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1 Sommario PARTE 1: CORSO E ANALISI DEL TORRENTE SEVESO 3 1 Premessa 6 2 Introduzione al corso Il Programma Provinciale di riqualificazione dei corsi d acqua Natura e fini del corso Destinatari e contenuti del corso Visite tecniche Caso applicativo Il Torrente Seveso: idrografia e idrologia Dati pluviometrici e regime idraulico La qualità delle acque Analisi ecosistemica Foreste L asta fluviale PTCP Rete ecologica Le azioni strategiche Il Contratto di Fiume 14 3 Siti di sopralluogo 16 PARTE 2: IL CASO APPLICATIVO A CUSANO MILANINO 18 4 IL CASO APPLICATIVO: sito 2 - tratto in Comune di Cusano Milanino Inquadramento e stato dei luoghi Soggetti coinvolti portatori di interesse ed eventuali conflitti Programma di recupero e interventi di difesa idraulica PRU del Comune di Cusano Milanino Interventi di recupero proposti sulle opere pubbliche 20 5 Un approccio alternativo: l ingegneria naturalistica Premesse e obiettivi Le tecniche Principi dell'ingegneria naturalistica Criteri di qualità Limiti di impiego delle tecniche di ingegneria naturalistica nei corsi d acqua Cenni sulla manutenzione degli interventi di ingegneria naturalistica 23 6 Le soluzioni proposte Metodo di lavoro Individuazione delle tecniche proposte Criteri di scelta per il caso in esame Miglioramento idraulico-ambientale del corso d acqua Tecniche di sistemazione idraulico-ambientale Caratteristiche degli interventi proposti Costi Simulazioni di tratti significativi Rassegna di esperienze similari Prossime fasi 26 Elenco tavole TAVOLA 1 Localizzazione comuni iscritti al corso e area bacino studiato TAVOLA 2 Estratti del PTCP TAVOLA 3 Localizzazione siti di sopralluogo TAVOLA 4 Documentazione fotografica del Sito 1- Comune di Cormano TAVOLA 5 Documentazione fotografica del Sito 3 -Comune di Paderno Dugnano - Zona Centro TAVOLA 6 Documentazione fotografica del Sito 4 Comune di Paderno Dugnano Pista ciclabile Paderno D. Varedo TAVOLA 7 Sito 2 - Comune di Cusano Milanino IGM 1888 TAVOLA 8 Localizzazione del Sito 2 Comune di Cusano Milanino TAVOLA 9 Localizzazione del Sito 2 Comune di Cusano Milanino TAVOLA 10 Identificazione tratti analizzati e sintesi problemi-interventi TAVOLA 11 Sito 2 Problematiche ed interventi TAVOLE 12 - Sito 2 Problematiche ed interventi TAVOLE 13 - Sito 2 Problematiche ed interventi TAVOLE 14 - Sito 2 Problematiche ed interventi TAVOLE 15 - Sito 2 Problematiche ed interventi TAVOLE 16 - Sito 2 Problematiche ed interventi TAVOLE 17 - Sito 2 Problematiche ed interventi TAVOLE 18 Estratto da mosaico informatizzato degli strumenti urbanistici comunali (MISURC) della Provincia di Milano TAVOLE 19 - Sito 2 Estratto del PRU ex CIA del Comune di Cusano Milanino TAVOLE 20 - Sito 2 Planimetria di progetto della variante urbanistica per il PRU ex CIA del Comune di Cusano Milanino TAVOLA 21 - Progetto e computo della sistemazione a verde della variante urbanistica per il PRU ex CIA del Comune di Cusano Milanino TAVOLA 22 - Progetto di ponti pedonali previsti dalla variante urbanistica per il PRU ex CIA del Comune di Cusano Milanino TAVOLA 23 - Progetto di ponti pedonali previsti dalla variante urbanistica per il PRU ex CIA del Comune di Cusano Milanino TAVOLA 24 - Schede tecniche TAVOLA 25 - Schede tecniche TAVOLA 26 - Schede tecniche TAVOLA 27 - Schede tecniche TAVOLA 28 - Simulazioni fotografiche di alcuni interventi TAVOLA 29 - Casi simili realizzati TAVOLA 30 - Casi simili realizzati

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3 PARTE 1: CORSO E ANALISI DEL TORRENTE SEVESO IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

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5 1 Premessa Il presente lavoro fa parte di un iniziativa di formazione promossa dall Ufficio PTCP della Provincia di Milano, collegata alla redazione delle Linee guida per interventi di ingegneria naturalistica lungo i corsi d acqua del territorio provinciale, curate dalla scrivente società IRIS e pubblicate nel 2003 con apposito Quaderno n. 20 allegato al PTCP. Tali linee guida individuavano la priorità di avviare una fase di informazione e formazione dei tecnici degli enti pubblici locali e, parallelamente, l avvio di progetti pilota rappresentativi di situazioni tipiche che insistono sul territorio provinciale. Per questo è stato concepito un corso di formazione che contenesse anche l analisi di un caso concreto ove vi sia la possibilità di sviluppare una ipotesi di intervento specifica. Nell autunno 2005 è stato condotto il corso di formazione, a cui hanno partecipato funzionari di comuni, provincia e altri enti pubblici, durante il quale sono stati effettuati sopralluoghi a fini didattici sul bacino del Seveso, individuato come significativo, e sono state discusse prime ipotesi di possibili interventi proponibili. Questo lavoro parte dal risultato di tali riflessioni e da successivi approfondimenti ed elaborazioni specifiche. Nel seguito viene innanzitutto esposta una sintesi del corso, poi riportati i dati e le caratteristiche del bacino del Seveso e dei siti indagati e, infine, trattato il caso studio. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

6 2 Introduzione al corso 2.1 Il Programma Provinciale di riqualificazione dei corsi d acqua Per comprendere il contesto in cui si inserisce la presente iniziativa, si riporta l Introduzione del sopra citato Quaderno, curata dall arch. Rossana Ghiringhelli e dalla d.ssa Lisa Sacchi del Settore Pianificazione Territoriale Paesistica e Ambientale della Provincia di Milano. Il territorio provinciale è caratterizzato dalla presenza di corsi d'acqua naturali e artificiali che formano un fitto reticolo; le divagazioni, sedimentazioni ed erosioni lo hanno nel tempo connotato dal punto di vista geologico-morfologico e nel suo assetto produttivo ed insediativo. La rapidità dello sviluppo delle attività antropiche si è tradotta in una vera e propria aggressione delle aree di pertinenza fluviale e più in generale di un consumo e manomissione del suolo e sottosuolo. La risposta della natura a queste manipolazioni si traduce in evidenti squilibri del sistema delle acque superficiali, dovuti principalmente all aumento delle impermeabilizzazioni, al collettamento, restringimento e canalizzazione delle vie d'acqua che hanno favorito il rapido attraversamento del territorio. Ne consegue che il sistema non è in grado di dissipare in modo efficace le pressioni idrauliche associate ad eventi idrologici critici, comportando inevitabilmente un aumento di rischio idraulico, e rallentando l'esplicarsi di naturali processi autodepurativi e rigenerativi. L'obiettivo del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano (di seguito PTCP) è di favorire il naturale evolversi dei fenomeni di dinamica fluviale e degli ecosistemi da questa sostenuti nella consapevolezza che solo in questo modo è possibile attuare la prevenzione del rischio idrogeologico. In sintonia con i contenuti del Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico, la progettazione di ogni intervento deve essere preceduta da una verifica di coerenza con le misure di buon governo del territorio e delle possibili ripercussioni a monte e a valle, adottando accorgimenti tecnici per migliorare la funzionalità ecologica dell'area in cui si interviene. Con il progetto di Rete Ecologica, ricompreso tra gli obiettivi di programmazione, il PTCP punta alla riqualificazione del territorio in termini di riequilibrio naturale ed ecosistemico, di cui il sistema delle acque ne è parte integrante. In quest ottica risulta strategico l'impiego di tecniche di ingegneria naturalistica che, evolvendosi dalle tradizionali opere idraulico-forestali, sono orientate ad ottenere principalmente le seguenti tipologie di risultati: la difesa del suolo la rinaturazione delle sponde ai fini della costruzione di reti ecologiche Pur con minore impatto rispetto alle tecniche tradizionali, anche le tecniche di ingegneria naturalistica rappresentano un irrigidimento delle dinamiche naturali e pertanto devono essere applicate solo se necessario. E possibile che la valutazione sulla necessità di intervenire porti alla così detta "opzione zero" cioè il non intervento : tale principio sta anche alla base delle indicazioni fornite dal Quaderno delle opere tipo di ingegneria naturalistica della Regione Lombardia approvato come direttiva con D.G.R. 29/02/2000 n. 6/ Come ricerca propedeutica all elaborazione del PTCP, le presenti linee guida hanno voluto approfondire i seguenti aspetti ritenuti prioritari, lungi da voler essere una ripetizione di concetti generali già ampliamente trattati in letteratura: interpretazione di problematiche indagate sul territorio provinciale e potenzialità applicative; rapporto con gli strumenti di pianificazione; trattazione di criteri tecnico giuridici; rappresentazione di specifiche tecniche applicabili al contesto territoriale provinciale; individuazione di esperienze straniere significative per il contesto in esame; individuazione di strategie e strumenti operativi. Nascono così le presenti linee guida che si configurano come strumento di supporto alla Provincia di Milano per consentire la promozione di prime applicazioni di ingegneria naturalistica fluviale, ma soprattutto per avviare un percorso finalizzato a creare modalità e procedure ordinarie che facciano riferimento basilare a queste tecniche e a all approccio ecosistemico nei piani di riassetto idraulico ambientale. A tale scopo risulta evidente che occorre dotarsi di approfondimenti specifici sui diversi aspetti di ordine tecnico e amministrativo. È per questo motivo che il presente contributo individua possibili sviluppi per completare gli aspetti pianificatori e gestionali degli interventi sui corsi d acqua. 2.2 Natura e fini del corso Fra gli sviluppi indicati nelle Linee Guida pubblicate con Quaderno n. 20 mensionato nell introduzione, sono stati individuati come prioritari la realizzazione di un corso di fromazione, rivolto ai tecnici degli enti pubblici, e la predisposizione di progetti pilota. Lo stesso Settore Pianificazione Territoriale Paesistica e Ambientale della Provincia di Milano ha quindi avviato tali iniziative promuovendo un corso concepito in modo da affrontare ed elaborare una ipotesi progettuale d intervento applicato a un tratto fluviale significativo. il miglioramento della qualità delle acque. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

7 Il corso si inquadra quindi tra le azioni strategiche previste nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale per promuovere la difesa del suolo e la diffusione di misure per la riqualificazione dei corsi d acqua e l applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica. La società IRIS sas di Bacci Maurizio, specializzata nel settore dell ingegneria ambientale integrata, è stata scelta, a seguito di selezione, per la realizzazione dell iniziativa. Il corso è stato impostato attraverso una proposta formativa di carattere innovativo, applicativo e interdisciplinare, con l obiettivo di dimostrare, attraverso casi concreti, che gli interventi di riqualificazione fluviale sono perseguibili anche in ambiti molto compromessi e fortemente antropizzati. Interventi che comportano, accanto a sensibili miglioramenti della qualità dell ambiente e del paesaggio, anche opportunità economiche di varia natura. Le finalità del corso si possono sintetizzare nei seguenti punti: portare a conoscenza dei tecnici degli enti pubblici i criteri e gli approcci della riqualificazione fluviale, l'esistenza e l'efficacia di modalità di intervento alternative alla artificializzazione dei corpi idrici, alla luce dei recenti nuovi sviluppi scientifici e applicativi; avvicinare le distanze culturali e scientifiche dei tecnici che provengono da servizi diversi e hanno ruoli e formazione differente; valorizzare l esperienza degli enti coinvolti, cercando di facilitarne il trasferimento agli altri uffici ed enti; presentare e proporre un quadro delle possibili azioni e interventi finalizzati alla riqualificazione dei corsi d'acqua, delle principali tecniche di riqualificazione e restauro ambientale e idraulico del suolo, della loro applicabilità nelle situazioni e nei territori interessati, delle motivazioni che le rendono vantaggiose e auspicabili; affrontare il tema delle modalità di manutenzione e gestione dei corsi d acqua e della vegetazione consolidante, presentando le possibili azioni, in relazione alle esperienze su scala nazionale e internazionale; diffondere una nuova filosofia di "uso sostenibile" dei corpi idrici, in relazione ai diversi interessi umani, fra cui anche quelli ambientale e sociale, ovvero dare un contributo alla soluzione dei conflitti sociali; contribuire a orientare o valorizzare i ruoli assunti dai tecnici pubblici e per qualificarne la specializzazione. 2.3 Destinatari e contenuti del corso I destinatari sono soggetti di area tecnica e pianificatoria, facenti parte degli enti pubblici interessati al governo, alla gestione, alla tutela e al riassetto idraulico e/o ambientale dei corpi idrici, operanti nel contesto provinciale e locale Gli iscritti alle due edizioni del corso 2005 e 2006 sono rappresentati da: Funzionari della Provincia di Milano Funzionari dell Agenzia Interregionale del Fiume Po (AIPO) Funzionari della Regione Lombardia e ARPA Tecnici comunali Funzionari di enti gesto ri di aree protette (parchi regionali e parchi di interesse locale) (v. Tavola 1- Localizzazione comuni iscritti al corso e area bacino studiato). I temi affrontati nel corso sono i seguenti: Le Linee Guida allegate al PTCP; Introduzione alla riqualificazione dei corsi d acqua: approccio e metodi, visione integrata, uso plurimo delle risorse e del territorio, partecipazione e concertazione; Tecniche ed esperienze per la sistemazione idraulica dei corsi d acqua nei contesti di pianura mediante l applicazione dell ingegneria naturalistica; manutenzione degli alvei e delle sponde; alcuni esempi realizzati in Svizzera; Il caso dei canali irrigui e di bonifica: tecniche ed esempi applicativi di riqualificazione idraulico-ambientale; I ruoli e le competenze in tema di corsi d acqua: la visione di bacino; L attività di polizia idraulica. La disciplina amministrativa nei regolamenti comunali. I contratti di fiume; La direttiva quadro acque 2000/60/CE: governo delle acque e partecipazione attiva; Dalla qualità delle acque alla funzionalità ecologica; Il caso del Torrente Seveso: inquadramento territoriale, problematiche, interventi realizzati, prospettive e ipotesi d intervento sui possibili scenari di riqualificazione del tratto individuato. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

8 2.4 Visite tecniche Sono stati effettuati sopralluoghi didattici lungo il Severo per analizzare problematiche e interventi in corso, commentandoli criticamente prima sul posto, poi in aula, discutendo in particolare eventuali ipotesi alternative d intervento e di gestione. Prima di affrontare il caso applicativo, nei prossimi due capitoli, che assumono un ruolo propedeutico, viene presentata una sintetica analisi della area vasta (bacino) e degli strumenti amministrativi, nonché una breve rassegna dei siti oggetto di sopralluoghi durante il corso.inquadramento territoriale e pianificatorio del bacino del T. Seveso 2.5 Caso applicativo Alla luce di quelle che sono le difficoltà nell applicazione di tali tecniche in contesti in cui è forte la pressione antropica e l artificializzazione degli ambiti fluviali, nell ambito del corso, si è ritenuto di dimostrare, attraverso un caso concreto, che la riqualificazione fluviale è perseguibile anche in ambiti compromessi, pur entro certi limiti, e che comporta un miglioramento della qualità dell ambiente, del paesaggio, nonché opportunità economiche e sociali. Il carattere applicativo e sperimentale del corso ha trovato il suo completamento nella definizione di una proposta d intervento pilota su un tratto del fiume Seveso, ritenuto rappresentativo della realtà provinciale, sia dal punto di vista delle problematiche che delle potenzialità. Infatti, su questo corso d acqua, si ritrovano le principali situazioni diffuse in gran parte del reticolo idrografico provinciale, quali in particolare: inquinamento delle acque, erosione, antropizzazione a ridosso (rischio alluvionale), degrado ecologico, usi impropri, vegetazione infestante. Il corso e la proposta di intervento, strutturata secondo quanto di seguito illustrato, costituiscono a- zione strategica proposte dalla Provincia di Milano nell ambito del Contratto di fiume Seveso promosso dalla Regione Lombardia. Questo lavoro deve assumere una veste di indirizzo e orientamento e, oltre a rappresentare il risultato di un percorso formativo, potrà configurarsi come punto di partenza per l elaborazione, da parte dei soggetti competenti, delle fasi progettuali definite dalla normativa vigente sui lavori pubblici. Il caso applicativo viene trattato nel presente documento (Parte II) di pre-progettazione secondo la seguente articolazione: analisi del contesto territoriale e locale dove è ipotizzabile la realizzazione dell intervento di riqualificazione; definizione delle problematiche idrauliche, ambientali e infrastrutturali presenti, riferite al contesto locale; identificazione dei soggetti coinvolti portatori di interesse ed eventuali conflitti; proposta d intervento di riqualificazione applicabile al caso specifico; 2.6 Il Torrente Seveso: idrografia e idrologia La superficie del bacino idrografico naturale del Torrente Seveso è pari a Kmq, comprendendo in questo valore anche il bacino del Torrente Certesa di ben Kmq. Il Seveso nasce alle falde del Monte Pallanza nel Comune di San Fermo della Battaglia (CO), sul versante Meridionale del Sasso Cavallasca, e converge con il Naviglio della Martesana. Attraversa un territorio molto differenziato, con notevoli variazioni altimetriche il bacino presenta la sua quota maggiore a 614m s.l.m. e la quota di chiusura a 200m s.l.m. quando raggiunge Milano che a loro volta presentano caratteristiche geologiche, litologiche e geomorfologiche diverse. Il torrente Seveso, nel tratto a nord di Milano, per ciò che concerne gli aspetti idrologici, può essere suddiviso in tre parti. La prima, quella più settentrionale, compresa dalla sorgente alla confluenza con il fosso Lusèrt, è caratterizzata da forti pendenze e dalla presenza di piccoli affluenti; la seconda, quella centrale, dal Lusèrt alla confluenza con il torrente Certesa, ha andamento tortuoso e pendenze modeste; la terza parte, a ridosso della fascia settentrionale di Milano compresa tra la confluenza con il torrente Certesa e lo sbocco nel Naviglio Martesana, ha pendenze minime. Verso Milano il bacino del Seveso perde ogni caratteristica di naturalità; le acque del Seveso attraversano Milano, scorrendo sotto la città, per poi tornare in superficie in direzione Sud/Ovest in corrispondenza con la direttrice insediativa della via Emilia e raccogliendo le acque della Vettabbia e del depuratore di Milano/Nosedo fino a confluire nel Lambro nei pressi di Melegnano. Per quanto riguarda il reticolo idrografico, gli affluenti del fiume Seveso sono: in sponda sinistra: rio Rossola, rio Acquanegro, torrente S.Antonio, torrente Serenza, torrente Certesa (MI); in sponda destra: torrente Comasinella (MI). In termini di quantità di acqua apportata e di contributo per la formazione delle piene, il più importante è certamente il torrente Certesa, che sottende un bacino di area pari a 62 kmq circa con una lunghezza dell'asta pari a 20 km. Esso confluisce nel Seveso a Cesano Maderno, ai piedi degli altopiani morenici. In esso a sua volta confluisce la roggia Vecchia, che ha origine dal lago di Montorfano. stima di larga massima dei costi complessivi. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

9 Nel paleoalveo del Seveso a valle di Milano affluiscono, pressappoco all altezza di Nosedo, le acque provenienti dalla Vettabbia alta che, dopo aver ricevuto le acque dell Emissario di Nosedo, come Vettabbia bassa si gettano infine nel Lambro settentrionale a Melegnano. 3. Cantù (250 m.s.l.m) 4. Milano Parco Nord (142 m.s.l.m). La roggia Vettabbia, che scorre in quello che è l alveo storico del Seveso, è necessariamente da inserire nell unità ecoregionale di pertinenza del Seveso stesso. La testata nord del bacino idrografico corrisponde ad un territorio di notevole pregio ambientale solcato da un ventaglio di affluenti: in prevalenza ambito del costituendo Parco regionale della Brughiera (estensione dell esistente PLIS della Brughiera Briantea), ricco di boschi, laghi e aree umide/naturalistiche, oltre che di rilevanze storico artistiche come ville, edifici religiosi, cascine, mulini); tale ambito si colloca nella fascia dei depositi morenici a sud del lago di Como e della conurbazione prealpino-lacuale, a ridosso e in continuità con il Parco Regionale della Spina Verde e con il sistema di PLIS del Lura. In corrispondenza di Meda i depositi morenici recenti lasciano il posto al settore centrale dei pianalti; la testata a imbuto con le sue diramazioni vallive segnate dagli affluenti si trasforma in un corridoio fluviale ad alta densità insediativa corrispondente alla conurbazione dei Giovi), con i nuclei storici allineati lungo il corso Seveso sugli storici tracciati delle strade Comasina e Comasinella, affiancati dal tracciato ferroviario che segue tutto il corso del Seveso da Milano verso Como e dalla superstrada Milano-Meda. In parallelo si sviluppa a ovest la fascia del Parco delle Groane, mentre a est si estende la vasta area conurbata della brianza milanese. Progressivamente la conurbazione lungo il Seveso passa dal quadro ambientale dei pianalti all ambito della pianura asciutta a nord di Milano. A sud dell interruzione causata dall attraversamento tombinato di Milano, il bacino del Seveso si identifica con la valle della Vettabbia che si estende nella pianura irrigua, caratterizzata dal paesaggio rurale del Parco agricolo Sud-Milano segnato dal sistema delle abbazie, a margine della conurbazione della via Emilia, fino alla confluenza con il Lambro. Stazioni della rete di monitoraggio ARPA (bacino del T. Seveso). 2.7 Dati pluviometrici e regime idraulico ARPA Lombardia, per il monitoraggio degli eventi pluviometrici e dei corsi d acqua, utilizza stazioni automatiche lungo il corso del Severo ed in particolare: monitoraggio dei livelli idrometrici: In riferimento ai dati puntuali registrati dalle stazioni della rete ARPA, fatta eccezione per l anno 2003 che risulta caratterizzato da scarsi apporti nel periodo primaverile, l andamento delle precipitazioni, come si può vedere anche dal grafico seguente, per il bacino del Seveso è medio annuo bimodale, con un massimo nella stagione primaverile e un massimo nella stagione autunnale e un valor minimo in inverno. Il valore medio annuo delle precipitazioni è superiore ai 1000 mm. 1. Seveso a Cantù (250 m.s.l.m) 2. Seveso a Palazzolo (176 m.s.l.m) monitoraggio delle precipitazioni: 1. Minoprio (322 m.s.l.m) 2. Vertemate con Minoprio (310 m.s.l.m) IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

10 Macrodescrittori (LIM), che stima le pressioni antropiche, e l Indice Biotico Esteso (IBE) che definisce la qualità di un corso d acqua attraverso l analisi della comunità di macroinvertebrati. Lo stato di qualità ambientale dei corsi d acqua (SACA) si ricava integrando il SECA con i dati relativi alla presenza di inquinanti chimici pericolosi come metalli pesanti, solventi organici e prodotti fitosanitari. Il SACA può risultare: elevato, buono, sufficiente, scadente, pessimo. Le acque del torrente Seveso risultano di qualità scadente o pessima lungo tutto il suo sviluppo. Valori di SECA così elevati sono espressione soprattutto di inquinamento chimico poiché la componente biologica (macroinvertebrati), ad eccezione della stazione di chiusura (Bresso) risulta essere sempre in Classe III. Lo Stato Ambientale (SACA) del Seveso si colloca tra scadente e pessimo per la presenza di sostanze pericolose come numerosi metalli. Andamenti delle piogge annue per il biennio e il primo semestre L analisi dei dati idropluviometrici evidenzia un ruolo determinante nell antropizzazione del regime idrologico svolto, per il Seveso, dagli scarichi che versano nel corpo idrico un carico tale da aumentare le portate naturali in alveo e incrementare il rischio di insufficienza idraulica del sistema. Infatti, considerando la conformazione del Seveso per cui la capacità di deflusso decresce gradatamente da monte a valle, si nota come il regime fluviale presenta un carattere quasi torrentizio con precipitazioni abbondanti concentrate, con onde di piena che provocano esondazioni frequenti in prossimità delle grandi città, mentre per il resto dell anno idrologico i deflussi sono modesti se non scarsi. Effetto questo indotto da un intensa antropizzazione sul bacino, che ha ridotto ulteriormente gli alvei dimensionati naturalmente per smaltire solo i deflussi provenienti dalle parti alte dei bacini mentre l urbanizzazione, facendo in modo che il sistema di smaltimento delle acque fognarie avvenisse nel corpo idrico con apporti di singole reti, ha determinato apporti spesso di gran lunga superiori a quelli dei maggiori affluenti naturali. 2.8 La qualità delle acque Il D.Lgs.152/99 e s.m.i. prevede che lo stato di qualità dei corsi d acqua superficiali sia espresso come Stato Ecologico (SECA) e Stato Ambientale (SACA). Lo stato ecologico dei corpi idrici superficiali esprime la complessità degli ecosistemi acquatici: a natura fisica e chimica delle acque e dei sedimenti e, soprattutto, lo stato degli elementi biologici dell ecosistema. Lo Stato Ecologico, espresso in cinque classi con valori che vanno da 1 (situazione migliore) a 5 (situazione peggiore), si determina dal peggior risultato tra il Livello di Inquinamento espresso dai 2.9 Analisi ecosistemica Il paesaggio del bacino del Seveso conserva caratteri di pregio in tutto l ambito del Parco della Brughiera e del Parco Sud mentre nella fascia centrale di pianura asciutta risente del degrado e della perdita di identità tipiche delle conurbazioni e delle direttrici commerciali. La continuità dell ambiente fluviale è rotta da una serie di attraversamenti infrastrutturali, mentre le criticità rappresentate dalle cave e da alcune grandi aree industriali dismesse (con necessità di bonifica dei suoli) possono offrire notevoli spunti per un progetto di riqualificazione. Il corridoio fluviale del torrente è suddiviso in quattro aree dal profilo omogeneo: La prima (denominata area sorgente) è riconducibile ai comuni della provincia di Como che si collocano nella fascia della cosiddetta valle fluviale, con suoli prevalentemente sottili, limitati dalla falda, scheletro frequente o abbondante, tessitura da sabbiosa a franco-sabbiosa, drenaggio da rapido a buono, permeabilità elevata o moderatamente elevata; la fascia è risultata caratterizzata da ampie aree boscate e diffuse colture prative. La seconda (denominata area nord) è rappresentata dall ampia fascia di terreni dell alta pianura asciutta collocata a sud della zona precedente nord di Milano. Qui prevalgono terreni moderatamente profondi, limitati dal substrato ciottoloso ghiaioso, tessitura superficiale franco- sabbiosa, drenaggio moderatamente rapido, permeabilità moderatamente elevata. A causa della concomitanza di molti fattori (natura dei terreni, presenza storica di vie di comunicazione verso grossi comuni del Nord e verso le aree transalpine, crescente diffusione nel XX secolo degli insediamenti industriali che favorirono l abbandono delle campagne soprattutto laddove erano in atto contratti che non favorivano miglioramenti interni all azienda e dove non vi era disponibilità di acqua irrigua), è presente un carattere diffuso di estrema frammentazione dell attività agricola che emerge dalle fotografie degli anni 50. Lungo questa fascia ricorre spesso l immagine si affacciano sul cor- IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

11 so d acqua, spesso in assenza di una vera e propria fascia ecotonale, insediamenti urbani o aree industriali ai quali può associarsi, in alcuni, un insieme, di debole struttura, di appezzamenti di piccola superficie spesso coltivati a cereale per la produzione di granella, riferibili ad aziende agrarie anch esse di piccola dimensione e fortemente frammentate. Nella terza area (nord Milano), in concomitanza con la fascia di cintura metropolitana a contatto con il comune di Milano, comprendente aree dell alta pianura irrigua (a sud del Canale Villoresi), i caratteri riconosciuti per la seconda area si accentuano ulteriormente, con un aumento di urbanizzato e di aree industriali o di servizio lungo le sponde del fiume. La quarta area (sud Milano) è una fascia di territorio con caratteri completamente diversi rispetto a quanto osservato per quelle precedenti. Corrisponde al sud Milano ove l azienda agraria ha potuto mantenere dimensioni e struttura sostanzialmente diverse rispetto e dove gli insediamenti civili e industriali risultano esercitare una diversa pressione Foreste Le aree boscate sono concentrate perlopiù nella parte settentrionale del bacino a Nord di Lentate, e coprono una superficie complessiva di 751,84 ha. A sud di questo centro abitato i boschi sono rappresentati da popolamenti piuttosto frastagliati che coprono solamente 43,8 ha (pari al 5,8%), distribuiti su 25 km di alveo (51% della lunghezza). Elemento importante da sottolineare è la quasi totale assenza di boschi Climax: le formazioni igrofile rappresentano, infatti, solo l 1,2% delle aree forestali, che vedono la netta dominanza dei Robinieti misti (92,5%). Colamento di terra per scalzamento al piede del versante ad opera del T. Seveso L asta fluviale Morfologia fluviale La morfologia fluviale prevalente nel bacino del Seveso è quella rettilinea, che interessa 25 km dell asta fluviale. Di questi 5 km scorrono su un fondo fisso in calcestruzzo, 4,84 su ghiaia, 0,55 su sabbia, 9,3 su materiali fini e 5,63 su ciottoli. Nella porzione settentrionale i tratti rettilinei scorrono tra sponde naturali e possono essere considerati una fase evolutiva tutto sommato stabile dell alveo. Infatti questo tipo di morfologia fluviale caratterizza tratti, di norma non molto lunghi, a pendenza superiore all 1%, con sedimento piuttosto grossolano. Tali tratti si caratterizzano per una scarsa propensione all avulsione, ma registrano frequenti episodi di erosione spondale (vedi foto), come peraltro confermano i rilievi eseguiti. Nella parte meridionale del bacino i tratti rettilinei presentano invece sponde di origine artificiale. Esse rappresentano certamente un incisiva antropizzazione dell alveo che tenderebbe ad avere un andamento pseudomeandriforme o meandriforme. Questo concentra la portata e l energia della corrente in un ambito più ristretto, con conseguenze piuttosto gravi nel caso di esondazioni. Piuttosto significativi sono anche i tratti a morfologia pseudomeandriorme, che coprono 14,91km di alveo. Essi si concentrano nella porzione settentrionale alternandosi a tratti rettilinei. Nella parte meridionale la maggior antropizzazione limita la presenza di questo tipo di morfologia fluviale. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

12 Sponde La parte settentrionale del bacino presenta sponde in buona parte naturali, mentre quella meridionale presenta una buona percentuale di sponde artificiali. Tra le sponde artificiali si ha una prevalenza delle opere in calcestruzzo (8,4 km sponda destra e 7,8 in sponda sinistra); le scogliere rappresentano 2,8 km in sponda sinistra e 2,7 in sponda destra; 4,5 km circa sono invece compresi tra edifici civili. Bisogna sottolineare inoltre la presenza, nella parte meridionale di circa 5,5 km (5 sponda destra e 6 sponda sinistra) di sponde sopraelevate rispetto al piano circostante. Queste possono rappresentare delle aree critiche nel caso di esondazione dell alveo. Pur essendo uno strumento di pianificazione e gestione di area vasta (che necessita poi di ulteriori analisi e approfondimenti nella scala di dettaglio), il PTCP offre un quadro completo delle dinamiche evolutive del territorio dettando per ciascun ambito individuato indirizzi e disposizioni. Nel caso specifico l individuazione degli interessi sovracomunali si articola e si sviluppa all interno dei tre sistemi territoriali caratterizzati da omogeneità di contenuti qualificanti: paesisticoambientale e di difesa del suolo, insediativi, infrastrutturale e della mobilità, che rimarcano le tre grandi macrofunzioni proprie degli strumenti di pianificazione territoriale (v. Tavola 2- Estratti del PTCP). Ambiti di rilevanza paesistica Come si evince dalla Tavola 2 -Estratti del PTCP- il tratto in esame ricade nell Ambito di rilevanza paesistica, in particolare nelle Fasce di rilevanza paesistico-fluviale regolamentate dall art. 31 di seguito citato. Tale condizione determina quindi una evidente contestualizzazione dell approccio tipologico dell intervento proposto, che trova infatti conferma negli indirizzi che riportiamo di seguito. Il PTCP alla Tavola 3- Sistema Paesistico Ambientale individua come ambiti di rilevanza paesistica le aree connotate dalla presenza di elementi di interesse storico, geomorfologico, naturalistico e le aree in cui si manifestano dinamiche idrauliche, intese come sistemi territoriali costituiti dal corso d'acqua naturale e dal relativo contesto paesistico, caratterizzato da elementi morfologici, naturalistici, storico - architettonici e culturali. Sono altresì comprese le aree che necessitano di una riqualificazione dal punto di vista paesistico (Art. 31 comma 1 delle Norme di Attuazione del PTCP). Gli indirizzi del PTCP per la valorizzazione di tali ambiti mirano alla tutela e al potenziamento degli elementi e delle unità ecosistemiche che li caratterizzano In particolare per quanto riguarda le fasce di rilevanza paesistico fluviale gli indirizzi del PTCP mirano (Art. 31 comma 2 delle Norme di Attuazione del PTCP): a) alla valorizzazione e salvaguardia nel tempo della qualità del patrimonio idrico superficiale 2.10 PTCP Canalizzazione in calcestruzzo a Lentate sul Seveso. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato in ottobre 2003, è stato redatto secondo le disposizioni dell art.20 del D.lgs. 267/2000, dell art. 57 del D. lgs. 112/1998 e dell art. 3 della L.R. 1/2000. Il PTCP è lo strumento di esplicazione e di raccordo delle politiche territoriali di competenza provinciale nonché di indirizzo e di coordinamento della pianificazione urbanistica comunale. e del suo contesto naturalistico; b) allo sviluppo degli ecosistemi in funzione del potenziamento del corridoio ecologico naturale principale. Negli ambiti di rilevanza paesistica si applicano le seguenti disposizioni (Art. 31 comma 3 delle Norme di Attuazione del PTCP): a) vanno salvaguardati gli elementi orografici e geomorfologici del terreno ; d) dovrà essere evitata la realizzazione di manufatti nei punti di confluenza fra corsi d'acqua;. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

13 Rete ecologica Nella Tavola 2 è riportato anche un estratto della carta della rete ecologica del PTCP, da cui si e- videnzia che il tratto di fiume in esame non è specificatamente interessato da elementi riguardanti il progetto di rete ecologica. Malgrado tale esclusione, si ritiene importante considerare le potenziali connessioni alla rete ecologica attuale nel contesto del bacino del Severo e le potenzialità di sviluppo future, anche grazie all evolversi di interventi di riqualificazione di corridoi quale quello in oggetto Le azioni strategiche La Provincia di Milano, al fine dello sviluppo sostenibile del proprio territorio, persegue una serie di progetti per il potenziamento e lo sviluppo degli ecosistemi, come la realizzazione dei miglioramenti ambientali previsti nei progetti pilota, tra cui il corridoio ecologico tra il Parco delle Groane e il Parco della Valle del Lambro, l orientamento alla progettazione di opere infrastrutturali ed edificatorie, in genere, di riqualificazione ambientale, l incremento di almeno il 25% rispetto alla situazione esistente delle aree boscate e delle fasce arboree ed arbustive; promuove programmi di azione paesisitica per la valorizzazione delle unità paesistico-territoriali attraverso la realizzazione di percorsi ciclopedonali ai fini dello sviluppo turistico e fruitivo, gli incentivi alla realizzazione di interventi di recupero paesistico idraulico dei fiumi, dei corsi d acqua minori e dei fontanili, l incremento dell equipaggiamento vegetazionale con azioni di rimboschimento e la creazione di aree di connessione ecologica tra i diversi ambiti di naturalità; mira a programmi per la difesa del suolo promuovendo misure di conoscenza e programmando interventi per la riqualificazione dei corsi d acqua, in particolare i corsi di aggiornamento sulle tecniche di ingegneria naturalistica, i progetti pilota per la realizzazione di interventi di riqualificazione ambientale, il recupero ambientale delle aree degradate o adibiti ad usi impropri. E evidente quindi come l iniziativa del corso e il progetto pilota rientrino a pieno titolo nell attuazione di programmi per la difesa del suolo (vedi art. 71) Il Contratto di Fiume Il Contratto di Fiume è un particolare strumento di programmazione negoziata di cui alla LR 2/2003, chiamato accordo quadro per lo sviluppo territoriale (AQST) e introdotto per condividere interventi finalizzati all attuazione di politiche regionali. Nel caso in cui tali politiche sono orientate alla tutela e valorizzazione delle risorse idriche e salvaguardia dal rischio idraulico l AQST prende il nome di Contratto di fiume (LR 23/04 art. 45) Nel febbraio 2004 la Regione Lombardia ha avviato con soggetti pubblici e privati un attività di concertazione e integrazione di politiche per la tutela e valorizzazione delle risorse idriche e la salvaguardia dal rischio idraulico per il T. Seveso, in quanto il relativo bacino idrografico presenta gravi problematiche di sicurezza idraulica e una pesante compromissione della qualità delle acque e dell ambiente circostante., E stato quindi promosso il Contratto di Fiume Seveso, Che è diretto alla realizzazione di un programma di attività ed interventi che interessano l ambito connesso al corso d acqua. Gli obiettivi di seguito specificati, per rilevanza e complessità, necessitano un approccio integrato su area vasta e sono: a) la riduzione dell inquinamento delle acque. I soggetti sottoscrittori si impegnano a mettere in atto tutte quelle azioni previste dalle normative comunitarie, statali e regionali atte a ridurre l inquinamento delle acque e perseguire gli obiettivi di qualità secondo i modi ed entro i tempi definiti da tali normative. In questo contesto assume particolare rilievo il Piano di Tutela delle Acque per il bacino del Fiume Olona, alla cui definizione ed implementazione i soggetti sottoscrittori convengono si debba pervenire in modo coordinato e partecipato, al fine di poterne condividere ampiamente i contenuti, riconoscendo in questo il primo ed essenziale momento per una sua applicazione incisiva ed efficace. b) la riduzione del rischio idraulico. I soggetti sottoscrittori si impegnano a concorrere e a favorire la messa a punto di un adeguato programma di interventi per la difesa idraulica del territorio e a mettere in atto tutte le azioni previste dall AdBPO atte a ridurre il rischio idraulico nei bacini. c) la riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici, dei sistemi insediativi afferenti ai corridoi fluviali. I soggetti sottoscrittori si impegnano a sviluppare o ri-orientare le politiche ambientali per concorrere a connettere gli spazi aperti residuali in una rete verde, al fine di realizzare un corridoio ecologico N-S quale elemento strutturante di una rete ecologica di bacino; promuovere, per questa rete, funzioni ecologiche, fruitive, di mitigazione del rischio idraulico e del rischio di inquinamento; promuovere la rinaturalizzazione delle fasce prossime ai sistemi infrastrutturali lineari. I soggetti sottoscrittori si impegnano a mettere in atto le azioni urbanistiche, generali e di settore, atte a riqualificare in termini di sostenibilità, fruibilità e sicurezza il rapporto tra fiume e territorio. d) condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell acqua. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

14 I soggetti sottoscrittori ritengono fondamentale lo sviluppo di un adeguato sistema per la condivisione tra loro delle informazioni e l attivazione di adeguate forme di pubblicizzazione delle stesse, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione con particolare attenzione alle tecnologie informatiche. I soggetti sottoscrittori si impegnano a realizzare un sistema informativo aperto e interattivo, che consenta la pubblicazione e l accesso alle conoscenze in essere e a quelle che verranno acquisite, a tutti gli attori dell AQST- Contratto di Fiume e, più in generale, a tutti i cittadini. I soggetti sottoscrittori provvederanno a dare piena informazione, a tutti i cittadini, degli obiettivi e delle attività condivise e previste dall AQST-Contratto di Fiume. I soggetti sottoscrittori si impegnano inoltre a sviluppare azioni e programmi finalizzati a promuovere e diffondere la cultura dell acqua, sollecitando e permettendo una piena partecipazione dei cittadini alle iniziative volte alla valorizzazione, alla tutela e all utilizzo razionale delle risorse idriche. Il Contratto di Fiume è: Previsto dal Documento Strategico per la politica delle acque in Lombardia del 10/12/2002; Indicato quale strumento partecipato dalla L. R. 26/2003; Prima attuazione della L. R. 2/2003 sulla Programmazione negoziata regionale; Sperimentazione regionale della Direttiva 2000/60/CE; Attuazione del progetto INTERREG sull argomento. Il Contratto è promosso dalla Regione Lombardia e stipulato con: Amministrazioni Comunali, Amministrazioni Provinciali di Milano e Como, Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di Milano (Città e Provincia) e di Como, ARPA Lombardia, Autorità di Bacino del fiume Po, Agenzia Interregionale per il Po (AIPO), Ufficio Scolastico Regionale Per la Lombardia, Parco regionale Spina Verde di Como, Parco regionale Nord Milano, Parco regionale delle Groane, Parco regionale Agricolo Sud Milano, PLIS Grugnotorto-Villoresi, PLIS della Brughiera Briantea. Ogni soggetto sottoscrittore si impegna ad attuare specifiche azioni, di propria competenza, finalizzate al perseguimento degli obiettivi sopra esposti. Il quadro delle azioni è teso a realizzare uno scenario strategico di medio-lungo periodo e viene periodicamente aggiornato. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

15 3 Siti di sopralluogo Il corso ha previsto, oltre al sopralluogo presso l area interessata dall ipotesi di intervento, una visita-critica a tre siti lungo il corso del torrente Seveso (v. Tavola 3 Localizzazione siti di sopralluogo). Lo scopo era quello di visionare la molteplicità di problematiche riscontrabili nel corso d acqua e nelle sue fasce riparie e di verificare gli interventi realizzati e previsti, in modo da inquadrare situazioni rappresentative per gran parte del reticolo idrografico della provincia. Il primo sito, localizzato nel Comune di Cormano, rientra nell ambito del Parco Nord di Milano (v.tavola 4- Documentazione fotografica del Sito 1- Comune di Cormano). Gli aspetti più interessanti analizzati riguardano il rapporto con il tessuto urbano, gli usi sociali (parco) e gli interventi di arredo relativi, lo stato dell alveo e la sua manutenzione. Il secondo sito riguarda il tratto poi scelto come caso applicativo trattato nel presente rapporto. Il terzo e il quarto sito ricadono nel territorio del Comune di Paderno Dugnano, all interno del confine del Parco del Seveso, e sono localizzati rispettivamente nella zona centrale della città (v. Tavola 5- Documentazione fotografica del Sito 3- Comune di Paderno Dugnano) e lungo la pista ciclabile Paderno Dugnano Varedo (v. Tavola 6- Documentazione fotografica del Sito 4- Comune di Paderno Dugnano). Nel primo caso abbiamo riscontrato notevoli problematiche sulla qualità delle acque e lo stato di degrado dell alveo e di alcune aree riparie, mentre è comunque presente una discreta copertura vegetazionale lungo le sponde. Nel secondo caso l aspetto più rilevante analizzato è relativo al progetto in corso di pista ciclo-pedonale e relativi interventi di sistemazione paesaggistica. Nelle tavole citate sono riportate sinteticamente le considerazioni emerse da tale analisi, che ovviamente è limitata agli aspetti principali d interesse per il corso e, a un livello di approfondimento modesto, essendo finalizzata al solo scopo didattico. Nelle legende alle immagini, vengono riportati i commenti in forma di slogan così come sono stati mostrati al corso, in modo da comprendere anche le modalità didattiche basate anche sullo stimolo delle curiosità e sulla vivacità espositiva. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

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17 PARTE 2: IL CASO APPLICATIVO A CUSANO MILANINO IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

18 4 IL CASO APPLICATIVO: sito 2 - tratto in Comune di Cusano Milanino Il sito prescelto per il caso applicativo degli interventi di riqualificazione fluviale ricade nel Comune di Cusano Milanino, a nord di Milano. Si è ritenuto opportuno scegliere questo sito per il progetto pilota perché è attualmente interessato da operazioni di riqualificazione urbanistico-territoriale, quindi c è l opportunità di intervenire lungo il corso d acqua recuperando il corridoio naturale anche per fini sociali nell ottica della riqualificazione ambientale e paesaggistica. Il caso studio di Cusano Milanino parte da un inquadramento territoriale del sito oggetto dell intervento, con una rapida rassegna dell evoluzione storica (v. Tavola 7- Sito 2- Comune di Cusano Dilanino- IGM 1888 e Tavola 8 e 9- Localizzazione del Sito 2 - Comune di Cusano Milanino), in grado di fornire importanti indicazioni sulle trasformazioni relative al luogo in esame. Solo un secolo fa il territorio si presentava scarsamente urbanizzato con case sparse o raccolte in piccoli nuclei storici, senza grandi infrastrutture né problemi di inquinamento dell aria e dell acqua. L utilizzo del suolo era principalmente per fini agricoli, compresi i corsi d acqua parzialmente artificializzati per l irrigazione dei campi o la produzione di energia, ma senza peraltro presentare problemi. Nella stato attuale la zona risulta satura di densità urbana, l edificazione si è portata fino a ridosso dell alveo fluviale con la costruzione di estese aree industriali e residenziali e grandi infrastrutture. Il sistema idrografico in esame, con caratteristiche simili in tutta la provincia di Milano, è particolarmente ricco, ma soffre di forti pressioni antropiche e di intense pratiche di interventi artificiali sugli ambiti fluviali. In questo caso particolare, il corso del torrente Seveso è fagocitato dal costruito e quindi difficilmente trova modo di sfogare le sue dinamiche idrauliche e geomorfologiche, pur rimanendo il più importante corridoio ecologico presente in questo lembo di territorio così scarso di elementi territoriali quali le matrici naturali, i gangli e i corridoi che costituiscono la grande rete ecologica. Successivamente viene approfondita la conoscenza del sito attraverso alcuni elaborati grafici (v. Tavole 10-Identificazione sottotratti analizzati e sintesi problemi-interventi e Tavole 11,12,13,14,15,16 e 17 Problematiche ed interventi) riferiti a diverse porzioni del tratto considerato, nelle quali vengono messe in risalto da un lato le problematiche in atto e dall altro gli interventi proposti per ciascuna di queste. In linea generale, il tratto in esame presenta diverse strutture ed costruzioni in alveo, scalzamenti localizzati al piede di sponda, specie infestanti e rifiuti inerti in alveo, sezioni idrauliche ristrette e forte inquinamento delle acque. 4.1 Inquadramento e stato dei luoghi 4.2 Soggetti coinvolti portatori di interesse ed eventuali conflitti Gli enti pubblici coinvolti a livello politico-amminstrativo sono: comune di Cusano Milanino provincia di Milano regione Lombardia. Gli altri soggetti interessati sono ovviamente i cittadini e le associazioni ambientaliste. Non si evidenziano interessi contrastanti, ma possono esserci diversità di opinione riguardo l approccio e le tecniche di intervento, essendo esse innovative ed essendo l iniziativa in un certo qual modo una nuova esperienza di politica ambientale. Partendo dagli obiettivi propri dei Contratti di Fiume e attraverso la procedura concertativa prevista nella loro attuazione, si tenderà quindi a sviluppare un processo propositivo-attuativo in accordo con le parti in causa. 4.3 Programma di recupero e interventi di difesa idraulica PRU del Comune di Cusano Milanino La società Riviera s.r.l., proprietaria dell area industriale dimessa x CIA-MDS, con le Cooperative edilizie locali, promissarie acquirenti, hanno presentato al Comune di Cusano Milanino la Proposta di Programma di Recupero Urbano per l accesso ai contributi regionali nell ambito del Programma di Edilizia Residenziale Pubblica. Tale proposta, dopo alcune modifiche ed integrazioni, è stata adottata dal Comune, unitamente alle progettazioni preliminari delle opere pubbliche comprese nel programma, con delibera n 86 del La proposta di Programma riguarda aree di proprietà comunale e privata destinate dallo strumento urbanistico vigente a strade, attrezzature pubbliche, Zone Residenziali B1, sulla quale insiste un edificio residenziale di proprietà, Zone di tutela monumentale, (Palazzo Omodei Carones sog- IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

19 getto a vincolo monumentale), e Zone Produttive D1(v. Tavola 18 Estratto del PRG del Comune di Cusano Milanino). Il Programma di Recupero Urbano, prevedendo un uso residenziale con presenza di attività commerciali ed artigianali di queste aree, comporta una variante al PRG vigente, che consiste essenzialmente nell introduzione della Zona Speciale di Riorganizzazione urbana soggetta a P.R.U. ex legge 493/93(v. Tavola 19 Estratto del PRU ex CIA del Comune di Cusano Milanino). Nell ambito del comparto la variante individua tre zone: - la zona delle aree per attrezzature pubbliche e di uso pubblico che debbono essere obbligatoriamente recepite dal P.R.U.; - la zona di tutela monumentale entro la quale ricade il Palazzo Omodei Carones; - la zona destinata agli interventi di riorganizzazione vera e propria dove saranno localizzati i nuovi edifici e le ulteriori aree ad attrezzature pubbliche e di uso pubblico fino al raggiungimento della dotazione di standard prevista Interventi di recupero proposti sulle opere pubbliche Tra le opere pubbliche comprese nel Programma di Recupero Urbano (v. Tavola 20 - Planimetria di progetto della variante urbanistica per il PRU ex CIA del Comune di Cusano Milanino) si evidenziano quelle per la sistemazione dell alveo e delle sponde del T. Seveso (v. Tavola 21 -Progetto e computo delle sistemazioni a verde della variante urbanistica per il PRU ex CIA del Comune di Cusano Milanino), e quelle per la sistemazione paesaggistico-ambientale, ricadenti nel lotto 09 (v. tavola 19), comprendendo i ponti pedonali per l attraversamento del torrente (v. Tavola 22,23 - Progetto dei ponti pedonali previsti dalla variante urbanistica per il PRU ex CIA del Comune di Cusano Milanino Tale tavola riporta un estratto al solo fine di illustrarne la tipologia; per la lettura dei dettagli si faccia riferimento al progetto originario) Gli interventi idraulici Come si evince dalla Tavola 21 l intervento previsto riguarda il rivestimento della sponda sinistra e del fondo alveo, con materiali artificiali e tecniche grigie strutturali. Dalla sezione trasversale di progetto si può notare che l operazione di sistemazione spondale prevista non tiene conto dell esigenza di addolcire l inclinazione arretrando l argine e di rinaturalizzare creando fascehabitat importanti per l ecosistema fluviale Gli interventi paesaggistico - ambientali La Tavola 21 mostra anche quelli che sono gli interventi a verde previsti nel progetto di recupero, consistenti nella messa a dimora di specie vegetali lungo il ciglio di sponda, quali il Populus nigra Italica, Acer pseudoplatanus Erectum e Viburnum opulus, a creare una barriera verde di sponda del torrente e le aree riparie fra il corso d acqua e l abitato, costituite soprattutto da un filare di platani che delimita il percorso ciclabile con pavimentazione in calcestre o lavocel. Dalle tavole 22 e 23 si individuano i ponticelli pedonali previsti dal progetto che sono: - Ponte 1 Il Cubo : si prevede un minimo allargamento della sezione e un innalzamento delle scogliere spondali fino al livello della piena ordinaria, che per ragioni cautelative é stata presa come riferimento la piena con T= 5 anni di 47 mc/sec (tale valore per le sezione in oggetto, la n.8, corrisponde alla quota di 149,98 m s.l.m.). Il ponte è costituito da una pavimentazione con doghe di legno, una struttura portante in acciaio e un parapetto in lamiera stirato. - Ponte 2 I due fari : si prevede un mantenimento della sezione e un minimo di innalzamento delle scogliere spondali fino al livello della piena ordinaria, che per ragioni cautelative é stata presa come riferimento la piena con T= 5 anni di 47 mc/sec (tale valore per le sezione in oggetto, la n. 11, corrisponde alla quota di 149,55 m s.l.m.). Il ponte è costituito da una pavimentazione con doghe di legno e un parapetto strutturale rivestito in acciaio. - Ponte 3 Ex Piazza sul Seveso : si prevede la passerella ad una quota superiore di almeno 0,5 m all attuale quota della sponda sinistra essendo il franco <1 metro e la realizzazione di una riprofilatura del fondo alveo, tra la sez.15 e la sez.20 per portare la pendenza al valore 0,0055 m/m, con contemporanea realizzazione di un selciatone in pietrame per diminuire la scabrezza de fondo alveo. Il ponte è costituito da una pavimentazione e gradini in pietra, struttura portante in C.A. e un parapetto in acciaio zincato. - Ponte 4 Ampliamento Ponte Matteotti : il passaggio pedonale adiacente al ponte di via Matteotti deve presentare la quota d imposta almeno pari alle sommità arginali, realizzazione di una riprofilatura del fondo alveo, tra la sez.15 e la sez.20 per portare la pendenza al valore 0,0055 m/m, con contemporanea realizzazione di un selciatone in pietrame per diminuire la scabrezza de fondo alveo. Il ponte è costituito da una pavimentazione in autobloccanti, struttura portante in C.A. e un parapetto in acciaio zincato. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

20 5 Un approccio alternativo: l ingegneria naturalistica Questo capitolo ha lo scopo di fornire, anche ai non addetti ai lavori, un quadro sintetico sui significati e i principi applicativi dell ingegneria naturalistica, nonché di individuare connessioni fra tali principi e la loro applicabilità al caso in esame. Per maggiori approfondimenti si rimanda alla consultazione del Quaderno n. 20 della Provincia citato in premessa. 5.1 Premesse e obiettivi Dai colloqui e incontri avvenuti con l Amministrazione comunale (in particolare con l Assessore all Ecologia e il responsabile dell Ufficio Urbanistica e Ambiente), è emersa la sensibilità e l interesse della stessa affinché si analizzassero e prendessero in considerazione modalità d intervento sul corso d acqua tali da ridurne l impatto paesaggistico-ambientale. Si è ritenuto quindi che vi siano le condizioni affinché un ipotesi alternativa d intervento abbia la prospettiva di essere concretamente presa in considerazione. 5.2 Le tecniche Principi dell'ingegneria naturalistica L ingegneria naturalistica è una disciplina tecnico-scientifica che studia le modalità di utilizzo, come materiali da costruzione, di piante viventi, di parti di piante o addirittura di intere biocenosi vegetali, spesso in unione con materiali non viventi, come pietrame, terra, legname, acciaio. Nasce, quindi quale evoluzione delle tradizionali opere idraulico-forestali, come insieme di tecniche finalizzate a mitigare l effetto degli interventi di difesa idraulica e idrogeologica o per migliorare l inserimento ambientale (paesaggistico ed ecologico) di infrastrutture, aumentando l efficacia dell azione attraverso le caratteristiche biologiche delle piante utilizzate. L ingegneria naturalistica è una scienza ibrida, la cui riuscita necessita di ampie conoscenze: quelle botaniche, geobotaniche, fitosociologiche e di ecologia vegetale sono le principali per quanto riguarda la componente vivente. Quelle fisiche, meccaniche e della dinamica dei suoli, dei materiali ausiliari, geologia, pedologia e soprattutto idraulica quando si lavora in ambiente acquatico (corsi d acqua), sono indispensabili alla buona riuscita della loro applicazione. Uno dei principi fondamentali nella concezione delle soluzioni contro l erosione o nell ambito delle sistemazioni a fini ecologici, consiste nel basarsi sull interpretazione dell evoluzione e del funzionamento naturale del sistema fisico-ambientale, delle sue caratteristiche e, in particolare, della sua dinamica, a livello spaziale e temporale. Principio base nell applicazione dell ingegneria naturalistica è avvicinarsi il più possibile alle condizioni naturali, ovvero minimizzare gli impatti ambientali della eventuale sistemazione. Si ricorrerà quindi a tecniche maggiormente impattanti solo nel caso non se ne possa proprio fare a meno, per motivi tecnici. Tale principio viene anche richiamato nel Quaderno delle opere tipo di ingegneria naturalistica della Regione Lombardia relativamente alla gestione delle opere di ingegneria naturalistica. L ingegneria naturalistica, quindi, non deve unicamente accontentarsi di risolvere i problemi di natura idraulica, ma deve contribuire il più possibile al mantenimento e al miglioramento delle funzioni biologiche del sito e della biodiversità. La Tabella 1 illustra il processo logico che si dovrebbe percorrere per giungere alla definizione dell approccio e delle modalità di intervento, specie se riferito ad un corso d acqua. In sostanza, si deve tendere ad avvicinarsi il più possibile alle condizioni naturali, ovvero minimizzare gli impatti ambientali della eventuale sistemazione. Si ricorrerà quindi a tecniche maggiormente impattanti solo nel caso non se ne possa proprio fare a meno, per motivi tecnici. Tab 1: Trattamento logico delle erosioni in un corso d acqua (secondo Lachat, 1994) 1. Bisogna realmente intervenire? (Variante zero valutare le conseguenze di un non-intervento). 2. Valutare se una gestione mirata della vegetazione esistente può risolvere le cause dell erosione. 3. Valutare se l ingegneria naturalistica può soddisfare le esigenze di protezione. 4. Stabilire se tecniche combinate (ingegneria naturalistica sistemazioni forestali ingegneria civile) possono risolvere il problema. 5. Applicare, solo a questo stadio, una tecnica abituale di ingegneria civile ragionevole e proporzionata alla situazione. L ingegneria naturalistica, quindi, non deve unicamente accontentarsi di risolvere i problemi dal punto di vista tecnico, ma deve contribuire fortemente e imperativamente al mantenimento e al miglioramento delle funzioni biologiche del sito e della biodiversità. Il corso d acqua in questione non si trova evidentemente in condizioni naturali o vicini alla naturalità, pertanto, nell applicazione dei suddetti criteri, come si vedrà nel seguito, bisognerà cercare di ottenere il miglior risultato possibile dal punto di vista dell incremento della qualità ambientale e paesaggistica, nei limiti imposti dal tessuto antropico che vi insiste. IRIS s.a.s. via Volterrana Cerbaia Val di Pesa (FI) tel

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