Scritto da Paolo Bellagente Martedì 08 Maggio :16 - Ultimo aggiornamento Martedì 03 Luglio :32
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- Adelmo Magnani
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1 La nostra guida in questa breve scoperta del disturbo giovanile è Michela, maestra elementare specializzata nel Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA). Il mondo del disagio giovanile è veramente molto ampio e sfaccettato, come può fare un capo scout ad orientarsi e a capire come rispondere alle esigenze dei ragazzi? Innanzitutto dobbiamo definire i limiti della nostra azione capendo cosa non ci compete. Non ci compete la diagnosi dei disturbi dei ragazzi, ci sono specialisti incaricati di farlo. A noi spetta il compito di fare rete con le figure di riferimento del bambino (figura specializzate nella diagnosi e nella cura) per imparare assieme a loro a gestire la criticità di ogni specifico caso. Dobbiamo prendere la consapevolezza che siamo degli adulti significativi per il bambino e, per questo motivo, ogni nostra azione, ogni scelta che facciamo per lui/con lui lascia un segno. Il nostro metodo ci insegna a lavorare per competenze, da qualche anno anche la scuola inizia a lavorare per competenze. Nel 1985 la OMS ha proposto 10 life skills: abilità di vita che dovrebbero aiutare il bambino a stare bene con se stesso e con gli altri in ogni ambito in cui si gioca. Life skills: 1. Autocoscienza 1 / 6
2 2. Capacità di prendere decisioni con consapevolezza 3. Problem solving 4. Gestione delle emozioni 5. Gestione dello stress 6. Creatività 7. Empatia 8. Senso critico 9. Comunicazione efficace 10. Capacità di relazioni interpersonali Nella fascia dai 6 agli 11 anni dobbiamo aiutare il bambino ad autodeterminarsi, deve prendere coscienza di sé. E il momento in cui scoprono il mondo e devono iniziare ad aprirsi agli altri. Il capo non deve essere accomodante: i no servono a crescere, ma bisogna spiegare/motivare dei no e saper essere equilibrati nelle nostre decisioni. 2 / 6
3 Il capo deve cercare di andare incontro ai bisogno dei bambini, ma senza snaturarsi, non si può fingere di essere un altra persona. Anche il capo può lavorare sulle 10 life skills, da solo o di staff ci si può verificare su quali siano i propri punti di forza da valorizzare ed i punti di debolezza da migliorare, ma non possiamo mai fingere di essere un altra persona quando ci relazioniamo con i bambini. LIFE SKILLS: 1. Decision making (capacità di prendere decisioni): competenza che aiuta ad affrontare in maniera costruttiva le decisioni nei vari momenti della vita. La capacità di elaborare attivamente il processo decisionale, valutando le differenti opzioni e le conseguenze delle scelte possibili, può avere effetti positivi sul piano della salute, intesa nella sua eccezione più ampia. 2. Problem solving (capacità di risolvere i problemi): questa capacità, permette di affrontare i problemi della vita in modo costruttivo. 3. Pensiero creativo: agisce in modo sinergico rispetto alle due competenze sopracitate, mettendo in grado di esplorare le alternative possibili e le conseguenze che derivano dal fare e dal non fare determinate azioni. Aiuta a guardare oltre le esperienze dirette, può aiutare a rispondere in maniera adattiva e flessibile alle situazioni di vita quotidiana. 4. Pensiero critico: è l abilità ad analizzare le informazioni e le esperienze in maniera obiettiva. Può contribuire alla promozione della salute, aiutando a riconoscere e valutare i fattori che influenzano gli atteggiamenti e i comportamenti. 5. Comunicazione efficace: sapersi esprimere, sia sul piano verbale che non verbale, con modalità appropriate rispetto alla cultura e alle situazioni. Questo significa essere capaci di manifestare opinioni e desideri, bisogni e paure, esser capaci, in caso di necessità, di chiedere consiglio e aiuto. 3 / 6
4 6. Capacità di relazioni interpersonali: aiuta a mettersi in relazione e a interagire con gli altri in maniera positiva, riuscire a creare e mantenere relazioni amichevoli che possono avere forte rilievo sul benessere mentale e sociale. Tale capacità può esprimersi sul piano delle relazioni con i membri della propria famiglia, favorendo il mantenimento di un importante fonte di sostegno sociale; può inoltre voler dire essere capaci, se opportuno, di porre fine alle relazioni in maniera costruttiva. 7. Autoconsapevolezza: ovvero sia riconoscimento di sé, del proprio carattere, delle proprie forze e debolezze, dei propri desideri e delle proprie insofferenze. Sviluppare l autoconsapevolezza può aiutare a riconoscere quando si è stressati o quando ci si sente sotto pressione. Si tratta di un perequisito di base per la comunicazione efficace, per instaurare relazioni interpersonali, per sviluppare empatia nei confronti degli altri. 8. Empatia: è la capacità di immaginare come possa essere la vita per un altra persona anche in situazioni con le quali non si ha familiarità. Provare empatia può aiutare a capire e accettare i diversi ; questo può aiutare a migliorare le Interazioni sociali per es. in situazioni di differenze culturali o etniche. La capacità empatica può inoltre essere di sensibile aiuto per offrire sostegno alle persone che hanno bisogno di cure e di assistenza, o di tolleranza, come nel caso dei sofferenti di AIDS, o di disordini mentali. 9. Gestione delle emozioni: implica il riconoscimento delle emozioni in noi stessi e negli altri; la consapevolezza di quanto le emozioni influenzino i comportamento e la capacità di rispondere alle medesime in maniera appropriata. 10. Gestione dello stress: consiste nel riconoscere le fonti di stress nella vita quotidiana, nel comprendere come queste ci tocchino e nell agire in modo da controllare i diversi livelli di stress. Attenzioni: Problem solving 4 / 6
5 E uno degli aspetti più critici, se c è un adulto cercano di delegare a lui quindi bisogna porre attenzione a non sostituirci a lui. Quello che possiamo fare è aiutarlo ad analizzare la situazione e stimolarlo a trovare tante possibili soluzioni. Gestione delle emozioni I bambini sono eccessivi nelle loro emozioni, reagiscono senza limiti sia nelle emozioni positive che in quelle negative. Il capo deve essere capace di leggere l emozione del bambino, anche dietro alle esagerazioni. Gestione dello stress E una difficoltà che vivono soprattutto i capi. Consiste nel gestire l incapacità di gestire le criticità. Creatività Bisogna dare ampissimo spazio al disegno, all immagine per far si che il bambino si esprima in maniera ludica. Il capo deve riuscire stimolare il bambino a trovare strade alternative di espressione rispetto a ciò che gli proponiamo. Questa è una forte criticità nella società in cui viviamo. Ai bambini non viene lasciato spazio per sviluppare nella fantasia, mancano gli spazi da riempire, ovvero manca il momento non organizzato (spesso da altri) in cui il bambino o i bambini devono ingegnarsi e decidere cosa fare per divertirsi, per trascorre da soli o assieme agli altri il tempo. Il capo deve porre attenzione, nel progettare le attività, a lasciare degli spazi di autonomia ai bambini, spazi in cui loro devono sviluppare la creatività per occupare in modo ludico/positivo questo tempo. 5 / 6
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