RACCONTO TRATTO DAL LIBRO. DONNE CHE RACCONTANO IL LAVORO a cura di

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1 RACCONTO TRATTO DAL LIBRO DONNE CHE RACCONTANO IL LAVORO a cura di Roberta Griffini, Francesca Matichecchia, Debora Roversi, Marzia Tanzini Disegno di Pat Carra Filcams Cgil Milano

2 GIULIA commessa à la page Ho ventisette anni e lavoro per un importante marchio di abbigliamento statunitense che ha un unico negozio in Italia, quello di Milano dove io faccio la commessa. Quando si lavora nel fashion system In realtà devo occuparmi della merce, dalla sistemazione dei capi in magazzino al riassortimento in negozio, ma non sono esattamente l addetta alle vendite. In base alle nostre mansioni, e non solo, noi siamo divisi in: Overnight: cioè quei dipendenti che lavorano solo di notte e che hanno il compito di risistemare e ripiegare tutta la merce in negozio alla perfezione, seguendo gli standard aziendali e anche di esporre la merce che arriva e inserirla in magazzino. Impact: è quello che faccio io, occupandomi dei capi sia in magazzino che in negozio, ma di giorno, quindi a negozio aperto. Model: sono i veri assistenti alla vendita, quelli che aiutano il cliente; si chiamano così perché devono più di altri possedere requisiti fisici ben specifici. Cashier: sono i cassieri e si occupano solo della cassa. Stylist: chi si occupa della coordinazione dei capi, delle luci, del profumo, insomma tutto quello che riguarda l estetica del negozio. Manager: sono i direttori di negozio. In generale tutti i lavoratori devono rispondere a dei requisiti fisici stabiliti dall azienda, qualcuno di più come i model o come i ragazzi che stanno tutto il giorno all ingresso del negozio e il loro compito è quello di fare foto con i clienti; loro devono avere una determinata larghezza di spalle, gli addominali scolpiti (perché questi ragazzi stanno a petto nudo), un certo peso e una certa altezza; qualcuno di meno, ma tutti i lavoratori devono essere in un certo modo o rispettare alla precisione le indicazioni aziendali inerenti all aspetto fisico: una ragazza per esempio non deve essere molto truccata per avere un look che sembri naturale, le unghie non devono essere più lunghe di un tot di millimetri, non devono essere eccessivamente colorate, i capelli devono essere 2

3 lunghi, senza acconciature o tinte particolari, non si possono indossare accessori. Se una mattina ti svegli e decidi di tagliarti i capelli o tingerli corri il rischio di essere sospesa, perché non rientri in quella che loro chiamano la look policy. Per capire cosa si intende per look policy l azienda ti mette a disposizione un libro in cui c è scritto quello che è permesso e quello che non è assolutamente permesso. non è un posto per vecchi Sicuramente loro già dal colloquio selezionano anche in base all aspetto fisico; in alcuni casi per trovare personale con questi requisiti, alcuni dipendenti dell azienda, credo dell ufficio del personale, vanno in giro per la città a cercare ragazzi e ragazze a cui poi fare un colloquio; per essere assunti non bisogna portare il curriculum vitae come è usuale fare altrove, ma recarsi in negozio e inserire su dei computer i tuoi dati e le informazioni richieste. Oltre all aspetto fisico non bisogna essere troppo vecchi, per farvi capire io sono tra i più anziani; l età media, escludendo i manager che sono più grandi, credo sia 20/21 anni. Il problema potrebbe porsi nel caso in cui un lavoratore venisse assunto con certi requisiti che poi nel corso del tempo cambiano; è capitato ad uno di quei ragazzi che stanno alla porta a petto nudo a fare foto, di perdere durante le vacanze alcuni dei requisiti fondamentali per l azienda: è stato spostato da lì e mandato a fare il commesso normale ai piani, finché non avesse recuperato il fisico di prima; appena questo ragazzo ha ritenuto di essere tornato in forma è salito agli uffici del quarto piano, è stato fatto denudare, gli hanno preso le misure, fatto una foto e mandata in home office (l ufficio in America); una volta ricevuto l ok di home office è potuto tornare a lavorare alla porta. Sicuramente per noi donne il rischio è maggiore, pensiamo infatti ad una maternità durante la quale il fisico per forza di cose si stravolge; per adesso non è capitato che una model rimanesse incinta, quindi non so come l azienda si comporterebbe, per ora ho visto solo impact con il pancione che, considerando già la loro mansione di addette al magazzino, sono state messe a lavorare fisse lì, anche per poter stare sedute; non so dire se la decisione di metterle fisse in magazzino sia stata più legata alla loro salute e sicurezza o anche ad un discorso di immagine, probabilmente 3

4 ad entrambi i motivi. Quasi nessuno invece si pone il problema del cambiamento del corpo legato all invecchiamento, semplicemente perché, credo, il 90% dei dipendenti non ha intenzione di stare a lungo qui, anche perché per poter crescere bisogna avere una laurea, di qualsiasi tipo ma una laurea, se no non è possibile neanche diventare manager, quindi non puoi coltivare molte ambizioni e poi è un lavoro molto ripetitivo e poco stimolante. Nel quotidiano sono i manager a decidere se il tuo look è conforme o no al regolamento aziendale ed è capitato che chi è arrivato al lavoro acconciato in modo non adeguato venisse allontanato. Ricordo che una ragazza qualche giorno prima di andare in ferie si era fatta fare la ricostruzione alla unghie e una volta arrivata in negozio è stata mandata a casa. Questo è scritto sul contratto? No, non è scritto sul nostro contratto, bensì in una specie di regolamento aziendale. La politica aziendale di avere dei lavoratori modelli o che comunque rispondano a degli standard nasce secondo me dalla scelta di non fare la classica pubblicità con cartelloni, in tv o sui giornali con modelli famosi ecc., ma di farsi pubblicità attraverso il negozio, quindi attraverso i dipendenti; per questo motivo l immagine è così importante. E per questo si pone attenzione non solo ai dipendenti, ma anche all esposizione e alla coordinazione dei capi che non è mai casuale e che molto frequentemente viene modificata per far credere al cliente di trovare cose nuove e invogliarlo a comprare; secondo me questo crea un po di confusione nei clienti che magari sono passati qualche giorno prima e hanno trovato una felpa in un posto e ora è in tutt altro: il negozio è molto grande e questo metodo disorienta anche noi lavoratori. Funziona di più per attirare clienti la scelta di puntare sull immagine dei dipendenti, anche perché la nostra clientela è prevalentemente molto giovane e il ragazzo di diciott anni è incentivato ad entrare in questo negozio dove per fama ci sono i commessi-modelli che ti salutano ballando, parlando in inglese, vestiti tutti carini. oggi ti chiamo, domani no Anche l organizzazione dei turni avviene in modo inusuale rispetto ad altre catene di abbigliamento, infatti siamo noi a 4

5 inserire a computer le nostre disponibilità settimanali, sia di giorni che di orario, e in base a queste disponibilità, nel limite del possibile, vengono fatti i turni. Ovviamente per organizzare gli orari in questo modo e avere sempre il negozio coperto è necessario essere in molti, infatti siamo circa in 900. Alcuni di questi 900 hanno un contratto a zero ore, cioè non sono obbligati a fare un tot di ore a settimana o al mese, ma sono diciamo dei tappabuchi, cioè quando servono vengono inseriti e quando non servono stanno a casa. Anche loro inseriscono le loro disponibilità con lo stesso meccanismo nostro; ipoteticamente uno zero ore può stare mesi senza essere chiamato e quindi senza lavorare. Per quanto riguarda le mansioni l azienda è molto rigida e precisa, c è una divisione molto netta delle attività lavorative, non solo tra model, impact, manager, ma anche all interno dello stesso gruppo; per esempio nel mio c è chi si occupa di prendere i capi venduti in magazzino, c è chi fisicamente li trasporta dal magazzino al negozio e c è chi li inserisce e li piega in reparto e così via. Credo che si tratti di un organizzazione tipicamente americana, che ricorda una catena di montaggio, il problema è che al minimo inconveniente crolla o si blocca tutto. Una pratica utile, invece, è quella di parlare in inglese, non solo nel gergo aziendale ma spesso anche tra di noi. Ai livelli più alti è obbligatorio sapere e parlare l inglese, anche perché alcune figure importanti arrivano dall America o da altri Stati e quindi non sanno l italiano. Tra di noi non è obbligatorio, ma è consigliato perché il saluto ai clienti va fatto in inglese, anche se spesso alcuni non capiscono, e poi, essendoci dipendenti che provengono da tantissimi paesi diversi, è comodo per comunicare tra di noi e capirci più facilmente. 5

6 Divise promiscue Un obbligo vero e proprio è quello di indossare una divisa che è diversa in base a quella divisione che facevo all inizio: impact, cassiere e stylist hanno jeans e polo, mentre i model in questo momento, e fino al cambio di stagione, hanno un vestitino le donne e una camicia e jeans gli uomini; entrambi portano ai piedi le infradito. Fino ad un po di tempo fa non solo i model ma anche noi che lavoriamo molto tempo in magazzino avevamo le infradito; poi dopo parecchie lamentele e dopo che qualcuno si è anche fatto male, ci hanno permesso di indossare le all stars. Le scarpe, le infradito e la divisa vanno ritirate presso la lavanderia del negozio e questo non è molto igienico; i capi infatti non sempre vengono lavati. Per esempio, io che porto la taglia small, finisco il turno e lascio la divisa in lavanderia; subito dopo arriva un altra ragazza che porta la small e prende la mia, usata fino a due minuti prima. Per le scarpe ancora peggio perché non credo vengano mai lavate, ma vengono depositate da noi, dopo aver lavorato, in due cestoni divisi per numero e poi vengono prese sempre da questi cestoni da chi vien dopo e così via. L uso di vestiti e calzature non lavati o non ben lavati ha portato anche alla diffusioni di alcune malattia, per fortuna non gravi, ma fastidiose. Anche in questo caso, dopo molte proteste e anche l intervento del sindacato, almeno noi impact abbiamo ottenuto di poter portare a casa la divisa per lavarla. I model invece continuano a lavorare in infradito e a non poter lavare a casa la divisa. Ma la cosa che non riesco proprio ad accettare è che le divisioni lavorative devono essere, in un certo modo, rispettate anche al di fuori del lavoro perché ci è vietato frequentare nella nostra vita privata un dipendente che sia di livello superiore al nostro. È una cosa orribile, perché è normale che quando si passano molte ore della propria giornata in negozio si instaurino dei rapporti e non riesco a capire perché non sia possibile coltivarli fuori o, se si vuole comunque, occorra farlo di nascosto. Una cosa invece positiva è la possibilità per noi lavoratori di inviare dei reclami in modo anonimo; l azienda fa delle indagini e delle verifiche e, nel caso in cui siano fondati, prende provvedimenti. È successo, per esempio, che dopo aver ricevuto molte segnalazioni riguardo al comportamento poco professionale di un manager, l azienda ha provveduto a richiamarlo e lo ha spostato in un altro negozio. 6

7 non vivrò di solo look Ormai sono quasi tre anni che lavoro in questo negozio, ho un. contratto di 20 ore, ma non lo vedo come il lavoro della mia vita La mia passione è quella di creare gioielli e sto cercando di fare di questa mia passione un lavoro. Dopo la maturità al liceo artistico ho fatto un corso di bigiotteria che però non mi ha soddisfatto molto; sentivo un forte interesse e curiosità verso il mondo dei gioielli e così, dopo qualche tempo, mi sono iscritta ad una scuola specializzata, dove ho fatto diversi corsi per una durata totale di due anni. Finita la scuola ho provato a mandare molti curriculum ma con scarsi risultati perché è un settore che sta sentendo molto la crisi, molte gioiellerie chiudono o non assumono. A quel punto ho deciso di aprire un sito e-commerce dove vendo le mie creazioni; questo progetto è ancora all inizio perché non è semplice, ma spero di arrivare al punto di potermi mantenere vendendo i miei gioielli e di poter lasciare il lavoro da commessa. Quello che faccio, anche se non mi piace molto, mi fa comodo perché posso investire il mio stipendio per la costruzione del sito oltre che per mantenermi; inoltre l orario ridotto e i miei turni che sono quasi sempre mattutini mi permettono di avere il tempo per seguire questo mio progetto. Anche se la situazione del Paese non è delle migliori, spero proprio di riuscire a realizzare questo mio sogno che ormai sta prendendo piede, perché vorrei poter fare qualcosa che mi piace e non vorrei accontentarmi. 7