AUDIZIONE DEL 21 OTTOBRE 2008 ALLA COMMISSIONE DIDATTICA DEL CUN INTERVENTO DI VITO CARDONE - PRESIDENTE DELLA CoPI

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1 AUDIZIONE DEL 21 OTTOBRE 2008 ALLA COMMISSIONE DIDATTICA DEL CUN INTERVENTO DI VITO CARDONE - PRESIDENTE DELLA CoPI Ringrazio la Commissione Didattica del CUN e il suo coordinatore, prof. Stella, per questa audizione, che può contribuire a sbloccare la situazione di empasse che si è creata. Esprimo, ovviamente, la posizione della CoPI, non quella della Facoltà o dell Università di Brescia, che pure come Conferenza condividiamo e sosteniamo; né quella dell area o SSD cui appartengo e nemmeno la mia personale, di esponente di questo SSD (posso anche farlo, ovviamente, se mi viene chiesto). In sintesi, nella situazione determinatasi per la classe L4 possono essere individuate due questioni: una di metodo, l altra di merito, per molti aspetti strettamente intrecciate tra loro. In un caso come nell altro, per affrontare il problema, è necessario richiamare come si è determinato. 1. Questione di metodo Il prof. Stella conosce molto bene gran parte della questione, in quanto egli è stato Presidente della CoPI e Coordinatore del Tavolo Tecnico n. 4, area tecnica, incaricato dal Ministro di predisporre le classi di laurea e di laurea magistrale di cui al D. M. 270/2004. Va ricordato anche che del Tavolo n. 4 facevano parte, tra gli altri, i Presidenti delle Conferenze interessate, quindi anche il prof. Seassaro, e i membri CUN delle aree 08 (Albisinni, Corsanego e Serino) e 09 (Naso, Pizzutilo e Surace). Nell ambito di detto Tavolo, la classe del Design (allora la 42) venne messa a punto da un gruppo di lavoro specifico, che si avvalse della collaborazione di 18 esperti, tutti docenti universitari, alcuni nomi anche di grande prestigio: Tonino Paris, Benedetta Spadolini, Massimo Ruffilli, ad esempio. Nessuno tra questi esperti, tutti designati dal prof. Seassaro, appartiene a una Facoltà di Ingegneria. La classe proposta da questo gruppo fu discussa dal Tavolo 4 nella seduta del 17 gennaio 2005 e, dopo alcune variazioni, approvata in maniera unanime. Si chiamava ancora 42. La proposta di classe così formulata passò poi al Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento insediato dal Ministro per varare tutte le classi e nel quale fu chiamato pure il prof. Docci che pure la approvò, non ricordo in quale data, senza alcun problema. Non fu nemmeno tra le classi per le quali il Comitato ritenne necessario un ulteriore approfondimento, rinviandole ai cosiddetti Tavoli informali. Va aggiunto pure che, la classe così varata, fu approvata dall Assemblea della Conferenza delle Facoltà di Design e dei Presidenti dei Corsi di Studio delle Classi di Disegno Industriale e Design, nella seduta tenuta a Milano il 8 settembre Nel frattempo il Ministero inviò la classe al CUN, per il parere di competenza. In sede CUN il prof. Albisinni fece alcune osservazioni alla classe approvata dal Tavolo n. 4 e dal Comitato Tecnico-Scientifico. Fu poi il Comitato Direttivo della UID a chiedere che fossero apportate alcune variazioni alla classe in questione, sulla stessa linea dei rilievi fatti da Albisinni al CUN.

2 La Conferenza delle Facoltà di Design e dei Presidenti dei Corsi di Studio delle Classi di Disegno Industriale e Design, nella seduta tenuta a Milano il 28 novembre 2005, all unanimità, respinse tali proposte di modifica con eccezione di ciò che è «emendabile in quanto frutto di errore tecnico». E chiese al Presidente del CUN di respingerle. Il Verbale di tale Assemblea, con i relativi allegati che entrano ancor più nel merito della questione, è pertanto agli atti del CUN. In questa sede è tuttavia importante richiamare, alcuni passi della deliberazione di detta Conferenza. In essa si dice, infatti, che: - le singole modifiche richieste vanno contro i fondamenti stessi dell autonomia universitaria introdotti dal DM 509/99 prima e dal 270/04 poi, in quanto sono volte a introdurre elementi di vincolo e rigidità (gli Ambiti monodisciplinari che si traducono in obbligatorietà), che sono espressione di interessi accademici di parte stravolgendo gli equilibri e le mediazioni raggiunte, e sviliscono e negano gli esiti del lavoro svolto ai Tavoli Tecnici che sono frutto di corrette procedure democratiche e rappresentative delle esigenze espresse da tutte le parti interessate, [ ] - la ratifica delle Classi espressa dalle Conferenze Nazionali dei Presidi, non solo delle Facoltà di Design, ma anche delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria (ove sono istituiti o istituibili Corsi di Studio in Disegno Industriale e in Design) è frutto di convergenze politico-culturali che, laddove venissero modificai i ruoli formativi, con le relative allocazioni e i pesi di Crediti attribuiti ai diversi SSD, si riaprirebbero contenziosi e rivendicazioni già composti e risolti, che rimetterebbero in discussione non singoli punti ma tutto l impianto delle Classi; e si conclude esprimendo l auspicio che il Presidente del CUN, che nell alto del suo ruolo super partes, possa tutelare l autonomia della Comunità scientifica dei docenti universitari che operano nel campo della formazione del Disegno Industriale e, impedire che vengano esercitate improprie ingerenze che rappresentano interessi di parte contrari a quelli dell intera Comunità accademica. Poi le classi, come modificate dal CUN, tornarono al Ministero, che vi mise di nuovo mano per correggere errori materiali. Si creò una grande confusione, perché per ogni classe circolarono 3 versioni: Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento, CUN, Ministero. La CoPI non è stata più consultata da nessuno. Per la classe in questione, in ogni caso, non si registrarono modifiche rispetto a quanto varato dal Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento, a parte la correzione dell errore tecnico, accettata dalla Conferenza di Design. Nelle more del parere delle Commissioni parlamentari si verificarono, da più parti e per più classi, numerosi interventi volti a trasformarle ulteriormente. Per cui il Ministero decise di varare le classi come messe a punto dai Tavoli Tecnici e approvate dal Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento, eccezion fatta per la correzione degli errori tecnici e materiali, e che ulteriori variazioni suggerite sarebbero state accolte solo con l accordo, unanime, tra le varie parti interessate. Per questo motivo, ad esempio, non fu tenuto conto di alcune modifiche proposte per la classe della sicurezza, sulle quali non fu trovato l accordo tra le Conferenze interessate.

3 Trascorse poi più di un anno nel silenzio totale, in merito alle classi. Intanto in seno alla CoPI fu rilevato che la classe 42, come proposta dal Tavolo Tecnico e approvata dal Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento, configurava per certi versi un arretramento rispetto alla classe di cui al D. M Vincolare un numero di CFU a ogni ambito appariva infatti non solo in contrasto con tutte le altre classi relative all ingegneria ad eccezione di quella di ingegneria edile-architettura, che doveva però rispettare un rigida Direttiva Europea ma anche elemento di eccessiva rigidità, in contrasto con lo spirito della riforma. La CoPI insediò un Gruppo di lavoro sul disegno industriale, che mise a punto un Documento (settembre 2006) nel quale si afferma che risulta «evidente una sostanziale emarginazione dei settori dell ingegneria industriale. Ne derivano [ ] implicazioni penalizzanti per l Ingegneria ma soprattutto effetti negativi sul piano culturale e sulle concrete possibilità di formare alcune delle figure professionali di cui il Paese ha maggiormente bisogno». Il Gruppo non propose la modifica della tabella predisposta dal Tavolo Tecnico e approvata dal Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento perché la CoPI fece notare che su di essa si era registrata la significativa convergenza, culturale e politica, tra le tre Conferenze e che, in base all orientamento ministeriale, non vi era margine per riaprire la questione. Poi più nulla. Il 16 marzo 2007 viene emanato il Decreto con le classi di laurea e la classe in questione diventata nel frattempo la L4 risulta diversa da quella che era stata approvata dal Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento e che, in base alle decisioni ministeriali, avrebbe dovuto invece essere inserita nel Decreto. Cosa è successo, non è dato sapere. La Conferenza di Design, che aveva fortemente difeso la classe approvata, tace. Al Ministero dicono che si sono limitati a pubblicare le classi ereditate dal precedente Ministero, senza metterci assolutamente mano. Di fronte a questa situazione la CoPI riesamina il problema e, il 24 settembre 2007, approva una Mozione nella quale, rilevato «che la formazione nella rappresentazione di base dovrebbe per ovvia completezza includere, oltre che i metodi della rappresentazione in ambito civile (SSD ICAR17), anche i corrispondenti metodi propri del settore industriale (SSD ING-IND/15: Disegno e Metodi dell'ingegneria Industriale)», chiede: 1. che come richiesto anche dalla Conferenza Nazionale dei Presidi delle Facoltà di Design, nella seduta del 28 novembre 2005 si ripristini la formulazione della Classe L4 con un u- nico ambito Formazione di base nel progetto e nella rappresentazione di 20 CFU, come deliberato dal Tavolo Tecnico; 2. che si consideri la necessità di includere in tale ambito unico, oltre i settori già presenti, anche il settore ING-ING/15. La richiesta di cui al punto 2. è conseguenza delle variazioni che erano state apportate alla classe approvata dal Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento e che, contrariamente a quanto si era detto, di fatto ammettevano che le classi varate dai Tavoli e da detto Comitato potevano essere ridiscusse. In ogni caso, nella citata Mozione, la CoPI chiede altresì «che, anche nel caso non si ritenesse fattibile l'introduzione della modifica di cui al punto 2., si prendano le opportune iniziative per av-

4 viare una approfondita valutazione di merito della proposta; ciò al solo fine di rendere tali percorsi più flessibili e più rispondenti alle reali esigenze di vasti settori dell'industria nazionale». Tale Mozione, essendo rivolta alle altre Conferenza interessate, è stata inviata solo ad esse e non ad altri organi (quali Ministero, CUN, CRUI ad esempio). La CoPI era ed è convinta, infatti, che il problema eminentemente politico che era sorto andava risolto nel corretto rapporto tra le Conferenze interessate. Nell inverno scorso, dopo l iniziativa dell Università di Brescia, vi è stata una violenta reazione del prof. Seassaro. Poi, il 22 febbraio 2008, la Conferenza che egli presiede ha proposto alle altre due Conferenze dei Presidi (di Architettura e di Ingegneria) un incontro delle Giunte delle 3 Conferenze, allargata ai membri di competenza del CUN, con all odg: - Verifica delle condizioni di attuazione della nuova Classe L4 negli ambiti delle Facoltà di Design, di Architettura e di Ingegneria e loro identità formative e curricolari in rapporto alle realtà territoriali; - Core curriculum e figure professionali - Contributi del Disegno industriale alla formazione degli ingegneri industriali e che potrà essere integrato dalle proposte provenienti dalle altre Conferenze. La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Architettura, nell Assemblea del 25 febbraio, ritiene che «il problema della riformulazione della classe di laurea di Disegno Industriale» debba essere affrontato «nel quadro del generale problema di emendamento delle classi di laurea interessanti le Conferenze di Architettura, Ingegneria e Disegno Industriale». La CoPI ha risposto il 25 febbraio, dando la propria disponibilità e proponendo addirittura possibili date per l incontro (nella prima metà di marzo). Ma non è pervenuta alcuna risposta, da nessuno. 2. Questione di merito In parte già sono state trattate dal Preside Magnani, con il quale concordo. È il caso comunque di ricordare che la CoPI ha ritenuto la classe messa a punto dal Tavolo Tecnico e approvata dal Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento un arretramento rispetto alla situazione della classe 42 del D. M. 509/99. E che non sollevò problemi solo per ragioni di equilibrio culturale e politico. Tuttavia il citato Documento del settembre 2006 ritiene «evidente la necessità di allargare la gamma delle figure professionali orientate al Design, affiancando ai percorsi formativi attuali nuovi percorsi che, senza stravolgere la formazione base [ ] diano spazio a contenuti più tecnologici, inclusa la necessaria formazione di base. Se nel medio-lungo periodo questo problema potrebbe (e anzi dovrebbe) essere affrontato alla radice, rivedendo la formulazione delle Classi, nel breve periodo appare opportuno che le Facoltà di Ingegneria valutino attentamente la possibilità di proporre percorsi formativi tesi a creare le figure di designers più orientate alle applicazioni che presuppongono conoscenze ingegneristiche e tecnologici non marginali. Sembra inoltre opportuno sottolineare che la maggior diffusione sul territorio nazionale delle Facoltà di Ingegneria (rispetto a quel-

5 le di Architettura) renderebbe possibile un più efficace adattamento dei corsi di studio alle specifiche esigenze dei tessuti produttivi locali, come dimostra ad esempio il caso di Brescia. [ ] Per quanto riguarda invece l obiettivo di medio-lungo periodo si ritiene necessario un intervento della CoPI per impostare un tavolo di confronto con le altre Conferenze interessate al problema». Iniziative specifiche erano infatti sorte in varie facoltà: oltre alla Facoltà di Brescia, che attivò uno specifico corso di studi, anche le facoltà di ingegneria di Bologna, Cosenza, Pisa, Salerno, tra le altre, avviarono studi di fattibilità per attivare un cds che rispettasse la Tabella approvata Comitato Tecnico-Scientifico di Coordinamento. In alcuni casi si trattava di corsi di studio in sostituzione o trasformazione di altro tipo già esistenti o di corsi interfacoltà (come si valutava a Salerno), con la collaborazione di colleghi dei settori interessati, di altre facoltà dello stesso ateneo. Il tutto è stato interrotto dalla pubblicazione della Classe L4, che cambia radicalmente la situazione e, di fatto, impedisce alle facoltà di ingegneria di attivare corsi di disegno industriale e costringe quella di Brescia a disattivare il proprio corso. 3. Conclusione È evidente che la situazione attuale è stata creata dal cambiamento di posizione da parte della Conferenza di Design; cambiamento che non è motivato né da una diversa posizione assunta dalla CoPI né da altro che attiene al rapporto tra le Conferenze. Non si capiscono, per di più, e non sono mai state spiegate le ragioni culturali del repentino e silenzioso cambio di posizione da parte della Conferenza di Design. D altra parte: possibile che la classe che suoi più prestigiosi esponenti avevano messo a punto con la direzione del Presidente Seassaro, e che avevano strenuamente difeso ancora a fine del 2005, all improvviso debba essere cambiata? Paradossale, poi, è il fatto che lo scenario che si è venuto a determinare era stato perfettamente previsto dalla Conferenza di Design nella sua citata deliberazione del 25 novembre 2005, che riteneva di doverlo scongiurare e nella quale come ricordato questa Conferenza aveva sottolineato il valore dell intesa tra le tre Conferenze interessate. Certo, sarebbe stato preferibile che la questione fosse giunta al CUN dopo essere stata risolta d intesa tra le Conferenze interessate. A tal proposito è bene anche precisare, se mai ve ne fosse bisogno, che non vi è nessuna polemica di carattere personale da parte della CoPI: né con il prof. Alberto Seassaro, né con la Conferenza che egli presiede. Né con il SSD ICAR/13. Meno che mai con il SSD ICAR/17, al quale io appartengo e nell ambito del quale, nell inverno scorso e dopo lunga discussione, abbiamo approvato all unanimità una Mozione che così recita: Si ritiene che [ ] gli insegnamenti del SSD ING-IND/15, viste le articolazioni delle declaratorie, non possono sostituire gli insegnamenti del SSD ICAR/17 nella formazione di base della rappresentazione.

6 Ma la CoPI non ha mai sostenuto che si possa pensare a queste sostituzioni. A tal proposito ricordo che nella citata Mozione del 24 settembre 2007 è infatti detto «che la formazione nella rappresentazione di base dovrebbe per ovvia completezza includere, oltre che i metodi della rappresentazione in ambito civile (SSD ICAR17), anche i corrispondenti metodi propri del settore industriale (SSD ING-IND/15 [ ])»: oltre e anche, non in luogo di. Sono sicuro che la Commissione Didattica del CUN, e poi l intero Comitato, sapranno valutare la questione con attenzione, in tutti i suoi aspetti, e pervenire a una giusta espressione che risolva i problemi sorti ed eviti che ne possano sorgere di nuovi. Voglio anche sperare che l iniziativa del CUN possa aiutare a sbloccare la situazione che si è creata e ponga le condizioni per la ripresa del dialogo, al fine di pervenire a soluzioni valide, condivise da tutte le parti interessate: Conferenze, SSD, atenei, facoltà. A tal fine è necessario innanzitutto fiducia reciproca e credere nei valori dell autonomia dell università e della flessibilità, ai quali il D.M. 270/2004 dà maggiori spazi che non il D. M. 509/99. Sarebbe pertanto assurdo se, solo per questa classe, la situazione dovesse essere come è diventata più rigida che in regime di 509.

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