Dai CTP ai CPIA alcune tappe normative e ruolo degli EELL
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1 DOCEDA: Associazione professionale docenti CTP e Scuole Serali Dai CTP ai CPIA alcune tappe normative e ruolo degli EELL LE POLITICHE PER L EDUCAZIONE DEGLI ADULTI: RUOLO DEGLI ENTI LOCALI 5 novembre 2014 Sala Giunta Palazzo San Giacomo Comune di Napoli
2 DL 1559/1947 primi interventi EDA : le Scuole Popolari In Italia i primi interventi nell'eda risalgono al 1947, quando nel clima di generale rinnovamento che animava il Paese furono istituite le scuole popolari con lo scopo di insegnare agli adulti a leggere, scrivere e far di conto. Tali organismi, che perseguivano una priorità essenziale come la lotta contro l analfabetismo di base, sono stati attivi fino al 1982, anno della loro cessazione. Del resto, già a partire dai primi anni Settanta le mutate condizioni della società avevano condotto all introduzione di nuovi canali e servizi educativi, tra cui i corsi di alfabetizzazione finalizzati al conseguimento della licenza elementare ed i corsi per lavoratori finalizzati al conseguimento della licenza media. In origine i corsi erano destinati ai lavoratori appartenenti a quelle categorie a cui era stata riconosciuta la possibilità di usufruire di ore retribuite per attività formative di educazione permanente o di recupero dell obbligo formativo. (dalla pag. web: 2
3 Circolare Malfatti: la scuola media per lavoratori nel 1974 Sulla base di un principio costituzionale Art. 35 «La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.» ed in seguito ad esperienze di formazione per il conseguimento di un titolo di studio realizzato con ordine sparso nelle fabbriche (corsi di formazione noti come le «150 ore») nasce la scuola media per studenti lavoratori con la Circolare Malfatti 3
4 Circolare Malfatti 1974 CIRCOLARE ISTITUTIVA DEI CORSI SPERIMENTALI DI SCUOLA MEDIA PER LAVORATORI Roma Ministero della Pubblica Istruzione Come è noto, i contratti collettivi di lavoro per alcune categorie di lavoratori, prevedono la possibilità di usufruire di 150 ore retribuite per attività formative, di educazione permanente e di recupero dell'obbligo scolastico. Per quanto attiene, in particolare, al recupero dell'obbligo scolastico nei confronti dei lavoratori che non abbiano conseguito la licenza media, questo Ministero ha predisposto uno schema di disegno di legge per un'organica regolamentazione legislativa della materia; ma, intanto, considerata l'urgenza delle esigenze manifestate dalle organizzazioni dei lavoratori ed anche al fine di acquisire elementi concreti di valutazione del fenomeno e sulle modalità di attuazione delle iniziative, è venuto nella determinazione di autorizzare la istituzione, in via sperimentale, a partire dal corrente anno scolastico, di un certo numero di corsi statali speciali di scuola media riservati ai lavoratori. Tali corsi hanno il fine di favorire la promozione culturale e sociale dei lavoratori ed il conseguimento del diploma di licenza della scuola media. (Omissis) 4
5 Istituzione di sezioni di corsi serali Per quanto riguarda l istruzione superiore, la possibilità di istituire sezioni serali per lavoratori-studenti viene prevista dalla C.M. 10 aprile 1964 n. 147 per alcuni indirizzi di istituti tecnici industriali e dalle circolari 29 ottobre 1966, n.411 e 11 novembre 1966 per gli istituti tecnici commerciali e per geometri. La circolare 8 marzo 1968, n. 140, con l intento di ricapitolare, modificare e integrare la precedente normativa, oltre ad individuare quale condizione primaria per l istituzione di sezioni serali per lavoratori-studenti una richiesta largamente sentita nell area territoriale e socioeconomica in cui opera la scuola o istituto, ne regolamenta i requisiti per l iscrizione, la durata, l organizzazione, il funzionamento, il reclutamento degli insegnanti e il loro trattamento economico, la possibilità di estensione ai licei classici o scientifici. La circolare 19 agosto 1971, n.254 intervenendo successivamente a fissare alcuni parametri per la costituzione delle classi, a modifica della circolare 140/68, sottolinea al fine di..realizzare in aula il maggior profitto possibile la necessità condizionante per l efficacia degli studi serali della presenza nelle relative sezioni di personale capace ed esperto. Con circolare 15 marzo 1982 n. 87 l iscrizione alle sezioni serali viene consentita anche a coloro cui in precedenza era preclusa: maggiori di anni 40, disoccupati e casalinghe. (dalla pag. web: 5
6 O.M. n. 455/1997: istituzione dei CTP Con l O.M. 455 del 1997 avente per oggetto: «Educazione in età adulta - Istruzione e formazione» Si «Ordina l ISTITUZIONE DEI CENTRI TERRITORIALI PERMANENTI» «CONSIDERATO che l'educazione in età adulta, considerata come elemento propulsore della crescita personale, culturale, sociale ed economica di tutti i cittadini, si struttura in attività finalizzate all'arricchimento culturale, alla riqualificazione ed alla mobilità professionale; RITENUTO che tali finalità possono essere raggiunte attraverso la promozione di una maggiore collaborazione tra scuola e comunità locale, il coinvolgimento del mondo del lavoro e dei partner sociali, il rapporto tra formazione generale e formazione professionale per l'inserimento nella vita attiva;» 6
7 CTP: luoghi di lettura dei bisogni I Centri si configurano come luoghi di lettura dei bisogni, di progettazione, di concertazione, di attivazione e di governo delle iniziative di istruzione e formazione in età adulta, nonché di raccolta e diffusione della documentazione. (dall art.1 co.2) I Centri promuovono la domanda, la valutano e predispongono adeguate risposte ad essa. In un contesto che costituisca opportunità di interazione sociale, essi svolgono attività di: accoglienza, ascolto e orientamento; alfabetizzazione primaria funzionale e di ritorno, anche finalizzata ad un eventuale accesso ai livelli superiori di istruzione e di formazione professionale; apprendimento della lingua e dei linguaggi; sviluppo e consolidamento di competenze di base e di saperi specifici; recupero e sviluppo di competenze strumentali culturali e relazionali idonee ad una attiva partecipazione alla vita sociale; acquisizione e sviluppo di una prima formazione o riqualificazione professionale; rientro nei percorsi di istruzione e formazione di soggetti in situazione di marginalità. (dall art.3 co.1) 7
8 L istruzione degli Adulti nella politica dell UE La politica dell Unione Europea ha dato rilievo al concetto di educazione permanente: già la Dichiarazione di Amburgo, approvata dalla 5^ Conferenza Internazionale sull Educazione degli Adulti, tenuta nel luglio 1997, sottolineando il diritto di ogni persona a beneficiare di un educazione che non solo risponda ai suoi bisogni essenziali ma che consenta anche di acquisire sempre nuove conoscenze e competenze, aveva riaffermato il contributo essenziale dell educazione per il rafforzamento della democrazia e la promozione dello sviluppo sostenibile. Poi nel Memorandum sull Istruzione e la formazione permanente del 2000, la commissione della Comunità Europea ha indicato i percorsi per la messa in pratica del concetto di istruzione e formazione permanente sancito ai consigli Europei di Lisbona e di Feira: il Memorandum ha dato impulso ad una strategia globale di attuazione della formazione continua a livello sia individuale che istituzionale. Il Consiglio europeo di Lisbona ha infine rappresentato una tappa decisiva per l orientamento della politica e dell azione dell Unione Europea in questa area. Porre l istruzione e la formazione al centro delle politiche strutturali dell Unione, per la promozione di una Società della conoscenza, e come fattore fondamentale di coesione sociale e insieme di sviluppo economico, ha infatti determinato da subito l espansione e il riconoscimento dei processi di apprendimento esterni alle forme tradizionali e conosciute dei sistemi scolastici. (dalla Premessa a «L Educazione degli Adulti in Europa» - Eurydice 2005) 8
9 L EDA e la ricaduta nel sociale «D altra parte l Educazione degli Adulti non solo aiuta i soggetti coinvolti a raggiungere un grado di istruzione, preparazione, formazione, più elevato, ma ha effetti indotti rilevanti: famiglie più o meno preparate educano infatti i figli in modo più salutare per loro stessi, l ambiente, la società». Antonio Giunta La Spada (dalla Premessa a «L Educazione degli Adulti in Europa» - Eurydice 2005) 9
10 D.Lgs. 112/98: L EDA e gli EE.LL. Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59. Capo III Istruzione scolastica Art Trasferimento alle provincie e ai comuni. Co.2. I Comuni,, esercitano, anche d intesa con le istituzioni scolastiche, iniziative relative a: a) Educazione degli adulti, b). 10
11 Conferenza Unificata del 2000/ Accordo Oggetto: Accordo tra Governo, regioni, province, comuni e comunità montane per riorganizzare e potenziare l educazione permanente degli adulti. La conferenza unificata in ottemperanza agli impegni presi dai Paesi membri dell UE in ordine all educazione permanente, considera «la necessità di riorganizzare e potenziare l educazione degli adulti nell ambito del sistema integrato di istruzione, formazione e lavoro, con gli obiettivi prioritari di recuperare i bassi livelli di istruzione e formazione, quale premessa per lo sviluppo formativo e l inserimento lavorativo; di offrire opportunità educative ai cittadini adulti per l acquisizione di conoscenze e di competenze funzionali di base nei diversi campi per il pieno esercizio del diritto di cittadinanza;» e valuta «altresì l opportunità dell ampliamento e dell arricchimento delle offerte formative degli adulti finalizzate a realizzare percorsi personalizzati di istruzione e formazione soprattutto in favore delle fasce deboli e emarginate quale condizione di partecipazione sociale e di integrazione;». 11
12 Conferenza Unificata del 2000 /Comitati Locali L accordo prevede la costruzione di un sistema integrato articolato su tre livelli istituzionali: nazionale, regionale, locale, con tre compiti prioritari: 1. favorire il rientro nel sistema formale di istruzione e formazione professionale 2. favorire l estensione delle conoscenze 3. favorire l acquisizione di specifiche competenze connesse al lavoro o alla vita sociale. E, prevede, a livello locale, l istituzione di Comitati Locali quale sede privilegiata della programmazione concertata. 12
13 Conferenza Unificata del 2000 /Comitati Locali/Attribuzioni «I Comitati medesimi, in particolare: a. promuovono l educazione degli adulti, b. programmano, in linea con i criteri stabiliti a livello regionale, le attività da realizzare sul proprio territorio, a partire dall analisi dei fabbisogni professionali e formativi locali, c. definiscono e programmano l uso condiviso delle risorse disponibili destinate al sistema integrato di educazione degli adulti, d. elaborano progetti di area e formulano proposte per il complessivo calendario dell offerta formativa, e. formulano proposte in merito alla istituzione di Centri territoriali ed alla relativa dislocazione. I Comitati locali sono presieduti da rappresentanti dei Comuni e delle Comunità Montane, e sono composti dai rappresentanti degli Uffici scolastici territoriali, della Provincia, dei Comuni, delle Comunità montane, delle parti sociali e da rappresentanze delle Agenzie formative (associative e non) operanti nel campo dell educazione non formale. Del Comitato fa parte un rappresentante del Consiglio scolastico locale di cui all art. 5 del d.lgs. 233/1999. L ambito territoriale per la costituzione di ciascun comitato è definito sulla base dei criteri individuati dalla Regione, d intesa con i Comuni e le Province. Spetta ai comitati anche assicurare il raccordo con le politiche occupazionali e i servizi per l impiego, a partire dall orientamento, secondo quanto previsto dal d.lgs n. 469/97». 13
14 D. M. n. 22 del 6 febbraio 2001 Linee guida per l'attuazione, nel sistema di istruzione, dell'accordo sancito dalla Conferenza unificata il 2 marzo 2000 Art. 1 - Oggetto 1. Il sistema di istruzione concorre con il sistema della formazione professionale e dell'educazione non formale alla riorganizzazione e al potenziamento dell'educazione permanente degli adulti, al fine di accompagnare lo sviluppo della persona garantendo il diritto all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e favorendo il pieno esercizio del diritto di cittadinanza. Allegati al D.M.: All. A: Nota tecnica per la progettazione e la certificazione dei percorsi individuali di alfabetizzazione funzionale degli adulti. All. B: Nota Tecnica Certificato Personale - Dispositivo di certificazione e documentazione dei percorsi di educazione permanente degli adulti 14
15 Art. 2 Obiettivi prioritari D. M. n. 22 del 6 febbraio Gli obiettivi prioritari degli interventi nel sistema di istruzione di cui all'articolo 1, comma 2, sono i seguenti: a. la progressiva revisione dei corsi di alfabetizzazione culturale (istruzione elementare), di scuola media (150 ore) e di istruzione secondaria superiore per gli adulti, in relazione al processo di riordino dei cicli d'istruzione di cui alla legge 10 febbraio 2000, n 30; b. l'alfabetizzazione funzionale della popolazione adulta che consideri i differenziati bisogni di istruzione delle persone e di promozione culturale nei contesti locali; c. lo sviluppo dei livelli di integrazione fra istruzione e formazione; d. il rafforzamento della programmazione coordinata tra i livelli locali, provinciali e regionali; e. la progressiva riorganizzazione dei Centri territoriali già previsti dall'ordinanza ministeriale n 455/97 nel contesto del sistema formativo integrato; f. lo sviluppo della collaborazione tra i Centri territoriali e gli Enti locali attraverso la realizzazione di progetti pilota con lo scopo di rafforzare il complessivo sistema dell'educazione degli adulti; g. la personalizzazione dei percorsi, il riconoscimento dei crediti e la progressiva realizzazione del sistema integrato di certificazione; h. lo sviluppo di attività di orientamento, informazione e consulenza in collegamento con i servizi offerti dal sistema integrato di istruzione, formazione e lavoro; i. la formazione e l'aggiornamento degli operatori; j. l'adozione di misure di accompagnamento per facilitare il conseguimento degli obiettivi di cui al presente articolo. 15
16 CTP elemento centrale dell EDA da L Educazione degli Adulti in Europa Quaderno n. 25 Eurydice (2005) «I CTP, attraverso i quali viene riorganizzato il sistema di istruzione degli adulti, prima suddiviso in corsi di alfabetizzazione e corsi per lavoratori, costituiscono l elemento centrale dell istruzione e della formazione degli adulti; nella Conferenza Unificata del 2000, viene affermato infatti che occorre assicurare un offerta formativa integrata tra Università, scuole e agenzie di formazione professionale che trova un punto di riferimento nei Centri territoriali per l educazione degli adulti» (p.71) 16
17 Corsi serali ulteriore baricentro dell EDA da L Educazione degli Adulti in Europa Quaderno n. 25 Eurydice (2005) «Al fine di modulare i programmi degli istituti tecnici e riadattarli alle esigenze degli adulti, cinque anni fa è stato promosso il Progetto SIRIO, che induce una riflessione sull approccio al sapere in età adulta e sull integrazione fra competenze di cultura generale e professionale. L Accordo della Conferenza Unificata del 2000 precisa che il coinvolgimento della scuola secondaria superiore dovrà costituire un obiettivo esplicito, prevedendo tempi e forme di graduale inserimento, fino a farne un altro baricentro dell attività dell EDA, in grado di fornire risposte alla domanda di cultura e di formazione di chi ha già il titolo dell obbligo». (p.71-72) 17
18 18 Legge 27 Dicembre 2006 n. 296, art. 1 co. 632 (finanziaria 2007) prima comparsa dei CPIA 632. Ferme restando le competenze delle regioni e degli enti locali in materia, in relazione agli obiettivi fissati dall'unione europea, allo scopo di far conseguire più elevati livelli di istruzione alla popolazione adulta, anche immigrata con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana, i centri territoriali permanenti per l'educazione degli adulti e i corsi serali, funzionanti presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, sono riorganizzati su base provinciale e articolati in reti territoriali e ridenominati "Centri provinciali per l'istruzione degli adulti". Ad essi e' attribuita autonomia amministrativa, organizzativa e didattica, con il riconoscimento di un proprio organico distinto da quello degli ordinari percorsi scolastici, da determinare in sede di contrattazione collettiva nazionale, nei limiti del numero delle autonomie scolastiche istituite in ciascuna regione e delle attuali disponibilità complessive di organico. Alla riorganizzazione di cui al presente comma, si provvede con decreto del Ministro della pubblica istruzione, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ai sensi del medesimo decreto legislativo.
19 D.M. 25 ottobre 2007: CPIA/Autonomia Scolastica Definizione dei criteri generali per il conferimento dell autonomia scolastica ai «Centri provinciali per l istruzione degli adulti». Art. 2 co. 1 «L autonomia è conferita ai Centri, articolati in reti territoriali, nell ambito dei piani provinciali di dimensionamento della rete scolastica definiti secondo i criteri e i parametri previsti dalla normativa vigente in relazione all utenza» Art. 3 co. 1 «l utenza dei centri è costituita dagli adulti iscritti ai percorsi per: a) livello di istruzione a conclusione della scuola primaria e titolo di studio conclusivo del 1 ciclo di istruzione; b) certificazione di assolvimento assolvimento dell obbligo di istruzione ; c) titolo di studio del diploma di istruzione secondaria superiore; d) l alfabetizzazione funzionale obbligo di istruzione..e titolo di studio del diploma di istruzione secondaria superiore; e) La conoscenza della lingua italiana da parte degli immigrati ;» 19
20 D.M. 25 ottobre CPIA/Ampliamento dell OF Art. 6 co. 1 «I Centri possono ampliare l offerta formativa nell ambito della loro autonomia secondo quanto previsto dal DPR n. 275/99, nel rispetto delle competenze delle regioni e degli enti locali in materia ed anche nel quadro di accordi con gli enti locali ed altri soggetti pubblici e privati, con particolare riferimento alle strutture formative accreditate dalle regioni. 20
21 Legge 6 agosto 2008, n. 133, art. 64, co. 4 lett. f "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" Art. 64. Disposizioni in materia di organizzazione scolastica. Co.4. si provvede ad una revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi ai seguenti criteri: f) ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa; 21
22 Studio TreLLe 2010 L istruzione degli adulti, di base e secondaria, in Italia quaderno n.9 pp. 119 Oggi l offerta pubblica si articola in due ambiti distinti CTP e Corsi Serali, con corsi di istruzione assimilabili ai tradizionali corsi scolastici: 1. Corsi di integrazione linguistica soprattutto per stranieri (CTP) 2. Corsi di istruzione secondaria inferiore (CTP) 3. Corsi di istruzione secondaria superiore (Corsi Serali), e con corsi brevi di «alfabetizzazione funzionale» funzionanti prevalentemente presso i CTP distinti in tre grandi gruppi: Informatica, lingue straniere (prevalentemente inglese) e un insieme eterogeneo di altri argomenti, cui aderisce il 57% dei partecipanti ai corsi dei CTP. (4) I CTP negli istituti penitenziari: più di un detenuto su quattro partecipa ad attività organizzate dai CTP. 22
23 Studio TreLLe 2010 L istruzione degli adulti, di base e secondaria, in Italia quaderno n.9 pp. 119 Osservazioni conclusive sui CTP I CTP giocano un grande ruolo in situazioni di frontiera tuttavia questi tratti di indubbio successo non possono nascondere una grande difficoltà: la sostanziale incapacità di attrazione e coinvolgimento nei confronti della popolazione adulta a bassa scolarità, in particolare quella di origine italiana. Infatti la presenza dei cittadini italiani è irrilevante e quasi esclusivamente concentrata nei corsi brevi di alfabetizzazione funzionale, dove la scolarità di coloro che partecipano è elevata (diplomati, laureati). 23
24 Studio TreLLe 2010 L istruzione degli adulti, di base e secondaria, in Italia quaderno n.9 pp. 119 Osservazioni conclusive sui Corsi Serali «Il nodo irrisolto resta sempre quello di sempre: la partecipazione non cresce. Il rapporto tra domanda intercettata e domanda potenziale è irrisorio (si tratta di persone che frequentano i corsi serali degli istituti superiori su una popolazione di quasi 12 milioni in possesso della sola licenza media che potrebbe in teoria aspirare a una qualifica o a un diploma)». Una novità: la riorganizzazione del sistema in Centri Provinciali per l Istruzione degli Adulti (CPIA)/Osservazioni Critiche «La questione di fondo, la necessità di aumentare significativamente la partecipazione alle attività di istruzione la popolazione adulta a rischio alfabetico, viene totalmente elusa». 24
25 DPR 263/2012 e Linee Guida 2014 Con il DPR 263/12 viene emanato il «Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell assetto organizzativo didattico dei Centri d istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell art. 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133». Al seguire, nell aprile 2014 vengono pubblicate le «Linee Guida, di cui all art. 11, comma 10 del d.p.r. 29 ottobre 2012 n. 263 per il passaggio al nuovo ordinamento a sostegno dell autonomia organizzativa e didattica dei Centri provinciali per l istruzione degli adulti (CPIA)» corredate da allegati con quadri orari e declinazione delle competenze. 25
26 Questioni aperte I corsi di alfabetizzazione funzionale dei CTP, i cosiddetti corsi modulari brevi, dove è stata registrata la maggiore affluenza dei cittadini italiani, e, che sembrano sparire del tutto dall assetto organizzativo didattico dei CPIA, troveranno spazio nell ampliamento dell offerta formativa (DPR 263/12 art. 2 co.5)? 26
27 Questioni aperte L assetto organizzativo didattico dei CPIA nella sua articolazione può rappresentare un attrattiva per la popolazione adulta italiana con bassa scolarità e competenze, essendo questo uno dei nodi irrisolti emersi dallo studio TRELLE? 27
28 Questioni aperte Il rientro in percorsi scolastici finalizzati all acquisizione di un titolo di studio può rappresentare un vantaggio per giovani e meno giovani adulti? In altri termini i CPIA saranno in grado di assicurare un legame tra istruzione formazione e lavoro? 28
29 Importanza del ruolo degli EE.LL.- Conclusioni Il ruolo degli Enti Locali è fondamentale in quanto la programmazione dell offerta formativa e l organizzazione della rete territoriale è di loro competenza esclusiva. L esperienza dei Comitati locali dovrebbe essere rinnovata con la creazione di tavoli interistituzionali con i rappresentanti dei diversi soggetti che ruotano attorno all educazione degli adulti (Terzo settore, volontariato, servizi per il lavoro, comunità educative, servizi sociali, camere di commercio, associazione datoriali e sindacali, ecc ) e dove i Dirigenti dei CPIA, presenti al pari delle altre istituzioni scolastiche, abbiano un ruolo non secondario. La relazione ente locale (ormai Città metropolitana) e sistema di Istruzione degli Adulti (quindi CPIA + secondarie di secondo grado con percorsi per adulti) dovrebbe essere strutturata in fasi progressive: programmazione e promozione dell offerta formativa, sostegno in itinere alle azioni programmate e monitoraggio della ricaduta delle azioni intraprese in termini educativi, sociali, di cittadinanza, di mercato del lavoro, di incremento dell occupazione, di diminuzione della criminalità, di riduzione dei tassi di abbandono scolastico, ecc... 29
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