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1 P. CHIAPPONI C. GUIZZI, La Banca Cattolica del Veneto e il suo patrimonio archivistico. Uomini, tradizioni e territorio, Intesa- Sanpaolo, Edizioni di storia e di letteratura, Torino, La storiografia economica e finanziaria dei secoli XIX e XX, per il sistema bancario italiano, ha fatto per lo più riferimento alle grandi banche del paese (per esempio, Comit, Credit, Banco di Roma, Banca Nazionale del Lavoro) e, per questa ragione, suscettibili di un maggiore impatto sulla economia italiana in generale. Una grande banca porta con sé, naturalmente, intrecci con una realtà molto più eterogenea e molti più frequenti contatti con il mondo politico e l ambiente industriale, perché maggiore è l interesse che suscita la sua operatività. La stessa contabilità conservata assieme a tutta una serie di scritture sociali è grande quando estesa sia, per esempio, la rete territoriale della banca. Dobbiamo però fare un appunto a tali considerazioni e cioè, la perfetta ricostruzione della storia di un sistema bancario necessita anche della storia di banche locali che seppure piccole nelle singole dimensioni hanno, però, attraverso organizzazioni e federazioni, creato organismi ben più grandi e capaci di avere un forte impatto sulle realtà locali. Una volontà di controllo sociale e di cura d anime era presente al momento della fondazione della Banca Cattolica Vicentina, nel 1892, in risposta alla Banca Popolare di Vicenza creata, nel 1866, prima del genere a fare ingresso nella regione veneta, vista con timore dalle élites cittadine perché innestava fermenti di laicismo di stampo radical-democratico. A Vicenza era già attiva dal 1867 la filiale della Banca Nazionale del Regno, poi Banca d Italia 1. In particolare, risultò in primo piano la questione del credito cattolico, tra gli anni venti e trenta del Novecento, con le connesse operazioni di salvataggio e di concentrazione per opera della Banca d Italia. La lunga crisi delle banche cattoliche toccò il culmine tra il 1928 e la fine del Sulla politica di insediamento della Banca d Italia sul territorio nazionale si veda F. Bonelli, La Banca d Italia dal 1894 al Momenti della formazione di una banca centrale, Collana storica della Banca d Italia serie documenti vol IV, Editori Laterza, Roma-Bari,

2 L episodio poco noto dal punto di vista finanziario così come indicato da Toniolo- era piuttosto noto per i suoi risvolti politici 2. A partire dal 1928 erano cadute in dissesto numerose piccole e medie banche cattoliche, la cui crisi, in forza della loro capillare diffusione e della rilevante dimensione complessiva dei depositi, costituì la principale minaccia alla stabilità del sistema bancario negli anni intercorrenti tra quota novanta e la grande depressione. L intervento pubblico per il sostegno ed il salvataggio delle banche cattoliche dapprima lesinato anche in considerazione dell esaurirsi del compito dell Istituto di Liquidazioni, successivamente furono aiuti non negati, anche per i negoziati della Santa Sede. Le banche cattoliche erano per la maggior parte società cooperative con stretti legami con le casse rurali del territorio. Esse si erano organizzate nella Federazione Bancaria Italiana che aveva dato vita al Credito Nazionale, organo della cinquantina di banche affiliate e detentore, nel 1923, della maggioranza delle azioni del Banco di Roma. Alla fine del 1928, il ministro delle Finanze Antonio Mosconi, autorizzò la costituzione dell Istituto Centrale di Credito (ICC) che, pur non potendo evitare la chiusura delle banche più gravemente dissestate, operò per favorirne il salvataggio rappresentando il punto di collegamento tra le consociate e la Banca d Italia, su cui sarebbe ricaduto l onere degli interventi da effettuare. Nei primi anni Trenta, il risanamento delle banche cattoliche si innestò nella più generale problematica dei dissesti e dei salvataggi bancari. L intervento pubblico venne vincolato all attuazione di processi di fusione di banche locali in organismi regionali, come per l appunto nel caso della Banca Cattolica del Veneto, nata dall incorporazione, da parte della Cattolica Vicentina, di 6 banche veneto-friulane, tra il 1930 ed il Sulla vicenda delle banche cattoliche negli anni Venti del Novecento si legga: G. Toniolo, Il profilo economico, in La Banca D Italia ed il sistema bancario ( ), (a cura di G. Guarino e G. Toniolo), collana storica della Banca d Italia, serie documenti vol. VII, Editori Laterza, Roma-Bari, 1993, pp Si veda la nota 69 in Crisi e scandali bancari nella storia d Italia, (a cura di P. Pecorari), Istituto Veneto di Scienze, lettere ed Arti, Venezia, 2004, alla p

3 L archivio è stato riordinato e descritto in quattro sezioni ricalcanti la struttura organizzativo-funzionale della banca: Organi sociali; Direttori Generali ed Amministratori Delegati; Funzioni amministrative centrali; Archivi aggregati. Come termine alla consultabilità dell Archivio è stato scelto il In quell anno, infatti, la maggioranza relativa del capitale sociale (37 per cento) della Banca Cattolica del Veneto fu ceduto, dall Istituto per le Opere di Religione, alla Centrale Finanziaria, una società controllata dal Banco Ambrosiano. Quel momento designò una netta rottura rispetto alla gestione precedente della Banca segnata anche dall uscita di scena dell amministratore, Secondo Piovesan, per quarant anni alla guida della banca. Per Giacomo Rumor 4, uno dei soci fondatori della banca, la costituzione andava inquadrata nell aspra contrapposizione sorta, a quel tempo, tra liberali e cattolici intransigenti. Una prima carta di riferimento per il credito cattolico fu fissata da Giuseppe Toniolo, al Congresso Cattolico svoltosi a Fiesole nel In particolare, il docente di economia stabiliva, innanzitutto, che le azioni dovessero essere nominative e per ogni cessione occorreva una preventiva accettazione di un nuovo socio, in modo da garantire che i soci fossero tutti cattolici osservanti. L ambito territoriale era circoscritto. Il credito doveva essere prevalentemente minuto ed erano escluse del tutto le operazioni di borsa. Nella prima serie delle carte conservate nell archivio, Organi sociali, sono presenti libri verbali sociali, registri, copialettere e tutta una documentazione preparatoria allo svolgimento delle riunioni ed assemblee. I primi libri verbali dell Assemblea generale dei soci davano ampio spazio alla relazione tenuta dagli amministratori sull esercizio trascorso. Mentre, nelle pratiche preparatorie per le assemblee, sono interessanti per i soci ed azioni, le note sulla composizione del capitale sociale. Per le cariche 4 Giacomo Rumor ( ), era un noto industriale della città vicentina. Aveva, infatti, fondato una tipografia che destinò, poi, al servizio di una specifica missione con la pubblicazione di diversi fogli cattolici (tra cui Il Berico, un periodico dell intransigentismo cattolico vicentino. In campo sociale, fu pioniere del mutuo soccorso cattolico. Dal 1913, fu anche presidente della Federazione Nazionale di Società Cattoliche operaie ed agricole di mutuo soccorso. 161

4 sociali, i documenti di nomina o dimissioni di amministratori e sindaci per avere una rappresentazione del gruppo dirigente che gestiva e da cui dipendevano le sorti della banca. Le difficoltà di mantenere un equilibrio tra ragioni etiche ed economiche, nella conduzione della banca, emergevano dalle discussioni assembleari degli anni novanta del XIX secolo. Uno dei principali argomenti di discussione riguardava la distribuzione degli utili. Alcuni membri del Consiglio propendevano per una maggiore destinazione a riserva e per aumentare i fondi di beneficenza per le opere cattoliche e chi, invece, come Giacomo Rumor, sosteneva l importanza della remunerazione degli azionisti. Altra problematica ricorrente riguardava la concorrenza di altre banche. Infine, la questione dei limiti da porsi all operatività della banca. Con l adesione alla Federazione Bancaria Nazionale, l intenzione era di ottenere maggiori vantaggi nei rapporti con lo Stato. La stessa Federazione, per migliorare gli assetti gestionali delle singole banche cattoliche aderenti, prevedeva, per Statuto, ispezioni effettuabili sulle banche. Il biennio , fu denso di importanti cambiamenti per la Banca. Soprattutto, nel 1915, con la trasformazione da società cooperativa mutua a società anonima semplice, in modo da adeguare il capitale sociale ed in risposta alla grande crescita della banca. Le cose erano molto cambiate se si consideri che con il primo statuto, nel 1896, le azioni potevano essere esclusivamente nominative per garantire che i soci fossero tutti cattolici praticanti 5. Attraverso il libro dei soci è possibile ricostruire la gerarchia dei partecipanti al capitale sociale della Banca. In particolare, fino alla fine del XIX secolo, gli ecclesiastici erano molto numerosi tra i soci. Quando però, nel 1916, si verificò il passaggio alla forma giuridica di anonima semplice, 5 Anche se le azioni al portatore non potevano superare una certa quota del capitale. In seguito, nel 1920 tornarono le azioni nominative; nel 1928, furono nuovamente ammesse le azioni al portatore; nel 1936, la legge di riforma bancaria tornò a prescrivere le azioni nominative ma la Banca Cattolica del Veneto ottenne l autorizzazione dalla Banca d Italia a mantenere parte del capitale in azioni al portatore. 162

5 la maggioranza del capitale sociale passò al Credito Nazionale ed ad alcune banche cattoliche federate. Nel 1931, a seguito dell incorporazione di sei banche, l istituto si trasformò in Banca Cattolica del Veneto (BCV) e passò sotto il controllo indiretto del governo per effetto dei debiti contratti verso l Istituto Centrale del Credito (ICC) 6. Nel 1946, il controllo della Banca fu trasferito dall ICC al collegio dei vescovi del veneto e la maggioranza del capitale azionario fu rilevata dall Istituto per le opere di religione (IOR). Nel settore dedicato agli organi sociali, troviamo i libri sociali dei verbali di Consiglio di Amministrazione; del Comitato Direttivo; dell Ufficio di Presidenza; e del Collegio Sindacale. Le sedute di Consiglio di Amministrazione sono una delle prime fonti documentarie da consultare per ottenere una visione d insieme sulle principali decisioni di gestione prese. Dall esame delle domande di prestito accolte si ottengono informazioni sulla politica creditizia della Banca e sull andamento dell economia locale in cui essa opera; dall esame del trapasso di azioni si fornisce un analisi sugli elementi appartenenti alla Banca e rappresentativi di diversi interesse. Ecco perché, tra i primi consiglieri, figuravano diversi sacerdoti ed esponenti dell aristocrazia locale mente, successivamente, nel , a seguito dell incorporazione di sei banche venete e friulane, cominciarono ad essere rappresentati in consiglio di amministrazione con gli esponenti delle banche, tutte le province dove progressivamente la banca andò insediandosi. La seconda serie inventariata considera i copialettere, i carteggi e la documentazione facente capo ai due principali dirigenti della Banca: il direttore generale e l amministratore delegato. Quando si è parlato di grandi banche in Italia, nella prima metà del novecento, gli storici hanno soprattutto ricostruito la storia e le principali vicende della banca considerando i contatti e l attività svolta dall amministratore delegato di banca. Si è trattato di un vero e proprio accentramento di poteri in questa figura che, a volte, è stato anche il motivo e l origine delle vicissitudini 6 L Istituto Centrale del Credito era un organo federale delle banche cattoliche, costituitosi, nel 1928, attraverso il sostegno della finanza pubblica e che operò una serie di salvataggi di banche cattoliche. 163

6 attraversate dalla banca stessa. All amministratore delegato spettano le ultime decisioni; egli ha potere di delegare a presidenti o vice-presidenti incontri con le autorità istituzionali; lo statuto di ogni banca può prevedere quale sia il ruolo svolto, per esempio, da i direttori centrali; un apposito comitato di direzione centrale, in cui partecipa anche l amministratore delegato può avere importanti poteri decisionali sulle linee di credito da accordare. Basti pensare alla letteratura abbondante sul ruolo dell amministratore delegato 7 Giuseppe Toeplitz e del successivo passaggio di incarico al suo delfino Raffaele Mattioli, per la Comit, o al caso meno studiato dell amministratore Carlo Orsi per il Credit che realizzò quasi un binomio perfetto con l allora presidente di Banca, nonché uno dei principali suoi azionisti, Carlo Feltrinelli. Emerge, quindi, da questo inventario, la peculiarità dell importanza rivestita da altra figura: quella del direttore generale. La figura del direttore generale fu prevista sin dal primo statuto della Banca Cattolica Vicentina con funzioni esecutive di quanto deliberato in consiglio di amministrazione, nonché capo degli impiegati con potere di esercitare il più scrupoloso controllo dell attività del personale. La figura dell amministratore delegato entrò solo con lo statuto del 1919 e se, dal 1930 al 1946, alla guida della Banca fu presente solo il direttore Secondo Piovesan, dal 1947 fino al 1972, lo stesso Piovesan fu al contempo direttore generale ed amministratore delegato. Egli stesso, in un suo memoriale scritto al momento del congedo dalla Banca, esprimeva la preferenza che alla guida di essa ci fosse il direttore generale piuttosto che l amministratore. La prima figura era per Piovesan più consona a gestire una banca, perché veniva dal suo interno e meno bramosa di accentrare poteri. Il nucleo di carte inventariate nella sezione Direttori Generale e Amministratori Delegati ripercorre tutte le vicende della Banca Cattolica 7 Si leggano le interessanti osservazioni sul ruolo dell amministratore delegato Raffaele Mattioli per la Banca Commerciale Italiana, in F. Pino, Introduzione all inventario Segreteria degli Amministratori delegati Facconi e Mattioli ( ), a cura di A. Gottarelli, G. Montanari e F. Pino, Milano, BCI, 2000, Archivio storico. Collana inventari, serie II, vol. 2; A. Gottarelli, G. Montanari e F. Pino, La Comit tra l intervento pubblico e la seconda guerra mondiale: i nuovi fondi inventariati, Imprese e storia, n. 23, gennaio-giugno 2001, pp

7 Veneta alla luce di carteggi, di note manoscritte, di promemoria dei due personaggi chiave, Nicola Bevilacqua e Secondo Piovesan. Per Secondo Piovesan, anche la successiva donazione della raccolta privata Stocchiero- Piovesan, fornisce molti dettagli preziosi con il carteggio riguardante trattative per il risanamento della Banca Cattolica Vicentina nel 1905 ; un memoriale di Secondo Piovesan, con considerazioni generali sul sistema bancario dell epoca; il carteggio riservatissimo contenente un promemoria di Piovesan, sulla convenzione con i vescovi veneti, nel 1946, per l acquisizione del pacchetto azionario di maggioranza della Banca Cattolica del Veneto (BCV) da parte dell Istituto per le Opere di Religione (IOR). La terza 8 ripartizione archivistica 9 riguarda la documentazione appartenente agli Uffici con funzioni amministrative centrali della Banca. Basti pensare alla Segreteria Generale, dove sono presenti, in particolare, diversi faldoni contenenti carteggi con le principali autorità bancarie e le associazioni di settore per il periodo Nei primi due faldoni della Segreteria Generale l intestazione è: Banca d Italia corrispondenza( ). Si tratta, essenzialmente, del carteggio tra la Banca Cattolica del Veneto e le competenti filiali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia della Banca d Italia sui principali argomenti dell epoca riguardanti la vigilanza bancaria esercitata dall Istituto di emissione. Si trattava delle istanze di aperture di sportelli; del fenomeno di accaparramento di clientela a domicilio; delle richieste di risconto; delle informazioni raccolte sulla gestione della Banca cattolica del Veneto. Il terzo faldone della serie continua a riguardare i rapporti con la Banca d Italia e contiene anche un nucleo di carteggio relativo ad un ispezione 8 La quarta ripartizione archivistica riguarda Gli archivi aggregati e si compone di 92 faldoni riguardanti tutte le società e le banche incorporate o liquidate. In particolare, sono presenti le rispettive scritture sociali e contabili. 9 E da segnalare al cospetto di tanti ammanchi registrati, per esempio, presso l Archivio Storico di Unicredit banca a Milano, sui rapporti della ex banca mista con la Banca d Italia, il faldone n. 4 Banca d Italia ( ) nella serie Corrispondenza e pratiche varie di Secondo Piovesan, che contiene corrispondenza con le filiali di Bankitalia riguardanti una serie di ispezioni condotte presso la Banca cattolica del Veneto. 165

8 effettuata nel 1971, quindi a ridosso della fase di incorporazione successiva. Anche qui è da notare la fortuna di chi voglia ricercare le vicende legate alla vigilanza bancaria su una banca locale e voglia, in parallelo alla documentazione recuperabile presso l Archivio storico della Banca d Italia a Roma, ottenere note, promemoria e carteggi dei dirigenti la banca locale per le osservazioni e le contromosse compiute al cospetto dei controlli esterni. Nota dolente per lo storico economico che si accinge a ricostruire un momento tanto importante per il sistema bancario italiano, dei primi del Novecento e del periodo successivo all applicazione della riforma bancaria del 1936, è quella di scoprire che, presso i principali istituti del paese, tanta parte della corrispondenza con le autorità politiche e la banca centrale sull importante tema della vigilanza bancaria sia andata perduta 10. Oltre all Ufficio di segreteria Generale, altra fonte essenziale per considerazioni quantitative sull operatività della Banca è la documentazione scaturita dall Ufficio Contabilità Generale, con competenza di mantenere tutte le scritture riassuntive per la formazione ed il controllo delle situazioni e dei bilanci, oltre a provvedere agli studi per rendere sempre più efficiente l organizzazione contabile e provvedere alla disciplina del lavoro bancario collaborando nell emanazione delle cosiddette norme di servizio. Inoltre, per gli studiosi di emigrazione italiana e di studio delle rimesse per gli emigrati, è interessante la documentazione proveniente dall Ufficio Cambio e Servizio estero. Basti pensare che, a partire dalla fine del XIX secolo, il Veneto fu tra le regioni italiane che più contribuirono alla formazione del flusso migratorio verso l estero 11. La Banca Cattolica Veneta cessò la sua esistenza, nel 1989, con l incorporazione nel Nuovo Banco Ambrosiano. Anche se le carte considerate nella presente Guida si chiudono con il 1972, l anno di 10 Si ripresenta, quindi, sempre delicatissima la problematica degli scarti e l esigenza di seguire criteri più o meno omogenei per singole categorie economiche-enti oggetto di archiviazione. 11 La gestione delle rimesse degli emigrati era affidata all Ufficio Cambio. In particolare, l attività dell Ufficio consisteva in compravendita di valuta estera e titoli; servizio di deposito di valuta offerto ai clienti esteri, principalmente emigrati veneti. 166

9 congedo dell uomo che attraversò tutte le principali tappe della banca, Nicola Piovesan, ed anche l anno in cui la maggioranza relativa del capitale sociale passò alla Centrale Finanziaria, società controllata dal Banco Ambrosiano. Quando si presenta una Guida ad un archivio storico -nel nostro caso un archivio di banca- ci si può imbattere in molte sorprese e cambiamenti di percorso, rispetto ai propositi iniziali di ricerca. Il motivo è semplice: anche poche pagine di inventario ai Fondi Archiviati possono racchiudere riferimenti in nuce ad un complesso eterogeneo di vicende bancarie ed, in generale, un quadro storico finanziario sociale molto più ampio. Nel presente caso studio, va annoverata anche la fortuna per i curatori dell inventariazione, Paola Chiapponi e Chiara Guizzi, che gli uomini della banca abbiano avuto a cuore la sua storia, utilizzando tutti gli spazi possibili per conservare quanta più documentazione possibile, al di là della coscienza o meno degli scarti da farsi. Il risultato finale dell inventariazione è stato un quadro abbastanza compiuto di tutte le più importanti vicende che contraddistinsero la storia di una banca locale prima e regionale poi, ma non per questo meno essenziale per l analisi e lo studio del sistema bancario italiano dei secoli XIX e XX. T. S. SANSEVERINO 167

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