ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra)
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1 ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) La GESTIONE (operazioni che l azienda compie per raggiungere i suoi fini) può essere: ORDINARIA (per un impresa ristorativa è far da mangiare) STRAORDINARIA (eventi eccezionali, es: va a fuoco il forno) Ovvero la gestione CARATTERISTICA. Esistono inoltre: la gestione PATRIMONIALE (es: affitto della sala) la gestione FINANZIARIA (cioè la gestione dei soldi. Se ne ho in più li investo, se ne ho in meno chiedo dei prestiti con interessi attivi e passivi). Un azienda ha equilibrio economico se i RICAVI sono maggiori dei COSTI (R C). R C risultato economico positivo = UTILE; se negativo ho una PERDITA! L equilibrio economico va analizzato alla fine di ogni anno (ho venduto ciò che ho prodotto? R C); quello finanziario (quando ho ENTRATE USCITE) da analizzare giornalmente e quello patrimoniale (i beni a disposizione dell imprenditore ATTIVITÁ e PASSIVITÁ cioè i debiti) da vedere alla fine dell attività stessa. Il REDDITO D ESERCIZIO riguarda l attività che avete fatto; ci sono 2 REDDITI: GLOBALE che è determinato da patrimonio finale patrimonio iniziale. D ESERCIZIO è quello dell anno; si può vedere facendo la sottrazione tra il patrimonio dall inizio dell anno e alla fine, oppure fare così
2 R (ricavi) C (costi) si chiama reddito analitico/ si analizzano le singole operazioni e si vede se c è stato un utile Ma scendiamo nel particolare e analizziamo i due elementi sopra citati che costituiscono il reddito. I RICAVI sono ciò che riceviamo dalla vendita di beni e dalla prestazione di servizi. Da qui infatti possiamo avere: sotto l aspetto finanziario, un entrata di denaro immediata o futura (cioè un credito) sotto l aspetto economico, il conseguimento di un ricavo I ricavi delle imprese turistico ristorative possono essere classificati in: ricavi tipici (far da mangiare) ricavi accessori (affitto la sala) ricavi finanziari (ad esempio gli interessi attivi bancari) I COSTI sono gli oneri sostenuti per acquisire i fattori produttivi (acquisto materie prime) necessari all attività aziendale. Il costo è il bene che possiamo usare, non i soldi! I soldi mi servono per misurare il costo. Acquistare un fattore produttivo può dare: sotto l aspetto finanziario, un uscita di denaro immediata o futura (cioè un debito) sotto l aspetto economico, il sostenimento di un costo I costi si classificano in base: MATERIE PRIME alla NATURA LAVORO ENERGIA costi D ESERCIZIO alla DURATA costi PLURIENNALI
3 costi FISSI alla QUANTITÁ DI PRODUZIONE costi VARIABILI costi SEMIVARIABILI costi SPECIFICI O DIRETTI ai PRODOTTI costi COMUNI O INDIRETTI (per gli esempi e i grafici dei costi sopra descritti vedere da pag 123 a pag 127 del libro) di PRODUZIONE (il lavoratore) alla FUNZIONE AZIENDALE di VENDITA (se ho chi si occupa delle vendite) AMMINISTRATIVI (il commercialista) FINANZIARI (sono gli interessi che pago) TRIBUTARI (le imposte) STRAORDINARI (il forno che ha preso fuoco) ai FATTORI PRODUTTIVI A CUI SI RIFERISCONO REALI FIGURATIVI
4 GRAFICI DI RIFERIMENTO CT = c.v * q +C.F c.f costo variabile q 0 COSTO MEDIO c.m = CT/ q costo medio 0 q q+1 q Se voglio fare 1001 prodotti, il costo marginale mi dice quanto mi costa produrre quell unità in più. COSTO MARGINALE = CT q+1 CTq Il senso è verificare il costo di quell unità in più e se conviene oppure no. Nel grafico la stella blu rappresenta il punto al di sopra della quale non conviene produrre perché aumenta anche il costo medio.
5 FULL COSTING: ripartire i costi secondo criteri soggettivi Serve per trovare il costo pieno. Vado ad attribuire al costo non solo il costo d origine per le materie prime e il costo specifico, ma vado ad aggiungere anche i costi indiretti o comuni. Devo trovare il costo complessivo su quel piatto per vedere se sono in perdita. Es: tagliatelle al tartufo. Quanto costano le materie prime (le tagliatelle e il tartufo); poi aggiungo il costo del lavoro (costo specifico). Poi avrò i costi comuni (luce, gas, attrezzature) da attribuire al piatto. Come faccio a trovare la quota dei costi comuni che sono di competenza di quel piatto? Con i coefficienti di moltiplicazione, oppure con la proporzione seguente costi diretti : costi comuni = 100 : x (i costi li prendo dai libri contabili) Es del libro: ogni 100 euro di costi diretti abbiamo 27,78 euro di costi indiretti. 5 costi variabili *28 %= 1,40 è il COSTO COMUNE che vado ad aggiungere ai miei 100 euro e trovo il COSTO COMPLESSIVO. Altri sistemi per come ripartire i costi: sempre delle proporzioni ma con altri criteri. Es: voglio ripartire il costo dell elettricità, potrei ripartirlo in base alle ore in cui lavorano i forni. Se sono un azienda voglio avere un utile che trovo facendo ricavi meno costi e i primi devono risultare maggiori dei secondi. R C (Prezzo di vendita*q) (Cf + c.variabile *q) Dipende dal mercato/quali sono i concorrenti? q la aumento se riesco con una campagna di marketing a convincere la clientela.
6 La gestione economica II parte Costo fisso: non cambia al variare della produzione (es: riscaldamento in hotel a prescindere dal n dei clienti) costo variabile: variano al variare della quantità che si produce (es: i consumi della pulizia delle camere occupate, o i costi della colazione) costi totali = costi fissi + costi variabili costo medio = costo totale / quantità Configurazioni dei costi I costi possono essere, abbiamo detto, reali o figurativi. I costi si possono anche classificare in base al loro grado di aggregazione, cioè man mano che li sommo do dei nomi un po diversi. COSTO PRIMO: il costo che ho sostenuto solo per l acquisto delle materie prime (es: costi direttamente inseribili in una pasta asciutta), direttamente riferibili all oggetto. Se al costo primo vado ad aggiungere anche componenti che ad esempio riguardano il lavoro, l energia o il riscaldamento troviamo il COSTO COMPLESSIVO, se a questi aggiungiamo gli oneri figurativi troviamo il COSTO ECONOMICO TECNICO. Fino al costo complessivo noi abbiamo sempre sostenuto costi reali (pasta, sugo, lavoro); quando invece trovo quello economico - tecnico i costi che considero non sono reali, ma comunque ne devo tener conto (ad esempio il compenso del proprietario, che lui deve ricavare per il lavoro che fa). Gli oneri figurativi = stipendi figurativi cioè quello dell imprenditore; compenso l affitto figurativo nel caso in cui i muri sono i miei per pagarci l IMU; interessi di computo cioè i soldi che il proprietario ha messo per avviare l attività. Quello che avanza dalla somma di tutti i costi è il PROFITTO = qualcosa che è in più. Quando decido il prezzo di vendita devo coprire tutti i costi complessivi; se il prezzo è più alto copro anche gli oneri figurativi e se è ancora di più ho il profitto. Come faccio a fissare il prezzo di vendita? Devo certamente guardare la concorrenza: quindi il prezzo dipenderà dai costi, ma anche dal confronto con il mercato.
7 Riferire il costo all oggetto si chiama IMPUTAZIONE. Ci sono due metodi: full costing: costo pieno (pag 5 di questo doc) direct costing più costi messi insieme (macchinari+costo materie ecc) Confrontando il costo pieno con i ricavi si hanno informazioni su come il prodotto contribuisca a creare un utile. sui costi prettamenti riferibili all oggetto Costi fissi specifici; dal confronto tra il costo del prodotto e i suoi ricavi ottengo il margine di contribuzione che mi dice qual è la capacità del prodotto di coprire i costi indiretti.
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