COSTO DI PRODUZIONE E DI MACELLAZIONE DEL VITELLONE DA CARNE

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1 COSTO DI PRODUZIONE E DI MACELLAZIONE DEL VITELLONE DA CARNE Questo opuscolo riporta la stima relativa all anno 2005 del costo di produzione del vitellone da carne nell allevamento da ingrasso, ed è stato realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna e la collaborazione di PRO.IN.CARNE e UNICARVE, le due associazioni che rappresentano i produttori di carne bovina in Emilia-Romagna e nel Veneto. Dopo una prima parte dedicata alle statistiche relative a produzione, import-export e bilancio di approvvigionamento della carne bovina in Italia, vengono presentati i risultati dell indagine svolta dal CRPA presso un campione di allevamenti in Emilia-Romagna e Veneto. I costi di produzione del vitellone da carne sono stati distinti per classi di dimensione dell allevamento. Lo studio prosegue con l esposizione della serie storica dei prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni da macello di razza francese. Infine, l ultima sezione riporta l analisi dei costi di macellazione basata su un campione rappresentativo di imprese ubicate nel Nord Italia. PRODUZIONE DI CARNE BOVINA NELL UNIONE EUROPEA Edizione 2006 Produzione di carne bovina nell Unione Europea Produzione, consumo, import ed export in Italia Metodologia per la stima del costo di produzione della carne bovina Dati tecnici degli allevamenti del campione Costo di produzione della carne bovina Redditività degli allevamenti di bovini da ingrasso Mercato dei vitelli da ristallo e dei vitelloni da macello Costo di macellazione dei bovini Nel 2005 la produzione di carne bovina dell Unione europea è diminuita del 3,1% attestandosi a 7,84 milioni di tonnellate. Il calo, che riflette la contrazione strutturale in atto all interno della Ue, è stato accentuato dagli effetti dell immediata applicazione da parte di 10 Stati membri della riforma di medio termine della PAC. Ciò ha contribuito ad ampliare il deficit commerciale dell Ue, che dal 2003 è scesa al di sotto della soglia di autosufficienza nell approvvigionamento di carne bovina. Quasi tutti i principali Paesi produttori, quali Germania (-9,5%), Italia (-3%) e Francia (-2,1%), hanno conosciuto contrazioni significative. La produzione è rimasta pressoché stabile in Spagna, mentre il solo aumento di rilievo si è registrato nel Regno Unito (+2,5%). Da segnalare che in questo Paese nel novembre 2005 è stato rimosso il divieto di commercializzazione delle carni di bovini di oltre trenta mesi, rimasto in vigore per ben dieci anni come misura anti Bse. A partire da maggio 2006 la Commissione europea ha inoltre deciso di abbandonare gran parte delle severe misure di restrizione imposte alle esportazioni britanniche. Nell area orientale dell Ue la dinamica della produzione (-3,5%) è il risultato di un calo generalizzato a tutti i nuovi Paesi membri tra i quali la Repubblica Ceca, dove la contrazione è stata particolarmente elevata (-12,7%), e la Polonia (-2%). Produzione interna lorda di carne bovina nei Paesi dell Ue-25 ( ) Var Paesi 2005/ t %.000 t %.000 t %.000 t %.000 t % % Francia , , , , ,5-2,1 Germania , , , , ,3-9,5 Italia , , , , ,4-3,0 Regno Unito 634 8, , , , ,1 2,5 Spagna 640 8, , , , ,6 0,3 Irlanda 602 8, , , , ,0-3,3 Olanda 355 4, , , , ,5-2,2 Belgio-Lussemburgo 305 4, , , , ,8 3,8 Austria 226 3, , , , ,7-2,3 Danimarca 154 2, , , , ,8-4,0 Altri 378 5, , , , ,8-6,3 UE , , , , ,5-3,0 Polonia 313 3, , , ,5-2,0 Repubblica Ceca 113 1, , ,4 96 1,2-12,7 Ungheria 58 0,7 54 0,7 55 0,7 53 0,7-3,6 Altri 165 2, , , ,2-0,6 UE , , , ,0-3,1 Fonte: OFIVAL - Office National Interprofessionnel des Viandes, de l Elevage et de l Aviculture. 1

2 PRODUZIONE, CONSUMO, IMPORT ED EXPORT IN ITALIA In Italia la riduzione delle macellazioni bovine di circa 120 mila capi ha determinato nel 2005 una contrazione della produzione totale di carne del 3,8%. Per i soli vitelloni, che rappresentano il 60% della produzione italiana, la riduzione a peso morto è stata del 4,8%. Fatta eccezione per la lieve crescita della produzione di carne di vitello, che ha interrotto la fase di constante declino degli anni passati, anche tutte le altre categorie di bovini hanno accusato una flessione. In particolare alla diminuzione delle macellazioni di manze (-2,6%) e di vacche da riforma (-3,4%) ha corrisposto un calo a peso morto pari rispettivamente al 3,4%. Bestiame bovino macellato in Italia ( ) Numero di capi (.000) Variazione Peso morto (.000 t) Variazione /04 (%) /04 (%) Vitelli , ,2 Vitelloni e manzi , ,8 Manze , ,4 Buoi e tori , ,4 Vacche , ,4 Totale , ,8 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Il calo produttivo del 2005 è il più elevato tra quelli registrati negli ultimi 7 anni. Esso è stato causato in parte dall anticipazione delle macellazioni negli ultimi mesi del 2004 all indomani dell introduzione del sistema di disaccoppiamento dei premi PAC, che ha ridotto le disponibilità nel primo trimestre del Le macellazioni di vitelloni sono diminuite tuttavia anche nella seconda metà dell anno a causa probabilmente del notevole incremento dei prezzi dei ristalli. Considerando che i consumi si sono mantenuti stabili, la contrazione produttiva ha determinato un maggior ricorso all approvvigionamento dall estero. Le importazioni di carni hanno raggiunto un volume mai toccato in precedenza e il tasso di autoapprovvigionameto è sceso al 63%. Bilancio di approvvigionamento della carne bovina in Italia (.000 t) ( ) Indicatori Variazione 2005/04 (%) Produzione interna lorda (*) ,0 Macellazione bestiame estero (*) ,8 Produzione totale (*) ,8 Import di carni ,7 Disponibilità ,1 Export di carni ,5 Consumi ,6 Consumo pro capite 23,1 24,1 24,8 24,3 24,5 0,6 Autoapprovigionamento (%) 69,7 65,6 62,9 65,6 63,2-3,6 (*) Peso morto al lordo del grasso della carcassa. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT e OFIVAL. Il deficit del bilancio del commercio con l estero di carni bovine ha subito nel 2005 un netto peggioramento, aumentando dell 11,2%. Nonostante siano stati importati meno capi rispetto all anno precedente, l aumento dei prezzi dei ristalli ha causato un peggioramento anche del saldo relativo agli scambi di bovini vivi. Escludendo i soli prodotti trasformati, il disavanzo complessivo ha accusato un aumento dell 8,4% portandosi ad un totale 2,438 miliardi di euro. Bilancio nazionale del commercio con l estero di carni bovine (.000 euro) ( ) Var. saldo import export saldo import export saldo 2005/04 (%) Bovini da ristallo ,6 Bovini da macello ,7 Totale bovini vivi (*) ,9 Carni fresche ,6 Carni congelate ,6 Totale carni ,2 Totale complessivo ,4 (*) Esclusi riproduttori e bovini non domestici. Le importazioni di carni bovine hanno registrato in volume un aumento del 6,7%, dovuto al maggiore approvvigionamento del prodotto fresco e refrigerato. Le sole carcasse e mezzene sono cresciute del 23,7%. Gli acquisti di carni congelate, che hanno rappresento nel 2005 circa il 12% delle importazioni di carni, mostrano al contrario una flessione (-14,9%) che ricalca l andamento dell anno precedente. Il calo ha interessato in particolare le forniture dall Unione europea, mentre sono aumentate quelle provenienti dal Brasile, la cui quota sul totale delle carni congelate è salita al 77%. 2

3 Import di carne bovina per categoria di prodotto ( ) t % t % t % t % t % (%) Carcasse e mezzene , , , , ,1 23,7 Quarti posteriori , , , , ,5 3,2 Altre carni fresche , , , , ,7 6,7 Carni congelate , , , , ,7-14,9 Totale , , , , ,0 6,7 Nel 2005 le importazioni di carni fresche dall Olanda hanno superato quelle in arrivo dalla Germania, la cui posizione sul mercato italiano ha subito negli ultimi cinque anni un considerevole arretramento. I due Paesi complessivamente soddisfano oltre il 40% delle richiesta italiane. Il Paese che nel 2005 ha incrementato maggiormente le esportazioni verso l Italia è stata la Polonia. Nel giro di un solo anno le spedizioni da questo Paese sono quasi triplicate, guadagnando una quota sul totale dell import italiano pari al 7,4%. Da sottolineare infine il progressivo aumento a partire dal 2001 delle importazioni di carni fresche di provenienza extracomunitaria. Import di carni bovine fresche o refrigerate per Paese di provenienza ( ) Olanda Germania Francia Polonia UE-25 Extra-UE Totale t % t % t % t % t % t % t , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , IMPORT DI BOVINI VIVI I dati ISTAT relativi alle importazioni di bovini vivi mostrano un calo complessivo dell acquisto di ristalli (pari all 84% degli ingressi di bovini vivi) del 13,4%. La flessione ha interessato tutte le categorie di bovini anche se è stata molto più accentuata quella dei ristalli leggeri e dei vitelli da latte. Il calo delle forniture di ristalli di peso inferiore a 300 kg conferma una tendenza ormai consolidata da diversi anni. I vitelli compresi tra i 160 e i 300 kg nel 2005 sono diminuiti del 14,8% scendendo sotto la soglia dei 200 mila capi. La contrazione è stata ancora più forte per i ristalli di peso inferiore ai 160 kg, che hanno sommato un totale di 53 mila capi (-23%). L import di baliotti (<80 kg) nel 2005 ha fatto segnare una diminuzione di oltre il 29%, che rafforza un trend di declino verticale iniziato nella seconda metà degli anni 90. Dopo una fase di ripresa dalla crisi del 2001 anche la categoria più importante, i vitelli da ristallo di peso oltre 300 kg, hanno subito una contrazione (-4,5%), mantenendo tuttavia la propria incidenza sul totale dell import di bovini vivi dell Italia. Import di bovini vivi ( ) n. capi n. capi n. capi n. capi n. capi (%) Bovini da ristallo ,4 - fino a 80 kg ,4 - da 80 a 160 kg ,0 - da 160 a 300 kg ,8 - vitelloni e manze oltre i 300 kg ,5 - vacche ,2 Bovini da macello ,3 Riproduttori ,1 Totale bovini vivi ,3 Dalla Polonia, il principale fornitore di vitelli baliotti, l import nel 2005 ha accusato una forte flessione dopo la crescita a ritmo sostenuto dei tre anni precedenti. Anche le importazioni dagli altri Paesi comunitari sono calate sensibilmente ed in particolare quelle provenienti da Germania e Austria. L unica eccezione all interno della Ue è rappresentata dalla Francia che nel 2005 ha rafforzato la sua posizione di secondo fornitore dell Italia di vitelli da latte. Import di vitelli baliotti di peso inferiore a 80 kg per Paese di provenienza ( ) Francia Germania Austria UE-15 Polonia UE-25 n. % n. % n. % n. % n. % n. % , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,0 3

4 Import italiano di bovini vivi per categoria di peso ( ) Importazioni (.000 capi) Fonte: elaborazione CRPA su dati ISTAT. L aumento dei prezzi dei broutards ha contribuito alla riduzione degli ingressi di ristalli pesanti dalla Francia. Il calo francese è stato solo in parte compensato dall aumento dell approvvigionamento da altri Paesi dell Ue (+44%), che complessivamente hanno soddisfatto il 12% delle richieste degli ingrassatori italiani. In particolare sono cresciute, così come era avvenuto nel 2004, le importazioni dall Irlanda e dalla Polonia, oltre che da altre aree dell Europa dell Est. Import di vitelli da ristallo di peso superiore a 300 kg per Paese di provenienza ( ) Francia Irlanda Belgio Ue-15 Polonia UE-25 n. % n. % n. % n. % n. % n. % , , , ,6 73 0, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,0 EXPORT DI CARNI Nel 2005 alla contrazione delle disponibilità sul mercato interno ha corrisposto una riduzione del 19,5% delle esportazioni italiane di carni bovine, che interrompe la fase positiva dei tre anni precedenti. Le sole carni congelate, che costituiscono circa la metà dell export italiano, hanno subito una flessione di quasi il 36% determinando il calo complessivo accusato nel Le esportazioni di carcasse e mezzene fresche e refrigerate al contrario hanno continuato a crescere (+9,9%). Export di carne bovina per categoria di prodotto ( ) (%) t % t % t % t % t % Carcasse e mezzene , , , , ,9 9,9 Quarti posteriori , , , , ,2-57,8 Altre carni fresche , , , , ,9 13,2 Carni congelate , , , , ,0-35,8 Totale , , , , ,0-19,5 4

5 METODOLOGIA PER LA STIMA DEL COSTO DI PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA Il costo di produzione della carne bovina è stato calcolato sulla base dei dati tecnici ed economici rilevati mediante un questionario rivolto ad un campione di allevamenti ubicati nelle regioni Emilia-Romagna e Veneto e specializzati nell ingrasso di vitelloni pesanti. Per il calcolo del costo medio di produzione tutti i costi imputabili all attività di allevamento sono stati rapportati alla produzione netta espressa in chilogrammi di peso vivo. Le voci di costo sono state suddivise in costi espliciti e costi calcolati. I costi espliciti sono oggettivi, rappresentano reali esborsi monetari, dipendono in larga parte dalla gestione dell allevamento e ne misurano l efficienza tecnica. I costi calcolati dipendono dalla struttura dell allevamento, che è frutto della gestione strategica dell allevatore, e la loro stima è necessaria per poter effettuare un analisi economica completa dell allevamento. I costi espliciti, rilevati direttamente dalla scheda aziendale, comprendono le spese per l acquisto del vitello da ristallo, il costo del lavoro salariato, le spese per energia e carburanti, le spese sostenute per gli interventi veterinario-sanitari e le altre spese vive relative alla conduzione dell allevamento. I costi calcolati comprendono, oltre al costo del lavoro familiare, gli interessi sul capitale investito in azienda e gli ammortamenti. Si ricorda a questo proposito che si possono verificare diverse condizioni: quando il prezzo percepito non copre i costi espliciti viene messa in pericolo la sopravvivenza dell allevamento a breve termine; quando il prezzo percepito copre i costi espliciti l allevamento può continuare la sua attività, ma non può fare nuovi investimenti; quando il prezzo percepito copre il costo totale l allevamento può contare su una sopravvivenza a lungo termine. I costi di alimentazione sono stati calcolati nell ipotesi che tutti gli alimenti vengano acquistati sul mercato. I consumi di foraggi e mangimi sono stati stimati sulla base della razione alimentare effettivamente adottata in allevamento e valutati ai prezzi di mercato realmente pagati dall allevatore. Per la stima degli interessi e degli ammortamenti si è adottata una metodologia comune a tutti gli allevamenti indipendentemente dalle reali condizioni di indebitamento dell azienda e dall effettivo grado di obsolescenza delle strutture e delle attrezzature. Gli interessi sul capitale fondiario sono stati valutati ad un saggio del 2% mentre sul capitale agrario e su quello fondiario si è applicato il tasso pari al rendimento medio dei BOT a 12 mesi che nel 2005 è stato dell 1,95%. Per gli interessi sul capitale di anticipazione si è ipotizzato un periodo medio di esposizione finanziaria per le spese sostenute pari a sei mesi. Per le quote di ammortamento si è considerato un saggio del 3% per gli immobili e del 12% per i macchinari, applicati al 50% del loro valore a nuovo. Il lavoro familiare è stato calcolato in base al tempo mediamente dedicato dal conduttore e dai suoi familiari alla conduzione dell allevamento, applicando la tariffa oraria prevista per i lavoratori dipendenti a tempo determinato delle aziende agricole. L incidenza del costo per l acquisto del vitello da ristallo per chilogrammo di carne prodotta è stata calcolata considerando la differenza tra il prezzo pagato al momento dell acquisto del vitello e il prezzo di vendita del vitellone da macello, perché il vitellone da macello è composto dalla carne prodotta e dalla carne del vitello da ristallo iniziale. La formula utilizzata è la seguente: Incidenza costo vitello (prezzo/kg vitello da ristallo prezzo/kg vitellone) da ristallo sul kg carne = x peso iniziale prodotta (peso finale - peso iniziale) DATI TECNICI DEGLI ALLEVAMENTI DEL CAMPIONE Nel 2005 la media della produzione netta degli allevamenti del campione, espressa in peso vivo, è scesa a 531 tonnellate rispetto alle 552 prodotte nel Il calo è dovuto alla minore disponibilità di scorte vive all inizio dell anno che ha determinato una riduzione del numero di capi venduti da a poco meno di Sia il peso in ingresso dei ristalli, pari a 368 kg, sia quello alla vendita dei vitelloni, salito a 641 kg, sono lievemente aumentati. L incremento ponderale per capo, passato nel 2005 a 1,30 kg al giorno, oltre che la riduzione dell indice di mortalità segnalano il sensibile miglioramento del livello medio di efficienza tecnica raggiunto. In parte questo ha contribuito a contenere la contrazione della produttività del lavoro, imputabile esclusivamente alla diminuzione dei cicli di ingrasso. Il prezzo al macello nel 2005 è cresciuto del 5,4% raggiungendo la media di 2,14 euro/kg, mai toccata in precedenza. La crescita dei prezzi dei vitelloni è stata tuttavia accompagnata da una decisa ripresa delle quotazioni dei ristalli (+7,8%), ritornati sui livelli record del Indici tecnici degli allevamenti campione ( ) Indici tecnici Produzione netta (t peso vivo) Capi venduti (n.) Capi acquistati (n.) Vitelloni morti (n.) Peso medio di vendita (kg) Peso medio di acquisto (kg) Prezzo medio di acquisto vitelli da ristallo ( /kg) 2,28 2,38 2,63 2,43 2,62 Prezzo medio di vendita vitelloni ( /kg) 1,85 2,07 2,12 2,03 2,14 Durata ciclo di ingrasso (giorni) Incremento medio giornaliero (kg/capo/giorno) 1,27 1,23 1,20 1,22 1,30 Produttività del lavoro (kg/ora) n.d Fonte: CRPA. 5

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