Bovino da carne: tendenze e dinamiche recenti

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1 Bovino da carne: tendenze e dinamiche recenti In Italia consumi ancora stagnanti Non migliora a chiusura d anno la situazione di stallo dei consumi di carni rosse. Secondo gli ultimi dati Ismea-Nielsen (Consumer Panel), nel 2015 la spesa delle famiglie per l acquisto di carni fresche bovine ha segnato una flessione di oltre 6,5 punti percentuali su base annua, confermando la dinamica negativa dello scorso anno (-5,6%) ed appesantendo un quadro già di per sé poco roseo e in graduale peggioramento negli ultimi anni. Nel confronto diretto col 2013, la spesa per consumi di carni fresche bovine del 2015, risulta in calo del 12% Acquisti domestici carni bovine fresche in quantità (periodo 4 settimane) 2015 : -6,5% vs % vs Fonte: elaborazione Ismea su dati Nielsen Consumer Panel Non sono comunque andati meglio gli altri prodotti carnei: flessioni si registrano infatti sia per le carni rosse che per quelle bianche: gli acquisti in valore di carni suine perdono quasi 9 punti percentuali rispetto al 2014; di oltre il 5% le flessioni riguardanti carni cunicole ed ovicaprine; solo la carne di pollo segna un timido +0,6%, ma si tratta giusto di un assorbimento di quote da quella di tacchino. Ripartizione in quantità degli acquisti di carni fresche Suine 21% Bovine 33% Altre carni Avicole 34% Dinamica degli acquisti di carni fresche 2015 vs 2014 Coniglio Agnello Tacchino Altre carni -13,4 Vitello Suina Pollo Bovino adulto -7,0-8,9-5,6-5,5-5,0-6,2-15,0-10,0-5,0 0,0 0,6 Valore Var. % 15/14 Quantità Var. % 15/14 stabile la produzione seppur varia la sua composizione Fonte: elaborazione Ismea su dati Nielsen (metodo misto) In termini di produzione nazionale, per la carne, tuttavia, si può parlare solo di una lieve contrazione (dell orine dell 1% su base annua), in quanto, il minor numero di vitelloni ingrassati ed avviati al macello, è stato compensato da una crescita evidente del numero di vitelli e vacche usciti dal ciclo produttivo. 1

2 t.e.c.* Dai dati congiunti provenienti da Istat e da Anagrafe Nazionale sulle macellazioni bovine, nel 2015, emerge l avvio al macello di oltre 2,5 milioni di capi bovini (-0,8% circa rispetto al 2014) per un peso complessivo stimato attorno ai 780 mila tonnellate di carne (circa -1,3% vs 2014). In particolare nel 2015 sono stati avviati al macello circa vitelloni in meno rispetto al 2014 (- 2,4%), mentre si è registrato un incremento di ben capi tra vacche e vitelli sotto gli 8 mesi. La buona disponibilità di carne di bovino adulto nei circuiti nazionali, in presenza di consumi stagnanti, si è tradotta in una riduzione delle importazioni. Nei primi 11 mesi del 2015 le importazioni di carni fresche si sono ridotte di quasi 3 punti percentuali su base annua, a fronte di un incremento delle importazioni di carni congelate (+5,6%), con un quadro generale di -1,9% di volumi di carne straniera (congelata+ fresca) in ingresso. L Italia ha ridotto gli approvvigionamenti soprattutto dai paesi del Nord Europa, dove le produzioni di carne bovina erano in contrazione, ed ha acquistato di più dai paesi dell Europa meridionale, dove era in atto il processo di capitalizzazione della mandria lattifera, in particolare dai Paesi Bassi, dove le disponibilità di vitelli e bovini adulti erano in espansione. Il quadro dei paesi fornitori vede infatti Francia, Germania, Austria ed Irlanda perdere importanti quote, solo in parte compensate da Spagna e Paesi Bassi Italia - Importazioni mensili di carne fresca e refr. -2,9% gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic *t.e.c.: tonnellate equivalenti carne Fonte: elaborazioni ISMEA su dati ISTAT Dinamiche dei principali fornitori di carni bovine fresche e congelate (periodo gen-nov, t.e.c.) -7,5% ,6% -13,0% 7,4% ,3% -11,4% 39,0% 0 Polonia Francia Germania Irlanda Paesi Bassi Austria Spagna Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT 2

3 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre I prezzi del vivo invariati rispetto al 2014 A fronte di tali situazioni la dinamica dei prezzi mostra andamenti differenziati. Sul fronte del vivo, i valori delle vacche, dopo la flessione registrata nel 2014 rispetto al 2013 (-10%) nel 2015 confermano invariati i valori medi annui (1,06 euro/kg). Nel corso dell anno una performance migliore che nell anno precedente si riscontra solo nel secondo trimestre, dopo il quale i prezzi hanno ripreso il trend cedente fino ad arrivare, nel mese di dicembre, al minimo storico degli ultimi tre anni (0,99 euro/kg). I prezzi dei vitelloni da macello, dopo un inizio d anno debole, hanno mostrato segni di ripresa nella seconda metà dell anno; il bilancio finale segna però solo un timido +0,2% su base annua. Per i vitelli da macello, il bilancio complessivo è invece negativo di 2 punti percentuali, sebbene per questa categoria, a differenza delle altre due, i prezzi nel 2014 non avevano segnato cedimenti. Sul fronte delle carni le dinamiche non sempre rispecchiano quanto registrato sul vivo. La carne di bovino adulto, trovandosi in una situazione di offerta nazionale in crescita e soffrendo della sempre imponente concorrenza da parte del mercato estero, accusa ridimensionamenti dei valori medi annui molto importanti, di oltre 3 punti percentuali su base annua, appesantendo quella che già era stata la tendenza cedente dei prezzi di mercato nel 2014 rispetto al 2013, e segnando rispetto a quest ultimo anno una flessione di ben 16 punti percentuali. Differente la situazione per la carne di vitello, per la quale i corsi hanno seguito un andamento crescente per tutto il secondo semestre, con prezzi medi annui superiori del 2% rispetto al 2014 e dell 8% rispetto al Stabili i prezzi medi annui per la carne di vitellone, per la quale si evidenzia una performance in miglioramento nella seconda metà dell anno, dopo un primo semestre su livelli inferiori alle due precedenti annate. 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 Prezzi carne bovino adulto ( /Kg peso carcassa) 7,60 7,40 7,20 7,00 6,80 6,60 6,40 6,20 6,00 Prezzi carne di vitello ( /Kg peso carcassa) 2015: -3% vs % vs : +2% vs % vs Fonte: Rete di rilevazione Ismea Per approfondimenti: 3

4 GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE Indice dei costi allevamento bovino 2015 vs 2014: -4% Animali da allevamento Mangimi Costi in flessione per gli allevamenti nazionali, ma scarsa ancora la redditività Fonte: Rete di rilevazione ISMEA I costi di produzione hanno segnato nell ultimo trimestre 2015 una lieve ripresa. Il bilancio dell intero anno segna comunque una contrazione dell indice dei costi di allevamento di oltre 4 punti percentuali rispetto al In particolare, Nel 2015 sono risultati più contenuti i costi sostenuti sia per i mangimi (-9%) che per i ristalli (-2%) egli energetici (-11%). Per quanto riguarda i ristalli, da evidenziare un rallentamento degli acquisti dalla Francia nei mesi di ottobre e novembre per via dei tempi di fermo post vaccinazione, resisi necessari in tutti gli areali francesi a seguito dell insorgere di numerosi casi di blu tongue. Per l analisi dei costi oltre all indice dei prezzi dei mezzi correnti è utile tener conto dei risultati ottenuti nell'ambito dell'osservatorio economico della zootecnia. All interno di tale Osservatorio è stato predisposto un sistema per la rilevazione e il monitoraggio periodico dei costi di produzione del bovino da carne, che ha permesso di individuare i costi effettivi sostenuti per l attività di ingrasso da 30 aziende di un campione ricadente tra Veneto e Piemonte. La determinazione dei costi e il loro confronto con i ricavi ottenuti dalla vendita degli stessi capi al macello, è funzionale alla verifica dell effettiva redditività di un azienda a ciclo aperto. Costi di produzione degli allevamenti del campione nel 2014 ( /100 kg p.v.) /100 kg peso vivo Charolais/Limousine/Incroci FR Blonde d'aquitaine < 550 capi >550 capi Media < 250 capi > 250 capi Media Alimentazione 160,93 162,40 161,67 160,84 161,51 161,17 Medicinali e vet. 9,73 9,93 9,83 9,04 6,97 8,00 Carburanti ed ener. 7,04 6,87 6,96 10,76 7,96 9,36 Lettiere 5,05 5,25 5,15 9,52 9,26 9,39 Altri costi specifici 11,53 13,72 12,63 12,21 8,70 10,46 Costi generali 7,28 6,30 6,79 5,39 4,28 4,84 Costi mezzi e 201,56 204,48 203,02 207,76 198,67 203,22 Lavoro salariato 2,18 15,92 9,05 0,00 1,19 0,59 Lavoro famigl. 22,66 2,76 12,71 32,09 18,95 25,52 Lavoro 24,84 18,68 21,76 32,09 20,13 26,11 Ammort. fabbricati 7,94 7,18 7,56 7,75 8,67 8,21 Ammort. macchine 9,73 5,59 7,66 14,07 7,88 10,98 Interessi 14,23 13,01 13,62 15,21 14,49 14,85 Costo totale 258,30 248,94 253,62 276,88 249,85 263,37 Fonte: ISMEA-CRPA 4

5 In base alle risultanze dell Osservatorio relative all esercizio 2014, il costo di allevamento oscilla tra un minimo di 253,62 /100 kg di peso vivo prodotto che riguarda il campione di aziende localizzate in Veneto-, ed un massimo di 263,37 /100 kg relativo al campione di allevamenti di vitelloni Garonnesi, localizzati in Piemonte. Per giorno di presenza, il costo medio è pari a 3,37 /capo nel caso delle aziende di maggiore dimensione specializzate nel finissaggio di vitelloni Charolais e Limousine (>550 posti stalla) e a 4,00 /capo negli allevamenti più piccoli di capi Garonnesi. Includendo nell'analisi anche i costi per l acquisto del ristallo, il confronto tra i costi e i ricavi, rapportati al capo o al peso vivo venduto, mostra che in entrambi i gruppi di allevamenti il prezzo al macello non ha coperto interamente i costi. In particolare, nei centri di ingrasso di vitelloni Charolais e Limousine, il prezzo di vendita ha coperto mediamente il 93% del costo totale, un margine sufficiente a recuperare le spese sostenute per l'acquisto dei mezzi correnti e dei servizi alla produzione, ma solo parte del costo del lavoro. Il ricavo unitario non ha inoltre consentito la remunerazione del capitale investito. Il documento completo può essere consultato sul sito: Nel 2016 aumenterà leggermente la produzione europea Intanto per il 2016 la produzione di carne bovina nell UE è prevista in crescita rispetto al 2015 di circa 2 punti percentuali. Le isole britanniche, la Francia, la Spagna e la Polonia aumenteranno in maniera significativa le loro produzioni, mentre l Italia e la Germania probabilmente la ridurranno. Una parte dei volumi eccedenti sarà destinata all export, per la richiesta di un numero crescente di Paesi terzi aperti alle carni europee. Le importazioni potranno leggermente aumentare, a seguito di un miglior sfruttamento delle quote europee per le carni sudamericane. Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Redazione a cura di: Paola Parmigiani p.parmigiani@ismea.it 5

6 Il quadro mondiale Produzione: Nel 2015 il forte calo della produzione in Australia e la mancata ripresa negli USA determinerà una contrazione (-1%) della produzione mondiale quindi una diminuzione delle disponibilità da parte di due principali player del mercato mondiale Scambi: Durante la prima metà del 2015, le importazioni mondiali di carne bovina sono aumentate di un punto percentuale a causa dell aumento dell import da Argentina e Stati Uniti, (per quest ultimo grazie alla quota High Quality Beef, HQB. Tuttavia non sarà possibile un ulteriore crescita dell import attraverso questa quota, se non molto ridotto, visto che il volume previsto per la quota annuale giugno/luglio 2015 è stato quasi totalmente utilizzato). Aumento delle importazioni da Cina/Hong Kong, Corea; stabili dal Giappone (principalmente servite da Australia, Nuova Zelanda, Brasile e USA) e ancora a livelli record quelle USA (Australia, Nuova Zelanda) Sarebbe tuttavia ancora il Sud America ad aumentare l export. Favorito dal calo della produzione nei due principali paesi competitor per flussi esportativi (USA ed in Australia) nonché dall embargo russo a cui Brasile/Uruguay/Argentina forniscono già il 70% dell export. Per l export dell UE l embargo della Russia non avrà complessivamente effetti disastrosi, salve le ricadute negative stimabili per Polonia, Germania e Paesi Baltici. Si sono infatti create maggiori opportunità su destinazioni alternative, favorite anche dalla svalutazione dell euro e dalla riapertura del mercato USA (interessante soprattutto per l Irlanda). 6

7 Il quadro europeo Nel 2014, il numero totale di capi bovini in Europa è lo stesso del La struttura della mandria europea ha però subìto in questi anni un significativo cambiamento. Secondo i dati di dicembre 2014, la mandria da carne conta circa 290 mila capi in meno rispetto al 2010, mentre quella da latte ha segnato un incremento di uguale entità. Il passaggio da carne a latte negli allevamenti ha dinamiche diverse nei singoli Paesi ed esistono realtà (tipo Spagna e Francia) che hanno incrementato entrambe le linee di produzione. Nel 2015 le mandrie da carne sono previste in crescita in Francia, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Bulgaria. In Francia tale incremento sarà possibile grazie alle politiche di sostegno decise in ambito nazionale, mentre negli altri paesi sarà sospinto dall aumento della domanda interna e dei bassi costi per l alimentazione. Riguardo le mandrie, le previsioni prevedono invece una probabile riduzione sia in Irlanda che nel Regno Unito. Importazioni ed esportazioni EU Le importazioni europee di carne bovina e bovini vivi per il 2015 sono invece previste stabilizzarsi; in particolare a fronte di una quota di arrivi invariata dal Brasile (primo fornitore con quota del 43%), sono stimate in diminuzione le importazioni da Uruguay ed Australia, (rispettivamente a -7% e -12% nel cumulato del primo semestre); mentre aumenteranno gli arrivi dall Argentina e dagli Stati Uniti (+6% e +14% nel primo semestre). Nel 2014 le esportazioni di carni sono cresciute in maniera evidente (+23%) ed i risultati del primo semestre 2015 sembrano prospettare un ulteriore espansione (+5,8%). I mercati che più stanno ampliando i loro acquisti presso fornitori europei sono Libano (+39,8%) ed Hong Kong (+8,8%). L UE dopo l embargo Russo ha spostato le esportazioni verso altri mercati ed ha rafforzato le negoziazioni soprattutto nei paesi balcanici, Svizzera, Hong Kong e destinazioni africane. Quest anno i mercati cresciuti in maniera più evidente sono stati quelli della Norvegia e delle Filippine. L export UE è supportato dalla debole offerta globale di carne bovina. Secondo l'ultimo rapporto sulle prospettive a breve termine (Short-term Outlook) della Commissione europea, nel 2016 la crescita complessiva della produzione di carne nell'ue dovrebbe rallentare. Dopo essere aumentata di circa il 2,5% nel 2014 e presumibilmente anche nel 2015, si prevede infatti che nel 2016 aumenterà solo dello 0,7%. Il rallentamento dovrebbe influenzare tutte le principali carni, escluse quelle di pecora. La carne di pollame è destinata a crescere più rapidamente degli altri tipi di carne, ma anche in questo caso si prevede un aumento di poco superiore all 1%. Nonostante il rallentamento produttivo, si prevede che, nel 2016, le esportazioni di carne aumenteranno di circa il 3%; anche le carni di manzo, di maiale e di pollame mostreranno simili tassi di incremento. Nel 2015 la crescita delle esportazioni dovrebbe attestarsi al 6%, meglio di quanto prevedibile ad inizio anno, nonostante la perdita del mercato russo. Si prevede che anche le importazioni di carne saranno maggiori (+2%) e la maggior parte dell'aumento riguarderà le carni di pollame. Come osservato negli ultimi anni, la carne di pollame rappresenta il motore del pur piccolo incremento del consumo pro-capite di carne. Infine, secondo le stime del rapporto, la produzione di cereali dell'ue nel 2015 raggiungerà 301,9 milioni di tonnellate, livello questo inferiore dell 8 per cento rispetto al record dello scorso anno, ma comunque positivo, visto che solo tre delle precedenti dieci stagioni sono risultate più produttive. Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale 7

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