Riunione della commissione ECON TITOLO. LUOGO E DATA 1 aprile 2014 Parlamento Europeo Rue Wiertz 60, 1040 Bruxelles ORGANIZZATORE.

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1 TITOLO Riunione della commissione ECON LUOGO E DATA 1 aprile 2014 Parlamento Europeo Rue Wiertz 60, 1040 Bruxelles ORGANIZZATORE Commissione ECON Relazione Audizione pubblica: Prospettive per la costituzione di un Fondo di ammortamento del debito e la creazione degli Eurobond Presentazione della relazione finale La riunione è stata aperta con la presentazione della relazione finale da parte di un gruppo di esperti nominati dalla commissione, i quali hanno analizzato la possibilità di costituire un fondo di ammortamento del debito e la creazione di Eurobond. La prima ad intervenire è stata la Presidente del gruppo di esperti, Gertrude Tumpell-Gugerell la quale ha esposto gli studi fatti e le possibili soluzioni trovate. Ha ricordato che due anni fa erano state formulate due proposte per l emissione congiunta di titoli di debito: la prima riguardava la creazione di un fondo di redenzione del debito al di sopra del 60% del PIL che veniva trasferito ad un fondo comune, con un abbassamento degli interessi per i Paesi con un alto tasso di indebitamento. Ovviamente i diversi governi dovevano sottoscrivere un impegno diretto al consolidamento fiscale. La seconda proposta presentata era inerente al concetto di Eurobill, come emissione congiunta di titoli a breve termine. Il DRF (Debt Redemption Found) puntava a ripristinare le finanze pubbliche sostenibili, riducendo l accumulo di debito dei Paesi dell eurozona, stabilizzando i mercati e diminuendo il rischio di rollover. Oggi si dovrebbe puntare ad un fondo con responsabilità in solido, ma ciò richiederebbe una modifica del Trattato che invece non sarebbe necessaria se si instaurasse un sistema pro rata, ma, in quest ultimo caso, il rischio nel quale i Paesi incorrerebbero si ripercuoterebbe nel lungo periodo: benefici immediati, ma mancanza di flessibilità e aumento dei tassi di interesse. La Presidente ha quindi illustrato la soluzione che il gruppo ha studiato: la creazione di un fondo più piccolo, dove il debito dei diversi Paesi viene espresso in percentuale del PIL. Questa soluzione presenta il vantaggio di mitigare i rischi senza risolvere i problemi dei diversi livelli di debito tra gli Stati membri. Per evitare il rischio del moral hasard i Paesi devono sottoscrivere l assunzione di impegni vincolanti: l Europa deve dotarsi di poteri di intervento supplementare in caso di non rispetto persistente delle politiche concordate da parte degli Stati membri, devono essere disposti incentivi finanziari e vi deve essere una minaccia di esclusione dai sistemi di emissione congiunta in caso di mancata ottemperanza delle norme. Ad oggi il Trattato non consente l instaurazione di un sistema di emissione congiunta con garanzie in solido: possono essere attuati solo sistemi pro rata con struttura di capitale. I sistemi di emissione congiunta non 1

2 possono essere comunque visti come sostituti degli sforzi che i vari Stati membri devono sostenere per ridurre i propri debiti e portare avanti le politiche di riforma. L emissione congiunta avrebbe il vantaggio di stabilizzare i mercati del debito pubblico perché può sostenere la trasmissione della politica monetaria e promuovere la stabilizzazione finanziaria. La presidente, infine, ha ribadito che sarebbe più prudente raccogliere alcune esperienze di governance economica riformata nell Unione Europea prima di prendere qualsiasi decisione sul sistema di emissione congiunta. La parola è poi passata agli altri membri del gruppo di esperti. Agnès Bénassy Quéré (Docente della Scuola di Economia di Parigi, Università di Parigi I e Presidente del Consiglio francese per l analisi economica) ha voluto illustrare i tre obiettivi dell emissione congiunta di bond sovrani. Il primo consiste nel potenziare la sostenibilità del debito riducendo i costi di finanziamento in periodi normali: è nell interesse di tutti che gli Stati membri maggiormente indebitati riescano ad affrontare il loro eccesso di debiti e che i costi di rifinanziamento non siano troppo elevati. In termini aggregati la situazione fiscale della zona euro è simile a quella degli Stati Uniti, ma migliore rispetto a quella del Giappone. L idea dell emissione congiunta è quella di ridurre i costi di rifinanziamento introducendo una dose di solidarietà tra gli Stati membri e aiutando ciascun governo a ripagare i propri debiti. L impatto dell emissione congiunta sul costo di rifinanziamento dipende dal costo del debito mutualizzato e da quello del debito che invece non fa parte di questo sistema: bisogna fare riferimento ad una sorta di costo medio, più basso, che può essere ottenuto se il regime garantisce una forte credibilità sull aggiustamento fiscale secondo il vantaggio di liquidità. Il secondo obiettivo consiste nel migliorare la stabilità dei mercati del debito riducendo il rischio di rollover in periodi di crisi. L emissione congiunta dovrebbe ridurre i rischi di liquidità, garantendo un rifinanziamento e un tasso d interesse più basso, e prevenire la perdita di accesso al mercato in caso di shock macroeconomico asimmetrico in uno Stato membro. La contribuzione alla reintegrazione e alla stabilità fiscale costituisce invece il terzo obiettivo. Le banche della zona euro devono detenere dei beni che costituiranno una sorta di cuscinetto di liquidità. Tali beni saranno poi venduti a prezzi relativamente stabili e utilizzati come collaterali per azioni di rifinanziamento. L esistenza di beni liquidi sicuri e comuni contribuisce a diminuire la frammentazione del mercato e a migliorare la trasmissione della politica monetaria. Beatrice Wieder-Di Mauro (Docente di Macroeconomia all Università di Magonza) si è invece concentrata sul fondo di ammortamento del debito: ha illustrato come l assegnazione di quote uniformi di questo fondo garantisca una maggiore comparabilità rispetto ad altri meccanismi di emissione congiunta come, ad esempio, gli Eurobond. Servono però maggiori garanzie, come obiettivi vincolanti, coerenza rispetto a quanto statuito dal Fiscal Compact e la possibilità di porre fine all emissione congiunta quando un Paese non ottempera all obbligo di ristrutturazione del debito. Graham Bishop (Consulente esperto in affari economici e finanziari europei) ha esposto il suo progetto di sistema di emissione temporaneo pro rata, destinato ai soli Paesi dell eurozona che si trovano in una posizione positiva rispetto all eurogruppo, i quali possono chiedere un prestito fino ad una maturità massima di due anni. Non è richiesta 2

3 alcuna modifica del Trattato, ma è sufficiente un accordo intergovernativo tra i Paesi partecipanti. Il relatore ha sottolineato che se uno Stato è soggetto alle sanzioni del TSCG (Treaty on Stability, Coordination and Governance) verrebbe escluso dal sistema in quanto il suo debito pubblico risulterà insostenibile. Nella sua relazione, Vesa Vihriälä (Direttore dell ETLA, Istituto di ricerca dell Economia finlandese) ha esposto invece i vari modi per sopperire al moral hazard (azzardo morale). Egli sostiene che potrebbero essere stabilite delle precondizioni per consentire l accesso ai soli Paesi con tradizione fiscale forte, ma allo stesso tempo, queste potrebbero ridurre i benefici della mutualizzazione del debito. Esistono due opzioni: la prima consisterebbe in un controllo molto rigoroso delle politiche fiscali dei Paesi membri da parte dell Unione Europea, ma per poter fare ciò è necessaria una modifica del Trattato in quanto il livello europeo non gode di poteri vincolanti sulle politiche di fiscalità economica degli Stati membri; la seconda sarebbe costituita da un sistema di incentivi nell ambito dell emissione congiunta, mantenendo una mutualizzazione del debito soltanto parziale ed escludendo uno Stato membro quando non ottempera alle norme o non riesce a finanziare parte del debito comune. Negare l accesso all emissione congiunta non è facile in quanto bisogna dimostrare che uno Stato è a rischio default. Secondo il parere del relatore, oggi bisogna raccogliere le prove dell attuale meccanismo di governance prima di prendere qualsiasi decisione sui regimi di emissione congiunta. In seno al gruppo di esperti i pareri sulla serietà del moral hasard e sulle sue implicazioni sono i più vari, come anche le proposte per limitarlo: alcuni non lo ritengono insormontabile e credono che i meccanismi vigenti potrebbero essere sufficienti a placarlo; altri ritengono invece che la questione sia molto grave ed escludono che la disciplina attuale sia in grado di porvi rimedio ritenendo necessario un rafforzamento della governance economica con interferenze vincolanti da parte dell Unione Europea. Ha avuto poi luogo la discussione con i membri della commissione. Jean Paul Gauzès (Europarlamentare, Partito Popolare Europeo) si è rivolto al gruppo di esperti per meglio comprendere se, ad oggi, il tema della mutualizzazione è ancora, dal momento che essa presuppone una modifica del trattato e un rafforzamento della governace europea. A questa domanda ha risposto la Presidente, Gertrude Tumpell- Gugerell, la quale ha spiegato che l emissione congiunta comporta grandi implicazioni per l eurozona e richiede che vengano prese decisioni di ampia portata che possono arrivare fino alla modifica del Trattato. Tra i vari governi deve esserci molta fiducia sulla loro disponibilità ad assumersi il rischio. Elisa Ferreira (Europarlamentare, Gruppo dell Alleanza Progressista di socialisti e Democratici al Parlamento Europeo) ha posto al gruppo di esperti una serie di domande: la prima riguardava la possibilità di mantenere la stabilità dell eurozona con i livelli di debito e di crescita attuali, soprattutto con riferimento ad alcuni Paesi; ha poi proseguito chiedendo se esiste qualche alternativa per poter far fronte al rischio di condizionalità molto forte creato dal pacchetto two pack, six pack e fiscal compact visto il basso livello di crescita e per meglio capire se esistono delle soluzioni transitorie che possono attenuare il rischio di una nuova ondata di speculazioni sui debiti sovrani distruggendo la stabilità raggiunta. 3

4 Il primo a prendere la parola è stato Graham Bishop il quale ha ribadito che il sistema può essere introdotto rapidamente, ma che per fare ciò è necessaria una modifica del Trattato. La soluzione è semplice dal punto di vista tecnico e giuridico, ma presenta grandi implicazioni politiche. Agnès Bénassy Quéré è intervenuta per sostenere il fatto che il gruppo è stato interpellato perché gli strumenti esistenti non si sono rivelati efficaci ed era necessario studiarne di nuovi. La proposta è costituita da un fondo di rimborso temporaneo più piccolo che redistribuirebbe il debito tra gli Stati membri in funzione del PIL e presenterebbe vantaggi in termini di politica monetaria. Tale meccanismo arrecherebbe migliore credibilità e ridurrebbe i costi di rifinanziamento per gli Stati e sarebbe realizzabile nel breve termine senza intervenire sul Trattato. Ramon Tremosa i Balcells (Europarlamentare, Gruppo dell Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l Europa) ha ritenuto che il progetto degli Eurobond sia più realistico rispetto al fondo, che richiede un intervento sul Trattato, e ha chiesto al gruppo di esperti che tipo di condizionalità potranno essere poste e se serve un equilibrio di bilancio da parte degli Stati. L onorevole ha poi posto altri due quesiti: il primo inerente al possibile intervento della Commissione sulle scelte politiche, fiscali e di bilancio e il secondo riguardante l ipotetico impatto che si sarebbe potuto ottenere sul finanziamento pubblico se gli Eurobond fossero stati realizzati prima della crisi. Gertrude Tumpell-Gugerell ha risposto, in merito alle condizionalità, che in questo modo i Paesi si legherebbero di più gli uni agli altri, ma in cambio dovrebbero avere più raccomandazioni. Dovrebbe essere previsto un potere d intervento sulle politiche di bilancio nazionali quando le promesse fatte non vengono più di una volta mantenute. Da parte della Commissione invece non c è stato ancora alcun riscontro. La Presidente ha poi proseguito, in merito ai possibili risparmi se gli Eurobond fossero stati introdotti prima della crisi, sostenendo che è possibile descrivere una tendenza, un possibile impatto degli stessi, ma che non è serio tentare una quantificazione. È intervenuto anche Graham Bishop, il quale ha ribadito che nell ambito della sua proposta non sono necessarie modifiche al Trattato, fintanto che il fondo rimane temporaneo. È sufficiente un accordo intergovernativo con il quale gli Stati membri partecipanti decidono fino a che livello di debito arrivare congiuntamente. Ivo Strejček (Europarlamentare, Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei) ha chiesto agli esperti di specificare quale può essere il rendimento degli Eurobond e quali collaterali possono essere necessari per garantire il rimborso del debito. Gertrude Tumpell-Gugerell ha risposto che non è prevista una diversificazione notevole dei tassi d interesse tra Stato e Stato e che non ci saranno importanti effetti sui prezzi. L obiettivo è quello di creare un mercato del debito sovrano più ampio e più stabile. Per quanto concerne i collaterali eventualmente necessari, la Presidente ha sostenuto che il fondo per l emissione degli Eurobond richiede un apporto di capitale da parte dei Paesi membri come base. Tale apporto dovrebbe essere sufficiente. Graham Bishop ha precisato che due terzi degli Eurobond saranno detenuti dalle banche, le quali si rifinanzieranno dalla BCE. Jürgen Klute (Europarlamentare, Gruppo Confederale della sinistra unitaria europea/sinistra verde nordica) ha chiesto al gruppo di esperti se sono state studiate delle 4

5 alternative nel caso in cui le proposte non si rivelino realizzabili, partendo dal presupposto che la situazione attuale, nel lungo periodo, si presenta delicata dal punto di vista politico soprattutto per Paesi come il Portogallo e la Grecia. Gertrude Tumpell-Gugerell ha risposto che la situazione attuale si presenta difficile soprattutto per l attuazione di riforme strutturali dolorose che potrebbero comportare misure restrittive. L emissione congiunta non andrebbe a sostituire le politiche fiscali attuate, può mitigare questo processo doloroso, ma non è un alternativa ad esso. LINK ECON Eseguito da: Serena Fantuz UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B Bruxelles Tel Fax bruxelles8@bruxelles.ven.camcom.it 5

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