Le nuove sfide dei Servizi per il Lavoro: il contributo delle Province

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1 Le nuove sfide dei Servizi per il Lavoro: il contributo delle Province Provincia della Spezia Provincia di Genova Provincia di Parma Provincia di Modena Associazione per la cooperazione, transregionale locale e europea Provincia di Potenza Provincia di Modena Provincia di Lecce

2 A cura delle Province partner del progetto OPTIMI.SPI - Ottobre 2008.

3 Le nuove sfide dei Servizi per il Lavoro: il contributo delle Province

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5 Questo volume è il risultato delle attività di indagine e analisi previste nell ambito del progetto OPTIMI.SPI Elaborazione di un modello condiviso di analisi e ottimizzazione della qualità dei Servizi per l Impiego. La ricerca è stata coordinata da TECLA Associazione per la cooperazione transregionale, locale e europea. Il team di ricerca: Vanessa Leonini Giuseppe Forte Mario Paiano I partner di OPTIMI.SPI ringraziano per la partecipazione al progetto e la disponibilità manifestata: Diana Gilli, ISFOL, che ha fornito al team di ricerca i dati del monitoraggio ISFOL sui SPI Daniela Pavoncello e Roberta Fefé, ISFOL, le quali hanno curato la gestione delle sessioni interprovinciali di formazione/informazione del personale delle Province partner in materia di monitoraggio e valutazione Nicola Bertin, Assores, per la partecipazione all incontro della Task Force Nord-Sud dedicato alla tematica della cooperazione pubblico-privato nella gestione degli SPI Si ringraziano inoltre tutti coloro che hanno collaborato e partecipato alla implementazione del progetto OP- TIMI.SPI, ed in particolare la dott.ssa Olivia Zocco della Provincia della Spezia (ente capofila delle Province del Nord) e la dott.ssa Maria Rosaria Sabia della Provincia di Potenza (ente capofila delle Province del Sud), nonché alla raccolta ed analisi dei dati, ed in particolare i responsabili ed il personale dei Centri per l Impiego delle Province della Spezia, Genova, Modena, Parma, Potenza, Lecce e Matera.

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7 INDICE PREFAZIONE a cura delle Province capofila INTRODUZIONE I. DESCRIZIONE GENERALE DEL PROGETTO OPTIMI.SPI II. ATTIVITÀ DI INDAGINE E QUESTIONI METODOLOGICHE III. STRUTTURA DEL REPORT CAPITOLO PRIMO: CONTESTO SOCIOECONOMICO 1.1 La popolazione complessiva residente Volume e composizione Tasso di crescita La popolazione straniera residente Volume e composizione Tasso di crescita della popolazione residente straniera Incidenza Gli indicatori del mercato del lavoro Forze lavoro e tasso di occupazione Occupati e tasso di occupazione Persone in cerca di occupazione e tasso di disoccupazione Gli indicatori del mercato del lavoro per classi di età La struttura del tessuto produttivo: imprese e addetti Considerazioni conclusive e spunti di riflessione CAPITOLO SECONDO: ANALISI DEI SERVIZI PUBBLICI PER L IMPIEGO 2.1 I servizi erogati Accoglienza e informazione Il servizio di mediazione fra domanda ed offerta di lavoro Diffusione delle informazioni Consulenza alle imprese Orientamento Promozione all inserimento lavorativo Le province partner La Provincia di Genova Provincia della Spezia Provincia di Modena La Provincia di Parma Province di Potenza e Matera (Sistema SPI Regione Basilicata) La Provincia di Lecce L organizzazione delle risorse umane e le modalità di finanziamento La formazione degli operatori dei SPI I fabbisogni professionali

8 2.4 Tematiche sulle quali si è concentrato il confronto delle Province partner di OPTIMI.SPI Promozione e marketing dei servizi Il sistema delle reti e la cooperazione istituzionale I rapporti con le agenzie per il lavoro I rapporti con la formazione professionale Considerazioni conclusive e spunti di riflessione CAPITOLO TERZO: L ADEGUAMENTO DEL SISTEMA DEI SERVIZI PUBBLICI PER L IMPIEGO ALLA NORMATIVA VIGENTE 3.1 Le procedure di accertamento dello stato di disoccupazione e di attivazione dei disoccupati nei CPI Il percorso di analisi Individuazione delle variabili di osservazione Verifica del disegno operativo delle procedure di accertamento dello stato di disoccupazione e accesso alle politiche attive: prima ipotesi di misurazione Verifica del disegno operativo delle procedure di accertamento dello stato di disoccupazione e accesso alle politiche attive: seconda ipotesi di misurazione Lo stock degli iscritti nell elenco delle persone in stato di disoccupazione La disoccupazione amministrativa alla base del patto di servizio La perdita dello stato di disoccupazione Considerazioni conclusive e spunti di riflessione CAPITOLO QUARTO: LE VISITE TRANSNAZIONALI: ELEMENTI DI CONFRONTO E CONOSCENZE ACQUISITE Introduzione AUSTRIA: scheda generale sul Paese Principali caratteristiche del Mercato del Lavoro in Austria Organizzazione dei SPI e descrizione dei servizi Organizzazione e strategie dell AMS - Alta Austria Reti e rapporti fra pubblico e privato nei SPI dell Alta Austria Rapporto tra servizi per l impiego e formazione professionale Modalità di controllo e monitoraggio della qualità dei servizi PORTOGALLO: scheda generale sul Paese Principali caratteristiche del Mercato del Lavoro in Portogallo Strategie dell IEFP, organizzazione dei SPI e descrizione dei servizi Reti e rapporti tra pubblico e privato nei SPI Rapporto tra servizi per l impiego e formazione professionale Controllo e monitoraggio della qualità dei servizi IRLANDA: scheda generale sul Paese Principali caratteristiche del Mercato del Lavoro in Irlanda Strategie del FAS, organizzazione dei SPI e descrizione dei servizi Rapporti tra il FAS e soggetti privati operanti nei SPI e nella formazione Monitoraggio della qualità dei servizi Alcune riflessioni conclusive Quadro sinottico sui SPI transnazionali e quelli italiani coinvolti nel Progetto OPTIMI.SPI Elementi significativi per le riflessioni conclusive

9 CAPITOLO QUINTO: RIFLESSIONI CONCLUSIVE E CONTRIBUTI DELLE PROVINCE PER LA CRESCI- TA COMPETITIVA DEL SISTEMA NAZIONALE DI SPI Premessa Alcune considerazioni iniziali L istituzione della Task force di Province del nord e sud Italia: un idea vincente Il valore aggiunto delle visite transnazionali: gli insegnamenti più importanti Le sinergie con organismi nazionali: proposte per continuare la collaborazione Analisi delle principali criticità emerse presso i CPI provinciali Criticità e conseguenze Indicazioni per la soluzione delle criticità emerse Risultati ottenuti col progetto OPTIMI.SPI APPENDICE: BUONE PRASSI RILEVATE NELLE PROVINCE PARTNER Modena Fornitura di servizi di accoglienza ed informazione mediante la gestione La SpeziaIstituzione della Rete dei Servizi Provinciali per il lavoro e l esercizio dei Job center Genova Azioni di formazione ad accesso individuale mediante voucher Parma Lotta alla disoccupazione di lunga durata a favore di soggetti iscritti ai CPI Potenza Potenziamento della rete dei SPI della Provincia: Osservatorio Provinciale Matera Istituzione di uno sportello informativo in ogni Comune del territorio provinciale Lecce Sistema in rete per la Formazione e l Impiego

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11 PREFAZIONE Nel linguaggio della programmazione negoziata il riferimento all approccio bottom-up è diventato un richiamo metodologico ineludibile, tanto da rasentare il rischio di diventare un luogo comune. Se il progetto OPTIMI.SPI un obiettivo lo ha centrato, è proprio quello di aver mostrato invece quanto sia viva l esigenza di un applicazione non rituale di tale approccio.tanto più nell ambito di un confronto così attuale ed importante, anche da un punto di vista politico, come quello da tempo in corso sulla riforma del nostro modello di welfare. Un confronto in cui sulla tematica, assolutamente centrale, della creazione di un sistema nazionale di SPI le Province, che stanno quotidianamente sul fronte caldo del mercato del lavoro, ribadiscono con convinzione la necessità del loro protagonismo. Non si tratta di un affermazione meramente rivendicativa: tutt altro, pensiamo che essa debba inserirsi in modo armonioso in un contesto istituzionale articolato sui tre livelli provinciale, regionale e nazionale. Peraltro, il rilancio della Strategia di Lisbona da parte dell U.E., a partire dal 2005, è basato in gran parte proprio sulla valorizzazione della dimensione locale e del principio di sussidiarietà nell ambito dei servizi per il lavoro. In un momento in cui in Italia tanto si parla, talvolta a sproposito, del ruolo degli enti intermedi, noi crediamo che i Centri per l Impiego delle Province possano candidarsi ad essere non solo i terminali operativi, ma i co-protagonisti (insieme a Ministero e Regioni, al Nord come al Sud) di un nuovo modello di programmazione ed il cuore pulsante di quelle reti territoriali di servizi, pubblici e privati, alle quali si rivolgono quotidianamente coloro, persone e imprese, che dal mercato del lavoro attendono risposte alle proprie domande. In questo senso, riteniamo che l opportunità di lavorare in rete fra le nostre Amministrazioni, che il Ministero del Lavoro ci ha offerto attraverso l approvazione del progetto OPTIMI.SPI, possa rappresentare la prima tappa nella costruzione di un percorso condiviso. Elio Cambi Assessore Politiche Attive del Lavoro e Servizi all Impiego, Cooperazione Internazionale e Sport della Provincia della Spezia Alfonso Salvatore Assessore Politiche per il Lavoro e Occupazione, Servizi Integrati per l Impiego e Formazione Professionale della Provincia di Potenza 9

12 Introduzione Il quadro odierno dei nuovi processi di crescita economica e sociale è attraversato strategicamente dal tema del Mercato del Lavoro e degli strumenti di accessibilità allo stesso da parte dei cercatori di lavoro di tutte le fasce d età. Sono difatti i Servizi per il Lavoro pubblici, privati, integrati e di dimensione europea a costituire il sistema di adattabilità adeguato alle complesse trasformazioni della società sempre più internazionalizzata, alla grandezza dei macroprocessi tecnologici e socioeconomici (che contengono e ordinano le relazioni globale/locale), adeguato alla pluralità di tempi e spazi del Mercato del Lavoro. È corretto affermare, anzi, che è l architettura del sistema dei SPI (peraltro, in via di continua trasformazione) a dover costituire il sistema che mette ordine, che fa funzionare, bilanciandoli, i processi di interazione tra le reti territoriali locali, nazionali e transnazionali dei soggetti, le reti delle opportunità lavorative e di impresa (nuove competenze e professioni) e le reti delle imprese (tempi e modalità formative e di inserimento lavorativo, corrispettivo delle opportunità territoriali). In questo esercizio ordinatore il sistema dei Servizi per l Impiego da effetto della nuova funzione ad essi attribuita e della nuova divisione del lavoro assume il valore di meccanismo causale di regolazione sociale; funziona attraverso atti normativi e non che attivano, accompagnano, equilibrano effetti economici e sociali, atti di governance, esercitati da enti in interazione e reciprocità con i diversi attori del Mercato del Lavoro. È in questa logica che si è posta l azione di OPTIMI.SPI che, come obiettivo generale, ha inteso creare quelle relazioni e capacità indispensabili per l adattamento alle evoluzioni del mercato comunitario ed internazionale, che consentano di trovare soluzioni adeguate alle problematiche a cui bisogna far fronte quotidianamente. Rinnovando l attenzione che da sempre pone sull importanza dei livelli di governo intermedio come attivatori dei più significativi processi di sviluppo locali e nazionali,l Associazione TECLA ha confermato, con il progetto OPTIMI.SPI, il proprio ruolo di supporto tecnico e di raccordo fra le Province, rappresentando un elemento di sicuro valore aggiunto nell intervento. Infatti TECLA, Associazione di Province italiane fondata nel 1993, fornisce assistenza tecnica in materia di politiche comunitarie e di cooperazione internazionale alle amministrazioni provinciali e all Unione delle Province d Italia (UPI). Sede di rappresentanza di questa ultima a Bruxelles,TECLA ha ulteriormente rafforzato, in occasione del progetto OPTIMI.SPI, la propria funzione di sostegno strategico-progettuale al sistema delle Province, mettendo in rete le progettualità territoriali più significative nella fase di elaborazione della proposta e sostenendo operativamente il partenariato durante la realizzazione concreta degli interventi, risultati pertanto sempre in linea con gli orientamenti più generali nazionali e con le politiche comunitarie in materia di occupazione. In particolare, grazie alle esperienze sviluppate a livello transnazionale in progetti finanziati nel quadro dei diversi programmi europei, TECLA ha promosso la collaborazione in partenariato non solo con le Province partner, ma anche con Istituzioni di governo centrale che si occupano dell elaborazione delle politiche e strategie in materia di occupazione, quale il Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, e Agenzie tecniche nazionali quali ISFOL e Italia Lavoro specializzate nei temi oggetto dell intervento e per questo interlocutori eccellenti per arricchire il quadro di riferimento del partenariato. In tal senso, si è occupata di costituire il gruppo di lavoro e di studio Nord-Sud formato dalle Province partner e di aprire spazi di interlocuzione con il Ministero del Lavoro, al fine di istituire un tavolo di concertazione tra le Province e tra queste e il sistema centrale sulle tematiche progettuali, luogo di scambio di buone pratiche e di elaborazione di proposte condivise. Infine,TECLA ha altresì coadiuvato il partenariato nella fase dedicata alle relazioni con partner transnazionali in Austria, Portogallo e Irlanda, che ha rappresentato una parte di estremo interesse all interno del progetto, favorendo la nascita o il consolidamento di rapporti fra SPI italiani ed europei di sicuro impatto sulle riflessioni fatte dalle Province partner sui temi della qualità dei servizi e del raggiungimento di un efficace sistema di welfare to work. DESCRIZIONE GENERALE DEL PROGETTO OPTIMI.SPI Il Progetto OPTIMI.SPI Elaborazione di un modello condiviso di analisi e ottimizzazione della qualità dei Servizi per l Impiego,finanziato dal Ministero del Lavoro,della Salute e delle Politiche Sociali a valere sulle risorse del PON 10

13 FSE Obiettivo 1 e Obiettivo 3, si è configurato come un insieme di azioni di analisi ed intervento parallele su 4 SPI territoriali del centro nord (Province della Spezia, Genova, Modena e Parma) e 3 SPI territoriali del centro sud (Province di Potenza, Matera e Lecce), i quali, nell ambito di una cornice strategica e operativa comune, hanno sviluppato sinergie e collaborazioni al fine di attivare un nuovo processo di messa a regime qualitativa dei servizi per il lavoro pubblici e privati, al fine di mettere a punto risposte efficaci alle sfide lanciate dal mercato del lavoro globale, in linea con le priorità della rinnovata Strategia di Lisbona e del Masterplan nazionale dei servizi per il lavoro. A tal fine, OPTIMI.SPI ha previsto da un lato l identificazione delle ragioni di eventuali gap funzionali e di efficacia dei SPI presi in considerazione, e dall altra lo sviluppo di modalità di lavoro coordinato per l elaborazione di modelli e quadri operativi comuni in tema di analisi dei livelli di qualità e di adeguamento dei servizi a standard più elevati, di cooperazione efficace tra pubblico e privato nei SPI e di contributo dei territori locali alla capacità di risposta nazionale alle sfide imposte da un MdL globale. Il Progetto OPTIMI.SPI ha inoltre sviluppato sinergie con le altre iniziative del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali in materia di servizi per il lavoro e si è dunque inserito nel percorso ministeriale volto a favorire il miglioramento della qualità e l ottimizzazione dei Servizi italiani per l Impiego. Nella fattispecie, gli obiettivi specifici di OPTIMI.SPI sono stati: favorire la discussione ed il confronto fra SPI del nord e del sud Italia circa l eventuale gap esistente fra le prestazioni effettivamente erogate dai CPI e quanto previsto dal governo centrale in materia di LEP al fine di innalzare il livello di qualità complessivo nel sistema dei SPI; studiare modalità ottimali ed efficaci per implementare una rete territoriale dei servizi costruita sul know how specifico dei soggetti pubblici e privati operanti nel MdL, in una logica di cooperazione fattiva e di qualità rispondendo ai mutevoli bisogni dell utenza, attraverso il coinvolgimento di soggetti nazionali rappresentativi di organismi di mediazione di natura privata; elaborare proposte strutturate di soluzioni alle problematiche rilevate in seno al sistema dei SPI territoriali, attraverso interventi di tipo normativo, esecutivo, organizzativo, finanziario, strategico ecc., al fine di mettere a regime servizi integrati volti ad offrire strumenti di formazione, accompagnamento sociale, orientamento ed inserimento lavorativo che possano favorire l utente nella realizzazione del proprio progetto di vita, individuando percorsi di azione territoriali che consentano la definizione di un impianto di fruizione dei servizi integrati stessi, efficace e fattibile dal punto di vista dell operatività e della sostenibilità finanziaria. Le attività sviluppate nel quadro del progetto OPTIMI.SPI sono state: Analisi dei territori partner e dei rispettivi sistemi di SPI, al fine di fotografare i contesti coinvolti in relazione a caratteristiche e bisogni del MdL, ai modelli organizzativi dei SPI e loro stato d avanzamento rispetto alla conformità ai L.E.P. nazionali, buone prassi esistenti in tema di reti e forme di cooperazione fra pubblico-privato, qualità dei servizi erogati, ecc. Scambio di buone prassi fra SPI territoriali ed elaborazione di soluzioni congiunte per l adeguamento delle prestazioni ai L.E.P. nazionali, al fine di rilevare ed analizzare il gap tra il livello di performance dei SPI e i L.E.P., favorire il confronto tra i diversi modelli organizzativi dei SPI ed elaborare proposte congiunte Confronto sulle forme di cooperazione tra pubblico e privato nei SPI in vista dell implementazione di un sistema di work first, al fine di favorire il confronto tra i SPI in materia di cooperazione tra pubblico e privato nell erogazione di servizi integrati per il lavoro e lo studio congiunto di forme ottimali e sistematiche di cooperazione pubblico-privata, mediante anche il coinvolgimento di Associazioni di rappresentanza di organismi di mediazione privati di livello nazionale. Sviluppo di relazioni e confronto con soggetti transnazionali sui temi nevralgici del progetto, al fine di individuare buone prassi nelle tematiche in oggetto e potenziali partner pubblici e privati operanti nei SPI, in modo da garantire inoltre la sostenibilità futura dell intervento a livello europeo 11

14 Grazie alle attività svolte nell ambito del progetto Optimi.spi si è rafforzato il margine di confronto e di concertazione fra realtà territoriali diverse, valorizzando il lavoro svolto fino ad ora dalle Province in qualità non solo di enti istituzionali erogatori dei servizi, pertanto competenti e capaci in termini operativi, ma anche come livelli di governo in grado di programmare interventi e contribuire efficacemente alla maggiore competitività del sistema globale di SPI. Gli interventi svolti hanno visto il coinvolgimento di territori provinciali medio-piccoli, scelta progettuale che ha favorito la comparazione di strutture di mercato molto simili anche se differenziate per una serie di elementi e dinamiche specifiche per il nord e per il sud e ha generato i giusti spazi per il confronto di problematiche e soluzioni da adottare eventualmente in modo congiunto. ATTIVITA DI INDAGINE E QUESTIONI METODOLOGICHE L indagine realizzata nell ambito di OPTIMI.SPI si è mossa con un duplice scopo: sondare lo stato dell arte dei SPI e rilevare possibili proposte che consentano di indirizzare e rendere più incisive le scelte future. Si è trattato di una ricognizione non semplice, lo scenario rilevato, soprattutto in alcuni dei territori coinvolti, è apparso bisognoso di interventi strategici che consentano di rendere qualitativamente più delineate, efficienti, efficaci ed integrate sia la strutturazione che l azione dei SPI nei diversi contesti. L attività di ricerca ha così rappresentato un momento cruciale nella realizzazione del progetto con cui si sono potute rilevare, in ciascun contesto, le problematiche e le necessità proprie dell organizzazione dei SPI e i livelli reali delle performance, all interno di ogni CPI territoriale. Come da progetto, l indagine si è incentrata sui SPI delle seguenti 7 province: Province del Nord: La Spezia (Capofila), Genova, Parma, Modena; Province del Sud: Potenza (Capofila), Matera, Lecce. Per rispondere adeguatamente alle finalità progettuali e, quindi, all esigenza di avere un quadro organico dell offerta di servizi per il lavoro nei territori coinvolti, l attività di indagine e analisi ha inteso in particolare: a. rilevare informazioni qualitative e quantitative relative ai SPI e ai vari soggetti interessati; b. trarre elementi utili per l implementazione di interventi specifici di miglioramento dei SPI in ambito locale che configurino, comunque, una visione e una dimensione più ampia che faccia riferimento agli indirizzi regionali, nazionali ed europei in materia; c. formulare diagnosi a breve termine e valutazioni di tendenza a medio termine delle dinamiche e delle caratteristiche, sia qualitative che quantitative, delle attività e dei bisogni rilevati, con modalità e tempi congruenti con la programmazione e predisposizione delle attività dei SPI di ciascun territorio. Fondamentale è stata perciò la valenza attribuita a tale attività come strumento chiave per rilevare dati qualiquantitativi utili alla sincronizzazione dell evoluzione organizzativo-professionale dei SPI, collegata ai processi evolutivi del mercato e delle tecnologie, che impongono la necessità di diversificare gli interventi in rapporto alle reali esigenze degli individui, delle imprese e dei diversi territori. In ognuna delle 7 province sono state indagate, nello specifico, le seguenti aree: Il contesto socioeconomico, la popolazione e l andamento del mercato del lavoro locale. Nell effettuare tale analisi, oltre all indagine specifica funzionale agli obiettivi prefissati, sono stati utilizzati anche studi e analisi esistenti di interesse per il progetto; Il sistema dei SPI locali (aspetti normativi, organizzativi, operativi, di integrazione interna all ente e con altri soggetti pubblici e privati territoriali, di buone prassi adottate e di impatto sull utenza); Il sistema dei processi attuati; Il sistema di comunicazione interna all ente ed esterna verso il proprio territorio. Così impostata, l indagine ha consentito di analizzare i SPI dal punto di vista strutturale ed ha, al contempo, consentito di effettuare una mappatura dinamica delle loro attività maggiormente significative, dei punti di 12

15 forza e delle criticità, di massimizzare ed ottimizzare l acquisizione dei dati necessari per un analisi complessiva della situazione degli stessi in tutte le province partner. La metodologia adottata, elaborata congiuntamente e condivisa dai partner Nord-Sud, ha preso le mosse dalle indicazioni contenute nel primo Masterplan Nazionale, nelle Linee Guida per la Qualità nei Servizi per l Impiego pubblici e privati del Ministero del Lavoro e da quelle specificatamente tecniche fornite da ISFOL, quale soggetto qualificato sia in materia di servizi per il lavoro e di qualità che di metodi di indagini e analisi a livello nazionale. Al fine di applicare un impianto metodologico omogeneo e adeguato agli obiettivi progettuali, una volta delineate le aree da indagare sono stati definiti gli strumenti metodologici e gli indicatori di riferimento atti a rilevare attentamente i dati di interesse specifico del progetto. La rilevazione è stata effettuata come segue: Identificazione delle criticità e dei fabbisogni di ciascun territorio, mediante la somministrazione di interviste qualitative a testimoni privilegiati dei CPI, quale processo propedeutico di controllo della congruenza degli indicatori; Acquisizione e utilizzo di fonti già elaborate su scala nazionale e territoriale, relative ai diversi contesti provinciali oggetto d indagine (Dati ISTAT su: andamento demografico, Mercato del Lavoro e struttura del tessuto produttivo; Rapporti SVIMEZ sul Mercato del Lavoro in Italia); Raccolta dei dati di monitoraggio ISFOL sui SPI relativi agli anni 2006 e 2008; Ricognizione, mediante format standard, delle buone prassi esistenti nei SPI in tema di reti e forme di cooperazione pubblico-privato (sistema di governance), qualità dei servizi erogati e di integrazione di politiche, servizi e strumenti di formazione, orientamento, inserimento lavorativo e assistenza socio-sanitaria; Osservazione diretta finalizzata a rilevare dati dinamici inerenti la realizzazione delle attività progettuali, mediante la partecipazione del team di ricerca ai Focus Group, ai Working Team e alle Task Force interprovinciali del progetto; Acquisizione di ulteriori dati inerenti le risorse umane e finanziarie dei CPI mediante la predisposizione e somministrazione di apposite griglie aggiuntive; Raccolta di proposte di soluzione avanzate dalle province rispetto alle criticità e ai fabbisogni emersi, mediante la somministrazione di una griglia aggiuntiva. I dati rilevati forniscono senza dubbio una rappresentazione molto realistica della situazione attuale dei SPI nelle province oggetto d analisi, ma certamente non forniscono una mappatura definitiva della situazione dei singoli territori. Molto è stato fatto con questa indagine ma molto rimane ancora da fare. In questa sede si è cercato solo di tracciare una via per costruire in futuro delle nuove strade percorribili per l innalzamento qualitativo e la maggiore integrazione pubblico-privato dei servizi per il lavoro. Inoltre, quanto emerso costituisce nell insieme lo specchio di altre realtà nazionali sia del Nord che del Sud del Paese che potrebbero a loro volta avvalersi delle indicazioni e delle proposte risultanti da questo lavoro. STRUTTURA DEL REPORT Il presente report finale è connotato da una descrizione il più possibile analitica del livello di maturità e delle criticità dei SPI analizzati, dei bisogni degli stessi e delle riflessioni e proposte per la soluzione delle criticità emerse. I risultati conseguiti sono supportati da quadri sinottici, tabelle, grafici che hanno consentito di effettuare una diagnosi delle attività dei CPI nei territori di riferimento e del loro livello di corrispondenza agli orientamenti nazionali in materia di SPI, e quindi al Masterplan nazionale, agli obiettivi di Lisbona e alla SEO. In definitiva, il risultato raggiunto dimostra attraverso l analisi relativa ai diversi territori esposta in questo volume come il tessuto culturale dei SPI tenda ad una dimensione comune delle problematiche pur nelle sue differenze tecniche di area e di performance. L auspicio è che questo lavoro possa offrire gli elementi necessari ed utili per l implementazione di iniziative di miglioramento dei SPI in ambito locale, che configurino comunque una visione ed una dimensione nazionale ed europea degli stessi. 13

16 Nel primo capitolo vengono riportati dati generali sul contesto socio-economico di riferimento dei territori coinvolti, in cui viene proposta l analisi, su base dati dell ISTAT, dell andamento demografico e quindi della popolazione complessiva residente, del suo volume e composizione e del tasso di crescita.tenendo conto dell incidenza sempre maggiore della popolazione straniera nel mercato del lavoro italiano, soprattutto nelle province del nord coinvolte, si presenta in questo capitolo anche l analisi del suo volume e composizione e della sua distribuzione nelle diverse aree oggetto d indagine. L attività di indagine prosegue poi con l analisi della situazione del Mercato del Lavoro e dei relativi indicatori nei diversi contesti. Vengono esplorate in particolare le forze lavoro attive e il tasso di occupazione, il numero dei disoccupati e il relativo tasso di occupazione, la suddivisione della forza lavoro per classi di età. L esplorazione relativa al contesto si è infine conclusa con l analisi della struttura del tessuto produttivo, delle imprese e degli addetti suddivisi per macro-settori. Il secondo capitolo si focalizza sull analisi del livello di strutturazione e qualità dei SPI ed in particolare sui diversi servizi erogati: accoglienza e informazione, matching domanda e offerta di lavoro, diffusione delle informazioni, consulenza alle imprese, orientamento, promozione all inserimento lavorativo. Allo studio dei servizi segue una sezione dedicata alle province partner le quali hanno delineato autonomamente in forma monografica le caratteristiche peculiari dei SPI nei rispettivi territori. Questa sezione, organizzata in maniera volutamente più destrutturata, ovvero diversa per linguaggio e contenuti rispetto agli altri capitoli del report, ha permesso a ciascuna Provincia di raccontare le caratteristiche del proprio sistema locale di SPI, sottolineandone peculiarità, eccellenze e talvolta specifiche criticità. Nello stesso capitolo si procede poi con l analisi dell organizzazione delle risorse umane e delle modalità di finanziamento delle stesse, della formazione degli operatori e dei fabbisogni professionali dei SPI. Infine, l ultima parte del capitolo è dedicata alle tematiche sulle quali si è concentrato il confronto delle Province partner di OPTIMI.SPI, ossia sulle modalità di promozione e marketing dei servizi, sul sistema delle reti e la cooperazione istituzionale, sui rapporti con le agenzie per il lavoro sui rapporti con la formazione professionale. Nel terzo capitolo viene presentato un excursus sulla normativa vigente in relazione ai servizi per il lavoro, andando ad esplorare nel dettaglio le procedure adottate in materia di accertamento dello stato di disoccupazione e di attivazione dei disoccupati nei CPI, lo stock degli iscritti nell elenco delle persone in stato di disoccupazione, il patto di servizio e le problematiche inerenti la disoccupazione amministrativa e le situazioni che determinato la perdita dello stato di disoccupazione. Il capitolo quarto, dedicato alla relazione sulle visite di studio transnazionali effettuate durante il progetto, descrive invece i contesti di SPI visitati in Austria, Portogallo e Irlanda proponendo al termine un quadro sinottico finalizzato a visualizzare differenze e somiglianze fra quanto osservato in tali sistemi europei e l attuale organizzazione dei SPI a livello nazionale. All interno del capitolo sono altresì presentati alcuni insegnamenti recepiti a seguito delle suddette visite utilizzati per la formulazione delle proposte di intervento avanzate dalle Province partner per favorire il miglioramento dell organizzazione del sistema di welfare to work italiano. Infine il capitolo quinto racchiude in sé suggestioni, indicazioni e riflessioni che, a conclusione del progetto, possono essere considerati il vero prodotto congiunto fra volet del nord e del sud del progetto Optimi.Spi, frutto dell approccio comparativo e concertativo adottato dalle sette Province partner per elaborare proposte da trasmettere ai livelli di governo superiori. In appendice al report è compresa una serie di schede descrittive di alcune prassi messe a punto e sperimentate dalle Province partner in diversi ambiti e che possiedono i requisiti, fissati dall Isfol, per essere considerate buone prassi esportabili in altri contesti territoriali e sostenibili sotto il punto di vista operativo e finanziario. Si rimanda pertanto all appendice allegata la presentazione di queste buone prassi e delle esperienze di maggiore rilievo messe in evidenza da ciascuna Provincia del nord e del sud, sottolineandone il carattere di originalità e di eccellenza all interno del contesto nazionale. 14

17 CAPITOLO PRIMO CONTESTO SOCIO-ECONOMICO 15

18 16 OLO PRIMO

19 CONTESTO SOCIO ECONOMICO 1.1 La popolazione complessiva residente Volume e composizione Al 1 gennaio 2007 la popolazione italiana residente ammonta a poco più di 59 milioni di unità di cui il 51,4% rappresentato da donne. I residenti nelle province di Genova, La Spezia, Parma e Modena ammontano a circa mila unità, pari al 3,7% del totale. Quelle con il maggior numero di residenti sono costituite da Genova (887 mila unità) e da Modena (670 mila unità): la prima rappresenta, quindi, il 40,4% della popolazione residente nelle province del Nord, la seconda il 30,5%. Nelle province settentrionali l incidenza delle donne è leggermente più alta della media nazionale con un valore che aumenta soprattutto per Genova (52,7%) e La Spezia (52,3)%. I residenti nelle province di Potenza, Matera e Lecce ammontano a circa mila unità, pari al 2,4% della popolazione residente sul territorio nazionale. Il maggior numero di residenti si registra nella provincia di Lecce (809 mila unità), seguita da quella di Potenza (388 mila unità) e da quella di Matera (204 mila unità): la prima provincia rappresenta, quindi, il 57,7% della popolazione residente nelle tre province del Sud, la seconda il 27,7% e la terza il 14,6%. Rispetto alla media italiana, l incidenza della popolazione femminile è superiore a Lecce (52,3%), inferiore a Potenza (51,0%) e a Matera (50,1%). Tab. 1 La popolazione residente. Distribuzione per genere. Anno Valori assoluti (in migliaia) e percentuali. M F T M F T v.a. v.a. v.a. % % % GE ,3 52,7 100,0 SP ,7 52,3 100,0 PR ,6 51,4 100,0 MO ,1 50,9 100,0 Nord ,1 51,9 100,0 PZ ,0 51,0 100,0 MT ,2 50,1 100,0 LE ,7 52,3 100,0 Sud ,3 51,7 100,0 Totale Italia ,6 51,4 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Istat - Demografia in cifre Nella tavola che segue viene riportata la distribuzione della popolazione residente per classi di età. Mediamente, a livello nazionale, il 38,2% ha un età inferiore ai 35 anni, il 41,8% ha un età fra 35 e 64 anni e, infine, poco meno del 20% ha più di 64 anni. Rispetto alle risultanze appena esposte, le province del Nord si caratterizzano per una maggiore presenza di persone con più di 35 anni (+5,4%) e, in particolare, di persone con più di 64 anni (+4,4%). La distribuzione dei residenti per classi di età diverge in maniera significativa a seconda che si consideri le province liguri o quelle emiliane: rispetto alla distribuzione italiana, fra le prime due si ha una diminuzione media degli under 35 del -7,8% e una crescita media degli over 64 del +6,8%. Fra le seconde, invece, le variazioni sono molto più contenute: mediamente, si registra una differenza del -2,7% per gli under 35 e del +1,5% per la popolazione più anziana. Per quanto riguarda le tre province del Sud, rispetto alla media nazionale, si evidenzia, da una parte, una presenza superiore di persone con meno di 35 anni con una media del 40,7%, pari al +2,5% (nel dettaglio, 41,7% a Matera, 40,7% a Lecce e 39,8% a Potenza) e, dall altra, un incidenza inferiore di persone tra i 35 anni e i 64 anni (-1,9%). Tab. 2 La popolazione residente. Distribuzione per classi di età. Anno Valori assoluti (in migliaia) e percentuali. < > 64 Totale % % % % % % % % v.a. GE 11,1 7,7 11,5 15,8 13,7 13,5 26,7 100,0 887 SP 11,1 7,8 11,6 16,2 13,4 13,1 26,7 100,0 220 PR 12,3 8,4 13,8 16,9 13,3 12,1 23,2 100,0 420 MO 13,7 8,7 14,1 16,9 13,7 12,1 20,9 100,0 670 Nord 12,1 8,1 12,7 16,4 13,6 12,8 24,3 100, PZ 14,0 12,1 13,7 15,5 13,6 10,6 20,6 100,0 388 MT 14,7 12,4 14,6 14,9 13,4 11,2 18,9 100,0 204 LE 14,5 11,8 14,4 14,9 12,9 12,1 19,4 100,0 809 Sud 14,4 12,0 14,2 15,1 13,2 11,6 19,6 100, Totale Italia 14,1 10,2 13,9 16,3 13,5 12,0 19,9 100, Fonte: elaborazioni su dati Istat - Demografia in cifre 17

20 OLO PRIMO CAPITOLO PRIMO Tasso di crescita Nel periodo , la popolazione italiana è aumentata di circa 669 mila unità con una variazione del +1,1%, con un valore più alto di un decimo di punto per la componente maschile. Fra le province del Nord la crescita della popolazione residente è stata di poco più di 29 mila unità, pari al 4,4% dell aumento complessivo. In termini percentuali, rispetto al 2005, si registra un aumento del +1,3% con un valore più elevato per gli uomini (+1,6% contro il +1,1% delle donne). Le variazioni maggiori si evidenziano per Parma e per Modena con valori, rispettivamente, del +1,7% e del +1,5% (con valori che aumentano di qualche decimo di punto per la componente maschile). La provincia di La Spezia rappresenta, invece, quella con il più basso tasso di crescita con un valore pari a +0,4% (+846 unità in termini assoluti). Nelle tre province del Sud si registra una diminuzione complessiva della popolazione residente di unità (-847 donne e -819 uomini); in termini percentuali, rispetto al 2005, la popolazione nelle province del Sud è diminuita del -0,1%. Le variazioni in negativo si registrano in particolare in due delle tre province del Sud: Potenza e Matera, con valori, rispettivamente, del - 1,1% e del -0,4% (con valori che diminuiscono per la componente maschile). Nella provincia di Lecce si riscontra, al contrario, una crescita della popolazione pari al +0,4%. Tab. 3 Variazioni della popolazione residente nel triennio Distribuzione per genere. Valori assoluti e percentuali. M F T M F T v.a. v.a. v.a. % % % GE ,8 0,8 1,3 SP ,6 0,2 0,4 PR ,7 1,6 1,7 MO ,6 1,5 1,5 Nord ,6 1,1 1,3 PZ ,2-1,0-1,1 MT ,4-0,3-0,4 LE ,5 0,4 0,4 Sud ,1-0,1-0,1 Totale Italia ,2 1,1 1,1 Fonte: elaborazioni su dati Istat - Demografia in cifre Nel triennio , in Italia la componente maschile è cresciuta di unità, rappresentando, dunque, il 51,1% della variazione totale. Nelle province settentrionali, gli uomini costituiscono il 57,6% del totale della variazione registrata, con valori che aumentano in maniera significativa per Genova e La Spezia (rispettivamente, 66,7% e 69,9%). Nelle province meridionali, gli uomini rappresentano il 55% della crescita totale con un valore che cresce per Lecce (+1,2%) e che cala per Potenza (-1,2%). Tab. 4 Composizione della variazione della popolazione residente nel triennio Distribuzione per genere. Valori percentuali. M F T GE 66,7 33,3 100,0 SP 69,9 30,1 100,0 PR 50,2 49,8 100,0 MO 51,4 48,6 100,0 Nord 57,6 42,4 100,0 PZ 53,8 46,2 100,0 MT 55,1 44,9 100,0 LE 56,2 43,8 100,0 Sud 55,0 45,0 100,0 Totale Italia 51,1 48,9 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Istat - Demografia in cifre Infine, si esaminano le variazioni intervenute nel triennio nel volume della popolazione residente a seconda delle classi di età. Come si può notare, nel contesto italiano, le classi di età e evidenziano una diminuzione del numero dei residenti: nel primo caso, il decremento è di circa 48 mila unità, nel secondo 18

21 CONTESTO SOCIO ECONOMICO di quasi 359 mila unità. Al contrario, la variazione (assoluta) maggiore si registra per la classe più adulta, ossia quella degli over 64, che conosce un aumento di oltre 413 mila unità. In termini percentuali, a fronte di un valore medio del +1,1%, tassi di crescita più elevati si registrano per le classi con un +3,8% e per la classe degli over 64 con un +3,6%. Un segno negativo, invece, si riscontra per le classi più giovani, in particolare per quella con un -4,2%. Fra le province del Nord si evidenzia un trend, in una certa misura, in controtendenza con quello rilevato a livello nazionale: difatti, le prime due classi di età aumentano del +6%, quelle fra 35 e 54 anni del +7,6%. Inoltre, cresce in proporzioni minori la popolazione residente con più di 64 anni (+1,9%), mentre cala in misura maggiore quella dei residenti fra 25 e 34 anni (-5,2%). Per quanto riguarda le province meridionali, nel triennio , la popolazione residente con un età inferiore ai 35 anni diminuisce in maniera più che significativa: a fronte di un valore medio del -4,2%, nelle province del Sud si evidenzia una variazione negativa di oltre dieci punti percentuali (più di 20 mila unità). Al contrario, si ha una variazione positiva più elevata della media nazionale per la classe anni (+3,6%). Tab. 5 Variazioni della popolazione residente nel triennio Distribuzione per classi di età. Valori assoluti. < > 64 Totale GE SP PR MO Nord PZ MT LE Sud Totale Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat - Demografia in cifre Tab. 6 Variazioni della popolazione residente nel triennio Distribuzione per classi di età. Valori percentuali. < > 64 Totale GE 3,1 2,8-4,9 4,1 3,7-1,5 1,5 1,3 SP 3,3 2,0-7,2 0,8 4,2-2,5 1,7 0,4 PR 4,8 2,1-4,3 3,8 4,8-1 1,8 1,7 MO 4,1 1,7-5,4 2,8 4,4 0,4 2,7 1,5 Nord 3,8 2,2-5,2 3,3 4,2-0,9 1,9 1,3 PZ 4,1 1,7-5,4 2,8 4,4 0,4 2,7 1,5 MT -4,3-3,5-3,3 0,0 2,5 4,1 2,4-0,4 LE -2,5-3,6-2,6 1,9 2,0 3,7 3,6 0,4 Sud -3,5-3,3-3,5 0,7 2,6 3,6 2,6-0,1 Totale Italia 0,8-0,8-4,2 2,3 3,8 1,2 3,6 1,1 Fonte: elaborazioni su dati Istat - Demografia in cifre 1.2 La popolazione straniera residente Volume e composizione Nel 2007 la popolazione straniera residente nel territorio italiano ammonta a più di mila unità di cui il 50,1% rappresentato da uomini. Nelle quattro province settentrionali risiedono 148 mila stranieri (pari al 5% del totale) di cui il 40,6% a Modena e il 30% a Genova. Nelle province emiliane il gruppo più numeroso è costituito dagli uomini con valori che oscillano fra il 51 e il 53%, mentre in quelle liguri dalle donne, con un valore in entrambi i casi del 53,5%. Nelle tre province del Sud risiedono stranieri di cui il 59,6% in provincia di Lecce, il 20,9% in provincia di Matera e il 19,5% in quella di Potenza. Complessivamente, rappresentano solamente il 0,6% del totale dei residenti stranieri in Italia. A Potenza e a Lecce si registra una maggiore presenza della componente femminile, rispettivamente del 59,7% e del 51,3%, al contrario di quando accada nella provincia di Matera (47,3%). 19

22 OLO PRIMO CAPITOLO PRIMO Tab. 7 La popolazione straniera residente. Distribuzione per genere. Anno Valori assoluti (in migliaia) e percentuali. M F T M F T v.a. v.a. v.a. % % % GE ,5 53,5 100,0 SP ,5 53,5 100,0 PR ,3 48,7 100,0 MO ,0 47,0 100,0 Nord ,2 49,8 100,0 PZ ,3 59,7 100,0 MT ,7 47,3 100,0 LE ,7 51,3 100,0 Sud ,9 52,1 100,0 Totale Italia ,1 49,9 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Istat - Demografia in cifre Rispetto a quella complessiva, la popolazione straniera si caratterizza per un età più giovane: infatti, l incidenza delle persone al di sotto dei 45 anni è pari all 82,2% a fronte di un valore del 54,5% fra la popolazione complessiva, ossia 27,7 punti percentuali in più. In particolare, la classe di età fra 25 e 34 anni pesa per il 26,8% fra la popolazione straniera a fronte di un valore del 13,9% fra quella complessiva (12,9 punti percentuali in più). Per quanto riguarda le province settentrionali, l incidenza delle persone under 45 cresce per le province di Parma (83,9%) e soprattutto per Modena (85,2%); al contrario scende al di sotto della soglia dell 80% per tutte e due le province della Liguria. Per ciò che concerne, le province meridionali, l incidenza delle persone under 45 coincide con il dato nazionale nella provincia di Matera (82,2%); scende nelle altre due province (76% a Potenza e 77,3% a Lecce). Tab. 8 La popolazione straniera residente. Distribuzione per classi di età. Anno Valori assoluti (in migliaia) e percentuali. < > 64 Totale % % % % % % % % v.a. GE 17,5 12,8 25,7 23,9 13,2 4,4 2,5 100,0 44 SP 18,2 14,1 24,2 23,4 12,8 4,8 2,6 100,0 9 PR 20,1 13,1 27,0 23,7 11,5 3,1 1,5 100,0 34 MO 22,5 12,4 26,8 23,6 10,5 3,0 1,3 100,0 60 Nord 20,2 12,8 26,4 23,7 11,7 3,6 1,8 100,0 148 PZ 13,4 10,9 27,5 24,1 16,7 5,1 2,3 100,0 3 MT 18,6 15,1 26,8 21,7 11,8 4,0 2,0 100,0 3 LE 16,8 14,2 24,3 22,0 12,8 6,0 3,9 100,0 10 Sud 16,5 13,8 25,4 22,3 13,4 5,4 3,2 100,0 17 Totale Italia 19,6 12,2 26,8 23,6 11,7 3,9 2,1 100, Fonte: elaborazioni su dati Istat - Demografia in cifre Tab. 9 Differenza fra la distribuzione della popolazione straniera residente e la distribuzione della popolazione residente complessiva. Distribuzione per classi di età. Anno Valori percentuali. < > 64 GE 6,4 5,1 14,2 8,1-0,5-9,1-24,2 SP 7,1 6,3 12,6 7,2-0,6-8,3-24,1 PR 7,8 4,7 13,2 6,8-1, ,7 MO 8,8 3,7 12,7 6,7-3,2-9,1-19,6 Nord 8,1 4,7 13,7 7,3-1,9-9,2-22,5 PZ -0,5-1,2 13,8 8,7 3,1-5,5-18,4 MT 3,9 2,8 12,2 6,8-1,6-7,2-16,9 LE 2,3 2,4 9,9 7,0 0,0-6,2-15,4 Sud 2,1 1,8 11,2 7,2 0,2-6,2-16,4 Totale Italia 5,5 2 12,9 7,3-1,8-8,1-17,8 Fonte: elaborazioni su dati Istat - Demografia in cifre Tasso di crescita La tabella seguente evidenzia il tasso di crescita del volume dei residenti stranieri nel triennio , distinto per genere. Difatti a livello complessivo i residenti stranieri sono aumentati di quasi 537 mila unità, con una variazione del +22,3%: un valore leggermente più alto di circa 2,5 punti percentuali si registra per le donne. Nelle province del Nord il tasso di crescita si posiziona poco al di sotto della media italiana con un valore del +21,5%. Il va- 20

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