IL CALCOLO DELLE IMPOSTE SUL REDDITO DI COMPETENZA. Corso di Contabilità e Bilancio
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- Leonardo Lamberti
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1 IL CALCOLO DELLE IMPOSTE SUL REDDITO DI COMPETENZA 1
2 Possibili interazioni tra risultato civilistico e reddito (fiscale) d impresa Monobinario Dipendenza totale Dipendenza parziale Dipendenza rovesciata Doppio Binario 2
3 Dipendenza Totale Il risultato civilistico assume rilevanza anche ai fini fiscali. Non risulta necessario procedere a rettifiche al fine della corretta determinazione dell imponibile. Coincidenza della norma civilistica con quella tributaria. Risultato civilistico ante imposte = Reddito imponibile 3
4 Dipendenza Parziale "soluzione generalmente adottata in Italia" Il risultato civilistico è la base di partenza sulla quale effettuare variazioni per addivenire alla determinazione dell utile imponibile. Le rettifiche, in aumento o diminuzione, sono definite da un complesso di norme di matrice tributaria, differenti da quelle che regolano la redazione del bilancio. Risultato civilistico ante imposte + - Variazioni in aumento Variazioni in diminuzione = Reddito imponibile 4
5 Dipendenza Rovesciata Come nella dipendenza parziale, il reddito imponibile viene derivato da quello civilistico. Sono presenti però norme tali da consentire l iscrizione a bilancio di operazioni riconducibili alla sola ottica fiscale (interferenze fiscali). Si precisa che secondo la normativa vigente le citate interferenze fiscali non risultano più ammissibili. Risultato civilistico ante imposte + - Variazioni in aumento Variazioni in diminuzione = Reddito imponibile Interferenze fiscali 5
6 Doppio binario Reddito civilistico e reddito imponibile sono determinati distintamente applicando nel primo caso le norme civilistiche e nel secondo le norme fiscali. + Risultato civilistico Reddito imponibile 6
7 Il calcolo delle imposte di competenza Concetto base Si parte dal risultato d esercizio risultante dal conto economico Ad esso si apportano le variazioni in aumento o in diminuzione, richieste per applicare i criteri stabiliti dalle norme tributarie del T.U.I.R. (Testo Unico delle Imposte sul Reddito) Si giunge così a determinate il reddito d impresa 7
8 Il calcolo delle imposte di competenza Concetto base Si determina la base imponibile (che nel caso di società di capitali ha come punto di partenza il reddito d impresa (ex art. 81 del TUIR il reddito complessivo delle società ed enti commerciali soggetti ad IRES è infatti qualificato come reddito d impresa)) Ad essa si applica l aliquota d imposta (che ai fini IRES è del 27,5%) Si giunge così a determinare l imposta lorda 8
9 Il calcolo delle imposte di competenza Risultato d esercizio da conto economico Variazioni in aumento o in diminuzione (previste dal TUIR) Reddito imponibile Aliquota d imposta (ai fini IRES, è del 27,5%) +/- = x = Imposta lorda 9
10 Le variazioni in aumento ed in diminuzione Norma di riferimento: L articolo 83 del Testo Unico delle Imposte Dirette D.P.R. 917 del 1986 (T.U.I.R.) 10
11 Le variazioni in aumento ed in diminuzione art 83 del T.U.I.R. Il reddito complessivo è determinato apportando all'utile o alla perdita risultante dal conto economico, relativo all' esercizio chiuso nel periodo di imposta, le variazioni in aumento o in diminuzione conseguenti all'applicazione dei criteri stabiliti nelle successive disposizioni della presente sezione. 11
12 Le variazioni in aumento ed in diminuzione La necessità di apportare delle variazioni in aumento ed altre in diminuzione per passare dal risultato del conto economico al reddito (fiscale) d impresa è una conseguenza delle diverse finalità che le norme civilistiche e quelle fiscali si pongono 12
13 Le variazioni in aumento ed in diminuzione I diversi interessi tutelati: BILANCIO CIVILISTICO Interesse dei creditori Interesse dei terzi Interesse pubblico Tutela del risparmio NORME FISCALI Interesse pubblico Concorso alle spese pubbliche Corretta determinazione della capacità contributiva 13
14 Le variazioni in aumento ed in diminuzione I criteri valutativi: CIVILISTICI Rappresentazione veritiera e corretta Chiarezza Prudenza Competenza FISCALI Competenza fiscale Certezza e obiettiva determinabilità Previa imputazione a conto economico Inerenza (art. 109 TUIR) 14
15 I principi fiscali di valutazione art. 109 del T.U.I.R. Il principio della competenza Il principio della certezza e della oggettiva determinabilità Il principio dell imputazione (a conto economico) Il principio dell inerenza 15
16 I principi fiscali di valutazione art. 109 del T.U.I.R. Principio della competenza fiscale (1 comma dell art. 109 del TUIR) I ricavi, le spese e gli altri componenti positivi e negativi, per i quali le precedenti norme della presente sezione non dispongono diversamente, concorrono a formare il reddito nell'esercizio di competenza ; tuttavia i ricavi, le spese e gli altri componenti per i quali nell'esercizio di competenza non siano ancora certa l'esistenza o determinabile in modo obiettivo l'ammontare concorrono a formare il reddito nell'esercizio in cui si verificano tali condizioni. 16
17 I principi fiscali di valutazione principio di competenza fiscale Concetto: 1. I ricavi, le spese e gli altri componenti reddituali concorrono alla formazione del reddito (fiscale) nell esercizio di competenza (economica) a meno che specifiche disposizioni fiscali non stabiliscano diversamente. 2. A condizione però che la loro esistenza sia certa ed il loro ammontare sia determinabile in modo oggettivo. 17
18 I principi fiscali di valutazione principio di competenza fiscale Come regola generale la tassazione del reddito d impresa avviene non secondo il criterio per cassa ma secondo il criterio di competenza, unito però a quello di certezza e di oggettiva determinabilità 18
19 I principi fiscali di valutazione principio di competenza fiscale Se i componenti di reddito NON hanno esistenza certa e/o il loro ammontare non è determinabile in modo oggettivo Concorrono alla formazione del reddito d impresa nell esercizio in cui la loro esistenza diviene certa e il loro ammontare è determinabile in modo obiettivo. 19
20 I principi fiscali di valutazione principio di competenza fiscale Ai fini della determinazione dell'esercizio di competenza: a) i corrispettivi delle cessioni si considerano conseguiti, e le spese di acquisizione dei beni si considerano sostenute, alla data della consegna o spedizione per i beni mobili e della stipulazione dell'atto per gli immobili e per le aziende, ovvero, se diversa e successiva, alla data in cui si verifica l'effetto traslativo o costitutivo della proprietà o di altro diritto reale. Non si tiene conto delle clausole di riserva della proprietà. La locazione con clausola di trasferimento della proprietà vincolante per ambedue le parti è assimilata alla vendita con riserva di proprietà. 20
21 I principi fiscali di valutazione principio di competenza fiscale Ai fini della determinazione dell'esercizio di competenza: b) i corrispettivi delle prestazioni di servizi si considerano conseguiti, e le spese di acquisizione dei servizi si considerano sostenute, alla data in cui le prestazioni sono ultimate, ovvero, per quelle dipendenti da contratti di locazione, mutuo, assicurazione e altri contratti da cui derivano corrispettivi periodici, alla data di maturazione dei corrispettivi 21
22 I principi fiscali di valutazione deroghe al principio di competenza Attenzione! Alcune specifiche disposizioni fiscali derogano al principio di competenza economica stabilendo che alcuni componenti di reddito concorrono alla formazione del reddito imponibile secondo il criterio per cassa. 22
23 Eccezione: casi in cui diviene fiscalmente rilevante il criterio per cassa Si applica il criterio fiscale della rilevanza per cassa a: gli utili di partecipazioni in società ed enti soggetti a IRES (art. 89, c.2 TUIR) i compensi corrisposti agli amministratori (art 95, c.5 TUIR) le imposte diverse da quelle sui redditi e da quelle per le quali è esercitabile la rivalsa (art. 99, c.1 TUIR) i contributi ad associazioni sindacali e di categoria (art. 99, c.3 TUIR) gli interessi di mora (art 109, c. 7 TUIR) 23
24 Regole per individuare l esercizio fiscale di competenza dei componenti reddituali Componenti Reddituali Esistono particolari disposizioni fiscali riguardo l esercizio di competenza? SI NO Concorrono alla formazione del reddito nell esercizio di competenza SI Esistenza certa ed ammontare determinabile in modo oggettivo? Si applicano le specifiche disposizioni tributarie NO Concorrono alla formazione del reddito d impresa nell esercizio in cui diviene certa la loro esistenza e determinabile in modo oggettivo il loro ammontare 24
25 I principi fiscali di valutazione principio della previa imputazione (3 e 4 comma dell art. 109 del TUIR) I ricavi, gli altri proventi di ogni genere e le rimanenze concorrono a formare il reddito anche se non risultano imputati al conto economico. 25
26 I principi fiscali di valutazione principio della previa imputazione Le spese e gli altri componenti negativi non sono ammessi in deduzione se e nella misura in cui non risultano imputati al conto economico relativo all'esercizio di competenza. 26
27 I principi fiscali di valutazione principio della previa imputazione - deroghe Sono tuttavia deducibili: i componenti negativi imputati al conto economico di un esercizio precedente, se la deduzione è stata rinviata in conformità alle norme del TUIR; quelli che pur non essendo imputabili al conto economico, sono deducibili per disposizione di legge. 27
28 I principi fiscali di valutazione principio dell inerenza (5 comma dell art. 109 del TUIR) Le spese e gli altri componenti negativi [diversi dagli interessi passivi, tranne gli oneri fiscali, contributivi e di utilità sociale], sono deducibili se e nella misura in cui si riferiscono ad attività o beni da cui derivano ricavi o altri proventi che concorrono a formare il reddito o che non vi concorrono in quanto esclusi. 28
29 Alcuni approfondimenti sui principi fiscali relativi a: 1 - La valutazione delle rimanenze 2 - Gli ammortamenti 3 - Le spese di manutenzione 4 - Le plusvalenze 5 - Il fondo rischi su crediti 6 - I dividendi 29
30 LE RIMANENZE 30
31 La valutazione delle rimanenze Le variazioni delle rimanenze finali dei beni indicati alle lettere a) e b) del comma 1 dell articolo 85, (cioè beni alla cui produzione o al cui scambio è diretta l'attività dell impresa e beni destinati a essere impiegati nella produzione) rispetto alle esistenze iniziali, concorrono a formare il reddito dell esercizio. Art. 92 co 1 TUIR 31
32 La valutazione delle rimanenze Classificazione: Prodotti finiti Merci Materie prime Materie sussidiarie Semilavorati Altri beni mobili acquistati o prodotti per essere impiegati nella produzione 32
33 La valutazione delle rimanenze Per evitare una sottovalutazione delle rimanenze di magazzino il TUIR prevede una serie di disposizioni che individuano il valore minimo che può essere loro attribuito ai fini fiscali 33
34 La valutazione delle rimanenze I criteri ammessi sono: Il costo specifico Il L.I.F.O. a scatti Il costo medio ponderato Il F.I.F.O. Il L.I.F.O. (tutte le altre varianti) Prezzo al dettaglio 34
35 La valutazione delle rimanenze La valutazione a costo specifico non richiede alcun raggruppamento in categorie omogenee delle rimanenze. È applicabile, in pratica, solo ad alcune tipologie di beni. Non è necessario adeguarsi al valore minimo dato dal LIFO a scatti. 35
36 La valutazione delle rimanenze Il LIFO a scatti: Qualora l impresa utilizzi un criterio di valutazione del magazzino diverso da quelli fiscalmente ammessi il valore fiscalmente riconosciuto al magazzino non può essere inferiore a quello determinato applicando il metodo del LIFO A SCATTI. Se però in bilancio è iscritto un valore superiore, quest ultimo assume automaticamente rilevanza fiscale. La valutazione con il LIFO A SCATTI richiede il raggruppamento delle rimanenze in classi omogenee per natura e per valore. 36
37 La valutazione delle rimanenze Se in bilancio vengono adottati i metodi del costo medio ponderato, FIFO, LIFO (le altre varianti), i valori ottenuti, anche se inferiori al lifo a scatti annuale, assumono rilevanza anche ai fini fiscali. E necessario il raggruppamento per natura e per valore delle rimanenze. 37
38 La valutazione delle rimanenze Il prezzo al dettaglio è un metodo facoltativo solo per esercenti attività di commercio al minuto. 38
39 La valutazione delle rimanenze Le svalutazioni In armonia con il legislatore civilistico il TUIR consente di valutare le rimanenze al minore tra il costo (determinato secondo una delle modalità fiscalmente ammesse) e il valore di mercato 39
40 La valutazione delle rimanenze Le svalutazioni Se in un esercizio il valore unitario medio dei beni (determinato con il lifo a scatti, costo medio ponderato, FIFO o varianti del LIFO) è superiore al valore normale medio di essi nell'ultimo mese dell'esercizio, il valore minimo, di cui al comma 1, è determinato moltiplicando l'intera quantità dei beni, indipendentemente dall'esercizio di formazione, per il valore normale. Art. 92 co 5 TUIR 40
41 La valutazione delle rimanenze Le svalutazioni Per valore normale si intende il prezzo o corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo in cui i beni o servizi sono stati acquisiti o prestati, e, in mancanza, nel tempo e nel luogo più prossimi. Art. 9 co 3 TUIR 41
42 AMMORTAMENTI 42
43 Ammortamenti Anche per gli ammortamenti il legislatore fissa dei limiti massimi per la loro deducibilità, limiti desumibili per categorie di beni omogenei in base al normale periodo di deperimento e consumo nei vari settori produttivi 43
44 Ammortamenti Gli ammortamenti sono consentiti, per i beni materiali strumentali, solo a partire dall esercizio della loro entrata in funzione (N.B. non dal momento in cui sono idonei per l uso) NON sono consentiti per i beni la cui cessione genera ricavi e per i beni patrimonaili 44
45 Ammortamenti Le quote di ammortamento ammesse in deduzione devono essere ragguagliate alla durata dell esercizio (nel caso esso abbia una durata diversa dai 12 mesi) 45
46 L ammortamento ordinario La deduzione è ammessa in misura non superiore a quella risultante dall' applicazione al costo dei beni dei coefficienti stabiliti con decreto del Ministro dell economia e delle finanze pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, ridotti alla metà per il primo esercizio. I coefficienti sono stabiliti per categorie di beni omogenei in base al normale periodo di deperimento e consumo nei vari settori produttivi. Art 102 TUIR 46
47 L ammortamento ordinario Il legislatore prevede che, ove l aliquota stanziata civilisticamente risulti maggiore di quella ordinaria prevista ai fini fiscali (DM ), l ammortamento venga riconosciuto nei limiti della misura ordinaria. Viceversa, se l ammortamento civilistico risulta inferiore a quello determinabile con l applicazione dell aliquota fiscale ordinaria, agli effetti fiscali è riconosciuto limitatamente a quanto stanziato agli effetti civilistici. Quanto sopra prescinde tuttavia da fattispecie per le quali risulti applicabile il cosiddetto doppio binario. 47
48 L ammortamento ordinario Esempio La società Alfa acquista un bene strumentale nuovo nell esercizio X (entrato in funzione nello stesso anno), al costo di Il coefficiente di ammortamento civilistico è pari al 20%. Il coefficiente di ammortamento ordinario (DM ) è pari al 15%. E necessario riprendere a tassazione la differenza tra l ammortamento civilistico e quello determinato sulla base delle aliquote fiscali. 48
49 L ammortamento ordinario Esempio ESERCIZIO X X+1 X+2 X+3 X+4 X+5 X+6 X+7 Amm.to civilistico Amm.to fiscale Variazione fiscale (3.000) (3.000) (500) 49
50 L eliminazione dei cespiti non totalmente ammortizzati Se i beni non ancora completamente ammortizzati a livello fiscale sono oggetto di dismissione, il loro costo residuo è fiscalmente deducibile Art 102 TUIR 50
51 L ammortamento integrale Per i beni il cui costo unitario non è superiore a 516,46 euro è consentita, in alternativa all ammortamento, la deduzione integrale delle spese di acquisizione nell esercizio in cui sono state sostenute (che può essere diverso da quello di primo utilizzo) Art 102 TUIR 51
52 L ammortamento integrale Il procedimento di ammortamento integrale non è un obbligo ma è una facoltà accordata all imprenditore il quale può invece optare per il regime naturale dell ammortamento 52
53 LE SPESE DI MANUTENZIONE 53
54 Le spese di manutenzione Sempre per esigenze di tutela del gettito è posto un limite alla deducibilità immediata delle spese (che non debbano invece essere capitalizzate) di manutenzione dei beni di proprietà 54
55 Le spese di manutenzione Le spese di manutenzione, riparazione, ammodernamento e trasformazione, che dal bilancio non risultino imputate ad incremento del costo dei beni ai quali si riferiscono, sono deducibili nel limite del 5 per cento del costo complessivo di tutti i beni materiali ammortizzabili quale risulta all'inizio dell'esercizio dal registro dei beni ammortizzabili, al lordo del fondo ammortamento. rif. Art 102 co 6 TUIR 55
56 Le spese di manutenzione Per le imprese di nuova costituzione il limite percentuale si calcola, per il primo esercizio, sul costo complessivo quale risulta alla fine dell' esercizio. rif. Art 102 co 6 TUIR 56
57 Le spese di manutenzione N.B. ai fini del calcolo del 5% del costo complessivo dei beni ammortizzabili non vanno considerati né i beni patrimoniali (non sono infatti ammortizzabili), né i beni utilizzati in leasing finché non diventano di proprietà della società, né quelli per i quali è sostenuto un costo (per altro totalmente deducibile) relativo a un servizio periodico di manutenzione 57
58 Le spese di manutenzione Le spese eccedenti il limite del 5% sono deducibili per quote costanti nei cinque esercizi successivi. 58
59 Le spese di manutenzione Esempio La Beta Spa ha iscritto nel registro dei beni ammortizzabili beni materiali (ammortizzabili) con costo storico di euro. Il 30-6-X Beta acquista altri beni materiali strumentali per euro e il 1 settembre ne cede alcuni di valore lordo di euro Le spese di manutenzione dell esercizio X ammontano a euro. La società sostiene spese per un contratto di manutenzione periodica (fornita da terzi) per euro annui di cui beneficiano beni di valore lordo pari a euro 59
60 Le spese di manutenzione Esempio Procedimento di calcolo: a. determinazione della base di riferimento (per il calcolo del 5%) b. si parte dall importo lordo dei beni ammortizzabili e si sottrae ad esso l importo dei beni che beneficiano di un contratto di manutenzione periodica =
61 Le spese di manutenzione Esempio I beni acquistati/ceduti nel corso dell anno NON concorrono al calcolo del plafond di deducibilità (ai sensi dell art. 3, comma 16-quater, del Ddl. di conversione del DL 16/2012, che ha modificato l art. 102 co 6 TUIR) quindi i beni acquistati nel corso dell anno non rilevano e i beni ceduti nel corso dell anno, in quanto presenti all inizio dell esercizio, rilevano per l intero valore 61
62 Le spese di manutenzione Esempio Sappiamo già che le spese (pari a euro) per il contratto di manutenzione periodica sono in ogni caso deducibili dobbiamo vedere quale parte delle residue spese sostenute per manutenzione è ammessa in deduzione nell esercizio 62
63 Le spese di manutenzione Esempio Le residue spese di manutenzione, che sono pari quindi a = euro, eccedono i euro (plafond fiscalmente ammesso in deduzione nell anno, *5%)? Sì! 63
64 Le spese di manutenzione Esempio Di quanto? Di ( ) = euro Quindi, relativamente all esercizio X dovrà essere operata una variazione in aumento di euro. Tale importo sarà deducibile però in rate costanti (di 1/5 pari a euro l una) nei successivi 5 esercizi nei quali si opereranno variazioni in diminuzione di pari entità. 64
65 LE PLUSVALENZE 65
66 Le plusvalenze su cespiti In caso di cessione a titolo oneroso di beni strumentali o patrimoniali, se gli stessi sono stati posseduti per non meno di 3 anni la plusvalenza PUÒ, a scelta del contribuente, concorre alla formazione del reddito: o per intero dell esercizio in cui è stata realizzata o in quote costanti nell esercizio stesso e nei successivi, ma non oltre il quarto (e quindi essere rateizzabile su un massimo di 5 anni). Se il bene ceduto è stato posseduto per meno di 3 anni, la plusvalenza è tassata per intero dell esercizio in cui è stata realizzata. Art 86, c. 4 TUIR 66
67 Le plusvalenze su cespiti Esempio In data 15 settembre dell anno X la società Gamma vende un macchinario iscritto al costo storico (fiscalmente riconosciuto) di , ammortizzato per , al prezzo di Il valore netto contabile, fiscalmente riconosciuto, è pari a ( ). La differenza positiva (pari a ) tra prezzo e valore netto contabile costituisce una plusvalenza. 67
68 Le plusvalenze su cespiti Esempio Il macchinario ceduto è stato acquistato in data 1 settembre x-3 La cessione si è verificata dopo i 3 anni di possesso. L impresa cedente può pertanto esercitare la facoltà di rateizzare la plusvalenza di in quote costanti di 1/5 (20%) ciascuna fino all esercizio X+4 incluso. 68
69 Le plusvalenze su cespiti Esempio Dato che nell esercizio X la plusvalenza, in quanto iscritta a Conto Economico civilistico, concorre interamente alla determinazione del risultato anteimposte, è necessario operare una variazione in diminuzione pari ai 4/5 della stessa ( = x 4/5) che, in sede di dichiarazione dei redditi, viene rappresentata come variazione in diminuzione per l intero importo di e contestuale variazione in aumento per 1/5 del medesimo importo, pari a
70 Le plusvalenze su cespiti Esempio In ognuno dei 4 esercizi successivi all esercizio X è necessario apportare una variazione in aumento per 1/5 di e dunque per all anno (nel X+1, X+2, X+3 e X+4). 70
71 IL FONDO RISCHI SU CREDITI 71
72 Il fondo rischi su crediti Fiscalmente l accantonamento operato al fondo rischi su crediti è ammesso fino al limite max dello 0,50% dell ammontare dei crediti commerciali (cioè derivanti dall attività tipica aziendale, quella che dà origine ai ricavi) risultanti in bilancio Art 106, c. 1 TUIR 72
73 Il fondo rischi su crediti Inoltre, ai fini fiscali, la consistenza del fondo rischi su crediti non può superare il 5% del loro ammontare. L ammontare dei crediti da considerare è sempre quello al netto della loro parte coperta da garanzia assicurativa Art 106, c. 1 TUIR 73
74 Il fondo rischi su crediti Quindi, per valutare la deducibilità o meno del fondo rischi occorre valutare due aspetti: 1) Ammontare della svalutazione operata in conto economico variazione in aumento per la parte eccedente lo 0,50% del valore dei crediti 2) Ammontare del fondo rischi su crediti (dopo accantonamento deducibile di cui al punto 1) variazione in aumento per la parte eccedente il 5% del valore dei crediti 74
75 Il fondo rischi su crediti Esempio La società Delta ha iscritto nel bilancio redatto al X crediti commerciali non coperti da garanzia assicurativa per un importo di L accantonamento civilistico è stato effettuato per 900; il fondo rischi su crediti iniziale (prima dell accantonamento) è di Il fondo rischi su crediti finale ammonta, dopo l accantonamento, a ( ). 75
76 Il fondo rischi su crediti Esempio Prima verifica: confronto con l accantonamento massimo fiscalmente concesso, il cui importo non può eccedere lo 0,5% del valore nominale dei crediti considerati. L accantonamento civilistico (pari a 900) supera effettivamente l accantonamento massimo fiscale (600 = x 0,5%). 76
77 Il fondo rischi su crediti Esempio E dunque necessaria una variazione in aumento del reddito ante imposte civilistico pari a 300, e cioè alla differenza tra l accantonamento operato (900) e quello massimo consentito dalla normativa fiscale (600). Dopo avere effettuato la variazione appena esposta il fondo rischi su crediti fiscale provvisorio ammonta dunque a (5.700 valore iniziale accantonamento massimo fiscalmente consentito). 77
78 Il fondo rischi su crediti Esempio Seconda verifica: l entità del fondo rischi su crediti fiscale non può eccedere il 5% del valore nominale dei medesimi crediti. L ammontare del fondo rischi su crediti può essere al massimo pari a (cioè x 5%). 78
79 Il fondo rischi su crediti Esempio Dato che il fondo fiscale (6.300) eccede il tetto massimo, è necessario effettuare anche a questo riguardo una variazione in aumento pari a 300, e cioè alla differenza tra il fondo rischi su crediti fiscale (6.300) e il fondo rischi su crediti massimo fiscalmente consentito (6.000). La variazione complessiva operata in relazione al fondo rischi su crediti ammonta a 600 (300 per l accantonamento e 300 per il fondo). 79
80 I DIVIDENDI 80
81 I Dividendi Gli utili distribuiti a soggetti Ires da società di capitali, cooperative, mutue assicuratrici ed enti commerciali, residenti in Italia, non concorrono a formare il reddito della società o dell ente ricevente per il 95% del loro ammontare. Art 89, c. 2 TUIR 81
82 I Dividendi Esempio La società Epsilon ha iscritto nel bilancio redatto al X tra i proventi dividendi per un importo di da partecipazioni in società di capitali, deliberati e incassati nel corso dell esercizio X. Tali dividendi non sono imponibili per il 95% del loro importo ai sensi dell art. 89 comma 2 del TUIR. E necessario, quindi, effettuare una variazione in diminuzione del reddito ante imposte civilistico pari a ( x 95%). 82
83 La fiscalità differita IMPOSTE ANTICIPATE Reddito imponibile > Risultato d esercizio In questo esercizio l impresa paga più imposte di quante ne siano di competenza. Negli esercizi futuri dovrà pagare meno imposte. Imponibile - Reddito civilistico = Differenze tassabili IMPOSTE ANTICIPATE Temporanee (costi a deducibilità differita o proventi a tassazione anticipata) Definitive (costi non deducibili) 83
84 La fiscalità differita IMPOSTE DIFFERITE Reddito imponibile < Risultato d esercizio In questo esercizio l impresa paga meno imposte di quante ne siano di competenza. Negli esercizi futuri dovrà pagare più imposte. Reddito civilistico - Reddito imponibile = Differenze deducibili IMPOSTE DIFFERITE Temporanee (proventi a tassazione differita o costi dedotti anticipatamente) Definitive (ricavi non imponibili) 84
85 La fiscalità differita nel bilancio IMPOSTE ANTICIPATE Iscrizione di un attività patrimoniale che risconti la quota di imposte anticipate ed eccedenti l ammontare di competenza (deve tuttavia esistere la ragionevole possibilità del recupero delle imposte riscontate) Imposte anticipate, voce C) II, 4 ter dell attivo dello stato patrimoniale IMPOSTE DIFFERITE Fondo per imposte, anche differite Voce B) 2) del passivo dello stato patrimoniale 85
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