LIBERE - TE LIRA - FREE - LI.FE. - Libertà Femminile

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1 LIBERE - TE LIRA - FREE - LI.FE. - Libertà Femminile Equal Li.fe Libertà femminile - DONNE VITTIME DELLA TRATTA - ESPERIENZE E METODOLOGIE Equal Li.fe Libertà femminile DONNE VITTIME DELLA TRATTA ESPERIENZE E METODOLOGIE

2 manuale_4_intro :52 Pagina 1 progetto Li.fe. Libertà Femminile Donne vittime della tratta esperienze e metodologie a cura di: Flavia Mulè Team di progetto: Bruno Ballauri Laura Emanuel Simona Meriano con il contributo della partner di sviluppo febbraio 2005

3 manuale_4_intro :52 Pagina 2 Soggetto capofila Provincia di Torino-Assessore alle Pari Opportunità e Relazioni Internazionali Partners Città di Torino, Città di Moncalieri. Associazione Compagnia delle Opere, Associazione Gruppo Abele, Associazione Tampep O.N.L.U.S., Casa di Carità Arti e Mestieri, Cicsene, Confcooperative Unione Provinciale di Torino, Ufficio per la Pastorale dei Migranti Curia Arcidiocesana, Università degli Studi di Torino Comitato di pilotaggio APID-Associazione Promozione Donna, Comando Provinciale dell Arma dei Carabinieri, Confartigianato Torino, Consulta Femminile Comunale di Torino, Consulta Femminile Regionale del Piemonte, CGIL, CISL, UIL, CNA Torino, Prefettura di Torino, Procura della Repubblica di Torino, Questura di Torino, Zonta International

4 manuale_4_intro :52 Pagina 3 INDICE SOMMARIO capitolo 1 I soggetti pag. 11 capitolo 2 Percorso metodologico » 22 capitolo 3 Altre maglie della rete » 33 capitolo 4 Percorsi di accoglienza » Il ruolo dell operatore nelle comunità di accoglienza » L Esperienza di accoglienza del Progetto Antares » Per le vittime della tratta degli esseri umani quali operatori, per quali comunità? » 43 capitolo 5 Oltre la borsa lavoro » Riflessione a margine dell esperienza di IDEA Donna » Lavoro e donne vittime di tratta » 62 capitolo 6 Destini incerti e guerre quotidiane » 64 capitolo 7 Rappresentazioni del corpo, della sessualità e dell affettività in donne vittime della tratta » 79

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6 manuale_4_intro :52 Pagina 5 INTRODUZIONE Dall inizio degli anni 90, prostituzione e tratta sono fenomeni correlati tra loro. Riguardano un numero sempre maggiore di persone e incidono in maniera significativa sul tessuto economico e sociale del Paese e dell intera Unione Europea. Il fenomeno della tratta secondo stime dell ONU e dell Organizzazione mondiale dei Migranti riguarda circa 4 milioni di persone di cui nel territorio dell Europa Occidentale. La prostituzione è diventata, negli ultimi anni, uno dei commerci più promettenti. Risulta essere la terza voce di guadagno, dopo armi e droga, del crimine organizzato. Prevenire e contrastare lo sviluppo dell industria del sesso è diventata una delle priorità politiche per l Unione Europea, che dal 1996 si è impegnata attivamente nell elaborare un approccio globale e interdisciplinare, concernente i reati collegati allo sfruttamento sessuale. L art. 29 del Trattato di Amsterdam indica la lotta contro la tratta di esseri umani come uno degli obiettivi per la realizzazione di uno spazio di libertà, sicurezza, giustizia. Nell ottobre 1999 le conclusioni del Consiglio Europeo di Tampere conferiscono mandato all Unione Europea affinché si impegni in un azione di lotta contro la tratta ed in particolare contro lo sfruttamento sessuale di donne e bambini. Dall analisi della situazione Europea si evidenzia come la mancanza di una legislazione integrata non permette di superare le differenze tra i diversi sistemi e la difficoltà di cooperazione tra gli organismi giuridici dei diversi paesi. Questo consente ai trafficanti una sorta di spazio d impunità. In Italia nel Febbraio 1998 viene istituito il Comitato interministeriale di coordinamento delle azioni di Governo contro la tratta di donne e di minori ai fini di sfruttamento sessuale. Nel Luglio 1998 in occasione dell emanazione del Testo Unico sull immigrazione, il legislatore ha introdotto nel nostro sistema l art. 18, strumento specifico per combattere la tratta dei esseri umani. Questo dispositivo legislativo rappresenta una rilevante novità giuridica non solo a livello Italiano ma anche Europeo. L art.18 del Dlgs 286/98, rimasto immuta-to anche dopo l entrata in vigore della legge 189/2002 (nota come BOSSI-FINI) che ha parzialmente modificato il precedente impianto normativo, è particolarmente importante perché conferisce rilievo alla protezione delle vittime ed al loro reinserimento sociale. Altro elemento innovativo e qualificante della norma di legge è rappresentato dalla possibilità di rilasciare, alle donne che intraprendono il percorso d inserimento sociale,

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8 manuale_4_intro :52 Pagina 7 un permesso di soggiorno che può diventare definitivo. Si è voluto superare il concetto di protezione legato alla collaborazione giudiziaria che prevedeva il rilascio di un permesso di soggiorno per il tempo strettamente necessario al procedimento penale. Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, in ottemperanza a quanto disposto dall art.18 (D.L.vo 286/98), ha avviato i percorsi atti a contrastare i fenomeni di tratta di donne e minori. Il Regolamento di attuazione (D.P.R agosto 1999 ) art. 27 ha contribuito a sancire il doppio percorso previsto per l art. 18. Uno giudiziario caratterizzato dal ruolo preminente del Pubblico Ministero, l altro sociale che attribuisce un rilievo prevalente ai servizi sociali e alle associazioni accreditate, quando durante gli interventi sociali rilevino situazioni di violenza o di grave sfruttamento. In questo caso il Questore deve valutare la sussistenza del pericolo e il conseguente nulla-osta al rilascio del Permesso di Soggiorno sulla base di quanto contenuto nella relazione, senza acquisire il parere del Magistrato. Dal 1998 esiste un Comitato Interministeriale, presieduto dal Ministro per le Pari Opportunità e dal Ministro per gli Affari Sociali, che si occupa del monitoraggio, dell attuazione e della valutazione di tutte le azioni contro la tratta, nonché della formulazione di proposte per l attuazione delle linee guida europee contenute nella dichiarazione ministeriale dell Aia del 26 aprile 1997 e degli atti internazionali sottoscritti dall Italia. Successivamente all istituzione del Comitato, è stata formata la Commissione Interministeriale per l attuazione dell art.18, con funzioni di controllo, indirizzo e programmazione delle risorse. Da allora sono state sostenute azioni finalizzate a raggiungere tale obiettivo. L adozione della nuova legge in materia di tratta ha permesso di orientare gli interventi non solo sul piano repressivo ma anche sul versante della prevenzione. Le donne immigrate che si prostituiscono in Italia sono circa (Eurispes 2001), anche se è difficile, vista la situazione di irregolarità di maggior parte dei soggetti, valutare numericamente il fenomeno. Il numero di straniere che operano a Torino e nella prima cintura continua ad essere rilevante. Riguardo la provenienza geografica dei soggetti, pur rimanendo consistente il flusso migratorio dalla Nigeria, continua ad aumentare il numero delle donne provenienti dal Centro e dall Est Europa, soprattutto dalla Romania. La liberalizzazione delle frontiere, la diffi-cile situazione sociale ed economica di quel Paese determinata dalle trasformazioni politiche e sociali avvenute negli anni hanno incrementato in modo considerevole il flusso migratorio verso l Europa.

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10 manuale_4_intro :52 Pagina 9 Si conferma una sempre maggior conoscenza, da parte delle donne, dei vantaggi offerti dalla legge e la consapevolezza di quello che sarà il loro destino in Italia. Il fenomeno delle straniere dedite alla prostituzione risulta comunque in crescita, causa l estrema povertà che colpisce intere aree del pianeta e costringe i più deboli ad accettare anche condizioni di vita impietose. Il miraggio rappresentato dall Occidente, la possibilità di possedere e consumare i beni imposti da una certa cultura, il desiderio di emancipazione personale e di lasciarsi alle spalle un passato non felice, trovano terreno fertile in queste giovani donne, tanto da indurle a includere l opzione della prostituzione nel loro progetto migratorio.

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12 manuale_4_a :43 Pagina 11 I soggetti 11 capitolo 1 I soggetti A Torino, i progetti di reinserimento sociale di donne vittime di tratta sono promossi e coordinati dal Gruppo Abele, dall Associazione Tampep, dall Ufficio per la Pastorale dei Migranti della Caritas, dall Ufficio Stranieri e Minori Stranieri del Comune di Torino e il Volontariato Vincenziano che si occupa prevalentemente di minorenni. Queste realtà sono tempo impegnate a ridurre i fenomeni discriminatori e a migliorare le condizioni di vita di donne e minori, promuovendo una cultura basata sul diritto di cittadinanza effettiva. Questi soggetti, pur mantenendo la specificità dei propri programmi, hanno sviluppato, nel corso degli anni, conoscenza reciproca, collaborazione, attitudine al confronto, che hanno consentito la creazione di una vera e propria rete sociale: senza disperdere le peculiarità nelle buone prassi predisposte da ogni singolo progetto. Il collegamento tra i progetti è garantito, oltre che dalla pratica quotidiana, anche dai momenti di verifica assicurati dagli incontri all interno del Progetto Li.fe. e del Coordinamento Interregionale Liguria, Piemonte e Valle d Aosta, contro la Tratta. Si è avvertita la necessità, soprattutto da parte di chi, da molti anni, si occupa di queste problematiche, di elaborare una sorta di manuale sulle buone prassi. Queste metodologie, predisposte e affinate negli anni per offrire interventi sempre più puntuali ed aderenti allo scenario che ci si trovava di fronte, rappresentano un prezioso strumento di lavoro per i soggetti coinvolti e per tutti quanti sono interessati in attività di aiuto e sostegno alle persone vittime di tratta, consapevoli che le procedure individuate rappresentano un obiettivo raggiunto ma ulteriormente perfezionabile. Questo lavoro va considerato, infatti, come laboratorio permanente, aperto ai contributi dei sempre più numerosi referenti rispetto ad un fenomeno in continua evoluzione. Per un agevole comprensione del panorama torinese è opportuno partire dalla presentazione dei soggetti attuatori, dall analisi delle specificità di ogni singola Associazione o Ente, dai progetti e dalle buone pratiche sviluppate, intendendo evidenziare la corrispondenza tra azioni, obiettivi individuati e risultati ottenuti.

13 manuale_4_a :43 Pagina I soggetti Gruppo Abele Progetto Prostituzione e Tratta delle Persone Corso Trapani 95/a Torino Tel Fax pagineopp@gruppoabele.org La prostituzione è un tema di cui il Gruppo Abele si è occupato sin dalla sua costituzione. Oltre 35 anni fa, uno dei primi interventi fu quello nell Istituto di rieducazione femminile di Torino, il Buon Pastore, che ospitava ragazze che si affrancavano dalla strada. Da allora, sono state molte le persone seguite: ragazzi e ragazze tossicodipendenti che si prostituivano per procurarsi la droga, transessuali, donne straniere. Accanto ad attività di accoglienza in strutture, quali le Comunità Gabriela e Patricia, il Gruppo ha collaborato a progetti specifici, volti a prevenire la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. Il Progetto Prostituzione non è solo accoglienza: come per tutte le iniziative del Gruppo Abele, c è sempre un intreccio continuo con progetti culturali e di impegno politico. Informazione Inchieste approfondite sul fenomeno attraverso la rivista ASPE e poi attraverso le pubblicazioni monotematiche di PAGINE. Ambasciate. Come, dove, quando, perché e per chi (a cura di Andrea Dragone), Pagine n. 4/2003. Attività di ricerca, realizzata dal Centro di documentazione, su tematiche specifiche (prostituzione e HIV). Pubblicazioni L Italia delle opportunità 2/C Prostituzione e tratta delle persone Emilia Romagna e Lombardia a cura di M. Da Pra Pocchiesa e M. T. Tavassi. L Italia delle opportunità 2/D Prostituzione e tratta delle persone Numero Verde a cura di M. Da Pra Pocchiesa e M.T. Tavassi. Sessualità, corpi fuori luogo, cultura di R. Beneduce a cura di F. Borrello e M. Da Pra Pocchiesa. Dai bisogni ai progetti. Quali interventi di comunità. di Leopoldo Grosso a cura di M. Da Pra Pocchiesa e Carla Giochetto. Nell anno 2003, oltre alle pubblicazioni redatte dallo sportello giuridico, sono stati pubblicati numerosi testi sull argomento tratta e prostituzione. Formazione Progetto di formazione realizzato in collaborazione con la Regione Piemonte. L iniziativa ha coinvolto una vasta rete territoriale: la Regine Piemonte, la Liguria, La Valle d Aosta, oltre a persone provenienti da tutta Italia. Iniziative INTI Sportello giuridico INTI in collaborazione con l ASGI, (Associazione Studi Giuridici sull Immigrazione), istituito nel 2003 con il sostegno della Regione Piemonte e del Dipartimento per le Pari Opportunità del Ministero Affari Sociali. È rivolto ad associazioni ed enti che lavorano su queste tematiche. Lo sportello giuridico raccoglie informazioni sulle leggi in vigore e si pone come un riferimento, a Torino, per raccogliere richieste e osservazioni e per elaborare soluzioni e strumenti da condividere. INTI dispone di una linea telefonica dedicata cui fare riferimento, nei giorni ed orari indicati, per ottenere informazioni, formulare richieste di moduli e materiali o fissare un appuntamento. Lo sportello mette a disposizione materiale giurisprudenziale (massime e sentenze) e legislativo (leggi, decreti, circolari e progetti di legge), nazionale ed internazionale, raccolto ed archiviato; elabora materiali didattici sul tema. Lo sportello è collegato alle realtà di accoglienza, in quanto fornisce un orientamento verso altri servizi, in modo mirato, a seconda dell esigenza. Le informazioni sui diritti degli stranieri in Italia e l elaborazione di soluzioni che consentano di raggiungere una posizione stabile e legale districandosi nel complesso di norme burocratiche hanno funzione di accompagnamento, accoglienza ed educazione alla legalità. Nato per operare in Piemonte, l INTI oggi rappresenta un punto di riferimento che ha respiro nazionale per associazioni ed enti, attraverso rapporti di collaborazione con studi legali operanti nelle diverse realtà italiane.

14 manuale_4_a :43 Pagina 13 I soggetti 13 INTI, così come il Progetto Prostituzione e Tratta delle Persone, ha organizzato numerosi incontri di formazione. Ha pubblicato inoltre: Minori stranieri non accompagnati; Avv. Mariella Console, febbraio La condizione dei richiedenti asilo nel nostro Paese; Avv. Lorenzo Trucco, marzo Le norme che regolamentano la fase di allontanamento dal territorio dello Stato, con analisi dei diversi tipi (e le diverse procedure) di espulsione; Avv. Guido Savio, aprile Numero Verde e servizio di accoglienza per la prostituzione e la tratta Il Numero Verde è stato attivato il 26 luglio 2000 e dispone di 14 postazioni locali dislocate sul territorio nazionale, cui vengono passate le chiamate a seconda della loro provenienza. La postazione del Piemonte e Valle d Aosta ha come referente istituzionale la Provincia di Torino ed è gestita dal Gruppo Abele, che ha strutturato il servizio in tre unità: postazione telefonica attiva tutti i giorni, festivi compresi. Nelle ore non coperte dalla postazione, il Numero Verde Nazionale può passare le chiamate di emergenza ad un cellulare attivo dalle 15 alle 3, tutti i giorni dell anno (necessario riferimento anche per gli operatori del Numero Verde che si trovano di fronte a richieste urgenti di accoglienza di notte o nei giorni festivi); servizio di accoglienza: colloqui preliminari; invio in casa di fuga o in altri servizi del territorio; eventuale presa in carico diretta della persona, con relativi accompagnamenti; attività di coordinamento e rapporti con l esterno. Tale unità pone particolare cura nella formazione degli operatori impegnati nel progetto e nella ricerca di nuove risorse sul territorio. Comunità Gabriela È una comunità di fuga e di Prima Accoglienza, nata (8 marzo 2001) per rispondere ai bisogni emersi dalle richieste pervenute al Numero Verde e per incrementare i posti disponibili nella Città, vista la carenza di questo tipo di risorsa. Gabriela è quindi una comunità dove si pongono le basi per costruire un progetto di inserimento sociale. È aperta a donne in difficoltà che subiscono violenza, eventualmente con il loro bambino. I posti disponibili sono 6-7 al massimo. La comunità è gestita da operatori specificamente preparati e da volontari che collaborano ad attività diversificate, ed è previsto il supporto di mediatrici culturali. Offre inoltre la formazione professionale, vita di comunità, inserimenti lavorativi. Progetto Patricia Il Progetto, avviato nell aprile 2002, ha come obiettivo l accoglienza di donne sole o con bambini. In una struttura appositamente adibita, vengono inserite queste donne vittime di violenza, provenienti da altre comunità o dagli sportelli dei servizi pubblici o del privato sociale operanti sul territorio. Le donne per essere inserite nel progetto devono avere un buon grado di indipendenza ed essere ad un livello avanzato nel programma di autonomia.

15 manuale_4_a :43 Pagina I soggetti Associazione Tampep Onlus Corso Brescia Torino Tel tampeponlus@tampepitalia.it Tampep nasce come progetto europeo di prevenzione dell AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili (STD), con l obiettivo di coinvolgere direttamente le prostitute immigrate. Le considerazioni fondamentali che hanno portato alla nascita di questo progetto sono state: la mancanza di informazioni su AIDS e STD nella madrelingua delle donne; la constatazione dello stato di povertà di queste donne e delle pessime condizioni di vita nel paese ospitante; la necessità di facilitare il contatto tra le donne immigrate e le istituzioni presenti sul territorio attive in campo medico e sociale La rete internazionale di Tampep attualmente comprende circa 20 paesi. Anche in Italia l Associazione Tampep si propone di contrastare i sistemi di coercizione e sfruttamento delle persone adulte e minori, vittime della tratta e dello sfruttamento sessuale. Per questa ragione, Tampep si pone come obiettivo principale quello si sviluppare strategie adeguate per raggiungere il target group, per esempio attraverso produzione e distribuzione di materiale informativo specifico tradotto nelle diverse lingue. Il principio è che l emancipazione avviene attraverso l accesso all informazione. La metodologia di Tampep si fonda: sulla mediazione culturale come ponte tra la cultura del paese ospitante e le motivazioni, i bisogni e le credenze delle donne immigrate; sulla pere education, perché le educatrici pari, esercitando il ruolo di leader all interno gruppo possono sostenere gli interessi delle donne e favorirne una crescita di consapevolezza; sull unità di strada, con un equipe mobile che interviene nei luoghi di prostituzione. L attività di unità di strada che Tampep svolge sul territorio di Torino e provincia, in orario pomeridiano e notturno, permette di raggiungere le donne direttamente sulla strada con l obiettivo di fornire un servizio di informazione su: prevenzione sull AIDS e sulle STD; sicurezza; istituzioni italiane, sulle legge italiana in materia di immigrazione; organizzazione dei servizi socio-sanitari favorendone l accesso e un uso corretto; Queste attività rientrano nel progetto Antares, realizzato a Torino e provincia da Tampep attraverso un finanziamento congiunto del Dipartimento delle Pari Opportunità (Presidenza Consiglio dei Ministri) e della Provincia di Torino (Assessorato alla Solidarietà Sociale). In queste azioni, rientrano la produzione e diffusione di materiale informativo specifico, unità di strada e lavoro sul campo, informazione e orientamento ai servizi sanitari, sostegno psicologico, orientamento ai percorsi formativi, al mercato del lavoro e alle soluzioni residenziali, raccolta dei dati informativi sul target group e costante monitoraggio sul territorio, aggiornamento ed approfondimenti per mediatori culturali, peer educators e street workers. L Associazione Tampep è stata referente per il progetto transnazionale di Equal Life Gender Street la cui partnership di sviluppo comprende Olanda, Austria e Provincia di Pisa. Il progetto si è concluso il 1º dicembre 2005, con conferenza finale a Bruxelles. È stato prodotto un manuale in lingua inglese e italiana, i cui contenuti più qualificanti sono la comparazione dei contesti sociali e legislativi in relazione al fenomeno della tratta, la descrizione delle buone prassi individuate dai singoli progetti e l analisi dei modelli locali e nazionali di networking e mainstreaming. Informazione Unità di strada Tampep L Associazione Tampep, fin dall inizio della sua attività sul territorio di Torino e provincia, ha avuto la comunicazione e la diffusione dell informazione come suoi obiettivi fondamentali. La complessità del fenomeno della prostituzione straniera in strada fa emergere una valutazione di carattere culturale e di genere, che ci porta a riflettere sulla condizione di svan-

16 manuale_4_a :43 Pagina 15 I soggetti 15 taggio che la donna migrante si trova a vivere, sia da un punto di vista interculturale (la donna è debole perché è straniera), che da un punto di vista sociale (la donna è stigmatizzata in quanto prostituta e quindi emarginata). È evidente dunque il valore che assume la possibilità di accedere all informazione, come primo passo verso l emancipazione. Per non compromettere l efficacia dell intervento è importante tenere conto sia del contesto sociale che delle differenze culturali, sviluppando strategie adeguate per raggiungere il target group, attraverso la produzione e la distibuzione di materiale informativo tradotto in diverse lingue. Partendo dall analisi del bisogno, viene ideato e scritto in bozza il testo, che viene poi testato e modificato insieme alle donne, perché il messaggio risulti chiaro e comprensibile. Una volta ottenuto il testo definitivo, viene stampato il volantino e distribuito con le seguenti modalità: attraverso l attività di Unità di Strada (sul territorio di Torino e Provincia), con campagne di diffusione mirate (in base alla nazionalità del target, o all argomento specifico); in sede, durante l orario di sportello aperto al pubblico (tutti i giorni, dalle 10 alle 14); attraverso l attività di operatori sociali in altri servizi della rete; mettendo a disposizione il materiale presso ambulatori e/o consultori frequentati dal target. Nell ambito del Progetto Antares, è stato creato del materiale informativo in base ai bisogni emergenti; per esempio sono stati prodotti dei volantini di approfondimento sulla legge Bossi-Fini e dei volantini sull asilo politico, particolarmente rivolto alle donne nigeriane. Tutta l attività di diffusione di informazioni socio-sanitarie e di accesso ai servizi si avvale del supporto di mediatrici culturali e peer educators. Oltre al materiale tradizionalmente prodotto e distribuito da Tampep, sulla prevenzione dell HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili, vengono sistematicamente distribuiti i volantini dell ambulatorio MST dell Amedeo di Savoia, in cui viene descritto il servizio e le modalità di accesso e vengono riportati sia l indirizzo dell ospedale che della sede di Tampep. Se le condizioni lo permettono, già durante il contatto in strada viene fatto un buon lavoro di counselling sanitario; in ogni caso si rimanda ad un secondo momento, presso la sede dell Associazione, la possibilità di approfondire gli argomenti di interesse per la donna. Il momento del contatto in strada è fondamentale per conoscersi, per ascoltare i bisogni, per offrire informazioni e nuovi punti di riferimento, non solo in senso relazionale, ma proprio in termini di territorio, fornendo indirizzi utili. La relazione diventa più significativa quando la donna raggiunge la nostra sede e fa una richiesta, che può essere di maggiori informazioni o di accompagnamento ai servizi sanitari. Se la donna conosce la città ed è in gado di muoversi da sola senza problemi, le vengono fornite tutte le indicazioni per raggiungere il servizio e per accedervi nel modo corretto. Il counselling approfondito sull Art. 18 viene normalmente fatto presso la nostra sede o in luogo tranquillo e protetto, mai durante il contatto in strada, per non mettere a rischio la sicurezza della donna, che può essere in quel momento sotto controllo di altre persone. L attività di informazione e counselling sanitario e il lavoro più strettamente mirato alla realizzazione di azioni di aiuto alle vittime del traffico, sono due momenti distinti, ma fortemente connessi. Promuovendo la tutela della salute, come bene primario, si vuole restituire centralità alla persona, favorendo l assunzione di responsabilità fino al prendersi cura di sé, a cominciare dal proprio corpo. Quando la donna riconosce di avere dei diritti e ha una corretta informazione, ha già fatto un passo per sottrarsi a chi la sfrutta. Uno degli obiettivi fondamentali dell attività di diffusione delle informazioni, è quello di offrire alle donne il sostegno necessario per realizzare scelte più costruttive e comunque di autotutela. Grazie all Unità di Strada, che da anni contatta le donne per strada, è stato dato un contributo decisivo alla lotta contro il traffico e lo sfuttamento sessuale, che riducono la persona a un oggetto, utile solo a produrre denaro. Attraverso una corretta informazione le donne possono diventare più consapevoli e scoprire che ci sono alternative e opportunità accessibili. L accompagnamento ai servizi sanitari è un momento prezioso per instaurare la relazione

17 manuale_4_a :43 Pagina I soggetti di fiducia e spesso incoraggia la donna a esplicitare la richiesta di aiuto per uscire dal giro della prostituzione. L équipe di Tampep inoltre offre un servizio di consulenza non solo a persone straniere, ma anche a cittadini italiani, soprattutto uomini, che sono alla ricerca di informazioni di vario genere, dall ambito sanitario a quello legislativo e sociale. Oltre ai colloqui che si svolgono in sede, sono molto numerose le consulenze telefoniche. Infine, poiché il lavoro di Tampep si svolge in concertazione con diversi enti, associazioni, gruppi, istituzioni, risulta importante sottolineare che è costantemente in atto con gli altri attori della rete, lo scambio di dati, buone prassi, riflessioni e studi, sia a livello informale, tra operatori impegnati sul campo, che in ambiti istituzionali, durante tavoli di lavoro congiunti e incontri di formazione. Formazione Aggiornamento ed approfondimenti per mediatori culturali, peer educators e street workers. Corso di formazione alle ONG nigeriane e nel law enforcement training a fianco dell ufficio nazionale antimafia Iniziative Tra i progetti più significativi realizzati negli ultimi anni, ha assunto particolare rilevanza il progetto TURNAROUND, finanziato dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino. L obiettivo è quello di promuovere una campagna di informazione e consapevolezza delle forme di inganno e sfruttamento, di cui sono vittime le donne immigrate provenienti dalla Nigeria, spesso indotte alla prostituzione una volta giunte in Europa. In particolare sono state attivate azioni di sensibilizzazione per la società civile italiana e nigeriana sul fenomeno dello sfruttamento della donna migrante, coinvolgendo Autorità locali e ONG. Nel 2002 una delegazione della Città di Torino, composta da rappresentanti di Tampep, Questura e Procura, ha compiuto una missione in Nigeria per valutare l andamento del Progetto e instaurare un rapporto diretto con le Forze dell Ordine nigeriane. Con il fine di combattere insieme i trafficanti di esseri umani. Il Progetto ha inteso promuovere azioni rivolte all empowerment delle donne attraverso il microcredito. A tale scopo è stata creata una rete di interlocutori in Nigeria, con cui sviluppare le azioni. Tampep, nel corso del 2003, ha realizzato per l UNICRI il progetto UKINÈ, integrato all attività consueta di sostegno alle vittime di tratta e che ha visto Tampep anche nella veste di formatore in Nigeria. Capofila del Progetto ALNIMA (Albania, Nigeria, Marocco), programma di cooperazione internazionale finanziato dalla Commissione Europea. Progetto di rimpatrio assistito per cittadini stranieri colpiti da decreto di espulsione. L Associazione è referente per le attività concernenti la Nigeria, e realizza l accoglienza a Lagos delle donne rimpatriate dalle ONG locali, la formazione e l orientamento/ training per la creazione di microimprese, con l attivazione di microcrediti a sostegno delle stesse.

18 manuale_4_a :43 Pagina 17 I soggetti 17 Ufficio per la Pastorale dei Migranti via Ceresole Torino Tel migranti@diocesi.torino.it Da vittime a cittadine anno II Il Progetto è la prosecuzione del programma di protezione sociale avviato quattro anni fa a favore delle donne in percorsi di uscita dalla tratta nella provincia di Torino. I progetti realizzati in questi anni sono: Liberiamo dalle moderne schiavitù (anni 2000, 2001, 2002) e Da vittime a cittadine (anno 2003). Gli obiettivi di fondo perseguiti sono: liberare le donne dalla schiavitù della tratta e condurle in un percorso di riconoscimento individuale e sociale dell essere cittadine, cioè soggetti titolari di diritto. Per aiutare la donna a uscire dai percorsi di tratta secondo una metodologia consolidata in questi anni si mettono in moto alcune azioni (accompagnamento logistico, giuridico, psicologico e di mediazione culturale), atte a rafforzare l identità delle donne. La donna viene poi accompagnata nel suo percorso di autonomia attraverso la formazione linguistica e professionale, il sostegno per l inserimento lavorativo, l assistenza per la ricerca abitativa, il coinvolgimento in momenti aggregativi. Ogni azione ha in sé lo scopo di costruire intorno alla donna un tessuto relazionale e di riferimento indispensabile per il sostegno della donna nel delicato percorso di uscita dal giro. Il progetto è integrato con le azioni di sistema attivate (numero verde nazionale) e con i progetti territoriali presenti (lavoro di strada, mediazione culturale...). Nello specifico, vi è una collaborazione con i progetti della Provincia di Torino, con il Gruppo Abele, con il Comune di Torino e con i centri di accoglienza ad esso legati, nonché con la Regione Piemonte e con la rete giuridica (Questura, Forze di Polizia, Prefettura, Magistratura, Tribunali). Il progetto promosso dall Ufficio per la Pastorale dei Migranti presenta alcune specificità che, fatto salvo il rispetto dei principi propri dei programmi di protezione sociale per le vittime della tratta, come la predisposizione di percorsi individualizzati per l integrazione sociale, ne caratterizzano l attuazione. La Caritas Diocesana rappresenta un punto di riferimento importante per gli accompagnamenti di donne straniere che si prostituiscono, e desiderano smettere, da parte dei loro partner o da parte di altre persone che vogliono prestare aiuto. Le soluzioni proposte debbono quindi tener conto, da un lato delle opportunità e risorse che queste persone, se intenzionate a proseguire nell azione di aiuto, possono offrire alle donne; dall altro si impone una particolare attenzione, da parte del servizio, nella gestione della relazione con la donna e nell interazione con le figure di aiuto informali. Le principali criticità sono rappresentate dalle esigenze di tutela della riservatezza e dalla necessità di proporre percorsi di emancipazione, non sempre percepiti dalle donne come necessari. Altro aspetto sviluppato in modo specifico, all interno del percorso di integrazione proposto dall Ufficio per la Pastorale dei Migranti, è l attenzione alla dimensione spirituale del benessere delle donne inserite in protezione sociale. In questo senso vanno le azioni di socializzazione e l organizzazione di incontri di preghiera, molto frequentati in particolare dalle donne di origine nigeriana. Informazione Atti del convegno sul tema Tratta e percorsi di cittadinanza: Da vittime a cittadine, novembre Formazione Sono organizzati per le donne che si rivolgono allo sportello: Corsi per l acquisizione della lingua e cultura italiana a più livelli; Corsi di formazione professionale presso Scuole Professionali qualificate; Corsi di economia domestica presso l Associazione Un Progetto al Femminile; Inoltre: Corsi di formazione per gli operatori/volontari che desiderano avvicinarsi a tale realtà Partecipazione al coordinamento locale e nazionale sulla tratta promosso da Caritas Migrantes e Usmi in collaborazione con il Ministero delle Pari Opportunità e la Comunità Europea. Iniziative Incontri settimanali con la comunità nigeriana. Momenti di incontro religioso (ecumenico e cattolico)

19 manuale_4_a :43 Pagina I soggetti Ufficio Stranieri - Comune di Torino Divisione Servizi Sociali Rapporti con le Aziende Sanitarie Settore Stranieri e Nomadi Via Cottolengo Torino Tel roberto.samperi@comune.torino.it flavia.mule@comune.torino.it L Amministrazione cittadina inizia ad affrontare le problematiche relative all aiuto a persone vittime di tratta e sfruttamento sessuale dal 1997, e quindi prima dell avvio dei progetti collegati all articolo 18 (T.U.286/98). Questa pluriennale esperienza ha fatto sì che questo servizio venisse a conoscenza di tale fenomeno, e soprattutto ha consentito la messa a punto di interventi di sostegno e aiuto. Gli interventi sul campo hanno indicato che queste persone, vittime di maltrattamenti e coercizioni, una volta liberatesi dalle condizioni di violenza chiedono di continuare a ricercare opportunità nel Paese di immigrazione, tranne che in pochissime situazioni (richiesta di rimpatrio). Il Progetto Freedom della Città di Torino è uno dei progetti finanziati dal Ministero delle Pari Opportunità per l attuazione dell art.18. Tale progetto prevede svariate azioni integrate, finalizzate al consolidamento di una rete che coinvolge molteplici realtà del privato sociale, a cui ha affidato la realizzazione degli interventi, mantenendo un ruolo di coordinamento e garantendo la formazione e la supervisione sugli operatori. Il progetto ha permesso di ampliare e consolidare la rete nata per l accoglienza di donne immigrate in condizioni di disagio e di fornire maggiori e specifiche risorse per la gestione dei programmi di protezione e di inserimento sociale. Sono state sperimentate soluzioni di collegamento tra le strutture di accoglienza e il raggiungimento della piena autonomia delle donne. In questo senso, le convivenze guidate hanno rappresentato una valida proposta poiché hanno consentito di ridurre le permanenze in comunità risolvendo temporaneamente le difficoltà nel reperire risorse abitative autonome. Il progetto garantisce inoltre percorsi formativi e di accompagnamento al lavoro: fondamentale si è rivelato l utilizzo dei tirocini formativi seguiti con idonee azioni di tutoraggio. Informazione Osservatorio Interistituzionale sugli Stranieri in Provincia di Torino, , a cura di Città di Torino e Prefettura di Torino. Formazione Per gli operatori: continua la supervisione del gruppo di lavoro a cura dell Associazione Frantz Fanon, che si occupa di consulenze psicologiche e psichiatriche per immigrati. Questa metodologia di lavoro si è dimostrata qualificante, vista la specificità dell intervento e le problematiche altamente complesse che si incontrano nel lavoro con le donne inserite nel progetto (emarginazione, prostituzione, malattie mentali); i momenti di supervisione e confronto consentono di ulteriore confronto tra le varie realtà coinvolte. Per le utenti: tirocini formativi che spaziano dallo studio della lingua italiana a più livelli, ad attività teorico/pratiche di economia domestica, cucina, sartoria, assistenza ad anziani, sono propedeutici all inserimento lavorativo e vengono solitamente proposti all inizio del percorso, quando la mancanza di ricevuta di permesso di soggiorno non consente ancora l attivazione della borsa lavoro. Alle frequentanti viene corrisposto un gettone di presenza. Sono previste verifiche intermedie tra gli operatori del Comune e i docenti che propongono le attività. Questi tirocini vengono organizzati dall Associazione Alma Mater, dall Associazione Progetto al Femminile, dall Associazione Ewiwere; obiettivo importante del progetto è la formazione e l apprendistato lavorativo attraverso tirocini formativi (borse-lavoro) di durata variabile, svolti presso Aziende in grado di garantire una ragionevole possibilità di inserimento lavorativo al termine del tirocinio o quantomeno un effettivo miglioramento del profilo professionale al termine dell esperienza. Tale modalità ha consentito ad un numero elevato di donne l apprendimento o il

20 manuale_4_a :43 Pagina 19 I soggetti 19 perfezionamento in itinere della lingua italiana, l acquisizione di un profilo professionale e la sperimentazione della complessità del mondo del lavoro e delle sue regole. L accompagnamento e la supervisione di tutor con formazione specifica e competenze professionali garantisce una forma di mediazione e l individuazione di variabili preziose per eventuali ulteriori reinserimenti. Iniziative Predisposizione e coordinamento di una rete di strutture che vanno dalla pronta accoglienza agli alloggi di convivenza guidata per un totale di circa 65 posti.

21 manuale_4_a :43 Pagina I soggetti Progetto europeo Equal-Life Li.fe-Libertà Femminile è un progetto avviato nel 2001 dall Assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Torino e finanziato nell ambito del Pic-Equal, sull Asse Pari Opportunità (Misura 4.2). È un progetto nato per garantire adeguato coordinamento ed efficace sviluppo di tutti gli interventi a favore delle vittime della tratta. Questo progetto ha visto come capofila la Provincia di Torino, e la collaborazione di altri partner quali: Città di Torino, Città di Moncalieri, Università degli Studi di Torino, Confcooperative Unione Provinciale di Torino, Tampep, Ufficio per la Pastorale dei Migranti-Arcidiocesi di Torino, Associazione Compagnia delle Opere, Associazione del Gruppo Abele e Cicsene. Inoltre si è costituito un Comitato di Pilotaggio composto da: APID, CGIL, CISL, UIL, CNA, Comando Provinciale dell Arma dei Carabinieri, Commissione regionale pari opportunità, Confartigianato, Consulta femminile regionale, Consulta femminile comunale di Torino, Prefettura di Torino, Procura della Repubblica di Torino, Promozione Donna, Questura di Torino, Zonta Club International. All interno del progetto, i partner hanno avviato una sperimentazione rivolta a quindici beneficiarie, individuate dai referenti dei quattro progetti cittadini. Partendo dalla condivisione del Percorso Metodologico e delle buone pratiche poste in essere abitualmente, si è ritenuto di approfondire alcuni aspetti particolarmente problematici, al fine d individuare soluzioni innovative e proposte d intervento che comportassero, nell ambito delle azioni intraprese, un valore aggiunto. le novità proposte, l individuazione di una persona di riferimento per le donne: la life-friend, in grado di accompagnarle nelle diverse fasi del percorso agendo da ponte tra i referenti delle diverse fasi: inserimento lavorativo, abitativo, referenti istituzionali ecc... La sperimentazione ha previsto, inoltre, l attribuzione di una carta di credito per ogni beneficiaria, per consentire alle donne di provvedere autonomamente alle proprie esigenze. Il percorso ipotizzato ha proposto modalità di accoglienza alternative alla comunità tradizionalmente intesa, tramite gli inserimenti negli alloggi di convivenza guidata, già nelle prime fasi del percorso. Siamo quindi giunti verso la conclusione di tale percorso; i risultati saranno esaminati, discussi, rielaborati e, sicuramente, tale bagaglio di esperienza sarà la base di un lavoro duraturo, sempre più articolato, malleabile e soggetto ad eventuali miglioramenti. Il percorso intrapreso potrà senza meno arricchire un patrimonio già esistente, ovvero quello delle buone prassi già messe in atto da anni.

22 manuale_4_a :43 Pagina 21 I soggetti 21 Progetto Libere - Te Lira - Free ll progetto Libere - Te Lira - Free, è stato finanziato nell ambito del FSE 2000/2006-Obiettivo 3 POR Piemonte ASSE E-Misura E1, che si pone tra gli altri obiettivi di migliorare la posizione della componente femminile attraverso interventi diretti a rimuovere le cause oggettive e culturali di discriminazione operanti nei confronti delle donne,promuovendo il riconoscimento e la valorizzazione della componente femminile nel mondo del lavoro. Il Progetto ha avuto l obiettivo di diffondere una cultura di parità, per promuovere l integrazione culturale, sociale, lavorativa e abitativa di donne che escono da situazioni di prostituzione forzata. Tra le azioni di sensibilizzazione sono stati realizzati un video, un manuale. È stato inoltre prodotto un fotoromanzo che, rivolto alle beneficiarie, ha favorito il trasferimento di informazioni utili da e verso le donne vittime di tratta. Accanto a ciò, un convegno Parlare di tratta e di prostituzione, parlare alla prostituzione, un occasione per riflettere sulla comunicazione e sull informazione sui temi della tratta e della prostituzione. I partner del progetto Libere-Te-Lira-Free sono gli stessi che hanno costituito la partnership del progetto Equal Li.fe, con la sola aggiunta della società S&T che si è occupata del coordinamento e delle attività progettuali. Sono state inoltre coinvolte alcune donne che hanno vissuto l esperienza della tratta e dello sfruttamento, in qualità di esperte. Anche il Comitato di Pilotaggio di Li.Fe ha aderito all iniziativa Libere-Te-Lira-Free ed ha sostenuto e condiviso le attività sviluppate dal progetto.

23 manuale_4_a :43 Pagina Percorso metodologico capitolo 2 Percorso metodologico Il desiderio di creare e sperimentare ulteriormente un modello di percorso, che possa far tesoro delle buone pratiche utilizzate in questi anni dai referenti dei progetti, ha favorito molte occasioni di incontro e confronto tra gli operatori che il progetto Equal Life - Libertà al femminile ha promosso. Questi incontri hanno evidenziato l esigenza di condividere gli obiettivi, conseguire una maggiore omogeneità e standardizzazione delle prassi operative, delle procedure, e dei materiali utilizzati per la raccolta dei dati e delle informazioni, per ovvi problemi di comparabilità degli stessi. Allo stesso tempo si è avvertita l esigenza di un confronto per rivalutare i criteri adottati per l inserimento e la permanenza nel programma e le condizioni che possono determinarne l interruzione. È stato analizzato tutto il percorso di reinserimento sociale che viene proposto alle donne scomponendolo in fasi: 1) Primo contatto 2) Presa in carico 3) Accoglienza (Prima, Seconda, Alloggi di convivenza guidata) 4) Accompagnamenti sanitari 5) Regolarizzazione 6) Consulenza legale 7) Formazione 8) Inserimenti lavorativi 9) Inserimenti abitativi. Ci si è preoccupati di far emergere obiettivi comuni e criticità riscontrate, evidenziando quanto vi è di comune ai quattro progetti e le relative specificità. Il collegamento in rete e l azione integrata con altri soggetti e altri progetti operanti sul territorio ha rappresentato l elemento qualificante per il conseguimento di risultati quanto più possibile efficaci e duraturi. 1) Primo contatto I referenti dei progetti concordano obiettivi comuni tra i quali: ricercare un rapporto di fiducia tra operatori e ragazze; fornire chiarimenti sulle opportunità previste dalla legge (questioni legali, contenuti del programma), evidenziandone eventuali problemi e difficoltà, al fine di garantire una corretta informazione e prevenire successivi fraintendimenti; far emergere, sostenere e verificare le motivazioni della donna, aumentandone il livello di consapevolezza; offrire opportunità di ascolto alle donne che chiedono di uscire dalla condizione di sfruttamento sessuale e dalla clandestinità; proporre un cambiamento di vita presentando un cammino alternativo che prevede la possibilità di raggiungere l autonomia economica ed abitativa; contrastare le organizzazioni criminali, proponendo alle donne la denuncia in alternativa al pagamento del debito ma anche come possibilità di collaborare all emancipazione di altre donne; garantire accoglienza immediata per situazioni di emergenza, protezione e fuga. Tutti i partner, in questa fase di primo contatto, ricostruiscono, attraverso il dialogo e la compilazione di schede o materiale appositamente elaborato, la storia personale della donna, al fine di orientarne la scelta e verificare la reale possibilità di sporgere denuncia. Sin dai primi colloqui, ci si avvale della collaborazione dei mediatori culturali, sia per facilitare la comprensione linguistica, sia per predisporre ad una situazione di maggiore empatia con l utilizzo della lingua d origine. A partire dai primi contatti, viene prospettata l articolazione del percorso di inserimento sociale e, sia quando l inserimento nel programma avviene su richiesta delle Forze dell Ordine, sia che avvenga per iniziativa della donna stessa che decide di allontanarsi dal giro ma non dispone di risorse abitative valutate sicure, si propone l immediato inserimento in comunità, illustrandone regole e modalità. Vi sono alcune differenze nelle modalità del primo contatto, che rispecchiano le caratteristiche specifiche di ciascun gruppo proponente.

24 manuale_4_a :43 Pagina 23 Percorso metodologico 23 Gruppo Abele Il Gruppo Abele entra in contatto con persone che giungono, in molti casi, tramite il Numero Verde. Vi si rivolgono non solo donne in difficoltà, ma anche gli amici o talvolta i clienti stessi. Il Numero Verde è attivo dalle ore 15 alle 3 tutti i giorni dell anno, festività comprese. È in collegamento con il Punto Rete Nazionale. Nelle restanti ore esiste un servizio di reperibilità a mezzo telefono cellulare, cui il Numero Verde Nazionale inoltra le chiamate urgenti. La postazione del Piemonte è dotata inoltre di un accoglienza in Casa di Fuga nella notte e nei fine settimana. Spesso le richieste di inserimento provengono da parte delle Forze dell Ordine. Tampep Per Tampep, l accesso al programma di protezione sociale avviene prevalentemente mediante contatti e relazioni spesso avviate già in precedenza con l unità di strada. I rapporti che si creano inducono, talvolta, la donna a chiedere informazioni rispetto alle opportunità offerte dalla legge e successivamente, in taluni casi, a chiedere l inserimento nel programma. UPM All UPM, nella maggioranza dei casi, le donne vengono accompagnate da amici italiani, spesso clienti, da connazionali e, più raramente, da parte della Caritas Nazionale. Comune di Torino Per l Ufficio Stranieri del Comune di Torino, l inserimento nel programma avviene quasi sempre su richiesta delle Forze dell Ordine. Più raramente le persone si rivolgono autonomamente, o accompagnate da fidanzati o da amici, chiedendo una presa in carico. Spesso le altre Associazioni referenti di Progetti nel territorio Torinese richiedono l inserimento di donne presso le comunità che aderiscono alla rete FREEDOM; tuttavia, l elevato numero di inserimenti effettuati annualmente nel Progetto rende difficile accogliere tali richieste. Tra le criticità maggiormente riscontrate dagli operatori che si occupano di questa delicata fase di aggancio, si possono evidenziare in modo particolare: la scarsa conoscenza della lingua italiana, la povertà di risorse socio-culturali, il basso livello di scolarizzazione, la cultura di origine; il contesto relazionale molto limitato, spesso non hanno amicizie al di fuori di qualche ex cliente; la solitudine e il senso di emarginazione, che denotano la fatica delle donne a creare reti relazionali e affettive significative e stabili; la difficoltà a riconoscere e ribellarsi a situazioni di violenza cui si sono assuefatte; l approccio imprudente che alcuni rappresentanti delle Forze dell Ordine, privi di adeguata formazione, mettono in atto, anche se inconsapevolmente, nei confronti delle donne: prospettando loro un percorso più semplice e meno articolato di quello che dovranno affrontare nella realtà, con l inverosimile promessa di ottenere quasi immediatamente i documenti e il lavoro; l atteggiamento di alcuni clienti zelanti, decisi a salvare la ragazza-vittima, anche quando la donna non ha ancora maturato alcuna richiesta di aiuto e la decisione di affrancarsi dall attività di prostituzione. Sottovalutando l importanza di tale decisione e del fatto che è responsabile solo se soggettiva, autonoma e motivata da parte della donna. 2) Presa in carico La presa in carico rappresenta un momento particolarmente delicato in cui occorre saper accogliere, ascoltare e comprendere la situazione reale ed emotiva che le donne si trovano a vivere, astenendosi da giudizi e valutazioni. L atteggiamento di apertura ed ascolto è il presupposto che consente di valutare, una volta ricostruita la storia della donna, quali siano le migliori soluzioni da mettere in atto. È necessario garantire agli operatori, che gestiscono questa delicata fase del percorso, un supporto formativo in grado di consentire una lettura competente dei bisogni e atto ad accompagnare ai progetti proposti. Le notizie che sono fornite dai soggetti debbono essere valutate e verificate con attenzione, di modo da non esporsi al rischio di un

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