Corso di Basic Design Le regole della percezione. Merrone
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- Davide Negro
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2 Il messaggio visivo tabella riassuntiva Elementi messaggio Le regole compositive Punto Linea Superficie Figure geom. Di base Luce e ombra Il colore Peso equilibrio Le simmetrie Il ritmo Movimento e direzione Linee di forza Lo spazio La griglia e il modulo Lo schema strutturale Teoria del campo Figura e sfondo vicinanza eguaglianza forma chiusa e forma aperta buona forma-destino comune esperienza pregnanza indizi di profondità rappresentazioni spaziali
3 Ciò che vediamo è il risultato di un percorso di selezione e di organizzazione degli stimoli visivi ed è condizionato dalle nostre caratteristiche fisiologiche e culturali
4 Hokusai la grande onda Negli schemi A e B i dischetti evidenziano i punti su cui si è posato lo sguardo di due osservatori diversi
5 Visione e pensiero Esplorazione visiva di uno sconosciuto del quale vogliamo farci un idea: Quella che sembra una rapida occhiata è in realtà una esplorazione accurata che fissa una trentina di particolari che ci permettono di formulare una serie attendibile di ipotesi sul soggetto osservato
6 Quando osserviamo una immagine i singoli segni passano in secondo piano in quanto tutta l immagine viene percepita come un insieme. Successivamente l occhio percepisce i particolari dei singoli segni.
7 esa epin l atte Re
8 Lettura di un testo Quando leggiamo l occhio si sposta e mette a fuoco piccoli gruppi di caratteri senza leggere tutto. Al cervello bastano poche lettere per ricostruire velocemente il senso della frase
9 Il vedere non è un atto esclusivamente visivo, ma corrisponde a un processo che coinvolge anche altre capacità mentali come quelle di riconoscere, ricordare, saper dare un nome. E un processo globale che viene chiamato: percezione occhio vedere cervello riconoscere memoria
10 L occhio della mente - 1 Un bambino piccolo comunica per immagini, ancora non esistono nella sua mente concetti e parole per definire le cose che lo circondano, ma è in grado di disegnarle Per fare questo usa una sorta di proiezione i mentale: le immagini i i rimangono fissate nella memoria e all occorrenza possono essere riutilizzate attraverso il disegno.
11 L occhio della mente - 2 L apprendimento e luso l uso continuo del linguaggio verbale indeboliranno sempre di più la capacità del bambino di produrre immagini mentali. Il linguaggio verbale, la grande conquista dell Uomo ci ha costretto a rinunciare i alla componente immaginativa che fa parte della nostra più intima costituzione antropologica
12 L occhio della mente - 3 L immaginazione a accompagnava a a l Uomo prima ancora che le parole lentamente trasformassero tutte le nostre esperienze in un operazione prevalentemente intellettuale
13 L occhio della mente - 4 Le parole sono ormai così presenti nella nostra vita, offrendoci la descrizione e un idea di ogni cosa, che non è facile accorgersi della perdita della capacità di pensare per immagini. i i Dimostrazione 1. Provate a ricostruire l immagine mentale di un volto noto (amico o genitore) il risultato non sarà soddisfacente, infatti pur essendo bravi a disegnare difficilmente riuscireste a fare un ritratto verosimile. 2. Se un amico vi chiede al telefono come raggiungevi a casa riuscireste a guidarlo con una serie di informazioni visivo-verbaliverbali fino alla meta e sareste anche in grado di disegnare una mappa circostanziata del percorso.
14 L occhio della mente - 5 R. Magritte la casa del mistero La mente rielabora la realtà in immagini mentali realistiche ma impossibili
15 L occhio della mente - 6 G. Piranesi carceri L immaginazione in questo caso viene utilizzata per sottolineare la rielaborazione individuale dello spazio.
16 Realtà oggettiva e soggettiva Esiste una realtà oggettiva vista e percepita da tutti. Eit Esiste poi una realtà ltà it interpretata tt che si affianca e si sovrappone a quella oggettiva: la realtà soggettiva. Il suo significato e la sua interpretazione t i sono frutto di processi diversi che hanno a che vedere con lo spazio, con il tempo, con l esperienza e la cultura individuale e collettiva dell uomo. Esiste dunque un universo visivo generato dall incontro di due sistemi cognitivi, uno legato all apparato della visione, l altro al cervello stesso.
17 Realtà oggettiva e soggettiva
18 Realtà oggettiva e soggettiva Per semplificare possiamo dire che la comprensione del mondo che ci circonda dipende dall immagine mentale che ognuno di noi si crea del mondo reale. L apparenza delle cose che noi vediamo diventa sostanza, cioè significato. Noi vediamo ciò che siamo: il mondo che vediamo e conosciamo è il nostro e non è identico a quello del nostro vicino di casa né tantomeno a quello di altri esseri viventi (cane, aquila, pipistrelli ecc.) Gli oggetti del mondo reale diventano oggetti comunicanti quando entrano in contatto percettivo con noi, quando cioè li vediamo,li riconosciamo e attribuiamo loro un nome o un significato.
19 Realtà e disegno Il disegno ha il compito di organizzare e strutturare la nostra raffigurazione del mondo reale traducendo i segnali visivi in forma e significato. L elaborazione Lelaborazione grafica rappresenta la parte conclusiva di un processo deduttivo e culturale che trasforma in concetti gli oggetti comunicanti della realtà oggettiva. Tutto ciò è il frutto di un operazione che possiamo considerare già progettuale.
20 Esercizi i 1 - Osservare un oggetto complesso o un immagine presente nella vostra classe e provate a disegnarlo/a senza un particolare metodo di rappresentazione (prospettiva, assonometria ecc.) Confrontando i diversi disegni potete verificare discordanze di interpretazione e/o assenze di particolari significativi.
21 Esercizio - 2 Cercate di interpretare e di contestualizzare le immagini andando oltre la fotografia e confrontate le diverse interpretazioni
22 Figura impensabile
23 Rapporto figura sfondo - 1
24 Rapporto figura sfondo - 2
25 Rapporto figura sfondo - 3 G: ILLIPRANDI - simbolo congresso internazionale a Venezia
26 Rapporto figura sfondo - 4 Caos percettivo Due esempi di difficile lettura tra figura e sfondo La presenza di molti elementi frammentati e diversamente ingranditi rende difficile la lettura
27 Rapporto figura sfondo - 5 Caos percettivo Manifesti di Lech Majewski
28 I principi percettivi del Rapporto figura sfondo Esistono precise condizioni in base alle quali è possibile stabilire a priori cosa sarà letto come figura e cosa come sfondo: 1. L area piccola 2. L area chiusa 3. Il contorno 4. La larghezza costante 5. La simmetria 6. La direzione 7. La zona bassa Per un approfondimento sui 7 punti, si rimanda alla consultazione del PDF sulla GESTALT
29 1 - L area piccola Percepiamo come figura l area più piccola: La riga nera è percepita come La riga nera è percepita come forma
30 2 - L area chiusa Percepiamo come figura l area chiusa: Il cerchio come oggetto su Il cerchio come oggetto su fondo bianco e non un rettangolo bianco con un buco
31 3 - Il contorno convesso Percepiamo come figura quella con il contorno convesso: Anche invertendo i colori la percezione non cambia
32 4 - La larghezza costante Le aree con larghezza costante Le aree con larghezza costante tendono a essere interpretate come figure
33 5 - La simmetria Le aree simmetriche ci appaiono Le aree simmetriche ci appaiono come figura
34 6 - La direzione Croce nera croce bianca Le aree orientate t sugli assi orizzontali e verticali vengono lette come figure
35 7 - La zona bassa L area che sta nella parte inferiore del Larea che sta nella parte inferiore del campo viene interpretata come figura
36 Condizioni di ambiguità nel rapporto figura sfondo In condizioni di ambiguità dell immagine entrano in gioco e in aiuto altri fattori: La nitidezza della forma (messa a fuoco del soggetto principale) Il contrasto t cromatico (le tinte t calde emergono rispetto a quelle fredde) La grandezza relativa delle figure (visione prospettica) La texture
37 Illusioni ottiche e ambiguità - 1 L uomo tende a privilegiare Luomo tende a privilegiare percettivamentele le cose gradevoli
38 Illusioni ottiche e ambiguità - 2 S. Dalì
39 Condizioni di ambiguità nel rapporto figura sfondo Il progettista grafico, conoscendo le regole, può decidere se seguirle oppure no. L ambiguità Lambiguità non sempre va evitata, basti pensare a Escher o a Edgar Rubin oppure lo Yin e Yang. Provate ora ad applicare tali principi a qualche vostra simulazione di progetto
40 Leggi della Gestalt Sono otto le leggi dell organizzazione della forma o del campo: 1. Legge della vicinanza i 2. Legge della somiglianza 3. Legge del destino comune 4. Legge della continuità ità della direzione i 5. Legge della forma chiusa 6. Legge della pregnanza o della buona forma 7. Legge dell esperienzaesperienza passata 8. Legge dell articolazione senza resti ndi Kanisza Per un approfondire gli 8 punti, si rimanda alla consultazione del PDF sulla GESTALT
41 1 - Legge della vicinanza P. della Francesca Flagellazione
42 1 - Legge della vicinanza ESERCIZIO Potete realizzare elaborati simili sovrapponendo ina griglia g quadrettata a una foto molto contrastata, variando la dimensione degli elementi sugli incroci in base all intensità chiaroscurale della foto
43 2 - legge della somiglianza
44 3 - legge del destino comune Elementi simili per movimento e orientamento vengono letti come unità
45 4 - legge della buona continuità di direzione Tendiamo a considerare uniti elementi simili accomunati dalla stessa direzione
46 5 - legge della chiusura ILLUSIONE OTTICA L OMISSIONE DEI DATI
47 5 - legge della chiusura D. Libeskind - Berlino Museo Ebraico L insieme dei segni variamente ordinati delle aperture sono percepiti come unico elemento figurativo perché racchiusi in una grande forma rettangolare
48 6 - legge della buona forma La figura viene percepita come un parallelogramma compreso tra due linee e non come una W sulla sommità di una M
49 7 - legge dell esperienza
50 Corso di Basic 6-7 Un esempio di applicazione delle leggi della buona forma e dell esperienzaesperienza Le frecce bianche le leggiamo prima come frecce (buona forma) e poi come lettere V e A (esperienza) I testi in bianco (chi, dove, quando) fanno raggruppamento (2 - somiglianza) anche se non hanno alcun allineamento
51 ESERCIZI Paesaggi creati con forme geometriche Prova a ideare e realizzare illustrazioni simiili con un software di grafica vettoriale
52 Nella progettazione grafica è opportuno portare l occhio a seguire dei percorsi selettivi a seconda delle esigenze progettuali: - percorsi lineari - volume - colore
53 Ghezzi - Elementi di gestaltica G. FATTORI La rotonda dei bagni Palmieri 1866 Analisi dell immagine dal punto di vista del come essa è rappresentata
54 Percezione della profondità Nell osservare un immagine bidimensionale abbiamo sempre l illusione della profondità spaziale, la nostra percezione dello spazio dipende da più fattori indipendenti che definiamo spazio dipende da più fattori indipendenti che definiamo INDIZI DI PROFONDITA
55 INDIZI DI PROFONDITA LA GRANDEZZA RELATIVA Le due barche non sono di dimensioni diverse ma semplicemente ad una distanza differente da chi guarda
56 INDIZI DI PROFONDITA I GRADIENTI DI PROFONDITA progressioni più o meno costanti date con il colore, i contorni, la luce, il chiaro-scuro o dalla graduale rotazione della forma
57 LA RAPPRESENLTAZIONE DELL OGGETTO NELLO SPAZIO LE PROIEZIONI ORTOGONALI
58 LA RAPPRESENLTAZIONE DELL OGGETTO NELLO SPAZIO L ASSONOMETRIA
59 LA RAPPRESENLTAZIONE DELL OGGETTO NELLO SPAZIO L ASSONOMETRIA
60 Ghezzi - LA RAPPRESENLTAZIONE DELL OGGETTO NELLO SPAZIO L ASSONOMETRIA O
61 LA RAPPRESENLTAZIONE DELL OGGETTO NELLO SPAZIO LA PROSPETTIVA F.L.Wright casa della cascata
62 LA RAPPRESENLTAZIONE DELL OGGETTO NELLO SPAZIO LA PROSPETTIVA Foster Associati progetto urbanistico per l area di King s Cross, Londra
63 LA RAPPRESENLTAZIONE DELL OGGETTO NELLO SPAZIO LA PROSPETTIVA R.Meier la nuova chiesa di Roma
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