia, attratti anche dalle pagine letterarie di grandi scrittori come Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Mario Soldati, Davide Lajolo che di queste colline, di questi vigneti, di questo mondo contadino ne hanno fatto sublime letteratura. Anche da tutto questo è scaturita la candidatura dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte nella lista dell Unesco come patrimonio dell umanità, culminato nel suo riconoscimento ufficiale, avvenuto nel mese di Giugno del Il sito è composto da una serie di 6 aree di particolare pregio (dette core zone, circa ha), circondata da un area di rispetto (detta buffer zone) anch essa ridotta a ha. I 6 nuclei (core zone) individuati erano: a) la Langa di Barolo; b) le colline del Barbaresco c) Nizza Monferrato e Barbera d) Canelli e Asti Spumante per i quali si evidenzia lo stretto legame del paesaggio con il vitigno autoctono prevalente, con le tecniche tradizionali di vinificazione, con la produzione di vini di valore elevato e riconosciuto a livello mondiale,

6 e) Il Castello di Grinzane Cavour, quale testimone fondamentale della storia e dello sviluppo della viticoltura e dell enologia piemontese f) Il Monferrato degli Infernot, storici ambienti sotterranei usati anche come cantine, scavati nella pietra da cantoni e rappresentativi non solamente dell architettura vernacolare ma anche della particolare geologia dell area. Il sito offre un proficuo compromesso tra elementi ambientali, produttivi, culturali e architettonici che devono esprimere al meglio le diverse sfaccettature del Piemonte vitivinicolo. L Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, costituita da Regione Piemonte con le Province di Alessandria, Asti e Cuneo nel gennaio 2011, svolge una funzione di gestione del sito, con il contributo tecnico di un Tavolo di lavoro interdirezionale composto dalle tre Direzioni regionali competenti, Ambiente, Governo e Tutela del Territorio, Agricoltura e Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport.

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