periodico mensile dell Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi padre Flaminio Rocchi

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1 La Redazione risponde Donare una proprietà per testamento. Cosa prescrive la legge. A cura dell Avv. Vipsania Andreicich A pagina 5 anno XVI - n 1 Gennaio 2010 periodico mensile dell Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi padre Flaminio Rocchi Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma La nuova edizione a cura del Comitato ANVGD di Gorizia La prefazione di Fulvio Salimbeni Nel Dizionario biografico dei Giuliani, Fiumani e Dalmati i personaggi che hanno fatto la storia Il Comitato Anvgd di Gorizia, presieduto da Rodolfo Ziberna, sta per dare alle stampe con le Edizioni della Laguna (tel fax ) il Dizionario biografico dei Giuliani, Fiumani e Dalmati, che richiama ed aggiorna la prima edizione curata nel 1962 da Sergio Cella e la riedizione, del 1994, a cura di Edo Apollonio. Al fine di presentare questa meritevole ed impegnativa nuova edizione, pubblichiamo per gentile concessione dell Editore la Prefazione firmata dal prof. Fulvio Salimbeni, docente di Storia Contemporanea nell Università di Udine. Di recente la stampa nazionale ha dedicato qualche attenzione alla vicenda del Dizionario biografico degli Italiani, la monumentale impresa concepita da Giovanni Gentile già negli anni Venti dello scorso secolo e concretamente avviata appena Personaggi ed opere nel nuovo Dizionario biografico (nella foto, uno scorcio del Quarnero) sul finire dei Cinquanta per iniziativa dell Istituto della Enciclopedia Italiana, attualmente giunta alla lettera M, per un complesso di quasi settanta tomi, perché sembrava che i tagli alla cultura decisi dall attuale governo potessero por termine a questo progetto, orgoglio della cultura nazionale, di cui, peraltro, quasi nessuno, fuori dalla cerchia degli specialisti, sapeva qualche cosa. Sopitesi rapidamente le polemiche in merito, resta il fatto del riaccendersi dell interesse almeno degli studiosi attorno al problema del genere biografico e della sua utilità e valore nell ambito degli studi storici. Per quello che riguarda, poi, la nostra regione, in questo momento è in corso di pubblicazione finora sono usciti i volumi dedicati al Medioevo e al periodo veneziano, mentre è in cantiere quello sull età contemporanea, dal 1797 a oggi il Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei Friulani, ambiziosa opera, essa pure d alto livello scientifico, che vede coinvolta l Università degli studi di Udine insieme con la Deputazione di Storia Patria per il Friuli. Il manifesto ufficiale dell ANVGD per il Giorno del Ricordo 2010, autrice la grafica Jordana Canova (nipote di esuli) e Sergio La Gatta. Come lo scorso anno, è la piccola Egea Haffner (residente in Trentino) a rappresentare l immagine simbolo dell elaborazione grafica; il successo del manifesto dello scorso anno ha convinto i due autori a riproporre il soggetto, anche se in una veste completamente diversa Segue a pagina 4 Per una storia dell ANVGD Nella tesi di Silva Arrigoni, di origine fiumana, la costituzione e gli obiettivi dell Associazione Giorno del Ricordo 2010 su il calendario aggiornato delle manifestazioni e il Profilo storico della Venezia Giulia e della Dalmazia Come negli scorsi anni, sul sito dell Anvgd nella sezione dedicata al Giorno del Ricordo sarà consultabile il calendario delle manifestazioni programmate per il 10 Febbraio, aggiornato in tempo reale. Nella sezione sono pubblicate le notizie e le anticipazioni sugli eventi in corso di organizzazione. Nelle prossime settimane il calendario sarà consultato dagli utenti: un buon servizio sia per chi le legge che per chi organizza le manifestazioni. Nella sezione Profilo storico della Venezia Giulia e della Dalmazia è consultabile il documento, redatto da Guido Rumici ed edito dalla FederEsuli, che presenta un utile ed equilibrata sintesi della storia dei territori ceduti. Uno strumento agile ed utile di consultazione che raccomandiamo a chi ne desideri sapere di più. Julians and Dalmatians: The expulsion of innocents In english language to page 14 Giulianos y dalmatas: la expulsión de los inocentes En lengua española en la página 15 Silva Arrigoni è stata per alcuni mesi gradita ospite della Biblioteca della Sede nazionale, dove ha potuto consultare le annate complete di Difesa Adriatica a partire dal 1947 per delineare la storia dell Associazione attraverso le pagine del suo periodico. La ricerca è confluita nella sua tesi di laurea, ora pubblicata in sintesi nella rivista della Facoltà di Lettere e Filosofia dell Università degli Studi di Milano, Scintille Umanistiche (II, 2008, edita da Mimesis). Ne pubblichiamo un estratto, relativamente agli anni della fondazione e alla firma del Trattato di Osimo. [ ] Ho scelto di tracciare un quadro storico dell Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, una tra le tante organizzazioni di esuli che nacquero in Italia ed all estero sotto la spinta della guerra e della ricostruzione dell Europa a conflitto concluso. Di queste associazioni si sa poco e, fino alla proclamazione della Giornata del Ricordo, si sapeva e si parlava poco anche degli esuli giulianodalmati. L Anvgd è stata la prima e l unica a strutturarsi a livello nazionale. Trieste, cattedrale di San Giusto, settembre Cerimonia all aperto degli Esuli a quarant anni dal trattato di pace (foto tratta dal volume a c. di E. Varutti, Il campo profughi di Via Pradamano e l associazionismo giuliano dalmata a Udine, Anvgd - Comitato di Udine, Udine 2007) Segue a pagina 2 Ne ho delineato lo sviluppo attraverso Difesa Adriatica, ancora oggi suo organo ufficiale. Ho delimitato il periodo analizzato fra la fine del secondo conflittto mondiale e la ratifica del Trattato di Osimo, , perché questi due termini sono una scansione estremamente importante per gli esuli giuliano- dalmati, il cui snodo si situa nel 1954 con la restituzione di Trieste all Italia, acme delle speranze irredentistiche. In questo arco di tempo l Associazione si evolse e passò da un irredentismo finalizzato alla revisione del Trattato di Pace ad un

2 2 DIFESA ADRIATICA Gennaio 2010 continua dalla prima pagina fatti e commenti Per una storia dell ANVGD Nella tesi di Silva Arrigoni, di origine fiumana, la costituzione e gli obiettivi dell Associazione irredentismo definito «irredentismo concreto» [ ]. Caratteristiche base dell Anvgd, furono fin dalla sua fondazione, la dichiarata apartiticità ed il compito di difesa «morale e materiale» degli esuli accanto ad una sentita fede religiosa, forte interesse politico, radicato sentimento irredentista. Questi aspetti possono essere evidenziati anche attraverso i Presidenti che si succedettero alla guida dell Associazione. Ho fondato l indagine sui Congressi Nazionali perché sono stati, e lo sono tuttora, un momento molto importante per l Associazione poiché consentono di elaborare il consuntivo delle direttive tracciate e di impostare i programmi per gli anni futuri. Si è reso necessario, specialmente per gli anni Quaranta e Cinquanta, approfondire alcuni temi che, all epoca, erano prioritari quali quelli della casa e dei campi profughi. L Associazione Nazionale nacque coagulando in sé molte anime dell esodo, leghe, associazioni e comitati, sorti spontaneamente in Italia per sopperire alle prime necessità di sopravvivenza dei profughi ed al difficoltoso coordinamento governativo. Fu animata fin dai suoi esordi da un forte impulso ideologico, sia a favore di una dichiarata italianità che contro le clausole del Trattato di Pace, definito «l infame Diktat» dal primo Congresso fu sentito da tutti i convenuti come una vera e propria Costituente perché ebbe la funzione di gettare le basi istituzionali e politiche di quella che sarebbe diventata l Associazione Nazionale Venezia Giulia e DaImaazia. Non a caso infatti la denominazione mutò nel corso degli anni, man mano che la struttura acquisì caratteristiche specifiche e le finalità si palesarono più chiaramente. Nel 1948 questo insieme variegato di profughi si denominava Comitato Nazionale per la Venezia Giulia e Zara. Si trasformò in Associazione Nazionale per la Venezia Giulia e Zara, per assumere poi definitivamente il nome attuale, ovvero Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Nel febbraio 1947 si era tenuta un assemblea a Bologna, la prima, che cer- Arezzo, il campo profughi di Laterina (dal volume di Padre F. Rocchi, L esodo dei Giuliani Fiumani e Dalmati, edizioni Difesa Adriatica, Roma 1970) cava di dare un corpo unitario alle organizzazioni sorte in Italia. Era evidente a tutti che soltanto un organizzazione unita, compatta e forte avrebbe potuto conseguire dei risultati ed avrebbe potuto far sentire la propria voce presso i numerosi interlocutori governativi cui l Associazione doveva rivolgersi se intendeva perseguire gli obiettivi che si era posta. [ ] Gli anni Cinquanta videro l Associazione concentrata su temi molto concreti: la sistemazione degli esuli nei campi profughi, le richieste al Governo affinché applicasse leggi esistenti o ne emanasse di nuove per ridurre la disoccupazione, la creazione di Villaggi giuliano-dalmati (come E42 di Roma, Fertilia in Sardegna, S. Antonio a Brescia), l applicazioni di norme per l ediilizia popolare, l assistenza ai bambini attraverso le colonie e l aiuto negli studi, il supporto all emigrazione, soprattutto negli Stati Uniti ed in America del Sud, il sostegno e l organizzazione delle opzioni per la cittadinanza italiana. [ ] Gli interventi dell Anvgd proseguirono negli anni, fino ai giorni nostri, sul fronte degli indennizzi, dei danni di guerra e dei beni abbandonati, capitolo non ancora chiuso nel contenzioso con la Croazia, ed apparentemente risolto con la Slovenia. [ ] Una delle anime più effervescenti fu quella dei giovani. Nati, i più, in Italia, da genitori esuli, mantenevano con le terre d origine un legame più lasco, che consentiva però di acquisire una visione più ampia, più critica, meno legata al campanile. I giovani erano però animati, da un entusiastico concetto di italianità e desideravano acquisire visibilità all interno dell Associazione. I congressi, dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Sessanta, videro una forte e stimolante partecipazione giovanile che non mancò di avanzare critiche verso il gruppo dirigente. Nei primi mesi del 1975, tra gli esuli serpeggiavano sentimenti pessimistici sugli esiti dell irredentismo adriatico ed una crisi generale dovuta a diversi fattori, tra i quali il passare degli anni e l acquisito benessere economico [ ]. L Associazione si rese conto che, con la ratifica del Trattato di Osimo, cominciava un nuovo periodo storico che stimolava a «guardare all avvenire piuttosto che al passato, ora che la speranza di riottenere le terre della Zona B era definitivamente tramontata». Tra l altro, la sigla del Trattato coincideva anche con l anniversario dell esodo e questo invitava alla riflessione. Erano consapevoli che fosse fondamentale definire le linee di «un irredentismo rinnovato sulla base delle possibilità e delle prospettive dei tempi moderni». [ ] Silva Arrigoni Ex silos di Trieste. L approdo degli Esuli diventerà uno «Shopping Center» «Silos Shopping Center», pare sarà questa la denominazione del centro polifunzionale che sorgerà dalla riqualificazione dell ex silos di Trieste, nel quale i profughi giuliani e dalmati approdarono nelle prime fasi dell esodo con le loro masserizie. Il grande immobile risalente al XIX secolo, nelle immediate adiacenze della stazione centrale e del porto vecchio, cambierà radicalmente aspetto: da luogo di sofferenza a «grande centro per lo shopping, la cultura e il tempo libero», come recita la presentazione del progetto sul sito internet dedicato. Il «Silos Shopping Center» ospiterà, su una superficie di mq, un supermercato, un hotel quattro stelle di 140 camere, centri benessere, ristoranti, caffè, uffici, negozi, servizi, fitness e uno spazio da 1300 posti per congressi, concerti e manifestazioni teatrali. I visitatori avranno inoltre a disposizione un parcheggio di quasi 2000 posti auto. All interno del progetto di riqualificazione è prevista anche la realizzazione della stazione autobus. Trieste, il silos come si presentava in una fotografia del 1939 La targa apposta nel 2004 dal Comune di Trieste in memoria dei profughi giuliani e dalmati che vi transitarono nell esodo Un particolare del silos nelle condizioni in cui versa oggi (dal sito Una riunione dell Anvgd negli anni Cinquanta. Al centro si riconosce Padre Flaminio Rocchi (dal volume Padre Flaminio Rocchi. L uomo, il francescano, l esule, Anvgd, Roma 2007) In questa simulazione grafica, il progetto di recupero degli ambienti interni (dal sito

3 Gennaio 2010 DIFESA ADRIATICA cultura e libri 3 Libri in vetrina Molti sono i titoli pervenutici recentemente di argomento giulianodalmata: i volumi spaziano dalla narrativa alla poesia, dalla storia all archivistica. Ne diamo, di ciascuno, suddivisi per discipline, una breve presentazione, certi di fornire ai nostri Lettori alcuni suggerimenti utili: regalare un libro, e per di più un libro che tratti di storia, di paesaggi, di memorie delle regione adriatiche, è un servizio reso alla conoscenza della cultura giuliana e dalmata nei suoi molteplici aspetti. Buona lettura, dunque! Pubblicistica Giannantonio Paladini, Istria e Dalmazia a c. di A. Cuk e T. Vallery, Anvgd-Comitato Prov.le di Venezia, Alcione Editore, Venezia 2009, pp. 190, Euro 12,00. Docente per oltre 30 anni di Storia Moderna e Contemporanea nell Università Ca Foscari di Venezia, scomparso nel 2004, Paladini fu personalità tutt altro che secondaria del mondo accademico nazionale nella fase cruciale tra gli anni Sessanta e Settanta. Di orientamento riformista, fu oltremodo sensibile alla questione della divulgazione extra-accademica della storia, tanto da privilegiare da un certo momento in avanti l attività pubblicistica. Questo volume raccoglie una serie significativa di suoi articoli apparsi tra gli anni Ottanta e Novanta su Il Gazzettino, tutti dedicati alla questione giuliana, ponendosi con il suo interesse di storico tra gli antesignani di un qualificato intervento a favore della memoria e della ricerca nell ambito, rimosso e trascurato, dell identità italiana nei territori orientali. Storia contemporanea M. Bucarelli, L. Monzali, Italia e Slovenia, Edizioni Studium, Roma 2009, pp. 222, Euro 21. «A più di quindici anni dalla sua dissoluzione scrive Luciano Monzali nel capitolo I del volume -, rimane viva nella coscienza di molti italiani la presunta esistenza della Jugoslavia», di contro al dinamismo degli ambienti imprenditoriali e bancari che invece hanno saputo cogliere le opportunità di mercato offerte dal nuovo assetto statuale dei Paesi confinanti. Dunque questa raccolta di saggi firmati da autori diversi si propone di ricontestualizzare i rapporti italo-sloveni a partire dall esodo dall Istria, passando attraverso le fasi della disgregazione della Federativa e le relative implicazioni internazionali, per giungere infine al quadro economico-commerciale degli scambi tra Italia e Slovenia. Un volume che potrebbe definirsi a tema, essendo esplicita la volontà dei curatori di fornire uno strumento di conoscenza volto a favorire il confronto e la dialettica a fronte delle grandi sfide economiche e geo-politiche dello spazio europeo nel XXI secolo. Topografia e cartografia Università Popolare di Trieste, Coordinamento Adriatico, Istituto Geografico Militare La toponomastica in Istria, Fiume e Dalmazia. I. Profili giuridici A c. di G. de Vergottini e V. Piergigli Edizioni Istituto Geografico Militare, pp. 239, s.l., s.i.p., La valorizzazione della toponomastica storica italiana dell Istria, di Fiume e della regione dalmata in assenza di uno studio sistematico di riferimento, questo è lo scopo della ricerca condotta da studiosi italiani e non, coordinati dai curatori, al fine di ricostruire la cartografia dell Adriatico orientale dalle origini alla metà del XIX secolo. «La lingua e la toponomastica italiana rappresentano [ ] scrive Giuseppe de Vergottini nella sua Introduzione uno strumento indispensabile per il tentativo di mantenere, attraverso la tutela giuridica, l identità italiana di popolazioni autoctone». Si tratta pertanto, come rimarcano i curatori, del primo «repertorio corretto e completo» frutto di un «complesso lavoro di censimento e catalogazione dei toponimi», anche con l ausilio della preziosa cartografia dell autorevole Istituto Geografico Militare. Memorialistica Lino Vivoda, Quel lungo viaggio verso l esilio. Pola-Ancona-Bologna-La Spezia, Edizioni Istria Europa, Imperia 2008, pp. 62, s.i.p. Esule da Pola, l Autore trascrive in questa pubblicazione il suo viaggio di profugo dal capoluogo istriano, assegnato dal trattato di pace del 1947 alla Jugoslavia, attraverso diverse città italiane sino al campo profughi allestito (ma è un eufemismo) nella caserma Botti di La Spezia, dove egli è vissuto con la famiglia per ben 8 anni. Un contributo di ricordi, questo, che permette ancora una volta di percepire la durezza della condizione di esule nell Italia devastata dalla guerra recente, spesso insensibile se non ostile ai connazionali scampati alle violenze delle bande di Tito. Un racconto in presa diretta, questo, ancorché di oltre 60 anni addietro, che riesce a comunicare l enormità di quegli eventi che videro un intera città svuotarsi in poco tempo della sua popolazione, italiana di nascita, italiana per dolorosa scelta. Fotografia d epoca Zara. Una città tra storia e leggenda, a c. di G. Bambara e A. Cepich, Vannini Editrice, Gussago (Brescia) 2009, pp. 216, Euro 24. La fotografia come documento storico, come occasione di memorie richiamate da una scena che più non esiste, perché è esistita soltanto nel momento dello scatto. Un volume tutto di immagini, questo pubblicato in seconda edizione riveduta ed ampliata e in elegante veste, che attinge dagli archivi personali di Gino Bambara, Ezio Biglino, Antonio Cepich e Giorgio Giadrini. È la Zara degli anni Venti, con le sue eleganti Rive, i suoi straordinari monumenti d arte, il suo teatro lirico, gli ufficiali e i soldati d Italia, le navi della Marina, la visita dei Reali nel maggio Ed anche con la riproduzione delle locandine del Teatro Verdi, con esecuzioni e compagnie di prim ordine e un cartellone non secondo ai migliori teatri, ed infine con la documentazione dei terribili bombardamenti del Un atto d amore non soltanto per i zaratini e la loro città scrigno di tesori offesi e di vite perdute, ma un dono per chiunque sappia trarre dal racconto per immagini il senso della storia. Civiltà letterarie Nedjeljka Bali-Nizic, Scrittori italiani a Zara, a c. di R. Tolomeo, Società Dalmata di Storia Patria, Il Calamo, Roma 2008, pp. 178, Euro 15. «Un profilo a tutto tondo di questi intellettuali dalmati e dei loro legami letterari con il mondo culturale italiano», così definisce Rita Tolomeo il saggio della studiosa croata tradotto a cura della Società Dalmata di Storia Patria e dedicato ad alcune delle più rappresentative figure della cultura letteraria zaratina tra Otto e Novecento e sino alla Prima guerra mondiale. Dai profili delle singole personalità rievocate emerge un ambiente culturale di pregevole livello e di notevole vivacità, determinata anche al «loro esser figli di una realtà più complessa, di incontro, prima che di scontro, di eredità culturali molteplici» (Tolomeo), pur nella fedeltà alla civiltà letteraria di appartenenza, l italiana, ed alla storia intesa come fonte e sigillo di italianità. Narrativa Daria Camillucci, Il confine di Tito, Ibiskos Editrice, Empoli 2007, pp. 122, Euro 15. Nata a Trieste, giornalista, l Autrice ambienta la sua storia tra il 1979 e il 1980, anno della morte di Tito, della quale sono protagonisti una donna triestina ed un uomo sloveno intriso di pregiudizi anti-italiani: sullo sfondo, i primi segnali dell inquietudine seguita oltreconfine alla scomparsa del Maresciallo. Un rapporto, quello narrato da Daria Camillucci, costantemente segnato da un «inestinguibile duello», irrimediabilmente carico di tensioni e di sottili prepotenze, fino alla salvifica fuga della donna, che decide di riprendersi il suo cuore, inutilmente rotolato di là dal confine. In ricordo di Marisa Madieri presto una targa a Fiume Fiume. Il Consiglio per la minoranza nazionale italiana si è espresso sulla collocazione di una targa in memoria della scrittrice Marisa Madieri, un progetto non recente che ha incontrato diverse difficoltà di ordine, apparentemente, burocratico. Marisa Madieri nasceva a Fiume nel A causa dell esodo la sua famiglia si portò a Trieste, dove risiedeva, coniugata con il germanista Claudio Magris, e dove si è spenta prematuramente all età di 58 anni. La memoria e l esperienza della profuganza le ispirarono il libro Verde acqua, nel quale rievocava l esodo di 300 mila italiani dall Istria attraverso la storia della sua famiglia. Il libro è stato via via tradotto in più lingue ed ha conosciuto diverse edizioni: croato, spagnolo, francese, tedesco, polacco, sloveno e inglese. Al 1992 risale La radura, volume pubblicato dalla Edit di Fiume in collaborazione con la Durieux di Zagabria. La targa dovrebbe dunque essere apposta entro il primo trimestre di quest anno sullo stabile dell attuale via Zagabria, nei pressi dei Mercati cittadini, nel centro a Fiume. In quest occasione, inoltre, a Palazzo Modello, sede della Comunità degli italiani di Fiume, sarà promossa una serata letteraria, alla quale sarà invitato Claudio Magris. Tra gli altri progetti, approvati dal Consiglio per la minoranza italiana della Città di Fiume e da realizzare durante il 2010, il cofinanziamento di attività promosse dalla Comunità degli italiani, tra le quali la Settimana della cultura fiumana, promossa in occasione della festa del patrono San Vito. Fausta Maria Milli, Straniero, Albatros Il Filo, Roma 2009, pp. 281, Euro 19,00 Di origine istriana, l Autrice si cimenta con un romanzo ambientato fra Trieste, Montona e Capodistria in due periodi storici salienti per le regioni orientali, la Prima guerra mondiale e l occupazione jugoslava del Nel racconto si dipanano le vicende di famiglie e individui travolti dai conflitti bellici ed etnici, animati da sentimenti e passioni che le violente contrapposizioni mortificano ma non sopprimono. Fausta Maria Milli conduce con abilità i racconti paralleli, i cui protagonisti devono confrontarsi con le asprezze e i rischi di contesti e tempi disumani. Poesia Diego L. Bastianutti, Per un pugno di terra, Zeisciu, Magenta 2006, pp. 239, s. i. p. Nato a Fiume nel 1939, emigrato nel 1952 con la famiglia negli Stati Uniti, docente nella Queen s University di Kingston (Ontario), Bastianutti è, come suol dirsi, un addetto ai lavori, un autore colto per il quale la poesia non è una rima baciata ma studio costante e un confronto inesausto con la parola. Questa silloge può considerarsi una sorta di autobiografia, non ripiegata su stessa perché si misura con il percorso esistenziale di un esule, di un profugo la cui essenza è universale, e in quanto come scrive l Autore «ho cominciato [ ] a capire che non voglio esser schiavo di una memoria ossessiva del mio passato». In realtà il tema e la condizione dell esilio è un filo sottotraccia della sua poesia, e così «[ ] i ricordi che in me si addensano/accolti forse in lacune di memoria/di una vita discontinua,/ come note di un frammento/hanno in me atavica risonanza/e ravvivano in tardo autunno le spighe di sogni mai colte/maturate in freddo esilio [ ]». L edizione è bilingue italiano/inglese, forse perché annota il prefatore, Sergio Maria Gilardino «l esilio della sua carne egli non vuole che diventi anche quello della sua poesia». La poesia dialettale istriana, a c. di P. Ferro Mosca, Alcione Editore, Venezia 2009, pp. 159, Euro 12,00. La curatrice, esule da Pola, ha riunito in questo godibile volume composizioni di noti autori del Novecento e contemporanei, da Virgilio Giotti a Loredana Bogliun, da Ester Barlessi a Bepi Nider, da Lidia Delton ad Adriano Sansa. Tutti, pur con accenti e intonazioni diversi, rinviano ai temi dell esodo e della memoria, trasferiti sul registro famigliare e domestico del dialetto. «Con il dialetto chiarisce la curatrice gli scrittori aderiscono in maniera più efficace alla rievocazione del paesaggio dell infanzia, al paese perduto e trasfigurato dai ricordi». Con il linguaggio materno dunque, questi autori dialogano con la scena sempre viva della prima memoria, composta indelebilmente dalla tenerezza quieta delle rievocazioni e dalla frattura urticante dell esilio. Oscar Venturini, Frammenti di pensiero, Il Coriandolo, Trieste 2008, pp. 67, s. i. p. Di professione grafologo, l Autore ha abbandonato per una volta la sua veste professionale per svelarsi mediante la più sincera (e pericolosa) forma di espressione, la poesia. «Sento il canto del mare, attorno, la chiglia della barca segna il tempo.//la costa ondeggia verde sotto il cielo, solo ieri ha fiorito i suoi germogli» (da Litorale istriano). P.C.H.

4 4 DIFESA ADRIATICA Gennaio 2010 continua dalla prima pagina La nuova edizione a cura del Comitato ANVGD di Gorizia La prefazione di Fulvio Salimbeni Nel Dizionario biografico dei Giuliani, Fiumani e Dalmati i personaggi che hanno fatto la storia Tutto ciò, che s è voluto ricordare per sommi capi, dimostra come la biografia quale genere letterario e storico, dopo un periodo di declino, almeno nel contesto continentale diverso essendo il discorso per la cultura britannica, in seguito all affermarsi della storiografia delle Annales, portata a privilegiare le forze anonime e collettive della storia, le masse, piuttosto che le grandi personalità e i protagonisti della vita istituzionale e politica, della guerra e della diplomazia, oggi, in seguito al tramonto di questa corrente storiografica transalpina, essa stessa, però, negli anni più recenti volta a recuperare in qualche misura tale filone di ricerca, stia ritornando in auge, e ottima testimonianza di ciò è il presente Dizionario biografico dei Giuliani, Fiumani e Dalmati, nuova edizione, mutata non solo nel titolo, della Piccola Enciclopedia Giuliana e Dalmata, con tenacia e determinazione voluta da Rudi Ziberna, che nella sua Premessa, cui al riguardo si rimanda, ne ha ricordato i precedenti, dalla prima, quasi artigianale edizione, del 1962, ideata e diretta da Sergio Cella, uno studioso e organizzatore di cultura che meriterebbe un attenzione maggiore di quella finora riservatagli, alla ristampa, dovuta a Edo Apollonio, del 1994, che è alla base di questa versione, ampiamente rivista, aggiornata e integrata, ristrutturata in modo da renderla un vero e proprio dizionario biografico, essendo state tolte le voci geografiche, concentrando tutta l attenzione sui maggiori e minori di queste terre, con una significativa apertura anche alla componente slovena locale, il che è un segno, oltre che dell intelligente apertura intellettuale dell attuale presidente dell Anvgd di Gorizia, dei tempi che cambiano e dell affermarsi della fondata convinzione che l area adriatica, e nella fattispecie quella settentrionale, per secoli è stata luogo d incontro, e non di scontro, di popoli, lingue e tradizioni diverse, che hanno reso unica, nella sua ricchezza e complessità, questa regione punto di confluenza delle civiltà romanza, germanica e slava nell ambito europeo, come, negli ultimi tempi, più volte sottolineato anche nelle pagine della Voce del Popolo di Fiume da Milan Rakovac e da Aljosa Curavic. Ciò premesso, si può ben dire che il testo che ora esce alle stampe per le Edizioni della Laguna di Gorizia si connota come un valido strumento di lavoro e di consultazione, utile per chiunque sia interessato all argomento, ma in primo luogo per il mondo della scuola, dove di quel che riguarda l altra sponda adriatica poco o nulla si sa, anche se con l istituzione della Giornata del Ricordo il 10 febbraio qualche cosa pure in esso ha iniziato a muoversi. È merito indiscutibile della Federazione delle organizzazioni della Diaspora, in particolare dell Anvgd e dell Associazione delle Comunità Istriane che, tra l altro, hanno promosso, per lungimirante iniziativa dell indimenticabile Arturo Vigini, la costituzione dell Istituto Regionale per la Cultura istriana, fiumana e dalmata (Irci) prima e del Centro di Documentazione Multimediale (Cdm) poi, oltre che del Circolo Istria, antesignano del dialogo con i «rimasti», aver impresso una netta svolta alla pubblicistica in esse prodotta, passando dalla memorialistica, sempre utile, ma che non consente grandi progressi nell ambito della comprensione critica delle tragiche vicende del Novecento, al varo di opere di serio impianto scientifico, affidate a studiosi qualificati e sorrette dall esperienza e dalla centenaria operosità di istituzioni quali le due Società Dalmate di storia patria (Roma e a Venezia-Padova), la Società di Studi Fiumani, la Società Istriana di archeologia e storia patria, cui ora, da un quarantennio, s è aggiunto il Centro di ricerche storiche di Rovigno, ideato, promosso e diretto da Giovanni Radossi, che svolge un opera di mediazione culturale tra studiosi italiani di qua e di là dal confine, sloveni, croati e di tutta Europa, che merita ogni apprezzamento e gratitudine, così come quanto da tempo va facendo la fiumana Edit con le sue collane e periodici, senza trascurare la più giovane Società di studi storici e geografici di Pirano, animata da Kristjan Knez e molto attiva a livello di convegni, conferenze ed edizione di ricerche e di fonti di storia istriana. Da qui la comparsa di manuali, come quelli, a più mani, a cura dell Irci e per i tipi della Morcelliana di Brescia (1994), Istria. Storia di una regione di frontiera, e rispettivamente dell istituzione rovignese, sulla storia istriana, da poco tradotto anche in croato, e quello, firmato congiuntamente da Roberto Spazzali, Marco Cuzzi e Guido Rumici, su Istria- Quarnero-Dalmazia: storia di una regione contesa dal 1796 alla fine del XX secolo, uscito da poco a cura della Libreria Editrice Goriziana, per non parlare dei non pochi saggi e contributi di Raoul Pupo e dei suoi allievi così come dei vari volumi di Mario Dassovich, comparsi nella prestigiosa collana Civiltà del Risorgimento (Del Bianco Editore) del Comitato di Trieste e Gorizia dell Istituto per la storia del Risorgimento italiano, e dei due documentati lavori di Luigi Tomaz, Architettura adriatica tra le due sponde. Gli storici possono sbagliare, le pietre no: saxa loquuntur, del 2006, e Il confine d Italia in Istria e Dalmazia: duemila anni di storia, apparso nel 2007, entrambi con il patrocinio dell Anvgd di Venezia. A tali opere, infine, si possono aggiungere quelle di Carlo Ghisalberti e di Ester Capuzzo, dell Università degli studi La Sapienza di Roma, da sempre appassionati della storia del confine orientale, cui hanno dedicato numerose, importanti monografie; è proprio di questi giorni la presentazione a Trieste del volume della Capuzzo Alla periferia dell Impero. Terre italiane degli Asburgo tra storia e storiografia (Esi, Napoli). Un tanto si voleva segnalare per meglio far intendere a chi prenderà in mano il Dizionario biografico dei Giuliani, Fiumani e Dalmati, che non è certo un opera definitiva, ma sempre aperta a ulteriori aggiornamenti, integrazioni e revisioni, il solido e tutt altro che dilettantistico retroterra storiografico che la sottende. È d indubbio pregio il fatto che si sia deciso d allargare il discorso all intera Venezia Giulia, comprendendo, quindi, Spalato, la Riva e il Palazzo di Diocleziano in una cartolina del XIX secolo anche personaggi nati o operanti a Trieste e a Gorizia, visti gli intensi e strettissimi rapporti sempre intercorsi tra tali realtà urbane, l Istria e il mondo adriatico nel suo complesso. Del resto, proprio Graziadio I. Ascoli ovviamente presente nell opera con una voce specifica, che nel 1863 coniò il neologismo «Venezia Giulia», richiamandosi in modo esplicito alla tradizione romana prima e veneziana poi di quelle terre, per usarlo in sostituzione del «Litorale Austriaco», a rivendicarne.l italianità, aveva sottolineato l indiscutibile unità e geografica e storica, linguistica, culturale della contea goriziana, dell emporio tergestino e della regione istriana. Del pari meritorio è l ampliamento cronologico, perché, laddove l edizione originaria era incentrata in prevalenza sull Otto e Novecento, la presente, seguendo l odierno orientamento a valorizzare i tempi lunghi della storia, onde cogliere al meglio la complessità dei fenomeni di volta in volta in esame, s estende sino al medioevo, prendendo nella debita considerazione non soltanto chi in quest area nacque, ma pure chi per periodi più o meno lunghi v operò. In tale ottica d ampliamento degli orizzonti dell iniziativa va pure rilevato che non si parla più quasi esclusivamente di patrioti, irredentisti o personalità distintesi nell agone politico o per l eccellenza dei risultati conseguiti in ambito artistico, dandosi opportuno spazio, altresì, pure a chi ha operato e s è distinto nella vita sociale, economica e religiosa, secondo quelle che sono le più aggiornate vedute metodologiche della ricerca storiografica. Tale impostazione, che permea di sé il volume nel suo complesso, ha il merito di liquidare una volta per tutte, almeno si spera, la tendenza, fin troppo a lungo dominante nel mondo dell esodo e della diaspora, d incentrare l attenzione quasi solamente sui tragici anni , ignorando il moltissimo che c era prima e rendendo, perciò, impossibile, la comprensione degli stessi luttuosi eventi che hanno portato al quasi totale sradicamento della civiltà italiana sulla riva orientale dell Adriatico, come già notava Ernesto Sestan nel classico e tuttora insostituibile Venezia Giulia. Lineamenti di una storia etnica e culturale, che appunto muoveva dall antichità per giungere fino alla catastrofe del secondo conflitto mondiale, guardando più che alla storia politica e istituzionale a quella in senso lato sociale e culturale, senza ignorarne le componenti etniche. Ecco perché, a nostro avviso, il Dizionario biografico dei Giuliani, Fiumani e Dalmati si propone come un contributo importante sul versante sia d una corretta e seria divulgazione sia della didattica per le scuole, della cui necessità d aggiornamento e di poter disporre di testi ad hoc già s è accennato in precedenza, affiancandosi al recente profilo di sintesi di Maria Grazia Ziberna, Storia della Venezia Giulia. Da Gorizia all Istria, dalle origini ai nostri giorni, edito dalla Lega Nazionale di Gorizia nel Di là da tante celebrazioni retoriche del novantesimo anniversario della pace di Versailles del 1919 e dell impresa fiumana di D Annunzio, del settantesimo dell inizio della seconda guerra mondiale e del ventesimo della caduta del Muro di Berlino, che ha dato avvio a una nuova stagione pure per queste terre, la pubblicazione d un tale lavoro è il contributo migliore che oggi si possa fornire alla conoscenza d una civiltà che, nonostante tutte le avversità della storia, è riuscita a sopravvivere e sta dando chiari segni di ripresa. Fulvio Salimbeni Lussinpiccolo, fine Ottocento

5 Gennaio 2010 DIFESA ADRIATICA 5 La Redazione risponde Donare una proprietà per testamento. Cosa prescrive la legge A cura dell Avv. Vipsania Andreicich Gentile Avvocato, sono ormai in avanzata età e devo cominciare a pensare a ciò che accadrà ai miei beni dopo di me. Vivo in un piccolo appartamento di proprietà, riscattato grazie all intervento della vostra Associazione, dalla quale ho ricevuto anche benevola assistenza sugli indennizzi dei beni abbandonati. Per questo vorrei lasciare a Voi il mio immobile, indicando l associazione nel testamento. Come erede ho un unica nipote, figlia di mia sorella, che non si fa mai viva e non vedo da anni. Posso lasciare ugualmente a Voi questa mia proprietà o spetta a lei di diritto? E mia nipote potrebbe contestare l eredità per venire in possesso dell appartamento? Scusi la domanda ingenua ma non vorrei fare un gesto di riconoscenza nei Vostri confronti e vederlo poi svanire da lassù... Lettera firmata Mediante testamento, è possibile disporre dei propri beni per il tempo in cui una persona avrà cessato di vivere. La legge ha però previsto dei limiti alla possibilità di disporre dei propri beni dopo la morte. Tali limiti riguardano unicamente i congiunti più stretti del de cuius indicati in modo tassativo dalla legge: ovvero il coniuge, i figli legittimi, legittimati, adottivi, naturali, e, in mancanza di figli, gli ascendenti. A tali soggetti la legge riserva una parte dei beni del de cuius che viene indicata come quota di legittima o riserva mentre i successibili che vi hanno diritto sono designati con il nome di legittimari. Quando nel momento in cui una persona cessa di vivere vi sono dei legittimari, il patrimonio ereditario di distingue idealmente in due parti: la quota disponibile, della quale il de cuius era libero di disporre attribuendola a chiunque avesse voluto, e la quota di legittima o riserva della quale non era dato disporre, perché spettante per legge ai legittimari. Al fine di determinare le quote sopra indicate occorre calcolare l entità del patrimonio del de cuius nel momento del suo decesso, aggiungendo il valore dei beni di cui lo stesso abbia eventualmente disposto in vita mediante delle donazioni. Se a seguito di tali calcoli, risulta che le disposizioni testamentarie o le donazioni eccedono la quota di cui il de cuius poteva disporre, ciascun legittimario potrà agire per ottenere quanto a lui riconosciuto dalla legge nei confronti di coloro che hanno ricevuto dei beni appartenenti al patrimonio del de cuius. Questo non è certamente il caso di cui ci stiamo occupando in quanto la legge non prevede nessuna quota di legittima nei confronti dei nipoti, pertanto nell ipotesi in cui non si hanno né figli, né coniuge, né ascendenti, si è totalmente liberi di poter disporre dei propri beni mediante testamento. Il testamento è però necessario in quanto, in caso di assenza di disposizioni testamentarie la legge prevede la successione dei beni del de cuius a favore degli eredi legittimi, nell ordine e nelle quote espressamente stabiliti. Nel caso propostoci dalla signora tutti i beni verrebbero trasferiti alla nipote, in quanto unica erede legittima della persona che ci scrive. La successione legittima opera, oltre che nel caso di assenza di testamento, anche nel caso di nullità dello stesso. È perciò importante sapere che, affinché un testamento sia valido, deve essere redatto secondo le forme espressamente indicate dalla legge. Le forme di testamento previste dalle legge sono: a) il testamento olografo, che deve essere scritto per intero, datato e sottoscritto di pugno dal testatore; b) il testamento per atto di notaio, che può essere sia pubblico che segreto. Ritengo inoltre importante precisare che ogni testamento può essere in qualsiasi momento annullato con la semplice redazione di un nuovo testamento. ULTIM ORA Scuola e confine orientale: rinviato l incontro FederEsuli- Ministero Pubblica Istruzione Il Ministero dell Istruzione Università e Ricerca ha rinviato al 28 gennaio prossimo la seconda riunione del «Gruppo di Lavoro per la conoscenza della storia degli esuli dell Istria, di Fiume e della Dalmazia», istituito congiuntamente alla FederEsuli, con la partecipazione di Anvgd, Associazione Comunità Istriane, Libero Comune di Fiume in Esilio, Associazione Dalmati Italiani nel Mondo. L incontro era originariamente previsto per il 15 gennaio. Ad esso l Unione degli Istriani aveva chiesto, pochissimi giorni prima, di partecipare, pur non figurando tra le associazioni invitate dal Miur in quanto non compresa nel decreto ministeriale di costituzione del Gruppo. Si ricorderà che la costituzione del «Gruppo di lavoro» presso il Miur è stata richiesta dalla Federazione nel corso della riunione dell 11 giugno 2009 del «Tavolo di coordinamento» presso la Presidenza del Consiglio e sollecitata con lettera del 22 luglio 2009 al Ministro on. Gelmini. I successivi, costanti contatti tenuti da questa Federazione con il Miur hanno condotto alla emanazione, il 26 ottobre 2009, del D. D. di costituzione del «Gruppo di lavoro» firmato dal Direttore generale dott. Mario G. Dutto, nel quale sono indicati quali rappresentanti di categoria: l on. Lucio Toth per l Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia; il dott. Renzo Codarin per la FederEsuli; l on. Renzo de Vidovich per i Dalmati Italiani nel Mondo; il dott. Lorenzo Rovis per l Associazione delle Comunità Istriane. In data 4 dicembre 2009 il Ministero dell Istruzione ha indirizzato ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali una nota (prot. Miuraoodgos n ) nella quale sono indicati su segnalazione di questa Federazione i siti internet degli Enti di studio e di ricerca per la conoscenza e l approfondimento nei temi connessi al confine orientale. La riunione convocata per il 15 gennaio p. v,. non è la prima, come erroneamente indicato nella nota del Piccolo, bensì la seconda dopo quella del 1 dicembre 2009, nel corso della quale si è insediato ufficialmente il «Gruppo di lavoro» e si sono discusse le prime proposte operative. Si veda al riguardo il comunicato di questa Federazione emesso lo stesso 1 dicembre e ripreso da diverse agenzie di stampa. L avvio del confronto Miur-FederEsuli è stato altresì oggetto, con altri temi di attualità, della conferenza stampa tenuta da questa Federazione a Trieste il 23 dicembre Il lavoro intrapreso nel corso del 2009, sostenuto dalla particolare attenzione alla qualità scientifica dei contenuti offerti dalla Federazione delle Associazioni, ha condotto alla predisposizione di un Seminario di formazione dedicato ai docenti della scuola, previsto per il 23 gennaio p. v. nella sede stessa del Ministero, al quale sono stati chiamati i proff. Giuseppe de Vergottini (Università di Bologna), Raoul Pupo (Università di Trieste) e Giuseppe Parlato (Università San Pio V, Roma). p. c. h. Il comunicato stampa della FederEsuli A seguito del rinvio, la Federesuli ha emesso un comunicato mel quale si legge tra l altro: «Per gli Esuli e la Scuola tutto rinviato al 28 gennaio prossimo. L annunciata riunione a Roma del Gruppo di lavoro per la conoscenza della storia degli esuli dell Istria, di Fiume e della Dalmazia, convocata dal Ministero della Pubblica Istruzione non si terrà il 15 gennaio come previsto in un primo momento. Il rinvio permetterà di chiarire alcune posizioni sulle finalità da raggiungere nel campo specifico, così come richiesto dalla Federazione dopo l ampliamento della rosa dei partecipanti al Gruppo di Lavoro ad attività già avviata. Le dichiarazioni fatte in questi giorni a mezzo stampa rischiavano di compromettere l opera capillare fin qui svolta con i soggetti coinvolti». Quarnero e Dalmazia, scendono le quotazioni degli immobili I dati delle ultime settimane del 2009 confermano l arresto delle quotazioni del mercato immobiliare nell Istria oggi croata. Effetto, si ritiene, della recessione generale dei mesi scorsi, nonché della stretta creditizia attuata dalle banche. Per fare qualche esempio, a Zara nell arco di un mese il costo a metro quadro è sceso dai euro ai euro attuali. Analogo deprezzamento a Spalato e Sebenico. La riduzione dei prezzi ha interessato anche il territorio quarnerino, dove il costo è passato Profilo storico della Venezia Giulia e Dalmazia Il documento della FederEsuli per il Giorno del Ricordo 2010 La Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati ha curato, con l apporto redazionale e tecnico della Sede nazionale Anvgd, la pubblicazione online di una dispensa i cui testi e immagini provengono dalla mostra di cui è autore Guido Rumici. Si tratta di 20 pagine suddivise in 22 brevi capitoli e 73 immagini a corredo: un ottimo strumento in vista del prossimo Giorno del Ricordo perché consente, soprattutto ai più giovani e agli adulti di accedere alle informazioni essenziali relativamente alla storia delle terre perdute, dall epoca romana ai giorni nostri. La pubblicazione in formato Pdf è scaricabile dalla home page del nostro sito cliccando su «Profilo storico della Venezia Giulia e Dalmazia» oppure cliccando sul link Di seguito, ecco i capitoli della pubblicazione: da circa a circa euro. A Pola e nella sua zona il calo è invece nettamente inferiore. L unica eccezione è rilevato a Ragusa (l odierna Dubrovnik), dove persiste una domanda ancora forte, in relazione ad un offerta limitata; qui si registrano addirittura euro al metro quadrato, con punte di per le più prestigiose ubicazioni. L epoca romana. L epoca medievale. L epoca veneziana. Il periodo austro-ungarico ( ). La prima guerra mondiale. La Venezia Giulia alla fine della prima guerra mondiale. Il periodo fascista. La seconda guerra mondiale. L armistizio italiano (8 settembre 1943). Le violenze dell autunno Le Foibe: deportazioni e uccisioni in Venezia Giulia e Dalmazia. L occupazione nazista nella Venezia Giulia e in Dalmazia. Zara, una città distrutta. La fine della guerra e le violenze del maggio-giugno Le deportazioni del Il Trattato di pace di Parigi. L Esodo. I campi profughi. Il Memorandum di Londra: Trieste torna all Italia. Il Trattato di Osimo. I beni abbandonati. Le comunità e le scuole italiane esistenti in Istria, Fiume e Dalmazia dopo l Esodo. Seguono una pagina dedicata ad alcuni personaggi illustri ed una bibliografia consigliata.

6 6 DIFESA ADRIATICA Gennaio 2010 dai comitati DELEGAZIONE DI BARLETTA Organizzato dall Associazione Nazionale Arma di Cavalleria-sezione di Corato e patrocinato dall Istituto Nazionale della Guardia d Onore alle Reali Tombe del Pantheon di Roma - Delegazione di Bari e dall Istituto del Nastro Azzurro - Delegazione di Bari, si è tenuta il 5 dicembre. presso il Palazzo La Monica di Corato una commemorazione della tragedia istriana dal titolo «Foibe ed Esodo» nel corso della quale si è fatto riferimento al libro Nato in Rifugio di Giuseppe Dicuonzo. L intervento del relatore è stata preceduto da una presentazione dell avv. Michele Dicuonzo, esule di seconda generazione, il quale si è soffermato su alcuni aspetti giuridici dello status di profugo e sui compiti di rappresentanza e di tutela che l Anvgd svolge sul territorio nazionale. L evento è terminato con la proiezione del documentario «Pola addio». È stato quindi consegnato al prof. Dicuonzo un Attestato di merito per il suo costante impegno a favore della divulgazione di pagine di storia non ancora abbastanza conosciute, specie nelle scuole. COMITATO DI BERGAMO Sabato 31 ottobre a Villa di Serio (Bergamo) si è svolta la serata finale del Concorso nazionale di cortometraggio Cortovillese 2009 arrivata alla sua V edizione istituita dal Comune. Nell ambito di questa manifestazione il corto «L altra storia», di Aldo Rapè e Nicola Vero, ha ricevuto il premio come Miglior corto della Sezione ragazzi. La proiezione del corto, che tratta con delicatezza, maestria ed anche simpatia l argomento foibe, ha riscosso grandi consensi ed è stata lungamente applaudita. Poiché gli autori non erano presenti per precedenti impegni, il premio consistente in una targa è stato consegnato, in loro vece, al Comitato di Bergamo dell Anvgd, nelle mani della vicepresidente Santa Carloni, quale cittadina di Villa di Serio. 70 bergamaschi all occupazione di Fiume [ ] Un passaggio di storia contemporanea che l Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, con il patrocinio dell assessorato all Istruzione di Palazzo Frizzoni e dell assessorato alla Cultura della Provincia di Bergamo ha ricordato con l evento «Diedero Fiume alla Patria. I legionari Bergamaschi con D Annunzio» organizzato nell auditorium del liceo «Mascheroni» il 24 novembre scorso. «Il titolo dell iniziativa, moderata da Marco Cimmino spiega Maria Elena Depetroni, docente di Lettere al «Mascheroni» e presidente del Comitato locale dell Associazione è stato ripreso da un omonima pubblicazione (edita nel 2004 dalla Società di Studi Fiumani a Roma), che, avvalendosi degli elenchi dei legionari depositati nel 1939 all Archivio del Vittoriale, ha ricostruito un numero realistico dei partecipanti all impresa. Si contano presenze. Un numero destinato ad aumentare man mano che la ricerca storica avanza. Infatti in quell elenco i bergamaschi sono 48. Un numero salito a 70 grazie ad una recente ricerca svolta comparando altre fonti». La cerimonia è iniziata con l omaggio degli studenti del «Mascheroni» ai bergamaschi che raggiunsero l Immaginifico a Ronchi il 12 settembre È seguita la posa di un serto floreale al busto di Tullia Franzi (concesso dal Comune di Alzano Lombardo). «È una letterata, poetessa, studiosa di storia dell arte nativa della parrocchia di Alzano Maggiore continua Depretoni. Fu legionaria di Fiume e capitano del Battaglione Regina. Per il suo attivismo patriottico Gabriele D Annunzio la decorò con la Stella d Oro di Fiume e con la Medaglia di Ronchi e del Carnaro. COMITATO DI GORIZIA Giunto alla sua 60.a edizione si è svolto il Pranzo di San Tommaso, Santo Patrono della città istriana di Pola, da cui provengono centinaia degli esuli giuliano-dalmati che risiedono a Gorizia. Come noto, infatti, oltre il 15% della popolazione residente appartiene alla prima, seconda o terza generazione degli esuli dall Istria, Fiume e Dalmazia, costretti ad abbandonare le loro terre ed ogni bene per il timore delle violenze perpetrate nei loro confronti dalle truppe del maresciallo Tito, il quale aveva avviato una vera e propria pulizia etnica. Da appuntamento riservato solo agli esuli nel corso dei decenni si è evoluto in appuntamento aperto a tutti quei cittadini che desiderano conoscere la gastronomia e la cultura giuliano dalmata. Un festoso clima ha fatto da cornice agli interventi svolti dalle diverse autorità presenti. Il Prefetto Maria Augusta Marrosu, ha ribadito il ruolo importante svolto dall Associazione nella diffusione della conoscenza della cultura istriana e dalmata. Il Sindaco Ettore Romoli ha voluto portare i saluti più sinceri e gli auguri di buone festività e di un anno 2010 forieri di meritate soddisfazioni per l Anvgd e la Lega Nazionale di Gorizia. Il presidente, Rodolfo Ziberna, dopo aver ringraziato le autorità, ha ricordato l importanza di salvaguardare anche le tradizioni di una comunità, come quella del Santo Patrono e del ritrovarsi insieme. Ziberna ha quindi anticipato alcune delle iniziative con cui si celebrerà il Giorno del Ricordo il 10 febbraio prossimo, insieme al Comune di Gorizia e la Prefettura: presso l auditorium di via Roma avrà luogo la prolusione storica svolta dallo stesso Ziberna, cui seguirà la cerimonia di conferimento da parte del Prefetto degli attestati del Capo dello Stato ai discendenti delle vittime delle Foibe. Il pranzo è stato preceduto dall esecuzione di brani di rara difficoltà e suggestione da parte della straordinaria giovane arpista goriziana Ester Pavlic, docente d arpa presso la scuola di musica R. Lipizer, pluripremiata in prestigiosi concorsi italiani e stranieri, e dal flautista Sebastiano Titton. All arpa si è alternata una apprezzata interpretazione, svolta da Ada Merni e Tullio Svettini, di brani scelti dal libro di Anna Maria Mori Nata in Istria. Monfalcone, il Comune corregge la citazione sul Monumento alle vittime delle Foibe dopo la dura presa di posizione del Comitato Anvgd Pace fatta tra Comune e Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Gorizia, che aveva duramente denunciato la decisione del Comune di Monfalcone di collocare una targa in via dell Istria riportante alcune parole del Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, estrapolate dal loro contesto, sarebbero strumentalmente usate per giustificare gli orrori delle foibe con quanto accaduto sul confine orientale nel corso del Ventennio. «Se è stato doveroso da parte nostra criticare duramente una scelta sbagliata del Comune afferma il presidente del Comitato e vicepresidente nazionale dell Anvgd, Rodolfo Ziberna ora è parimenti doveroso da parte nostra esprimere apprezzamento, auspicando che altre giunte di sinistra che amministrano molti Comuni della provincia di Gorizia possano seguirne l esempio». Ricordiamo che, in una dura presa di posizione della rappresentanza isontina dell Associazione, «il monumento di via dell Istria, con quella frase di Ciampi si sarebbe ridotto a un indecoroso manufatto dotato di una orribile targa». Dopo l incontro con la vicesindaco di Monfalcone, Silvia Altran, «nel corso del quale si è trovata l intesa di erigere una testimonianza decorosa, collocata nel centro del giardino e dotata di una targa sobria in cui si ricordano le vittime delle foibe e gli esuli dalle terre di Fiume, Istria e Dalmazia, la nostra Associazione afferma Rodolfo Ziberna ben volentieri riconosce al Comune di aver fatto un passo indietro e di aver accolto le richieste delle Associazioni degli esuli». Il monumento venne inaugurato tra le polemiche il 16 novembre scorso. La famigerata targa con il pensiero di Ciampi, che secondo l Anvgd invece di rendere onore alle vittime le colpevolizzava, era stata oscurata con nastro adesivo nero. Sarà sostituita con una riportante la scritta «Il Comune di Monfalcone ricorda le vittime delle foibe e dell esodo giuliano-dalmata». Grado, ricordo del Maestro Mattiassi Ricordare il compianto maestro Giuliano Mattiassi. È stato questo il motivo che ha indotto i responsabili del gruppo gradese dell Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia presieduto da Giovanni Borsatti, a promuovere un incontro programmato il 22 novembre scorso. Mattiassi è stato da sempre l animatore del gruppo gradese dell Anvgd e per questo gli è stato reso omaggio anche con la presentazione del libro di Guido Rumici Esuli a Grado, edito dal Comitato gorizianoe dall Istituto di Cultura Veneta. Sull isola di Grado gli esuli istriani arrivarono in piccola parte tra il 1943 e il 1944 e subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, fra il 1945 e il La maggioranza, come ricorda lo stesso Rumici, arrivò a Grado dopo il 10 febbraio 1947 (gli arrivi proseguirono fino al 1949), data della firma del Trattato di pace che sancì il ritorno dell amministrazione italiana a Gorizia e nel monfalconese dopo la parentesi del Governo militare alleato. COMITATO DI LATINA È in distribuzione il numero di luglio-dicembre 2009 del notiziario del Comitato pontino, nel quale sono riportate brevi cronache degli eventi ai quali ha preso parte. Tra questi, la cerimonia commemorativa dell Associazione Nazionale Familiari Caduti e Dispersi in Guerra, il 17 maggio; la commemorazione del 4 Novembre, in occasione del Giorno dell Unità nazionale e Festa delle Forze armate. In quella circostanza, si legge nel notiziario, la Messa solenne presso la Cattedrale di San Marco è stata officiata nella mattina dal vescovo Petrocchi, presenti numerose autorità civili (tra cui il prefetto, il sindaco di Latina on. Vincenzo Zaccheo, per la Provincia il vicepresidente De Monaco e numerosi sindaci del territorio), militari e le associazioni combattentistiche. Il prefetto Bruno ha letto il messaggio del presidente della Repubblica Napolitano, ricordando il valore di tutti i Caduti e l impegno militare delle nostre missioni internazionali per garantire la pace. L Anvgd era presente alla manifestazione, con diversi rappresentanti del Consiglio direttivo pontino. E ancora, si legge la cronaca della commemorazione, curata dal Comitato l 11 novembre scorso, della ricorrenza dei Defunti. Su iniziativa della rappresentanza guidata da Benito Pavazza è stata celebrata una Messa nella Chiesa dell Immacolata per rendere omaggio agli Esuli mancati nella città di Latina e nella sua provincia. COMITATO DI LIVORNO Domenica 22 novembre la comunità degli esuli giuliano-dalmati di Livorno ed una rappresentanza dell Anvgd di Pisa, guidata dalla Presidente Rossella Bari, hanno inteso solennizzare la Festa della Madonna della Salute, Santa Patrona di Neresine, con una Messa nella cappella di S. Barbara, dell Accademia Navale, officiata dal Cappellano Don Aldo Nigro. La folta schiera di neresinotti locali era completata da alcuni soci estimatori di Padre Flaminio Rocchi, alla cui memoria era dedicata la sacra funzione con la recita corale della dolcissima preghiera che egli stesso scrisse nel venticinquesimo della sua Ordinazione sacerdotale. Nella Cappella S. Barbara tra le lapidi marmoree che ricordano gli Ufficiali, e le loro navi, scomparsi in mare per eventi bellici troneggia un altorilievo della Madonna invocata con il dolce nome di Stella Maris, altorilievo che era nella chiesetta delle Scuole Cremm (Corpi Reali Equipaggi Marina Militare) di Pola fino al 1947, quando a seguito dell esodo lasciò quella città per giungere anch esso esule a Livorno e trovarvi giusta sistemazione in Accademia. In ogni occasione, in cui guardo la Stella Maris, ricordo le tante Messe da me servite, quale chierichetto, ai Cappellani Militari della base di Pola nell estate 1942 durante una mia vacanza estiva e mi prende una punta di nostalgia e commozione. La consegna dei Premi di Studio Padre Flaminio Rocchi ha concluso la giornata. Sono stati premiati Riccardo Rocchi per il completamento della Scuola Elementare e Sofia Zuccoli per il felice esito del ciclo di studi della Scuola Media Superiore con una somma in denaro, pubblicazioni sul Grande Padre Flaminio, perché ne conoscano la vita ed i grandi meriti, ed una pergamena ricordo stretta in un nastrino tricolore. Il Premio Padre Flaminio Rocchi, giunto alla settima edizione, è stato voluto da chi scrive per onorare la Sua memoria, immensamente grato per quanto da Lui fatto a favore degli esuli, ma soprattutto per aver ottenuto, insieme al Prof. Troili ed a Padre Tamburini, la destinazione della struttura dell ex Collegio Navale di Brindisi ad ospitare giovani giuliano-dalmati perché potessero completare gli studi e conseguire il necessario diploma che aprisse loro, favorevolmente, il mondo del lavoro. Sono uno di quei 500 giovani esuli allievi del Collegio Nicolò Tommaseo che riuniti oggi nella Libera Unione Muli del Tommaseo non mancano di attestare, in ogni possibile occasione, tutta la loro gratitudine a quelle personalità. Nel corso della riunione conviviale Marianna Camalich, neresinotta doc, affettuosissima decana delle Socie di questo Comitato, ha avuto nei miei confronti dolcissime espressioni di ringraziamento per la mia opera: voglio assicurare lei e gli altri amici Soci che sono felice di essere loro utile e li ringrazio per la loro fattiva e continua collaborazione. Mario Cervino COMITATO DI PALERMO Il 4 Novembre, i rappresentanti del Comitato Anvgd palermitano, il presidente Gino Zambiasi, Paolo Guagenti (vicepresidente) e Bruno Faccini hanno reso omaggio, con il vessillo associativo, al monumento ai Caduti in Piazza Vittorio Veneto. Molti cittadini palermitani, come spesso accade, hanno chiesto loro chi fossero, e con pazienza e molto orgoglio i tre dirigenti hanno dato loro, in sintesi, elementi utili a comprendere la storia giulianodalmata. Dopo aver ascoltato con grande interesse qualcuno dei passanti rammentava di aver appreso dai mass media il significato del 10 Febbraio. Con grande rammarico, la delegazione del Comitato e i tanti istriani, fiumani e dalmati presenti si sono resi conto che purtroppo la conoscenza storica è ancora scarsa e che molto Latina, in questa fotografia del 10 febbraio scorso l omaggio del sindaco Zaccheo al monumento alle vittime delle Foibe fatto erigere dal Comitato Anvgd pontino (foto

7 Gennaio 2010 DIFESA ADRIATICA dai comitati 7 Palermo, la bandiera dell Anvgd alla cerimonia per il 4 Novembre dinnanzi al monumento ai Caduti lavoro va ancora perseguito per divulgare la memoria degli eventi. Mentre i rappresentanti degli Esuli intonavano l inno Fratelli d Italia confida il presidente Zambiasi «guardavo negli occhi i bimbi di una scolaresca che era presente, di un età come la mia quando lasciai Fiume. Un nodo mi prese alla gola, per un attimo non riuscii più a cantare ed una lacrima mi solcò il viso. Una bimba disse alla sua compagna: perché piange quel signore?. Buh, rispose l altra. Al termine della manifestazione mi avvicinai e dissi loro: io quando lasciai la mia Fiume avevo 9 anni come voi adesso, la penso sempre la mia terra, mi auguro che un giorno a scuola e nei libri di testo vi sarà illustrata la nostra storia. Così capirete le ragioni che mi hanno costretto a lasciare la mia città e il perché della mia lacrima». COMITATO DI ROMA Donatella Schürzel nuovo presidente A seguito dell assemblea dei soci, il Comitato provinciale di Roma ha rinnovato le cariche interne. Il presidente uscente Oliviero Zoia ha lasciato ogni incarico, cedendo il suo posto a Donatella Schürzel; vicepresidente sono oggi Maria Ballarin e Giorgio Marsan. Gli altri consiglieri: Antonio Ballarin, Maria Bonaparte, Giuliana Budicin, Giuliana Devescovi, Plinio Martinuzzi, Marco Occhipinti, Elena Rossi, Marzia Vodopia. Significativo il fatto che il trio di presidenza sia composto unicamente dalla seconda generazione della nostra Comunità romana. A tutti i neoeletti l augurio di un buon lavoro! * * * ìil 13 dicembre il Comitato capitolino ha organizzato, come è ormai tradizione, il pranzo sociale in occasione della festività di San Tomaso, preceduto dalla Messa officiata nella Chiesa parrocchiale di San Marco Evangelista, nel Quartiere Giuliano-Dalmata. Una consuetudine sempre gradita dai numerosi partecipanti, che anche in questa circostanza hanno aderito con entusiasmo. COMITATO DI VENEZIA Alessandro Cuk nuovo presidente Si è svolta a Marghera in novembre, con un ampia partecipazione di soci, l Assemblea del Comitato di Venezia dell Anvgd per il rinnovo delle cariche sociali per il triennio Il successivo direttivo provinciale ha eletto presidente onorario Tullio Vallery, presidente Alessandro Cuk, vicepresidente Antonio Zett, segretario Piero Gazzari, tesoriere Eneo Sponza. I consiglieri sono Luigi Tomaz, Irma Sandri Ubizzo, Luciano Toncetti, Claudio Chiappetta, Mario Cocolet, Aldo Sigovini, Luigi D Agostini, Ida Cernecca, Roma Terdi, Gianmarco Valli e Giancarlo Stival. Tullio Vallery presidente onorario Il Comitato ha organizzato il tradizionale incontro di Natale, un occasione per festeggiare il presidente onorario Tullio Vallery e per ringraziarlo di quanto ha fatto per il Comitato nell arco di più di cinquant anni. L incontro è iniziato con la Messa a Mestre presso la Chiesa di S. Girolamo celebrata da don Antonio Moro che ha avuto parole significative nell omelia per i temi giulianodalmati. Alla fine della Messa Luciano Toncetti, del Direttivo del Comitato, ha letto la preghiera di San Tommaso, mentre il presidente Alessandro Cuk ha ringraziato i presenti della loro partecipazione e ha donato una medaglia celebrativa a Sonia Calzavara del Coro Polifonico di Crea il cui significato è stato illustrato dal vice-presidente Antonio Zett. Il Coro Polifonico ha, infatti, accompagnato efficacemente la liturgia e alla fine della celebrazione liturgica si è esibito in altri canti concludendo con il celebre Va pensiero di Verdi. Successivamente si è svolto il pranzo sociale, all inizio del quale è intervenuto il presidente del Consiglio Comunale di Venezia Renato Boraso a portare il saluto dell Amministrazione Comunale. Il Comitato di Venezia ha quindi voluto ringraziare Tullio Vallery che per decenni è stato il punto di riferimento con la consegna di una medaglia d oro e di una targa sulla quale è inciso: A Tullio Vallery ringraziandolo per l impegno e la dedizione profusa alla difesa dei diritti e alla diffusione della cultura giuliano-dalmata. Al pranzo è seguita una lotteria gratuita organizzata con perizia da Spinea (Venezia) V Mostra dei Presepi. Due immagini d insieme del presepio di Giancarlo Stival nel quale sono riprodotti l Arena di Pola e l Arco dei Sergi Irma Sandri Ubizzo che aveva come primo premio un quadro di Maria Rosa Simionato donato dall Associazione Donne e Colore di Spinea che è stato presentato dalla sua presidente Liliana Darsiè. Il Presepe ambientato a Pola Si è aperta a Spinea (Venezia) la V edizione della Mostra dei Presepi che raccoglie più di 140 opere provenienti da numerose località del Veneto, ma anche dal Trentino Alto Adige, dalla Lombardia e dalle Marche. Un presepio in particolare attrae l attenzione ed è quello di Giancarlo Stival (nel Direttivo Anvgd di Venezia), ambientato a Pola e realizzato in collaborazione con Delia Strano e con Alessandro Cuk, presidente dell Associazione Amici dei Presepi Spinea. Nell opera è rappresentata la Fuga in Egitto della Sacra Famiglia per sfuggire alle persecuzioni, una metafora dell esodo giuliano-dalmata del secolo scorso dalle terre Istriane e dalla Dalmazia. Stival ha infatti rappresentato la città di Pola con i suoi due monumenti più significativi: l Arena e l Arco dei Sergi, con la popolazione costretta dai partigiani titini ad abbandonare la città per sempre, portando con sé poche cose. Sullo sfondo i rustici istriani che lo stesso Stival costruisce con grande perizia e con i quali organizza anche delle mostre. Le due situazioni lontane nel tempo e nella storia parlano all unisono delle sofferenze e dei disagi di un forzato trasferimento da una terra amata ad un altra ignota, di una partenza frettolosa, di anime spezzate dal dolore e dalla paura, di un nuovo cammino da percorrere per raggiungere nuovi lidi dove dimorare. COMITATO DI VICENZA Venezia, il neopresidente del Comitato, Cuk (a sin.) e il vicepresidente Zett consegnano una targa ricordo a Vallery, nominato presidente onorario Due momenti della inaugurazione del Monumento ai Caduti di Nassiriya a Creazzo (Vicenza). Alla cerimonia ha partecipato una qualificata rappresentanza del Comitato Anvgd, presente con il Labaro e guidato dal presidente Coriolano Fagarazzi Sabato 14 novembre a Creazzo (Vicenza) l Amministrazione Comunale ha inaugurato il monumento a ricordo dei Caduti di Nassiriya. Per questa occasione erano presenti autorità istituzionali della Provincia di Vicenza e della Regione Veneto, dell Arma dei Carabinieri, dell Esercito, della Marina e degli Alpini, inoltre numerose associazioni d Arma e di volontariato locali. Il comitato provinciale Anvgd di Vicenza era rappresentato con il proprio labaro, accompagnato dal presidente Coriolano Fagarazzi e dal vicepresidente Renzo Raffaelli.

8 8 DIFESA ADRIATICA Gennaio 2010 Difesa, il gradimento dei Lettori, le firme ospitate Ed è tempo di bilanci anche per Difesa Adriatica, che ha chiuso il 2009 con undici numeri proposti ai lettori su 176 pagine, di cui 44 a colori. Ai 251 articoli, si sono aggiunte 101 cronache provenienti dai Comitati e Delegazioni provinciali dell Associazione, 107 articoli tratti dalla Stampa, 56 notizie provenienti dal nostro sito internet, 48 articoli in lingua inglese e spagnola, per un totale di 563 proposte di lettura corredate da 712 immagini. Un risultato positivo, realizzato anche grazie all ospitalità offerta in un anno da Difesa Adriatica a 92 penne del giornalismo e del mondo dell associazionismo dell Esodo. Eccoli, in ordine alfabetico: Ginevra Abbandonati, Vipsania Andreicich, Marisa Antollovich, Sergio Bagnoli, Viviana Ban, Sergio Bartole, Brunella Bassetti, Stefano Bizzi, Micol Brusaferro, Maria Cacciola, Carla Cace, Guido Ceronetti, Renzo Codarin, Gastone Coen, Nicola Comelli, Bruno Crevato-Selvaggi, Franca Dapas, Renato De Fanti, Giovanna A. de Manzano, Decio Dechigi, Andrea Dessardo, Renzo de Vidovich, Michele Dicuonzo, Valerio Di Donato, Giorgio Di Giuseppe, Viviana Dinelli, Bruno Dudan, Antonio Fares, Carlo Figari, Silvio Forza, Daria Garbin, Ario Gervasutti, Loredana Gioseffi, Nicolò Giraldi, Federico Imperato, Franco Juri, Kristian Knez, Helena Labus, Giovanni Lugaresi, Stefano Lusa, Mauro Manzin, Mariella Manzutto, Marino Maracich, Anna Maria Marcozzi Keller, Andrea Marsanich, Emanuela Masseria, Chiara Mattioni, Alessandro Mezzena Lona, Vittorio Miletti, Gianfranco Miksa, Luciano Monzali, Izabela Muzic, Nico Naldini, Lorena Oplanic, Niki Orciuolo, Carmen Palazzolo Debianchi, Roberto Palisca, Raffaele Panico, Antonio Paolucci, Giuseppe Parlato, Simone Peri, Vincenzo Pricolo, Flavio Rabar, Elio Ricciardi, Fabio Rocchi, Ilaria Rocchi, Marcello Rocchi, Sergio Romano, Dario Saftich, Fulvio Salimbeni, Guglielmo Salotti, Irma Sandri Ubizzo, Veronica Santoro, Antonio Sardi, Gianpaolo Sarti, Marino Segnan, Cosimino Simeone, Franco Sodomaco, Leopoldo Sotte, Stelio Un anno di crescita per il sito internet dell ANVGD Archiviato il 2009, è tempo di bilanci anche per il sito internet dell Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Qualche dettaglio significativo: nel corso dell anno appena trascorso sono state inserite notizie e informazioni per gli utenti (+22% rispetto al 2008) e articoli tratti dalla stampa e dai siti web nazionali e non (+28%). Nel 2009 sono state le visite al nostro sito (+56%), effettuate da un numero complessivo di visitatori (+37%). Le pagine visualizzate sono state (+40%), per un totale di ore di collegamento (+41%). I contatti al nostro sito nel 2009 sono arrivati da 77 Nazioni di 44 lingue nei 5 continenti, tra cui ai primi 10 posti: Italia, Croazia, Slovenia, Australia, Canada, Usa, Germania, Argentina, Uruguay, Regno Unito. Nel nostro Paese le visite nel 2009 sono arrivate da 530 località, con questa graduatoria dei primi 10: Roma, Milano, Udine, Torino, Padova, Trieste, Genova, Napoli, Firenze, Treviso. Tra le primi dieci esce Bologna e fa il suo ingresso Napoli. Le connessioni dalla Croazia provenivano da 12 località, quelle della Slovenia da 16, dall Australia da 11, dal Canada da 28. Per gli Stati Uniti le connessioni sono arrivate da 32 diversi Stati, tra cui nei primi: Pennsylvania, Washington, Virginia, California, New Jersey, Michigan, Florida, Indiana, Georgia. Le fonti di accesso istituzionali con più di 10 connessioni nel corso dell anno, escludendo quindi i principali operatori telefonici e gli utenti privati, sono state: Regione Friuli Venezia Giulia, Ministero della Difesa, Direzione generale dei Beni Librari, Regione Toscana, Regione Marche, Università di Bologna, Università di Trieste, Comune di Trieste, Radiotelevisione Slovenia, Università di Udine, Rai, Politecnico di Torino, Provincia di Ferrara, Ministero Beni Culturali, Ministero dell Ambiente, Gruppo Editoriale L Espresso, Ministero croato della Pubblica Amministrazione, Camera dei Deputati, Ministero della Pubblica Istruzione, Università di Padova, Università di Milano, Università di Bari, Comando generale Arma Carabinieri, Consiglio di Stato, Senato della Repubblica, Comune di Prato, Ministero dell Economia, Avvenire, Comune di Padova, Ministero degli Esteri, Edit, Inps, Provincia di Bologna, Radiotelevisione Croazia, Ministero della Giustizia, Provincia di Trieste, Università di Genova, Regione Lombardia, Università di Parma. In considerazione della crescente frequenza dei contatti e del ruolo ormai consolidato che il sito svolge nella comunicazione sui temi dell esodo giuliano-dalmata, se ne prevede nei prossimi mesi un restyling completo, tale da rendere ancora più agile la navigazione. Spadaro, Pietro Spirito, Gian Antonio Stella, Piero Tallandini, Luigi Tomaz, Lucio Toth, Rosanna Turcinovich Giuricin, Tullio Vallery, Piersandro Vanzan S.J., Lauretta Vignaga, Gino Zambiasi, Rodolfo Ziberna. Gli abbonati Il 2010 è partito con un bacino complessivo di abbonati (429 all estero). Per l estero le famiglie abbonate risiedono in 28 Paesi, ovvero 128 in Australia, 87 in Croazia, 45 negli Stati Uniti, 38 in Argentina e Canada, 18 in Brasile, 12 rispettivamente in Germania e Slovenia, 9 in Svizzera, 8 in Francia, 6 in Sudafrica, 4 in Belgio Regno Unito, 3 in Uruguay, 2 in Spagna Malta e Venezuela, 1 in Austria, Cile, Cipro, Costarica, Irlanda, Lussemburgo, Monaco, Nuova Zelanda, Paraguay, Svezia e Ungheria. Ecco invece la suddivisione delle famiglie abbonate sparse in 96 province italiane: 465 a Roma, 293 a Genova, 263 a Milano, 260 a Trieste, 224 a Venezia, 219 a Torino, 106 a Padova, 89 a Udine, 88 a Croazia, insoddisfatto il Tribunale dell Aja per i crimini di guerra negli anni Novanta Secondo fonti vicine al Tribunale penale internazionale per l ex Jugoslavia (Tpi), il procuratore capo Serge Brammertz non sarebbe soddisfatto delle indagini condotte in Croazia per accertare le responsabilità dei crimini commessi a danno della città di Knin, roccaforte dei secessionisti serbi durante la guerra degli anni Novanta. Peraltro, negli ambienti dell Unione Europea si nutrono sospetti che il governo croato non abbia avuto sinora la reale volontà di adempiere alle richieste del Tpi. Uno dei capi d accusa contro il generale Ante Gotovina, sotto processo per crimini di guerra all Aja, riguarda i bombardamenti militarmente ingiustificati di Knin nell estate del L agenzia Reuters ricorda che la Croazia deve risolvere lo stallo con il tribunale Onu per i crimini di guerra entro la prossima primavera se non vuole correre il rischio che i negoziati per il suo ingresso nell Ue subiscano ulteriori ritardi. Se la Croazia non dovesse riuscire ad ottenere il via libera per quanto riguarda il capitolo giustizia, però, potrebbe non riuscire a completare i negoziati nel Naturalmente Zagabria ha ribadito di aver fatto tutto il possibile per venire incontro alle richieste avanzate dal Tpi. Per altro verso, per completare l iter burocratico del capitolo giudiziario, la Croazia deve anche dimostrare di aver progredito nella lotta alla corruzione, al crimine organizzato e di aver ridimensionato i contributi statali alle aziende in difficoltà. Capitoli non facili del dossier Europa. Presidenziali, sfidanti al ballottaggio Nelle votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica croata i dati confermano il rinvio al ballottaggio tra il socialdemocratico Ivo Josipovic, candidato del centro-sinistra, contro il suo ex collega di partito, il sindaco di Zagabria Milan Bandic. Josipovic rappresenta la sinistra moderata, la classe media i giovani e le zone urbane del Paese. Docente di diritto internazionale nell Università di Zagabria, Josipovic è dato per favorito dai sondaggi anche per il secondo turno. Bandic invece è considerato il candidato alternativo del centro-destra, nonostante sino a pochissimo tempo addietro sia stato uno degli esponenti più in vista dello stesso partito socialdemocratico di Josipovic. d.a. L Aja, la sede del tribunale internazionale per i crimini di guerra nell ex Jugoslavia Treviso, 76 a Varese, 69 a Firenze e Gorizia, 58 a Verona, 52 a Vicenza, 47 a Bologna, 46 a Trento, Brescia 45, Livorno 44, Novara 41, Bergamo 40, Pordenone 39, Ancona 35, Latina 34, Bolzano 32, Belluno 31, Alessandria 30, Napoli 29, Avellino e Bari 27, Savona 25, Massa Carrara 22, Pisa 21, Imperia 20, Cuneo 19, Monza Brianza e Parma 18, Como e Palermo 17, Cremona 16, Lucca Pesaro-Urbino e La Spezia 15, Modena e Perugia 14, Pavia 13, Sassari 12, Ferrara Frosinone Mantova e Viterbo 11, Pescara e Ravenna 10, Lecco Rimini Taranto e Vercelli 9, Arezzo e Caserta 8, Lecce Pistoia e Siena 7, Forlì-Cesena Foggia Macerata Reggio Emilia Rieti Salerno e Terni 6, L Aquila Biella Lodi Messina Sondrio e Verbania 5, Ascoli Piceno Brindisi Catania Prato Rovigo e Teramo 4, Campobasso Chieti Caltanissetta Grosseto e Piacenza 3, Cagliari Cosenza Oristano Reggio Calabria Ragusa e Siracusa 2, Agrigento Aosta Asti Benevento e Trapani, 1. Cantrida, presto demolito ciò che resta del bagno Riviera Al suo posto sarà costruita una villa privata Sta per scomparire del tutto ciò che rimane dopo tanti decenni dell antico bagno Riviera di Cantrida (Fiume), tradizionale ritrovo di generazioni di fiumani. Lo riporta in queste settimane il quotidiano in lingua italiana La Voce del Popolo : «l 8 dicembre scorso si legge nella cronaca le ruspe e gli operai hanno iniziato a buttare giù ciò che rimaneva del Riviera, ossia la terrazza [ ]. Al suo posto, nell arco di otto mesi, sorgerà una lussuosa casa privata a tre piani». Fautore, un pittore dalmato, Josko Eterovic. I vicini sono tuttavia sul piede di guerra nel timore che la nuova costruzione sia svincolata da preoccupazioni di ordine paesaggistico in un contesto ancora relativamente preservato. I residenti hanno già manifestato una certa inquietudine agli uffici competenti, dai quali però avrebbero ottenuto conferma che l Eterovic sia già regolarmente provvisto dei nulla osta per avviare la costruzione. Un caffè a Cantrida, in questa tenera fotografia d altri tempi Il lungomare di Cantrida in questa immagine antecedente la Seconda guerra mondiale. Sulla sinistra si distingue lo stadio comunale

9 Gennaio 2010 DIFESA ADRIATICA Venezia Giulia e Dalmazia, il profilo storico La dispensa pubblicata dalla FederEsuli e redatta da Guido Rumici 9 Come anticipato in altra pagina di questo numero, la FederEsuli ha predisposto una «dispensa» redatta da Guido Rumici ad uso delle scuole, che costituisce un utile e sintetico documento di divulgazione. Il documento è integralmente scaricabile dal sito Ne riproduciamo, a titolo esemplificativo, due pagine. L EPOCA VENEZIANA Fra il IX e il X secolo d. C. il nascente Stato veneziano inizia a far sentire la sua influenza sulle coste orientali dell Adriatico. La potenza di Venezia fu prevalentemente commerciale e le coste dell Istria e della Dalmazia divennero ben presto indispensabili per i suoi traffici mercantili verso il Levante. Venezia estese gradualmente il suo dominio alle principali località dell Adriatico Orientale e dell interno dell Istria. Molte cittadine dapprima furono obbligate ad un vero vincolo di vassallaggio (come Capodistria nel 932); poi, successivamente, prestarono giuramento di fidelitas verso la Serenissima (come Pola nel 1145). Nel tempo il rapporto tra Venezia e le città della costa istriana assunse la forma di protettorato, che si estese anche verso le zone dell entroterra. Nel 1267 la dedizione di Parenzo sancì l ulteriore penetrazione politica e militare di Venezia in Istria, che si estese ancor di piu nel 1420 con la dedizione di Albona, Muggia e Fianona. La Serenissima governo l Istria e la Dalmazia per altri quattro secoli, fino alla caduta della Repubblica e al trattato di Campoformido (1797). I segni della Dignano Zara Periodico mensile dell Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro studi padre Flaminio Rocchi DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia C. Hansen Editrice: ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA Via Leopoldo Serra, Roma Con il contributo della legge 72/2001 Redazione e amministrazione Via Leopoldo Serra, Roma Tel./Fax Grafica e impianti: CATERINI EDITORE (Roma) Servizi Integrati per l Editoria e la Comunicazione Tel Fax posta@caterinieditore.com presenza veneziana sono ancora oggi evidenti in tutto l Arco Adriatico: i palazzi pubblici e privati, le piazze e le calli, le fortificazioni e il Leone di San Marco e ancora visibile in molte località istriane e dalmate. IL PERIODO AUSTROUNGARICO ( ) Teatro comunale di Fiume Abbazia Abbonamenti: Annuo 30 euro Sostenitore 50 euro Solidarietà a piacere Estero omaggio Una copia 2 euro - Arretrati 3 euro C/c postale n Intestato a Difesa Adriatica Autorizzazione del Tribunale di Roma n 91/94 dell 11 marzo 1994 Spedizione in abbonamento Postale di ROMA Stampa: Romana Editrice Srl - S. Cesareo (RM) Finito di stampare il 18 gennaio 2010 Dopo la pace di Campoformido (siglata tra Napoleone e gli Asburgo), che segno la fine della secolare presenza veneziana in Istria e in Dalmazia, inizio l epoca austriaca, che andò dal giugno 1797 all ottobre 1918, con una piccola parentesi napoleonica tra il 1806 ed il L arrivo degli austriaci in Istria, peraltro già presenti nella parte più interna della penisola, porto diverse trasformazioni sociali ed amministrative. Il centro di gravita della regione si sposto da Venezia a Trieste, che ne eredito tutte le funzioni. Dopo la battaglia di Austerlitz, nell ambito della pace di Presburgo (1805), il Veneto, l Istria e la Dalmazia passarono dal dominio asburgico a quello di Napoleone, imperatore dei Francesi. Nel marzo 1806 Napoleone aggrego ufficialmente l Istria e la Dalmazia al Regno d Italia. Dopo alterne vicende, i francesi rimasero sulla costa orientale dell Adriatico sino al 1813, quando gli austriaci ripresero il controllo della penisola istriana e della costa dalmata. La nuova amministrazione asburgica porto un efficiente burocrazia e un senso dello Stato che si innesto sul substrato civile e culturale lasciato dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Verso la meta del secolo XIX divenne tuttavia irreversibile la presa di coscienza nazionale di strati sempre più ampi delle popolazioni italiane, slovene e croate residenti all interno dell impero asburgico, che nel 1867 si trasformo nella duplice monarchia austro-ungarica. I fatti del , la nascita del Regno d Italia (1861), la terza guerra d indipendenza, la mutata politica di Vienna verso le diverse nazionalità, furono alcuni dei fattori che contribuirono a creare tensioni tra le etnie italiane, croate e slovene, in precedenza vissute in un clima di tranquilla convivenza. Di fatto, nella seconda meta dell Ottocento, le lotte nazionali riguardarono soprattutto le elite politiche e culturali italiane e slave mentre, in buona parte della popolazione istriana e dalmata, il rispetto dell autorità costituita e dello Stato, il culto della giustizia, l attaccamento alle tradizioni locali e religiose attutirono il livello dello scontro che stava iniziando a delinearsi. LA PRIMA GUERRA MONDIALE La proclamazione del Regno d Italia (1861) esercito un forte richiamo culturale ed emotivo sulle popolazioni di lingua italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia e nei decenni successivi si andò sempre più manifestando una decisa volontà politica separatistica (l Irredentismo) nei confronti dell Austria. I nazionalisti italiani, da ambo i lati del confine italo-austriaco, rivendicheranno le zone abitate da secoli da popolazioni di lingua Ragusa di Dalmazia: centro città veneta, ma queste aspirazioni contrasteranno con le analoghe rivendicazioni di matrice slava. Le popolazioni slovene e croate furono pero considerate dalle autorità austroungariche piu leali di quelle italiane, probabilmente per la mancanza di un altro Stato di riferimento cui volgere lo sguardo. Diversi provvedimenti emanati da Vienna in campo scolastico o amministrativo tra la fine dell Ottocento e l inizio del Novecento furono interpretati come vessatori nei confronti dell etnia italiana poiché si riteneva fossero stati adottati per favorire il più fidato elemento slavo. Con il patto di Londra (26 aprile 1915) le potenze dell Intesa (Francia, Inghilterra e Russia) promisero all Italia che se La guerra di trincea Sacrario di Redipuglia Nazario Sauro fosse intervenuta militarmente al loro fianco avrebbe avuto garantita, a guerra finita, l annessione del Trentino, dell Alto Adige, di Trieste, della Contea di Gorizia e di Gradisca, dell intera Istria con le isole di Cherso e Lussino, di una parte della Dalmazia (con Zara, Sebenico e le isole di Lissa, Lesina e Curzola), oltre ad alcuni altri territori e possedimenti. L Italia entro in guerra il 24 maggio 1915 e, dopo tre anni di duro e sanguinoso conflitto, riuscì a contribuire alla vittoria delle potenze dell Intesa. Tra le centinaia di migliaia di morti caduti al fronte, non mancarono diversi di quei volontari irredenti giuliani che avevano disertato dalle fila austriache per raggiungere le linee italiane. Tra tanti nomi, quelli di Nazario Sauro (da Capodistria), di Fabio Filzi (da Pisino d Istria) e di Francesco Rismondo (da Spalato), catturati dagli austroungarici e condannati a morte per diserzione, sono stati spesso ricordati come simboli della dedizione dei giuliani alla lotta nazionale italiana. La guerra si concluse sul fronte italiano con l Armistizio di Villa Giusti del 3 novembre 1918.

10 10 DIFESA ADRIATICA Gennaio 2010 L Operetta a Roma Una mostra e il concerto al Quartiere Giuliano-Dalmata Si è inaugurata il 16 dicembre a Roma, nelle sale della Regione Friuli Venezia Giulia, il nuovo allestimento della mostra storica dell operetta «Tu che m hai preso il cuor» realizzata dall Associazione internazionale dell Operetta, con la collaborazione del Comune di Trieste e della Fondazione Teatro Verdi. L amore per l operetta a Trieste e nella Venezia Giulia risale ad almeno la metà del XIX secolo, ed è legato a nomi noti del genere, come Franz Lehár e del dalmata de Suppé, nipote di Donizetti. In tempi più vicini a noi, fu nel 1950, che Trieste volle dotarsi di un Festival estivo dell Operetta di livello internazionale. Molti telespettatori ricorderanno che negli anni Settanta la Rai mandò in onda tutta una serie di rappresentazioni per le regìe di Vito Molinari e di Gino Landi. L Associazione dell Operetta, sorta nel 1992, ha istituito due premi: il Premio Internazionale dell Operetta, omaggio a quanti hanno contribuito alla diffusione e al successo del genere, e il Premio Nazionale Sandro Massimini, conferito annualmente a un giovane attore brillante del teatro musicale leggero italiano. Ai premi si accompagnano due rassegne, i Pomeriggi Musicali al Rossetti, dedicati al musical, e TriesteOperetta al Ridotto, manifestazione che anticipa il Festival. Dopo l inaugurazione, il Teatro San Marco, nello storico Quartiere Giuliano-Dalmata, l Associazione Triestini e Goriziani in Roma Gen. Licio Giorgeri e l Associazione internazionale dell Operetta hanno proposto un concerto di melodie celebri tratte dalle operette più famose italiane e danubiane con i cantanti Andrea Binetti e Nicolò Ceriani, Gisella Sanvitale (ben nota negli ambienti degli esuli per le sue apprezzate interpretazioni) e Ilaria Zanetti, accompagnati da Antonio Kozina al violino e Giovanni Maria Monti al pianoforte. Grande successo di pubblico, accorso in gran numero e generoso di meritati applausi. Red. Trieste fra storia e futuro: dall Adriatico oltre l Atlantico Lusinghiero successo di pubblico per la presentazione del documentario di Viviana Facchinetti dedicato all emigrazione giuliano-dalmata oltreoceano. La proiezione si è tenuta nel salone dell Hotel Savoia Excelsior, seguita da quasi 10 minuti di applausi. Realizzato dalla Fioccolandvideo in collaborazione con la Fondazione Culturale Rustia Traine, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il video è stato presentato nel corso dell incontro promosso dal consigliere regionale Bruno Marini assieme alla Fondazione Rustia Traine e al Comitato Provinciale di Trieste dell Anvgd. Erano presenti il presidente del Consiglio comunale di Trieste, consiglieri comunali e regionali, autorità civili e militari, qualificati esponenti dei sodalizi degli Esuli. A caratterizzare il documentario sottolinea la nota stampa diffusa è il ritmo vivace e l attenzione per i risvolti e i vissuti umani. Le riprese televisive contemporanee si alternano con immagini di repertorio. Tre le categorie storiche identificate dall autrice del documentario. In primo luogo le persone originarie di quei luoghi, che si trovarono a rapportarsi con l incertezza politico-econo- La ricerca della giornalista Viviana Facchinetti presentata nel capoluogo giuliano mica del dopoguerra e della fine del Governo Militare Alleato angloamericano. Quindi gli esodati giuliano-dalmati che, dopo la tempesta bellica, trovarono primo rifugio a Trieste, da dove partirono per Paesi lontani alla ricerca di un identità perduta, non di rado raggiungendo significativi traguardi nella patria di adozione. Notizie liete Infine, le seconde e terze generazioni, inserite nel nuovo tessuto sociale, ma non dimentiche delle origini. Un capitolo particolare è dedicato alle ragazze triestine che negli anni Cinquanta sposarono giovani militari del Gma e poi consociate nel Triestine Girls Club, sodalizio attivo e promotore di varie iniziative negli Stati Uniti. Viviana Facchinetti al termine della presentazione. Alla sua destra, dietro di lei, Renzo Codarin Roma, 16 dicembre 2009, Teatro San Marco. Da sin., il violinista Antonio Kozina, il pianista Giovanni Maria Monti, Andrea Binetti e Gisella Sanvitale, Nicolò Ceriani e Ilaria Zanetti Auguri! Simone Vicki Michelle Peri e Silvio Premuda si sono sposati il 12 dicembre 2009 a Trieste, nella Chiesa di San Bartolomeo (Barcola). Simone Peri è consigliere nazionale dell Anvgd e presidente della Famiglia Montonese Lino Relli, capodistriano, Consigliere onorario dell Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e per lunghi anni insostituibile responsabile dell Ufficio assistenza del Comitato di Trieste dell Anvgd, festeggia il 50 anniversario di matrimonio con Maria Kurat. Auguri da figli, nipoti e amici esuli, guardando insieme la foto dell epoca...

11 Gennaio 2010 È deceduto a Udine, la sera di Natale, lo scrittore Carlo Sgorlon, voce per eccellenza del Friuli antico, duro e generoso dal quale ha tratto ispirazione e nutrimenti sin dall esordio e per tutta la sua lunga carriera di autore. Alla tragedia delle Foibe dedicò il romanzo La Foiba grande (prima edizione Mondadori 1992, ristampa nel 2005) e alla strage di Porzus il volume La malga di Sir (1997). Ne La Foiba grande le sanguinose vicende del confine orientale ricordano la tragedia che travolse gli italiani durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Una pagina defilata della storia nazionale che Sgorlon riaprì narrando la storia di Benedetto e della gente di Umizza. Un dramma individuale, familiare, collettivo, al cui fondo era l incubo della morte nelle cavità carsiche, il dramma dell esilio forzato da una terra amatissima. Lo scrittore è stato ricordato su Il Piccolo del 27 dicembre da Elvio Guagnini, storico e critico della letteratura nell Università di Trieste, con l ar- DIFESA ADRIATICA Sgorlon, le Foibe nei suoi romanzi ticolo Addio a Carlo Sgorlon, cantore del Friuli. Del suo contributo riproduciamo qualche significativo passaggio. [ ] Tra i narratori friulani del secondo 900, affermatisi come altrettante presenze di rilievo nel panorama della letteratura italiana contemporanea [ ], Sgorlon occupa una posizione di spicco. Nato a Cassacco nel 1930, Sgorlon si laureò alla Normale di Pisa in letteratura tedesca, con una tesi su «Kafka narratore», che divenne poi un saggio pubblicato nel [ ] Ecco, dunque, nelle pagine di Sgorlon, affermarsi l interesse per una civiltà arcaico-contadina in decadenza di fronte ad altre forme di civiltà [ ]. Dunque, anche la proposizione di una poetica del racconto nella quale lo scrittore sembrava proporsi come aedo, testimone e messaggero della civiltà contadina e della sua eternità di segno. [ ] Epica e fantasia, riflessioni sui destini degli uomini e sulle loro drammatiche insicurezze, sulla nostalgia, sulla vita e sulla morte sembrano animare anche un testo come «L armata dei fiumi perduti» (1985) dedicato a una pagina sanguinosa della Seconda Guerra mondiale com è quella relativa ai Cosacchi in Friuli. [ ] Elvio Guagnini ELARGIZIONI E ABBONAMENTI Questa rubrica riporta: - le elargizioni a Difesa Adriatica di importo superiore all abbonamento ordinario; - le elargizioni dirette alla Sede nazionale Anvgd; - gli abbonamenti ordinari sottoscritti a Difesa Adriatica ; All interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della normativa sulla privacy non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da queste pagine tutti coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non comprendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell Anvgd. ABBONAMENTI CON ELARGIZIONI A DIFESA ADRIATICA (ccp ) Le elargizioni si concentrano maggiormente tra fine e inizio anno, in occasione del rinnovo dell abbonamento. L elenco comprende gli abbonati sostenitori o che hanno versato comunque una quota maggiore dell ordinario. SETTEMBRE 2009 Bongiovanni Mauro 50, Borroni Antonio 50, Brajac Merina 50, Ciurlizza Claudia 50, Concina Antonio 50, Kauten Sandra e Giancarlo 50 in ricordo di Myriam Voncina ved. Kauten con immutato affetto, Merluzzi Elena 40, Reppa Marcella 50, Vitali Lidia 50. OTTOBRE 2009 Gamberonci Giulio 50, Milani Ermanno 50, Rovis Coloni Fides 50. NOVEMBRE 2009 Baroni Francesco Antonio 70, Belletich Albino 50, Breccia Ornella 50, Brenco Bruno 50, Cappellani Mariapia 100, Creglia Maria 50, Cuarneri Raffaele 50, Damiani Arianna 50, De Francesco Giorgio 50, Defranceschi Licia 50, Dechigi Decio 40, Di Blasi Corrado 50, Diviacchi Bruno 50, Draghicchio Ennio, 50, Fabietti Ferruccio 50, Fonda Lino 50, Fonda Fabio 50, Gabrio Gabriele 50, Gambaletta Mario 50, Gaiero Giuseppina 50, Gigliofiorito Antonio 50, Gloder Gian Antonio 50, Jurman Nadia 70, Legovich Antonia 50, Liubicich Claudio 60, Lombardi Signori Ernes 35, Lotzniker Silvio 40 in ricordo di Giorgina Novak Lotzniker moglie e madre esemplare, Malusà Maria 50, Maurovich Sergio 50, Miani Marino 50, Michesi Marina 60, Milli Maria 50, Mitton Giuliano 35, Mizzan Antonio 50, Morandi Destrini Wanda 50, Monastero San Daniele 100, Montagner Mayer 50, Niero Marco 50, Ober Tullio 50, Panella Montagnoli Raffaella 50, Pauluzzi Ego 80, Pelligra Maria 50, Peloso Gianpaola 35, de Petris Giannella 50, Pizzinat Giovanni 50, Prencis Claudio 40, Pizzuti Elio 100, Rigo Gianna 50, Trigari Comm.Dott.Aldo 50, Saba Nerina 50, Sala Claudio 50, Saitz Franco 50, Schmeiser Euro 50, Scodnik Renata 50, Semeia Ovidio 50, Sette Teresa 50, Sigovini Fabio 50, Sirola Bessone Annamaria 50, Smaila Roberto 50, Talatin Edda 35, Tiblias Cottini Anna 50, Tomassoni Eleuterio 50, Tossi Emo 50, Viola Italo 50, DICEMBRE 2009, Almani Maria 50, Alacevich Marco 50, Baboni Attilio 35, Breccia Anita Bruna 40, Bracco Irma 50, Bommarco Gabriella 50, Canaletti Immacolata 50, Capialbi Maria 50, Carobella Nerina 35, Cergna ved. Silvi Virginia 50, Coos Lucia 50, Colavalle Luigi 50, Cursi Claudio 50, Curkovic Antonio 40, Deragna Peliti Elena 50, Derencin Lorenzo 40, Dettoni Loris 50, Fachinetti Michele 500 esprimo la mia gratitudine per la costante opera svolta da codesta associazione di fini degli indennizzi il cui ultimo acconto è stato da me di recente riscosso; Floris Claudio 40, Fonda Narciso 50, Giacaz Clelia 40, Gelci Ferruccio 50, Gelci Italo 50, Genzo Paolo 40, Giacometti Maria 50, Labianca Antonia Giannoccaro 60, Miglia Luigia 50, Menesini Domenico 50, Mussap Emilio 50, Palaziol Antonio 50, Perich Lucia 60, Poli Martino 50, Rabar Flavio 70, Ratzenberger Egone 50, Rocconi Corrado 50, Simcic Alviana 50, Smaila Franco 50, Spangher Garisenda 60, Stanflin Maria Cristina 50, Sorelle Pretteggiani 50, Superina Pietro 50, Verdura Luciano 50, Visintin Renato 35, Zanfabro Livia 50. ELARGIZIONI DIRETTE ALLA SEDE NAZIONALE ANVGD (ccp ) SETTEMBRE 2009 N.N , Brajac Nerina De Franza Margherita Molino Mario 250 in memoria dei propri defunti Miro Brajac Tonci Zubranic Ten. Amelio Molino, Rocconi Leonardo 50 in memoria di Valeria Petrini. OTTOBRE 2009 Milani Ermanno 950 pro beneficenza, Cosoli Gianfranco 40. ABBONAMENTI ORDINARI A DIFESA ADRIATICA (ccp ) Il rinnovo degli abbonamenti si concentra maggiormente tra fine e inizio anno, quando i lettori ricevono insieme al giornale il bollettino postale precompilato. L elenco comprende solo coloro che hanno versato la quota ordinaria di abbonamento. SETTEMBRE 2009 Bertossa Bruno, Bondi Umberto, Bracco Eugenio, Buffetti Marina, Codiglia Ornella, De Fabris Maria Luisa, De Franza Margherita, Luxardo Paolo, Nuvolari Daria, Rovina Fausto, Sinti Maria, Usilla Marisa, Vernier Laura. OTTOBRE 2009 Celli Ennio, Cressevich Liliana, Crescenzo Adriana, Maracich Giovanni, Marussich Lidia, Moscheni Maria, Sichich Aldo, Speroni Margherita, Urbani Garbin Egeria, Talatin Marucci. NOVEMBRE 2009 Acciarri Alfredo, Addaro Giovanni, Albanese Maria Antonietta, Alfano Scarascia Edda, Angeli Fausto, Asta Flavio, Baxa Francesca Romana, Balestri Giovanni, Bartoli Marinella, Basezzi Nevio, Battiliana Laura, Bellani Egli, Belletti Luigi, Bellotto Maria Marisa, Benigni Giorgio, Benussi Francesco, Benvenuti Pironti Franca, Bernabe Raffaele Alberto, Berni Adelma, Bianco Narciso, Bianchi Valerio, Bibalo Rita Pierina, Biloslavo Giuliano, Boghich Oscar, Bonaldi Alfiero, Boniciolli Antonietta, Borsatti Marzin Carolina, Bradamante Attilio, Brescak Gabriele, Bretschneider Franco, Burian Bruno, Bussi Thea, Cacciola Maria, Caffarelli Francesco, Camalich Milena, Casalaz Livia, Casagrande Ada, Cassani Liliana, Castelletti Petronio, Cattalini Lucio, Ceci Mariano, Cergnul Azaleo, Cervai Maria, Chersi Matteo, Chervatini Maria Pia (Orlandini Mario), Ceppi Fabio, Chiurco Liliana, Codellia Pietro, Condotta Nerino, Coss Flavio, Costa Tibilotti Clelia, Crusi Maria, D Alessio Roberto, D Ancona Bruno, D Ancona Annamaria, Debrevi Tarcisio,... Segue nel prossimo numero Il 31 agosto 2009 si è spento a Padova, con Zara nel cuore Cav. Tommaso Ivanov 11 Nato nel 1921, visse i primi anni felici nella Zara che fu e da cui lo strapparono la guerra fu ufficiale a Mostar e la prigionia in Germania. Al ritorno nella Sua città, fu incarcerato dai titini e poi costretto a vivere per cinque anni sotto il regime comunista, in attesa di ottenere l opzione. Solo nel 1950, con la moglie Anna Marsan, zaratina, compagna di studi presso l Istituto Magistrale di Zara, e la figlia Adriana di un anno, imboccò la via dell esodo, che dopo varie traversie lo portò a vivere a Padova, dove completò la sua carriera di stimato ed amato insegnante elementare. Dedicò la vita alla memoria e allo studio storico della nostra comune tragedia, segnalandosi come Consigliere del Libero Comune di Zara in Esilio, collaboratore della Società Dalmata di Storia Patria di Venezia e della Rivista Dalmatica, in particolare di Oddone Talpo, e confratello della Scuola Dalmata dei SS. Giorgio e Trifone. Si impegnò attivamente per la salvezza delle tombe degli Italiani di Zara e pubblicò l opera Il Cimitero di Zara, con i testi di tutte le lapidi italiane, a testimonianza della nostra identità. Con Lui si spegne una preziosa voce della nostra memoria storica, di cui era cultore, anche negli aspetti quotidiani e aneddotici della vita zaratina. La figlia Adriana, con il genero Roberto e la nipoti Debora e Valentina, piange la perdita del suo stupendo padre, dell educatore, dello studioso e dello zaratino che affrontò il lacerante dramma dell esilio, per donarle la libertà e la possibilità di vivere da italiana. Il 22 novembre 2009 è deceduta la Signora Giuseppina Rosato madre affettuosa della Ins. Maria Antonietta Stocchi, preziosa collaboratrice del Comitato Anvgd de L Aquila. Alla cara Maria Antonietta, al fratello Alessandro ed alla sorella, gli Esuli giuliani e dalmati residenti nel territorio aquilano inviano le più fraterne condoglianze. Il 17 dicembre 2009 nella città di Massa si sono svolte le esequie dell esule Istriano Egidio Mitton nato a Valle d Istria nel Svolse la Sua attività professionale per molti anni nello stabilimento Dalmine di Massa, lasciando vivo ricordo in tutti i Suoi compagni di lavoro. Lascia nel dolore della separazioni, la moglie Amalia, i figli Alida, Adalberto, Maria Antonietta, i cinque nipoti, i sette pronipoti. Ne danno notizia il Comitato Anvgd di Massa con Sergio Tabanelli, la famiglia, gli amici. Dopo una vita dedicata ad insegnare ai bambini della scuola materna e della scuola elementare è mancata il 14 dicembre a Saluzzo (Cuneo) all età di anni 100 e 10 mesi, Suor Leonia Perlotti nata a Zara il 16 febbraio La Sua famiglia abbandonò Zara durante i bombardamenti angloamericani ma Suo papà per rappresaglia venne catturato dai tedeschi e poi deportato a Dachau, dove morì. La fotografia qui riprodotta (è seduta al centro) ricorda la festa del suo centenario con il Vescovo di Saluzzo Monsignor Giuseppe Guerrini, il Sindaco della città Paolo Allemano, la Madre Generale e la Superiora. Note dolorose È mancato a Roma, il 26 dicembre 2009, Guido Cicin Era nato a Zara il 23 agosto Esule e patriota fedele e indomito alla causa Giuliano-Dalmata, è deceduto improvvisamente circondato dall affetto della consorte Marcella Marzetti e dei figli Sergio, Glauco, Alessio, Daniela e Sabrina.

12 12 DIFESA ADRIATICA Gennaio 2010 Gazzetta del Mezzogiorno 22 novembre 2009 L Adriatico raccontato dai fari Eppure fu nel mare Adriatico che Fernand Braudel ebbe l illuminazione sulla organicità storica del Mediterraneo: era nel porto di Ragusa, ora Dubrovnik, in Dalmazia, e lì lo storico francese comprese che il «mare nostrum» aveva funzionato per secoli [ ]. L Adriatico era per i romani il «mare superum». Nella sua sacca di acqua e di rocce si è rifugiata la storia, il mito, la vita. Per lungo tempo è stato un liquido confine tra Oriente e Occidente [ ]. Ora le due sue coste contrapposte cercano di ritessere le storie interrotte. E ad aiutarci in questo rammendo arriva opportuno un volumetto di Enrica Simonetti, Luci sull Adriatico, dedicato ai «Fari tra le due sponde» ([ ] Laterza, pp. 112, Euro 12). Un percorso ideale, che tende a fare la spola da una costa a quella di fronte, quasi infilando un filo di luci e splendori nelle crune di questi aghi in verticale. Dal faro Finibus Terrae di Santa Maria di Leuca a quelli dell isola greca di Corfù, da Brindisi all albanese Durazzo, da Bari ai fanali e alle lanterne del Montenegro... [ ] A Spalato, il faro di Veli Rat, fu edificato con pietre e con l albume di 10mila uova. Non è già un salto nella favola questo costruire fari come se si facessero meringhe? E una meringa ci appare nella sua metafisica circolarità il faro sullo scoglio di Porer al largo di Pola: una torre che ha preso il biancore della roccia; o, al contrario, una roccia che si è mimetizzata per impallidire come la sua torre. Perché [ ] il faro può ergersi all altezza della metafora. Da quello di Bari Guglielmo Marconi si collegò radiotelegraficamente con Bar sulla sponda del Montenegro; quello di Trieste fu edificato con le pietre del Carso su cui gettarono il sangue molti italiani nella prima guerra mondiale, e ad essi fu dedicato. La Voce del Popolo 23 novembre 2009 Neresine: due feste, una fede Grande festa l altro giorno a Neresine ed a Mestre-Zelarino per la ricorrenza della Madonna della Salute patrona di Neresine. [ ] Tanti i fedeli giunti per l occasione a venerare la protettrice da Punta Croce, Ossero, San Giacomo, Lussingrande e Lussinpiccolo. [ ] Composizioni floreali di particolare bellezza hanno adornato la statua della Vergine e gli altari del tempio, preparati con amore dalla neresinotta Pia Zorovi. Notate ai lati dell altare maggiore le due grandi nuove tende di velluto rosso che adornano gli ingressi alla sacrestia, donate per l occasione da Iolanda Gilardi- Tomassoni. [ ] Notata la presenza in RASSEGNA chiesa del presidente del Consiglio comunale Anto Nedic, della vice-sindaco Ana Kucic di parecchi consiglieri comunali. [ ] Nella stessa giornata di sabato a Mestre-Zelarino in provincia di Venezia nell accogliente ed elegante struttura del Centro pastorale Cardinale Giovanni Urbani si e svolto il 19.mo incontro degli Esuli neresinotti e loro discendenti residenti in Italia. [ ] Oltre un centinaio gli intervenuti giunti da tutta Italia. [ ] L assemblea della Comunità Neresinotta all unanimità ha eletto sabato a Presidente Onorario Giuseppe-Bepi Rocchi, fratello di Padre Flaminio, il cui nome aleggia in tutti gli ambienti degli esuli istriani, fiumani e dalmati. [ ] Il Piccolo 27 novembre 2009 Progetto per Quarantotti Gambini a 10 anni dalla nascita Siamo ormai alle porte del 2010, l anno che vedrà portare alla luce tutta una serie di iniziative in ricordo di Pierantonio Quarantotti Gambini (Pisino d Istria, 23 febbraio 1910-Venezia 22 aprile 1965) a un secolo dalla nascita. [ ] A capofila troviamo [ ] la neocostituita Associazione della Cultura Giuliano-Veneta, che ha coinvolto partner quali l Università degli Studi di Trieste/Scienze dello spettacolo, L Armonia, La Macchina del Testo, l associazione Gianrinaldo Carli, l associazione Iniziative europee, il Festival I 1000(O)cchi oltre a studiosi, artisti e giornalisti. [ ] La Trieste che Gambini tratteggia è la stessa città del suo romanzo più affascinante L onda dell incrociatore ed egli l ama come una ragazza, come la ragazza, così Gli esuli da Lussino (nella foto) puntuali ogni anno al Raduno Il faro di Lanterna (Veli Rat), nei pressi di Spalato giovane «Io quarant anni e tu nemmeno ventisei», che la vita gli ha fatto incontrare inaspettatamente. Una storia d amore che nei suoi momenti di felicità e di amarezza non potrebbe essere più straziante e insieme più triestina. [ ] Il tram di Abbazia in una cartolina d epoca. Dal 1908 al 1933 fece servizio, oltre che nel centro di Fiume, sulla linea Mattuglie-Abbazia-Laurana Il Piccolo 3 dicembre 2009 La storia di Trieste e Dalmazia in 50mila cartoline È una tradizione di famiglia che si tramanda di padre in figlio, quella del collezionismo in casa Stern. Una vera passione per il mondo delle cartoline e della filatelia. [ ] Custode di questo enorme patrimonio è Sergio Stern [ ]. «La mia è una vocazione di famiglia [ ] cominciata negli anni Venti con mio nonno che, nato a Frauheime (vicino a Marbourg), giunge a Trieste durante la Grande guerra come sottufficiale, per comandare la contraerea di Montebello. [ ] Ed è proprio lui gettare le basi di questa collezione, cominciando a raccogliere cartoline e fotografie di fine Ottocento». Attualmente la collezione di Sergio Stern conta fra i 50 e i 60 mila pezzi, per lo più unici e introvabili [ ]. «I generi che preferisco - continua il collezionista - riguardano la Trieste asburgica e monarchica, le cartoline patriottiche della guerra , vista sia da parte italiana che austriaca [ ]. Inoltre ho una bellissima collezione di vedute d epoca di tutte le località della Dalmazia, partendo da Muggia per arrivare poi fino a Perasto». [ ] Andrea Di Matteo Il Piccolo 5 dicembre 2009 Trieste: i giornali del dopoguerra Nel 1945 in una Trieste stremata dagli eventi bellici e al centro di una drammatica e convulsa situazione politica, la carta stampata trovò particolare fervore. A parlare dei giornali triestini dal maggio 1945 al 10 febbraio 1947, quando a Parigi venne firmato il trattato di pace, sarà Guido Botteri nell incontro promosso oggi [ ] dalla Società di Minerva. Un giovane Quarantotti Gambini a Trieste Ben quarantadue testate uscirono a Trieste in quell arco di tempo: riviste, fascicoletti, periodici, giornali di passatempo e quotidiani, tra cui quello del Servizio informazioni del Gma, il Giornale Alleato appunto, che uscì dal 19 giugno 1945 al 2 marzo 47 allorché cedette il posto al Giornale di Trieste, che uscì il 6 marzo e che «tutti intesero essere il nome de Il Piccolo durante la dominazione alleata». Organo del partito comunista di Trieste, invece, era Il Lavoratore il cui primo numero risale al 25 maggio Dello stesso anno, ma uscì il 13 maggio, il quotidiano Primorski Devnik, attivo ancor oggi, mentre il 23 luglio sotto la direzione di Vittorio Furlani uscì, promosso dal Comitato di liberazione nazionale, La voce libera, che aveva tra i suoi editorialisti Silvio Benco. Ancora, tra i quotidiani, Il nostro Avvenire, organo dei combattimenti di nazionalità italiana nell esercito di Tito. E il Corriere di Trieste, che nasce nel giugno 1945 come quotidiano democratico indipendente, in realtà filo-jugoslavo. [ ] Grazia Palmisano Esce in questo mese il libro del giornalista Jan Bernas sull Istria e la Dalmazia nel secondo dopoguerra. Nella foto, uno scorcio del Quarnero La Voce del Popolo 5 dicembre 2009 Un libro su un popolo costretto a dividersi Jan Bernas, giovane giornalista italiano di origini polacche, oggi corrispondente da Varsavia dell agenzia Apcom, da tempo attento studioso delle vicende dell esodo giuliano dalmata, pubblicherà in gennaio il suo nuovo libro intitolato Ci chiamavano fascisti. Eravamo italiani. Il volume uscirà per le Edizioni Mursia, con una prefazione di Walter Veltroni, già sindaco di Roma e profondo conoscitore della realtà degli esuli giulianodalmati. Vi proponiamo oggi uno stralcio della sinossi del libro. «Nel visitare le bellissime città che costellano l Istria, il Quarnero e la Dalmazia, nel camminare per quei vicoli, nell ammirare quei campanili, quelle piazze, quel mare non si può almeno per un istante non fermarsi a pensare a come dovevano apparire prima della guerra. Quali parole o profumi avremmo sentito? Quali i volti che avremmo incontrato? Non lo sapremo mai. Possiamo solo immaginare. Oggi, nelle case degli esuli, nelle loro città vive altra gente. Pola è diventata Pula, Capodistria Koper, Rovigno Rovinj, Buie Buje, Parenzo Porec, Dignano Vodnjan, Fiume Rijeka e Zara Zadar. L essenza di quei posti è cambiata. Non solo i nomi. Sono passati poco più di 60 anni, eppure sembrano trascorsi secoli. [ ] Ma in Istria, come recita una nota canzone, non sono solo le pietre a parlare italiano. In ogni città, in ogni piccolo borgo vivono persone che, per scelta o perché costrette dalle circostanze, decisero di restare a casa propria: i «rimasti». Un termine sgradevole per chiamare gli italiani d Istria, di Fiume o della Dalmazia. Quasi un marchio, che negli anni ha scavato una profonda frattura con gli esuli, susci-

13 Gennaio 2010 DIFESA ADRIATICA 13 tando risentimenti e diffidenze reciproche. [ ] Questo libro nasce dunque da un viaggio, spirituale e di coscienza ancor prima che di ricostruzione degli eventi. [ ] Questo libro vuole andare ben oltre le foibe, diventate nell immaginario collettivo simbolo di una vicenda assai più complessa. Nell ascoltare le tante storie riportate, emerge però un denominatore comune: esuli o rimasti, vicini al regime di Mussolini o partigiani comunisti, nella Jugoslavia di Tito bastava essere italiani per venire discriminati e perseguitati. [ ] Slobodna Dalmacija 6 dicembre 2009 Zara dimenticata. La Sfinge col suo tesoro sta morendo di vergogna L azione di pulitura della Sfinge dai graffiti, ad opera degli scolari del Ginnasio Privato e della Scuola Media Nova, ha fatto tornare in mente ad alcuni Zaratini la monumentale statua; ad altri è servita a rammentare che ne sono titolari, nella città in cui vivono: Nel complesso, ha stupito per la generale incuria in cui è tenuta, assieme all ambiente circostante, suscitando mestizia in chi della Sfinge e del parco attiguo si ricorda perfettamente. Configurava una fantasia di giardinaggio, d alberi e di piante, di labirinti vegetali, d artificiali grotte La Sfinge recava nel petto il rilievo dell aquila; teneva le zampe, in mezzo alle quali faceva mostra di sé un pugnale di cemento, raccolte in una conchiglia [ ]. Le conchiglie, come il pugnale, sono rotti, il rilievo danneggiato al punto da renderlo irriconoscibile, del parco non c è più traccia da un pezzo [ ]. La Sfinge [ ] era avvolta da leggende che avesse il volto della consorte di Giovanni Smirich, il quale la fece erigere; che nel corpo custodisse un tesoro o che in esso fosse allestito un tinello. Per via del supposto tesoro, furono eseguiti, un paio di volte, degli scavi intorno ad essa, danneggiandola. [ ] Nella villa non risiedono eredi di Giovanni Smirich, pittore accademico, storico dell arte e restauratore, discendente di antica famiglia zaratina, per quanto a Zara viva un suo nipote, il neuropsichiatria Dr. Sergio Padelin, affermato specialista per la cura della dipendenza dalla droga. L intero complesso è stato nazionalizzato e, di fatto, non ha proprietari. [ ] Giovanni Smirich è uno dei fondatori del Museo Archeologico zaratino; lavorò sul restauro della chiesa di S. Donato; partecipò al restauro di S. Grisogono e di S. Anastasia; suggerì la soluzione ideale per il Parco Regina Elena. Era noto come pittore, ma le sue opere andarono distrutte dai bombardamenti del Secondo conflitto mondiale. Davorka Mezic Giornalblog 14 dicembre 2009 L archivio fiumano del Vittoriale Le carte degli archivi dannunziani conservati al Vittoriale fanno parte della storia letteraria, politica e di costume dell Italia del 900. Una quantità smisurata di documenti che d Annunzio volle custoditi nelle colonne degli Archivi, costruite appositamente nel complesso del Vittoriale. Tra gli archivi dannunziani, il fiumano è forse il meno conosciuto: solo illustri storici fino a ora vi si sono soffermati. L «Archivio generale fiumano» comprende numerosi fondi costituitisi, per lo più a Fiume, dalla fine del 18 fino alla metà degli anni 70. Centinaia di migliaia di carte (in oltre 400 cassette) che riuniscono le testimonianze dei governi succedutisi a Fiume RASSEGNA Zara, la Sfinge di cui parla l articolo apparso su Slobodna Dalmacija dalla fine della Grande Guerra al 24, dell evento dell Impresa dannunziana del 12 settembre 19 con la breve stagione della Reggenza italiana del Carnaro [ ] In un corpus di circa fascicoli vi è anche la corrispondenza fiumana pervenuta al poeta: lettere, messaggi, cartoline, memorie, fotografie di chi condivise con lui l Impresa e di tanti altri che aderirono da lontano alla causa di Fiume. Dunque, [ ] una fonte che attende di essere esplorata e riscoperta. Per l Archivio fiumano, il Vittoriale sta portando a compimento la creazione di una base dati, consultabile in loco e sul web, nell ambito del Progetto Archivi del Novecento ( Oggi la base dati dell Archivio fiumano conta almeno 20mila record, equivalenti ad altrettanti fascicoli e documenti riordinati e schedati. L idea del Progetto è una rete di archi- vi on line e il dialogo tra archivi diversi. Giuseppina Caldera Ansa 21 dicembre 2009 Mantica in Montenegro: sì a ingresso Balcani in Ue «L ingresso nell Ue di tutti i Paesi dei Balcani occidentali è la stella polare della nostra politica in questa area». Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica parlando con i giornalisti al termine del colloquio con il suo omologo del Montenegro Milorad Scepanovic. «L Italia ha dato un grande contributo ai progressi compiuti dal Montenegro quest anno come l avvicinamento alla Nato e all Ue», ha detto [ ]. E una maggiore collaborazione tra Italia e Montenegro proprio nell ambito dell Iniziativa Centro-Europea Vittoriale degli Italiani, l Officina con i calchi del fregio del Partenone e di quella Adriatico-Ionica è stato l auspicio espresso anche da Scepanovic. [ ] Il Piccolo 23 dicembre 2009 Scudo fiscale per gli immobili ricomprati in Croazia? Estendere i benefici dello scudo fiscale agli esuli o ai loro eredi, proprietari di immobili o terreni situati nelle terre d Istria, Fiume e Dalmazia, oggi sotto la sovranità della Croazia. È questa la richiesta formulata con forza ieri da Renzo Codarin, presidente della Federazione degli Esuli, da Lorenzo Rovis, esponente dell Associazione delle Comunità Istriane, e da Renzo de Vidovich, per i Dalmati Italiani nel Mondo. Il ragionamento è semplice. La Croazia non rientra nel novero dei Paesi dai quali la legge sullo scudo fiscale permette di effettuare la regolarizzazione per il rientro di capitali, beni immobili e attività illegalmente esportate prima del 31 dicembre del «In moltissimi casi ha però spiegato de Vidovich che possiamo stimare in qualche migliaio, esuli o eredi di esuli hanno potuto riacquistare case e terreni abbandonati e un tempo di proprietà della loro famiglia con diversi strumenti giuridici e finanziari. Oggi ha aggiunto a loro carico sorgerebbe lo stesso obbligo che grava su coloro che hanno illecitamente esportato i loro beni. Ma la loro situazione è diversa, perché gli esuli o i loro eredi non hanno esportato alcunché. Per questo motivo ha concluso - chiediamo che sia estesa anche a loro l agevolazione della legge sullo scudo fiscale». [ ] Ugo Salvini Questi e molti altri articoli dalla stampa italiana ed estera in versione integrale sul sito Uno «scudo fiscale» anche per gli immobili acquistati nell Istria oggi slovena e croata? Nella foto, case a Grisignana Montenegro, l isola di Santo Stefano. Nei documenti viene menzionata per la prima volta nel 1442 come carcere militare. L Italia, per voce del Sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, sostiene il piccolo Paese adriatico nel suo percorso verso l integrazione europea Ti sei iscritto all ANVGD? Cosa aspetti? 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14 14 DIFESA ADRIATICA Gennaio 2010 Julians and Dalmatians: The Expulsion of Innocents Historian Giannantonio Paladini s articles encompassed in one volume For more than 30 years he was professor of Modern and Contemporary History at Venice s Ca Foscari University. Paladini, who passed away in 2004, was a great personality of the Italian academic world in the crucial phase of the 1960s and 1970s. A reformist, he was also sensitive to the extra-academic divulgation of History, and was active as a publicist in newspapers and magazines. A significant series of his articles, published in Venice s Il Gazzettino in the 1980s and 1990s, can now be found in a single volume: these articles are all dedicated to matters pertaining to the Julian question. As a historian, he was very interested in favoring research and conservation of historical memory of the Italian identity of the Eastern Adriatic regions. From the volume Istria and Dalmatia (edited by A. Vuk and T. Vallery, in care of the ANVGD Provincial Committee of Venice (Alcione editors, Venice 2009, 190 pgs, cost 12 euros) we have chosen an article from the September 20 th, 1991, edition Il Gazzettino. That was a year that marked the definitive collapse of Yugoslavia after a decade of war and bloodshed. In this brief comment, Paladini places the Julian exile alongside other movements of masses of the last century: drawing this parallel is a matter of opinion, but it does The matter of the Yugoslav regime s expropriation of property legally belonging to Italians in the years immediately following the Second World War was in the spotlight recently: last week, in fact, the Venice Tribunal (the Venice branch of the Italian courts) decided on an important sentence which recognized an heir s right to a congruous retribution for personal property lost in confiscation and repaid in minimal amounts by the Italian Economic Ministry over the last decades. However, warns Renzo Codarin, the president of the Federation of Exile s Associations, the great majority of exiles cannot sustain costly causes, only to have them go up in smoke, given the recompense decided by the Tribunals. For these exiles, the only solution would be a political one. We mustn t forget, also, that this recent example was an exception, and not the rule. Lorenzo Rovis, president of the Association of Istrian Municipalities, added that unfortunately, I believe that the Venice Tribunal s case represents only a victory for large property holders. Italian Law 137 is on their side, as it gives them higher coefficients for the re-evaluation of their properties. Smaller property holders, on the other hand, must be contented with much smaller differences. In any case, a right has been recognized, and the Trieste daily Il Piccolo published an article on the subject on December 24 th, 2009, entitled Confiscations, Opters, and Equal Retribution and written by Mauro Manzin. Abandoned property: a never ending story, whether in human, represent the enormity of the injustices perpetrated on entire populaces by the clash of totalitarian regimes. p. c. h. After having, for decades, hypocritically ignored that terrible page of history, Italy today recognizes that the Exile from Istria and Dalmatia in the 1940s and 1950s are part of its national and state history. The over three hundred thousand Italians who fled what was then Venezia Giulia were forced by Yugoslavia to abandon their properties and their dead. That led to the shifting of borders and populations in an area that had been Venetian for centuries and, in the last terrible thirty years, finally Italian against a backdrop of violence, systematic expulsions concerning other peoples, from persecuted Jews to persecuting Germans. We must be clear on this point, even at the cost of revisiting the current literature on the Second World War. The cost is the recognition that democratic and antifascist historiography consciously omitted, for a long time, the weight of the injustices committed against the Italian and German populations, the defeated in the conflict. These peoples never had any form of moral justification, and thus, sooner or later, the matter of their compensation will have to come up. The Julian and Dalmatian Exodus can be seen in this context of population exchanges which characterize our century, but which also, in earlier centuries (ed. The Nineteenth Century) were even more commonplace. The distinguishing factor of these more recent exoduses is the knowledgeable force that moves them. The idea of an ethnic and racial recomposing of a given territory brought these mass exoduses to be carried out; the same force which brought the Turks, during and immediately after the First World War and at the gates of Europe, to commit genocide against the Armenians and to expel en masse the Greeks from Asia Minor. Twenty-five years later, in the heart of Europe, the process of affirmation of that idea reached its climax in the mass expulsion of Germans from a quarter of the territory which in 1937 had been the Third Reich. And when the Red Army entered Eastern Prussia in , a page of History little known in Italy, the invasion had cataclysmic characteristics, perhaps without precedent in the History of Europe. ( ) The Exodus of Istrians and Dalmatians, then, is a minor chapter, if only for extent, of the same story. A story that also encompasses the Nazi s Final Solution against the Jews but that was not only a problem of the Nazis. Confiscations, Opters, and Equal Retribution Commentary on the Venice Tribunal s sentence, recognizing the right to equal retribution for personal property expropriated from Italians by the Yugoslav regime political, diplomatic, or juridical terms. The latest proof? The sentence pronounced by the Venice Tribunal, in favor of Paola Mattiazzi, a sole heir. The case was based on Law 137 of 2001, the so-called equal retribiution law, unofficially sponsored by the exsenator Fulvio Camerini. There are some distinguishing factors to be discussed, however. The people in question left Sebenico between 1941 and 1943, and so they cannot really be considered exiles in the usual sense. The fact remains that their properties were confiscated by the victors, to quote the case records, referring to Tito s troops. Ms. Mattiazzi s family did not opt, as did the exiles who left after 1945, and for Slovenia and Croatia this puts them in a different category. In any case, this case is not to be considered secondary, as it represents a juridical precedent of great importance, as it is connected to the Italian law of just and equal retribution. For exiles who can truly be defined as such, the story is a different one. For them, regarding Slovenia, there exists the Solano Pact of 1997: whoever had lived for 5 years in ex-yugoslav territory had the right to have the first option (a pre-emption of 5 years) as Italian citizens wanting to purchase property in Slovenia. For our exiles this is tantamount to ridiculous: none of them has ever imagined wanting to go and purchase what is rightfully theirs in the first place. Every foreign minister since then, beginning with Renato Ruggiero who, in 2001 affirmed solemnly in Lubiana that Pacta sunt servanda, or rather, that both the Osimo Treaty of 1975 (which made official the cession of Zone B, part of the Free Territory of Trieste, to Yugoslavia) and the Rome Accords of 1981, shouldn t be reopened. The Croatian side is yet different. A mixed commission of Italians and Croats has been working for years, without tangible results yet to be seen, on the identification of eventual cases that could be considered outside of the Osimo Treaty, and thus be subject to retribution. Up to now we have seen only rhetoric and diplomatic declarations. The sentence in Venice, though, is concrete, and could be the beginning of working in a more ample spectrum. Mauro Manzin Il Piccolo, December 24th, 2009 Gallignana (Istria) the ancient Palazzo Salomon, today abandoned. It was built in the 15th Century in Venetian Gothic style Pola, February-March 1947, exodus of the Italians from this Istrian city, which was assigned to Tito s Yugoslavia. People with their belongings on a truck as they await boarding for Italy A story which, in the end, encompassed the plans of the U. S. and Great Britain (can one not be reminded of their naïve trust in the Soviet Union?) to prussianize Germany, to sterilize the German state born in 1871, and thus paving the way for Communism to take over central Europe. Stalin and Tito halped carry out this plan, albeit on different scales, and they used whatever history would give them: racial hatred, class aversion, ethnic conflict. So it was that after the War, Italy found itself taking in the Istrians and Dalmatians without really Futurism in Venezia-Giulia: Martinetti & Co. An exhibit on the avant-garde from its beginnings to the Thirties. Gorizia. An important exhibit opened the 28 th of November (and will close the 28 th of February, 2010) in two places: the exhibition hall of the Fondazione Cassa di Risparmio of Gorizia, and the halls of the Gorizia Castle. In the hall of the Fondazione, the first sector of the exhibit will be displayed, the one dedicated to Filippo Tommaso Marinetti, the charismatic founder and historical head of Futurism, and his relationship with the Julian avant-garde, which is richly documented: autographed manuscripts, post cards, drafts with corrections by the authors, magazines, books in Italian, French, German, Russian, English, Czech, Japanese and Spanish (from various Spanishspeaking countries), photographs, posters, and paintings by great artists who made portraits of Marinetti. A painting by Tullio Crali, a Dalmatian futurist painter The organizers of the exhibit were able to use, for the first time, the archives of Bruno G. Sanzin, Marinetti s chief reference point in Trieste. The Fiume adventure of D Annunzio is also well-documented, as well as various experiences which took place there. The exhibit documents an important aspect of the futurist movement, and that is, the great battle of intervention sustained by the futurists, as well as Marinetti s relationship with the world of Julian culture, interrupted by the Great War and renewed in 1919, when the intellectual Sofronio Pocarini declared his adhesion to futurism and the Futurist Party and published the Manifesto of the founding of the Futurist Movement for Venezia-Giulia in the La Voce dell Isonzo newspaper. Within the exhibition homage is paid to the most important Julian artist of futurism, the Dalmatian Tullio Crali, father of Aeropittura ( Airpainting ), conceived in the awe of machines, velocity and flight. Also by Crali, Figura con abito scomponibile (Figure in fragmented dress), understanding the sense of all this immigration: it came, too, from Eastern Africa (by 1943 there were 10,000 refugees) and, above all, thousands of Jews who came to the peninsula considering it the gate of Zion in the hopes of reaching Eretz Israel, the ancient land of the Jewish nation. More than 20,000 Jews transited through Italian cities between 1945 and 1948 with this goal in mind. These were all chapters of that terrible history of forced ethnic-racial re-composition that took place in this part of the world, fifty years ago. Giannantonio Paladini He was the most representative figure of Futurism in Venezia-Giulia. (traduzioni di Lorie Simicich Ballarin)

15 Gennaio 2010 DIFESA ADRIATICA Giulianos y dalmatas: la expulsión de los inocentes Los artículos del historiador Giannantonio Paladini reunidos hoy en un volumen Docente de Historia Moderna y Contemporánea durante más de 30 años en la Universidad Ca Foscari de Venecia, fallecido en el 2004, Paladini no fue una personalidad secundaria del mundo académico italiano en la fase crucial entre los años Sesenta y Setenta. De orientación reformista, fue especialmente sensible a la cuestión de la divulgación extra-académica de la historia, hasta el punto de privilegiar desde un cierto momento en adelante la actividad publicitaria en diarios y periódicos. Ahora está recogida en un volumen una serie significativa de sus artículos aparecidos entre los años Ochenta y Noventa en Il Gazzettino de Venecia, todos dedicados a la cuestión giuliana, poniéndose con su interés de historiador entre los predecesores de una cualificada intervención en favor de la memoria y de la investigación en el ámbito, cancelado y olvidado, de la identidad italiana en los territorios orientales. Del volumen Istria e Dalmazia, preparado por A. Cuk y T. Vallery, editado por el Comité Provincial Anvgd de Venecia (Alcione Editore, Venezia 2009, pp. 190, Euro 12,00) publicamos un artículo aparecido en Il Gazzettino del 20 de septiembre 1991, año que marcó la definitiva caída de Yugoslavia precipitada en las sanguinosas guerras de aquel decenio. En este breve escrito Paladini acerca el éxodo de los italianos originarios de Venecia Giulia a otros movimientos de masa avenidos en el siglo pasado: un paralelismo que puede ser opinable, pero que en cualquier caso representa la enormidad de las injusticias perpetradas por el choque entre totalitarismos a enteras poblaciones. p.c.h. Después de haber quitado hipócritamente la mirada de aquella terrible página de su historia durante decenios, Italia reconoce hoy que el Éxodo de Istria y de Dalmazia a mitad de los años Cuarenta y de los años Cincuenta le pertenece como nación y como Estado. Los más de trescientos mil italianos que huyeron entonces de Venecia Giulia habían sido obligados por la Yugoslavia comunista a abandonar sus bienes y sus muertos. Y esto consintió el cambio de confines y poblaciones en un área que durante siglos había sido en gran parte veneciana, y en los últimos difíciles treinta años, finalmente italiana en un cuadro de violencias, sistemáticas expulsiones de las propias tierras que tuvo que ver con otros pueblos, de los hebreos perseguidos a los alemanes perseguidores. Hace falta ser claros en este punto, y esto al precio de poner en discusión el criterio de lectura corriente de la segunda guerra mundial. El precio es el de reconocer que la historiografía democrática y antifascista ha omitido conscientemente, durante tanto tiempo, el evaluar el peso de las injusticias cometidas en perjuicio de las poblaciones alemanas e italianas, es decir, de los derrotados del conflicto. Y que estas no tuvieron ninguna justificación moral, y por tanto que, antes o después, se pondrá, de una manera o de otra, el problema de su resarcimiento. El Éxodo de giulianos y dalmatas se encuadra en el contexto de los cambios de población que caracterizan nuestro siglo [el Novecientos, ndr], pero que en siglos pasados tuvieron una grande practica y difusión. Lo que distingue estos cambios del Novecientos es la consciente fuerza que los mueve. Los empuja, en efecto, la idea de una recomposición étnico-racial del territorio, la misma que, durante e inmediatamente después de la primera guerra mundial, lleva por primera vez a Turquía, a la periferia de Europa, al genocidio de los armenios y a la expulsión en masa de los griegos de Asia menor. Veinticinco años después, en el corazón de Europa, el proceso de afirmación de aquella idea llega a su momento culminante con la expulsión en masa de los alemanes de un cuarto de lo que era en el 1937 el territorio del Reich. La irrupción de la Armada roja, entre el 1944 y el 1945, en las provincias de la Prusia oriental, pagina de la historia poco conocida en Italia, tuvo un carácter de cataclismo, quizás sin paragones en la historia europea. [ ] El Éxodo de Istria y Dalmazia, por tanto, como capítulo, menor solo por entidad, de una misma historia. Una historia que comprende también el Confiscaciones, optantes y ecua indemnización Comentarios sobre la sentencia del Tribunal de Venecia que reconoce el derecho a una ecua indemnización por bienes expropiados por el régimen yugoslavo a ciudadanos italianos Sobre la cuestión de los bienes expropiados por el régimen comunista yugoslavo a los legítimos propietarios italianos en los años inmediatamente sucesivos a la Segunda guerra mundial, ha intervenido las pasadas semanas el Tribunal de Venecia con una importante sentencia que reconoce a un heredero una congrua indemnización por bienes inmuebles perdidos a causa de la confiscación, e indemnizados con cifras mínimas por el Ministerio de la Economía italiano en decenas de pequeños pagos. Pero, advierte Renzo Codarin, presidente de la Federación de las Asociaciones de los Desterrados Istrianos, Fiumanos y Dalmatas, «la gran mayoría de los desterrados no pueden sostener causas costosísimas para después ver desaparecer las indemnizaciones fijadas por los Tribunales. Para ellos la única solución posible es la política. No olvidemos que el reciente episodio veneciano representa solo una excepción y no la regla». «Por desgracia añade Lorenzo Rovis, presidente de la Asociación de las Comunidades Istrianas, creo que la instigada por el Tribunal de Venecia represente solo una victoria para los grandes propietarios. Es a ellos a los que la ley 137 reconoce los más altos coeficientes previstos para la evaluación de los inmuebles confiscados. Los pequeños, sin embargo, se deben a contentar con diferenciales mucho más bajos». En cualquier caso, es ratificado un derecho, del que así se refiere el diario de Trieste Il Piccolo del 24 de diciembre 2009 con el articulo Confiscaciones, optantes y ecua indemnización firmado por Mauro Manzin. Bienes abandonados: una historia infinita, humana, política, diplomática y jurídica. Lo demuestra la sentencia emitida por el Tribunal de Venecia en favor de la única heredera Paola Mattiazzi. La condena del Foro veneto de cara al Ministerio del Tesoro se basa sobre todo en los contenidos de la ley 137 del 2001, la llamada de la «ecua indemnización» de la que fue grande partidario el ex senador Fulvio Camerini. Pero hay distinciones. Los señores en causa, en efecto, dejaron Sebenico entre el 1941 y 1943 y por tanto no pueden ser considerados «desterrados» con el significado que damos normalmente a este término. Es un hecho que sus bienes, como se lee en el dispositivo de sentencia, fueron «confiscados por el vencedor», o sea por las tropas titinas. La familia de la señora Mattiazzi, para Eslovenia y Croacia, no entra en la dicha categoría de los «optantes» y estos son los desterrados que desde 1945 en adelante dejaron la entonces Yugoslavia «optando» por la ciudadanía y la nacionalidad italiana. La causa, de todas maneras, no está considerada como de «segundo grado», al contrario, representa un precedente jurídico muy importante sobre todo porque está unido a la ley italiana de la «justa y ecua indemnización». Es otro el discurso para los «verdaderos desterrados». Para esto en Eslovenia se ha alcanzado un acuerdo entre Italia y Eslovenia con el llamado «Pacto Solana» en el 1997 por el que quien había vivido al menos 5 años en el ex territorio de Yugoslavia tenía un derecho de prelación de cinco años en la compra por parte de ciudadanos italianos de bienes inmuebles eslovenos. Para nuestros desterrados casi una befa, ninguno ha pensado ir a recomprarse lo que era suyo y de lo que pide la restitución. Todos los ministros de Asuntos Exteriores que se sucedieron desde aquella fecha, empezando por el ministro Renato Ruggiero que en septiembre del 2001 afirmó solemnemente en Lubiana que «Pacta sunt servanda» o sea no se revisen el Tratado de Osimo del 1975 [que sancionó formalmente la cesión de la Zona B del ex Territorio libre de Trieste, es decir, de Istria noroccidental a Yugoslavia, ndr] y los Acuerdos de Roma del 1981, han seguido la misma política de cara a Lubiana. Otro el lado croata. Una comisión mixta ítalo-croata está trabajando desde hace años, sin ningún resultado, sobre la identificación de eventuales casos que puedan ser considerados extra Osimo y por tanto de los que se pueda pedir legítimamente la restitución a los desterrados. Hasta ahora solo palabras y declaraciones diplomáticas. La sentencia de Venecia, sin embargo, es algo concreto sobre lo que se podría empezar a trabajar con un radio más amplio. Mauro Manzin Il Piccolo, 24 diciembre 2009 capítulo de la solución final de la cuestión hebrea, que no fue problema solo de los nazis. Una historia, que comprende el diseño, con dividido también por Estados Unidos y Gran Bretaña (no se puede pensar en ingenua confianza en la Unión Soviética), de prusianizar Alemania, de esterilizar al estado alemán nacido en el 1871, favoreciendo el avance del comunismo en el centro de Europa. Stalin y Tito fueron, a escalas distintas, artífices de este diseño, y se sirvieron de lo que la historia les ofrecía, odios raciales, aversiones clasistas, conflictos étnicos. Italia se encontró así en la posguerra con deber acoger sin comprender siempre bien 15 Tropas nueva zelandesas de la Segunda división entran en Trieste el 2 de mayo de La población italiana esperaba con ansia la llegada de los aliados con la esperanza de que impidieran a los partidarios yugoslavos ocupar la ciudad (foto British Official Photograph - War Office) el sentido de aquellas inmigraciones los istrianos y los dalmatas, pero también los italianos expulsados de África oriental diez mil prófugos ya en el verano de 1943 y sobretodo miles de hebreos que se dispersaron por la Península la puerta de Sion con la esperanza de llegar a Erez Israel, la antigua tierra del pueblo hebreo y fueron más de veinte mil entre 1945 y 1948, los que lo consiguieron partiendo de nuestras ciudades. Capítulos, estos, de la misma terrible historia de recomposición étnico-racial forzada de esta parte de mundo, hace cincuenta años. Giannantonio Paladini El Futurismo en Venecia Giulia: Marinetti & Co. en una muestra la vanguardia giuliana de los exordios a los años Treinta Gorizia. Una grande muestra se ha abierto el 28 de noviembre (cerrará el 28 de febrero 2010) en dos sedes: la sala expositiva de la Fundación Cassa di Risparmio di Gorizia y los salones del Castillo de Gorizia. En la sala de la Fundación Carigo se preparará la primera sección de la reseña, es decir la dedicada a la figura de Filippo Tommaso Marinetti, fundador carismático y cabeza histórica del Futurismo, y a sus relaciones con la vanguardia giuliana, de lo que está expuesta una rica Bombardamiento nocturno (1930), tempera del pintor futurista dalmata Tullio Crali, exponente de la «Aeropintura» documentación: manuscritos autógrafos, postales, bocetos con correcciones y notas autógrafas, revistas, libros en ediciones italianas, francesas, rusas, alemanas, inglesas, checas, japonesas y de varios países de lengua española, fotografías, carteles y pinturas de grandes artistas que retratan a Marinetti. Los encargados de la exposición se han servido, por primera vez, del archivo de Bruno G. Sanzin, la principal referencia de Marinetti en Trieste. Estará igualmente documentada la aventura fiumana de D Annunzio y las experiencias de todo tipo que se consumaron en la ciudad del Quarnero: la muestra se propone en efecto, documentar un aspecto fundamental del movimiento futurista, la grande batalla interventista sostenida por los futuristas, además de las relaciones de Marinetti con el mundo cultural giuliano, interrumpidos por la Guerra Así el fundador del movimiento futurista, Filippo Tommaso Marinetti, interpretó las aspiraciones de Italia con la Venecia Giulia sujeta a Austria- Hungría. La obra reproducida es Irredentismo (1914), collage en papel. Lugano, colección privada Mundial y que continuaron en el 1919, cuando el intelectual Sofronio Pocarini, declaró la propia adhesión al Futurismo y al Partido Futurista y publicó en La Voce dell Isonzo el Manifesto di fondazione del Movimento Futurista per la Venezia Giulia. Un homenaje dentro de la grande exposición está dedicado al mayor artista de vanguardia giuliano, el dalmata Tullio Crali, padre de la Aeropintura, concebida tras el mito del coche, de la velocidad y del vuelo. Él ha sido la figura más representante del Futurismo en Venecia Giulia. (traduzioni di Marta Cobian)

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