Azione Cattolica Italiana Diocesi Di Cagliari
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- Fabio Serafini
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1 DOCUMENTO FINALE XV ASSEMBLEA DIOCESANA CAGLIARI, 23 FEBBRAIO 2014 PREMESSA Il Documento Assembleare contiene le priorità formative e alcune riflessioni, relative a tematiche o contesti degni di attenzione, che il Consiglio Diocesano uscente, insieme ai contributi delle associazioni territoriali, lascia a chi dovrà assumere la responsabilità dell associazione nel prossimo triennio. Approvato dall Assemblea Diocesana, rappresenta un punto di riferimento di cui si dovrà, necessariamente, tenere conto nella programmazione delle attività associative dei prossimi anni. La sua realizzazione, attraverso modalità e percorsi che saranno elaborati dagli organi associativi preposti, in primis dal prossimo Consiglio Diocesano, costituirà elemento di verifica nel corso delle Assemblee diocesane annuali, ai sensi dell art.25, comma 1b, dell Atto Normativo Diocesano. L elaborazione dei contenuti di questo documento è stata effettuata analizzando la realtà ecclesiale, associativa e sociale nella quale è inserita l Azione Cattolica diocesana in questo tempo di nuove sfide che interpellano la sua natura profetica, carismatica e il suo particolare ministero laicale. Si è partiti, anzitutto, da una verifica del cammino compiuto nel triennio appena concluso, comparandola con le priorità che venivano indicate nel Documento assembleare. Tante cose si sono fatte, ma tante ne restano ancora da fare. Affidiamo al Signore le nostre necessità, con la certezza che l Azione Cattolica potrà ancora nei prossimi anni, attraverso la sua opera ministeriale, mettersi a servizio della persona, nella singolarità della sua storia e del suo cammino di fede. LA FORMAZIONE DEI RESPONSABILI ASSOCIATIVI ED EDUCATIVI In linea con il triennio in conclusione, continua ad essere prioritaria l attenzione per la formazione degli educatori e dei responsabili associativi. E indubbio che riscoprire l identità associativa, soprattutto in relazione ai carismi propri dell AC, riconosciuti dalla Chiesa, ma anche agli obiettivi che l Azione Cattolica si propone di perseguire a livello formativo, sia di fondamentale importanza per riqualificare l opera e il servizio di chi la rappresenta e ne trasmette i valori a chi, per mezzo di questa, vuole compiere un cammino di fede. Alcuni nodi problematici su cui far convergere la riflessione, individuati come prioritari per la formazione, sono: Spiritualità: «La proposta formativa dell Azione Cattolica deve far percepire con chiarezza il proprio cuore, che è la fede in Gesù. In un tempo di secolarizzazione, in cui anche i credenti rischiano la superficialità e la mondanizzazione della fede, è necessario attingere all essenziale del cristianesimo, che è il mistero di Cristo, come senso, via e meta della formazione e della vita cristiana» Dal Documento della XIV Assemblea Diocesana Cit. Progetto Formativo, pag.27; Diocesanità: L esperienza associativa non può prescindere dal comprendere che la dimensione diocesana non è un optional, ma la naturale sintesi di chi è consapevole di essere in comunione, anzitutto, con tutta la Chiesa locale. Il livello parrocchiale e quello diocesano non sono in contrapposizione o alternativi, ma, in termini positivi, sono legati da un rapporto inscindibile che ha un fondamento teologico-pastorale. 1
2 Così come Per Chiesa particolare, che è la diocesi, si intende una comunità di fedeli cristiani in comunione nella fede e nei sacramenti con il loro vescovo ordinato nella successione apostolica. (CCC 833) e La parrocchia è una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell ambito di una Chiesa particolare e la cui cura pastorale è affidata, sotto l autorità del vescovo diocesano,ad un parroco quale suo proprio pastore. (CCC 2179), allo stesso modo l ACI, che ha scelto di legare la sua struttura a quella della Chiesa, con l art.12 dello Statuto chiarisce la sua natura in assoluta comunione ecclesiale con la stessa: 1.L ACI è costituita come associazione ecclesiale di laici a livello nazionale e a livello diocesano. 2.Ciascuna Associazione diocesana è organicamente divisa in associazioni, in primo luogo con riferimento alle comunità parrocchiali, e in gruppi. Corresponsabilità: A livello interno, solo alcuni sono chiamati a rappresentare l associazione ed essere educatori, ma questi ruoli non possono che essere condivisi con gli altri soci, dai quali è indispensabile trovare un supporto ideale e materiale. Soprattutto l attenzione educativa non si può delegare solo ad alcuni, ma tutti devono contribuire perché le giovani generazioni possano trovare, nei più adulti, un punto di riferimento spirituale e umano. Per quanto riguarda la corresponsabilità ecclesiale, è importante che i laici siano formati perché assumano un ruolo che solo a loro è proprio nella Chiesa: l evangelizzazione degli ambienti di vita; evitando interferenze con il ruolo del pastore e promuovendo la comunione e la collaborazione con tutte le componenti impegnate nella pastorale. Popolarità: La vita associativa nasce da un esperienza condivisa non elitaria, è dunque fondamentale che possa interagire ed essere compartecipata con tutta la comunità parrocchiale, così da essere portatrice di una formazione umana e spirituale aperta ad ogni realtà del Popolo di Dio. Analisi della realtà L analisi della realtà attuale dell Associazione ha portato ad individuare i seguenti nuclei problematici, intorno ai quali, il prossimo triennio sarà necessario elaborare dei percorsi a partire dagli obiettivi che saranno di seguito specificati: Carenza di strumenti e competenze degli educatori e dei responsabili; Identità associativa carente, mancanza di conoscenza dei valori e carismi dell associazione in educatori e responsabili e, di conseguenza, nei soci; Modalità di scelta dei responsabili e degli educatori spesso non corretta, compiuta nelle sedi non idonee e senza verifica preliminare e periodica delle competenze; Mancanza di un corretto coinvolgimento degli educatori nelle occasioni formative ai vari livelli; Carenza di comunione e corresponsabilità tra i responsabili associativi ed educativi e nello stile della comunicazione tra i vari organi e livelli; Carenza della formazione delle equipe degli educatori parrocchiali e dinamiche non corrette nel modo di intendere questi servizi come collettivi e non come individuali; Mancanza di percorsi strutturati per la formazione di educatori e consigli parrocchiali; Carenza di conoscenza dell associazione a tutti i livelli, soprattutto in relazione alle occasioni formative che vengono fornite dal livello diocesano, regionale e nazionale; Mancanza di consapevolezza della necessità che ogni associazione territoriale contribuisca alla formazione degli organi associativi diocesani, con disponibilità troppo spesso estorte e non proposte con spirito di corresponsabilità dalle parrocchie; Educatori senza gruppo di appartenenza. 2
3 Gli obiettivi In linea generale, le attenzioni formative che si devono mettere in campo, sono mirate a promuovere l identità associativa e dotare gli educatori e i responsabili associativi degli strumenti minimi e delle competenze che questi devono acquisire necessariamente per esercitare il loro servizio in maniera consapevole ed adeguata. Risulta sempre più urgente la proposta di una scuola associativa unitaria strutturata a vari livelli, in relazione al ruolo e all esperienza dei destinatari, in maniera tale da fornire, a chi si avvicina per la prima volta ad incarichi di responsabilità, i necessari strumenti per affrontare il ruolo richiesto; ma anche di supportare con una formazione permanente i responsabili e gli educatori più esperti, al fine di garantire un aggiornamento rispetto alle riflessioni e agli strumenti che sia l associazione che la Chiesa, con i suoi documenti, possono presentare periodicamente. I moduli formativi possono essere il modo che può essere usato per rispondere a questo tipo di esigenza che richiede flessibilità e dinamicità rispetto ad una realtà associativa ed ecclesiale che cambia quasi in tempo reale. Sarà importante riuscire ad elaborare percorsi che possano essere verificati nel tempo e nei risultati raggiunti dai destinatari. Obiettivi intermedi possono essere individuati nel riappropriarsi di dinamiche associative corrette, soprattutto in ordine al ruolo dell Assemblea dei soci per l elezione dei responsabili associativi e del Consiglio Parrocchiale nella nomina degli educatori, ai quali deve essere affidato un incarico che ha la stessa valenza e importanza di un vero e proprio mandato catechistico, con tutto ciò che questo comporta in ordine alla Responsabilità del servizio educativo. Ruolo di fondamentale importanza riveste lo stile della comunicazione, che deve mirare sempre a condividere informazioni e contenuti formativi con chiunque possa contribuire, attraverso la nostra associazione, a far vivere esperienza di fede alle persone che a questa si rivolgono per incontrare il Signore. In un associazione che vive sul territorio ispirando la sua attività formativa e missionaria ai medesimi valori, risulta prioritario riuscire a mettere in rete le varie esperienze vissute. Il Centro diocesano dovrà riuscire nell intento di proporsi come interfaccia tra le varie associazioni territoriali, al fine di tessere quelle trame comuni necessarie perché si realizzi quella comunione ideale tra i cammini percorsi dai vari gruppi e perché l attività dell ACI possa essere visibile anche al resto della comunità ecclesiale e civile. Modalità di comunicazione efficaci sono alla base anche della promozione dell associazione, sia nelle dinamiche interne che esterne ad essa. 3
4 LA FORMAZIONE SOCIO POLITICA Azione Cattolica Italiana La scelta religiosa che l Azione Cattolica fece all indomani del Concilio Vaticano II sotto la guida e la spinta di Vittorio Bachelet, è stata talvolta fraintesa. Proposta non come separazione ma come coscienza del primato assoluto dello spirituale sul temporale, non ha mai voluto significare che l impegno laicale dell associazione dovesse circoscriversi alle vicende della comunità ecclesiale, alle esigenze delle parrocchie in senso stretto; mai ha voluto esonerare il laico di Azione Cattolica dall attenzione al bene comune, dalla promozione di una cittadinanza consapevole, dall acquisizione di capacità di leggere la storia in svolgimento con gli occhi della fede, insomma dall azione politica intesa come azione nella città e per la città. La scelta religiosa, sorta in un particolare momento storico del nostro Paese con l esigenza di puntualizzare il ruolo dell allora più diffusa associazione laicale, è stata confermata nei decenni successivi davanti a nuove e diverse vicissitudini storiche ed è così anche oggi, epoca in cui la disaffezione verso la politica praticata dai partiti rischia di alimentare quel fraintendimento e la conseguente chiusura dei cattolici entro le mura delle proprie chiese. Oggi la confermiamo prima di tutto spendendo in chiave missionaria le competenze educative e culturali che possediamo, contribuendo attivamente all edificazione di una società più a misura d uomo. Occorre testimoniare pubblicamente uno stile di vita personale coerente con il Vangelo ogni giorno, nelle strade delle nostre città. L impegno religioso va inteso come scelta di frontiera di un laicato orientato a una cittadinanza cristianamente ispirata e laicamente declinata. (Bozza documento XV Assemblea Nazionale di Azione Cattolica, Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere.) Occorre allo stesso tempo dare il giusto nome alle cose edificandone i contenuti: l interesse per il bene comune ed il contributo per un impegno diretto nella società civile si chiama impegno politico; ridare un anima alla politica significa maturare nella convinzione che essa è uno dei luoghi dignitosi e decisivi di incarnazione dello spirituale, che è urgente impegnarsi per non ridurre la politica a ordinaria amministrazione, che essa trova il suo cuore nell istanza trasformativa del mondo e della società. [ ] La politica è trasformazione, l anima della politica è il desiderio di vedere la realtà sempre migliorabile e più bella, cioè più a misura di ciascuno. (Azione Cattolica Italiana, Così in terra! Prendersi cura della politica da credenti, p. 19, Editrice AVE, 2013) Lo stesso Papa Francesco sollecita la partecipazione attiva dei cristiani alla vita politica e richiama chi riveste oggi ruoli di responsabilità ad agire secondo principi di vera umanità, lo ha fatto parlando ai lavoratori ed ai giovani incontrati a Cagliari nel settembre del 2013, lo sottolinea con fermezza nell esortazione apostolica Evangelii gaudium. Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all ambito privato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo. Sappiamo che Dio desidera la felicità dei suoi figli anche su questa terra, benché siano chiamati alla pienezza eterna, perché Egli ha creato tutte le cose «perché possiamo goderne» (1 Tm 6,17), perché tutti possano goderne. Ne deriva che la conversione cristiana esige di riconsiderare «specialmente tutto ciò che concerne l ordine sociale ed il conseguimento del bene comune» (n. 182). Chiedo a Dio che cresca il numero di politici capaci di entrare in un autentico dialogo che si orienti efficacemente a sanare le radici profonde e non l apparenza dei mali del nostro mondo! La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune. Dobbiamo convincerci che la carità «è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici». [ ] Sono convinto che a partire da un apertura alla trascendenza potrebbe formarsi una nuova mentalità politica ed economica che aiuterebbe a superare la dicotomia assoluta tra l economia e il bene comune sociale. (n. 205) Così il presidente Franco Miano nel suo intervento al Seminario di Retinopera del 2011 Come cristiani siamo interrogati da una storia che ci provoca, dinanzi alla quale siamo chiamati, nell urgenza dell ora, ad 4
5 assumerci le nostre responsabilità. A fornire, cioè, risposte tempestive, coraggiose e soprattutto credibili. Ma oltre il bisogno contingente, c è tutto uno spazio futuro da costruire, che abbisogna di pazienza, competenza, elaborazione, impegno. Ecco, dunque, che le due prospettive, soltanto in apparenza escludentesi, tendono a congiungersi. La provocazione contingente richiede risposte; la visione di lungo periodo, invece, richiede preparazione paziente e meticolosa. In una parola, richiede rigorosa formazione. Non possiamo abbandonare il lavoro prezioso di una formazione tenace, resistente, pronta ad affrontare le sfide che verranno. (Seminario di Retinopera Lo sviluppo umano ha bisogno di cristiani, Roma 17 dicembre 2011). Dobbiamo dunque riappropriarci del nostro ruolo di laici in un associazione che vuole essere luogo profetico che interpella le istituzioni, perché al centro dell impegno politico venga messo l uomo, trovando sintesi possibili tra fede, etica ed economia reale. Possiamo farlo con un rinnovato e più sistematico impegno per la formazione socio-politica, che sostenga ciascuno, nelle diverse età della vita, nel maturare la passione per il bene comune, dare testimonianza di una cittadinanza cristianamente ispirata, accompagnare nuove vocazioni all impegno politico. Analisi della realtà Diversi fattori concorrono a rilevare l urgenza di una formazione socio-politica. Prima di tutto il tempo che stiamo vivendo, caratterizzato da un sempre più dilagante relativismo dei valori; dall individualismo esasperato che mette in ombra l attenzione per il bene comune; dalla tendenza a riferirsi a leaders carismatici più che a dinamiche di partecipazione democratica; dalla crisi d identità della classe politica; dalla gestione economico-finanziaria delle risorse comuni destinata a soddisfare le esigenze di pochi; dall ipocrisia di interventi saltuari di sostegno ai più deboli, in assenza di piani organici di sviluppo e di condivisione; dalla precarietà generalizzata che offusca la visione del futuro ed erode pian piano la speranza Accanto a questo, è la visione emersa negli ultimi anni dai gruppi di Azione Cattolica e dalle comunità parrocchiali in generale, di giovani disorientati davanti alle vicende del nostro Paese (potremmo dire del mondo intero visto il binario comune su cui indirizza la globalizzazione), di bambini e ragazzi che fanno sempre più fatica a distinguere l effimero dal sostanziale e a vedere il loro bene mediato in quello comune, di adulti avviliti dalla crisi e orientati verso atteggiamenti e scelte di vita che poco hanno a che fare con la capacità di lettura del proprio tempo, maturità di pensare oltre il proprio tempo, fede per non ridursi al proprio tempo (Vittorio Bachelet). Per quanto molte delle iniziative formative dell Azione Cattolica diocesana siano state spesso una riflessione su questioni di interesse sociale, tuttavia è trascorso molto tempo dalle scuole di coscienza socio-politica o comunque da percorsi di formazione strutturati e specificamente orientati in questo senso. Ugualmente la pastorale diocesana negli ultimi anni si è rivolta ad esigenze formative di altro genere e solo di recente gli Uffici preposti hanno manifestato l intenzione di attivare iniziative in tale direzione. Davanti a questo quadro di bisogni più o meno manifesti ma chiaramente urgenti, l Azione Cattolica diocesana deve attuare una sorta di rivoluzione mentale : avere il coraggio di farsi presente in contesti politici ; prendere posizione su temi scottanti o comunque significativi della nostra società; manifestare il ruolo profetico che le è proprio promuovendo nuove visioni e nuove linee di intervento; essere una voce capace di dire cristianamente, non ideologicamente, la sua. Scevra dai rischi di strumentalizzazione, forse prevedibili, se proporrà progetti chiari, sostenuti da contenuti inattaccabili ben fondati sul magistero della Chiesa e portati avanti coerentemente. 5
6 In un contesto abbastanza delicato come l attenzione dei cattolici a temi e contesti di carattere sociopolitico, l Azione Cattolica può divenire punto di riferimento per la pastorale diocesana relativamente alla cura della formazione delle coscienze. Obiettivi L Azione Cattolica dovrà dedicarsi prioritariamente alla formazione delle coscienze. Da questa potrà poi generarsi un impegno di cittadinanza attiva, individuale o di gruppo. I percorsi formativi proposti non potranno prescindere da: 1. questioni di immediata attualità su cui riflettere, confrontarsi ed operare un attento discernimento; 2. il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, nel quale si individuano i principi fondamentali del Magistero sociale ( per riflettere su quelle varie tematiche disponiamo di uno strumento molto adeguato nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, il cui uso e studio raccomando vivamente. Evangelii gaudium, 184); 3. la Costituzione italiana, con particolare riferimento ai primi 12 articoli dai quali si evincono i principi fondamentali che riempiono di senso il significato medesimo della partecipazione democratica, della cittadinanza responsabile (Azione Cattolica Italiana, Così in terra! Prendersi cura della politica da credenti, p. 36, Editrice AVE, 2013); 4. figure esemplari che hanno segnato la storia dell Azione Cattolica e del nostro Paese (nelle occasioni in cui la proposta venga rivolta a contesti essenzialmente associativi, anche con l obiettivo di rafforzare l identità ed il senso di appartenenza dei presenti). Considerando che i destinatari saranno diversi sia per fascia di età che per profili di interesse, la formazione potrà essere sviluppata su due livelli paralleli: costituzione di una commissione permanente (o gruppo di studio) che approfondisca alcune tematiche con l obiettivo di fornire spunti di riflessione per l associazione. La commissione sociopolitica opera nell Area della formazione con il coordinamento della Presidenza diocesana per l individuazione dei contenuti da approfondire e delle modalità delle occasioni formative; proposta di una scuola di formazione socio-politica e/o seminari aperti a tutti, su temi specifici di volta in volta suscitati dall attualità e letti alla luce dei pilastri imprescindibili di cui si è detto prima. Per portare avanti progetti ben strutturati di formazione delle coscienze, quali potrebbero appunto essere la scuola di formazione socio-politica o i seminari, sarebbe auspicabile se l AC diocesana attivasse collaborazioni con l Ufficio diocesano di pastorale sociale o con l Istituto Studi Sociali Paolo VI o con associazioni laiche impegnate sul territorio e particolarmente con il MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) per le numerose iniziative con protagonisti di spessore che già ordinariamente caratterizzano la sua attività. Tuttavia è urgente che l associazione pensi autonomamente ed attivi subito i propri percorsi formativi, senza subordinarne l avvio all attesa dei tempi di altri soggetti con cui collaborare. L attenzione alla formazione socio-politica richiama la necessità che l associazione diffonda le proprie iniziative e renda note le posizioni sulle questioni affrontate, ragion per cui si rende indispensabile un rafforzamento della segreteria diocesana che curi con massima attenzione la comunicazione verso l esterno. 6
7 ALCUNE ATTENZIONI PER IL PROSSIMO TRIENNIO La famiglia L Associazione diocesana, anche in chiusura di triennio, conferma la necessità di riservare un attenzione particolare al tema della famiglia e alle famiglie. L occasione del prossimo Sinodo dei Vescovi, "Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione", che Papa Francesco ha voluto dedicare proprio a questo tema, non fa che confermare la necessità e l urgenza di questa scelta associativa in seno al cammino della Chiesa. L importante crisi sociale e spirituale che stiamo attraversando, ci porta a dover fare i conti con una realtà in continuo mutamento dove, proprio la famiglia, pur sempre, nucleo vitale della società e della comunità ecclesiale, interpella la Chiesa, ponendola di fronte ad una grande sfida pastorale. Come ricorda proprio il documento preparatorio al Sinodo, proporre il Vangelo sulla famiglia in questo contesto risulta quanto mai urgente e necessario. La nostra associazione si impegna, dunque, a portare il Vangelo sulla famiglia e alla famiglia. A livello locale, inoltre, l associazione raccoglie anche dalle parrocchie numerose richieste di prestare particolare attenzione alla famiglia in tutte la fasi del suo percorso: Giovani coppie di sposi che iniziano il loro percorso e chiedono aiuto per riuscire a vivere a pieno la nuova condizione in seno alla Chiesa; è richiesta attenzione al passaggio dal Settore Giovani al Settore Adulti; Famiglie con bambini piccoli che, talvolta, faticano a trovare nelle proposte associative modalità di partecipazione; Famiglie che vivono momenti di profonda crisi per diversi motivi (malattia, lavoro, affetti ) e che necessitano di una sensibilità particolare. Senza voler parcellizzare eccessivamente la proposta associativa, non si può non tener conto di queste richieste. Sempre dalle parrocchie, tuttavia, arrivano anche testimonianze di gruppi che sono riusciti a darsi tempi e modi diversi per riuscire a vivere pienamente la proposta associativa. È bene che queste buone pratiche siano messe in condivisione perché diventino anche spunto per gli altri. La famiglia deve tornare ad essere considerata, anche all interno dell associazione, un valore e una ricchezza. Anche nell ottica della collaborazione con la Gerarchia, propria dell ACI, il Consiglio diocesano ritiene opportuno cooptare una coppia di sposi che venga anche investita del ruolo di collaborazione e dialogo con le altre realtà diocesane impegnate nella pastorale familiare, in particolare, con l Ufficio diocesano per la Pastorale familiare. 7
8 I giovani Il settore giovani attraversa un momento di difficoltà dovuto in primo luogo al numero ridotto dei soci giovani e giovanissimi aderenti all Associazione diocesana; in secondo luogo si riflettono all interno dell Associazione le difficoltà proprie dell età giovanile che negli ultimi anni hanno causato anche nelle realtà parrocchiali un venir meno dei gruppi giovani e giovanissimi impegnati in un cammino di fede scandito da incontri settimanali di formazione e da attività formative. Considerando tale situazione concreta è indispensabile per il settore giovani una cura unitaria da parte di tutta l Associazione, sia a livello diocesano che parrocchiale. Il cammino proposto negli anni dell A.C.R. deve poter generare nei ragazzi il desiderio di proseguire il proprio percorso formativo vivendo l esperienza del gruppo giovanissimi e giovani. Gli adulti devono impegnarsi nel sostenere attivamente i giovani dando loro una concreta testimonianza di vita, di appartenenza all Associazione e alla Chiesa. Le esperienze maturate in più luoghi dagli adulti fanno sentire la necessità di coinvolgerli nel settore affinché possano supportare e affiancare il lavoro e le scelte dei giovani, senza sostituirsi a loro e senza assumere ruoli di responsabilità. Tale sostegno sarebbe auspicabile sia per quanto riguarda l equipe diocesana che per i gruppi giovani parrocchiali. Nel cammino dei giovani sarebbe opportuno individuare delle figure di animatori che possano adoperarsi rendendo l esperienza del gruppo sempre più fruttuosa, facendo emergere la ricchezza propria del cammino associativo, rafforzando attraverso le attività e gli incontri le relazioni tra i giovani. L animatore può essere un giovane al quale è riconosciuta la capacità di guidare il gruppo oppure un adulto, preferibilmente un adulto-giovane, che abbia esperienza associativa ed educativa. Preso atto che molti giovani rivestono il ruolo di educatori è necessario ribadire il primato della formazione personale come giovani di AC. Le attività del settore dovranno avere la precedenza rispetto a quelle dell A.C.R., in modo da permettere ai giovani di proseguire e rafforzare la propria formazione così da poter svolgere nel modo più indicato e con lo spirito giusto il proprio ruolo educativo. Il protagonismo nella pastorale diocesana Operare nella realtà ecclesiale locale, nel contesto in cui si vive e ci si confronta, collaborare con i pastori che il Signore ci ha donato come guide e compagni nel cammino, è da sempre una caratteristica specifica dell Azione Cattolica. Lo sottolineano con chiarezza il nostro Statuto, quando richiama i temi della collaborazione diretta con la Gerarchia (Statuto ACI, art. 5.1), della diocesanità (ibidem, art. 6.1), della corresponsabilità (ibidem, art. 6.2) e della comunione ecclesiale (ibidem, art. 7.1) e l Atto Normativo diocesano (AND Cagliari, art. 3.1). Un impegno spesso confinato nei limiti, talora ristretti, della vita parrocchiale, soprattutto per il progressivo venir meno di luoghi e di momenti dove fosse possibile l incontro ed il confronto con le altre realtà ecclesiali operanti nella diocesi. Ma che ha avuto comunque momenti importanti, come la partecipazione attiva di tanti soci e responsabili associativi all ultimo Sinodo diocesano o come il riuscito tentativo del Settore Adulti diocesano, nel contesto degli incontri dell Osservatorio della Realtà, 8
9 di riallacciare i contatti con le altre aggregazioni ecclesiali e riannodare i fili di un dialogo per troppo tempo interrotto. Al termine di un cammino di riflessione durato poco più di un anno, l'intenzione di mons. Arrigo Miglio di dare nuovamente voce al laicato, valorizzando gli organismi di comunione in sintonia con i documenti del Concilio Vaticano II sui Christifideles laici e sul loro ruolo nella Chiesa, si è concretizzata e la Consulta Diocesana delle Aggregazioni laicali è una realtà. L AC ha partecipato attivamente a questo cammino con l impegno costante dei responsabili diocesani e ora è chiamata a svolgere un ruolo da protagonista. Un protagonismo che non può essere però fine a se stesso, legato all apparire anziché all essere, allo spendersi in una scelta di servizio. E questo non solo in funzione del ruolo che lo Statuto della Consulta attribuisce al Presidente diocesano (Statuto CDAL Cagliari, art. 8), ma soprattutto perché la stessa si pone come il segno e lo strumento della comunione che le Aggregazioni Laicali, presenti ed operanti nella Chiesa di Cagliari, sono chiamate ad esprimere nella loro corresponsabilità e partecipazione alla vita ecclesiale (ibidem, art. 1.1), finalità che l AC non può che riconoscere come proprie e condividere pienamente. Così come condivide gli obiettivi che la Consulta definisce nel suo statuto: - valorizzare la forma associata dell apostolato dei fedeli laici, richiamando costantemente il suo significato nel quadro di una comunità ecclesiale partecipata e corresponsabile; - svolgere compiti di informazione finalizzati a promuovere la reciproca conoscenza e stima all interno del laicato diocesano; - accrescere uno stile di corresponsabilità, comunione e collaborazione per una più attenta e consapevole partecipazione alla vita pastorale della Chiesa da parte delle singole aggregazioni; - essere un valido strumento di servizio alla Chiesa Locale, assumendo il piano pastorale generale e le eventuali indicazioni specifiche del Vescovo, sollecitando e sostenendo la mediazione delle singole aggregazioni ed elaborando proposte in merito alle linee pastorali; - promuovere iniziative comuni con il consenso e la partecipazione delle aggregazioni aderenti, in ordine a istanze e problemi di particolare attualità, nell ambito dell evangelizzazione e dell animazione cristiana dell ordine temporale. (ibidem, art. 3.1) La Consulta dei laici muove con questi obiettivi i suoi primi passi mentre al più presto sarà ricostituito anche il Consiglio Pastorale Diocesano, completando un percorso di riorganizzazione e rivitalizzazione delle strutture pastorali della diocesi. Strutture che non devono essere idolatrate ma devono invece aiutare a comprendere il valore formativo di vivere concretamente l ecclesialità, di riscoprire l umiltà dell essere Chiesa lavorando ciascuno per la parte che gli compete. Con queste strutture, l Ufficio per la Pastorale Familiare, l Ufficio Catechistico, la Caritas, l Ufficio per la Pastorale Sociale e Lavoro, solo per citarne alcune, tutta l AC diocesana, dai responsabili ai semplici soci, dovrà confrontarsi nel segno della corresponsabilità, testimoniando la comunione di intenti con la gerarchia ecclesiastica e con tutti i fratelli nella fede. Un compito al quale l Associazione saprà adempiere se saprà unire le proprie risorse umane, costantemente arricchite dalla formazione associativa, all indispensabile aiuto dello Spirito di Sapienza che saprà guidare i passi di ciascuno verso il comune obiettivo. 9
10 Esperienze di preghiera e spiritualità Azione Cattolica Italiana Nel triennio appena trascorso abbiamo ricevuto un grande dono per l Associazione: la rinascita del Collegio Assistenti, costituito da tutti e quattro i sacerdoti assistenti di riferimento (per il livello unitario, i settori Adulti e Giovani e l A.C.R.) che hanno iniziato a svolgere il loro servizio da quasi un anno. Questa è sicuramente un opportunità di crescita e formazione da valorizzare. Motivo per cui sarebbe auspicabile creare dei momenti di forte spiritualità che coinvolgano tutti i soci, siano essi Adulti, Giovani, Giovanissimi o ragazzi dell A.C.R. Esperienze rigeneranti potrebbero essere gli esercizi spirituali residenziali proposti nei periodi meno impegnativi dell anno associativo (per esempio novembre e giugno) agli Adulti ed ai Giovani ed incontri di preghiera o ritiri spirituali per i ragazzi dell A.C.R. Questi suggerimenti potranno essere valutati dagli Assistenti coadiuvati dalle équipes di riferimento o stimolati dalle eventuali richieste delle associazioni territoriali di base. 10
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