Le vie dell arte. Percorsi didattici Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

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1 Fondazione Il Vittoriale degli Italiani Gardone Riviera Musei Civici d Arte Storia e Scienze di Brescia Fondazione Ugo Da Como Lonato Le vie dell arte Percorsi didattici Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

2 Fondazione Il Vittoriale degli Italiani Gardone Riviera Musei Civici d Arte Storia e Scienze di Brescia Fondazione Ugo Da Como Lonato Le vie dell arte Percorsi didattici Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

3 Con il contributo di Sommario Progetti didattici Rappresentanti Istituzioni museali Giordano Bruno Guerri Presidente Fondazione Il Vittoriale degli Italiani Elena Lucchesi Ragni Dirigente Musei Civici di Arte e Storia di Brescia Antonio Benedetto Spada Direttore Generale Fondazione Ugo Da Como Coordinatore del progetto Le vie dell arte Giovanna Ciccarelli Comitato Scientifico Il Vittoriale degli Italiani Responsabili scientifici del progetto Stefano Lusardi e Roberta Valbusa Fondazione Ugo Da Como Coordinatore tecnico Franca Peluchetti Didattica museale Il Vittoriale degli Italiani Coordinatore amministrativo Mirella De Santi Referenti del progetto per i singoli musei Franca Peluchetti Il Vittoriale degli Italiani Angela Bersotti Musei Civici di Arte e Storia di Brescia Stefano Lusardi e Roberta Valbusa Fondazione Ugo Da Como Scuole primarie 18 progetto 2 La storia di questi luoghi Scuola primaria Statale T. Olivelli Salò 21 progetto 3 I vasi da farmacia Dal Museo Santa Giulia al Vittoriale passando per Lonato Scuola primaria Statale T. Olivelli Salò 25 progetto 4 Sacro e profano Ovvero San Girolamo (Gerolamo) nelle collezioni bresciane Scuola primaria Statale T. Olivelli Salò 31 progetto 5 Ora museo! Ma prima?! Scuola Primaria A.Lozzia Gardone Riviera Scuole secondarie 46 progetto 6 Come le tre dimore divennero museo Scuola secondaria di primo grado Lana Fermi Brescia 70 progetto 7 I luoghi ci parlano istituto Paritario Paola Di Rosa Lonato 80 progetto 8 La fiamma è bella Luce, fuoco e calore nelle case-museo di Gabriele d Annunzio, Ugo Da Como e nel museo di Santa Giulia istituto Comprensivo T. Olivelli - Scuola Secondaria Papa Giovanni Xxiii Gardone Riviera Scuole superiori 90 progetto 9 La cortigiana, la musa, la santa Presenze femminili reali e immaginarie al Vittoriale e nella Casa del Podestà Liceo Scientifico N. Copernico Brescia 126 progetto 10 Giardini: scenari di vita e di arte Liceo Paritario Paola Di Rosa Lonato 147 progetto 11 La Storia all aperto Stemmi, frammenti e terrecotte tra i giardini, i chiostri e il lapidarium i.i.s.s. Cesare Battisti Salò 173 progetto 12 L arte come affermazione di sé Liceo Scientifico Enrico Fermi Salò

4 Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia Giunge a conclusione il progetto biennale : Luoghi di vita e d arte:ricostruire la storia. Durante l a.s. 2012/2013 si sono realizzate, come da programma,la seconda e la terza fase del progetto iniziato lo scorso anno scolastico con il percorso formativo rivolto agli insegnanti. Tutti i docenti partecipanti con i loro studenti hanno potuto accedere, con relativa visita guidata, ai tre musei, Vittoriale, Santa Giulia, Ugo Da Como, percorrere cioè le Vie dell Arte. Hanno fruito, in tale occasione,di trasporto e ingresso gratuito alle tre realtà museali. In collaborazione quindi con referenti dei singoli musei, ogni classe ha elaborato un proprio percorso tematico, secondo scelte didattiche autonome dei vari docenti, precorso che comunque ha visto, come da programma, varie verifiche intermedie ed una conclusiva di coordinamento generale. È stato pertanto raggiunto l obiettivo prioritario di stabilire un rapporto di comunicazione e di integrazione tra il mondo della scuola e significativi beni culturali del territorio, facendo vivere ai giovani i musei come luogo di studio attivo e produttivo. Ora, per ottimizzare l esperienza vissuta e poterla comunicare, si è giunti all ultima fase: l inserimento di tutti i lavori realizzati sul sito delle Vie dell Arte, perché costituiscano un moderno ed attuale e-book. L obiettivo didattico prossimo futuro sarà quello di proporre ad altre scuole, ad altri docenti il percorso delle Vie dell Arte, attraverso la diffusione all interno degli istituti scolastici dell esperienza fin qui realizzata. Hanno partecipato a questo progetto n. 10 scuole, 19 classi, tra primarie, secondarie di primo e secondo grado. Si ringrazia vivamente per il contributo la Regione Lombardia, la Fondazione Cab, Brescia Musei. Percorsi didattici Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia Scuole primarie Giovanna Ciccarelli Coordinatrice del progetto Comitato scientifico del Vittoriale 4 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

5 progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? Chi e dove Classi coinvolte Docenti referenti Scuola primaria Statale G. Mameli Brescia Quinta Giancarla Laffranchi e Franca Ferremi Wunderkammer, cioè le camere delle meraviglie, luoghi dove si poteva stupire con stranezze della natura, come esseri a due teste, animali orrendi e spaventosi o vegetali assai strani. Ne abbiamo visto un esempio nelle raffigurazioni su un antico libro di Ugo Da Como: draghi marini giganteschi, mostri acquatici, serpenti impressionanti con coda spinosa progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? Introduzione La nostra scuola si trova alla periferia di Brescia, una città con molti problemi, ma anche con moltissime risorse: abbiamo le montagne alle spalle, siamo circondati da colline e laghi stupendi e la pianura ci offre i suoi vantaggi. Chi ama le cose belle come noi, non ha che da girare un po e godersi la natura o vedere cosa ha realizzato l uomo tra questi splendidi paesaggi. In quest ottica la nostra classe ha aderito con entusiasmo alle iniziative proposte dal progetto Le vie dell arte, proprio come se volesse percorrerle tutte quelle vie di bellezza, consapevoli di apprezzarle sempre più, man mano che le scopriamo. Quest anno il Museo Santa Giulia di Brescia, la Fondazione Ugo Da Como di Lonato e il Vittoriale degli italiani di Gardone Riviera ci hanno dato la possibilità di conoscere i nostri Luoghi di vita e d arte da vicino, lasciandoci entrare in musei importanti, con raccolte preziosissime e permettendoci di curiosare, fare domande, ricercare e un po anche giocare. Sì, perché ubriacati da tanta bellezza e cultura, nei luoghi che raccontano la storia dell uomo nel suo ambiente e mostrano l arte che ha saputo creare, noi siamo andati a caccia degli intrusi, cioè di quegli oggetti che ci lasciavano a bocca aperta, più stupiti che ammirati, come se ognuno fosse una specie di brutto rospo nel regno delle principesse. Ma andiamo con ordine: per prima cosa ci siamo chiesti: che cosa sono esattamente i musei e, in particolare, le case-museo? Ci siamo fatti un idea a riguardo: sono luoghi dove personaggi importanti e famosi hanno vissuto e collezionato tanti oggetti belli o stravaganti, preziosi o comunque rari e interessanti. Questi personaggi hanno lasciato alle generazioni future le loro raccolte e la casa che avevano arredato e creato. L idea del museo viene dalla Germania, dove i collezionisti allestivano le D Annunzio aveva sicuramente conservato lo stesso desiderio di stupire i visitatori, perché in ogni stanza della sua casa ci sono rarità tali da lasciare a bocca aperta, degne di un antica camera delle meraviglie. Quando le insegnanti, tra una visita e l altra, ci hanno domandato se è utile entrare nei musei, non abbiamo avuto dubbi: venti risposte entusiaste, con motivazioni varie, ma tutte concordi. Sì, si deve, per crescere, conoscere e imparare, per incontrare il passato e conoscere se stessi, per dissetare la nostra ricerca di bellezza. Ecco il nostro viaggio nei luoghi di vita ed arte della provincia di Brescia. Prima tappa: la Fondazione Ugo Da Como di Lonato Fantastica! Una grande casa antica molto elegante ai piedi di un castello, su una dolce collina che domina il paese di Lonato. Il padrone di casa, Ugo Da Como, era stato un personaggio importante all inizio del 1900: un colto politico con nobili principi, che amava l ospitalità e, soprattutto, i libri. Infatti si era circondato di mobili raffinati (l avo di una nostra compagna è stato un suo falegname!), dipinti, oggetti d arte e tanti, tanti libri. Solo tra le loro pagine trovava veri e fedeli compagni. Dopo averne collezionati più di trentacinquemila, prima della sua morte, espresse il desiderio di destinare la sua casa e i suoi libri alla cultura dei giovani Pagine di un libro di Ugo Da Como con mostri marini. 6 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 7 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

6 progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? Oggetto misterioso nella casa di Ugo Da Como e così anche noi abbiamo potuto visitare le sue stanze eleganti, quella rossa, quella azzurra e la sua incredibile biblioteca con libri antichissimi, enormi o minuscoli, illustrati e rilegati. Luogo ideale per la nostra caccia al mostro, a qualcosa di buffo o grottesco, o per lo meno curioso: cosa poteva nascondere il gusto raffinato del senatore Ugo Da Como? Ecco che uno degli esploratori inviati in avanscoperta ci segnala un indizio: un bel vasetto solo, sopra un mobile imponente, in cui campeggia la scritta Sangue di drago! Che sarà mai? Che ci fosse dentro davvero sangue di drago, magari del terribile mostro di Comodo? Abbiamo tirato un sospiro di sollievo quando abbiamo saputo che conteneva la foglia di una pianta rossa capace di cicatrizzare le ferite. La nostra fidata guida ci ha mostrato anche un altro oggetto: una scatola di legno con un pesante coperchio da chiudere con una leva che nessuno sa come utilizzare. Noi abbiamo ipotizzato che servisse a spremere qualche frutto, magari gli agrumi o le melagrane. Oppure era un antica stampante. Ma abbiamo anche pensato che potesse servire come strumento di tortura per schiacciare lingue o cervelli o per storpiare le dita ai ladri (così imparano)! Facendo attenzione abbiamo scoperto che in una sala della Fondazione, sopra ad ogni porta, ci sono dei rosoni in ceramica. Uno è particolarmente interessante: raffigura un serpente che si mangia la coda e rappresenta il ciclo della vita che è inevitabile per tutti. Accanto all inquietante serpente, vola una piccola farfalla: essa rappresenta la nostra anima che è sempre libera. Lei infatti sopravviverà grazie al suo volo leggero al di sopra di ogni cosa; saprà sfuggire al tempo e alla morte. L anima secondo noi è ciò che proviamo, le nostre sensazioni e i nostri sentimenti, ciò che siamo al di là del corpo. Sempre grazie ai nostri esploratori, nella sala da pranzo, sopra a una lunga tavola, abbiamo individuato uno strano lampadario a forma di serpente a due teste, che fissa i due commensali a capotavola. È fatto di bronzo con riflessi rame e verderame. Forse i due serpenti rivolgevano il loro sguardo a Ugo Da Como e sua moglie perché erano le sue prede preferite essendo i padroni di casa Il sangue di drago Il sangue di drago proviene infatti da alcune piante tropicali. La loro strana resina rossa come il sangue era usata non solo per cicatrizzare, ma anche per laccare il legno e come tinta per capelli, anche se usata in piccole quantità perchè costosissima. Curiosamente si può mescolare all alcool ma non all acqua. I documenti più antichi rivelano che il primo sangue di drago abbondantemente raccolto e commerciato fu quello derivato dalla Dracaena Cinnabari, una pianta dell isola di Socotra. L isola di Socotra è una misteriosa e lontana isola dell Oceano Indiano. Pochi viaggiatori vi sono approdati: parlano di una terra ricca di magie e di stregoni, capaci addirittura di rendere l isola invisibile ai naviganti. In effetti, per sei mesi l anno le isole sono pressoché irraggiungibili a causa delle tempeste monsoniche, e la mancanza di approdi riparati rende difficile lo sbarco. Una delle piante più caratteristiche è la Dracaena di Socotra, una incredibile pianta dalla chioma a forma di ombrello rivoltato da cui ancora oggi si estrae il sangue di drago. Il lampadario Il lampadario ligneo ci sembrava emanare un oscura energia. È di genere antico e, dopo qualche indagine, siamo giunti alla conclusione che servisse a sostenere due ceri o candele. È l ipotesi più probabile! Le nostre ricerche riconducono il serpente alla rinascita, alla rigenerazione, all eliminazione dei mali fisici o al potere e alla fertilità oscura della terra. Il serpente è anche il simbolo della profezia: le pythie, erano le sacerdotesse pitonesse, che percepivano, come i serpenti, la voce misteriosa e magica della terra madre. Per la cultura ebraica e cristiana il serpente è simbolo del male che si oppone alla verità divina. Seconda tappa: il Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera Alla casa di D Annunzio siamo rimasti a bocca aperta: la sua casa-museo era sicuramente il luogo più stravagante che avessimo mai visto! Ovunque c erano oggetti curiosi, alcuni preziosissimi, altri da quattro soldi, moltissimi esotici, come pelli di animali o statuette di elefanti e pappagalli. D Annunzio doveva aver viaggiato molto per trovare tutte quelle meraviglie e doveva essere un vero originale: quello che noi chiamiamo un bell elemento! Vissuto all inizio del 900, si ritirò nella sua casa con un panorama mozzafiato sul lago di Garda, dopo aver vissuto incredibili avventure in guerra: era partito come volontario e ne era tornato come Orbo veggente, così si era lui stesso definito dopo aver perso un occhio per un incidente in volo. Fu un famosissimo scrittore e poeta, un amante della vita, delle cose belle e, da quanto abbiamo capito, anche delle donne Un esuberante artista che dava valore agli oggetti che per lui erano belli o significativi, indipendentemente dal loro prezzo. Fece 8 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 9 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

7 progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? della sua casa la sede di una raccolta incredibile, quasi un ambiente soffocante! Inoltre, poichè aveva problemi di vista, teneva le camere oscurate con pesanti tendaggi e tutto sembrava ancor più misterioso e strano. È stato davvero facile trovare le cose buffe che noi cercavamo! Anzi, probabilmente D Annunzio aveva la stessa nostra stessa voglia di giocare! Aveva una stanza fatta apposta per gli ospiti non graditi, dove si faceva attendere per ore. Messaggi poco rassicuranti, se non vere e proprie minacce, inquietavano gli ospiti che li leggevano su porte e pareti. Ma in realtà decise di lasciare a tutti gli italiani oltre a ciò che aveva scritto, anche la sua casa museo, garantendosi i massimi onori per sempre. Anche noi lo abbiamo ammirato. Ha destato la nostra impressione un enorme tartaruga che occupava il posto d onore a capotavola nella sala da pranzo per gli ospiti. Quello era il posto di D Annunzio, che non mangiava con gli amici perché era senza denti! La tartaruga aveva il guscio vero e il corpo di bronzo. Gabriele D Annunzio Era appartenuta a D Annunzio e aveva più di cent anni, poi era morta perché aveva fatto indigestione di fiori! Proprio per questo era stata messa sul tavolo: doveva avvertire gli ospiti di non abbuffarsi troppo, altrimenti avrebbero fatto la sua stessa fine! Forse però D Annunzio voleva solo risparmiare! Infatti D Annunzio era un bel furbetto: abbiamo scoperto che aveva fatto mettere una mano insanguinata (!) sulla porta dello studio per dire agli scocciatori che non poteva rispondere alle loro lettere, perché non aveva più la mano. Ma noi sappiamo che non era vero! Sembrava la mano che tiene sulla spalla il maggiordomo della famiglia Adams. La Sala della Cheli. in basso, la tartaruga sul tavolo da pranzo di D Annunzio. La tartaruga Nella Sala della Cheli c era una testuggine gigante che stava al posto d onore. La tartaruga era sul tavolo della sala da pranzo degli ospiti più importanti che D Annunzio aveva, stava proprio lì perché voleva dire agli ospiti di non mangiare troppo, altrimenti avrebbero fatto la sua stessa fine. D Annunzio negli ultimi anni non mangiava con gli ospiti, preferiva mangiare da solo nella Zambracca. La tartaruga aveva il corpo di bronzo e il guscio vero, il corpo fu realizzato da Renato Brozzi. 10 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 11 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

8 progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? La mano mozza D Annunzio non voleva rispondere alla grande quantità di lettere che riceveva ogni giorno. Sulla porta d ingresso dello studio, D Annunzio aveva fatto scolpire una mano sinistra scorticata e ricoperta di sangue. La mano era poggiata su un pezzo di legno in cui era scritto Recisa quiescit che significava mozzata riposa. D Annunzio voleva far intendere ai suoi ospiti che non poteva rispondere alle loro lettere, anche se lui era destro. Questo ci fa capire che era molto furbo e anche un po asociale, cioè che non voleva avere conoscenza con i suoi ammiratori. Quella mano faceva davvero impressione perchè era appoggiata lì in bella vista: tutti la vedevano. La mano mozza della famiglia Adams è disgustosa e impressionante come lo è quella di D Annunzio che faceva gli scherzi ai turisti e perfino ai familiari. Una mano particolare e spaventosa: chissà cosa ne avranno pensato i suoi parenti e amici! Il bagno blu Nella casa di D Annunzio ci ha colpito molto il bagno, un luogo impraticabile con novecento oggetti i cui i toni dominanti sono il verde e il blu. A fianco della vasca da bagno c è una stupenda collezione di piastrelle in ceramica cui D Annunzio teneva molto. Ma la cosa che ci ha impressionato di più sono i mascheroni. Essi avevano volti mostruosi e feroci, con nasoni pieni di brufoli, bocche gigantesche da cui fuoriuscivano denti affilati come un coltello, occhi indiavolati o spalancati, capelli e baffi arruffati con strambe pettinature, corna somiglianti a quelle del diavolo. Le maschere servivano a D Annunzio per prendere l ispirazione. Ma per cosa? Bè, ve lo lasciamo immaginare pensate solo che queste maschere venivano chiamate caccatoie! I mascheroni del bagno blu Le maschere venivano usate nell antichità dai giapponesi per il teatro, ma non solo. Infatti venivano usate anche per richiamare i morti sulla terra. L attore ne incarnava lo spirito. Nei drammi più antichi le maschere erano addirittura considerate delle divinità. Gli Oni sono mascheroni mitologici del Giappone, simili ai demoni, raffigurati anche dai cartoni animati giapponesi. Sono creature giganti e mostruose, con artigli taglienti, con capelli selvaggi e due lunghe corna; la loro pelle può essere di colori diversi ma quelli più comuni sono: rosso, blu, nero, rosa e verde. Si diceva che gli stanieri e i barbari fossero Oni. Erano considerati imbattibili, questo significa oni, e spesso accentuavano la loro ferocia con la pelle di tigre. I racconti teatrali iniziarono a descriverli come brutti e stupidi e come dei sadici felici di distruggere. In realtà era solo per renderli odiosi alla gente. Un altro oggetto stravagante presente nella Prioria di D Annunzio è di sicuro l aquila dagli occhi di diamante. Dell aquila però vi è soltanto il capo. La testa d aquila L aquila si trovava nell anticamera, una stanza di servizio che precede il reparto notte della casa. D annunzio la usava come spogliatoio, studiolo, e a volte ci mangiava pasti veloci e solitari. Questa stanza si chiamava Zambracca. Proprio lì D Annunzio, seduto alla sua scrivania, accanto alla testa d argento dell aquila, morì, colto da un emorragia cerebrale. La statua dell aquila era stata realizzata da Renato Brozzi, che aveva già ornato, con altre sculture, la casa di D Annunzio; Brozzi era uno scultore, orafo e incisore italiano, mentre la doratura della statua venne invece eseguita dallo stesso D Annunzio. L aquila era un simbolo di Fiume, che il poeta aveva occupato in guerra. Secondo noi l aquila è un simbolo di dominio. 12 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 13 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

9 progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? La stanza del lebbroso Non umile dinanzi alla vita, umile dinanzi all arte. Con queste parole, posizionate all entrata della stanza chiamata Officina, D Annunzio dà il benvenuto al visitatore. Nel vedere queste parole, siamo rimasti molto meravigliati. D Annunzio aveva fatto costruire la porta bassa perchè tutti, entrando, s inchinassero al suo lavoro. Il nome Officina deriva dalla definizione che D Annunzio amava dare a se stesso: operaio della parola. In questa stanza sono custoditi gli attrezzi indispensabili alla scrittura: i vocabolari, i manuali, le guide turistiche ma anche molti oggetti stravaganti e curiosi. La donna velata Subito siamo stati attratti da una statua che raffigura la sua amante: Eleonora Duse, opera di Minerbi, alle spalle della scrivania. Sul volto della compagna amata-odiata che più l aveva spronato al capolavoro, D Annunzio ha posto un foulard: il velo copre un amore finito ma mai dimenticato. Eleonora Duse era stata una grande attrice teatrale italiana della fine dell Ottocento e degli inizi del Novecento. Ma il luogo più impressionante della casa di D Annunzio era senza dubbio la stanza funebre. La stanza del lebbroso Questa stanza veniva chiamata Stanza del Misello, oppure Cella dei puri sonni; qui D Annunzio si soffermava a meditare per la morte della madre, della Duse e degli amici più cari. Nel quadro in fondo alla parete è raffigurato San Francesco che abbraccia un lebbroso, e, sorpresa, quel lebbroso è proprio il ritratto di Gabriele D Annunzio. Quel grande uomo che era D annunzio, e che fino a poco prima credevamo si sentisse questo originale poeta, aveva bisogno del tenero sostegno di un piccolo e povero uomo come San Francesco, che amava i più umili ed emarginati Alcuni di noi se ne sono chiesti il motivo. Forse D Annunzio in realtà era fragile o consapevole che si sarebbe sentito fragile davanti alla sofferenza. Il lebbroso, da cui deriva il nome della stanza, è proprio toccato dal santo, quindi reso sacro. Quel tocco è un dono di cui D Annunzio pensa di aver bisogno Sempre in fondo alla stanza c è una statua di Gesù Cristo nell atto di benedire la Maddalena. Poi ci sono i ritratti della sorella Elvira, della madre Luisa e di Eleonora Duse con la Coppa delle Vestali in vetro di Vittorio Zecchin. Il letto assomiglia a una culla e una bara, per questo è chiamato letto delle due età. Ai lati scendevano due pelli di leopardo. Nel Camerun ci sono stregoni della società uomini-leopardo che credono che il loro corpo sia diviso in due parti: forze vitali e anima. L elemento che non può morire è l anima. Durante il sonno l anima può sfuggire dal corpo per incarnarsi in un animale (iena, leopardo, pitone) e agire in esso, compiendo cose terribili. La stanza del lebbroso è una delle stanze più ordinate della Prioria. La decorazione del soffitto risulta la scomposizione di un puzzle di pitture con rappresentate cinque sante che D Annunzio immagina gli siano apparse per convincerlo a rinunciare ai beni terreni; esse sono: Sibilla di Fiandra, Elisabetta d Ungheria, Odilla D Alsazia, Giuditta di Polonia e Caterina da Siena. Pensare alla morte come ha fatto D Annunzio, con sante che ti proteggono dai peccati, santi che ti accolgono, anche se sei impuro e santoni che ti salvano l anima, ci inquieta un po ancora una volta proviamo una certa tenerezza per un uomo che invece voleva far paura al mondo. Ricorderemo la visita alla casa Museo di D Annunzio come una delle esperienze più emozionanti della nostra classe! Ricorderemo D Annunzio come un uomo scontroso e pieno di manie, ma dal cuore generoso e sensibile: ecco perché era un grande poeta e un vero artista! Terza tappa: il Museo di Santa Giulia di Brescia Ed eccoci a casa! Nella nostra città. Eppure solo uno di noi era già stato al Museo Santa Giulia, in occasione della Mostra degli Inca. Il Museo si trova sulle rovine dell antica città romana, dove il re longobardo Desiderio fece costruire la chiesa di San Salvatore con un monastero dove si conservarono le reliquie di Santa Giulia, una giovane martire cristiana. Col tempo il monastero si trasformò, furono costruite altre parti, come il bellissmo coro delle monache tutto affrescato e la chiesa di Santa Giulia. Intorno al 1700 Napoleone trasformò il convento in un magazzino per l esercito. Solo alla fine dell 800 il Comune di Brescia riacquistò l intera area, così preziosa dal punto di vista storico e culturale. Ne fece un museo stratificato, così abbiamo imparato a definirlo, dove si sono depositate man mano opere di varie epoche, dai reperti romani delle domus, ai resti longobardi con oggetti particolarissimi e splendidi come la famosa Croce di Desiderio, fino ad affreschi cinquecenteschi davvero magnifici. Siamo rimasti particolarmente colpiti dalla statua del Lacoonte di marmo bianco che rappresentava un uomo con i suoi due figli uccisi da due serpenti perché il padre aveva fatto una cosa che non doveva fare. La scena era raccapricciante: il padre aveva uno sguardo disperato e combatteva cercando di 14 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 15 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

10 progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? progetto 1 Chi darà il bacio al rospo? salvare i figli, essi venivano stritolati da due orribili serpenti fortissimi. Per non sognarcela di notte, e anche perché siamo curiosi, siamo andati alla ricerca della storia che la scena rappresenta. Altro che brutto rospo, questo era vero horror! Si narra che, quando i troiani portarono nella città il celebre cavallo di Troia, Lacoonte corse verso di esso scagliandogli contro una lancia che ne fece risonare il ventre vuoto, urlando: Temo i Greci, anche quando portano doni. Atena, che parteggiava per i greci, punì Laocoonte mandando Porcete e Caribea, due enormi serpenti marini, che uscendo dal mare avvinghiarono i suoi due figli; egli accorse in loro aiuto e fu stritolato assieme ad essi. Un altro particolare davvero curioso che abbiamo osservato presso il museo Santa Giulia è nascosto nei bellissimi quadri sullo stile di Arcimboldo. Questo pittore dipingeva con una tecnica strana: eseguiva ritratti umani utilizzando esclusivamente forme e colori di frutta, fiori, foglie o piccoli animali. Ad esempio raffigurava l estate con un uomo fatto di frutta: un fico al posto del naso, ciliegie al posto degli occhi, banana al posto della bocca, un anguria per testa e carote per dita. I suoi quadri erano originali e divertenti, catturavano la nostra attenzione e ci perdevamo alla ricerca dei particolari raffigurati. Non vedevamo l ora di provare a scuola la sua stessa tecnica! In un altro quadro esposto nelle sale del Santa Giulia era dipinto un orribile drago-diavolo con la testa da pipistrello, le orecchie a sventola, gli occhi rosso fuoco e sangue che usciva dal naso e cadeva in pozzanghere vicino al suo spaventoso, lucido corpo nero. Il diavolo veniva schiacciato e quindi sconfitto da un santo con l aiuto di alcuni angeli. Sempre nell area in cui erano esposti quadri, abbiamo notato figure umane raccapriccianti: mendicanti o poveretti sporchi e malati, alcuni con il gozzo che veniva per mancanza di alcune vitamine, quando gli uomini poveri erano costretti a nutrirsi solo di polenta. Erano tele scure, tristi e con colori spenti. Davano proprio il senso della miseria vissuta in quell epoca dai contadini ai quali il ricco proprietario dei terreni portava via tutto il raccolto. Questi quadri erano stati dipinti meravigliosamente dal Pitocchetto. I pitocchi Giacomo Antonio Melchiorre Ceruti, detto il Pitocchetto, è stato un pittore italiano del 700, in un periodo artistico chiamato tardo barocco italiano. Era bravissimo nel dipingere ritratti. Nacque a Milano, ma la sua patria di elezione fu Brescia, città in cui l artista si guadagnò il soprannome di Pitocchetto per il genere pittorico che aveva come soggetti principali i poveri, i reietti, i vagabondi, i contadini (i pitocchi, appunto), raffigurati in quadri a grande formato. In Lombardia c erano stati altri artisti che, come lui, avevano voluto raffigurare la gente comune e la loro vita poverissima, ad esempio Vincenzo Foppa, il Moretto, Savoldo e Caravaggio. Eppure allora si dipingevano soltanto persone importanti e ricche I suoi pitocchi sono davvero brutti rospi, senza speranza alcuna di diventare bei principi! Hanno piedi nudi e sporchi, mani senza forma e vesti a brandelli; i loro sguardi sono tristi e brutti, com è brutta la loro miseria! Ci sono piaciute anche le maschere ridicole su piedistalli altissimi di gusto greco. Erano quattro, una più strana e divertente dell altra, e raffiguravano persone con capelli lunghissimi o baffoni da cow boy o barba tutta arricciata e sciolta. Tutte avevano stampata sul volto un espressione indescrivibile, con gli occhi tristi e la bocca felice. Una di loro aveva dei baffoni grandissimi che si tuffavano verso il basso e si confondevano con la fitta barba. Sembrava Babbo Natale quando era giovane. Un altra aveva i capelli arricciati che gli arrivavano alle orecchie e con la barbetta ugualmente arricciata. Sul volto aveva il sorriso più largo che noi avessimo mai visto! Non ci crederete, ma quel mascherone assomigliava tanto alla guida che ci accompagnava! Anche il bel quadro esposto nelle sale del Santa Giulia di San Giorgio e il drago ci ha interessato molto ed abbiamo subito cercato informazioni sulla sua storia. Il grande quadro era stato realizzato con una tecnica interessante da riprodurre perché vi erano state incollate pietre preziose. Naturalmente lo abbiamo subito copiato, realizzando un bel quadro di genere diverso, in cui sono rappresentate delle foglie di vite dorate come le guarnizioni del cavallo. San Giorgio e il drago Draghi vengono descritti come creature dal corpo da serpente, le zampe da lucertola, le fauci da coccodrillo, gli artigli d aquila, i denti da leone e le ali da pipistrello; il corpo era ricoperto di squame protettive e, la maggior parte di loro, era in grado di sputare fuoco e volare per percorsi indefiniti. Estremamente intelligenti e sorprendentemente longevi, sopravvivevano a numerose generazioni di umani... Si può dire che ogni paese avesse una leggenda che raccontava di un mostro che viveva in un luogo vicino al quale la comunità sacrificava esseri umani perchè non li distruggesse e di un guerriero che lo affrontava e lo vinceva, salvando una donzella, l ultima vittima predestinata. La storia di San Giorgio ed il Drago forse nasce durante il XII secolo, portata dai Crociati che tornavano dalla Terra Santa e narravano che il santo, (nato in Palestina e martirizzato, sotto Diocleziano per decapitazione nel 287), uccise un terribile drago che era in procinto di mangiare una giovane principessa. Un secolo dopo, in Inghilterra, quando il re Edoardo III nel 1348 elesse San Giorgio protettore dell Inghilterra, il Santo era ormai diventato l assassino dei draghi per antonomasia, dipinto da tutti i pittori nel gesto di trafiggere il drago. La leggenda di San Giorgio e il Drago fu diffusa notevolmente dalla Chiesa che raffigurava il Drago come il peccato e San Giorgio come la Grazia divina, la Fede o qualche altra forza benefica. Abbiamo cercato rospi, mostri e ogni oggetto orripilante che fosse nascosto in regni di bellezza assoluti come i musei. Ne abbiamo trovati tanti, al punto che abbiamo pensato che i collezionisti si divertivano, proprio come noi quando giochiamo con i nostri super eroi che, a dire la verità sono piuttosto bruttini Abbiamo anche cercato di capire perché ci attirino tanto oggetti strani, animali poco rassicuranti, draghi e mostri vari forse per fare intimorire un po gli amici, forse perché vogliamo sentirci forti come i nostri mostriciattoli, forse perché essi ci difendono, o ci divertono In ogni caso ci piacciono ed è stato divertente trovarli nei musei e pensare che siano stati accuratamente scelti da importanti collezionisti. Per noi i brutti rospi trovati al museo non sono affatto brutti, anzi ci hanno interessato molto, perciò un bel bacio glielo diamo, perché scoprendo la loro storia abbiamo rivelato ai nostri occhi la loro vera natura, abbiamo capito che meritano quel posto d onore nel palazzo della bellezza che è una casa museo! 16 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 17 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

11 progetto 2 La storia di questi luoghi Chi e dove Classi coinvolte Docente referente progetto 2 Scuola primaria Statale T. Olivelli Salò Quinta D Isabella Salmi La storia di questi luoghi Dopo che Napoleone cadde,la casa del Podestà passò,prima come proprietà del demanio austriaco,in seguito al Comune di Lonato che si disinteressò completamente dell edificio. Nel 1906 venne acquistata ad un asta pubblica dall allora avvocato e deputato liberale: Ugo Da Como. Questi, consapevole dell importanza storica del luogo, lo fece completamente restaurare dal maggior architetto bresciano Antonio Tagliaferri ( ). L intento del committente era quello di restituire l antica dignità all edificio veneto corredandolo di una serie di arredi adeguati che ne facessero una casa-museo da abitare,secondo una moda molto diffusa tra 800 e 900. Ugo Da Como Nacque a Brescia nel 1869 e si laureò a Roma in giurisprudenza.fu fedele allievo e continuatore di Giuseppe Zanardelli, nella corrente liberale democratica. Morì a Lonato nel 1941 e la sua casa fu destinata ad accogliere la straordinaria Raccolta Libraria, costituita con grande attenzione. La biblioteca che lasciò a Lonato è una delle collezioni private più importanti dell Italia settentrionale. Essa conta oltre titoli, a partire dal XII secolo. Premessa Le classi quinta sezione C/D dell Istituto comprensivo di Salò, hanno scelto di inserire, tra le uscite didattiche, un percorso attinente alle vie dell arte, che vede coinvolte le località importanti, dal punto di vista artistico, del Lago di Garda. Ci riferiamo in particolare a: 1) Museo di S.Giulia (Brescia) 2) Casa del Podestà (Lonato) 3) Vittoriale (Gardone) La storia di questi luoghi Museo di S. Giulia (Brescia) Il museo di S. Giulia è il principale museo di Brescia, situato in via dei Musei 55, lungo l antico Decumano Massimo della Brixia. Il museo è ospitato all interno del monastero di S.Giulia, fatto erigere da re Desiderio in epoca longobarda e variamente ampliato e modificato in più di mille anni di storia. All interno vi sono ubicate stanze allestite con reperti differenti, in maggioranza compaiono oggetti, appartenenti all epoca romana esempio: le Domus dell Ortaglia. Tra le numerose opere d arte si ricordano: la Vittoria alata, la croce di Desiderio e la lipsanoteca. La casa del Podestà (Lonato) La casa del Podestà sorse verso la metà del quattrocento quale sede del rappresentante di Venezia. Lonato fu sottoposta alla dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia dal 1441 per oltre 350 anni, interrotti solamente dal breve governo del marchese Francesco Gonzaga(dal 1509 al 1516). Vittoriale (Gardone) Il Vittoriale degli Italiani è un complesso di edifici, vie, piazze e di un teatro all aperto. Giardini e corsi d acqua ne caratterizzano l intero parco. Il Vittoriale fu eretto tra il 1921 e il 1938, costruito a Gardone, sulle rive del lago di Garda, da Gabriele D Annunzio con l aiuto dell architetto: Giancarlo Maroni, a memoria della vita inimitabile del poeta-soldato e delle imprese degli italiani, durante la prima guerra mondiale. Il Vittoriale è oggi, una fondazione aperta al pubblico e visitata ogni anno da circa persone. Si estende per circa nove ettari sulle colline di Gardone Riviera in posizione panoramica dominante il lago. I visitatori sono accolti da un ingresso monumentale costituito da una coppia di archi al cui centro è collocata una fontana. A sormontare la fontana una coppia di cornucopie e un timpano con il famoso motto d annunziano: Io ho quel che ho donato. Dalle arcate d ingresso si snoda un duplice percorso: in leggera salita (conduce alla prioria, alla casa museo e salendo ancora alla nave militare Puglia e al mausoleo degli eroi con la tomba del poeta) porta verso i giardini, l arengo (attraverso una serie di terrazze degradanti verso il lago, fino alla limonaia e al frutteto). Gli stemmi Abbiamo osservato, in queste visite didattiche, la presenza, su ogni edificio da noi considerato, di stemmi, differenti ma molto interessanti. In conseguenza abbiamo preso in esame alcuni di essi,cercando di esporne il significato e la storia. Lo stemma di Brescia Gli stemmi, anticamente, servivano per differenziare le famiglie ricche da quelle povere. Lo stemma di Brescia è contraddistinto dai suoi colori differenti cioè: il leone azzurro con la corona d oro e la scritta in argento con la dicitura Brixia fidelis. La blasonatura dello stemma è stata emanata con un decreto comunale il 25/06/ Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 19 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

12 progetto 2 La storia di questi luoghi progetto 3 I vasi da farmacia A differenza di quanto comunemente si crede, a causa dell appellativo Leonessa d Italia (attribuito alla città da Giosuè Carducci), quello che figura sullo stemma di Brescia è un leone maschio. Lo stemma di Brescia introdotto da Napoleone Bonaparte prevedeva la sostituzione del leone azzurro con un leopardo rosso, sebbene definito illeonito ovvero nella tipica posizione rampante del leone. Lo stemma napoleonico durò ben poco, poiché meno di un anno dopo, con il ritorno degli austriaci, il comune di Brescia chiese la reintroduzione del precedente stemma. Lo stemma di Lonato Il nome Lonato deriva dal termine celtico laghetto. Lo stemma di Lonato raffigura un leone rampante rivolto a sinistra, con due chiavi incrociate nella zona anteriore destra, in alto compaiono tre gigli. L interno dello stemma è azzurro, lo stemma possiede inoltre in alto, la corona civica. Chi e dove Classi coinvolte Docente referente progetto 3 Scuola primaria Statale T. Olivelli Salò Quinta A Cittadini Gloria I vasi da farmacia Dal Museo Santa Giulia al Vittoriale passando per Lonato Il Vittoriale La composizione di stemmi e gonfaloni provinciali generalmente è considerata di pubblico dominio. Questo principio è applicabile solo alla definizione dello stemma. La rappresentazione di uno stemma è invece considerata una creazione artistica. Introduzione Prima di visitare il museo Santa Giulia, la casa del Podestà e il Vittoriale abbiamo parlato di collezioni. Stemma presente all entrata del Vittoriale. Conclusioni A noi ragazzi di quinta D di Salò ha fatto piacere poter, con le nostre forze e con i nostri strumenti far parte, anche se per poco, di un passato che resterà sempre fondamentale per il futuro. Cos è una collezione? - Figurine Animali, Basket Gli esempi che hanno riportato i bambini sono stati molteplici: - Carletti (personaggi Sofficini) - Gioielli - Magic - Libri Geronimo Stilton - Automobili giocattolo - Accessori vari (Vasi, Monili..) Si è definito pertanto che una collezione è una raccolta di molti oggetti simili. Noi abbiamo scelto i vasi da farmacia. Ed ora che sappiamo cos è una collezione siamo pronti ad andarle a cercare nel Museo Santa Giulia, alla Casa del Podestà e al Vittoriale degli Italiani. L insegnante ha preparato una scheda per favorire l atteggiamento attivo dei bambini nel momento dell osservazione dei vasi. Dando indicazioni precise si vuole attivare le conoscenze dell alunno. 20 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 21 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

13 progetto 3 I vasi da farmacia progetto 3 I vasi da farmacia Vaso di terracotta greco. Realizzato da Ivan I vasi a Santa Giulia Martedì 23 ottobre 2012 siamo andati al museo S. Giulia per vedere i vasi. Durante la visita abbiamo osservato vari tipi di vasi, erano tutti vasi antichi che sono stati ritrovati nelle Necropoli Greche e Romane. Vi erano: vasi da usare in cucina, vasi che usavano per il trasporto e vasi da mensa. Uno di questi era di terracotta, serviva a contenere vino ed olio e proveniva d Atene. Sul vaso c erano dipinte delle persone ed era uno dei vasi più grossi e più belli. La maggior parte degli altri erano di vetro e servivano a contenere le ceneri dei morti. Alice e Marta Martedì 23 ottobre siamo andati al museo di Santa Giulia ad osservare i vasi. Abbiamo visto molti vasi come : quelli da cucina, quelli per metterci dentro il vino e l olio e i vasi di terracotta, i vasi funerari; inoltre c erano anche dei piccoli vasi per contenere profumi ed essenze, che sono stati soffiati da cannucce di vetro. In centro alla stanza c era un favoloso vaso dipinto con dei disegni di guerra, che è stato fatto ad Atene. Asia e Luisa Martedì 23 ottobre siamo andati al museo di Santa Giulia a Brescia per vedere i vasi di epoca romana o greca. In una teca c era un anfora greca,era di forma circolare con il collo stretto e due maniglie vi erano messe ai lati; era in ceramica nera con una figura arancione che rappresentava un uomo barbuto senza vestiti che tirava un toro con un leone che rendeva difficile il lavoro. Quest anfora serviva per i trasporti di cibo o liquidi. Un altro vaso era di epoca romana: era in alabastro bianco e serviva per contenere le ceneri dei defunti. Non aveva decorazioni e aveva una forma simile all anfora greca. In una teca molto grande erano custoditi dei vasi sempre di epoca romana, in vetro e leggermente rovinati dal tempo. Servivano per contenere il cibo o le ceneri; erano tondeggianti alla base, il collo era lungo e molto stretto. I vasi in terracotta messi in un unica teca erano di color arancione e marrone, servivano per il cibo e per trasportare merci. Erano della stessa forma solo con il collo più largo. Riccardo e Ivan I vasi della casa del Podestà Al museo della Casa del Podestà di Lonato c è una collezione di vasi da farmacia che contengono erbe curative e altri medicinali dell epoca. I vasi di ceramica hanno un apertura fatta in modo da permettere di chiuderli con un pezzo di stoffa e una stringa. Nella collezione sono presenti anche teiere. Sia i vasi che le teiere sono decorati con disegni a fiori blu sia sulla parte inferiore che su quella superiore, nella zona centrale vi è il nome del preparato che conteneva il vaso. Il vaso con il nome del contenuto più originale è quella con il Sangue di drago una resina cicatrizzante chiamata così perché è la resina dell albero del drago, che è una palma spinosa originaria delle isole Canarie, quando la corteccia o le foglie venivano recise secernevano una resina di colore rosso. Carla, Pietro, Nicola e Marco Martedì 23 ottobre le classi V a-c-d sono andate in gita alla Casa del Podestà. Arrivati nella Sala del caminetto abbiamo notato vari tipi di vasi. Ci hanno colpito due vasi da farmacia: due albarelli contenenti Sangue di drago (una resina rossa cicatrizzante) e Melissa (una pianta erbacea con foglie grandi e pelose dall odore gradevole). Il vaso che conteneva il Sangue di drago era un albarello in maiolica decorato con motivi floreali blu ed una forma piriforme rovesciato su base ad anello. L altro vaso che ci è piaciuto molto, conteneva la Melissa, era un albarello in maiolica con figure armoniche: vi sono delle foglie o delle ali che si attorcigliano ad una linea color ocra; la scritta blu in stampatello minuscolo si trova al centro del vaso. Federico e Giuseppe Martedì 23 ottobre siamo andati alla Casa del Podestà. Dopo aver aspettato qualche ora, siamo entrati nella casa di Ugo Da Como e abbiamo osservato tutti i soprammobili presenti nella casa. C erano: quadri, stoviglie, centri tavola, libri e vasi da farmacia. Noi abbiamo osservato i vasi da farmacia. C erano alcuni vasi colorati e altri solo bianchi e blu. Abbiamo fatto un breve giro della casa e abbiamo visto altri vasi non solo da farmacia ma anche vasi per i fiori. Alcuni avevano scritture strane sopra di essi come: troch gordonii, troc alhand, rosato, sangue di drago e Ext. Ratan, queste scritte indicavano il contenuto. C era un vaso che conteneva: Ext. Ratan (estratto di ratania); questo vaso ci è piaciuto in modo particolare: per primo perché la ratania è un frutice spinoso originario del Perù e della Bolivia. Per secondo perché la radice, tortuosa e rossastra, era utilizzata come dentifricio e come antinfiammatorio del cavo Vaso realizzato da Pietro, Nicola e Carla. In alto a sinistra, Albarello in maiolica. Realizzato da Federico. In basso, Alberello in porcellana. Foto da I quaderni della Fondazione Ugo Da Como. 22 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 23 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

14 progetto 3 I vasi da farmacia orale. L estratto si ricavava dalla macerazione della pianta in acqua o alcool; successivamente il liquido veniva filtrato e bollito fino ad una sua riduzione e concentrazione. Il vaso aveva il coperchio con presa a pomolo era fatto di ceramica maiolica; la decorazione era costituita da una coppia di cornucopie colme di piccoli fiori variopinti che incorniciavano l ovale centrale dove vi era scritto il nome del medicamento in stampatello maiuscolo. Questa gita ci è piaciuta molto. Martina F., Martina e V. Sibilla Chi e dove Classi coinvolte Docenti referenti Scuola primaria Statale T. Olivelli Salò Quinta C Rimoldi Carla Albarello da farmacia in maiolica. Stanza del Mappamondo. I vasi del Vittoriale degli Italiani Martedì 27 novembre 2012 siamo andati al Vittoriale (la casa di G. d Annunzio). Nella casa vi è una stanza chiamata Sala del Mappamondo perché ha un grande mappamondo al centro, ed è stata la stanza più importante per noi perché vi è una libreria con molti vasi da farmacia; la collezione di vasi, abbiamo notato, che è uguale alla collezione di vasi della Casa del Podestà. Nell officina vi è una teca contenente altri vasi da farmacia. I vasi erano bianchi, blu e certe volte dipinti anche con altri colori. Erano quasi tutti a forma di anfora: albarello; i restanti a brocca: orciolo. Nell albarello l apertura aveva un orlo obliquo e si poteva chiudere con un panno e uno spago. Alcuni vasi si utilizzavano per versare i liquidi e altri per contenere pasticche o erbacei: il diverso utilizzo del vaso faceva si che la forma della bocca cambiasse; tant è che nei vasi contenenti pasticche o erbe da prelevare con la mano l apertura risultava essere più larga. I vasi da farmacia hanno le scritte delle diverse sostanze che contengono sul lato della maiolica. Francesco e Gian Luca Conclusioni La visita in questi musei è servita per far riflettere gli alunni sul fatto che il museo non è solo contenitore ma è un luogo in cui si ha l occasione di conoscere aspetti di una civiltà. Inoltre gli alunni hanno notato che uno stesso oggetto può essere utilizzato in molti modi; quindi che è importante osservare gli oggetti da punti di vista diversi. La classe Quinta A progetto 4 Sacro e profano Ovvero San Girolamo (Gerolamo) nelle collezioni bresciane Premessa Nel territorio bresciano esistono realtà museali diverse sia per origine sia per tipologia. Quelle che la nostra ricerca prenderà in esame sono: Santa Giulia in Brescia, la collezione Tosio-Martinengo temporaneamente collocata in Santa Giulia, la Casa del Podestà in Lonato e il Vittoriale in Gardone Riviera. Origine e scopo dei musei Il museo è l istituzione culturale di una società per conservare la propria memoria e per trasmettere i propri ideali e valori. Santa Giulia Già nel 1860 da parte della Municipalità Bresciana si era manifestata l intenzione che le tre chiese del monastero (Santa Giulia, San Salvatore, Santa Maria in Solario) divenissero la sede per conservare i manufatti antichi legati al Cristianesimo. Il progetto fu realizzato nel1882. In seguito a lavori di scavo furono scoperti resti romani all interno del complesso. Oggi in Santa Giulia sono collocati reperti di varie epoche storiche provenienti dalla città e dal territorio con particolare attenzione a quelli romani. Pinacoteca Tosio-Martinengo Ha origine dal lascito delle collezioni d arte del Conte Paolo Tosio nel 1832 e di quello successivo della moglie al Comune di Brescia. Nel 1906 le opere furono unite ai quadri donati alla Municipalità nel 1884 dal Conte Martinengo e da quelli provenienti da palazzi demoliti o fatiscenti e da edifici di culto dismessi. 24 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 25 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

15 progetto 4 Sacro e profano progetto 4 Sacro e profano Casa del Podestà Nel 1906 l edificio ormai fatiscente, che era stato l abitazione del Podestà durante la dominazione veneta del lago di Garda, fu acquistata dall avvocato arne la sua dimora e riportarla agli antichi splendori. Egli fece del palazzo un luogo di memoria storica arricchendolo con dipinti, sculture, oggetti del passato. Vittoriale Dopo la spedizione di Fiume d Annunzio aveva la necessità di trovare una dimora a lui consona. La scelta cadde su una proprietà a Gardone Riviera: una semplice e vasta casa di campagna, circondata da un parco recintato che poteva essere modificata per divenire il luogo in cui celebrare sé stesso, le proprie idee e le proprie gesta. La trasformazione d interni, esterni e di spazi verdi avvenne con la collaborazione dell architetto Maroni, ma l ideazione fu dello stesso d Annunzio. In questo nuovo ambiente furono poste le collezioni del Vate che si fusero con quelle del proprietario precedente e, in seguito, si arricchirono con donazioni e acquisti. Le scelta di un oggetto, la sua collocazione in una determinata stanza in una certa posizione, la relazione con altri era legata a ricordi, a reminescenze letterarie, ad abbinamenti cromatici e assumevano una valenza simbolica che rispecchiava il gusto estetico di d Annunzio, la sua tendenza all originalità e all artificio e il suo stile teatrale di vita. Osservazioni Nelle nostre visite ai musei abbiamo rilevato che sono presenti una o più opere avente come soggetto san Girolamo (Gerolamo) e queste saranno oggetto della nostra indagine. San Girolamo fra storia e leggenda Gerolamo nacque in Dalmazia da famiglia di nobile origine. Fu istruito dal padre nelle lettere e, per ampliare le sue conoscenze, si recò a Roma, in Gallia e in Germania. Successivamente fu battezzato, viaggiò per approfondire i suoi studi. In seguito divenne monaco e si ritirò nel deserto come eremita per cinque anni. Più tardi fu nominato segretario del papa e revisionò l antica traduzione della Bibbia dal greco al latino. Conclusa l esperienza romana si ritirò a Betlemme in un monastero. Il santo è sempre stato amato dagli studiosi di ogni tempo che in lui ritrovavano la loro sete di sapere e l aspirazione alla conoscenza; è stato modello per i monaci per la sua scelta di vita comunitaria, ascetica e penitenziale. Iconografia di san Girolamo Il santo è raffigurato secondo due tipologie: il cardinale e l eremita. Nel primo caso è ritratto nello studiolo vestito con l abito e il cappello cardinalizio rossi e circondato da libri; nel secondo caso è seminudo, coperto da un panno lacero inserito in un paesaggio naturalistico. La sua identificazione risulta facile poiché a lui sono legati numerosi simboli: abito e cappello cardinalizi e/drappo rosso, secondo la tradizione medievale colui che era stato segretario del papa doveva essere stato precedentemente nominato cardinale; leone: secondo una leggenda Gerolamo aveva curato la zampa ferita di un leone e questi l aveva seguito e mai più abbandonato; libro: collegato alla sua fama di studioso e in quanto revisore della traduzione biblica; clessidra e/o candela; indicano la caducità della vita terrena; teschio: rappresenta la meditazione sulla morte e la fugacità della vita terrena; croce: suggerisce la meditazione e la fede; pietra: indica la penitenza; chiesa: legata alla sua scelta di vita, al suo sostegno al monachesimo femminile e alla vera fede per la sua corretta traduzione delle Sacre Scritture; gabbietta con uccellino: era ritenuta abitudine degli eruditi tenere nel proprio studio un volatile il cui canto favoriva la concentrazione. San Gerolamo nelle collezioni Pinacoteca Tosio-Martinengo presso Santa Giulia Il dipinto, olio su tavola, è stato eseguito dal Romanino in data non certa e misura cm 149,3x91,8. La figura del santo, seduto all entrata della propria grotta in primo piano, risulta plastica e vigorosa; il profilo del suo viso energico è ornato da una folta barba fluente; i suoi occhi fissano il crocifisso che stringe nella mano sinistra protesa in avanti. Il suo corpo è ruotato verso l esterno e coperto da una veste bianca-rosata lacerata sul fianco; nella mano destra impugna una pietra. Dietro i piedi scalzi del santo è accucciato un leone che cela parte del rosso cappello cardinalizio. Il ginocchio sinistro dell eremita sfiora un rustico tavolo ligneo su cui poggiano alcuni libri di cui, uno aperto In secondo piano e sullo sfondo sono raffigurate una serie di alture, e, sulla sommità di una di esse, una chiesa. Nel paesaggio, rappresentato in modo naturalistico con predominanza di toni di verde e marrone, vi è la presenza di figure umane quasi mimetizzate con l ambiente stesso mentre spicca Gerolamo reso con tinte chiare. In basso si nota un rospo, simbolo della tentazione. Santa Maria in Solario presso Santa Giulia Gli affreschi, aventi come soggetto San Gerolamo, sono collocati al piano superiore sulla parete meridionale dell oratorio e sono stati eseguiti dallo stesso Floriano Ferramola e dalla sua bottega fra il secondo e il terzo decennio del Cinquecento. Uno di essi è molto deteriorato perciò la nostra trattazione verterà sul dipinto collocato in alto, nei pressi di una finestra ad arco. La figura del santo è imponente, il viso è contornato da una folta barba bianca, il braccio destro è piegato al gomito e in linea con il corpo e quello sinistro, sollevato al petto, regge una chiesa, Indossa 26 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 27 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

16 progetto 4 Sacro e profano progetto 4 Sacro e profano una bianca veste, una sopravveste rossa e, sulla spalla destra, una stola verde. In testa porta il cappello cardinalizio. Ai suoi piedi è accucciato un leone. Dietro si nota un frondoso albero. Lo sfondo evidenzia una netta divisione fra l azzurro cielo e terra ocra. Casa del Podestà Il quadro è stato eseguito dal pittore cremonese Giovanni Andrea Sicco ed è datato È posto nella. Il santo è raffigurato nello studiolo, seduto alla scrivania in primo piano, in atteggiamento meditativo, con il busto torso verso l interno. La mano destra sorregge il viso avvolto da un morbida barba, la fronte è corrugata, gli occhi vivi fissano il visitatore. Il gomito destro poggia sul libro posto sopra leggio sul piano del mobile; accanto al leggio si nota un teschio su cui lo studioso rotea il suo indice sinistro. Sul piano sono collocati un candeliere con moccolo e spegnitoio, una clessidra, un calamaio, due stili, alcuni fogli. L erudita indossa la vesta bianca, la sopravveste rossa come il copricapo. Alle sue spalle è accucciato un leone assonnato in atto di fusa. Sullo sfondo è posizionata la libreria contenente alcuni tomi chiusi ed uno aperto e in alto, in corrispondenza di questo, una gabbietta con un uccellino. Dal soffitto pende una lampada; sulla parete destra è appeso un cappello e sul lato opposto si apre una finestra dai vetri piombati, Vittoriale Sembra che già fosse stato stabilito, in tempi antichi, dal destino una sorta di legame fra quella che divenne la Prioria e san Gerolamo, Infatti sulla facciata della casa colonica acquistata da d Annunzio si trovava un effige del santo quasi del tutto scomparsa nei lavori di ristrutturazione voluti dallo stesso poeta. Il Vate stesso ornò la sua dimora di oggetti e mobili aventi come ispiratore il santo erudita. Nella visita al Vittoriale si scopre che nella casa sono collocate due statuette lignee; la prima è posta all ingresso dell Officina sulla parete nord; è datata intorno alla metà del XVI sec di manifattura dell Italia settentrionale. L opera, alta 114 cm, è in massello di larice intagliato, è dorata e alcune parti sono dipinte. Il santo è eretto, con il capo leggermente piegato verso la sua spalla sinistra; il viso dipinto è scarno munito di baffi e folta barba castani come i capelli. Il braccio destro è proteso in avanti con il gomito flesso, il braccio sinistro è mozzato. La veste è dorata e ricca di panneggi; dalla spalla sinistra scende una stola. Il piede destro esce dall abito e sormonta il leone messo sulla base. La seconda scultura è nella Stanza delle Reliquie sulla trabeazione della parete nord e non è di semplice individuazione poiché sono presenti innumerevoli manufatti di soggetto religioso e simbolico. L opera risale al 1500 e di area Italia nord-orientale. Ha uno sviluppo tondeggiante ed è alta 84 cm. Il santo è in posizione eretta, il braccio sinistro è staccato dal corpo come il moncherino del destro; la mano sinistra è poggiata sopra una sorta di colonna. Sul viso, con baffi e barba castani fluenti, sono evidenti gli occhi. La veste panneggiata, la mantellina e lo zucchetto sono rossi, la sopravveste con leggere pieghette è bianca. A lato del santo è accucciato l inseparabile leone. Evidente la presenza dell erudita è nell Officina, pur non essendo nessuna effige a lui riconducibile. È l impostazione stessa della stanza, la tipologia e il colore dei mobili e in particolare della libreria, chiusa da ante, che ricordano il quadro San Girolamo nello studio di Antonello da Messina. Sempre al Vittoriale nell Oratorio Dalmata, la stanza che ricorda l impresa fiumana del poeta-guerriero e il legame sacro di d Annunzio con i suoi fedeli, si può ammirare in un ambiente arredato con sedili di legno scuro simili a quelli di un coro monastico e dipinti di santi e oggetti d uso religioso, un olio su tela il cui soggetto dichiarato è Giobbe, ma molti ravvisano San Gerolamo. Il quadro, collocato sulla parete ovest ed eseguito dal De Ribeira intorno alla metà del 1600, è alto 103 cm e largo138 cm. Il profeta o il santo è seduto a terra, il viso di profilo, il busto ruotato verso l esterno; il dorso proteso in avanti, la gamba destra è flessa con il ginocchio verso l alto e il piede poggiato al suolo; la gamba sinistra è leggermente piegata verso l esterno e il piede è adagiato sopra il destro. La mano destra, posta sul fianco sinistro, trattiene il panno verde-azzurro che copre la parte inferiore del busto del santo; il braccio sinistro è ricurvo e la mano afferra l indumento. Il volto, non proporzionato rispetto al corpo coperto di pustole, è ornato da una corta barba grigia, ha un espressione estatica. Lo sfondo è scuro ed omogeneo e contrasta con il biancore del corpo in cui sono evidenti i giochi d ombra. La doppia identificazione del ritratto è dovuta all ubicazione dello stesso nell Oratorio Dalmata, aggettivo legato all origine di San Girolamo; lo stesso d Annunzio invece definisce in modo diverso il personaggio dell opera in una sua missiva all architetto Maroni: Stanotte ho sorpreso il Giobbe del Riberia, ignudo uscito dall Oratorio, salire la sua scala esterna! Avendolo interrogato sul compimento, nei secoli egli mi ha risposto in napoletano Speremmo a Dio Indovina chi? Fu erudita di nobile famiglia Divenne santo Fu segretario del papa Fu monaco ed eremita Una leggenda fu a lui legata Revisionò la traduzione in latino della Bibbia Era molto amato dagli uomini di cultura Nelle raffigurazioni è posto nello studiolo o in un paesaggio selvaggio e solitario È accompagnato da un animale I simboli che lo identificano sono: il teschio, la clessidra, la candela, il libro Nelle opere indossa il cappello cardinalizio 28 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 29 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

17 progetto 4 Sacro e profano progetto 5 Ora Museo! Ma prima? Poetando Sotto un cielo di stelle dorate Il monaco celato s intravede Nello sfumato d un chiarore lieve. In penitenza, via dalla civiltà, nell anfratto tra l oscura selva con la fiera il pio eremita sta Nell antica dimora del Podestà l erudita medita, l aria mesta ha, nello studiolo leggendo resta. Nei pressi dell Officina amata sotto forma lignea, dorata, pinta il saggio santo sul Vate vegliava. Nel mistico Oratorio Dalmata egli, uomo dalla doppia identità, ci nasconde la sua personalità. Chi e dove Classi coinvolte Docenti referenti progetto 5 Scuola Primaria A.Lozzia Gardone Riviera Quarta attuale Quinta Saletti Udilla, Tripodi Eufemia Ora museo! Ma prima?! Acrostico Santo Amato Nei Gloriosi Irenici Religiosi Oratori Lo Adorano Monaci Osservanti Anagrammi Amar il sogno Solingo amar Introduzione Nella nostra scuola è consuetudine, ormai da molti anni, in classe quarta, avvicinare gli alunni alle realtà culturali ed artistiche del territorio ed in particolare far conoscere il monumento locale: il Vittoriale degli Italiani. All inizio dell anno scolastico 2011/2012 è stato avviato il laboratorio Alla scoperta del Vittoriale. Poco tempo dopo ci è stato proposto di aderire al progetto delle Vie dell Arte Luoghi di vita e d arte. Ricostruire la storia. L idea è stata illustrata alla classe, cercando di valutare insieme ai bambini, se il tema proposto potesse inserirsi nella ricerca che si stava attuando e se si potesse realizzare un itinerario di lavoro interessante, avvincente e curioso, ma anche impegnativo, che andava ad aggiungersi a quello curricolare. Gli alunni, consapevoli che tale iniziativa avrebbe costituito un ulteriore impegno, hanno accolto la proposta positivamente e con entusiasmo, anche perché l attuazione del progetto prevedeva alcune uscite: la visita al Museo di Santa Giulia a Brescia, al complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como a Lonato e al Vittoriale. È così che tutta la classe è stata coinvolta nella progettazione, nella ricerca, nelle visite ed elaborazione dei testi, mentre gli alunni frequentanti le attività opzionali si sono occupati della fase redazionale, riordinando, organizzando il materiale, i contenuti, trascrivendo testi a computer e facendo disegni. Volutamente non sono state fornite anticipazioni riguardo i tre musei, perché solo dagli spunti offerti dai Luoghi oggetto della ricerca, dalla curiosità e dalla fantasia dei bambini,si sarebbe scelto il tema da approfondire. Come già scritto inizialmente, la scoperta del Vittoriale era già stata avviata e si è deciso di mantenere lo stesso percorso anche per gli altri Luoghi di vita e d arte. 30 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 31 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

18 progetto 5 Ora Museo! Ma prima? progetto 5 Ora Museo! Ma prima? I nostri alunni avevano espresso le loro idee sul Vittoriale: Per noi il Vittoriale è Monumento importante perché ha vissuto una persona importante Casa dove ha vissuto Gabriele d Annunzio Museo dove ci sono tante statue È un teatro in cui si interpretano idee di persone importanti Luogo pieno di storia dove si possono scoprire cose del passato e la storia di d Annunzio Il centro storico di Gardone, tipo il museo di Gardone Il Vittoriale si chiama così perché Gli italiani hanno vinto una guerra D Annunzio si chiamava Vittorio In onore della regina Vittoria che amava molto l arte e aveva simpatia per d Annunzio D Annunzio era stato fortunato, vittorioso per essere sopravvissuto all incidente con il suo aereo Sono le iniziali della sua fidanzata e dei suoi figli: VITtoria TOmmaso Riccardo ALEssandro Durante la prima visita al Vittoriale, gli alunni hanno fatto degli schizzi di alcuni scorci significativi della Cittadella. Una volta in classe, consultando anche la mappa del percorso artistico ed architettonico del monumento, i bambini hanno scritto una relazione della visita e si sono poi divertiti a scrivere acrostici sui diversi luoghi. Immagina entrare Gabriele e MaRoni Esaminando Schizzi, disegni Originali Torna E Ascolterai Tragedie, drammi Opere Portano In alto Ideali semicerchio Singolare comprende corridoi tra Archi Particolare Residenza Inspiegabilmente Originale Racconta e ricorda d Annunzio Piazza Interna davanti AbitaZione. D AnnunZio parcheggiava abitualmente Tipo 4 e IsottA Due Auto Lussuose, Mentre gardonesi stupiti, Ammiravano! Noi immaginiamo avventure meravigliose Maroni Aveva Uno Schizzo per tombe illustri Ed Originali Per Un Grande Lontano Indimenticabile VIaggio Continuando le nostre visite al Vittoriale, gli alunni hanno scoperto i giardini privati attraverso una caccia al tesoro ideata con gli alunni che,qualche anno fa, avevano partecipato al progetto Sulle orme dei collezionisti. Hanno così potuto conoscere i luoghi che caratterizzano i giardini e realizzare altri acrostici. MAPPA DEI GIARDINI PRIVATI B1. Ingresso Fontana circolare C3. D3. Limonaia C1. Portico del Parente Arco con scritta in latino D3. D4. Terrazza dell oca A2. Pilo della Reggenza A4. Cimitero dei cani B2. Statua di San Francesco B4. Tomba di Renata B2. C2. Massi del Piave C4. D4. Giardino all italiana D2. Arengo B5. C5. D5. Frutteto A3. Porta ad arco Serra B6. C6. D6. Frutteto B3. Colonna Marciana FRA Dominano l Ombra Donna insieme un E La Torrente delfino Fontana Alimenta Invitando lanciare Nuova Acqua s SOldini 32 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 33 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

19 progetto 5 Ora Museo! Ma prima? progetto 5 Ora Museo! Ma prima? gabriele indica a maroni dove i nuovi schizzi GRANDE IMMENSA VARIETà DI ARBUSTI. D ANNUNZIO RICERCA NUOVE ISPIRAZIONI GABRIELE INSIEME A I MARONI DISCUTONO DI NUOVE IDEE A questo punto del lavoro i bambini avevano ormai una conoscenza globale del loro Vittoriale e avevano potuto verificare se le ipotesi che avevano formulato all inizio della ricerca fossero più o meno confermate. Rimaneva da verificare cosa originariamente ci fosse in quel luogo prima che diventasse Vittoriale. Le loro ipotesi erano state: possano Guardate! realizzarsi: Innumerevoli in Azalee viali, Rose arengo, Dai tombe Profumi limonaia Inebrianti INVITANO A PASSEGGIANDO TRA SENTIERI, VIALI, STATUE. TUTTO INCREDIBILE!!! PER RICERCARE VARI ANGOLI DEL TUTTO INSOLITI Passeggiare Tra I Viali Ammirando Tanti Fiori GALANTI PIATTI INVITI raffinati A SUI RAGAZZE E VASSOI DONNE ARGENTATI. IMPORTANTI. PORTICO NUMEROSI GREMITO!! i In quel luogo prima c era Un ospedale di guerra Una grande piazza dove c era stata una battaglia importante Una casa dove si riunivano generali,colonnelli per decidere il da farsi sulla guerra La croce rossa Il ritrovo di combattenti Il municipio di Gardone Una pista d atterraggio per gli aerei A questo punto il nostro lavoro si è accentrato proprio su questo tema, da qui il titolo del progetto: Ora museo, ma prima? A riguardo sono state fornite alcune notizie storiche: Il Vittoriale degli Italiani, così Gabriele d Annunzio definì la Casa-Museo che l avrebbe ospitato negli ultimi anni della sua vita,occupa un terreno molto vasto in cui si trova un complesso di edifici, tra cui il Museo D Annunzio eroe, gli Archivi, le Biblioteche e il Teatro, piazzette, viali e fontane, rappresentando non semplicemente una dimora, ma un vero e proprio museo in cui sono contenute reliquie, ricordi, oggetti preziosi. Nel gennaio del 1921, D Annunzio,terminata l impresa di Fiume, si trovò praticamente senza casa. Fu ospitato in casa di amici e, nel frattempo, incaricò l amico Tom Antongini di cercargli una casa sul lago di Garda. Sono desideroso di silenzio dopo tanto rumore, e di pace dopo tanta guerra. La scelta cadde sulla villa Cargnacco, a Gardone Riviera: immersa nel verde, su un illustre tedesco studioso d arte che fu costretto ad abbandonare la sua residenza italiana. Era una costruzione simile alla casa di un parroco e per questo D Annunzio la chiamerà Prioria. Sorgeva all incrocio di tre strade campestri:una conduceva a Gardone Soprano, l altra a Fasano Sopra (l attuale viale Aligi) e un altra scendeva verso il lago, in direzione dell attuale Casinò. A sinistra della costruzione c erano una macina per le olive e una legnaia, di fronte al lavatoio. D Annunzio visitò la casa e ne fu subito colpito: Hic manebimus optime ( Qui starò ottimamente ) affermò il poeta che, stipulato il contratto d affitto per 600 lire al mese andò ad abitarci il 14 febbraio L intenzione iniziale era quella di un breve soggiorno ma, poco dopo, si delineò il proposito di acquistare la villa: d Annunzio, dall indole irrequieta e itinerante, non aveva mai abitato una casa di proprietà e il 31 ottobre 1921, per la somma di lire, entrò in possesso della casa. Oltre alla villa, con i rustici annessi, d Annunzio entrò in possesso anche dei circa seimila volumi della biblioteca di Thode, mobili, tra cui un pianoforte, quadri e suppellettili. Successivamente acquistò anche i terreni vicini, costituendo una vera e propria cittadella fortificata. L aspetto della sua nuova residenza contrastava fortemente con il lusso e le stravaganze del poeta: la villa del Cargnacco era una semplice casa di campagna, che bisognava stodeschizzare e che aveva la necessità di interventi di manutenzione. Dapprima soprannominata Eremo, in seguito prese il nome che conserva tuttora di Prioria. La modificò e la arredò secondo i suoi gusti. Nei giardini della Prioria, d Annunzio allestì, in un boschetto di magnolie, un luogo per le riunioni con i legionari: scanni in pietra in circolo, un trono e tra i fusti degli alberi diciassette colonne simboleggianti le vittorie della guerra. Il poeta chiamò quel luogo con il nome di Vittoriale ma, ben presto, il luogo di raduno muterà il suo nome in Arengo. D Annunzio aveva bisogno di denaro per compiere l opera che man mano prendeva corpo nella sua mente: costruire attorno a sé una città-museo dove poter esaltare le proprie imprese,continuando a vivere nell agiatezza e nel lusso. Decise allora di donare il Vittoriale in cambio delle risorse necessarie alla sua realizzazione: maggiori contributi avrà, più grandioso sarà il dono. Inciso sul frontone all ingresso del Vittoriale, tra due cornucopie, il motto: Io ho quel che ho donato. 34 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 35 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

20 progetto 5 Ora Museo! Ma prima? progetto 5 Ora Museo! Ma prima? Il 22 dicembre 1923 il Vittoriale venne donato allo Stato Italiano e diventò Monumento Nazionale. La stipula dell atto che dichiarò la donazione del Vittoriale allo Stato, garantì il finanziamento necessario alla sua costruzione: prese dunque avvio la Fabbrica, subito qualificata come Santa da d Annunzio, il quale si avvalse del giovane architetto Gian Carlo Maroni, battezzato Maestro delle pietre vive. La casa si arricchì di statue, tappeti, stemmi, soprammobili, oggetti preziosi e non, e per ogni stanza creò un nome diverso. Poi si occupò degli esterni: nascono giardini, viali, fontane, vallette che si popolavano di statue e di trofei di guerra Ogni luogo ha un nome diverso, alcuni ricordano la tradizione marinara; D Annunzio amava farsi chiamare Comandante I lavori continuarono anche dopo la morte del poeta, fino al 1950, prendendo l aspetto attuale. Ascoltata la storia i bambini hanno liberato la loro fantasia e, attraverso il disegno, hanno immaginato il luogo occupato oggi dal museo. Nel gennaio del 1921, D Annunzio incaricò l amico Tom Antongini di cercargli una casa sul lago di Garda. La scelta cadde su Villa Cargnacco immersa nel verde, su un colle terrazzato, tra un uliveto e una limonaia, era di proprietà di Henry L Architetto Gian Carlo Maroni Dal momento in cui D Annunzio si stabilì a Gardone, attraverso fotografie d epoca, si è cercato di ricostruire le tappe della Fabbrica del Vittoriale. Il 31 ottobre 1921 D Annunzio acquista Villa Thode, con annessi rustici; la casa colonica allora abitata dal sindaco del paese e situata poco più giù quasi dirimpetto alla villa; la casa del giardiniere ancora più giù sulla strada di Cargnacco, verso il lago. Quando D Annunzio, stabilito già a villa Cargnacco, decise di assumere un architetto che lo aiutasse a tradurre in pietre vive ciò che lui aveva in mente, i bambini hanno immaginato l incontro tra il poeta e l architetto. Thode, illustre tedesco studioso d arte che fu costretto ad abbandonare la sua residenza italiana. La villa era una costruzione simile alla casa di un parroco e per questo D Annunzio la chiamerà Prioria. Sorgeva all incrocio di tre strade campestri. A sinistra della costruzione c erano una macina per le olive e una legnaia, di fronte un lavatoio. Dalla fase artistica i bambini sono poi passati a quella narrativa, immaginando l amico Tom Antongini indaffarato a cercar casa al poeta. Bel posto. Non è niente male pensava D Annunzio osservando il luogo dove viveva da alcuni mesi. Buona scelta. Tom mi è stato di grande aiuto, ma vorrei dare a questo luogo qualche ritocco! Non posso fare tutto da solo, qualcuno mi dovrebbe aiutare Ah,adesso ricordo! da qualche parte ho conservato il nome di un architetto di cui mi hanno parlato bene! Mattoni? Marconi Mosconi?! D Annunzio fra la marea delle sue scartoffie trova un biglietto Ecco, Maroni, è proprio lui che cercavo! Fisso subito un appuntamento! Dopo alcuni giorni l Architetto arriva a Gardone e D Annunzio lo riceve. Piacere, sono l Architetto Maroni e per me è un vero onore conoscerla esclama 36 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia 37 Le vie dell arte Luoghi di vita e d arte: ricostruire la storia

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