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2 Testi di Cammalleri, Caterina Catalano, Alessandra Carrubba, Mariateresa Cristani, Giusy Curcuruto, Gerlando Impaginazione Stampa

3 INDICE Presentazione PARTE PRIMA - CONTRIBUTI SCIENTIFICI Daniela Bica Claudio Leto, Teresa Tuttolomondo, Salvatore La Bella Alessandra Carrubba, Caterina Catalano, Marcello Militello Ferdinando Branca, Sergio Argento Edoardo M. Napoli, Laura Siracusa, Giusy Curcuruto, Andrea Pasquale, Tonia Strano, Giuseppe Ruberto Antonella Saija, Mariateresa Cristani, Domenico Trombetta

4 PARTE SECONDA - SCHEDE DI TECNICA COLTURALE Teresa Tuttolomondo, Ignazio Cammalleri Cappero Alessandra Carrubba, Caterina Catalano Coriandolo Ferdinando Branca, Sergio Argento Alessandra Carrubba, Caterina Catalano, Ferdinando Branca, Sergio Argento Teresa Tuttolomondo, Gerlando Gaglio Mirto Claudio Leto, Onofrio Nina Alessandra Carrubba, Caterina Catalano Psillio Ferdinando Branca, Sergio Argento Salvatore La Bella, Mario Licata Rosmarino Salvatore La Bella, Giuseppe Virga Adriana Acciaro, Antonio Arrabito

5 patrimonio storico-culturale legato alle produzioni agricole e all utilizzo tradizionale medicinali si integra perfettamente nell ambito di una agricoltura sostenibile, attenta On.le Avv. Michele Cimino

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7 L articolazione del progetto, sotto il coordinamento generale dell Assessorato, Dott. Cosimo Gioia

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9 PRESENTAZIONE

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11 Prof. Claudio Leto

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13 PARTE PRIMA CONTRIBUTI SCIENTIFICI

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15 IL COMPARTO DELLE PIANTE OFFICINALI IN ITALIA E IN SICILIA Daniela Bica U.O.B. 30 Centro Informazione Permanente Servizio XI Servizi allo Sviluppo- Dipartimento Interventi Infrastrutturali agri2.informazione@regione.sicilia.it Con il termine officinali si intende l insieme di tutte quelle specie vegetali che, direttamente o tramite i principi attivi estratti da esse, possiedono interesse medicinale o aromatico o cosmetico. A tale raggruppamento afferiscono sia le classiche specie aromatiche e medicinali, sia un gran numero di colture destinate alla preparazione dei prodotti cosmetici, liquoristici, di condimenti, di sostanze coloranti, di oli essenziali, di ingredienti per l industria alimentare nonché di prodotti per la difesa delle colture. Negli ultimi anni l interesse per le piante aromatiche ed officinali è cresciuto grazie ad una maggiore attenzione nei confronti dell ambiente, del benessere, della salute umana ed animale, delle tecniche eco compatibili e più in generale del concetto di qualità delle produzioni. È inoltre maturato un nuovo concetto di agricoltura, strettamente correlato allo sviluppo rurale, alle tradizioni, alla cultura ed alle attività agrituristiche, nel quale le piante officinali possono trovare una loro collocazione e svolgere un ruolo da protagonista. A livello italiano fare il quadro della situazione delle aromatiche ed officinali è piuttosto complesso a causa della mancanza di dati statistici ufficiali in merito alla consistenza degli investimenti. In base al 5 Censimento Generale dell Agricoltura (2000) la superficie nazionale investita ad officinali (tab.1) è pari a circa ha, di cui il 31,5% localizzata in Piemonte (715,2 ha), il 10,6 % in Sicilia (240,7 ha), il 9,8 % in Emilia Romagna (223,5 ha) e il 9% in Lombardia (204,2 ha). Relativamente alla distribuzione territoriale delle aziende è invece la Sicilia a fare la parte da leone con quasi aziende, corrispondenti al 38,7% del totale. All interno del territorio siciliano Trapani risulta essere la provincia con la maggiore superficie coltivata a piante officinali (130,32 ettari, pari al 54,14% del totale superficie regionale), segue la provincia di Messina con 84 ettari (34,90%), Agrigento con 15 ettari (6,24%), Ragusa con 4,95 ettari (2,05%), Palermo con 2,23 ettari (0,92%), Caltanissetta con 2,11 ettari (0,87%) ed infine Catania con 2,06 ettari (0,85%) (tab. 2). Per quanto concerne le aziende, queste risultano localizzate maggiormente nella provincia di Messina (1.043 unità, pari al 65,3% del totale), seguono Trapani (522 unità), Ragusa (10 aziende), Caltanisetta e Palermo (8 unità ciascuna), Agrigento (4) e Catania (3); non sono invece riportate aziende nelle province di Enna e Siracusa (tab. 2). In merito alle dimensioni medie aziendali, in termini di SAU (Superficie Agricola Utilizzabile), le aziende piccole e piccolissime sono le più numerose, sia a livello nazionale che siciliano, con valori rispettivamente pari a 0,93 ha e 0,15 ha. Per avere tuttavia un informazione più dettagliata occorre tenere conto delle singole Regioni, dove a livello italiano risalta il valore del Piemonte (3,25 ha), della Lombardia (2,43 ha) e delle Marche (1,93 ha). Molto più ridotte risultano invece le dimensioni in Campania (0,08 ha), Sicilia (0,15 ha) e Sardegna (0,19 ha). All interno del territorio regionale tutte le province presentano una superficie media aziendale inferiore all ettaro, ad eccezione di Agrigento dove è pari a 3,76 ha (tab. 2).

16 I dati sopra decritti si discostano in maniera significante da quelli rilevati da un censimento svolto direttamente in campo dagli Uffici periferici (SOAT) del Dipartimento Interventi Infrastrutturali dell Assessorato Agricoltura e Foreste (tab. 3). In base a tale censimento, aggiornato a fine 2008, la superficie totale regionale investita a piante officinali è di 193,04 ha, ed è Agrigento la provincia con la maggiore superficie ad officinali, seguita da Enna (Acciaro et al., 2008), Palermo e Messina (tab. 3). Come si può notare sono presenti aziende anche nelle province di Enna (fig. 1) e Siracusa. La dimensione media aziendale regionale è risultata pari a 1,22 ha ma forti sono le differenze riscontrate a livello provinciale, con valori che vanno da 0,27 ha, nella provincia di Messina, a 6 ha, nella provincia di Trapani. Valori simili alla media regionale sono stati rilevati nelle province di Enna e Caltanissetta, mentre in quelle di Agrigento, Catania e Palermo è risultata pari a circa 4 ha (tab. 3). La presenza di molte aziende di piccole dimensioni, situazione comune a tutte regioni italiane, determina una forte frammentazione dell offerta che si scontra con una domanda invece concentrata in un numero ridotto di operatori. Nei territori censiti le officinali maggiormente coltivate sono risultate l origano, il timo, il rosmarino, la salvia, lo zafferano, il cappero ed il psillio, seguiti da alloro e dragoncello, coltivate su superfici più ridotte. Il mercato e prospettive di sviluppo delle piante officinali in Sicilia Il mercato delle piante officinali è un mercato su base mondiale, molto complesso e diversificato, caratterizzato da una scarsa trasparenza ed un ampia oscillazione da un anno all altro. In esso vi operano poche grandi aziende, in prevalenza tedesche, che commercializzano e trasformano la materia prima (prodotto greggio), e una fitta rete di intermediari (brokers), che si occupano della compravendita di merci. A tali figure si contrappone un offerta molto frammentata proveniente per la maggior parte da raccolta spontanea effettuata in regioni del mondo molto povere ed arretrate, dove le operazioni di trasformazione (essiccazione pre-lavorazione) si svolgono in condizioni precarie e poco igieniche. Ne deriva quindi un prodotto di scarsa qualità e piuttosto disomogeneo. A livello europeo il prodotto richiesto afferisce a due tipologie differenti: da un lato il prodotto greggio, richiesto in lotti uniformi, di grosse dimensioni e con un elevato titolo in sostanza attiva, destinato all estrazione della stessa per l ottenimento di farmaci e per l ingredientistica; dall altro il prodotto semilavorato, richiesto in lotti meno grandi e di ampia gamma, di alta qualità alimentare e spesso di origine biologica, destinato all utilizzo sottoforma di farmaci tradizionali, alimenti ed integratori. A livello nazionale la domanda di essenze officinali ed aromatiche proviene prevalentemente (85%) da parte delle industrie trasformatrici (farmaceutica, liquoristica, alimentare, cosmetica) e per la rimanente quota da parte delle erboristerie. Attualmente le industrie utilizzatrici non riescono a soddisfare le proprie esigenze di approvvigionamento di prodotto dal mercato locale, sia in termini quantitativi che di standard produttivo e a prezzi competitivi rispetto al prodotto estero. Per tale motivo gran parte della domanda (75%) viene soddisfatta da prodotto di provenienza estera, del quale spesso si sconoscono le caratteristiche chimiche. All interno delle industrie trasformatrici particolare importanza assume quella farmaceutica, che utilizzerebbe il 35% del totale disponibile, seguono l industria alimentare e quella dei liquori (21% rispettivamente) mentre una quota minore (10%) sarebbe assorbita dalla cosmetica (AA.VV., 2001).

17 Relativamente ai canali distributivi, i principali acquirenti sono i grossisti dell industria farmaceutica, cosmetica ed alimentare e quelli che riforniscono la GDO (Grande Distribuzione Organizzata), segue il settore della Ristorazione e le Cooperative/Consorzi, i dettaglianti alimentari, i dettaglianti erboristici ed i laboratori cosmetici. In Sicilia per quanto concerne i mercati di destinazione delle piante officinali, il principale mercato di riferimento è quello regionale (il 64% del prodotto totale), segue il mercato nazionale (il 21% del prodotto) e successivamente il mercato estero, con il 15% del prodotto (Crescimanno, 2007). Lo sviluppo delle officinali deve fare i conti con le ridotte dimensioni aziendali, con la frammentazione fondiaria delle aziende, con la difficile meccanizzazione delle operazioni colturali nonché con la scarsa economicità di alcune tecniche. Ancora oggi in Sicilia persiste una metodologia tradizionale di coltivazione che prevede la raccolta di alcune essenze allo stato spontaneo o la coltivazione promiscua con altre colture. Molto occorre quindi fare per il rilancio e il potenziamento di tale comparto, nel quale il piccolo produttore si trova spesso in grande difficoltà nel collocare la sua materia prima, e di conseguenza si orienta frequentemente all ottenimento di un prodotto finito da destinare a mercati locali. Occorre puntare sia su modelli aziendali che, attraverso la multifunzionalità, siano in grado di integrarsi con i diversi settori produttivi di un determinato territorio rurale, sia su modelli colturali intensivi e specializzati che prevedano l acquisizione di idonee attrezzature meccaniche, di impianti di trasformazione o condizionamento del prodotto fresco al fine di produrre un ampia gamma di essenze. Inoltre la concentrazione dell offerta, la possibilità di disporre di materiale selezionato e a costi più contenuti, la qualificazione delle produzioni offerte, rappresentano oggi dei traguardi importanti per il comparto delle piante aromatiche ed officinali. Un ruolo strategico lo assumono la commercializzazione e tutte quelle attività di marketing tese a fare conoscere, valorizzare e promuovere le produzioni tipiche siciliane. La creazione di marchi tipici, l individuazione di packaging più adatti a questa tipologia di prodotti vegetali e la messa a punto di campagne pubblicitarie che esaltino le caratteristiche organolettiche e qualitative delle nostre produzioni rappresentano obbiettivi sui quali puntare per lo sviluppo del comparto delle officinali. L aumentata sensibilità da parte del consumatore nei confronti dei prodotti naturali, il costante aumento del consumo di prodotti officinali (tal quali e trasformati), le condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli alla coltivazione in Sicilia di tali essenze, l espansione del mercato dei prodotti tipici e biologici nell ambito delle attività legate al turismo rurale nonché la possibilità di valorizzare ed allo stesso tempo salvaguardare molte aree marginali a forte rischio idrogeologico, sono i punti di forza che rendono tale comparto produttivo particolarmente interessante per il territorio siciliano. È possibile inoltre prevedere un ulteriore aumento delle richieste da parte dell industria farmaceutica, così come testimoniato dall accresciuto interesse nei confronti di alcune specie. Anche nel campo dell erboristeria ci si attende una forte espansione del settore in considerazione dell incremento della domanda di preparati a base di sostanze di origine naturale, nonché dei punti di vendita al dettaglio (AA.VV., 2001). Un ruolo fondamentale lo può svolgere oggi la Pubblica Amministrazione alla quale è data un importante opportunità grazie al nuovo PSR , che lascia ampi spazi per il potenziamento e la valorizzazione di questo comparto.

18 L Assessorato Agricoltura e Foreste, inoltre, al fine di dare un contributo pratico allo sviluppo di questo settore si è fatto promotore ed ha finanziato il progetto di ricerca Piante officinali in Sicilia: studio agronomico, fitochimico e farmacologico mirato alla loro valorizzazione e allo sfruttamento agro-industriale, i cui risultati sono di seguito riportati, che ha visto coinvolte cinque Unità di ricerca e le SOAT del Dipartimento Interventi Infrastrutturali, distribuite sull intero territorio regionale. Bibliografia AA.VV., Le piante aromatiche,officinali e l erboristeria. CIFDA Sicilia Sardegna struttura sarda Cagliari, pp.448. Acciaro A., Arabito A., Bica D A Enna si coltiva lo zafferano per il formaggio Piacentinu. Terra e Vita, Supplemento al n.26/2008: Crescimanno M., Le piante officinali in Sicilia Potenzialità di sviluppo della coltivazione con metodo biologico. Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Economia dei Sistemi Agroforestali, pp Tabelle Tab. 1. Le officinali in Italia (2000). Superficie Aziende Sup. Media Provincia Ettari % Numero % Aziendale (ha) Piemonte 715,2 31, ,3 3,25 Liguria 88,9 3, ,9 0,22 Lombardia 204,2 9,0 84 2,0 2,43 Emilia Romagna 223,5 9, ,6 1,49 Veneto 82,6 3,6 79 1,9 1,05 Friuli -Venezia Giulia 3,7 0,2 6 0,1 0,62 Valle d Aosta 1,7 0,1 5 0,1 0,34 Trentino Alto Adige 11,5 0,5 28 0,7 0,41 Toscana 124,4 5, ,2 0,93 Marche 125,4 5,5 65 1,6 1,93 Lazio 25 1, ,0 0,20 Umbria 66,0 2,9 42 1,0 1,57 Campania 30,0 1, ,9 0,08 Abruzzo 64,9 2, ,8 0,27 Molise 34,8 1,5 24 0,6 1,45 Basilicata 15,5 0,7 60 1,5 0,26 Calabria 43,8 1,9 99 2,4 0,44 Puglia 110,9 4,9 88 2,1 1,26 Sicilia 240,7 10, ,7 0,15 Sardegna 61,0 2, ,6 0,19 TOTALE 2.273,7 100, ,0 0,93 Fonte: 5 Censimento Generale dell Agricoltura.

19 Tab. 2. Le officinali in Sicilia (2000). Superficie Aziende Sup. Media Provincia Ettari % Numero % Aziendale (ha) Agrigento 15,02 6,2 4 0,3 3,76 Caltanissetta 2,11 0,9 8 0,5 0,26 Catania 2,06 0,9 3 0,2 0,69 Messina 84,01 34, ,3 0,08 Palermo 2,23 0,9 8 0,5 0,28 Ragusa 4,95 2,1 10 0,6 0,49 Trapani 130,32 54, ,7 0,25 TOTALE 240, ,15 Fonte: 5 Censimento Generale dell Agricoltura. Tab. 3. Superficie coltivata a piante officinali (2008). Provincia Superficie Aziende Sup. media Ettari % Numero % aziendale (ha) Agrigento 79,84 41, ,0 4,20 Caltanissetta 3,30 1,7 3 1,9 1,10 Catania 13,30 6,9 3 1,9 4,43 Enna 34,38 17, ,0 1,15 Messina 23,80 12, ,1 0,27 Palermo 26,50 13,7 7 4,4 3,79 Siracusa 2,92 1,5 7 4,4 0,42 Ragusa 3,00 1,6 1 0,6 3,00 Trapani 6,00 3,1 1 0,6 6,00 TOTALE 193, ,22 Figure Fig. 1. Campo di zafferano impiantato ad Enna.

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21 ASPETTI COLTURALI E VALORIZZAZIONE DI OFFICINALI PER IMPIEGHI AGRO-INDUSTRIALI Claudio Leto, Teresa Tuttolomondo, Salvatore La Bella Consorzio di Ricerca per lo Sviluppo di Sistemi Innovativi Agroambientali leto@unipa.it Riassunto L uso delle piante officinali in Sicilia è stato rilevante sin da epoche remote. Ciò, oltre ad essere documentato dalla molteplicità di conoscenze tramandate dalla tradizione popolare, è desumibile dall importanza che in passato hanno assunto alcune colture come frassino da manna, sommacco, mirto, ecc. Tale interesse è ampiamente giustificato dalla cospicua presenza di specie officinali, ricche di principi attivi, nella flora nativa locale. La Sicilia, quindi, possiede un potenziale serbatoio finora utilizzato in modo parziale, imperfetto ed empirico. Dalla coltivazione dei biotipi locali è possibile ottenere un prodotto di alta qualità e omogeneità. Per le coltivazioni specializzate si pone, pertanto, la necessità di disporre di materiale selezionato per le diverse utilizzazioni. L impiego razionale e disciplinato di queste risorse potrebbe rivelarsi proficuo sia sotto l aspetto puramente produttivo, ma anche nella soluzione di problemi legati alla tutela e valorizzazione del territorio. Sulla base di queste considerazioni il Consorzio di Ricerca CoRiSSIA, al fine di valorizzare la flora officinale siciliana, ha condotto una ricerca finalizzata alla individuazione e caratterizzazione bio-agronomica di biotipi di origano (Origanum spp L.), rosmarino (Rosmarinus officinalis L.), timo (Thymus capitatus Hoffm. et L.) mirto (Mirtus communis L.) e cappero (Capparis spinosa L. subsp. rupestris) reperiti su tutto il territorio regionale. Per tutte le suddette specie si è proceduto alla costituzione di collezioni viventi e alla caratterizzazione dei materiali raccolti. Ciò ha portato all individuazione, per ciascuna specie, di biotipi di pregio che si sono distinti per la produzione di biomassa, per il contenuto e la qualità degli oli essenziali. Questo materiale può essere utilizzato dagli imprenditori agricoli per la realizzazione di impianti specializzati. Parole chiave Germoplasma autoctono, biotipi, agrotecnica, coltivazioni specializzate. Introduzione Le piante officinali offrono, oggi, nuove interessanti prospettive in termini di colture funzionali e di qualità. Sono, infatti, in grado di fornire materie prime diversificate per la realizzazione di prodotti "naturali", classici e innovativi, rispondenti ad una cultura salutistica. Possono svolgere, inoltre, una pluralità di funzioni: tutela del paesaggio, realizzazione di un ambiente gradevole e fruibile, conservazione ed incremento della biodiversità degli agroecosistemi, mantenimento di tradizioni e recupero di aree degradate per le caratteristiche di elevata rusticità. La loro coltivazione, con un approccio di tipo integrato, può offrire agli operatori del settore un opportunità di sviluppo in grado di generare fonti integrative e/o alternative di reddito, soprattutto a favore dei territori rurali ed, in particolare, per le aree marginali di collina e di montagna.

22 Nell ottica di dare un contributo allo sviluppo del settore delle piante officinali in Sicilia, il Consorzio di Ricerca CoRiSSIA., nell ambito del progetto PIANTE OFFICINALI IN SICILIA: STUDIO AGRONOMICO, FITOCHIMICO E FARMACOLOGICO MIRATO ALLA LORO VALORIZZAZIONE E ALLO SFRUTTAMENTO AGRO-INDUSTRIALE dell Assessorato all Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia con il Servizio IX - Servizi allo sviluppo, si è occupato dello studio agronomico, fitochimico e farmacologico di 5 specie officinali: origano, rosmarino, mirto, timo e cappero. Per ciascuna specie si è proceduto alla caratterizzazione tassonomica, seguita dalla raccolta del materiale vegetale. Effettuata la propagazione, sono stati realizzati i campi collezione necessari ai fini della conservazione e della caratterizzazione del germoplasma. Le collezioni viventi sono state impiantate presso i campi sperimentali della Facoltà di Agraria di Palermo (Podere didattico-sperimentale Orleans) e presso l azienda dell Istituto Tecnico Agrario (I.T.A) Calogero Amato Vetrano di Sciacca (AG). Materiali e metodi Nella prima parte della ricerca, in diverse aree della Sicilia, è stata effettuata una raccolta di piante spontanee di origano, rosmarino, timo, mirto e cappero. La loro individuazione è avvenuta sulla base di segnalazioni da parte del personale dei Servizi allo Sviluppo dell Assessorato AA.FF. della Regione Siciliana coinvolto nel progetto e mediante ricerche bibliografiche sui siti di rinvenimento delle stesse. Le principali informazioni geografiche, topografiche ed ecologiche dei siti di prelievo sono state riportate in appositi descrittori del sito di raccolta. Il materiale vegetale acquisito, distintamente per ogni specie, è stato caratterizzato tassonomicamente mediante l uso di sistemi identificativi sistematici. Per alcune entità di difficile ed incompleta identificazione si è ritenuto opportuno effettuare ulteriori verifiche, confrontando il materiale prelevato con gli exiccata custoditi presso strutture universitarie. Per tutte le specie in studio la propagazione è stata effettuata per via agamica. L origano è stato moltiplicato per divisione di cespi da piante madri adulte, il rosmarino ed il timo mediante talee apicali di 6 cm, il mirto ed il cappero mediante talee legnose di circa 12 cm. Le piante propagate sono state utilizzate per la realizzazione di campi catalogo. I campi di origano, rosmarino e timo sono stati impiantati presso l I.T.A. C. A. Vetrano di Sciacca, mentre quelli di cappero e mirto presso il Podere Didattico-Sperimentale Orleans della Facoltà di Agraria di Palermo (tab. 1). Precedentemente all impianto, è stata eseguita un aratura a 40 cm seguita da un erpicatura. È stata effettuata una concimazione di fondo somministrando 5 q.li ha -1 di NPK ( ), mentre non è stata prevista alcuna somministrazione di concime in copertura. L irrigazione è stata condotta con interventi di soccorso al momento del trapianto del materiale propagato e durante la stagione estiva. Il controllo delle erbe infestanti è stato effettuato meccanicamente. La raccolta è stata condotta manualmente. Per l origano e il cappero, già presenti negli ordinamenti colturali siciliani, si è proceduto alla definizione di alcuni aspetti relativi alla agrotecnica: - raccolta meccanica (origano); - trattamenti ormonali per la radicazione delle talee (cappero). Per ciascuna specie, ai fini della caratterizzazione bio-agronomica del materiale in collezione, si è proceduto al rilievo delle principali caratteristiche morfologiche, biometriche e qualitative seguendo un protocollo sperimentale specifico per ogni specie.

23 Origano. Le osservazioni in campo, condotte nel biennio , hanno riguardato: colore della corolla, tipo di infiorescenza, altezza del cespo e spessore dello strato fiorito. Sui campioni raccolti sono stati effettuati i seguenti rilievi: il numero di ramificazioni cespo -1 e di steli cespo -1, il peso fresco e secco cespo -1 e le proporzioni relative di infiorescenze, foglie e steli (% s.s.). Relativamente alla raccolta, al fine di valutare la possibilità di meccanizzare tale operazione colturale, è stato effettuato un intervento di raccolta meccanica, utilizzando una mietilegatrice della ditta BCS, modello 622, della potenza di 10 kw, fornita di un cambio a quattro velocità. A tal proposito è stato appositamente predisposto un dispositivo sperimentale presso all I.T.A. C. A. Vetrano di Sciacca impiegando un biotipo di origano e adottando 2 modalità di impianto (file semplici e binate). Rosmarino. Le osservazioni sono state condotte nel 2007 quando le piante hanno raggiunto un discreto sviluppo vegetativo. I rilievi in campo hanno riguardato l altezza e il diametro delle piante. Sui campioni raccolti sono stati determinati: numero steli pianta -1, diametro stelo, numero internodi stelo -1, lunghezza degli internodi stelo -1 ; numero di foglie cm stelo -1, peso fresco e secco pianta -1 e incidenza percentuale sul peso secco foglie -1. Timo. Le osservazioni sono state condotte nel In campo sono stati rilevati il portamento del cespo, l altezza e il diametro della pianta e il colore della corolla. Sui campioni raccolti sono stati determinati: larghezza e lunghezza delle foglie, produzione di biomassa fresca e secca e proporzioni relative di sommità fiorite e foglie (% s.s.). Mirto. Le osservazioni hanno interessato il triennio I rilievi in campo hanno riguardato la forma e il portamento della pianta, il colore delle foglie, la forma e il colore del frutto. Sui campioni raccolti sono stati determinati: lunghezza, larghezza e peso fresco dei frutti, il numero e il peso dei semi frutto -1, il peso della polpa, il rapporto polpa semi del frutto e il peso dei 1000 semi. Cappero. Nel mese di febbraio 2006 è stata svolta una prova volta a verificare l attitudine alla propagazione agamica di un biotipo di cappero appartenente alla specie Capparis spinosa subsp. rupestris presente nel campo catalogo e ritenuto di particolare pregio. La sperimentazione è stata condotta all interno di una serra fredda e ha previsto il confronto di due trattamenti ormonali, due tipi di substrato e due tipologie di talee (legnose e semilegnose). Nel corso della prova sono stati rilevati i seguenti parametri: percentuale di radicazione; numero e lunghezza delle radici di I ordine talea -1, peso fresco e secco delle radici talea -1, numero e lunghezza dei germogli. Campioni vegetali di origano, rosmarino e timo sono stati inviati all Istituto di Chimica Biomolecolare CNR di Valverde (CT) per la caratterizzazione chimica. Gli oli ottenuti e gli estratti prodotti dai campioni in esame sono stati successivamente inviati all Unità Operativa del Dipartimento Farmaco-biologico dell Università degli studi di Messina per testarne l attività biologica in vivo e in vitro. Risultati e discussioni Origano. La specie è stata rinvenuta in ambienti con altitudine variabile da 400 a 1800 m s.l.m. Sono stati reperiti 100 biotipi contrassegnati con la sigla OR, appartenenti alle tre specie tassonomiche O. heracleoticum, O. majorana e O. vulgare (tab. 2). In fig. 2 viene riportata la distribuzione in classi di frequenza dei principali caratteri biometrici e produttivi rilevati sui 100 biotipi di origano.

24 Nel corso del primo anno, gran parte dei biotipi ha mantenuto una taglia compresa tra 21 e 30 cm. Una più ampia distribuzione si è avuta, invece, nel 2006, con l 80% circa dei biotipi che ha presentato un altezza compresa tra 36 e 55 cm. In entrambi gli anni, il maggior numero di biotipi ha presentato valori di altezza dello strato fiorito compresi tra 11 e 20 cm. La forma della foglia è stata ricondotta ai tipi arrotondata (n. 50 biotipi), ovale (n. 45 biotipi) e oblunga (n. 5 biotipi). È stata rilevata una prevalenza di biotipi con colore bianco della corolla, soltanto 5 biotipi hanno fatto registrare un colore rosa. Su 17 biotipi è stata riscontrata un infiorescenza rada, su 19 di tipo compatta, mentre sui rimanenti 64 un infiorescenza intermedia tra le precedenti. Relativamente alla biomassa fresca prodotta, nel corso del primo anno, 58 biotipi hanno fatto registrare valori compresi tra 101 e 200 g. 26 biotipi non hanno superato i 100 g e delle 2 classi rimanenti, 5 biotipi rientrano in quelle di con valori non superiori a 360 g. Al secondo anno le piante hanno fatto registrare valori di peso fresco maggiori e sono state rappresentate da una più ampia distribuzione. I valori più rappresentativi sono ricaduti nelle classi e Circa il 30% ha trovato collocazione in classi di ordine superiore fino a Nel 2005 soltanto 5 biotipi hanno ottenuto una produzione secca superiore ai 100 g, collocandosi nella classe Nel 2006 per la produzione secca si è registrata una maggiore e più omogenea distribuzione dei valori all interno delle classi. Tra i biotipi esaminati, 28 hanno fatto registrare valori di peso secco compresi tra 251 e 300 g; altrettanti biotipi hanno trovato ordine in altre 5 classi superiori alla precedente, raggiungendo un valore massimo di 551 g (OR92). Pur rimanendo immutata la ripartizione in classi, più numerose risultano, nel 2005, quelle con maggiore incidenza percentuale di infiorescenze rispetto al Nelle classi più meritevoli (56-55 e 61-65) sono rientrati i biotipi OR67, OR62 e OR82; la gran parte dei biotipi (60) ha fatto registrare valori di proporzioni relative di infiorescenze compresi tra il 26 e il 40%. Relativamente alla prova di meccanizzazione della raccolta, la produttività e l efficienza del lavoro svolto dalla macchina operatrice, opportunamente adattata alla raccolta dell origano, sono state valutate in funzione della variazione della velocità minima di avanzamento, dell altezza minima di taglio, del numero di steli per mazzetto e dell abbassamento del punto di legatura del mazzetto. La ricerca ha dimostrato che la raccolta meccanica è fondamentale per la coltura dell origano ai fini della riduzione dei costi di produzione. La tipologia d impianto più idonea ai fini della raccolta meccanica è risultata a file binate, in quanto ha fatto registrare la maggiore produttività di lavoro legata ad una maggiore produzione di biomassa. La caratterizzazione chimica e farmacologica ha fornito un quadro incoraggiante poiché molti dei biotipi esaminati, unitamente all eccellente attività antimicrobica e antiossidante, hanno presentato una elevata risposta produttiva di biomassa e resa in olio essenziale. Dalla caratterizzazione biomolecolare si sono distinti, per un buon profilo aromatico e per le migliori proprietà biologiche, i biotipi OR 22, 26, 15, 55, 8, 24, 49, 23, 18, 42, 31, 19, 16, 7, 36, 3 e 2.

25 Rosmarino. La specie è stata rinvenuta in ambienti con altitudine variabile da 0 a 800 m s.l.m. Sono stati reperiti 14 biotipi di rosmarino contrassegnati con la sigla RSM appartenenti alla specie Rosmarinus officinalis L. I principali risultati rilevati nel corso della prova sono riportati in (tab. 3). Tutti i biotipi hanno presentato un portamento eretto. L altezza media della pianta è stata di 123 cm. Il valore più elevato (148 cm) è stato raggiunto dal biotipo RSM22, mentre quello più basso (107 cm) dal biotipo RSM16. I biotipi RSM3 (206), RSM10 (218), RSM14 (208) e RSM21 (229) si sono caratterizzati per il maggior numero di rami pianta -1, mentre RSM 22 (18) ha registrato il valore più basso. I rami hanno presentato un diametro compreso tra 3,6 (RSM21) e 7,7 mm (RSM22). Il numero di foglie cm ramo -1 ha oscillato da 10,6 (RSM10) a 24,3 (RSM16) e il numero di internodi da 40 (RSM20) a 72,3 (RSM22). La lunghezza media tra gli internodi è variata, decrescendo dalla porzione basale (14 mm) a quella apicale (8 mm). Il 50% dei biotipi ha prodotto una quantità di biomassa fresca superiore alla media di campo (6318 g) fino a raggiungere i 9400 g pianta -1 (RSM17). Relativamente alla produzione secca, i valori sono risultati compresi tra 1207,6 (RSM5) e 3078,7 g (RSM14) con una media di campo pari a 2296 g. La maggiore incidenza percentuale di foglie sul peso secco totale della pianta è stata raggiunta dai biotipi RSM16 (52%) e RSM21 (61%). Tutti i rimanenti biotipi hanno presentato valori di questo parametro inferiore al 50%. I campioni di rosmarino analizzati hanno presentato un profilo biomolecolare uniforme con l 1-8-cineolo come componente principale. Anche per quanto riguarda l attività antimicrobica e antiossidante tutti i campioni hanno mostrato una discreta attività. Timo. La specie è stata rinvenuta in ambienti con altitudine variabile da 0 a m s.l.m. Sono stati reperiti 14 biotipi di timo contrassegnati con la sigla TH, appartenenti alla specie Thymus capitatus Hoffm. et L. I principali risultati rilevati nel corso della prova sono riportati in tab. 4. Tutti i biotipi hanno evidenziato un portamento cespuglioso compatto. L altezza media della pianta è stata di 39 cm. Il valore più elevato è stato raggiunto dal biotipo TH1 (51 cm), mentre quello più basso dal biotipo TH7 (30 cm). I biotipi TH1, TH2, TH3 e TH8 hanno presentato un diametro della pianta maggiore di 100 cm, valori inferiori a 75 cm sono stati riscontrati nei biotipi TH4, TH12 e TH13. Il 50% dei biotipi (TH1, TH2, TH3, TH5, TH8, TH9 e TH14) ha mostrato produzioni superiori alla media di campo (935) fino a raggiungere 1411,3 g pianta -1. I valori più bassi sono stati registrati dai biotipi TH12 (488 g) e TH13 (504 g). I biotipi TH2, TH3 e TH5 hanno presentato valori di produzione secca superiori a 1000 g pianta -1, la media di campo è stata di 753,3 g. Le maggiori percentuali di sommità fiorite e foglie sul peso secco totale della pianta sono state registrate dai biotipi TH10 (51,7%) e TH14 (65,2%). Tutti i campioni di olio essenziale di timo analizzati hanno mostrato una discreta attività antimicrobica e un eccellente attività fotoprotettiva. Dalla caratterizzazione biomolecolare si sono distinti i biotipi TH1, TH3, TH6 e TH8 caratterizzati da una maggiore forza antiossidante. Mirto. La specie è stata rinvenuta in ambienti con altitudine variabile da 0 a 500 m s.l.m. Sono stati reperiti 9 biotipi di mirto contrassegnati con la sigla MRT, appartenenti alla specie Myrtus communis L.

26 La forma della pianta è stata ricondotta ai tipi allungata (MRT1, MRT3, MRT5 e MRT8), arrotondata (MRT2 e MRT9) e appiattita (MRT4 e MRT7). La maggior parte dei biotipi ha presentato un portamento cespuglioso assurgente, ad eccezione di MRT6 che si è differenziato con un portamento arborescente. La forma dei frutti più ricorrenti è stata quella ovale seguita da quella rotonda. MRT6 ha presentato una colorazione dell epicarpo giallo-bruna, nella rimanente parte è stata, invece, riscontrata una colorazione prevalente blu-violacea (tab. 5). Le dimensioni più elevate dei frutti sono state osservate nei biotipi MRT6, MRT1, MRT4 e MRT5. I valori del peso fresco dei frutti hanno oscillato tra 322,8 mg (MRT6) e 166,0 mg (MRT7). I biotipi MRT2 e MRT6 hanno prodotto frutti più grossi con maggiore presenza di polpa. È da segnalare MRT1 che ha prodotto bacche con peso superiore a 200 mg ed elevata incidenza della polpa. Di contro MRT9 si è caratterizzato nel presentare frutti di piccola pezzatura e con elevata incidenza di semi. Cappero. La specie è stata rinvenuta in ambienti con altitudine variabile da 0 a metri s.l.m. Sono stati reperiti 7 biotipi di cappero appartenenti alla specie Capparis spinosa L. subsp. rupestris. Il materiale vegetale è stato propagato per via agamica e le piantine ottenute sono state trapiantate presso il Podere didattico sperimentale Orleans dell Università degli Studi di Palermo. I risultati della prova di propagazione (tab. 7) mostrano l influenza che il substrato, il trattamento ormonale ed il tipo di talea hanno determinato sulla percentuale di radicazione delle talee di cappero e sui principali parametri biometrici esaminati. La miscela terriccio+agriperlite ha fatto registrare una maggiore percentuale di talee radicate caratterizzate da radici con un maggiore sviluppo. Le talee legnose hanno mostrato globalmente una maggiore attitudine alla radicazione (52,8%) rispetto a quelle semilegnose (47,8%). La capacità rizogena delle talee trattate con NAA (55,9%) è risultata più elevata rispetto a quella delle talee non trattate (44,7%). Il maggiore numero di radici di 1 ordine è stato ottenuto impiegando la miscela terriccio+agriperlite (4,39) e talee trattate con NAA (4,44). La lunghezza delle radici di 1 ordine è stata influenzata significativamente dalla miscela terriccio+agriperlite (9,43 cm), mentre non significativa è stata l influenza della tipologia di talea e del trattamento ormonale. Il maggiore peso secco delle radici talea -1 è stato raggiunto utilizzando talee legnose (0,11 g) trattate con NAA (0,12 g) poste a radicare su una miscela di terriccio+agriperlite (0,10 g). II più elevato numero di germogli è stato ottenuto con talee legnose (4,37), mentre relativamente alla lunghezza dei germogli, risultati significativi sono stati determinati utilizzando la miscela terriccio+agriperlite (5,99 cm) e talee semilegnose (8,15 cm) trattate con NAA (6,12 cm). Conclusioni Il lavoro svolto nell ambito di questo progetto, volto alla caratterizzazione bio-agronomica, fitochimica e farmacologica di diverse officinali, ha permesso l individuazione di biotipi con caratteristiche di pregio. Questo materiale di provenienza locale di qualità e con buone performance produttive, opportunamente selezionato e propagato può rappresentare per gli imprenditori agricoli una valida soluzione per la realizzazione di impianti specializzati. Ciò potrebbe evitare gli insuccessi che, purtroppo, si sono verificati, nel recente passato, utilizzando materiale di base, talvolta, omogeneo, ma con uno standard qualitativo scadente.

27 La valutazione condotta sulle accessioni di origano, rosmarino e timo consente di indicare per un immediato impiego agro-industriale i biotipi OR24, OR16, OR22, OR55, OR15, OR18, OR3 per l origano; TH1, TH3, TH8 per il timo; RSM3, RSM10, RSM11, RSM14, RSM16, RSM17, RSM20, RSM21 per il rosmarino. Relativamente alla prova di raccolta meccanica dell origano, la ricerca ha dimostrato che è possibile ridurre i costi di produzione impiegando la mietilegatrice della ditta BCS opportunamente modificata. Ai fini della raccolta meccanica, la tipologia d impianto più idonea è risultata a file binate, in quanto ha fatto registrare la maggiore produttività di lavoro legata ad una maggiore produzione di biomassa. L indagine condotta sul mirto ha messo in evidenza che la specie è diffusa principalmente nella fascia costiera settentrionale ed in modo puntiforme nelle altre aree dell isola. Le prime osservazioni sulle caratteristiche morfologiche e biometriche hanno consentito una preliminare caratterizzazione di 9 biotipi siciliani di mirto. Questi hanno mostrato una difformità di comportamento per i principali caratteri esaminati. Con riferimento alla prova di propagazione del cappero, i migliori risultati, in termini di percentuale di radicazione e di sviluppo ipogeo ed epigeo delle talee, sono stati ottenuti impiegando la miscela contenente terriccio+agriperlite e la talea legnosa trattata con NAA. Bibliografia Barbera G., Il Cappero. Edagricole. Chessa I., Risorse genetiche delle piante della macchia mediterranea. Italus Hortus, 11 (4): Fici S., Gianguzzi L., Diversity and conservation in wild and cultivated Capparis in Sicily Bocconea. Fiori A., Nuova flora analitica d Italia. Edagricole, Bologna,. Lawrence, B.M., The botanical and chemical aspects of oregano. Perfumer e flavorist, vol. 9, ottobre/novembre. Leto C., Carrubba A., Trapani, P., Effetti della densità di impianto sull origano (Origanum Heracleoticum L.) in due ambienti siciliani. Convegno internazionale su: Coltivazione e miglioramento di piante officinali. Trento, 2-3 giugno. Leto C., Esperienze di un quadriennio di coltivazione dell origano negli ambienti mediterranei. Convegno internazionale, Trento 2-3 giugno. Leto, C., Carrubba, A., Trapani, P., Tassonomia, ecologia, proprietà ed utilizzazioni del genere Origanum. Convegno internazionale di Trento, 2-3 giugno. Marzi, V Problematiche delle colture officinali in Italia. Italus Hortus Vol.10,. Marzi, V., Morone Fortunato, I., Circella, G., Picci, V., Melegari, M., Origano (Origanum ssp.): risultati ottenuti nell ambito del progetto Coltivazioni e miglioramento di piante officinali. Agricoltura Ricerca, n Mulas M., Caratteristiche dei frutti in selezioni di mirto (Myrtus communis L.). V Convegno su Biodiversità e sistemi ecocompatibili. Caserta, 9-10 settembre 1999: Mulas M., Bicchi C., Mulas G., Del Vais E., Composizione dell olio essenziale di foglie di rosmarino (Rosmarinus officinalis L.). Italus Hortus, Vol. 11 (4): Mulas M., Cani M.R., Nieddu M.A., Presentazione di una Descriptor List per la caratterizzazione delle risorse genetiche del mirto (Myrtus communis L.). Atti del IV

28 Congresso Nazionale su Biodiversità: germoplasma locale e sua valorizzazione. Alghero (SS), 8-11 settembre 1998: Mulas M., Perinu B., Osservazioni fenologiche su quattro cultivar di mirto (Myrtus communis L.) in due ambienti di coltivazione. Italus Hortus Vol. 11. (4): Pignatti S., Flora d Italia. Edagricole Calderini, Bologna. Quézel P., Definition of the Mediterranean region and origin of its flora. In: Gomez- Campo C. (ed), Plant conservation in the Mediterranean Area. Geobotany 7. W. Junk Publishers, Lancaster, Raimondo F.M., Carta del paesaggio e della biodiversità vegetale della provincia di Palermo. Quaderni di botanica ambientale e applicata (9): Satta D., Pala M., De Pau L., Lovicu G., Pintore R., Osservazioni preliminari sul comportamento vegeto-produttivo di sei biotipi di mirto del sud Sardegna. Italus Hortus Vol. 11. (4): Scarpa G.M., Milia M., Peru M. 2003,- Applicazione della micropropagazione al timo (Thymus capitatus H. et LK.) Italus Hortus Vol.10, Supplemento al n. 4, luglio-agosto. Sèguy E., Code Universel des Couleurs. Ed. Lechevalier. Tuttolomondo T., La Bella S., Sarno R., Leto C. 2004, Caratterizzazione e valutazione bio-agronomica di accessioni di timo siciliani Raccolta dei riassunti del 2 Convegno Nazionale Piante Mediterranee Agrigento 7-8 Ottobre Co.Ri.S.S.I.A. Tabelle Tab. 1 Principali informazioni relative alla realizzazione dei campi catalogo Data d'impianto Sesto d'impianto Parcella elementare Origano 21/12/2004 m 1,00 tra le file e m 0,50 sulla fila m 1,00 X 2,00 Rosmarino 20/12/2004 m 1,00 tra le file e m 1,00 sulla fila m 1,00 X 2,00 Timo 31/03/2006 m 1,50 tra le file e m 1,00 sulla fila m 1,50 X 3,00 Mirto 24/10/2005 m 2,50 tra le file e m 1,00 sulla fila m 1,00 X 5,00 Cappero 08/11/2006 m 2,50 tra le file e m 2,50 sulla fila m 2,50 X 2,50 Tab. 2 - Origano - Accessioni in prova con relativa appartenenza tassonomica Specie Biotipo O. majorana OR: OR: O. heracleaticum O. vulgare OR:

29 Tab. 3 - Rosmarino Principali parametri biometrici e produttivi rilevati nel corso della prova biotipo Altezza pianta (cm) Rami pianta - 1 (n ) Diametro rami (mm) Internodi (n ) Lunghezza internodi (mm) apicale mediana basale Foglie cm ramo -1 (n ) Incidenza % s.s foglie Peso fresco (g) Peso secco (g) RSM 3 123, ,3 49,3 7,7 12,5 14,6 18,8 49, ,2 RSM 4 112, ,5 42,2 7,3 12,3 14,5 17,3 36, ,3 RSM 5 116, ,8 49,4 3,1 11,9 14,8 18,6 22, ,6 RSM , ,9 52,5 9,1 14,7 15,2 10,6 42, ,7 RSM , ,3 49,7 8,7 14,2 14,3 16,6 38, ,7 RSM , ,0 55,0 7,0 11,3 14,1 16,2 37, ,7 RSM , ,7 48,4 8,1 15,6 13,8 12,5 44, ,6 RSM ,8 94 4,2 57,3 7,0 13,6 12,3 24,3 52, ,1 RSM , ,8 58,6 7,0 11,6 11,9 15,5 32, ,6 RSM ,5 81 4,9 43,8 8,7 17,6 16,7 16,1 45, ,0 RSM , ,4 43,9 6,1 11,1 12,7 20,9 46, ,5 RSM , ,7 40,0 11,1 16,2 15,7 17,1 44, ,3 RSM , ,6 43,4 9,1 17,7 14,4 12,9 60, ,3 RSM ,0 18 7,7 72,3 6,5 10,7 13,4 23,4 40, ,8 MIN 106,8 18,0 3,6 40,0 3,1 10,7 11,9 10,6 22,8 3200,0 1207,6 MED MAX 148,0 228,5 7,7 72,3 11,1 17,7 16,7 24,3 60,7 9400,0 3194,2 Tab. 4 - Timo Principali parametri biometrici e produttivi rilevati nel corso della prova Peso secco pianta - 1 Altezza cespo (cm) Diametro pianta (cm) Peso fresco pianta - 1 (g) Incidenza (%) s.s. sommità fiorite e foglie Biotipo (g) TH 1 50,8 104,3 1114,3 754,8 32,3 TH 2 43,5 104,6 1030,0 1302,6 21,3 TH 3 50,5 110,0 1411,3 1086,0 20,2 TH 4 31,3 72,6 819,5 615,2 35,5 TH 5 45,5 94,0 1160,8 1280,6 22,8 TH 6 31,8 84,5 692,3 996,8 22,6 TH 7 30,3 83,9 950,3 596,9 44,2 TH 8 43,3 100,9 1160,0 808,1 34,8 TH 9 38,5 94,1 1173,0 710,6 41,8 TH 10 31,5 80,0 733,8 475,2 51,7 TH 11 31,8 82,4 711,0 470,2 36,5 TH 12 34,0 71,4 487,5 323,0 37,9 TH 13 34,8 72,6 504,0 419,1 24,7 TH 14 41,7 95,3 1146,3 707,3 65,2 MIN 30,3 71,4 487,5 323,0 20,2 MED MAX 50,8 110,0 1411,3 1302,6 65,2

30 Tab. 5 - Mirto -2006/2008- Caratteristiche morfologiche dei 9 biotipi in collezione. Colore Biotipo Forma della pianta* Portamento delle pianta* foglia** MRT1 allungata cespuglioso-assurgente MRT2 arrotondata cespuglioso-aperto MRT3 allungata cespuglioso-assurgente MRT4 appiattita cespuglioso-aperto MRT5 allungata cespuglioso-assurgente MRT6 allungata arborescente MRT7 appiattita cespuglioso-intermedio e polloni assurgenti MRT8 allungata cespuglioso-assurgente MRT9 arrotondata cespuglioso-aperto Verde scuro (356) Verde bruno (426) Verde intenso (421) Verde intenso (421) Verde intenso (421) Verde bruno (351) Verde intenso (421) Verde bruno (366) Verde bruno (351) * da "DESCRIPTOR LIST" del mirto (Mulas, 1998). ** da Code Universel des Couleurs (Sèguy, 1936). Caratteri dei frutti Forma* Colore** Rotonda Ovale Ovale Ovale Rotonda Rotonda Rotonda Ovale Ovale Blu violaceo intenso (541) Blu violaceo bruno (546) Blu violaceo intenso (542) Blu scuro (491) Blu violaceo intenso (541) Giallo bruno (295) Blu violaceo intenso (542) Blu intenso (496) Blu violaceo intenso (541) Tab. 6 - Mirto -2006/2008- Principali parametri biometrici e produttivi rilevati nel corso della prova Lunghezza frutto (mm) Larghezza frutto (mm) Peso fresco frutto (mg) Numero semi frutto -1 Peso semi frutto -1 (mg) Peso 1000 semi (g) Peso polpa (mg) Polpa semi -1 MRT1 7,30 6,20 219,6 10,4 29,7 3,0 189,0 6,4 MRT2 6,50 5,10 233,3 11,0 33,8 3,1 142,5 4,5 MRT3 6,60 5,30 201,5 10,9 37,7 3,5 163,8 4,8 MRT4 6,80 5,50 198,0 12,3 35,8 3,1 164,4 5,4 MRT5 7,60 6,20 293,8 15,9 40,8 3,4 253,0 6,3 MRT6 8,20 7,20 322,8 14,4 42,3 3,0 280,5 6,7 MRT7 5,90 5,20 166,0 9,6 26,0 3,5 151,1 5,8 MRT8 7,30 4,80 199,8 9,6 37,2 3,6 162,7 4,4 MRT9 6,50 5,40 179, 3 34,5 28,7 2,2 173,0 6,0 MIN MED MAX

31 Tab. 7 - Cappero Percentuale di radicazione e principali parametri biometrici. Fattori di variazione % radicazione dopo 90 gg Radici di 1 ordine (n ) Lungh. radici 1 ordine (cm) Peso secco radici talea -1 (g) N. germogli Lungh. germogli (cm) Substrato Torba 33,9 b 3,34 B 5,42 b 0.07 B 3,39 4,95 b Terriccio + Agriperlite 66,7 a 4,39 A 9,43 a 0,10 A 3,4 5,99 a * ** * ** n.s. * Talea Legnosa 52,8 a 3,95 7,52 0,11 A 4,37 A 4,11 b Semilegnosa 47,8 b 3,78 7,33 0,05 B 2, 41 B 8,15 a * n.s. n.s. ** ** * Trattamento ormonale NAA 55,9 A 4,44 A 7,49 0,12 A 3,41 6,12 A Testimone 44,7 B 3,29 B 7,37 0,05 B 3,38 4,94 B ** ** n.s. ** n.s. ** Interazioni Substrato x talea * ** * ** * n.s. Substrato x trattamento ** ** ** ** ** * Talea x trattamento n.s. * ** ** ** ** Substrato x talea x trattamento n.s. ** n.s. ** ** ** Le medie seguite dalle stesse lettere non sono significativamente differenti secondo il Test di Student Newman e Keuls (lettere maiuscole P 0.01; lettere minuscole P 0,05) Figure Fig. 1- Origano Andamento produttivo dei 100 biotipi in prova

32 Fig. 2 - Origano -2005/2006- Distribuzione in classi di frequenza dei principali caratteri biometrici e produttivi rilevati sui 100 biotipi in prova

33 COLTIVAZIONE DI PIANTE OFFICINALI ANNUALI DA SEME CON TECNICHE ECOCOMPATIBILI Alessandra Carrubba, Caterina Catalano, Marcello Militello Dipartimento di Agronomia Ambientale e Territoriale, Università degli Studi di Palermo, Viale delle Scienze 13, Palermo acarr@unipa.it Riassunto La Sicilia, caratterizzata da un ampia variabilità pedo-climatica e da una notevole ricchezza di paesaggi naturali e tradizioni popolari, è sede ideale per la valorizzazione delle risorse vegetali di interesse officinale spontanee o spontaneizzate nell area mediterranea, da introdurre o diffondere in coltivazione. La fortuna commerciale delle piante officinali, tuttavia, appare legata in maniera sempre più inscindibile all adozione di tecniche colturali che ne consentano il mantenimento di spiccati caratteri di naturalità, tali da garantire il consumatore sull effettiva salubrità, efficacia e sicurezza d uso delle erbe che utilizza. A fronte di una pratica che a tutt oggi fa ampio uso della raccolta dallo spontaneo, per queste specie la pratica della coltivazione orientata verso le esigenze del mercato è ancora scarsamente diffusa, così come appare arretrata anche la ricerca sull effetto delle comuni pratiche agronomiche sulla loro resa e le caratteristiche qualitative. In questo senso, allo scopo di contribuire alla valorizzazione della flora officinale mediterranea, il DAAT dell Università di Palermo ha condotto presso l azienda sperimentale Sparacia (Cammarata-AG) una sperimentazione pluriennale ( / ), relativa all approfondimento di alcuni aspetti dell agrotecnica low input applicabile ad alcune specie officinali ormai ampiamente diffuse negli ambienti siciliani. Le prove sono state effettuate seguendo due distinte linee di ricerca: la prima ha riguardato la valutazione dell applicabilità e degli effetti di alcuni metodi ecocompatibili di controllo delle infestanti su tre specie officinali mediterranee a ciclo annuale: il coriandolo (Coriandrum sativum L.) e il finocchio da seme (Foeniculum vulgare Mill.), appartenenti alla famiglia delle Apiaceae (ex Umbelliferae) di cui si utilizzano i frutti principalmente come aromatizzanti nell industria alimentare, e lo psillio (Plantago psyllium L.), della famiglia delle Plantaginaceae, i cui frutti, ricchi di mucillagini, trovano largo utilizzo sia nell industria farmaceutica che cosmetica. La seconda linea di attività ha avuto lo scopo di verificare l effetto della somministrazione di diverse tipologie e dosi di fertilizzante azotato, sia organico che di sintesi, sui principali parametri biometrici e produttivi del coriandolo, con lo scopo di ridurre al minimo gli apporti in fertilizzanti o comunque di minimizzarne l impatto sull agroecosistema aziendale. Nella prova di diserbo, nessuno dei trattamenti saggiati ha permesso il controllo totale delle infestanti, dotate di grande capacità competitiva e in grado di svilupparsi in tempi molto rapidi; buoni risultati sono stati ottenuti applicando la tecnica del pirodiserbo, di cui comunque vanno ulteriormente precisati alcuni aspetti relativi alla tempistica dell applicazione. Per quanto riguarda l effetto sul coriandolo della fertilizzazione azotata, la sperimentazione ha in primo luogo evidenziato una più pronta risposta della specie alla fertilizzazione con concimi di sintesi, soprattutto nelle annate in cui l acqua non costituisce fattore limitante, mostrando anche come la risposta in termini di resa in seme non possa

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