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1 teatro di banco spettacoli per le scuole

2 L essenziale è invisibile agli occhi non si vede bene che col cuore scritto e diretto da Carmine Califano liberamente tratto dal racconto di Antoine de Saint-Exupéry Il Piccolo Principe durata ca tempo L essenziale è invisibile agli occhi è il nostro adattamento teatrale di una tra le opere letterarie più celebri e vendute del XX secolo (tradotto in più di 220 lingue stampato in oltre 134 milioni di copie) : IL PICCOLO PRINCIPE scritto da Antoine de Saint-Exupéry. È un racconto molto poetico che, nella forma di un'opera letteraria per ragazzi, affronta temi come il senso della vita e il significato dell'amore e dell'amicizia. Quasi una sorta di educazione sentimentale, qualcuno ha detto! Un pilota di aereo, precipitato nel deserto del Sahara, incontra un ragazzo che fa strane domande e curiose richieste. Si rivelerà come il principe di un lontano asteroide, sul quale abita da solo con una piccola rosa, molto vanitosa. Nel suo vagare per lo spazio, il ragazzo ha conosciuto strani personaggi, che gli hanno insegnato nel bene e nel male molte cose. Scopre, ora che è lontano, quanto voglia bene al fiore lasciato sul suo pianeta, nonostante spesso non si capissero. Ora, dopo il suo lungo viaggio, vuole ritornare dalla sua rosa, anche se questo lo costringerà ad una scelta dolorosa. Piccolo Principe affronta - riscontrando ampio apprezzamento da grandi e piccini - temi che si prefiggono di testimoniare l'attualità e la valenza dei principi di amicizia, di senso del dovere, di onestà, di amore per gli altri, per la propria terra, per le cose semplici. Nelle occasioni in cui abbiamo presentato per le Scuole lo spettacolo, grazie anche al feedback degli insegnanti, è stato possibile notare come si fossero aperte ai ragazzi una serie di "finestre" di riflessione su tematiche fondamentali per la vita dell'uomo, e a maggior ragione in un periodo di crescita com'è quello in cui si trovano. Guidati dall'insegnante, infatti, hanno riflettuto con serietà su tematiche come l'amicizia, l'amore, il rapporto con il mondo degli adulti, l'importanza della fantasia, la solitudine della società contemporanea, la morte. Il significato e la trama in questa nostra messa-in-scena hanno il sopravvento sulla performance teatrale lasciata quasi in secondo piano. Ciò che abbiamo ritenuto essenziale è stato rendere semplice l aspetto narrativo necessario a far scaturire emozioni sia ai grandi che ai piccoli, stimolando alla lettura (o rilettura) del racconto. Oltre all aspetto favolistico della messa in scena attraverso il quale i ragazzi dovranno mettere in campo la propria fantasia, ci si serve di proiezioni ed inserti video proprio per richiamare ciò che il libro contiene a corollario del racconto. La scenografia, come in tutte le messe in scena della Compagnia, è essenziale al fine di catturare l attenzione degli spettatori sul contenuto. Allo stesso modo, si è scelto di rappresentare i vari personaggi con degli elementi caratterizzanti minimalisti anziché con precisi costumi affinché possano essere facilmente riproducibili, una volta tornati a casa, dai piccoli spettatori nei loro giochi collettivi. E questo anche per rendere il Teatro un arte comunicativa e diffusa il più possibile: recitare è giocare! ecco alcuni obiettivi che possono avviare una riflessione e un collegamento didattico prima e/o dopo la 1) scrutare dentro di sé per portare alla luce una miniera di sentimenti e sensazioni, a volte difficili da esprimere; 2) l importanza di ascoltare gli altri ed aiutarli a raccontare ciò che è dentro di loro; 3) come affrontare lo smarrimento di un momento, uno stato d'animo, lo sbigottimento davanti all'imprevisto o all'incomprensibile. Fascia d età: Scuole Elementari e Medie Inferiori (tutte le classi)

3 VOLARE NON COSTA NIENTE scritto e diretto da Carmine Califano Favola in musica liberamente tratto dal racconto di Luis Sepùlveda Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare durata ca tempo Volare non costa niente è una favola in musica liberamente adattata ed ispirata al famoso racconto di Sepùlveda Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Una gabbiana, in volo di trasferimento durante le migrazioni stagionali con il suo stormo, fiondatasi in mare per cibarsi di aringhe, rimane intrappolata nel petrolio fuoriuscito dalla cisterna di una nave. La sostanza inquinante si appiccica alle ali dell animale costringendola a planare pesantemente nel porto di Amburgo senza la possibilità di riprendere il volo. Prima di morire, la gabbiana affida al gatto Zorba incontrato per caso, l uovo che porta in pancia strappandogli la promessa di prendersene cura. Zorba ed i suoi amici gatti, tra tante difficoltà, riusciranno infine - aiutati da un umano - a far spiccare il primo volo alla piccola gabbianella. Volare non costa niente affronta in primo luogo il tema dell' inquinamento ambientale, causa scatenante dell intera vicenda. Il secondo ed attualissimo tema toccato dallo spettacolo è quello dell accoglienza dell altro, del diverso da sé. In questo caso si tratta letteralmente di un altra razza! Infine, la vicenda restituisce all uomo (l unico umano presente nello spettacolo che, non a caso, è un poeta) il ruolo di buono capace di aiutare gli animali in difficoltà. Il significato e la trama in questa nostra messa-in-scena tratta dal fortunato racconto di Luis Sepùlveda hanno il sopravvento sulla performance teatrale lasciata quasi in secondo piano. Infatti, pur avendo per protagonisti gli animali, con caratterizzazioni spesso esilaranti com è nella tradizione latino-americana che abbiamo trovato simile a quella campana sotto certi aspetti, è stato fatto ogni sforzo per rendere con la semplicità necessaria ad emozionare sia i grandi che i piccoli puntando sull elemento favolistico. Si è scelta la strada del teatro-canzone inserendo nella drammaturgia alcune canzoni come parte integrante del testo. Esse raccontano più di ogni altro elemento lo sviluppo della vicenda. Viene inoltre utilizzata una proiezione di ombre cinesi per rendere più fantastico e mutante il setting narrativo. Come in tutte le messe in scena della Compagnia, la scenografia è essenziale e scarna lasciando che siano oggetti ingombranti e semoventi a fare da cornice di ambientazione che varia di volta in volta. Si è scelto di raffigurare gli animali attraverso semplici costumi sicché possano essere facilmente riproducibili, una volta tornati a casa, dai piccoli spettatori nei loro giochi collettivi. Tale scelta è anche il tentativo di una rappresentazione umanizzata dei vari personaggi. ecco alcune domande che possono avviare una riflessione e un collegamento didattico prima e/o dopo la 1) Cosa accade quando in mare si rovescia una petroliera, o quando semplicemente le petroliere lavano in mare le proprie cisterne una volta scaricato il petrolio? Da questo interrogativo si può aprire tutta una discussione sull inquinamento ambientale 2) Ci hai aiutato a comprendere e voler bene chi è diverso da noi. Con queste parole il gatto Zorba saluta la gabbianella. Come ci poniamo con chi è diverso da noi? 3) Ricordati, vola solo chi osa farlo dice ancora Zorba a Fortunata che ha paura di spiccare il suo primo volo. Come ci si pone di fronte alle difficoltà, a ciò che non conosciamo? Abbiamo mai paura di non raggiungere i traguardi che abbiamo davanti? Chi ci aiuta o a chi chiediamo aiuto? Fascia d età: Scuole Elementari e Medie Inferiori (tutte le classi)

4 MIGRANTI di Carmine Califano regia Carmine Califano durata ca tempo migranti è fatto di testimonianze autentiche: dei nostri emigranti del secolo scorso; dei giovani ragazzi rom e magrebini processati dai tribunali italiani in questo secolo. È fatto di canzoni, danze con leggerezza! Nella prima parte viene descritto quello che abbiamo trovato guardando nell album di famiglia, sopratutto di noi del sud Italia: foto ingiallite di nonni emigrati in America, in Argentina e più tardi in Belgio, Svizzera, Germania... foto di una umanità ammassata su piroscafi dai nomi affascinanti; lettere dolenti dalla calligrafia incerta nelle quali leggere di sogni e speranze. Nella seconda parte si racconta qualcosa in più sugli STRANIERI che arrivano in Italia ammassati sui gommoni, in balia del nulla, alla ricerca di sogni lo spettacolo affronta il tema dell' integrazione razziale, tema attuale e dibattuto che uno spettacolo teatrale certo non può risolvere. È il tentativo di gettare un ponte tra culture, di chiedersi se vanno alzati muri o piuttosto fare tutti i tentativi possibili per abbatterli i muri. Abbiamo provato com-passione: una compassione propria alla sensibilità dell artista...non più Erode di Erode.... Ed ancora un altro ponte era necessario lanciare: quello per comprendere culture diverse dalla nostra. Senza questa conoscenza ci sembrava impossibile immaginare qualsiasi forma di accoglienza. Impossibile confrontarsi e cercare di capirsi. la struttura dello spettacolo ha nella continuità di azione, di sentimento, di energia la sua forza coinvolgente, anche quando salta improvvisamente da un secolo ad un altro, da un angolo visuale ad un altro. La scelta di una messa in scena che segue il nostro percorso di questi ultimi anni, cioè inserire movimenti e gesti rituali, rievocativi, ha fatto sì che lo spettacolo acquistasse forza narrativa anche senza raccontare un fatto preciso. Tutto questo attraverso il lavoro collettivo di improvvisazione che ha sovrastato la parte di drammatizzazione e recitazione vera e propria. lo spettacolo è strutturato su una drammaturgia di narrazione teatrale che si basa prevalentemente sul lavoro d attore. Inoltre grande rilevanza è data alla musica ed ai movimenti che su questa descrivono e risaltano il pathos narrativo, rendendo seguibile la vicenda anche ad un pubblico meno abituato al Teatro. la drammaturgia, nata dall elaborazione scenica, ha portato al concetto di assenza, ovvero di un allestimento scenografico che nasce dalle necessità e non dalla rappresentazione estetica. Così la scenografia è anonima, lasciata alla quadratura nera del teatro. I costumi si arricchiscono di volta in volta di elementi che diventano, nello scorrere della narrazione, simbolici. ecco alcune domande che possono avviare una riflessione e un collegamento didattico prima e/o dopo la 1) Come ci si pone nei confronti di coloro che hanno un diverso colore della pelle, provengono da altri Paesi, parlano un altra lingua? 2) Da dove nasce la paura nei confronti di chi è diverso da noi? 3) (poiché nello spettacolo si racconta un matrimonio ROM) Cosa si pensa della condizione della donna in Italia e nelle altre culture non occidentali? 4) L acqua è un bene prezioso a cui milioni di uomini e donne non hanno ancora accesso. Fascia d età: Scuole Medie inf. (classi II e III) - Scuole Superiori

5 CARNE E MACIELLO di Carmine Califano regia Carmine Califano durata ca tempo carne e maciello è un grido disperato contro l indifferenza con la quale si assiste in Italia ai tanti morti sul lavoro. Come per tutti i nostri spettacoli di impegno civile e sociale che si rivolgono anche ad un pubblico giovane, non esiste una storia con i suoi canoni narrativi. Il tentativo, pur usando una drammaturgia molto semplice che addirittura parte dalla citazione di un antica poesia in dialetto napoletano, è quello di immedesimarsi almeno per un attimo nel dolore di chi rimane - generalmente una moglie e dei figli - per comprendere la difficoltà di elaborare un dolore inatteso che colpisce persone spesso giovani. il tema principale che lo spettacolo affronta è quello della sicurezza sui luoghi di lavoro. Naturalmente da sola la sicurezza non potrebbe risolvere il problema. Il problema richiama alla mancanza di ispettori del lavoro, alla immoralità di alcuni datori di lavoro, al lavoro nero, al lavoro precario, al lavoro negato alla bellezza dei luoghi di lavoro, al tempo ed alla qualità di questo tempo dedicato al lavoro! Oltre tutto questo, ciò che ci spinge a proporre carne e maciello è l indifferenza con la quale è affrontato generalmente il problema, spesso lasciato al commento in poche frasi dei tg o alle poche righe sui giornali. Riteniamo invece che ai giovani ed ai ragazzi, accanto ai morti di Auschwitz e della shoah, vengano proposte riflessioni anche sui morti (una media di 4 al giorno) di una guerra silenziosa che nessuno ha dichiarato. la drammaturgia si ispira ad un lavoro di ricerca fatto dagli attori su fatti di cronaca realmente accaduti. Si è partiti dalle testimonianze dei familiari o dei compagni di lavoro di alcune vittime per farne una rielaborazione partita da improvvisazioni eseguite in laboratorio e man mano sempre più spinte verso una elaborazione strutturata in forma di spettacolo. una recitazione no-fictional, quasi una improvvisazione costante, rende una rappresentazione diversa dall altra nei limiti di una messa in scena precisa e determinata che si appoggia sul tempo scandito dalla colonna sonora. Questi elementi simbolico-narrativi sono quasi in dissintonia con il testo molto chiaro, diremmo semplice, attraverso il quale vengono presentate alcune storie, meno di quante vorremmo in verità, assunte a simbolo di tutte le altre tragedie. la scenografia rappresenta un qualsiasi cantiere, una impalcatura dove si colloca l attimo tra la vita e la morte. Tubi corrono da un capo all altro della scena sulla quale uomini inerti, si dilaniano al cospetto di oggetti di lavoro rumorosi che presentano l ambiente come anticamera di un ipotetico inferno di metallo. I costumi sono costituiti da abiti da lavoro che gli attori smettono/cambiano di volta in volta. : ecco alcune domande che possono avviare una riflessione e un collegamento didattico prima e/o dopo la 1) Come si considera il lavoro, il luogo di lavoro? 2) Qual è la reazione di fronte ad una fatto di cronaca che parla di morti sul lavoro? 3) Perché si usa l espressione morti bianche a proposito dei morti sul lavoro? 4) La sicurezza sui luoghi di lavoro: un optional o una necessità. Fascia d età: Scuole Superiori

6 a fetenzia di Carmine Califano e Michela Giordano regia Carmine Califano durata ca tempo a fetenzia racconta, in maniera del tutto ricostruita dagli autori, la breve vita e la morte di Antonio Esposito Ferraioli, un giovane di 27 anni che viveva in una cittadina in provincia di Salerno, ucciso dalla camorra nel Di questa uccisione si raccolgono le testimonianze dei familiari, dei compagni di lavoro, di quanti lo conoscevano. Una ricostruzione fatta dalla giornalista Michela Giordano che Carmine Califano ha riscritto adattandola alla scena. Naturalmente non essendoci verità giudiziarie la storia - che si snoda in un arco temporale lungo 30 anni - punta alla pancia dello spettatore per esaltare l inutilità di tanti eroi per caso dei quali è piena la Storia di questo nostro Paese. naturalmente il primo obiettivo dello spettacolo è quello di invitare chi vi assiste a non dimenticare. La memoria storica di una collettività è fondamentale per vivere il presente e costruire il futuro. Così, a fetenzia, partendo da una vicenda apparentemente circoscritta, è dedicata a tanti giovani che oggi cercano riferimenti certi non trovandoli; a tanti che vorrebbero vivere il proprio presente con dignità e senza sottostare a qualsiasi sopruso; ai giovani che rifiutano spesso l impegno perché prendono le distanze da una classe politica della quale si fidano poco. Naturalmente forti sono il richiamo alla legalità ed alla giustizia che, in questo caso, si scontrano con la verità apparentemente chiara ma mai suffragata da prove giudiziali in grado di portare in tribunale gli esecutori ed i mandanti dell omicidio. la necessità di svolgere la vicenda in 30 anni ha fatto sì che il gruppo di lavoro affrontasse la messa in scena come un film in presa diretta con un unico piano-sequenza. Gli attori che hanno interpretato i ruoli principali, dovendosi cimentare con personaggi spesso ancora vivi, hanno provveduto ad un lavoro di documentazione - talvolta di confronto scrupoloso, che ha toccato finanche l aspetto estetico oltre che quello interpretativo ed emotivo. un taglio estremamente cinematografico come si diceva, rende dinamico lo spettacolo nella sua evoluzione così da risolvere il rapporto spazio-tempo nella maniera migliore possibile crediamo. La scena scarna si affida al simbolismo degli oggetti per determinare il periodo storico. La vicenda è introdotto da un breve filmato che racconta il 1978, anno nel quale molte cose sono accadute in Italia (l uccisione di Moro e di Impastato tra le altre). una serie di pannelli scorrevoli isolano l ambiente principale in cui la vicenda si svolge, un commissariato di Polizia. La ricerca sugli abiti è stata scrupolosa adattandoli al tempo che man mano trascorre. ecco alcune domande che possono avviare una riflessione e un collegamento didattico prima e/o dopo la 1) La cultura della legalità è un valore imprescindibile al quale educare. Come? 2) La camorra è sempre più un potere occulto e condizionante? 3) A cosa si è disposti ad esporsi per difendere le proprie idee? 4) La memoria di una collettività va conservata, difesa, alimentata 5) Verità e Giustizia, un tema sempre più attuale, ma sembrerebbe sempre più messo in discussione. Fascia d età: Scuole Superiori

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