AGGIORNAMENTO DEI CASI DI AIDS E DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV IN ITALIA AL 31 DICEMBRE 2007

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1 Volume 1 - Numero 5 Supplemento 1 - ISSN SUPPLEMENTO DEL dell Istituto dell Istituto Superiore Superiore di di Sanità Sanità Poste italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale - 7% - DCB Roma AGGIORNAMENTO DEI CASI DI AIDS E DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV IN ITALIA AL 31 DICEMBRE 7 Distribuzione temporale e geografica dei casi Caratteristiche demografiche e modalità di trasmissione Patologie indicative di AIDS Casi pediatrici Trattamento terapeutico precedente la diagnosi di AIDS Andamento e caratteristiche delle nuove diagnosi di infezione da HIV

2 SOMMARIO Sorveglianza AIDS Distribuzione temporale e geografica dei casi L andamento temporale La distribuzione geografica Caratteristiche demografiche e modalità di trasmissione Le caratteristiche demografiche Le modalità di trasmissione Patologie indicative di AIDS Casi pediatrici Trattamento terapeutico precedente la diagnosi di AIDS Sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV Andamento e caratteristiche delle nuove diagnosi di infezione da HIV.. 15 Commento Appendice RIASSUNTO - Dal 19 a dicembre 7 sono stati notificati 59.1 casi di AIDS, di cui 1.57 nell ultimo anno. Del totale dei casi diagnosticati il 77,% era di sesso maschile, l 1,3% in età pediatrica. In totale (59,%) pazienti risultano deceduti. L età mediana alla diagnosi dei casi adulti, sia maschi che femmine, mostra un aumento nel tempo. L andamento dei tassi d incidenza per anno di diagnosi mostra un incremento dei casi fino al 1995, seguito da una diminuzione nel 199 continuata fino al 1, mentre dal il numero dei casi diagnosticati sembra stabilizzarsi. Inoltre, si nota un aumento della proporzione dei casi attribuibili alla trasmissione sessuale e una diminuzione di quella delle altre modalità di trasmissione. Solo il 35% dei malati ha fatto uso di terapie antiretrovirali. Sono qui riportati i dati del Sistema di Sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV e un Appendice con dati dettagliati sulle segnalazioni dei casi di AIDS e delle infezioni da HIV. Parole chiave: sorveglianza, casi AIDS, Italia, HIV SUMMARY (AIDS cases in Italy: update to 31 December 7) - From 19 to December 7, 59,1 AIDS cases were notified to the National AIDS Surveillance System; 1,57 of the total cases were notified during the last year. Of the total cases notified, 77.% were reported among males, 1.3% among paediatric AIDS cases and 59.% of cases had died. At AIDS diagnosis, the median age of adults increased for both sexes. The incidence of cases increased until 1995; then it decreased concomitantly with Highly Active Antiretroviral Therapy (HAART) from 199 to 1 and it has seemed to become stable since. Moreover, an increase in sexual transmission is evident while there is a decrease in the other ways of transmission. Only 35% of patients has used retroviral therapies. In this bulletin, surveillance data regarding new diagnoses of HIV infections are reported and an Appendix on detailed data of AIDS cases and HIV new infections is included. Key words: surveillance, AIDS cases, Italy, HIV coa@iss.it L Istituto Superiore di Sanità è il principale ente di ricerca italiano per la tutela della salute pubblica. È organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale e svolge attività di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica. L organizzazione tecnico-scientifica dell Istituto si articola in Dipartimenti, Centri nazionali e Servizi tecnico-scientifici Dipartimenti Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria Biologia Cellulare e Neuroscienze Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare Farmaco Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Tecnologie e Salute Centri nazionali AIDS per la Patogenesi e Vaccini contro HIV/AIDS Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute Ricerca e Valutazione dei Prodotti Immunobiologici Sangue Sostanze Chimiche Trapianti Servizi tecnico-scientifici Servizio Biologico e per la Gestione della Sperimentazione Animale Servizio Informatico, Documentazione, Biblioteca ed Attività Editoriali Presidente dell Istituto Superiore di Sanità e Direttore responsabile: Enrico Garaci Redattore capo: Paola De Castro Redazione: Anna Maria Rossi, Giovanna Morini Progetto grafico: Alessandro Spurio Impaginazione e grafici: Giovanna Morini Distribuzione: Patrizia Mochi, Sara Modigliani La responsabilità dei dati scientifici e tecnici è dei singoli autori. Redazione del Notiziario Settore Attività Editoriali Istituto Superiore di Sanità Viale Regina Elena, Roma Tel: Fax pubblicazioni@iss.it Iscritto al n. 75/ del 1 settembre 19, Registro Stampa Tribunale di Roma Istituto Superiore di Sanità Numero chiuso in redazione il 19 giugno Stampa: Tipografia Facciotti s.r.l. Roma

3 AGGIORNAMENTO DEI CASI DI AIDS E DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONI DA HIV IN ITALIA AL 31 DICEMBRE 7 A cura di Barbara Suligoi, Stefano Boros, Laura Camoni, Debora Lepore, Angela Santoro Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate, ISS SORVEGLIANZA AIDS Distribuzione temporale e geografica dei casi Dal 19, anno della prima diagnosi di AIDS in Italia i, al 31 dicembre 7, sono stati notificati al Centro Operativo AIDS (COA) 59.1 casi cumulativi di AIDS ii. Di questi, 5.7 (77,%) erano di sesso maschile, 75 (1,3%) in età pediatrica (<13 anni) o con infezione trasmessa da madre a figlio, e. (7,%) erano stranieri. L età mediana alla diagnosi, calcolata per tutti i casi adulti, era di 35 anni per i maschi (range: 13 anni-7 anni), e di 3 anni (range: 13 anni- anni) per le femmine. L andamento temporale Nel 7 sono stati notificati iii al COA 1.57 nuovi casi di AIDS, di cui 1.1 (73,%) diagnosticati nell ultimo anno e 3 riferiti a diagnosi effettuate negli anni precedenti. La Figura 1 mostra l andamento del numero dei casi di AIDS segnalati al Registro Nazionale AIDS (RNAIDS), corretti per ritardo di notifica iv. Nella stessa Figura è riportato l andamento dei tassi d incidenza per anno di diagnosi, che evidenzia un costante incremento dell incidenza dei casi di AIDS notificati nel nostro Paese sino al 1995, seguito da una progressiva diminuzione dal 199 fino al n. casi n. casi corretti Tasso di incidenza 1. Numero di casi Tasso per Semestre di diagnosi Figura 1 - Casi di AIDS in Italia per semestre di diagnosi, corretti per ritardo di notifica e tasso annuale di incidenza al 31 dicembre 7 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1):3-3 3

4 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1) La Tabella 1 riporta il numero dei casi e dei deceduti per anno di diagnosi e il relativo tasso di letalità. In totale, pazienti (59,%) risultano deceduti al 31 dicembre 7. Tuttavia, è probabile che il numero di decessi per AIDS sia sottostimato v, a causa della non obbligatorietà della notifica di decesso. La Tabella 1 riporta, oltre al numero annuale di nuovi casi corretto per ritardo di notifica, la stima dei casi cumulativi di AIDS al 31 dicembre 7 ( casi). Il numero dei casi prevalenti vi per anno e per regione di residenza viene mostrato in Tabella. La distribuzione geografica La distribuzione dei casi per regione di residenza e per anno di diagnosi viene riportata in Tabella 3. La Figura mostra i tassi di incidenza per regione di residenza, calcolati in base ai soli casi segnalati negli ultimi 1 mesi; ciò permette il confronto tra aree,5 1, 3,3 1,,,3 1, 3, 3, 1,5 1, 1,7,3 5,5 Figura - Tasso di incidenza di AIDS per regione di residenza (per 1. abitanti) per i casi notificati tra gennaio e dicembre 7 1,5 1, 1, 1,1,,7 Tabella 1 - Distribuzione annuale dei casi di AIDS, dei casi corretti per ritardo di notifica, dei decessi e del tasso di letalità Anni Casi Casi corretti Morti per anno Decessi per anno Tasso diagnosticati per ritardo di notifica di decesso di diagnosi* di letalità** , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , Totale , (*) Il numero di decessi indica quanti dei pazienti, diagnosticati in uno specifico anno, risultano deceduti al 31 dicembre 7 (**) Il tasso di letalità è calcolato come il rapporto tra i decessi per anno di diagnosi e i casi diagnosticati nello stesso anno

5 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 Tabella - Distribuzione annuale dei casi prevalenti di AIDS per regione di residenza Regione Piemonte Val d Aosta Lombardia Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Bolzano Trento Estera Ignota Totale Tabella 3 - Distribuzione dei casi di AIDS per regione di residenza e per anno di diagnosi Regione < Totale Lombardia Lazio Emilia-Romagna Piemonte Toscana Veneto Liguria Sicilia Puglia Campania Sardegna Marche Calabria Abruzzo Umbria Friuli-Venezia Giulia Trento Bolzano Basilicata Val d Aosta Molise Estera Ignota Totale

6 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1) geografiche a diversa densità di popolazione. Come si osserva, le regioni più colpite sono nell ordine: il Lazio, la Lombardia, la Toscana e l Emilia-Romagna. È evidente la persistenza di un gradiente Nord-Sud nella diffusione della malattia nel nostro Paese, come risulta dai tassi di incidenza che continuano a essere mediamente più bassi nelle regioni meridionali. La Tabella riporta la distribuzione dei casi segnalati dall inizio dell epidemia per provincia di segnalazione e di residenza vii. Tassi di incidenza, relativi all anno Tabella - Distribuzione dei casi di AIDS dall inizio dell epidemia, per provincia di segnalazione e di residenza, e tasso di incidenza (anno di notifica 7) per provincia di residenza vii Provincia Segnalazione Residenza Tasso Provincia Segnalazione Residenza Tasso di incidenza di incidenza Alessandria 33 1,9 Pistoia 11 7,3 Asti ,9 Prato ,3 Biella 1, Siena , Cuneo 37,9 Perugia ,1 Novara 5 9,3 Terni ,1 Torino , Ancona 57 9, Verbania 11,5 Ascoli Piceno 1 9 1,1 Vercelli ,9 Macerata ,3 Aosta 7 1, Pesaro e Urbino , Bergamo ,5 Frosinone 157,5 Brescia ,5 Latina 1 5,9 Como , Rieti 1 1 3,9 Cremona 9,3 Roma ,3 Lecco ,9 Viterbo , Lodi ,1 Chieti 1 1 1,3 Mantova 35 37, L Aquila 13 17,3 Milano..91 3,5 Pescara 9 151,9 Pavia ,5 Teramo 1 19,7 Sondrio 3 13, Campobasso ,3 Varese , Isernia 1 1,1 Bolzano-Bozen 1,7 Avellino Trento , Benevento 1 - Belluno 5 - Caserta 15 1, Padova , Napoli ,7 Rovigo 15 19, Salerno 1 1,7 Treviso 3 3 3, Bari ,3 Venezia 7 57, Brindisi 1 1, Verona ,9 Foggia 15 39,1 Vicenza , Lecce , Gorizia 1, Taranto , Pordenone 11,7 Matera 1 5 1,5 Trieste 177 9,5 Potenza 13,5 Udine ,1 Catanzaro 3 17, Genova.1 1., Cosenza 5 131,7 Imperia , Crotone , La Spezia 1 1,3 Reggio Calabria 73 13,7 Savona 1 1,5 Vibo Valentia 3, Bologna ,9 Agrigento 1 11,9 Ferrara 7 3,7 Caltanissetta , Forlì 3 555, Catania ,7 Modena 7 75,7 Enna, Parma 1, Messina 5,9 Piacenza , Palermo , Ravenna , Ragusa 5 - Reggio Emilia ,7 Siracusa 11 17,5 segue

7 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 segue Tabella Provincia Segnalazione Residenza Tasso Provincia Segnalazione Residenza Tasso di incidenza di incidenza Rimini 75, Trapani , Arezzo ,3 Cagliari , Firenze , Nuoro 5 79, Grosseto , Oristano 7, Livorno 37 5,7 Sassari 1, Lucca 19 39, Estera Massa Carrara 9, Ignota Pisa ,3 Totale per provincia di segnalazione 59.1 Totale per provincia di residenza 59.1 di notifica 7, particolarmente elevati si riscontrano nelle province di Lodi, Roma, Lecco, Livorno, Viterbo, Bergamo, Brescia e Pavia. Dal momento che non è possibile escludere fattori in grado di determinare variazioni geografiche dei tassi di incidenza nel breve periodo (ad esempio, riorganizzazione a livello locale della modalità di invio delle schede), si raccomanda di interpretare con cautela l attuale valore del tasso di incidenza per provincia. La Tabella 5 mostra la distribuzione percentuale dei casi di AIDS per nazionalità anagrafica. Si evidenzia nel tempo un aumento della proporzione di casi notificati in cittadini stranieri (dal,% nel al,% nel -7). Caratteristiche demografiche e modalità di trasmissione Le caratteristiche demografiche La Tabella mostra la distribuzione dei casi per fascia d età e sesso negli anni 9, 95, 5 e il totale dei casi. Il,1% del totale dei casi si concentra nella Tabella 5 - Distribuzione percentuale dei casi di AIDS per nazionalità anagrafica Area geografica < Totale Italia 97, 95, 93,,7 5,,7,9 79, 9,5 Africa,9 1,,7 5,,1,9 1, 11, 3,5 Asia,1,1,3,,,7 1, 1,,3 Europa Occidentale,5,7,9,7,5,,,3, Europa Orientale,1,1,,7, 1, 1,7,5, Nord America,,,,1,1,1,,1,1 Sud America,9 1,5 1,9 3,1, 3,7,,3, Non specificata,,,3 1,1 1,9, 1, 1,,5 Tabella - Distribuzione percentuale dei casi di AIDS per fasce di età e per sesso negli anni 199, 1995, 5 e nel totale dei casi Totale (19-7) Totale Fascia d età n..55 n..77 n n. 53 n n. 37 n. 5.7 n n. 59.1,5,3, 1,7,9,3,3 1,1,5 1-,,3,,1 1,,,3 1,1,5 5-9,,,,9,7,3,,5,3 1-1,1,1,,,1,3,1,1,1 13-1,,,,,,3,1,1, ,,,,, 1,9,,5,3 -,1 1,7 1,3 15,3,,9 3,3,, ,1 1,9,7,1,,5 17,,3 1, 3-3,7 3, 11,, 39, 1,1,,7, ,9 3,7 1,7 7, 1,1,5 1,1 1,, -9 1,1 1,5,7 5,7,9 3,1 19, 1, 17, ,9 5,1 1,,,5 9, 7, 3,7, > 1,, 7, 1,7 1,7 3,5 3,3, 3,1 7

8 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1) fascia d età 3-9 anni. In particolare è aumentata la quota di casi nella fascia d età -9 anni (per i maschi dal 1,1% nel 199 al,7% nel 5 e per le femmine dal 5,7% nel 199 al 3,1% nel 5). L età mediana alla diagnosi dei casi adulti di AIDS mostra un aumento nel tempo, sia tra i maschi che tra le femmine. Infatti, se nel 197 la mediana era di 9 anni per i maschi e di per le femmine, nel 7 le mediane sono salite rispettivamente a 3 e anni (Figura 3). Nell ultimo decennio la proporzione di pazienti di sesso femminile tra i casi adulti è rimasta sostanzialmente stabile intorno al 3-5% (dati non mostrati). Le modalità di trasmissione La distribuzione dei casi adulti per anno di diagnosi e modalità di trasmissione viii (Tabella 7) evidenzia come il 5,9% del totale dei casi sia attribuibile alle pratiche associate all uso di sostanze stupefacenti per via iniettiva. La distribuzione nel tempo mostra un aumento della proporzione dei casi attribuibili ai contatti sessuali (contatti omosessuali e contatti eterosessuali; quest ultima rappresenta la modalità di trasmissione più frequente nell ultimo biennio) e una corrispondente diminuzione dei casi attribuibili alle altre modalità di trasmissione. Particolare cautela è necessaria nell in- 3 Età Anno di diagnosi Figura 3 - Età mediana alla diagnosi per sesso e anno di diagnosi Tabella 7 - Distribuzione dei casi di AIDS in adulti per modalità di trasmissione e per anno di diagnosi Anno di diagnosi Modalità di trasmissione < Totale Contatti omo/bisessuali n % 15, 15, 1,9 1, 1,5 19,7 1, 1, 1,1, Uso iniettivo di droghe n %,9 5,7 5, 37, 3, 3,7,7 55, 5,5 5, Uso iniettivo di droghe/ n contatti omosessuali %, 1,,7,7,,7,7 1,7,1, Emofilico n %,9,,,3,1,,1,,7,1 Trasfuso n % 1,,,5,3,3,3,,7,5 1, Contatti eterosessuali n % 13,9,7,9 3,5 39, 1, 3,9 1, 15, 3, Altro/non determinato n % 1, 5, 7,,,1,, 3,5 3,,9 Totale n

9 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 terpretare l andamento crescente dei casi appartenenti alla categoria altro/non determinato. In una specifica indagine condotta dal COA (1) è stato osservato ix che la quasi totalità dei casi con fattore di rischio altro/non determinato è da attribuire ai contatti sessuali e all uso iniettivo di droghe. La distribuzione dei casi di AIDS attribuibili a rapporti eterosessuali x (1.71 casi), ulteriormente suddivisa in base al tipo di rischio e sesso, è presentata in Tabella. In tale gruppo, quasi la metà (.1/5.5, 3,3%) delle donne aveva avuto rapporti con partner di cui era nota la sieropositività HIV, mentre tra gli uomini tale evenienza si era verificata nel 1,% (9/7.173) dei casi. Patologie indicative di AIDS La Tabella 9 riporta la distribuzione delle patologie che fanno porre la diagnosi di AIDS in adulti, per anno di diagnosi (xi, xii). Le tre nuove patologie incluse nella definizione di caso del 1993 (carcinoma della cervice uterina, polmonite ricorrente, tubercolosi polmonare) hanno contribuito per il 9,1% del totale delle diagnosi negli anni , per il 9,% nel , per l,% negli anni -5 e per il 7,% nel biennio -7. Casi pediatrici Dei 59.1 casi segnalati fino al 31 dicembre 7, 75 (1,3%) sono stati registrati nella popolazione pediatrica, cioè in pazienti con età alla diagnosi inferiore ai 13 anni o superiore ai 1 anni ma che avevano acquisito l infezione per via verticale. In Tabella 1 è riportata la distribuzione dei casi per regione di residenza e per anno di diagnosi. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, seguita da Lazio ed Emilia-Romagna. La diffusione dell AIDS pediatrico sembra ricalcare la distribuzione geografica dell epidemia riportata per i casi segnalati negli adulti xiii. Tabella - Casi cumulativi di AIDS da contatto eterosessuale in adulti per tipo di rischio e sesso con partner con partner Tipo di rischio eterosessuale HIV non noto HIV noto HIV non noto HIV noto Totale Originario di zona endemica Partner bisessuale 3 7 Partner tossicodipendente Partner emofilico/trasfuso Partner di zona endemica Partner promiscuo* Totale (*) Paziente che ha presumibilmente contratto l infezione attraverso contatti eterosessuali (inclusi i partner di prostituta e le prostitute) non includibili in nessuna delle altre categorie Tabella 9 - Distribuzione percentuale delle patologie xi indicative di AIDS in adulti per anno di diagnosi Anno di diagnosi Patologie < Candidosi (polmonare ed esofagea) 3,9, 19, 19,5 19,5 1, 1,7 Polmonite da Pneumocystis Carinii 1,7 17,9 19,3 19,3,1 1,9 1, Toxoplasmosi cerebrale, 7,,3,5,3,7, Micobatteriosi*, 7,1,,7, 7,3, Altre infezioni opportunistiche** 1,9 15, 1, 1, 1, 1, 15, Sarcoma di Kaposi (KS),9,5 5,3 5,7 5,3,3 5, Linfomi,9 3,7 5, 5,1 5, 5,, Encefalopatia da HIV,9 7,5 7, 5, 5, 5,, Wasting Syndrome 7, 7,3,7,, 9,9 9,3 Carcinoma cervice uterina,,,7,,5,5, Polmonite ricorrente 1,1 3,9 3, 3,7 3,1 3,, Tubercolosi Polmonare 1,7, 5,3,,9 5,1, Totale patologie (n.) (*) Disseminata o extrapolmonare (**) Include: criptococcosi, criptosporidiosi, infezione da Cytomegalovirus, infezione da Herpes simplex, isosporidiosi, leucoencefalopatia multifocale progressiva, salmonellosi, coccidioidomicosi, istoplasmosi 9

10 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1) Tabella 1 - Distribuzione dei casi pediatrici di AIDS in Italia per regione di residenza e per anno di diagnosi Regione < Totale Lombardia Lazio Emilia-Romagna Toscana Piemonte Campania Liguria Veneto Sicilia Puglia Sardegna Abruzzo Calabria Trentino-Alto Adige 1 9 Umbria Marche Basilicata 1 1 Friuli-Venezia Giulia 1 1 Molise Val d Aosta Estera 1 5 Ignota Totale La cospicua diminuzione dei casi di AIDS pediatrici, che si è registrata a partire dal 1997, può considerarsi l effetto combinato dell applicazione delle linee guida relative al trattamento antiretrovirale delle donne in gravidanza per ridurre la trasmissione verticale, e della terapia antiretrovirale che allunga il tempo di incubazione della malattia nei bambini infetti (, 3). La Tabella 11 mostra l andamento temporale dell infezione pediatrica per modalità di trasmissione, anno di diagnosi e sesso. Dal a oggi non sono stati più riportati casi in emofilici. Dei 711 (9,9%) casi pediatrici che hanno contratto l infezione dalla madre, 31 (5,%) sono figli di madre tossicodipendente, mentre 59 (3,%) sono figli di donne che hanno acquisito l infezione per via sessuale (dati non mostrati). La distribuzione delle patologie indicatrici di AIDS per periodo di diagnosi, evidenzia una diminuzione delle diagnosi di polmonite interstiziale linfoide (dal 1,% nel all,3% nel -5) e un aumento della polmonite da Pneumocistis carinii (Tabella 1). Tabella 11 - Distribuzione dei casi pediatrici di AIDS per modalità di trasmissione, per anno di diagnosi e per sesso Periodo di diagnosi Modalità di trasmissione < Totale Trasmissione verticale n % 95, 9, 77, 75, 7,9 77, 9,9 9,9 9, 95, Emofilico n %,,,,,,,,,, Trasfuso n % 1,9 1,,,,,, 1, 1,3 1, Altro/non determinato n %,5,, 5, 3,1, 9,1 3,5,5, Totale n

11 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 Tabella 1 - Distribuzione percentuale delle patologie xi indicative di AIDS in casi pediatrici per periodo di diagnosi Periodo di diagnosi Patologie Candidosi (polmonare ed esofagea) 11,1 11, 13,5 9,5 1,5 1,7 1,7 Polmonite da Pneumocystis carinii 1,5 11, 5, 19,,1 1,7 1,7 Toxoplasmosi cerebrale 1,, 5,,,,,3 Infezione da Cytomegalovirus 9, 7,,7, 3,1,, Micobatteriosi* 1,1, 1,, 3,1,3 1,7 Infezioni batteriche ricorrenti 11, 9,,3 19, 9,,3 1,7 Polmonite Interstiziale Linfoide 17, 1,,1,,,3, Altre infezioni opportunistiche** 5, 5, 5,, 1,9,3,3 Tumori (Sarcoma di Kaposi e Linfomi), 5,,, 9,,, Encefalopatia da HIV 15,, 1,9 3,,3, 1,7 Wasting Syndrome 9,, 5,,,3,3, Totali patologie (*) Comprende: M. tubercolosis o da altri micobatteri o da specie non identificata: disseminata o extrapolmonare (**) Include: criptococcosi, criptosporidiosi, infezione da Herpes simplex, isosporidiosi, leucoencefalopatia multifocale progressiva, salmonellosi Trattamento terapeutico precedente la diagnosi di AIDS Dal primo gennaio 1999 la scheda di notifica raccoglie anche una serie di informazioni anamnestiche (ultimo test HIV-negativo, viremia plasmatica alla diagnosi di AIDS, regime terapeutico antiretrovirale più aggressivo e profilassi delle infezioni opportunistiche effettuate prima della diagnosi di AIDS). La Figura mostra che solo il 3,7% dei casi notificati negli ultimi anni ha ricevuto un trattamento terapeutico antiretrovirale. A circa tre quarti di questi pazienti è stata somministrata una combinazione con tre farmaci antiretrovirali. Risultano inoltre delle differenze per modalità di trasmissione, poiché soltanto il 3% dei pazienti con fattore di rischio sessuale (cioè contatti omosessuali e contatti eterosessuali) ha effettuato una terapia antiretrovirale, contro oltre il 5% dei pazienti che ha fatto uso di droghe per via iniettiva (Figura 5). No,7% Non noto 3% Non nota Sì Tripla 3,3% Doppia 373 Mono Figura - Uso di terapie antiretrovirali e regime terapeutico pre-aids Uso iniettivo di droghe.9 Contatti omo/bisessuali % 3% Sì No Non noto Contatti eterosessuali 1.17 Trasfusi/emofilici Trasmissione verticale 1% 9 1 Altro/non determinato % % 5% 3.9 % 7%.19 % 17 9% 1% Il maggiore determinante per avere effettuato una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS è la consapevolezza della propria sieropositività. In Tabella 13 sono riportate le caratteristiche dei pazienti suddivisi secondo il tempo intercorso tra il 1 test HIV positivo e la diagnosi di AIDS (informazione che viene raccolta dal 199). Si osserva che la proporzione di pazienti con la diagnosi di sieropositività vicina alla diagnosi di AIDS è aumentata dal 199 al 7 ed è più elevata tra coloro che hanno acquisito l infezione attraverso rapporti sessuali e tra gli stranieri, indicando come molti soggetti arrivino allo stadio di AIDS conclamato ignorando di essere infetti Figura 5 - Uso di terapie antiretrovirali pre-aids per modalità di trasmissione 1 11

12 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1) Tabella 13 - Tempo intercorso tra il 1 test HIV+ e la diagnosi di AIDS Meno di mesi mesi Anno di diagnosi n. casi % n. casi % , , ,.119 7, , , , ,7 917, ,9 1 5, 91 5, 51,3, , 5 9, 7 5,5 7 9, , 9 7, 7 5, 1 5, ,5 7,5 Sesso o 7.97, ,1 Femmina.73 3, ,5 Modalità di trasmissione Contatti omo/bisessuali.99 5,1 1. 1,9 Uso iniettivo di droghe , 9.133, Altro/non determinato 1.1 9,1 51 3,9 Contatti eterosessuali ,.79 35, Trasmissione verticale 3 7, 35 5, Grado di istruzione Nessuno 31 7,1 11 7,9 Elementare 1. 53, 1.3, Media.7, , Diploma , ,3 Laurea 351,1 1 33,9 Non determinato.53 33,7 7.97,3 Area geografica di provenienza Italia 75 37, 13.3, Estera.3 7, 57 9, Non nota 13, 7 35, Totale 1.3 1, , Il quadro immunologico e virologico al momento della diagnosi di AIDS in pazienti che hanno effettuato almeno un precedente trattamento antiretrovirale è certamente migliore rispetto a coloro che non hanno effettuato alcuna terapia (Tabella 1). Anche il quadro delle patologie di esordio clinico è differente tra trattati e non trattati. In particolare, si evidenzia tra i trattati una proporzione minore di Polmonite da Pneumocystis carinii (PCP) e toxoplasmosi, a fronte di una percentuale più elevata di candidosi, linfomi, polmoniti ricorrenti e carcinoma cervicale invasivo (Tabella 15). La Tabella 1 infine mostra in dettaglio l associazione delle patologie AIDS con il quadro immunologico e virologico nei pazienti precedentemente trattati. SORVEGLIANZA DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV* In Italia non esiste un sistema nazionale di notifica delle nuove diagnosi di infezioni da HIV. Vi sono però, alcune regioni e province che già da vari anni si sono organizzate autonomamente e raccolgono informazioni sulla diffusione di tali diagnosi (, 5). In tali regioni e province vengono segnalati i soggetti a cui viene diagnosticata per la prima volta una positività al test anti-hiv, che possono essere anche completa- (*) Dati elaborati con la collaborazione di: Massimo Arlotti (Rimini); Vanni Borghi (Modena); Angela Carboni (Lazio); Antonio Ferro (Veneto); Giancarlo Icardi (Liguria); Maria Stella Mura (Sassari); Chiara Pasqualini (Piemonte); Raffaele Pristerà (Bolzano); Gina Rossetti (Trento); Luana Sandrin (Friuli-Venezia Giulia) 1

13 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 Tabella 1 - Valore assoluto dei CD+ e carica virale per terapia antiretrovirale e anno di diagnosi Valore assoluto CD+ alla diagnosi Terapia antiretrovirale pre-aids Anno di diagnosi n. Mediana Min Max 5 75 percentile percentile Si No Totale Viremia (log 1 copie/ml) alla diagnosi Terapia antiretrovirale pre-aids Anno di diagnosi n. Mediana Min Max 5 75 percentile percentile Sì ,1,3,7 3, 5,,5,5,7 3,5 5, 1,75, 7, 3, 5,3 55,73,, 3,3 5, ,1,5,3 3, 5,3 5,3,5 7,3 3,1 5, 5 3,, 7, 3,1 5,3,79,5 7,,1 5,3 7 3,9,35,7,7 5,1 No ,31,5,3,3 5, ,3,5 7,7, 5, ,3,5 7,71,9 5,7 1. 5,33,5,9,7 5, ,5,5 7,11,7 5,7 9 5,3, 7,,7 5,9 5 5,7,5 7,17,5 5,7 5,9, 7,3, 5, ,, 7,9, 5,7 Totale ,1,3 7,9,55 5, 13

14 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1) Tabella 15 - Malattie indicative di AIDS per terapia antiretrovirale Terapia antiretrovirale pre-aids Si No Non noto Totale Malattie n. % n. % n. % n. Candidosi (Polmonare e esofagea) 1.3, ,7 1,7 3. Criptococcosi extrapolmonare 1, ,3 13, 55 Cytomegalovirus compresa retinite 53,3 7,1 3 5, Encefalopatia da HIV 11 7, 51 5,5 35, 1.97 Herpes simplex 35, 11,9 3,5 139 Sarcoma di Kaposi 3,1 5, 1 3,1 9 Linfomi (Burkitt, immunoblastico, cerebrale) 77,1 53, 3,5 1. Micobatteriosi 1 3, 95,5 13, 59 Tubercolosi, 1.1 9,3,3 1.1 Polmonite da Pneumocystis carinii 71 1,.75 3, ,9 3.1 Leucoencefalopatia multifocale progressiva 1,, 13, 19 Sepsi da salmonella ricorrente 3, 1,5 3,5 7 Toxoplasmosi cerebrale 9 5, 7,1 7, 1.17 Wasting Syndrome 57 9,9 93,3 7 1, 1.33 Altre infezioni opportunistiche 1 1, 157 1,3,7 9 Carcinoma cervicale invasivo 9 1, 3,3 1, 1 Polmonite ricorrente 311 5,3 37, 5,3 573 Totale , , 579 1, 1.37 Tabella 1 - Malattie indicative di AIDS nei pazienti trattati con terapia antiretrovirale pre-aids per quadro virologico e immunologico Viremia (copie/ml) <5 5 CD+ CD+ > > Totale Malattie n. % n. % n. % n. % n. Candidosi (Polmonare e esofagea) 7 15, ,1 37 5,3, 1. Criptococcosi extrapolmonare 9,, 11 3, 9 1, 13 Cytomegalovirus compresa retinite 1 3,1 1, ,3 1,3 1 Encefalopatia da HIV 33 7,, 1,3 7,3 37 Herpes simplex 3,7,,7, 31 Sarcoma di Kaposi 31,,1 9, 5, 13 Linfomi (Burkitt, immunoblastico, cerebrale) 57 1, 1 19, 1,5 1 13,5 33 Micobatteriosi 5,7 9 1, , 1 1,5 1 Tubercolosi 5 11, 77 1, 19 5,7 9 1,7 1 Polmonite da Pneumocystis carinii 7 1,3 7 5, 5 15, 71 7,7 9 Leucoencefalopatia multifocale progressiva 1 3,9 1,,5 3 3,3 1 Sepsi da salmonella ricorrente 1,, 13, 5,5 1 Toxoplasmosi cerebrale 5,7 1,1,, Wasting Syndrome 3, 31 5, , 59, 51 Altre infezioni opportunistiche 7 1,5 1, 1, 19,1 9 Carcinoma cervicale invasivo 1,3 17 3,1 1,5 1,3 Polmonite ricorrente 5,7 7,7 13, 7,5 5 Totale 5 1, 53 1, , 917 1, 5.9 1

15 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 mente asintomatici perché ancora in fase pre-aids (). Questi dati vengono aggregati e analizzati presso il COA. Le regioni che, a oggi, hanno istituito un Sistema di Sorveglianza sono: Lazio (dal 195), Veneto (dal 19), Friuli-Venezia Giulia (dal 195), Piemonte (dal 1999), Liguria (dal 1) e le province di Modena (dal 195), Trento (dal 195), Bolzano (dal 195), Sassari (dal 1997) e Rimini (dal ). In mancanza di dati nazionali sui casi di infezione da HIV, i casi segnalati da queste regioni e province non rappresentano certamente tutti i casi di nuove infezioni da HIV, ma possono fornire un utile indicazione sulla diffusione dell HIV nel nostro Paese e su alcuni cambiamenti temporali dell epidemia da HIV in Italia. Andamento e caratteristiche delle nuove diagnosi di infezione da HIV Per quanto riguarda la descrizione dei metodi per la raccolta dati si rimanda al Notiziario dell Istituto Superiore di Sanità, vol. 1, n., Suppl 1, giugno 5. Sono qui presentati i dati aggiornati a dicembre. Nel periodo 195- sono state riportate nelle 1 regioni/province 37. nuove diagnosi di infezione da HIV (.533 maschi e 1.97 femmine). L incidenza totale di nuove diagnosi nel è stata dell,1 per 1. abitanti; l incidenza più bassa è stata osservata nel Friuli-Venezia Giulia, mentre quella più alta nella regione Lazio (Figura ). Nel sono state segnalate dalle regioni e province partecipanti 1.59 nuove diagnosi di infezione da HIV, pari a un incidenza per 1. abitanti di 1,3 per gli uomini e, per le donne. L incidenza delle nuove diagnosi ha visto un picco di segnalazioni nel 197, per poi diminuire fino al 199 e stabilizzarsi successivamente (Figura 7). Questo andamento è stato simile tra i maschi e le femmine. Tuttavia, la proporzione di donne è aumentata progressivamente negli anni: il rapporto maschi/femmine che era di 3,5 nel 195 è di,9 nel., 7, 9,,3,7, 9,,1 11, 1,5 Figura - Tasso annuale di incidenza (per 1. abitanti) delle nuove diagnosi di infezione da HIV segnalate nel 5 Totale Tasso per 1. abitanti Anno di diagnosi Figura 7 - Incidenza annuale delle nuove diagnosi di infezione da HIV per genere (Piemonte, Liguria, Bolzano, Trento, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Modena, Lazio, Sassari e Rimini) 15

16 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1) Similmente a quanto precedentemente riportato tra i casi di AIDS, anche tra le nuove diagnosi di infezione da HIV si osserva un aumento dell età mediana al momento della diagnosi di infezione (aumentata da anni nel 19 a 3 anni nel ) (Figura ), nonché un cambiamento analogo delle modalità di trasmissione: la quota di coloro che usano droghe per via iniettiva è diminuita dal,3% nel 19 al 7,% nel, mentre i casi attribuibili a trasmissione sessuale (contatti eterosessuali e contatti omosessuali) nello stesso periodo sono aumentati dal 9,% al 55,% (Figura 9). Per una parte delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV, oscillante nei vari anni tra il 15% e il %, non è stato possibile stabilire la modalità attraverso la quale è stata contratta l infezione. Nel questa percentuale è salita al 37%. Età Anno di diagnosi Figura - Età mediana delle nuove diagnosi di infezione da HIV, per genere e anno, 19- (Piemonte, Liguria, Bolzano, Trento, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Modena, Lazio, Sassari e Rimini) 1 Percentuale Anno di diagnosi Uso iniettivo di droghe Contatti omo/bisessuali Contatti eterosessuali Altro/non determinato Figura 9 - Distribuzione percentuale delle nuove diagnosi di infezione da HIV, per modalità di trasmissione e anno (Piemonte, Liguria, Bolzano, Trento, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Modena, Lazio, Sassari e Rimini) 1

17 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 Commento La diminuzione dell incidenza dei casi di AIDS osservata a partire dalla metà del 199 sembra ormai tendere alla stabilizzazione. Nel 7 i casi di diagnosi attesi (tenendo conto del ritardo di notifica) sono praticamente gli stessi di quelli del. Come suggerito da alcune simulazioni (con dei modelli matematici) sull andamento dei casi di AIDS, la repentina diminuzione di casi verificatasi negli ultimi anni non è attribuibile a una riduzione delle nuove infezioni da HIV (7), ma soprattutto all effetto delle terapie antiretrovirali combinate (-11). Tale effetto è stato osservato in tutte le categorie di tramissione (1). Tuttavia, è necessario sottolineare che l accesso alle terapie prima dell AIDS è ritardato o addirittura assente nelle persone che non sono a conoscenza della propria sieropositività HIV (13). Al momento attuale, quindi, le limitate conoscenze sulla durata dell effetto delle nuove terapie, la mancanza di dati precisi sull uso dei farmaci antiretrovirali e sulle eventuali differenze di accesso alla terapia nei singoli sottogruppi, rendono più problematica la stima della curva epidemica delle infezioni da HIV basata sui casi di AIDS. Viceversa, i dati dei sistemi locali di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV, che diversamente dai dati sui casi di AIDS non sono influenzati dall accesso alle terapie antiretrovirali né dall aumento della sopravvivenza dei pazienti con AIDS, forniscono oggi delle informazioni essenziali sull epidemia di HIV nel nostro Paese. Tali dati rivelano che, dopo un massimo di infezioni verificatosi alla fine degli anni, vi è stata una progressiva diminuzione dei nuovi casi di infezione fino alla fine degli anni 9. Successivamente il numero di nuove infezioni si è stabilizzato, ma negli ultimi anni appare in aumento in alcune zone (vedi Appendice, Figura A); questo andamento potrebbe preludere a una possibile riattivazione dell epidemia in varie aree del nostro Paese. Le caratteristiche di coloro che oggi si infettano con l HIV sono completamente diverse da quelle di coloro che si infettavano dieci o venti anni fa: non si tratta più di persone giovani e prevalentemente tossicodipendenti, ma piuttosto di adulti maturi che si infettano attraverso i rapporti sessuali. Tra questi, la maggior parte delle donne acquisisce l infezione da un partner che sapeva di essere HIV-positivo. Negli anni è aumentata progressivamente la quota di soggetti che scopre di essere infetta solo in fase avanzata di malattia costituendo quindi, a loro insaputa, una possibile fonte di diffusione del virus. Si stima che circa un quarto dei soggetti HIV-positivi presenti in Italia non sappia di essere infetto (1) e più della metà dei soggetti con una nuova diagnosi di AIDS ignorava la propria sieropositività, principalmente persone che avevano acquisito l infezione attraverso i rapporti sessuali, sia eterosessuali sia omosessuali. L incidenza di HIV appare elevata in alcune province e regioni (Rimini e Lazio) ove è attivo un Sistema di Sorveglianza HIV, ma non è possibile sapere come si collochino questi dati nell ambito di un quadro nazionale che purtroppo non è ancora disponibile. Questi risultati sottolineano la necessità di implementare interventi informativi e preventivi anche nei confronti di popolazioni non appartenenti alle classiche categorie a rischio per HIV. Inoltre, il serbatoio di infezione è ancora ampio: il WHO (World Health Organization) stima in Italia circa 15. persone viventi con HIV/AIDS (dati 5) (15). È quindi necessario non abbassare la guardia e rafforzare, a livello nazionale, i sistemi di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV che costituiscono una fonte insostituibile di informazioni sulle dinamiche attuali di diffusione dell infezione. Riferimenti bibliografici 1. Aggiornamento dei casi di AIDS notificati in Italia al 3 settembre Not Ist Super Sanità 199;11(1)Suppl. 1.. The Italian Register for Human Immunodeficiency Virus Infection in Children. Determinants of mother-to-infant human immunodeficiency virus 1 transmission before and after the introduction of zidovudine prophylaxis. Arch Pediatr Adolesc Med ;15: De Martino M, Tovo PA, Balducci M, et al. Reduction in mortality with availability of antiretroviral therapy for children with perinatal HIV-1 infection. Italian Register for HIV Infection in Children and the Italian National AIDS Registry, JAMA ;: Suligoi B, Pavoni N, Borghi V, et al. Epidemiologia dell infezione da HIV in Italia. Epidemiol Prev 3;7(): Suligoi B, Pezzotti P, Boros S, et al. The epidemiological changes of AIDS and HIV infection in Italy. Scand J Infect Dis 3;35(Suppl. 1):1-.. Camoni L, Suligoi B e il gruppo SORVIH. Lo studio delle nuove diagnosi di HIV in Italia attraverso i sistemi di sorveglianza regionali: caratteristiche operative e valutazione. Ann Ist Super Sanità 5;1(): Rezza G, Pezzotti P, Balducci M. Attualità sull andamento dell epidemia di AIDS/HIV in Italia. G Ital Mal Infett 199; :

18 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1). Pezzotti P, Napoli PA, Acciai S, et al. Increasing survival time after AIDS in Italy: the role of new combination antiretroviral therapies. AIDS 1999;3: Palella FJ, Delaney KM, Morman AC, et al. Declining morbidity and mortality among patients with advanced human immunodeficiency virus infection. N Engl J Med 199; 33: Mocroft A, Vella S, Benfield TL, et al. Changing patterns of mortality across Europe in patients infected with HIV-1. Lancet 199;35: Napoli PA, Dorrucci M, Serraino D, et al. Frequency and determinants of use of antiretroviral and prophylactic therapies against Pneumocystis carinii Pneumonia (PCP) before AIDS diagnosis in Italy. Eu J Epid 199;1: Dorrucci M, Balducci M, Pezzotti P, et al. Temporal Changes in the Rate of Progression of that Among Italians with no Date of HIV Seroconversion: Estimates of the Population Effect of Treatment. Italian Seroconversion Study (ISS). J Aquir Immune Defic Syndr 1999;(1): Longo B, Pezzotti P, Boros S, et al. Increase Proportion of Late Testers Among AIDS Cases in Ital, AIDS Care 5;17(7): Floridia M, Ravizza M, Tamburrini E, et al. Diagnosis of HIV Infection in Pregnancy: Data From A National Cohort of Pregnant Women With HIV in Italy. Epidemiol Infect ;13: Dati disponibili all indirizzo: latlas/includefiles/generalincludefiles/lististances.asp Note tecniche i. In Italia, la raccolta sistematica dei dati sui casi di Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS) è iniziata nel 19 e, nel giugno 19, è stata formalizzata in un Sistema di Sorveglianza Nazionale attraverso il quale vengono segnalati i casi di malattia diagnosticati dalle strutture cliniche del Paese, Con il decreto del novembre 19 (DM n. ), l AIDS è divenuta in Italia una malattia infettiva a notifica obbligatoria, Dal 197, il Sistema di Sorveglianza è gestito dal Centro Operativo AIDS (COA) dell Istituto Superiore di Sanità (ISS), In collaborazione con le regioni, il COA provvede alla raccolta, all analisi periodica dei dati e alla pubblicazione e diffusione di un rapporto annuale. ii. I criteri di diagnosi di AIDS adottati sono stati, fino al gennaio 1993, quelli della definizione dell OMS/CDC 197. A partire dal 1 gennaio 1993, la definizione di caso adottata in Italia si attiene alle indicazioni del Centro Europeo dell OMS, Quest ultima aggiunge altre tre patologie indicative di AIDS: la tubercolosi polmonare, la polmonite ricorrente e il carcinoma invasivo della cervice uterina. iii. L anno di notifica non coincide necessariamente con l anno di diagnosi, ma può essere successivo (ad esempio, caso diagnosticato nell anno 195 ma notificato nel 199). iv. La distribuzione temporale dei casi è influenzata dal ritardo di notifica, cioè dal tempo che intercorre dalla data della diagnosi del caso al momento in cui la notifica perviene al COA. Ciò determina una sottostima nel numero di nuovi casi, particolarmente evidente negli ultimi trimestri di diagnosi. Il numero dei casi viene pertanto corretto attraverso il metodo di correzione messo a disposizione dal Centro Europeo di Sorveglianza Epidemiologica (Heisterkamp SH, Jager JC, Ruitenberg EJ, et al, 199. Correcting reported AIDS incidence: a statistical approach. Stat Med : 93-7). Altro elemento, che influenza le reali dimensioni del fenomeno, è la sottonotifica dei casi di AIDS, cioè quella quota di casi che, non segnalata, sfugge al Sistema di Sorveglianza. Studi preliminari hanno permesso di stimare per l Italia un tasso di sottonotifica vicino al 1%. v. A oggi solo alcune regioni - Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Val d Aosta e Veneto - effettuano il follow-up attivo di mortalità e forniscono routinariamente tali dati al COA. vi. I casi prevalenti in un determinato anno sono tutti quelli diagnosticati negli anni precedenti, o nello stesso anno, e vivi (anche per un solo giorno dell anno considerato). A causa della non obbligatorietà e del ritardo di notifica di decesso, il numero dei casi prevalenti riportato per gli anni più recenti va valutato con cautela, poiché non è corretto per i decessi avvenuti in tali anni ma non segnalati. vii. Le province che hanno un numero di casi residenti maggiore dei casi segnalati hanno esportato casi, in termini assistenziali; viceversa, quelle con più casi segnalati ne hanno importati. Il tasso di incidenza (x 1. abitanti) per provincia è calcolato sul numero di notifiche pervenute al COA nel negli ultimi 1 mesi. Come denominatori sono stati utilizzati i dati ISTAT relativi ai residenti per provincia disponibili all indirizzo: viii. Le categorie di esposizione hanno un ordine gerarchico che risponde ai criteri del Sistema di Sorveglianza europeo dell AIDS. Ogni caso è classificato in un solo gruppo. I soggetti che presentano rischi multipli sono classificati nel gruppo più importante in termini gerarchici (in ordine discendente: uso iniettivo di droghe, contatti omosessuali, contatti eterosessuali). Infine, vengono effettuate indagini periodiche per tre diversi gruppi di pazienti al fine di riclassificarli nelle categorie di esposizione classiche: a) pazienti che hanno dichiarato di aver avuto soltanto rapporti eterosessuali con partner che non avevano un fattore di rischio noto; b) pazienti che hanno avuto una trasfusione; c) pazienti senza fattore di rischio noto (categoria altro/non determinato ). ix. La riattribuzione del fattore di rischio è stata effettuata mediante l uso di un modello matematico che calcolava la probabilità di appartenere a una categoria di trasmissione in base a sesso, anno di diagnosi e ai risultati di una precedente indagine condotta dal COA. x. La categoria di esposizione contatti eterosessuali comprende i soggetti che hanno un partner a rischio dell altro sesso. Quando è nota la sieropositività del partner, questa informazione viene riportata esplicitamente. Sono stati considerati come casi attribuibili a trasmissione eterosessuale anche i casi con partner promiscuo che includono i partner di prostituta e le prostitute. xi. I dati relativi alla distribuzione delle patologie opportunistiche indicative di AIDS fanno riferimento ai quadri clinici presenti all esordio della malattia e non a tutte le patologie diagnosticate durante l intero decorso clinico. Se l esordio è caratterizzato da più di una patologia, ne vengono conteggiate un massimo di sei occorse entro giorni dalla prima. xii. Per ogni caso possono essere indicate più di una patologia indicativa di AIDS; pertanto il numero di patologie riportate in un anno può essere superiore al numero di casi segnalati nello stesso anno. xiii. Le differenze osservabili tra le regioni per ciò che riguarda la distribuzione dell AIDS pediatrico risentono anche della diversa disponibilità di centri clinici pediatrici sul territorio. xiv. Un Sistema di Sorveglianza per l infezione da HIV è attivo dal 195 nel Lazio, nel Friuli-Venezia Giulia, nelle province di Modena, di Trento e di Bolzano. Dal 19 è attivo nella regione Veneto. Nel 1999 il Sistema di Sorveglianza HIV è stato attivato in Piemonte, nel in Liguria, nel 1997 a Sassari e nel a Rimini. xv. Le differenze di incidenza delle nuove diagnosi da HIV dipendono in parte dalla diffusione dell infezione in queste regioni/province, in parte dalla sensibilità dei sistemi locali di sorveglianza. 1

19 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 Appendice Tabella A1 - Differenze percentuali (Δ) dei casi AIDS per regione di segnalazione e anno di notifica Regione di segnalazione n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Piemonte 119 1, 15-35,9 93,5 99-9,1 9 3, , 7 Val d Aosta, 1, -5, 3 -,7 1 1, 5, 3 Lombardia 553 -, 5-1,5 7, 95 13,1 5-37, ,3 39 Trentino-Alto Adige 1-7,1 13 3,5 1-5, 17-5,9 15, 5, 5 Veneto 79-7, 73,1 7 31, 1-3, 1, 5 3,5 9 Friuli-Venezia Giulia -37,5 15, 1 15, 37 -,5, 1 -, 3 Liguria 7 5,7-11, 7-5,1 7-5,7 55 1, 7 -, 59 Emilia-Romagna -1, 171 1,5 19-1, 1-9, 151 5, ,7 15 Toscana 11, 11 1, 11 -, , 1-1,5 91 3,5 1 Umbria 1 57,1 59, , 17 5,9-3,5 1,3 17 Marche 3-3, 3, -, -, 3 15, 37-9,7 Lazio 9 7, 311-1,5-1, 39 -, 17,7 11 5, 3 Abruzzo 1 7,1 15,7 19, 3 -,1 3-17, 19,1 7 Molise 3 -,7 1, 3, 3, 3 1, -5, 3 Campania 5, 91 -, 7 1,3 57-3,5 55-1, 5 1, 9 Puglia 1,9 5, -, 57 1, 5-7,7 7-19,1 3 Basilicata 3-33,3 5, 3 1,7-37,5 5 -, 5, 5 Calabria 1 5,, -1,7-15, 17, 17-9, 1 Sicilia -9,1 1 3,9 1-9, 51 7,5 9 11, 99-3, 5 Sardegna 1, -5, ,3, 3 1,5-35,7 7 Totale , 1. -7, 1.7-3, , , , 1.57 Tabella A - Differenze percentuali (Δ) dei casi AIDS per regione di residenza e anno di notifica Regione di residenza n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Piemonte 11,1 1-3, 9,3 1 -, 93 17, 19 -, 1 Val d Aosta, 1, -5, -5, 1 1, 5, 3 Lombardia 517-1,7 5-11, 7, 1 9, , 337 1, 35 Veneto -7,5 7 -,7 7, -3,1 5 13, 7,3 Friuli-Venezia Giulia 9, 11 7,3 1 57,1-5, 11 1, 13 3,5 1 Liguria 7 17,1-7,3 7-11, 7 -,9 53 3, 7 -,9 5 Emilia-Romagna 19-1,3 159, 173-5, 13-1,1 1,1 13-3,5 13 Toscana 15 1,9 17, 17,9 1-15,7 91, 91 39, 17 Umbria 1,7 3, -57, ,3 5 -, 1 -, 1 Marche 39-5, 9, -, -, 3 15, 37-9,7 Lazio 9,1-1, 51 -, 3-33, ,7 17,7 9 Abruzzo 19-15, 1 31,3 1 3,1 9-7, 1-3, 1 1,3 9 Molise -5,, 5, 3, 3 1, -33,3 Campania 9,3 9-5,7 51 9, 5 1,5 3-3, 79, Puglia 5, 5 1,5 77-1,3 -,1-1,5 53-1,9 3 Basilicata -5, 3 133,3 7, 7 -, 5, 5, 5 Calabria 1 -, 3, -3, 1 5, 19-1, , 15 Sicilia -,1 5 53, 1 -, 5, 19, 1-7, 53 Sardegna 5 1, 91-5, -37,5 5,,5 1-9,3 9 Bolzano 1-5, 5 1, 11 1, 13-9, 175, 11 1, 13 Trento 15, 9, 11-3,, 75, 7, 9 Estera 9, 9 13, 33 -, 5 5, 3 -,3 71, Ignota 5-3, 39-1, 3 5,9 3 5, 55 1,5 3-7, 33 Totale , 1. -7, 1.7-3, , , ,

20 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1) Tabella A3 - Differenze percentuali (Δ) dei casi AIDS per modalità di trasmissione e anno di notifica Modalità di trasmissione n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Δ% n. Contatti omo/bisessuali 9 1,5 35-1,5 3 -, ,9 31-5,7 9 1,1 3 Uso iniettivo di droghe 79 -, 9-11, 59-11, 5-1, 7-13, 9,9 1 TD-OMO* 1, 1-5,3 7,9 1, 1, 1, 1 Emofilico 5, 5,,, 1 1, 15, 5 -, 1 Trasfuso 1 5, -5, 3 133,3 7-5,7 1 3, -5, 3 Contatti eterosessuali 55 9, 715 -,7 9 -, 5 5, -11,1 1, Trasmissione verticale 15 -, 9 -, 5, -33,3 3, 1-7,5 Altro/non determinato 17 -, , , 135-3, 91 19, 19-11,9 9 Totale , 1. -7, 1.7-3, , , , 1.57 (*) Uso iniettivo di droghe/contatti omosessuali Piemonte Val d Aosta Lombardia Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Liguria Toscana Figura A1 - Tasso di incidenza dei casi di AIDS per 1. abitanti per anno di diagnosi e regione di residenza (dati non corretti per ritardo di notifica) segue

21 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 segue Figura A1 1 1 Trentino-Alto Adige Umbria Marche Puglia Lazio Basilicata Abruzzo Calabria Molise Sicilia Campania Sardegna

22 Not Ist Super Sanità ;1(5 Suppl. 1) Friuli-Venezia Giulia Totale Lazio Piemonte Totale Totale Veneto Totale Liguria Totale Figura A - Incidenza (per 1. abitanti) delle nuove diagnosi di infezione da HIV per sesso e per regione/provincia di residenza segue

23 Aggiornamento casi AIDS e HIV al 31 dicembre 7 segue Figura A Bolzano Trento Totale Totale Modena Totale Sassari Totale Rimini Totale 3

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