Scuola Media Statale N. Monterisi Scolastica Dott.sa Concetta Carrozzo Salerno Sede Unica Via V. Loria - Salerno

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1 Repubblica Italiana MINISTERO DELL ISTRUZIONE DELL' UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA SCUOLA SECONDARIA DI 1 GRADO STATALE "N. MONTERISI SALERNO Via V. Loria-TEL FAX samm17400v@istruzione.it DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI (artt. 17 e 28 - D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81) AGGIORNAMENTO MESE DI NOVEMBRE 2013 Il Datore di Lavoro: Il Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza: Il Responsabile di Sicurezza: Dirigente scolastico Concetta Carrozzo Docente Rosanna Tisi Ingegnere Antonio Eusebio 1. DESCRIZIONE denominazione tipo di attività datore di lavoro località istituto ubicazione telefono fax numero alunni 609 Scuola Media Statale N. Monterisi Scolastica Dott.sa Concetta Carrozzo Salerno Sede Unica Via V. Loria - Salerno numero lavoratori orario di lavoro 84 docenti + 13 personale ata Prevalentemente antimeridiano con rientri pomeridiani Il Datore di Lavoro Il Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il Responsabile di Sicurezza 1

2 2. OBIETTIVI E METODOLOGIA DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE La valutazione dei rischi, secondo le Direttive CEE, è una delle misure di prevenzione degli infortuni sul lavoro: L obiettivo della valutazione dei rischi consiste nel consentire al datore di lavoro di prendere provvedimenti che sono effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori. I provvedimenti che il datore di lavoro deve prendere sono dipendenti dalla valutazione dei rischi e sono specificatamente indicati nel D. Lgs. 626/94 agli artt. 43/48/52 che illustrano gli obblighi del datore di lavoro. Nella comunità scientifica, per valutazione dei rischi s intende quel processo che partendo dall identificazione dei pericoli o fattori di rischio, quali: sostanze chimiche, agenti fisici, processi industriali, macchinari, operazioni individuali capaci di cagionare danno alla salute, determina la probabilità e l entità del possibile danno alla salute. Le definizioni di pericolo e di rischio presenti nelle linee guida della CEE sono: PERICOLO: proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità (sostanza, attrezzo, metodo) avente potenzialità di causare danni. RISCHIO: probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni d impiego e o di esposizione, nonché dimensioni possibili del danno stesso. Alla stima del rischio fa seguito la gestione del rischio, processo che coinvolge scelte politiche ed economiche, nonché valori e percezione del rischio da parte della popolazione e dei lavoratori. Da tale processo scaturiscono decisioni (che mutano nel tempo) che cercano di conciliare le esigenze di sviluppo tecnologico di particolari sistemi produttivi e la salute dell uomo e dell ambiente. Le tappe logiche di ogni modello di valutazione sono: 1. identificazione dei pericoli o fattori di rischio (evidenze scientifiche) 2. analisi dell esposizione (concentrazione, durata, modalità di assorbimento, caratterizzazione ) 3. rispondenza a standard (leggi, norme tecniche, codici di buona pratica) 4. gestione del rischio (risk management). 3. MODELLO DI VALUTAZIONE E TIPOLOGIA DI RISCHI La stima del rischio si divide in: QUALITATIVA: rappresentata dalla identificazione del pericolo QUANTITATIVA: indicativa dei tempi e modi dell esposizione PROBABILISTICA: relativa agli effetti e alla loro possibile entità. Una definizione della grandezza del rischio (R) può essere: R = F M ovvero il prodotto tra la frequenza attesa (F) di presentazione di un evento indesiderato e la grandezza (M) del danno che esso può causare. È evidente che i parametri M e F possono in qualche caso essere ben noti e con ragionevole livello di approssimazione (vedi statistiche assicurative ) ma spesso costituiscono proprio le ragioni del contendere nella comunità scientifica. La formula fa comprendere come gli interventi per eliminare o ridurre il rischio possano riguardare: azione di prevenzione: per impedire che l evento dannoso si verifichi azione di protezione: per ridurre i danni a cose o persone Classificazione dei rischi: convenzionali: collegati all attività di lavoro, alle apparecchiature e agli impianti presenti in modo esteso pressoché in tutti i settori causati da cadute, scariche elettriche, attrezzi da lavoro hanno frequenza elevata, in alcuni settori, costituendo la maggior percentuale di infortuni specifici: relativi all uso di sostanze o prodotti chimici o all esposizione ad agenti fisici possono determinare patologie in tempi brevi o lunghi sono eventi molto frequenti, in alcuni specifici settori lavorativi possono provocare danni molto variabili, da lievi disturbi a patologie mortali grandi rischi: derivanti da eventi anomali caratterizzati da esplosione o fuoriuscita in tempi brevi di prodotti tossici o infiammabili sono propri solo di specifici settori lavorativi, eventi molto rari, con potenzialità di danni gravissimi. I valori attribuiti ai fattori M ed F avranno il seguente significato: M: 1 = danni lievi F: 1 = evento rarissimo 2 = danni apprezzabili 2 = evento poco probabile 3 = danni notevoli 3 = evento abbastanza frequente 4 = devastazioni e catastrofi 4 = evento frequentissimo o rutinario Alla formula R = F M si può aggiungere anche il fattore Ps (percezione sociale del danno) fattore di scala che introduce una maggiorazione di entità del danno considerando gli effetti sociali delle conseguenze. 2

3 4. DESCRIZIONE FUNZIONALE SEDE UNICA La scuola media N. Monterisi è dislocata in una sede unica. 1.1 Sede Unica La scuola media N. Monterisi è situata in un edificio che dal punto di vista della sicurezza sul lavoro può essere suddiviso nelle seguenti aree: Piano terra Piano primo Piano secondo Palestra 1 Palestra Piano terra Al piano terra si trovano: Atrio Corridoio Segreteria Ufficio Segretario N. 2 Guardiole personale Ata Aule, contenenti banchi e sedie in legno in numero variabile Aula informatica Sala conferenze Deposito Deposito materiale di pulizia Bagno segreteria Bagni alunni Bagni alunne Bagno professori. La temperatura interna, grazie alla presenza di riscaldamento, è idonea all uso Luoghi d accesso Gli scalini d accesso alla scuola hanno protezione antiscivolo. Le porte interne (per esempio di accesso alle aule) aprono verso l esterno Piano primo Al piano primo si trovano: Corridoio Presidenza N. 2 Guardiole personale Ata Aule, contenenti banchi e sedie in legno in numero variabile Aula multimediale Aula di scienze Sala conferenze Deposito materiale di pulizia Bagni alunni Bagni alunne Bagno professori. La temperatura interna, grazie alla presenza di riscaldamento, è idonea all uso Luoghi d accesso Gli scalini d accesso al piano hanno protezione antiscivolo. Le porte interne (per esempio di accesso alle aule) aprono verso l esterno Piano secondo Al piano secondo si trovano: Corridoio N. 1 Guardiola personale Ata Aule, contenenti banchi e sedie in legno in numero variabile Deposito materiale di pulizia Bagni alunni Bagni alunne La temperatura interna, grazie alla presenza di riscaldamento, è idonea all uso. 3

4 1.1.6 Luoghi d accesso Gli scalini d accesso alla scuola hanno protezione antiscivolo. Le porte interne (per esempio di accesso alle aule) aprono verso l esterno Campo di pallacanestro Palestra Palestra Bagni In tutti i piani i bagni versano in condizioni fatiscenti e malandate. ANALISI DEI RISCHI Sede UNICA 1. porte con apertura all interno nei bagni 2. finestre/balconi con spigoli vivi in tutti i locali 3. prese basse in tutti i locali 4. finestre con vetri non protetti intero edificio 5. scale senza protezione antiscivolo /// 6. infissi con infiltrazioni d acqua /// 7. colonne/pilastri non protetti /// 8. pavimento scivoloso /// 9. microclima non idoneo all uso /// 10. sistema fognario non funzionante /// 11. presenza di umidità pareti/solai in varie aule 12. mattonelle sconnesse /// 13. tinteggiatura pareti inadeguata nelle palestre 14. ringhiere/parapetti bassi /// 15. cornicioni pericolanti /// 16. spazi di pertinenza non idonei all uso rifare pavimentazione e asfalto 17. arredi in legno con spigoli vivi in tutti i locali 18. carenza di arredi per custodia materiali /// 19. assenza di arredi a norma per uso videoterminali /// X In tutti i piani i bagni versano in condizioni fatiscenti e malandate. X In tutti i piani porre strisce nei corridoi per delimitare e indicare l apertura delle porte. X Al 1 Piano ci sono tre termosifoni non funzionanti X All Esterno e nelle Palestre porre coperture antiurto 4

5 MISURE DI PREVENZIONE N TIPOLOGIA RISCHI STIMA MISURE TEMPI 1 Porte con apertura all interno esodo - r= f m=2 3=6 cambiare verso di apertura immediata infortuni 2 Finestre/balconi spigoli vivi infortuni r= f m=2 3=6 idonea disposizione arredi immediata 3 Prese basse infortuni r= f m=2 3=6 porre prese con alveoli immediata schermati 4 Finestre con vetri non protetti infortuni r= f m=2 3=6 pellicolazione-sostituzione da programmare 5 Bagni fatiscenti per la r= f m=2 3=6 adeguamento immediata salute 6 Porre strisce nei corridoi infortuni r= f m=2 3=6 porre strisce immediata 7 Rifare pavimentazione e asfalto infortuni r= f m=2 3=6 rifare da programmare esterno 8 Tinteggiatura pareti inadeguata per la r= f m=2 3=6 adeguamento immediata salute 9 Presenza umidità pareti/solai per la r= f m=3 3=9 adeguamento immediata salute 10 Termosifoni non funzionanti per la r= f m=2 3=6 adeguamento immediata salute 11 Coperture antiurto infortuni r= f m=2 3=6 porre coperture immediata 5

6 6. MISURE DI CARATTERE GENERALE Per prevenire i rischi derivanti dallo stato di lavoratrice gestante, puerpera o in allattamento è tutelato dalla legge, durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio. La lavoratrice che si trovi in una delle condizioni succitate è tenuta a dichiararlo, in quanto la normativa vigente prevede per tali condizioni il divieto di effettuazione di trasporti, sollevamento di pesi, lavori pericolosi, faticosi ed insalubri (all.a T.U. D.Lgs.151/2001), come l esposizione ad agenti e condizioni di lavoro dettagliatamente elencati (all. B T. U.). I divieti innanzi riportati si applicano anche alle lavoratrici che hanno bambini in adozione o in affidamento, fino al compimento dei sette mesi di età. Per prevenire rischi derivanti dall appalto a ditte esterne, per lavori commissionati dall ente locale, è vietato eseguire interventi di qualsiasi genere durante lo svolgimento delle attività didattiche e, al fine di predisporre le misure di prevenzione ed emergenza di pertinenza del datore di lavoro, è necessario acquisire agli atti della scuola i documenti comprovanti l osservanza di tutti gli adempimenti previsti dall art. 7 della L23/96, fatti salvi i rischi specifici sul lavoro propri delle attività delle imprese appaltatrici o dei singoli lavoratori autonomi, le cui azioni di prevenzione e protezione restano ad esclusivo loro carico. Per prevenire rischi elettrici non è consentito l uso di:! apparecchiature che necessitano dell impianto di messa a terra! prese e spine elettriche non a norma! prolunghe prese multiple e apparecchiature elettriche non idonee In caso di allagamento o infiltrazioni di acqua si deve interrompere l alimentazione dell impianto elettrico. Per prevenire rischi derivanti dall uso improprio di attrezzature di lavoro è obbligatorio:! leggere le istruzioni contenute nei libretti d uso e manutenzione! non usare attrezzature fuori norma o prive delle necessarie protezioni Per prevenire i rischi derivanti dall uso di sostanze e prodotti chimici è obbligatorio:! rispettare le informazioni e le indicazioni fornite dai produttori e non miscelare i prodotti tra loro. Per prevenire l insorgenza di altri rischi per la salute dei lavoratori è necessario che a scuola siano rispettati i seguenti divieti:! correre durante gli spostamenti negli spazi di pertinenza della scuola! pulire pavimenti e scale durante le fasi d ingresso e uscita dalla scuola! svolgere attività soggette alla normativa per i locali di pubblico spettacolo! disporre i banchi senza lasciare uno spazio idoneo per l apertura degli infissi! lasciare incustoditi prodotti e materiali per la pulizia dei locali, da tenere in armadi chiusi a chiave! usare oggetti non legati alle proprie mansioni lavorative o comunque non forniti dal datore di lavoro; è altresì necessario garantire:! le destinazioni d uso autorizzate per ogni materiale e spazio, come pure il rispetto dei limiti di affollamento! la tempestiva rimozione dal pavimento di liquidi o sostanze che possano causare scivolamento! la sistemazione di cassette di medicazione e relativi presidi ad ogni piano degli edifici scolastici! la tenuta delle vie di esodo sgombere e l immediata apertura delle porte durante le attività scolastiche. I dispositivi chiamati genericamente DPI, Dispositivi di Protezione Individuale, proteggono i lavoratori dai rischi, l uso è obbligatorio per legge in presenza di determinate situazioni non altrimenti controllabili. I DPI rappresentano quindi si utilizzano solo quando non è possibile evitare il rischio in altro modo. Le direttive CEE e il D. Lgs. 475/1992 definiscono le caratteristiche dei DPI da utilizzare, che dal punto di vista normativo sono suddivisi in tre categorie:! la prima comprende quelli che hanno lo scopo di salvaguardare da danni di lieve entità: azioni lesive causate da strumenti meccanici, da detergenti, da oggetti caldi fino a 50 C, urti lievi e vibrazioni lievi, raggi solari; devono essere concepiti in modo che l utilizzatore abbia la possibilità di percepire il progressivo verificarsi di effetti lesivi, prima di subirne un danno;! la terza comprende quelli, più complessi, che devono salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e permanenti: maschere filtranti, respiratori, indumenti isolanti, sicurezza contro le cadute, isolanti elettrici, caschi; in questo caso, la percezione di effetti lesivi deve essere istantanea;! la seconda categoria comprende tutti i DPI che non rientrano nelle altre due. Alcuni DPI (il casco, la cuffia antirumore) sono per loro natura personali: in questo caso ogni lavoratore interessato riceverà in dotazione il proprio; dovrà usarlo con le stesse avvertenze degli altri strumenti di lavoro, segnalandone ogni deficienza al responsabile del reparto; altri (cinture di sicurezza, occhiali da saldatura) non sono personalizzati, ciò non vuol dire che debbono essere trattati come cosa di nessuno. Per ogni DPI, il fabbricante deve rilasciare una nota informativa contenente:! le istruzioni per il deposito, l impiego, la pulizia, la manutenzione, la revisione;! le prestazioni ottenute nella verifica dei livelli di protezione;! gli accessori eventualmente utilizzabili e la data di scadenza;! il significato di eventuali simboli presenti sul DPI. Ai collaboratori scolastici, in considerazione della presenza della Ditta di pulizia esterna, e agli altri lavoratori che ne abbiano necessità devono essere consegnati i seguenti DPI: guanti di sicurezza, monouso sterili e per l uso dei forni e mascherine antipolvere. 7. LAVORO AL VIDEOTERMINALE L uso non corretto del VDT causa l insorgere di eventuali malesseri; studi qualificati sull argomento hanno fugato gli allarmi eccessivi e infondati riportati sulla stampa relativi a radiazioni e campi elettromagnetici. 6

7 Disturbi oculo visivi: bruciore, lacrimazione, secchezza, senso di corpo estraneo, ammiccamento frequente, fastidio alla luce, pesantezza, visione sdoppiata, stanchezza alla lettura. Questi disturbi reversibili nel loro complesso costituiscono la sindrome da fatica visiva (astenopia) che può insorgere in situazioni di sovraccarico dell apparato visivo. Le possibili cause sono:! condizioni sfavorevoli di illuminazione: eccesso o insufficienza di illuminazione, riflessi da superfici lucide, luce diretta naturale o artificiale su occhi o schermo video ;! presenza di superfici di colore estremo: bianco o nero;! scarsa definizione di caratteri sullo schermo dovuta a difetti del monitor;! impegno visivo ravvicinato, statico e protratto nel tempo: i muscoli per la messa a fuoco dell immagine e per la motilità oculare sono fortemente sollecitati, l impegno avvicinando il monitor e fissandolo a lungo;! difetti visivi mal corretti: da correggere adeguatamente, anche se lievi, per evitare un ulteriore sforzo visivo. Disturbi muscolo-scheletrici: senso di peso, fastidio, dolore, intorpidimento, rigidità di collo, schiena, spalle, braccia, mani. Le possibili cause:! posizioni di lavoro inadeguate per l errata scelta e disposizione degli arredi;! posizione di lavoro fisse e mantenute per tempi prolungati anche in presenza di posti di lavoro ben strutturati. Il disco intervertebrale nelle posizioni fisse è mal nutrito e invecchia precocemente. La piena funzionalità del disco è mantenuta attraverso frequenti (almeno ogni ora) e sostanziali cambiamenti di posizione del corpo;! movimenti rapidi e ripetitivi delle mani per l uso di tastiera e mouse: nelle posizioni muscolari statiche, ad esempio quando si digita a braccia non appoggiate, ai muscoli arriva meno sangue del necessario e il muscolo mal nutrito si affatica e diventa dolente. Stress: mal di testa, tensione nervosa, irritabilità, stanchezza eccessiva, insonnia, digestione difficile, ansia, depressione. Le possibili cause sono: l uso di software e hardware inadeguati, il contenuto di lavoro monotono e ripetitivo, il carico di lavoro, l inadeguatezza delle capacità rispetto al tipo e al livello delle richieste lavorative. Il tipo di reazione ad una data situazione dipende anche dalla personalità del soggetto, infatti lo stesso tipo di lavoro può risultare soddisfacente, monotono o complesso in personalità diverse. I disturbi che si manifestano sono di tipo psicologico e psicosomatico. Come prevenire gli inconvenienti L illuminazione adeguata del posto di lavoro è l elemento più importante da curare. Il lavoro al VDT richiede lettura di dati su monitor e contemporanea lettura di dati su carta. Il monitor ha una sua illuminazione, per la lettura di dati su carta si ha bisogno dell illuminazione naturale e artificiale, questa situazione d interazione tra sistemi d illuminazione deve essere controllata e regolata al fine di avere un buon contrasto nel campo visivo dell operatore. In letteratura tecnica e anche in specifiche normative come la UNI e DIN 5035 vengono dati valori di riferimento dell illuminazione espressi in lux. Queste diverse fonti sono concordi nel fissare un range di lux dell illuminamento del piano di lavoro. Si è visto che così si riesce ad avere il maggior confort visivo. Questi valori però se possono essere raggiunti con una adeguata progettazione dell impianto d illuminazione artificiale sono difficili da ottenere nelle ore diurne in quanto lo stato dell illuminazione naturale è estremamente variabile. Per questo motivo sono necessarie nei posti di lavoro delle tendine, tipo veneziana, che consentano la regolazione dell illuminazione diurna dell ambiente di lavoro in quanto la luce diretta del sole potrebbe risultare eccessiva e causa di abbagliamenti e scarso contrasto del monitor. Altro accorgimento indispensabile è quello di non essere abbagliati dalla luce diretta naturale o artificiale. Pertanto l illuminazione artificiale deve essere contenuta in plafoniere antiabbagliamento o sistemate in modo tale da non abbagliare. Un suggerimento per posizionare la luce artificiale per un VDT è quello di disporre parallelamente alla finestratura della stanza file di luce artificiale. Ovviamente il posto di lavoro al VDT deve essere ortogonale alle finestre e non deve avere punti di illuminazione artificiale e naturali dietro il monitor (abbagliamento) o davanti al monitor (riflessi). Sono stati brevettati dispositivi che misurano costantemente l illuminazione del posto di lavoro dando indicazione su come intervenire se l illuminazione non è corretta. Questi dispositivi una volta che si diffonderanno risolveranno il problema della buona illuminazione. Per quanto riguarda l abbagliamento e i riflessi spetta all operatore orientare in maniera corretta il monitor. Seguendo queste indicazioni si rispetta la norma contenuta nella circolare Ministeriale 102/95 commi b,c,d. 7

8 Il D.Lgs. 626/94 nell allegato VII dà alcune indicazioni su come deve essere un tavolo di lavoro. Indicazioni più precise le ricaviamo dalla norma UNI 9095 specifica per i tavoli per video terminali:! larghezza: mm variabile in funzione degli apparecchi utilizzati;! profondità: mm variabile in funzione di distanza visiva ottimale e spazio tastiera;! altezza: 720 mm per tavolo non regolabile ; mm per tavolo regolabile;! vano gambe: larghezza minima 580 mm altezza 600 mm tra bordo inferiore esterno tavolo e terra: Per quanto riguarda il colore del piano di lavoro sono da evitare tavoli lucidi, bianchi o neri per evidenti problemi di riflessione e contrasto. Il sedile di lavoro deve essere stabile quindi è necessario che poggi su 5 ruote e sia girevole per assicurare oltre alla stabilità la libertà di movimento, si consiglia di non utilizzare sedili con braccioli. La poltroncina ergonomica deve avere le seguenti regolazioni:! sedile: alto - basso! schienale: alto - basso ed inclinazione (che va regolata tra i 90 e i 110 ). La poltroncina deve essere regolata in modo tale da poter assumere la posizione in figura. Lo schermo video non deve avere difetti come sfarfallii mancanza di luminosità o contrasto. In pratica i moderni monitor garantiscono uno standard qualitativo accettabile. Il monitor deve avere la regolazione alto-basso e destra sinistra al fine di orientare lo schermo ed eliminare i riflessi. Con apposito software può essere testato ogni tanto lo schermo determinando la leggibilità dei caratteri. La tastiera, né bianca né nera, deve essere inclinabile e dissociata dallo schermo, è necessario avere lo spazio davanti alla tastiera per appoggiare "le mani e le braccia dell utilizzatore", quindi è necessario avere una profondità del tavolo sufficiente. Gli accessori necessari sono:! il porta documenti per acquisizione dati che deve avere la regolazione alto-basso e destra-sinistra; 8

9 ! il poggiapiedi, che può essere necessario ad operatori di statura bassa, dovrà avere dimensioni adeguate: larghezza 45 cm, profondità 35 cm, inclinazione Per quanto riguarda la lampada localizzata nella postazione VDT se ne sconsiglia l uso a causa dei forti contrasti che si creano tra zone in ombra e illuminate e degli abbagliamenti che possono essere provocati alle postazioni di lavoro vicine. Se proprio è indispensabile la lampada localizzata cercare di illuminare, eventualmente con una seconda lampada, le parti in ombra che rientrano nel campo visivo dell operatore come la zona posteriore al monitor. Molti altri accessori che oggi si trovano in commercio non sono indispensabili, lo stesso schermo antiriflesso massicciamente usato può essere omesso se si posiziona la postazione di lavoro in modo adeguato. Un accessorio indispensabile, a volte trascurato, è un panno morbido e un detergente per pulire il monitor. Ambiente di lavoro Con questa dizione si vuol intendere sia l organizzazione spaziale dell ufficio che deve consentire ovviamente spazi di manovra sufficienti sia la colorazione dei mobili e delle pareti che deve essere tale da evitare i riflessi, colori estremi e superfici lucide. Tempi di lavoro Si è visto nella prima parte che i disturbi oculo-visivi e scheletrici derivano soprattutto dalla staticità delle posizioni di lavoro, è necessario pertanto che almeno ogni ora vi siano cambiamenti di posizione del corpo e che non si superino le 20 ore settimanali, mediante l alternanza con altri lavori. Tenuto conto di tale obbligo e delle prestazioni lavorative richieste al personale della scuola si ritiene non necessaria la nomina del medico competente. Al di là degli obblighi di legge si consiglia: quando possibile socchiudere le palpebre per 1 o 2 minuti ogni tanto seguire con lo sguardo il perimetro del soffitto ogni tanto rivolgere lo sguardo ad oggetti lontani oltre 6 metri (es. oltre la finestra); alternare il più possibile periodi di lavoro al VDT con altre attività, anche per pochi minuti nelle pause di lavoro non rimanere seduti ed evitare d impegnare la vista Ergonomia e regolazione apparecchiature La schiena deve essere mantenuta costantemente appoggiata allo schienale, le gambe piegate a 90, regolando l altezza del sedile, i piedi poggiati comodamente a terra o se necessario su apposito poggiapiedi, gli avambracci appoggiati nello spazio che deve rimanere libero tra tastiera e bordo tavolo (15 cm). Il monitor va orientato in modo tale da eliminare i riflessi sullo schermo e avere una distanza occhi-monitor di mm. Per essere più precisi le norme raccomandano cm con matrice di punti 5x7 e dimensione dei caratteri 2x3mm, cm con matrice di punti 7x9 e caratteri 2,2x4,5 mm. Lo schienale della sedia va regolato a e posizionato in altezza in modo tale da sostenere l intera zona lombare, l altezza della sedia e/o del monitor in modo tale che gli occhi siano all altezza del bordo superiore del monitor o poco più sopra, l illuminazione del posto di lavoro necessita di particolare attenzione, la risoluzione del monitor va scelta in base al software in uso, la luminosità e il contrasto del monitor vanno regolati. Visite mediche Gli addetti che lavorano ai VDT almeno 20 ore nell arco della settimana devono essere sottoposti a visita medica a cura del datore di lavoro secondo quanto disposto dall art. 55 del D.Lgs. 626/94 e dalla L 422/2000. Si consiglia comunque anche a chi non rientra nel dispositivo della legge di farsi controllare periodicamente la vista soprattutto dopo i 40 anni e, in caso di disturbi muscolo-scheletrici di consultare il proprio medico. Esercizi fisici La tendenza ad attività sedentarie e l assunzione di posture forzate riscontrabile in molti contesti della nostra vita spesso si somma all attività al VDT, rendendo indispensabile una attività fisica sistematica 8. SPETTACOLI A SCUOLA Descrizione Le rappresentazioni che si svolgono a scuola presentano di per sé rischi molto bassi che possono derivare da:! presenza di palco e/o attrezzature e materiali per la realizzazione delle scene! presenza e uso di apparecchiature elettriche microfoni, amplificatori, impianti HI-FI! elevato numero di genitori - spettatori. Fattori di rischio! Elettricità: possibilità di elettrocuzione dovuta a contatto con cavi elettrici, con rivestimento isolante non integro, oppure all assenza d idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico).! Attrezzature: la presenza di materiale ingombrante, in ambienti che solitamente sono vuoti, può aumentare il rischio di urti, tagli e abrasioni.! Illuminazione: l eccessivo affaticamento della vista e la possibilità d inciampare, scivolare o urtare contro 9

10 elementi sporgenti sono generalmente dovuti ad un livello non sufficiente dell illuminazione, più raramente alla presenza di elevati contrasti di luminosità nel campo visivo dovuti alla mancanza di tende parasole.! Gestione delle emergenze: il possibile affollamento dei locali in cui si svolgono le attività, potrebbe rendere non idonee le vie di fuga.! Movimentazione manuale dei carichi: l affaticamento potrebbe derivare dall esigenza di sollevare e spostare attrezzature di scena poco familiari e in tempi troppo rapidi.! Condizione microclimatica: l assenza o errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento e gli sbalzi sensibili da un ambiente all altro, sono dannosi per la salute Misure di prevenzione! divieto di utilizzo d impianti elettrici provvisori non rispondenti alle norme di sicurezza.! divieto di accatastamento, sia pure momentaneo, del materiale in corridoi e vie di transito.! predisposizione di condizioni microclimatiche di condizionamento/riscaldamento favorevoli.! verifica dell adeguatezza delle vie di fuga in base agli affollamenti massimi previsti. 9. VISITE GUIDATE Descrizione Tutte le attività che si volgono al di fuori dei locali scolastici, deliberate dagli organi collegiali e autorizzate dalle famiglie degli alunni. Fattori di rischio:! abbigliamento: se inadeguato può provocare danni alla salute, si suggerisce a strati e con scarpe comode;! mancato rispetto delle regole: può costituire un rischio per l incolumità personale e per quella di altri si suggerisce di sollecitare frequentemente gli alunni al rispetto delle regole: avviarsi al pullman senza correre, salire in modo ordinato, non spingere, prendere posto e rimanere seduti durante il percorso, non parlare a voce alta o infastidire gli altri, non mangiare e bere sul pullman, ascoltare con attenzione i docenti, non sporgersi da finestrini, non sbattere porte, non scherzare in modo pericoloso, chiedere agli insegnanti le autorizzazioni;! percorsi pedonali: rischio di essere investiti da mezzi di trasporto, vigilare affinché gli alunni procedano sempre con il gruppo di compagni e insegnanti e richiedano sempre l autorizzazione per allontanarsi;! uso di servizi: possibili rischi dovuti alle strutture o alle persone presenti, è necessario l accompagnamento degli alunni per piccoli gruppi e una previa verifica dei luoghi; Misure di prevenzione:! puntuale e dettagliata definizione del programma delle attività, anche dei tempi di riposo e svago.! informazione degli alunni sulle regole di comportamento, poche e chiare, e sulle sanzioni! intensificazione della vigilanza in particolari momenti e verifica costante dei comportamenti degli alunni 14. INFORMAZIONE E FORMAZIONE L informazione continua e costante come la formazione permanente sono presupposti indispensabili per la costruzione di un clima di attenzione vigile alla prevenzione e per l assunzione di comportamenti corretti e responsabili nelle situazioni di emergenza. Da ciò discende sia l obbligo di formare, sufficientemente e adeguatamente, i coordinatori succitati alle mansioni da svolgere sia l opportunità di nominare gli stessi addetti al servizio di prevenzione e protezione, previa acquisizione dello specifico attestato di formazione. Al personale scolastico saranno garantite le seguenti attività di formazione:! corso per il RLS! corso per gli ASPP! corso annuale per tutto il personale: o sui rischi presenti a scuola o sui contenuti previsti dall art. 1 del D.M ;! aggiornamento della formazione per i lavoratori designati addetti al pronto soccorso: o con cadenza triennale per quanto attiene intervento pratico (art.3 5 D388/2003);! aggiornamento della formazione per i lavoratori designati addetti alla prevenzione incendi: o (per analogia con gli addetti al pronto soccorso) con cadenza triennale per quanto attiene l intervento pratico. 10

11 15. ADDETTI AL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE 1. De Sio Iolanda Formazione D.Lgs 626/94 2. Ferraro Angelina 3. Clarizia Antonietta 4. Fragole Maria modulo A e B 16. PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE Il D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Testo Unico sulla Sicurezza) impone all art. 189 i seguenti valori: I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a: a) valori limite di esposizione rispettivamente LEX = 87 db(a) e ppeak = 200 Pa (140 db(c) riferito a 20 µpa); b) valori superiori di azione: rispettivamente LEX = 85 db(a) e ppeak = 140 Pa (137 db(c) riferito a 20 µpa); c) valori inferiori di azione: rispettivamente LEX = 80 db(a) e ppeak = 112 Pa (135 db(c) riferito a 20 µpa). Considerando che il valore in db(a) di una conversazione si attesta intorno 60 db(a) (a tale proposito si veda si ritiene realistico che nell attività scolastica non si superi il valore di 80 db(a) per il Lex/8h e il valore di 135 db(c) per la pressione acustica di picco. 17. Elenco dei D.P.I. da fornire al personale A.T.A. Al personale A.T.A. è consigliabile fornire: Dispositivi di Protezione delle Vie Respiratorie: Mascherine antipolvere Dispositivi di Protezione delle Mani e delle Braccia:Guanti in cotone e/o in lattice 18. Stress Lavoro Correlato Per quanto riguarda la valutazione dello Stress Lavoro Correlato è stata prodotta adeguata relazione. 11

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