PRESENTAZIONE RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO A PAVIMENTO RADIANTE THERMOVAL ORIGINALE MANUALE DI CALCOLO THERMOVAL CIVILE

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1 PRESENTAZIONE RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO A PAVIMENTO RADIANTE THERMOVAL ORIGINALE MANUALE DI CALCOLO THERMOVAL CIVILE MANUALE DI CALCOLO THERMOVAL EDIFICI INDUSTRIALI GUIDA INSTALLAZIONE SISTEMA THERMOVAL A PAVIMENTO PER EDIFICI CIVILI E INDUSTRIALI COMPONENTI DEL SISTEMA VOCI DI CAPITOLATO SPECIFICHE TECNICHE CASSETTE E COLLETTORI

2 PRESENTAZIONE RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO A PAVIMENTO RADIANTE THERMOVAL ORIGINALE

3 Prima 88 S.r.l. con sede a Brugnera (PN) è un azienda che opera nel mercato della distribuzione termoidraulica nazionale dal 1988 distinguendosi per la varietà di proposte nel campo dei sistemi di produzione e scambio dell energia termica ad alto rendimento e a ridotto impatto ambientale. L azienda collabora quotidianamente con professionisti termotecnici ed installatori del settore, fornendo soluzioni tecniche su misura. Il comfort ed il benessere dell individuo vengono messi sempre al centro dello sviluppo dei prodotti proposti. Alle pagine dei manuali allegati vengono presentate le caratteristiche tecniche dell affidabile ed intelligente sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante Thermoval Original System utilizzato ormai da circa vent anni con risultati di assoluto rilievo tecnico. Il sistema prevede l utilizzo dei materiali propri della tecnologia tedesca Thermoval con tubazioni ovali in PP-Random con barriera antidiffusione d ossigeno e componenti per la realizzazione di pavimenti radianti ad alta efficienza per fabbricati residenziali, commerciali e industriali. Nei capitoli successivi vengono descritti tecnicamente il sistema di climatizzazione radiante a parete e soffitto Hot & Cold basati sull utilizzo di pannelli preassemblati in materiale plastico Pe-Rt Dowlex con barriera antidiffusione d ossigeno. Questa soluzione tecnica si rivolge al mercato delle nuove costruzioni o delle ristrutturazioni consentendo un elevata efficienza energetica (ideale per il raffrescamento estivo) e riducendo l inerzia termica dell impianto stesso. Certi che troverete in questa guida tecnica un affidabile strumento di lavoro Vi auguriamo una buona consultazione ed i migliori successi per i Vostri prestigiosi progetti.

4 Vantaggi Componenti del sistema: Il tubo ovale THERMOVAL Originale. Due diversi diametri in un unica tubazione in PP - R di tipo mm per una maggiore flessibilità alla curvatura. 24 mm per garantire una maggiore area di scambio nei confronti della caldana cementizia. Lo spessore di 2,5 mm costante e calibrato garantisce nel tempo stabilità e resistenza alla corrosione ed alle sollecitazioni meccaniche. I componenti del sistema di riscaldamento a pavimento radiante THERMOVAL ORIGINALE: Thermoval tubo ovale 24x17 mm in PP-R tipo 3 copolimero Random con barriera all ossigenazione secondo DIN 4726 e DIN EN ISO parte e DIN ISO/TS Thermoval Barre di modulazione in PP con interasse minimo di 5 cm. Thermoval Foglio PE spessore 0,2 mm con funzione barriera al vapore. Thermoval Clips di fissaggio in PP. Thermoval Fascia perimetrale di dilatazione in PE spessore 8 mm, h cm 15 adesivizzata con cimosa di sormonto. L industria chimica delle materie plastiche per tubazioni di riscaldamento radiante raccomanda che i materiali vengano posati in totale assenza di torsioni e sollecitazioni. Le tubazioni devono essere indipendenti dalla struttura fissa del fabbricato (le barre e le tubazioni THERMOVAL Originale sono libere di dilatarsi nel massetto). Tutti questi aspetti rendono praticamente nulle nel tempo le possibilità di riscontrare nel massetto fastidiose cricche cementizie. Thermoval Additivo fluidificante per massetti cementizi. Thermoval Raccordi saldabili in PP - R con tubazion da 50cm, di Ø 21mm e spessore 2 mm per collegamento al collettore. Thermoval Raccordi saldabili in PP R per giunzioni diritte o a gomito. Thermoval Isolante estruso in polistirene sinterizzato densità 30 kg/m 3 spessori mm. Thermoval Collettore da 2 a 12 attacchi in acciaio inox senza saldature completo di accessori per la regolazione indipendente, con testine elettrotermiche. Il tubo THERMOVAL Originale è saldabile per polifusione utilizzando apposite matrici calibrate. In questo modo si ottengono giunzioni di provata garanzia. In caso di modifiche all impianto, di rotture accidentali, è possibile intervenire senza l utilizzo di giunti metallici con una semplice polifusione. Thermoval Cassetta in lamiera verniciata per contenimento del collettore thermoval inox.

5 Il principio di modulazione THERMOVAL La richiesta di resa termica di un sistema di riscaldamento a pavimento non è sempre uniforme all interno di uno stesso ambiente. In prossimità delle pareti esterne in particolare con infissi o vetrate il fabbisogno di calore è maggiore rispetto alla zona centrale. Al fine di ottenere una uniforme distribuzione di calore e garantire il comfort offerto da un sistema di riscaldamento radiante è necessario provvedere ad una posa delle tubazioni che tengano in considerazione tale aspetto termico. Nel sistema THERMOVAL la tubazione di mandata servirà sempre per prima la zona esterna 3D con una posa a meandro molto fitta per poi defluire con una temperatura progressivamente sempre più bassa ed un interasse più largo verso la zona di soggiorno 2D e verso il collettore di distribuzione. Sistema di modulazione e posa a meandro THERMOVAL ORIGINAL SYSTEM Sistema di modulazione a spirale non conforme alle specifiche THERMOVAL Thermoval sistema di posa delle tubazioni a caldo La posa del tubo ovale THERMOVAL si effettua riscaldandolo con acqua ad una temperatura compresa tra i 50 C e i 55 C. Ne deriva una grande facilità di realizzazione delle spire senza pregiudicare le caratteristiche di resistenza meccanica e termica del materiale. Durante la fase di posa e curvatura a caldo della tubazione non viene generata nessuna torsione e nessuno stress molecolare nel PP-R, come invece accade per tutte le tubazioni plastiche lavorate a freddo. Studi commissionati da THERMOVAL a laboratori indipendenti hanno dimostrato realmente tale aspetto pratico.

6 Curve di invecchiamento e di resistenza della tubazione ovale THERMOVAL Viene evidenziato in questo grafico il comportamento del tubo THERMOVAL Originale 24x17 mm dopo 50 anni di utilizzo alle condizioni nominali (temperatura 40 C pressione continua di 2,5 bar). Sono stati utilizzati metodi di estrapolazione e proiezione tenendo in considerazione i dati di resistenza reali misurati in un periodo di 30 anni. Gli studi hanno dimostrato che la tubazione in esame dopo 50 anni conserva un fattore di sicurezza alle condizioni nominali riportate di grado 6. Le misurazioni sono state eseguite presso l istituto MPA di Dortmund (D) su campioni diritti e curvi di tubazione in PP-R Copolimero Il materiale mantiene nel tempo una grande stabilità. La temperatura massima di utilizzo continuo non deve comunque superare i 55 C. Eventuali picchi di temperature possono raggiungere anche i 95 C ad una pressione di 4 bar. Ad una temperatura costante di 40 C la massima pressione continua consentita è di 6 bar. Quest ultima condizione impone che il minimo raggio di curvatura a caldo per la tubazione ovale sia 7 volte il diametro inferiore quindi 119 mm. Fotografia al microscopio: attraverso questa immagine si nota la straordinaria densità ed omogeneità della struttura molecolare del PP-R copolimero legata alla protezione data dalla barriera all ossigenazione secondo norme DIN 4726 e DIN EN ISO parte e DIN ISO/TS

7 Componenti costruttivi in accordo con le Normative DIN ed UNI EN Isolamento L isolamento deve essere di qualità ad elevata resistenza meccanica e compatibile con i requisiti tecnici della costruzione edilizia su cui viene installato. 2. Barriera anticondensa L isolamento termico deve essere coperto da uno strato continuo di foglio PE dello spessore di 0,22 mm al fine di evitare danni all isolante a causa di infiltrazioni d acqua dalla massa cementizia. 3. Sistema di fissaggio delle tubazioni Le barre di modulazione e le clips ad esse fissate devono rimanere libere di contrarsi e dilatarsi all interno del massetto senza alcun collegamento fisso con la superficie isolante. Tecnica di fissaggio THERMOVAL La tecnica di fissaggio utilizza le barre di modulazione THERMOVAL e le clips che aiutano a mantenere lo spazio corretto tra le due tubazioni 4. Impianti a pavimento di riscaldamento/raffrescamento Il massetto cementizio additivato con componente chimico fluidificante THERMOVAL deve essere fluttuante sopra lo strato isolante e libero di contrarsi nei confronti della struttura muraria.

8 Componenti costruttivi in accordo con le Normative DIN ed UNI EN 1264 Esempio di pavimento radiante/raffrescante THERMOVAL secondo DIN parte 2-5/92. 1) tubo di sicurezza ovale (PP-R tipo 3) 2) THERMOVAL clips di fissaggio (PP-R Copolymer) 3) barre di modulazione (PVC) 4) fascia perimetrale (PE espanso con cimosa di raccordo in PE) 5) caldana additivata con THERMOVAL ZE 30 additivo fluidificante plastificante per caldane cementizie 6) foglio PE sp. 0,2 mm per barriera al vapore 7) THERMOVAL PST SE isolante 38/35 mm, conforme alla DIN 4725 parte 3-5/92 8) sigillatura battiscopa con materiale elastico 9) battiscopa 10) intonaco interno 11) solaio in latero-cemento 20+4cm 12) pavimento di finitura incollato 13) l interasse tra i tubi ovale THERMOVAL varia a seconda della potenza richiesta per il riscaldamento/raffrescamento desiderato. ( mm-ecc).

9 Posa in opera della fascia perimetrale THERMOVAL secondo normativa DIN parte 2 UNI EN 1264 In prossimità di parete adiacente agli spigoli: Intorno ai pilastri: La fascia perimetrale fornita con il materiale THERMOVAL, è composta da fascia in polietilene espanso (sp. 8 mm) con cimosa in PE 0,22 mm L 20 cm.

10 Massetti additivati su superfici isolate secondo DIN La normativa DIN parte 2 contiene le specifiche per le seguenti costruzioni: Costruzioni A1, A2, A3 Costruzioni B Costruzioni C Le normative DIN parte 1 e parte 2 ed UNI EN 1264 illustrano i requisiti tecnici minimi in fatto di isolamento termico e di isolamento acustico delle pavimentazioni civili cementizie. Le caratteristiche minime di resistenza meccanica e di isolamento per caldane autolivellanti e massetti anidritici sono riportate nella parte 7 della normativa DIN Schemi di costruzioni adottati sulla base della normativa DIN La realizzazione di tali schemi è in ottemperanza con la normativa ISO EN 1264

11 Additivo THERMOVAL ZE 30 per massetto riscaldante DIN parte 2, requisiti generali (estratto di normativa) Gli spessori nominali dei massetti sono contenuti all interno della normativa DIN parte 2, tabella 2, per cementi additivati ZE20. Per ottenere una maggiore resistenza a compressione si consiglia di eseguire un massetto additivato THERMOVAL ZE 30 che permette di limitare lo spessore della gettata ai valori indicati in tabella 2. Lo spessore del massetto sopra il tubo comunque non dovrebbe mai essere inferiore a 18 mm. Tabella 2 Spessori e resistenza meccanica di pavimentazioni riscaldanti THERMOVAL ZE 30 in locali con carichi mobili fino a 1,5 KN/m 2 (estratto dalla normativa DIN 18560). Tipo massetto Tipo di costruzione Spessore totale del massetto (mm) 1) Spessore del massetto sopra le tubazioni (mm) Risultato dei test Resistenza a trazione e curvatura in N/mm 2 Valore singolo più basso Valore singolo più alto Anidride AE 20 A1 A2 45+d 50+d 45-2,0 2,5 Cemento ZE 20 A3 B 45+d ) 1) d diametro esterno della tubazione 2) la somma dell altezza del tubo e dello spessore del massetto sopra il tubo deve essere almeno di 45 mm

12 Classificazione dei massetti cementizi Concetti e requisiti generali: (Estratto della normativa DIN parte 1) Tabella 7 Classe di resistenza Tipo di prova Risultato dei test Resistenza a compressione (N/mm 2 ) valore singolo più basso (resistenza normale) Valore tra tutte le prove (N/mm 2 ) Resistenza a trazione e curvatura (N/mm 2 ) valore medio delle prove Resistenza a compressione in N/mm 2 Valore ufficiale ZE ZE ZE ZE ZE (50) 55 7 (8.4) 60 1) 2) ZE 55 M 1) 2) ZE 65 A 1) 2) ZE 65 KS ) Valori appropriati delle resistenze 2) M,A,KS: cementi ad alta resistenza in accordo con le norme DIN 1100 Tabella 4 Risultato dei test su pavimento riscaldante ZE 30 (secondo i laboratori ZEM) Prova relativa all anno n provini Classe cemento secondo le norme DIN 1045 Quantità di additivo in % Quantità di cemento Portland (kg/m 3 ) Slump secondo DIN e DIN 1060 (cm) Rapporto acqua/cemento (incluso additivo) (w/c) Resistenza media a trazione dopo 28 giorni (N/mm 2 ) Resistenza media a compressione dopo 28 giorni (N/mm 2 ) Comparazione senza malta singoli campioni di caldana A/B 8 3% del peso ,5 0,44 9,8 74,0 No singoli campioni di caldana A/B 8 1% del peso ,1 0,44 10,4 73,4 No 1990 Non conosciuto B 8 1% del peso ,0 0,51 8,4 50,0 Si, 298 kg/m 3 cemento, 0,66 w/c, 13,8 cm di slump, 8 N/mm 2 resistenza a trazione

13 Additivo per caldane Thermoval conduce ripetuti test per garantire la qualità e la rispondenza degli additivi alle normative parte 1 Pavimentazioni civili ed industriali. Sono stati eseguiti molteplici controlli e misurazioni sulla resistenza a compressione e trazione dei massetti riscaldanti presso molteplici laboratori indipendenti. Il componente additivo ZE 30 risponde ai più severi standard di resistenza per caldane cementizie civili se utilizzato in impasti aventi le seguenti caratteristiche: - una dose minima di cemento di 300 kg/m 3 - una proporzione opportuna di acqua/cemento - uno spessore di caldana di 65 mm - calcestruzzo con slump* di 13.8 cm - una percentuale di porosità massima del 2 % In accordo con la normativa DIN il valore massimo della percentuale di porosità è del 5 %. Rimane comunque chiaro che una percentuale di pori ridotta al 2% consente una maggiore resa termica specifica e minori tempi di messa a regime dell impianto radiante Note: * Lo slump è un valore che rappresenta la lavorabilità del calcestruzzo fresco. Più alto risulta tale valore maggiore è la fluidità e lavorabilità del cemento. Il valore dello slump viene determinato con il cono di Abrams mediante prove in cantiere.

14 Superfice riscaldante su piano isolato Spessore del massetto THERMOVAL ZE 30 - DIN COSTRUZIONE DI TIPO A2 Massetto sopra il tubo e = 28 mm THERMOVAL tubo ovale d= 24 mm Distanza tra l isolante e la tubazione a= 13 mm Spessore totale D= 65 mm Lo spessore e la classe di resistenza dei massetti riscaldanti devono attenersi alla tabella 2. Per ragioni pratiche lo spessore nominale di massetto sopra la tubazione ovale non deve essere inferiore a tre volte il diametro del grano del inerte utilizzato per l impasto. Uno spessore uniforme rispetto a quanto specificato in tabella 2 è possibile per le classi di resistenza non riportate in tabella, ma deve essere almeno 35+d (mm) per la costruzione tipo A2 e minimo 30mm per la costruzione tipo B e C.

15 Superficie riscaldante a doppio strato indipendente COSTRUZIONE DI TIPO C Massetto riscaldante THERMOVAL ZE 30 Massetto di finitura Spessore minimo d2 = 45 mm Spessore minimo d2 = 30 mm Massetto riscaldante di livellamento Lo spessore minimo del massetto sopra la tubazione indicato nella tabella 2 si riferisce a classi di resistenza che non sono state riportate, ma lo spessore per la costruzione C deve essere minimo di 30 mm. Spessore minimo d1 = 21 mm + Tubo ovale Ø 24 mm 45 mm (THERMOVAL ZE 30) Per i massetti delle costruzioni di tipo C lo strato di livellamento deve avere le caratteristiche meccaniche minime comparabili alla tipologia ZE 20 o di una classe similare (se vengono utilizzati massetti autolivellanti anidridici il tasso di umidità deve essere minore dello 0,5% quando viene applicato il foglio separatore). Il massetto di livellamento nella costruzione C tende ad assorbire la dilatazione meccanica creatasi fra lo strato superiore e l isolante di base e quindi non ha nessuna funzione di distribuzione del carico e di resistenza a compressione. Massetto di livellamento Lo spessore del massetto di livellamento deve avere una dimensione minima di 20 mm oltre al diametro della tubazione ovale. Lo spessore minimo totale deve essere di 45 mm.

16 Requisiti della struttura Isolamento termo-acustico - spessore minimo del solaio 180 mm Vano riscaldato (es. negozio/ristorante) LIMITAZIONI TECNICHE DI ISOLAMENTO TERMO-ACUSTICO ISOLAMENTO TERMICO 1) Attico/mansarda su locale sottostante riscaldato (UNI EN 1264) R λ Dä = 0,75 m 2 K/W 2) Locali con ambiente sottostante riscaldato (UNI EN 1264) R λ Dä = 0,75 m 2 K/W 3) Locale con ambiente sottostante (negozio) riscaldato (UNI EN 1264) R λ Dä = 1,25 m 2 K/W 4) Locale con ambiente sottostante non riscaldato (WSchV) k = 0,35 W/(m 2 k) 5) Locale su garage aerati (WSchV) k = 0,35 W/(m 2 k) 6) Locale interrato (WSchV) k = 0,35 W/(m 2 k) ISOLAMENTO ACUSTICO a) Case uni/bifamiliari 50 db (38 Db) DIN 4109 b) Villette a schiera max 3 appartamenti 63 db (38 db) DIN 4109 c) Centri residenziali/commerciali 53 db (46 db) DIN 4109 d) Solai su sale giochi o sale comuni 46 db (46 db) DIN 4109 e) Ospedali, scuole o edifici equivalenti 53 db (46 db) DIN 4109 f) Solai su sale giochi e sale comuni. 46 db (46 db) DIN 4109 Note: i valori sopra riportati si riferiscono alla norma DIN 4109 e sono in accordo con le norme italiane, vedi legge quadro 447 e DPR 05/12/1997, Allegato A.

17 Strutture dei pavimenti termici - Solai su locali equamente riscaldati 1-2 (vedi pagina precedente): Struttura 1.Massetto Thermoval ZE30 sp. 65mm 2.Isolamento acustico per calpestio 38/35mm PST Isolamento termico Isolamento acustico strutturale. Requisiti in accordo con DIN db Valori di isolamento richiesti R λ Dä = 0,75 m 2 K/W 0,777 m 2 K/W Ottenuto 46 db - Solai su locali sottostanti riscaldati 3: Struttura 1. Massetto Thermoval ZE30 sp. 65mm 2. Isolante 20 mm PUR 3. Isolamento acustico per calpestio 33/30 mm Isolamento termico Isolamento acustico strutturale. Requisiti in accordo con DIN db Valori di isolamento richiesti R λ Dä = 0,75 m 2 K/W 0,800 m 2 K/W 0,666 m 2 K/W 1,466 m 2 K/W Ottenuto 46 db - Solai su locali equamente riscaldati 1-2. Varianti costruttive: Struttura 1. Massetto Thermoval ZE30 sp. 65m 3. isolamento acustico per calpestio 38/35 mm Variante di isolamento termico Isolamento acustico strutturale. Requisiti in accordo con DIN db Valori di isolamento richiesti R λ Dä = 0,75 m 2 K/W 0,75 m 2 K/W 0,75 m 2 K/W Ottenuto 46 db Questi esempi di costruzione si rifanno agli standard costruttivi riferiti ad un solaio grezzo in latero-cemento di 180 mm + 40 mm di spessore.

18 Strutture dei pavimenti termici - Solai su locali non riscaldati o seminterrati 4: Struttura 1. Massetto Thermoval ZE30 sp. 65m 2. Isolante 50 mm PUR 3. Isolamento acustico per calpestio 33/30 mm 4. Solaio Isolamento termico. Valore del coefficiente k Isolamento acustico strutturale. Requisiti in accordo con DIN db DIN db Valori di isolamento richiesti R λ Dä = 0,75 m 2 K/W 2,000 m 2 K/W 0,666 m 2 K/W m 2 K/W K = W/ m 2 K Ottenuto 45 db - Solai su locali adiacenti e sottostanti a vani non riscaldati 4. Costruzione standard: Struttura 1. Massetto Thermoval ZE30 sp. 65m 2. Isolante 60 mm PUR 3. Isolamento acustico per calpestio 22/20 mm 4. Solaio Isolamento termico Valore del coefficiente k Isolamento acustico strutturale. Requisiti in accordo con DIN db DIN db Valori di isolamento richiesti R λ Dä = m 2 K/W 2,400 m 2 K/W 0,444 m 2 K/W 0,266 m 2 K/W m 2 K/W K = m 2 K/W Ottenuto 46 db - Solai su locali seminterrati 6: Struttura 1. Massetto Thermoval ZE30 sp. 65m 2. Isolante 60 mm PUR 3. Isolamento acustico per calpestio 22/20 mm 4. Solaio Isolamento termico Valore del coefficiente k Isolamento acustico strutturale. Requisiti in accordo con DIN db DIN db Valori di isolamento richiesti R λ Dä = m 2 K/W 2,400 m 2 K/W 0,444 m 2 K/W 0,057 m 2 K/W m 2 K/W K = m 2 K/W Ottenuto 46 db

19 Strutture dei pavimenti termici - Solai non isolati da struttura 5: Struttura 1. Massetto Thermoval ZE30 sp. 65m 2. Isolante 50 mm PUR 3. Isolamento acustico per calpestio 33/30 mm 4. Solaio Isolamento termico Valore del coefficiente k Isolamento acustico strutturale. Requisiti in accordo con DIN db DIN db Valori di isolamento richiesti R λ Dä = m 2 K/W 2,000 m 2 K/W 0,777 m 2 K/W 0,136 m 2 K/W m 2 K/W K = m 2 K/W Ottenuto 44 db - Solai non isolati da struttura 5. Varianti costruttive: Struttura 1. Massetto Thermoval ZE30 sp. 65m 2. Isolante 50 mm PUR 3. Isolamento acustico per calpestio 33/30 mm 4. Solaio Isolamento termico Valore del coefficiente k Isolamento acustico strutturale. Requisiti in accordo con DIN db DIN db Valori di isolamento richiesti R λ Dä = m 2 K/W 2,000 m 2 K/W 0,750 m 2 K/W 0,136 m 2 K/W m 2 K/W K = m 2 K/W Ottenuto 45 db

20 Direttive e prescrizioni Pavimento radiante additivato su superfici isolate Gli isolanti per i massetti radianti sono regolamentati dalle normative DIN EN 13163, DIN EN e dalla normativa ISO EN Materiali diversi da quanto esposto possono essere utilizzati solamente dietro autorizzazione della direzione lavori. Caratteristica importantissima per la resistenza ai carichi è la comprimibilità dello strato isolante che deve essere inferiore a 5 mm. Nell eventualità in cui venissero utilizzati isolanti con diverse caratteristiche meccaniche, lo strato con la maggior comprimibilità dovrà essere posizionato come strato inferiore. Installazione degli strati isolanti (DIN 18560) Durante l installazione di un sistema a pannelli radianti è molto importante controllare la planarità dell installazione degli strati isolanti. La fascia di dilatazione perimetrale deve rivestire l intero perimetro del locale comprese colonne, pilastri o condutture elettriche od idrauliche passanti. Lo strato perimetrale di isolante deve permettere una dilatazione di almeno 5 mm. In prossimità degli angoli la fascia deve essere posata molto aderente alle pareti con il minimo raggio di posa oppure interrotta in prossimità dello spigolo. Prima di eseguire la gettata della caldana termica l isolante termo acustico deve essere coperto da un foglio in polietilene dello spessore minimo di 0,2 mm. Se necessario l isolante acustico può essere protetto dall umidità utilizzando appositi materiali quali ad esempio barriere al vapore sottoforma di guaina. Durante il getto della caldana bisogna prestare massima attenzione a non strappare o tagliare gli strati di polietilene o di altri materiali utilizzati come barriera al vapore. Dopo la gettata i tagli di caldana ed i giunti di dilatazione effettuati su pavimenti con doppio spessore isolante devono interessare solamente uno dei due strati per garantire comunque un buon isolamento acustico a tutta la struttura. La fascia perimetrale va tagliata a 45 e sigillata con materiali elastici in modo da non creare interstizi dannosi.

21 Direttive e prescrizioni Tolleranze di livellamento / DIN 1002 (estratti) L applicazione di caldane riscaldate su isolanti termici (pavimenti flottanti), deve rispondere a precise tolleranze di misurazione secondo la tabella 3. I valori riportati nella tabella 3 rappresentano le tolleranze massime per il livellamento di superfici quali: pavimenti o soffitti, pavimenti in cemento non rivestito, pavimenti rivestiti e pareti. Le tolleranze indicate sono applicate indipendentemente dall utilizzo della pavimentazione e non comprendono le tolleranze di dilatazione proprie dei materiali impiegati per la costruzione della superficie. Tabella 3 TOLLERANZE DI LIVELLAMENTO Valori di dislivello in mm DESCRIZIONE Distanza fra due punti di riferimento (m) 0, Superfici non finite, gettate 2 di livellamento, pavimenti industriali Superfici finite o pavimenti 3 rivestiti da piastrelle o rivestimenti incollati 4 Pavimenti finiti o stuccati NOTA IMPORTANTE: durante la progettazione ed il disegno delle superfici devono essere tenute in seria considerazione le tolleranze secondo normativa ed è strettamente necessario indicarle sugli elaborati esecutivi.

22 Installazione degli strati isolanti Direttive e prescrizioni Caldana flottante con isolamento acustico e strato livellante, eseguito con pannelli isolanti termici. Note tecniche per l installazione di tubazioni meccaniche ed elettriche. Importante per evitare danni strutturali alle caldane flottanti è il posizionamento delle tubazioni all interno delle stesse. Le tubazioni devono essere annegate sempre in caldane giacenti su un piano perfettamente livellato. È utile ed in molti casi conveniente anche economicamente eseguire uno strato di livellamento utilizzando isolanti in polistirene sinterizzato resistente al fuoco di 20 mm di spessore. In caso di utilizzo di isolanti acustici questo strato deve essere posato in maniera continua sopra allo strato livellante. Lo strato fonoassorbente ha priorità sull isolamento termico. Un interruzione dello strato di isolamento acustico potrebbe creare fastidiosi ponti acustici. 1. Rivestimento (piastrelle ecc.) 2. Caldana termica THERMOVAL ZE Foglio polistirene THERMOVAL 4. Isolamento acustico THERMOVAL (es. PST 38/35 resistente al fuoco) 5. Isolamento termico utilizzato come strato di livellamento 6. Tubazioni di scarico 7. Tubazioni elettriche 8. Solaio

23 Direttive e prescrizioni Progettazione degli isolamenti strutturali termo/acustici: normative di riferimento La progettazione termica sarà conforme alle norme vigenti, D.Lgs. n 311/06 e norme UNI EN collegate mentre, per gli aspetti acustici, si farà riferimento al DPR 5/12/77 e successivi regolamenti applicativi. Note importanti: i valori di isolamento termico dei vari strati isolanti devono essere sommati tra loro in un unico valore i valori di isolamento acustico invece non vengono sommati nel caso in cui si utilizzi più strati dello stesso materiale. NORME UNI APPLICATIVE DEL D.Lgs. n 311/06 UNI EN 832 Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento. Edifici residenziali. UNI EN ISO Prestazione termica di finestre porte e chiusure. Calcolo della trasmittanza termica, calcolo semplificato. UNI Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Energia termica scambiata tra una tubazione e l ambiente circostante, metodo di calcolo. UNI Riscaldamento degli edifici. Rendimenti dei sistemi di riscaldamento, metodo di calcolo. UNI Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. UNI Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore. UNI Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodi di calcolo. UNI Isolamento termico degli impianti di riscaldamento e raffrescamento degli edifici. UNI Riscaldamento degli edifici. Fabbisogno convenzionale normalizzato, metodo di calcolo e verifica. UNI Generatori di calore. Misurazione in opera del rendimento di combustione. UNI 8364 Impianti di riscaldamento. Controllo e manutenzione.

24 Giunti di dilatazione I giunti a seconda della loro forma e costruzione svolgono le seguenti funzioni: assorbono le deformazioni del massetto. riducono il trasferimento di stress meccanico della pavimentazione da un locale ad un altro attiguo. interrompono il massetto. I giunti di dilatazione devono essere posizionati in accordo con quanto deciso dalla direzione lavori. Il massetto deve essere separato lungo la sezione verticale utilizzando giunti meccanici predefiniti. In pavimentazioni molto ampie (sopra i 40 m 2 ) rivestite con ceramica o pietra naturale è buona norma operare appositi giunti di dilatazione che dividano in varie aree la superficie. Per superfici minori di 40 m 2 bisogna posizionare appositi giunti soltanto nel caso in cui uno dei due lati della superficie presenta una lunghezza maggiore di 8 m. I giunti superficiali su caldane termiche dovranno essere eseguiti utilizzando una cazzuola per tagliare per circa 1/3 la profondità del massetto. Tutte queste operazioni devono essere riportate accuratamente in un piano esecutivo di lavoro che dovrà essere consegnato alla direzione lavori e rimanere agli atti.

25 Giunti di dilatazione In dettaglio: 1. Eseguire giunti di dilatazione appositamente posizionati indipendentemente dal tipo di rivestimento e dal tipo di impasto utilizzato per la caldana termica. Nel caso di caldane anidritiche per le quali i costruttori non impongono giunti di dilatazione è consigliabile sovradimensionare lo spessore della fascia perimetrale. 2. I giunti di dilatazione devono essere posizionati inizialmente su spigoli vivi o pareti concave (pilastri, caminetti, colonne ecc.). Per caldane termiche i giunti di dilatazione dovranno essere obbligatoriamente previsti sui passaggi tra locali separati da porte e in locali di passaggio. 3. In caldane termiche per costruzioni di tipo A i giunti di dilatazione e di dilatazione perimetrale dovrebbero essere attraversati solamente dalle tubazioni di allacciamento ai circuiti. In questo caso il tubo deve essere rivestito per circa 30 cm con isolante tipo Armaflex. 4. I giunti di dilatazione tra due diversi massetti devono essere riempiti con resina elastoplastica. 5. I giunti superficiali possono essere prescritti con massetti di grandi dimensione che sono già stati separati da giunti di dilatazione. Dopo l asciugatura del massetto occorre riempire con resina elastoplastica i giunti superficiali.

26 Deformazioni del massetto Proprietà meccaniche dei massetti cementizi ed anidridici. Dilatazioni Coefficiente di dilatazione termica Massetto cementizio 0,5 mm/m 0,012 mm/mk Massetto anidridico 0,1 mm/m 0,016 1) mm/mk Calcolo delle dilatazioni Dati: 1) Fonte: KNAUF Lunghezza ambiente: 8,00 m Temperatura esterna: 5C Temperatura interna: 35C Diffrenza di temperatura: 30 C 2) Valori prescritti dalla DIN per massetti anidridici e cementizi Massetto Cementizio La contrazione dopo l installazione è circa uguale alla dilatazione durante il riscaldamento della caldana termica. Massetto Anidridico I giunti di dilatazione perimetrali risultano di primaria importanza soprattutto in presenza di massetti anidridici. Infatti il disegno di sinistra dimostra come l entità della contrazione è considerevolmente inferiore alla dilatazione in fase di riscaldamento della caldana termica. NOTA: La posa di massetti termici anidritici deve essere comunque eseguita da personale specializzato che può consigliare anche l utilizzo di appositi impermeabilizzanti superficiali prima della posa del rivestimento (ceramica, legno, ecc.).

27 Esempi di posizionamento di giunti

28 Tipologia di giunti e dimensioni secondo DIN parte2 Tipo di giunto Costruzione civile Costruzione industriale Giunti perimetrali Per isolare gli elementi costruttivi verticali (pareti, colonne, ) d = 8 mm di profondità d > 8 10 mm di profondità Giunti di zona Per dividere aree irregolari e di ampia superficie d = 8 mm di profondità d > 8 10 mm di profondità Giunti di dilatazione strutturale Sono utilizzati in ogni separazione strutturale di un fabbricato Per l intera profondità riempiendo con una striscia di materiale elastico. Per l intera profondità riempiendo con una striscia di materiale elastico. Giunti di getto Giunti non profondi di superficie utilizzati per prevenire shocks meccanici a massetti e piastrelle su superfici molto ampie d = 1/3 della profondità del massetto operando con cazzuola. d = 3/10 della profondità del massetto operando con cazzuola. Larghezza del giunto 4 6 mm.

29 Esempi pratici Particolare giunto di rottura. Il taglio dev essere sigillato utilizzando apposite resine o schiume prima di procedere con il rivestimento. Particolare di giunto di rottura. Realizzazione con profilo metallico a T. Giunto di dilatazione mobile. Utilizzato per rivestimenti in ceramica o pietra. Il giunto dev essere protetto dalla penetrazione della malta con una guaina elastica per parquet o rivestimenti morbidi. Giunto di dilatazione mobile con profilo elastico. Utilizzato per rivestimenti in ceramica o pietra. Il giunto dev essere protetto dalla penetrazione della malta con una guaina elastica per parquet o rivestimenti morbidi e bisogna aggiungere un profilo a T sotto al giunto.

30 Esempi pratici Giunto perimetrale di dilatazione. a) un solo strato isolante. Il giunto è appoggiato alla base del solaio. Giunto perimetrale di dilatazione. b) due strati isolanti. Il giunto è appoggiato alla superficie superiore dello strato isolante. Giunto di dilatazione perimetrale su pareti verticali o colonne. a) un solo strato isolante. Il giunto è appoggiato alla base del solaio. (vedi disegno 6) b) due strati isolanti. Il giunto è appoggiato alla superficie superiore dello strato isolante inferiore. Giunto di dilatazione passante. Viene utilizzato rivestendo le tubazioni passanti il massetto con isolante Armaflex.

31 Esempi pratici Giunto perimetrale di dilatazione per la separazione di diversi campi. Tipica costruzione per supporto di vasche su pavimenti flottanti. Giunto perimetrale per la separazione dei diversi campi. Tipica costruzione per supporto di vasche su solai in cemento grezzo. Giunto di dilatazione per la separazione tra massetti riscaldati e scale. Giunto di dilatazione passante. Viene utilizzato per separare in profondità due diversi campi di massetto attraversati da tubazione isolata con Armaflex.

32 Requisiti tecnici dei rivestimenti per pavimenti termici UNI EN Rivestimenti per pavimenti termici 8.1 rivestimenti elastici in tessuto e parquet Si contemplano solo i materiali che vengono classificati con appropriati standards adatti a resistere a temperatura costante di 50 C. Per quanto riguarda i rivestimenti in tessuto, questi devono trovare riscontro tecnico con la norma DIN parte 4. In parquet fanno riferimento alle normative DIN 280 parte 1, 2, 4, rivestimento in ceramica e pietra naturale Fare riferimento alla normativa DIN parte 2.

33 Dati per preventivazione Elenco documenti: - Pianta del fabbricato in scala formato dwg con prospetti e sezioni; - Materiali utilizzati per la costruzione; - Dettagli sulla struttura e orientamento del fabbricato; - Tipo di attività svolta all interno del fabbricato; - Presenza o meno dello strato isolante del pavimento; - Posizionamento indicativo dei collettori di distribuzione; - Calcolo del fabbisogno energetico; - Produzione di calore (caldaia,geotermia,solare) L esecutivo comprenderà: - L esecutivo della posa delle tubazioni ovali con relativi fissaggi, posizionamento cassette porta collettori e linee di adduzione agli stessi; - Esecutivo dei giunti di dilatazione; - Schema per la costruzione di caldane industriali; - Rese termiche effettive del sistema progettato. Distribuito da: Prima 88 S.r.l. Via XXV Aprile, Maron di Brugnera (PN) - tel fax prima88@prima88.it P.I C.F. e N. Reg. Imp

34 MANUALE DI CALCOLO THERMOVAL CIVILE

35 Introduzione Determinazione dei metodi di posa per edifici civili Il tubo THERMOVAL Originale 24 x 17 x 2,5 PP-R tipo 3 copolimero Random con barriera all ossigenazione viene posato con la tecnica della posa a meandro. Ciò produce una maggiore resa specifica in zone perimetrali esterne in corrispondenza degli infissi. La larghezza massima della zona perimetrale viene calcolata 1/3 del fabbisogno totale dell ambiente. La maggior resa della pavimentazione radiante compensa le maggiori dispersioni verso l esterno. Ciò evita il crearsi di fastidiosi moti convettivi. In accordo con la normativa DIN 4725 ed UNI EN 1264, la massima temperatura superficiale consentita nelle zone perimetrali è di 31 C, mentre nelle zone di soggiorno non deve mai superare i 29 C (35 C nei bagni o servizi). Installando un sistema di riscaldamento a pavimento radiante THERMOVAL vengono osservate le normative di riferimento in termini di isolamento termo/acustico, costruzione del massetto termico e rivestimento a regola d arte del pavimento tutte riconducibili alla normativa UNI EN 1264 parte sezioni A-B-C.

36 Determinazione dei metodi di posa per edifici civili L altezza consigliata della caldana termica (ZE 30) in cui sono annegate le tubazioni originali THERMOVAL è di 65 mm. La tipologia e lo spessore dell isolamento termico dipendono dalle dispersioni di un locale rispetto ad un altro. Secondo la normativa DIN 4725 / UNI EN 1264 la resistenza alla trasmissione termica di un isolante verso il basso deve essere: superiore a 0,75 x m 2 K/W per solai che dividono stanze ad uso similare; superiore a 1,25 m 2 x K/W per solai che dividono locali ad uso promiscuo (per esempio magazzini,garage); superiore a 2,857 m 2 x K/W (k = 0,35 W/m 2 x K) per i solai a contatto con l aria esterna, o su stanze non riscaldate. La normativa DIN 4725 parte 3 e la UNI EN 1264 comunque descrivono in dettaglio la procedura per dimensionare correttamente tale sistema di riscaldamento a pavimento radiante. Il dimensionamento delle superfici radianti, dei tipi di posa e il calcolo della resa specifica si ottengono utilizzando apposite tabelle di progetto riportate nelle pagine seguenti. Per una scelta più precisa comunque l organizzazione THERMOVAL offre alla clientela un servizio qualificato e personalizzato.

37 Fabbisogni energetici in costruzioni civili Diagramma delle rese termiche specifiche in relazione a diverse condizioni di temperatura e tipologie di rivestimento.

38 Tv = Temperatura di mandata del fluido termovettore ( C). Tr = Temperatuta di ritorno del fluido termovettore ( C). Ti = Temperatura superficiale del pavimento ( C).

39

40

41 Fattore di correzione delle rese termiche specifiche per caldane con spessore maggiore di 7 cm Esempio pratico: Costruzione di tipo A2 con spessore della caldana ZE 30 di 10cm. Metodo di posa W170 = 10 cm di interasse. In zona di soggiorno 2D. - Resistenza termica pavimento R λb = 0.05 m 2 x K/W. - Temperatura ambiente = 20 C - Temperatura media circuito 42.5 C - Resa termica Q = W/m 2 con caldana standard di 7 cm. - Caldana sp. 10 cm = fattore di correzione 0.8 Q eff = W/m 2 x 0.8 = W/m 2 La resa termica della caldana riscaldante con spessore 10 cm sarà di W/m 2 Nota: i valori utilizzati sono quelli delle tabelle precedenti.

42 Grado di efficienza della soletta (solaio tipo BAUSTA 20+4)

43 Perdite di carico dei collettori Perdite di carico Tubo ovale THERMOVAL originale (sono state prese in considerazione anche le curve) PORTATA (lt/h) VELOCITÀ (m/s) PERDITA (Pa/m) PORTATA (lt/h) VELOCITÀ (m/s) PERDITA (Pa/m) 65 0, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , Contenuto acqua 0,19 lt/m

44 Deformazioni del massetto Proprietà meccaniche dei massetti cementizi ed anidridici. Dilatazioni Coefficiente di dilatazione termica Massetto cementizio 0,5 mm/m 0,012 mm/mk Massetto anidridico 0,1 mm/m 0,016 1) mm/mk Calcolo delle dilatazioni Dati: 1) Fonte: KNAUF Lunghezza ambiente: 8,00 m Temperatura esterna: 5 C Temperatura interna: 35 C Diffrenza di temperatura: 30 C 2) Valori prescritti dalla DIN per massetti anidridici e cementizi Massetto Cementizio La contrazione dopo l installazione è circa uguale alla dilatazione durante il riscaldamento della caldana termica. Massetto Anidridico I giunti di dilatazione perimetrali risultano di primaria importanza soprattutto in presenza di massetti anidridici. Infatti il disegno di sinistra dimostra come l entità della contrazione è considerevolmente inferiore alla dilatazione in fase di riscaldamento della caldana termica. NOTA: La posa di massetti termici anidritici deve essere comunque eseguita da personale specializzato che può consigliare anche l utilizzo di appositi impermeabilizzanti superficiali prima della posa del rivestimento (ceramica, legno, ecc.).

45 Giunti di dilatazione In dettaglio: 1. Eseguire giunti di dilatazione appositamente posizionati indipendentemente dal tipo di rivestimento e dal tipo di impasto utilizzato per la caldana termica. Nel caso di caldane anidridiche per le quali i costruttori non impongono giunti di dilatazione è consigliabile sovradimensionare lo spessore della fascia perimetrale. 2. I giunti di dilatazione devono essere posizionati inizialmente su spigoli vivi o pareti concave (pilastri, caminetti, colonne ecc.). Per caldane termiche i giunti di dilatazione dovranno essere obbligatoriamente previsti sui passaggi tra locali separati da porte e in locali di passaggio. 3. In caldane termiche per costruzioni di tipo A i giunti di dilatazione e di dilatazione perimetrale dovrebbero essere attraversati solamente dalle tubazioni di allacciamento ai circuiti. In questo caso il tubo deve essere rivestito per circa 30 cm con isolante tipo Armaflex. 4. I giunti di dilatazione tra due diversi massetti devono essere riempiti con resina elastoplastica. 5. I giunti superficiali possono essere prescritti con massetti di grandi dimensione che sono già stati separati da giunti di dilatazione. Dopo l asciugatura del massetto occorre riempire con resina elastoplastica i giunti superficiali.

46 Metodi di posa per edifici civili I metodi di posa del tubo Thermoval per gli edifici civili si distinguono da quelli per la posa su caldana cementizia o caldana autolivellante divisi per le varie zone 2D interne o 3D esterne. Ad ogni tipo di posa denominata con W(numero) corrsiponde un detrminao asse di posa tra le tubazioni. CALDANA CEMENTIZIA Metodo di posa 2D Zona soggiorno con caldana cementizia: distanza massima barre di modulazione 1,5 m W 90 m/mq 3,1 Larghezza della zona di modulazione W90: 70 cm W 120 m/mq 4,3 < 1,5 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto Larghezza della zona di modulazione W120: 50 cm W m/mq 5,3 < 1,5 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto Larghezza della zona di modulazione W140: 40 cm < 1,5 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto 60 50

47 Metodo di posa 3D zona perimetrale con caldana cementizia: distanza massima barre di modulazione 1,5 m W 160 m/mq 6,4 Larghezza della zona di modulazione W160: 60 cm - 90 cm -... Finestra esterna < 1,5 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto W 190 m/mq 9,8 Larghezza della zona di modulazione W190: 40 cm - 80 cm Finestra esterna < 1,5 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto CALDANA AUTOLIVELLANTE Metodo di posa 2D Zona soggiorno con caldana autolivellante: distanza massima barre di modulazione 1 m W 90 m/mq 3,1 Larghezza della zona di modulazione W90: 70 cm < 1 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto 30 45

48 W 120 m/mq 4,3 Larghezza della zona di modulazione W120: 50 cm W m/mq 5,3 < 1 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto Larghezza della zona di modulazione W140: 40 cm < 1 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto Metodo di posa 3D zona perimetrale con caldana autolivellante: distanza massima barre di modulazione 1 m W 160 m/mq 6,4 Larghezza della zona di modulazione W160: 60 cm - 90 cm -... Finestra esterna < 1 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto W 190 m/mq 9,8 Larghezza della zona di modulazione W190: 40 cm - 80 cm < 1 m Proseguimento di messa in opera secondo il progetto

49 GUIDA INSTALLAZIONE SISTEMA THERMOVAL A PAVIMENTO PER EDIFICI CIVILI E INDUSTRIALI

50 Verifiche indispensabili del cantiere Verificare che esista il programma di sicurezza del cantiere e la sua attuazione nel rispetto della Legge 626/94. Assicurarsi che il piano di posa sia totalmente libero e privo di qualsiasi protuberanza che impedisca la posa dell impianto a pavimento termico Thermoval Originale. La necessità di eseguire dei getti di livellamento del piano di posa comporta un tempo di asciugamento degli stessi di almeno una decina di giorni, dopodiché sarà possibile la posa dell isolante termoacustico. 1. Tubo THERMOVAL originale 24x17x2,5 2. Fascia perimetrale con cimosa 3. Foglio PE sp. 0,2 mm 4. Isolante 5. Caldana di sottofondo Fig. 1 Fig. 1: Prima di iniziare l installazione è opportuno verificare lo spessore disponibile per la realizzazione della caldana che per garantire la copertura del tubo Thermoval Originale non deve essere inferiore a 6-7 cm. 1. Valvola di sfiato manuale ½ autosiggillante 2. Valvola di intercettazione circuito 3. Tappo cieco autosigillante 1 4. Raccordo di allacciamento circuiti Eurocono da ¾ M 5. Rubinetto di carico/scarico ½ 6. Misuratore di portata 0,5-4 lt/min 7. Staffa di fissaggio 8. Valvola a sfera 1 9. Cassetta in lamiera zincata 10. Rivestimento piano finito 11. Massetto 12. Foglio PE sp. 0,2 mm 13. Isolante 14. Caldana di livellamento e copertura impianti in alleggerito 15. Distribuzione elettrica 16. Impianto idrico H max 400 H max 600 Fig. 2 Fig. 2: Controllare che la cassetta porta collettore sia stata posizionata all altezza di progetto e nel rispetto delle tolleranze, ed i tubi di collegamento alla C.T. siano allacciati.

51 Preparazione del cantiere Pulire il cantiere in modo da non trovare impurità sotto il pannello isolante. Posizionare il giunto di dilatazione perimetrale (fascia in polietilene) lungo le pareti e in corrispondenza di colonne o altre strutture fisse allocate nei locali, in modo molto aderente agli angoli. Alloggiare il pannello isolante su tutta la superficie dei locali riscaldati sigillando le giunzioni con del nastro adesivo o con altro materiale incollante. Dispiegare il foglio in PE sp. 0,20 mm sovrapponendo le giunzioni per circa 15 cm e sigillando le stesse con del nastro adesivo, sollevare il lembo lungo le pareti per un altezza di circa cm. Ciò assicura la realizzazione di una caldana galleggiante e indipendente dal pannello isolante e dalla struttura edile. Concordare con il posatore delle caldane la tipologia di massetto che verrà utilizzato, predisponendo di conseguenza il sistema di fissaggio più confacente al Tubo Originale Thermoval: A) Caldana in calcestruzzo con ghiaia a granulometria mista e cemento 325 portland o analogo; B) Caldana autolivellante con speciale legante cementizio DIN 4208; Le barre di modulazione nel pavimento con caldana di CALCESTRUZZO (A) vengono posizionate ad intervalli compresi tra 1,5 metri e 2 metri. Le barre di modulazione nel pavimento con caldana AUTOLIVELLANTE (B) vengono posizionate ad intervalli compresi tra 1 metro e 1,2 metri. Le barre di modulazione vengono fissate al pannello isolante mediante del nastro adesivo, delle clips in plastica o con semplici chiodi di plastica. Nella preparazione della caldana in calcestruzzo viene aggiunto l additivo THERMOVAL ZE 30 NEUTRO, che rende più omogenea la gettata, riducendo la quantità di acqua per l impasto e facilitando il posatore nella sua opera. L additivo THERMOVAL ZE 30 viene utilizzato anche negli strati aggiuntivi di caldana. I tubi verticali dei circuiti che collegano il collettore devono essere fissati tra loro. Nei punti in cui le distanze tra loro siano inferiori a 10 cm si consiglia di isolare solo le tubazioni di mandata, fino a quando non si supera la distanza minima tra le tubazioni, evitando in questo modo che la temperatura del pavimento superi i 28 C.

52 Attrezzatura consigliata per la posa del sistema originale thermoval SROTOLATORE PER TUBO OVALE Costituito da quattro barre di metallo ripieghevoli su se stesse, in aggiunta a semicerchi di protezione assemblati mediante perni mobili ad incastro, lo srotolatore è stato ideato per eseguire la posa con una sola persona. N.B. È molto importante srotolare il tubo in senso orario. CALDAIA PER IL RISCALDAMENTO DEL TUBO THERMOVAL Caldaia per il riscaldamento del tubo ovale, funzionante a gas liquido con 9 kw di potenza e con accumulo rapido, composta da una vaschetta d acqua, pompa di circolazione, con sistema di regolazione della temperatura. Completa di tubazioni in gomma e raccordi per il collegamento al tubo ovale. CESOIE PER TUBO THERMOVAL ORIGINALE CHIAVE DI CHIUSURA RACCORDO COLLETTORE POLIFUSORE ORIGINALE THERMOVAL CON MATRICI Per effettuare le giunzioni tra tubo e raccordi, corredata di matrici per tubo ovale Thermoval 17x21x2,5 mm e matrici per tubo d. 21x2,5 mm

53 Giunzioni per polifusione Collegare il polifusore alla linea elettrica e attendere che abbia raggiunto la temperatura impostata di circa C e poi eseguire la saldatura dei pezzi speciali. La temperatura ideale viene raggiunta dopo circa 10 minuti dal collegamento alla rete elettrica ed è regolata da un termostato a corredo del polifusore. Le matrici devono essere pulite: per la loro pulizia utilizzare una carta non abrasiva. Per eseguire la saldatura sono necessarie due persone, una sostiene e gestisce il polifusore, l altra esegue la saldatura. Per una corretta fusione del polipropilene si consiglia di lavorare con una temperatura ambiente superiore ai 5 C. Pulire tutti i raccordi a saldare con del liquido sgrassante e della carta oppure con uno straccio pulito (non è necessaria la pulizia esterna del tubo). Per evitare il raffreddamento della matrice con conseguenti problemi di fusione, non deve esserci acqua nella zona della saldatura o nelle sue vicinanze. Inserire il raccordo nella matrice e poi il tubo nella matrice opposta. Attenzione a tenere ben distribuita la spinta nell inserimento: il riscaldamento ha una durata di circa 4-5 secondi. Fig. 3: Alla fine del riscaldamento del tubo e del raccordo, unire i due pezzi e mantenere ferma l unione in questa posizione per circa 20 secondi. Ogni saldatura deve essere lasciata raffreddare per un tempo minimo di 2 minuti e non deve essere mossa in alcun modo. Fig. 3 Fig. 4 Fig. 4: Fissare il tubo in corrispondenza delle saldature con degli spezzoni di barra e clip, in modo da evitare tensioni e sollecitazioni durante la fase di getto della caldana.

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