DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

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1 DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Referenti Progetto: Dipartimento Psicologia Università della Campania L.Vanvitelli Angela Borrone Maria Concetta Miranda

2 disturbo autistico disturbo di Asperger I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO NEL DSM-5 disturbo disintegrativo della fanciullezza (o disturbo di Heller) disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato

3 DISTURBO AUTISTICO È presente una grave compromissione dell interazione sociale e della comunicazione associata ad attività, comportamenti e interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati. La compromissione cognitiva, pur essendo una caratteristica molto frequente associata ai Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, non è sempre presente.

4 CARATTERISTICHE DEL DISTURBO Una grave e non solo quantitativa compromissione dell interazione sociale in diversi contesti Non guarda negli occhi l altro Non interagisce verbalmente Non ha con i coetanei relazioni adeguate alla sua età Non sembra condividere emozioni con gli altri Sembra non accorgersi della presenza degli altri

5 CARATTERISTICHE DEL DISTURBO Linguaggio verbale atipico Poche parole, non sempre comprensibili e non sempre rivolte agli altri Ecolalia Frasi idiosincratiche

6 CARATTERISTICHE DEL DISTURBO Incapacità di giocare: nessun gioco simbolico, di simulazione o imitazione sociale Interesse bizzarro per aspetti non funzionali di un oggetto come l odore o il sapore Uso ripetitivo di oggetti Comportamenti ripetitivi, stereotipati, rigidi e manierati Particolare attaccamento a cose inanimate

7 CARATTERISTICHE DEL DISTURBO Iper o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell ambiente

8 LIVELLI DI GRAVITÀ

9 LIVELLO 1 : RICHIEDE SUPPORTO Comunicazione sociale: senza supporto, i deficit nelle abilità di comunicazione sociale causano importanti compromissioni. Il soggetto ha difficoltà ad iniziare le interazioni sociali e risponde in modo atipico o fallimentare alle iniziative altrui. Può sembrare che abbia un ridotto interesse nelle interazioni sociali. Per esempio, (ci si riferisce a) una persona che può essere in grado di esprimersi con delle frasi complete e di comunicare, anche se non è in grado di sostenere una conversazione con altre persone e i suoi tentativi di fare amicizia sono spesso bizzarri e fallimentari. Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: comportamenti rigidi interferiscono significativamente con il funzionamento in uno o più contesti. Difficoltà a passare di un attività ad un altra. Le difficoltà di organizzazione e di pianificazione ostacolano l autonomia

10 LIVELLO 2: RICHIEDE SUPPORTO SOSTANZIALE Comunicazione sociale: Marcati deficit nelle abilità di comunicazione sociale, verbale e non verbale; la compromissione sociale appare evidente anche quando è presente un sostegno; iniziativa limitata nell interazione sociale e ridotta o anomala risposta all iniziativa altrui. Per esempio, (ci si riferisce a una persona che è in grado di esprimersi con frasi semplici e ha interazioni limitate alla condivisione di interessi ristretti e specifici e ha una comunicazione non verbale marcatamente atipica). Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: preoccupazioni, rituali fissi e/o comportamenti ripetitivi appaiono abbastanza di frequente da essere evidenti anche all osservatore casuale e interferiscono con il funzionamento in diversi contesti. Stress o frustrazione appaiono quando sono interrotti ed è difficile ridirigere l attenzione.

11 LIVELLO 3 : RICHIEDE UN SUPPORTO MOLTO SOSTANZIALE Comunicazione sociale: I gravi deficit nella comunicazione sociale, verbale e non verbale, causano una grave compromissione nel funzionamento, iniziativa molto limitata nell interazione sociale e minima risposta alle aperture sociali altrui. Per esempio, (ci si riferisce a) una persona che possegga un linguaggio limitato a poche parole, che inizia raramente un interazione sociale e quando ciò avviene, lo fa solo per sue necessità e risponde solo ad approcci sociali molto espliciti. Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: preoccupazioni, rituali fissi e/o comportamenti ripetitivi che interferiscono marcatamente con il funzionamento in tutte le sfere. Stress marcato quando i rituali o le routine sono interrotti; è molto difficile distogliere il soggetto dal suo focus di interesse e, se ciò avviene, egli ritorna rapidamente ad esso.

12 POSSIBILI CAUSE DEL DISTURBO Fattori biologici: Rosolia materna Convulsioni nei primi mesi di vita Anomalie neurobiologiche Persistenza di riflessi primitivi Positività varie all elettroencefalogramma, alla tomografia assiale computerizzata e alla risonanza magnetica Sindrome dell X-fragile Non è in alcun modo causato da una distorta relazione madre-bambino

13 IL PROFILO COGNITIVO

14 LA MEMORIA Piùdeficitaria la memoria verbale-uditiva rispetto a quella visiva Difficoltà di utilizzare processi semantici di memorizzazione Deficit nell elaborazione di ricordi personali

15 L ATTENZIONE Deficit di attenzione condivisiva Iperselettività o iposelettività Scarsa regolazionedell attenzione in funzione del contesto

16 LA PERCEZIONE Percezione fluttuante e irregolare Difficoltà di integrazione percettiva Funzionamento mono Migliori abilità visuo-percettive Disturbi percettivi (funzionamenti ipero/ipo)

17 IL CERVELLO SOCIALE Problem solving Teoria della mente. Joint attention Teoria della coerenza centrale

18 IL PROBLEM SOLVING A volte, a fronte di gravi cadute nelle abilità verbali, si hanno buona capacità di problem solving. Indica il processo cognitivo messo in atto per analizzare la situazione problemica e escogitare una soluzione. Il metodo della didattica per problemi consente agli allievi di imparare a risolvere, con gradualità, problemi sempre più complessi che gli permettono di acquisire abilità cognitive di livello elevato.

19 LA JOINT ATTENTION Indica la capacità di stabilire con un altra persona un comune fuoco attentivo. Una carenza in tale capacità può pregiudicare lo sviluppo di altre abilità socio-comunicative, come la comprensione delle emozioni, dei desideri e delle credenze dell altro e, inoltre, la lettura delle motivazioni e intenzioni altrui. È una problematica centrale nel Disturbo Autistico

20 TEORIA DELLA COERENZA CENTRALE Indica la capacità di cogliere gli aspetti generali di una situazione I soggetti con Disturbo Autistico presentano inadeguatezze cognitive nel dare risposte adatte al contesto e incontrano difficoltà nell integrare informazioni a differenti livelli. Tendono ad analizzare il contesto dettaglio per dettaglio, invece di cogliere gli aspetti generali di una situazione. Non facendosi influenzare dal significato dell insieme, in alcune prestazioni, nelle quali è necessaria la capacità di prescindere dal contesto, risultano avere capacità superiori a soggetti normodotati di pari età

21 LA TEORIA DELLA MENTE Indica la capacità di attribuire stati mentali a sè stessi e agli altri. È grazie a questa capacità che siamo in grado di comunicare con i nostri simili, di provare empatia, di immaginare il punto di vista degli altri. È molto carente nei bambini autistici:non riescono a fare inferenze sugli stati mentali degli altri.

22 STRUMENTI DIAGNOSTICI ADOS (Autism Diagnostic Observation Schedule) CARS (Childhood Autism Rating Scale) ADI-R (Autism Diagnostic Interview- Revised)

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