I NIDI PRIMAVERA FISM: una lunga storia
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- Raimonda Pasini
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2 I NIDI PRIMAVERA FISM: una lunga storia
3 I NUMERI di Reggio Emilia DA QUANDO 1995 QUANTI SERVIZI 31 QUANTI BAMBINI 702 CONVENZIONATE 28
4 LA NASCITA DELLE PRIME SEZIONI PRIMAVERA Una quindicina di anni fa la fism, in accordo con il comune di Reggio e la asl, a seguito di una pressante richiesta da parte delle famiglie,decise di avviare un progetto sperimentale di servizio rivolto ai bambini dai 2 ai 3 anni Queste sezioni presero il nome si sezioni Primavera e ben presto si diffusero anche in altre province Il nido primavera soddisfa i bisogni affettivi relazionali, cognitivi propri dei bambini dai 24 ai 36 mesi e,pur nella sua autonomia e specificità, è strettamente legato alla scuola dell infanzia sia sul piano organizzativo che gestionale formando con questa un unico polo educativo.
5 IL PROGETTO EDUCATIVO Il progetto educativo è redatto dal gruppo dei coordinatori pedagogici della fism nelle sue linee generali.ogni servizio, ogni collegio dei docenti lo integra secondo la propria realtà. RUOLO PROFESSIONALE DELL EDUCATORE Gli educatori devono essere in possesso dei requisiti previsti dalla legge regionale, sono assunti dal gestore della scuola con contratto fism-oo-ss che prevede 35 ore settimanali frontali più un monte ore per le attività connesse. La loro preparazione di base viene integrata mediante percorsi di formazione in servizio organizzati dalla FEDERAZIONE che cura l aggiornamento professionale e valoriale di tutto il personale..
6 LO STILE EDUCATIVO Si realizza sostanzialmente nella semplicità del contesto educativo,nell amabilità, nella cura dell accoglienza. Tutto l ambiente è caratterizzato dall affabilità dei rapporti e dalle relazioni fatte di gesti e parole,nel carattere costruttivo e positivo del dialogo e dell ascolto, nell attenzione vigile e costante rivolta alla valorizzazione della complessità ed unicità di ogni bambino.
7 Organizzazione La sezione ha un insegnante ogni dieci bambini ed un gruppo di adulti, coordinatori inservienti ed esperti,comuni con la materna. E compito degli educatori e del coordinatore gestire responsabilmente e con flessibiltà il sevizio,favorire opportunità di relazioni allargate che consentano al bambino di vivere con serenità esperienze sempre nuove. E importante che il bambino possa condividere routines, attività e giochi con un gruppo stabile di amici conosciuti, e che abbia la possibilità di utilizzare materiali,organizzare e sperimentare esperienze e giochi individuali o a piccolissimi gruppi.
8 SPAZIO E AMBIENTE La Legge Regionale 1 del 2000 a cui fa seguito la Legge n. 8 aprile 2004 e la Direttiva 646 definiscono i parametri per gli spazi ed i sevizi essenziali. L ambiente interno ed esterno è tale da favorire il benessere e la sicurezza dei bambini, ma anche la creatività e la fantasia. Tutto lo spazio è strutturato in modo da facilitare l iniziativa di esplorazione per progredire nella conquista di autonomie, e capacità di orientarsi. Gli spazi esterni,coperti e non, sono organizzati ed arredati per le attività di gioco e di esplorazione.
9 I MOMENTI DELLA GIORNATA La giornata è caratterizzata da tanti momenti significativi che si connotano come attività educative e gesti di attenzione e cura. L entrata e l uscita, le attività ed i giochi, il pasto, le cure igieniche, il sonno e il risveglio sono tutte esperienze importanti, caratterizzate da situazioni attive o di abbandono durante le quali la presenza costante dell insegnante rassicura e rasserena i bambini.
10 GLI SCAMBI All interno delle varie proposte formative della FISM è significativo in particolare il progetto scambi fra le scuole che hanno sezioni nido. Inoltre alcune scuole partecipano anche al progetto scambi con i nidi comunali e delle cooperative della provincia di Reggio Emilia organizzato dal coordinamento pedagogico provinciale.
11 NIDO LUOGO DI RELAZIONI Il senso più profondo del nido-primavera è il suo essere luogo di relazioni. Obiettivo primario è la qualità della relazione all interno della quale si struttura e si sviluppa l identità infantile: identità emotiva, cognitiva, relazionale e sociale. Il nido è il luogo della socialità e non della socializzazione.
12 non è struttura solamente assistenziale, ma un luogo che offre al bambino risposte ai suoi bisogni esplorativi affettivi e di crescita integrale. Conoscere ed apprendere è esplorare, fare esperienza, è manipolare e trasformare e richiede fiducia in se stessi e nel mondo.
13 LA PEDAGOGIA DELLA RELAZIONE La pedagogia della relazione è una pedagogia che tiene conto non solo della complessità delle relazioni, ma anche della loro intensità emotiva La si articola a partire dal rapporto con il bambino fino alla rete estesa di relazioni: genitori-genitori, bambino-gruppo dei bambini, gruppo educativo.
14 RAPPORTI CON LE FAMIGLIE Affinché i genitori siano realmente coinvolti e si sentano cooprotagonisti nella realizzazione del progetto educativo, occorre che vengano superate da parte di tutti gli atteggiamenti di resistenza,pigrizia e sospetto. Per ottenere ciò occorre far leva su motivazioni autentiche. E naturale che l interesse sia anzitutto sul benessere e la salute del proprio bambino,ma via via si potrà spostare la loro attenzione sui progressi raggiunti nell acquisizione di una progressiva autonomia cosi come la capacità di mettersi in relazione con i compagni. Nel nido i genitori debbono trovare disponibilità di tempo e capacità di comunicare in modo adeguato e rispettoso. Il nido si propone come supporto ed ausilio educativo per la famiglia alla quale deve essere riconosciuta assoluta priorità educante.
15 IL NIDO E LA SCUOLA DELL INFANZIA QUALI INTENZIONALITA E RICERCHE SULLA CONTINUITA TRA SCUOLA DELL INFANZIA E NIDO? Costruire spazi e tempi di incontro Progettare momenti di condivisione Offrire alle famiglie momenti di partecipazione comunitaria Sperimentare contesti di cooperazione tra bambini
16 Il nido non è una realtà separata rispetto alla scuola dell Infanzia. Il suo essere integrato risulta una importante risorsa non solo per il territorio ma per lo stesso progetto pedagogico. Il collegio delle insegnanti è spesso costituito da un unico collegio. Le attività di intersezione vengono progettate dal collegio e prevedono momenti di scambio tra i bambini della materna e quelli del nido, iniziative comuni, e l organizzazione dell uso degli spazi comuni.
17 La parola alle insegnanti Non sempre, soprattutto all inizio dell esperienza delle sezioni nido integrate all interno di scuole dell infanzia, è stato facile pensare ad un progetto specifico per bambini di 2-3 anni. Il rischio poteva essere quello di pensare ad una mini sezione di tre anni. Il primo approccio è stata l osservazione e l ascolto dei bambini. Siamo partite da qui. In realtà pensando ai tempi e all evoluzione psico-fisica dei bambini ci siamo rese conto che le possibilità e potenzialità dei bambini di questa età sono dverse da quelle dei bambini di tre anni. In questa esperienza siamo arrivate alla conclusione che la vita dei bambini di 2 3 anni inserita in un contesto di scuola dell infanzia è un arricchimento per tutti coloro che la vivono
18 La parola alle famiglie Riflessioni emerse durante alcuni incontri di sezione: A volte io e mio marito ci sentiamo inadeguati e soli nell educazione della nostra bambina al nido ho incontrato altri genitori che vivono le nostre stesse difficoltà. Mi sono resa conto che non siamo i soli a sentirci così. E già un fatto importante esserci confrontati Credo sia un luogo fondamentale per l apprendimento delle prime regole che noi genitori non siamo sempre in grado di dare e far rispettare Il nido è un luogo dove mio figlio può incontrare tanti amici
19 E anche un momento importante per la comunità che non può dimenticare i più piccoli come del resto non può dimenticarsi degli anziani, dei diversamente abili e dei giovani. Se la parrocchia è una grande famiglia allora si deve preoccupare di tutti i suoi componenti. Anche l esperienza dei bambini dai tre ai sei anni si può e deve arricchire della presenza dei bambini più piccoli.
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