ELETTROSMOG Diritto delle nuove tecnologie a.a. 2009/2010

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1 ELETTROSMOG Diritto delle nuove tecnologie a.a. 2009/2010 Prof. Alessandro Mantelero Giacomo Bezzi Amr Mohamed Melanie Ungaro

2 Indice INTRODUZIONE 2 STUDI SUGLI EFFETTI DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE 3 PATOLOGIE SOTTO ACCUSA 3 CELLULARI 4 ANTENNE 8 NORMATIVE DI PROTEZIONE DAI CAMPI ELETTROMAGNETICI 11 SENTENZE 18 CASO MOTOROLA 18 CASO MARCOLINI 18 CASO JAIRO 20 CASO RADIO VATICANA 21 CORTE COSTITUZIONALE SENTENZA N 303/ CORTE COSTITUZIONALE SENTENZA N 307/ CONCLUSIONI 24 1

3 Introduzione Elettrosmog è la forma d'inquinamento causato dalle onde elettromagnetiche di elettrodotti, antenne radio e televisive e dei più moderni ripetitori per la telefonia mobile, ma anche, in misura minore, dai comuni apparecchi elettrici (asciugacapelli, rasoio elettrico, radiosveglie, cellulari e altri). Per quanto riguarda i danni per la salute non c'è ancora un univoco parere scientifico, ma alcune ricerche hanno dimostrato un aumento dei casi di leucemia (soprattutto infantile), di tumori cerebrali, di morbo di Alzheimer e di casi di ipersensibilità elettrica legati ai campi elettromagnetici stessi. Quasi tutto quello che compriamo si porta dietro una serie di avvertimenti e suggerimenti precauzionali per la sicurezza del consumatore. Sembra che gran parte di quello che compriamo sia potenzialmente pericoloso, tanto da rendere necessarie avvertenze che sfidano l'ovvio. Poi quando si arriva a trattare certe categorie di oggetti, le cautele scompaiono. É successo a lungo per le sigarette, per le auto, succede ora per i cellulari e i dispositivi wireless in generale. Dispositivi che hanno un mercato enorme, destinato a essere sempre più importante nei prossimi anni. L argomento più spinoso riguarda certamente la determinazione della nocività dell uso del cellulare. Da quanto è emerso dallo studio della documentazione raccolta si evidenzia, nel corso degli ultimi 10 anni, l alternarsi di notizie che regolarmente affermano e poi smentiscono l esistenza di un nesso causale tra uso del telefonino e i danni alla salute. Si cercherà, di seguito, di far luce sull argomento senza l ambizione di trovare una soluzione al dilemma, partendo da un analisi dei vari studi internazionali in corso, oltre che alla presentazione di qualche caso giuridico attinente all argomento. 2

4 Studi sugli effetti delle onde elettromagnetiche La telefonia mobile e le tecnologie wireless ormai sono onnipresenti nel nostro quotidiano, e per usufruire di tutti i servizi nei luoghi più disparati, si è circondati da una rete di antenne e di antenne radio-base che trasportano l informazione attraverso l uso di onde a radiofrequenze necessarie per il funzionamento del telefono cellulare. Più passa il tempo e più il numero delle stazioni aumenta e aumenta anche l esposizione dell uomo ai campi elettromagnetici. Studi recenti hanno per altro confermato che l esposizione alle onde elettromagnetiche emesse dalle antenne radio-base è pari al 2% della soglia internazionale: tutto il resto invece deriva dalle stazioni FM e dalle stazioni televisive. E necessario, pertanto, capire se queste tecnologie siano o meno dannose, e capire che genere di problemi di salute si possono riscontrare. Patologie sotto accusa Le patologie che attualmente sono maggiormente oggetto di studio per la loro eventuale insorgenza per campi elettromagnetici sono: Glioma (globastioma): identifica una famiglia di tumori legati al sistema nervoso centrale (costituiscono circa il 40% dei tumori del SNC). Colpisce in modo particolare la materia bianca, cioè il fascio di fibra nervosa, motivo per cui non è possibile estirparlo per via chirurgica. Questo tipo di tumori può essere di carattere benigno o maligno. Purtroppo nei casi di studio relativi all elettrosmog si tratta, in genere, di casi maligni gravi (indicati nel livello di gravità della WHO, su una scala a quattro livelli, come livello III e livello IV) che comportano modifiche alla personalità, deficit neurologici focali, cefalee e anche crisi epilettiche. La cura consiste in una prima asportazione del tumore ovviamente non risolutiva, data l estensione del problema, e limitata anche per consentire la non perdita di tutte le facoltà cognitive della persona stessa, per poi seguire un trattamento di radioterapia. Meningioma: è una forma di tumore cerebrale in genere di forma benigna che colpisce le cellule delle meningi. Nella maggioranza dei casi viene eseguito un trattamento chirurgico, evitato nel caso di eventuali danni permanenti, nei quali si preferisce la radiochirurgia. Non se ne conoscono le cause esatte, ma vari studi ritengono che la causa scatenante sia l esposizione infantile alle radiazioni. Neurinoma: il neurinoma acustico è un tumore benigno che colpisce l ottavo nervo cranico che interessa sia la percezione uditiva sia lo stato di equilibrio. Tra i sintomi una perdita graduale della capacità uditiva associata a un ronzio monolaterale nonché a disturbi di equilibrio che possono sfociare in vere e proprie crisi di vertiginose; nei casi più gravi si può arrivare anche a paralisi parziali o totali del viso, visione doppia o cefalee molto forti accompagnate da nausee e vomiti, e variazione della percezione del gusto. E necessario sottolineare che in genere queste malattie si sviluppano lentamente nel tempo e spesso se ne ritrova l'insorgenza dopo 10 o 15 anni dall eventuale esposizione alle radiazioni. Un altro dato da considerare è che negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi avanti rendendo i cellulari capaci di irradiare molte meno radiazioni rispetto ai primi modelli di alcuni anni fa. Ipersensibilità elettromagnetica: E' relativa agli effetti biologici derivanti da esposizione a radiazioni di antenne radio-base. I sintomi sono: mal di testa, nausee, stanchezza, palpitazione cardiaca e manifestazioni cutanee. Non è ancora evidente una correlazione diretta tra radiazioni e ipersensibilità, ma nel frattempo non si può certamente definire questi 3

5 pazienti dei malati immaginari. I medici affermano che i sintomi sono reali, ma non ne è stata ancora definita la causa. Secondo i medici dell OMS, la quasi totalità degli studi sull argomento ha confermato il fatto che i pazienti, pur manifestando i sintomi in presenza dei dispositivi, non sono in grado di dire se questi ultimi siano o meno attivi. Per tale ragione si parla di effetto nocebo. Cellulari Negli ultimi anni si è visto un aumento massiccio dell uso delle telecomunicazioni in tutte le sue forme, in particolare è diventato molto popolare l uso del telefono cellulare con conseguente aumento della copertura di rete su un territorio molto vasto. Questo ha fatto in modo che ci si ponesse il problema di capire se e in che modalità l uso così intensivo di queste tecnologie sia un problema per la salute dell uomo e dell ambiente. Da questa esigenza nasce l attività di ricerca di molti centri per trovare un eventuale legame tra i campi elettromagnetici e l insorgenza di alcuni problemi di salute nell uomo, quali gliomi, meningiomi, neurinomi nei casi più comuni. Attività di ricerca su tale argomento hanno avuto riscontro in tutto il mondo organizzando sia studi a carattere nazionale che internazionale di coordinamento. Ovviamente, essendo in gioco la salute del cittadino i governi hanno deciso di finanziare queste ricerche in modo da attivare una serie di procedure normative sul territorio con lo scopo di proteggere il cittadino stesso (ovviamente facendo molta attenzione a non danneggiare troppo gli interessi economici in gioco). Ogni stato o unione di stati, come l Unione Europea, ha reagito in modi diversi. La nocività delle emissioni elettromagnetiche è evidenziata dal fatto che molti adottano comportamenti precauzionali anche in assenza di una certificazione scientifica. Lo stesso consiglio per l'uso dell'auricolare, diffusissimo e sposato anche dalle autorità sanitarie, deriva da solide basi teoriche ed empiriche, anche se spesso viene trasmesso attraverso messaggi diversi (permette di avere libere le mani al volante e non solo), che pur essendo veritieri, sorvolano su altre possibili problematiche derivanti dall'uso dei cellulari. Gli unici limiti alle emissioni elettromagnetiche dei cellulari in vigore sono stabiliti sulla presunzione indimostrata che queste emissioni non siano dannose per la salute. Il tetto consentito varia a seconda della legislazione in vigore: l'unione Europea ha fissato la soglia di 2 watt/kg mentre Stati Uniti e Canada hanno posto un limite più basso di 1,6 watt/kg. Esse sono state fissate come misura precauzionale nei confronti di possibili effetti a lungo termine. Oggi tutti i cellulari in commercio non superano questo limite e sono valutati in base a test che calcolano il Sar (tasso di assorbimento specifico dell'onda elettromagnetica) generato nella testa dell'utente quando sono al massimo della potenza. E un test che serve semplicemente a garantire la conformità con i limiti stabiliti, ma che di certo non ha alcuna funzione preventiva o precauzionale. Essendo la legislazione bloccata, l'attenzione si sposta sugli studi che dovrebbero dettare la direzione in cui muoversi. La WHO, conosciuta meglio in Italia come OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha istituito vari progetti al suo interno per stabilire l esistenza o meno di una prova scientifica dei possibili danni alla salute creati dai CEM. A tal proposito ha creato l International Electromagnetic Fields Project che ha lo scopo di stabilire i meccanismi formali di analisi dei risultati di ricerca sui rischi derivanti dai campi elettromagnetici, favorendo anche un aumento dell informazione pubblica sull argomento oltre che un analisi formale degli standard attuali in modo da permettere una futura armonizzazione internazionale. Inoltre un settore ben specifico dell OMS, l International Agency for Research on Cancer (IARC), ha avviato dei propri studi sugli effetti dei campi elettromagnetici dando luce al progetto internazionale Interphone che per ora non ha fornito che risultati parziali. L Interphone è un progetto internazionale che coinvolge 13 paesi (Italia, Francia, Danimarca, 4

6 Svezia, Finlandia, Norvegia, Giappone, Australia, Canada, Germania, Israele, Nuova Zelanda, Gran Bretagna) il cui scopo è determinare l eventuale legame tra uso del cellulare e la comparsa di alcuni tipi di cancro: neurinoma acustico, glioma, meningioma, tumori alla ghiandola parotide, leucemia(per questa patologia gli studi sono stati solo pianificati in quanto non ci sono fondi) e linfomi. Il coordinamento dello studio internazionale e dei dati dei singoli paesi in Europa e in Israele è ad opera dell Unione Europea (Quality of Life Programme QLK ) e dell International Union against Cancer (UICC) di cui l Iarc è membro. L UICC riceve i fondi per questo progetto sia dall Unione Europea (3,85 Mln di Euro) sia dalle compagnie dei gestori (Mobile manufacturers forum, Gsm association, 02, Orange, T-mobile, Vodafone, H3G per un totale di 3,5 Mln di euro). I fondi dei gestori passano prima attraverso l UICC per garantire la completa indipendenza scientifica, in quanto l UICC è totalmente responsabile dei risultati stessi. Le compagnie hanno solo chiesto di essere informate dei risultati 7 giorni prima della loro pubblicazione ufficiale. Lo studio si basa sull analisi dei dati relativi a 6600 pazienti affetti dai suddetti tumori di cui 2700 gliomi, 2400 meningiomi, 1100 neurinomi e 400 tumori alla ghiandola parotide (dati dell Accademia Nazionale di Medicina di Francia) e dei vari risultati nazionali delle ricerche. Le persone scelte hanno età compresa tra i 30 e i 59 anni, in quanto è più probabile che abbiano iniziato ad usare il cellulare almeno da 5 anni. Le informazioni derivano da un intervista assistita al computer (CAPI) condotta da un intervistatore addestrato. Successivamente vengono comparate le risposte con i dati registrati dalle compagnie telefoniche e attraverso indagini di affidabilità. Tutti gli studi devono ovviamente seguire il core protocol, oltre ai protocolli dei singoli Stati partecipanti (molti dei quali hanno altri scopi di studio oltre a quelli internazionali appena descritti). Si deduce quindi che il ruolo è quello del coordinamento. Nel 2008 l OMS ha affermato che non si potevano trarre conclusioni su eventuali relazioni tra tumori e uso del telefono cellulare fino a quando non fosse disponibile il rapporto finale dell Interphone, nonostante ci sia stata una prima versione ufficiale nel 2000 che confermava l effetto non nocivo dell uso del cellulare. Questi primi risultati però non tenevano conto dell uso massiccio della tecnologia, quindi non vi erano ancora riportati i dati specifici relativi agli heavy users. Per tali ragioni i risultati del progetto, in realtà, si fanno attendere da lungo tempo. Il motivo del ritardo pare sia dovuto al fatto che i vari scienziati siano divisi per quanto riguarda l attendibilità dei dati raccolti, data la memoria fallibile delle persone ammalate di tumore al cervello. Voci indiscrete suggeriscono, invece, che il ritardo sia dovuto al fatto che i danni sarebbero evidenti ma gli interessi del mercato così alti che può darsi non si abbia la volontà di far pervenire questi risultati alla comunità mondiale. Il rapporto dell Interphone, che doveva uscire nel 2006, si fa ancora attendere. Attualmente sono disponibili sono conclusioni parziali provenienti dai vari Stati, tra i quali: Francia: Lo studio francese è stato pubblicato nel settembre 2007 sulla rivista Revue d Epidémiologie et de Santé Publique dimostrando che non vi è un aumento di rischio statistico significativo tra insorgenza del tumore e uso del cellulare. Si legge anche che il rischio non è stato del tutto escluso nel caso di utilizzo del cellulare per un periodo superiore a 10 anni per più di un ora al giorno, in questo caso si parla di persone definite heavy users. Questi presentano un rischio maggiorato del 20% e del 30% rispettivamente per neurinoma acustico e glioma maligno dal lato in cui hanno usato più spesso l'apparecchio in questione. Per tali ragioni il governo Francese invita alla prudenza mentre cerca di adoprarsi per introdurre leggi per la riduzione delle potenze emesse dalle antenne e dai cellulari. Italia: Gli studi italiani (pubblicati dall Espresso da Agnese Codignola e realizzati presso il centro Iarc di Genova) affermano che nonostante si parli di tumori rari e di piccoli numeri, la correlazione c è e può essere misurata: per ogni 100 ore di uso del telefonino il rischio di 5

7 neoplasie crescerebbe del 5%. In presenza di un uso estensivo, l incidenza del tumore potrebbe crescere per ogni anno dell 8% e per ogni decennio del 280%. Se l impiego è iniziato nell adolescenza, l incidenza sale al 420%. La causa sarebbe da ricercare nell azione dei campi magnetici sul DNA e sulla loro capacità di indebolire la barriera esistente tra cervello e circolo sanguigno. Finlandia: Si tratta di uno studio volto a determinare l eventuale correlazione tra l insorgenza del glioma (il più grave dei tumori celebrali) e l uso del telefonino. È stato analizzato un campione di 4800 persone di cui 1521 affette da questa grave forma tumorale: è emerso che il 92per cento dei malati contro il 94 per cento del gruppo di controllo usava il cellulare. Pertanto non vi è alcuna rilevanza statistica tra la malattia e il telefonino a meno che non si tratta di heavy users. Anna Lahkola dell Autorità finlandese per la sicurezza sulle radiazioni e il nucleare, ha affermato che lo studio comunque necessita di ulteriori approfondimenti prima di trarre conclusioni definitive. Israele: Lo studio seguito in Israele coordinato dalla ricercatrice Siegal Sadetzky (università di Tel Aviv) si concentra invece sui tumori alle ghiandole parotide (le ghiandole salivari che si trovano nella parte posteriore della bocca) affermando che nel caso di heavy users si riscontra una maggiore possibilità di ammalarsi. Nel caso di utilizzatori normali invece non si riscontrano legami tra malattia e uso del cellulare. Lo studio ha considerato un campione di 500 persone malate e 1300 persone sane, alle quali è stato fatto compilare un questionario sull uso del telefonino. Questi risultati, ancora una volta, sono definiti parziali. Alcune testate giornalistiche parlano anche di un documento nel quale si afferma che i cellulari proteggerebbero dal cancro se usati per un certo tempo. Conclusione che tuttavia non è stata pubblicizzata, probabilmente considerata rivelatrice di grossi problemi metodologici nello studio. Nell Agosto del 2009 un gruppo di scienziati di quattordici paesi, che si occupa dell inquinamento elettromagnetico, ha inviato al presidente americano Obama un rapporto e una supplica per la revisione dello studio Interphone, chiedendo che l amministrazione obblighi i produttori a mettere avvisi precauzionali sulle confezioni dei prodotti: Cellphones and Brain Tumors: 15 reasons for Concern, Science, Spin and the Truth Behind Interphone. In particolare, lo scopo di questa relazione è quello di informare giornalisti ed enti governativi che le scoperte delle ricerche scientifiche indipendenti alzano bandiera rossa, e di affrontare i difetti di progettazione nello studio Interphone, che si traducono in una sottostima del rischio di tumori al cervello da uso di cellulare. Tra i difetti si trova l uso di una definizione di utilizzatore regolare al quanto contestabile, l esclusione di giovani e bambini dallo studio (soggetti più a rischio), l esclusione delle persone che hanno già contratto il tumore e sono morte o sono troppo malate per rispondere correttamente, o il non aver considerato l esposizione ad altre fonti. L obiettivo è sollecitare i lettori a conoscere le precauzioni da attuare per ridurre notevolmente l esposizione alle radiazioni del cellulare. Pericolosità dell uso dei cellulari nei bambini, possibilità di danni alla fertilità maschile, possibilità di aumento consistente di tumori sono tra le principali argomentazioni di questa relazione che ha considerato i risultati di vari studi indipendenti. Gli studi indipendenti, definiti tali in quando non finanziati dalle compagnie telefoniche, sono dislocati in tutto il mondo e non tutti ancora hanno pubblicato i loro risultati o sono considerati attendibili. Tokio Women s Medical University (Giappone): Lo studio è stato effettuato su un campione di 322 persone affette dai tre tumori celebrali più diffusi e di 683 persone sane. Hanno analizzato le abitudini di ciascun soggetto relativamente al loro uso del cellulare. Ciascun soggetto è stato valutato in base al numero di ore passate al giorno e al numero di anni trascorsi usando il cellulare, oltre che analizzare le radiazioni emesse dai vari tipi di cellulari 6

8 usati dagli stessi, catalogandoli in quattro categorie per potenza di radiazioni emesse. Risultato: non si è riusciti a trovare nessuna associazione tra uso del cellulare e cancro localizzato nelle varie zone del cervello. (Studio pubblicato con un articolo sul British Journal of Cancer). Mobile Telecommunication and Health Research MTHR (UK): E un ente, finanziato dall esecutivo inglese, che ha promosso nel 2007 una ricerca che è arrivata alla seguente conclusione: i cellulari non possono essere associati a danni biologici. Lo studio ha però rilevato che una piccola percentuale di persone aveva contratto tumori celebrali se avevano usato il cellulare per più di un decennio. Comunque hanno affermato la necessità di fare nuove ricerche più complete per rendere il risultato ancora più attendibile. La nuova ricerca coinvolgerà 250mila europei di cui 100mila inglesi e valuterà i rischi per la salute da radiazioni dei cellulari su un arco di tempo di 30 anni, estendendo anche l analisi a malattie neurologiche quali Parkinson e Alzheimer, sclerosi multipla, ictus, malattie cardiache, mal di testa, disturbi del sonno oltre che neoplasie. I risultati sono attesi tra cinque anni e per maggiore affidabilità delle informazioni sull uso dei cellulari verranno presi i dati direttamente dalle compagnie telefoniche. John Cooke, direttore esecutivo della Mobile Operators Association, conferma la sua disponibilità a fornire i dati in quanto è necessario valutare bene i rischi nonostante non ci siano ancora dimostrazioni sugli effetti nocivi. Danish Cancer Society (Scandinavia): Gli scienziati dell Institute of Cancer Epidemiology hanno analizzato l incidenza annuale di glioma e meningioma sugli adulti danesi, finlandesi, norvegesi e svedesi di età compresa tre i 20 e i 79 anni, nel periodo Risultati: l incidenza nei 30 anni di osservazione è rimasta stabile, senza alcun aumento significativo dovuto alla diffusione e all utilizzo sempre più massiccio dei telefonini. Secondo il professor Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell Istituto Nazionale Tumori di Aviano, i risultati di questo studio confermano, come già dimostrato in passato, che non emerge una relazione tra i cellulari e tumori. Tuttavia, precisa Tirelli, resta l incognita delle conseguenze della durata dell esposizione prolungata nei prossimi decenni. Australia: Lo studio dell Australian National University di Vini Khurana afferma che l'esposizione per più di dieci anni alle onde elettromagnetiche aumenta del cinquanta percento il rischio di contrarre tumori al cervello. Tale connessione tra elettromagnetismo e malattia è evidente nel caso degli heavy users, un'evidenza tale che ha portato il ricercatore ad affermare che si tratterà di un'emergenza sanitaria tra una decina di anni maggiore di quella rappresentata dal fumo di sigarette o dall inquinamento da amianto - a meno di un inversione di tendenza nell uso dei telefonino a vantaggio di nuovi apparecchi con meno emissioni. Questi risultati sono ottenuti dall analisi di più di cento studi differenti. Scandinavia (Hardell-Mild): La Hardell Group (Svedese) evidenzia un aumento significativo del rischio relativo di neurinoma. (Rischio relativo: misura di associazione tra l esposizione ad un particolare fattore di rischio e l insorgenza di una definita malattia, calcolata come rapporto tra i tassi di incidenza negli esposti [numeratore] e nei non esposti [denominatore]. Ad esempio: un rischio relativo 3 sta a significare che il tasso di incidenza negli esposti è 3 volte maggiore dei non esposti. Rischio relativo derivato dall Odds ratio). Un secondo lavoro, sempre del gruppo Hardell: Mobile phones, cordless phones and the risk far brain tumors L. Hardell and M. Carlberg del 2009, si basa sugli studi già pubblicati dallo stesso gruppo e considera altri elementi quali età dell esposizione, ipsilateralità e tempo di esposizione. I risultati indicano un Odd ratio per uso di cordless di 1,5 e per cellulari di 1,7(per uso >10anni sono rispettivamente 1,3 e 1,9 ), per quanto riguarda il neurinoma (dell acustico). L Odds ratio è il rapporto tra un gruppo di pazienti con stessa malattia, con al numeratore il gruppo esposto all oggetto (radiofrequenze) in analisi mentre al denominatore il gruppo non esposto (normale). Se Odds ratio è superiore a 1 significa che la 7

9 probabilità che si verifichi l evento in un gruppo (ad esempio esposti) è superiore rispetto a quella di un altro gruppo e viceversa. L Odds ratio è una misura particolarmente utile negli studi caso-controllo come stima del rischio relativo che in questo tipo di studio non può essere misurato direttamente. Medical University of Vienna: Una review presa in considerazione è The Controversy about a Possible Relationship between Mobile Phone Use and Cancer di Michael Kundi ( Marzo 2009). L autore conclude che l esposizione può incidere sulla storia naturale della neoplasia in vari modi: interagendo nella fase iniziale di induzione, intervenendo sul tempo di sviluppo dei tumori a lenta crescita, come i neurinomi, accelerandola ed evitando la possibile naturale involuzione. In pratica queste esposizioni si comporterebbero come un vero e proprio cancerogeno. Dall'Università medica di Orembro (Svezia) è stato rilasciato un documento riguardante una ricerca sull'incidenza dei tumori legati alle emissioni delle onde elettromagnetiche nel caso di bambini e di giovani. Risulta che l'uso del cellulare nei bambini e nei giovani fino ai vent'anni comporta un aumento della possibilità di ammalarsi di tumore 5 volte superiore rispetto alla media in età adulta. Si sottolinea, infatti, che i bambini non sono dei piccoli adulti, in quanto hanno sia il sistema immunitario sia il cervello ancora in sviluppo(barriera emato-encefalica di limitato spessore) e ciò li rende più sensibili. Per tali ragioni è consigliabile non far vivere i bambini in case dove esistono apparecchi senza fili (sotto accusa non sono quindi solo i telefonini, ma anche i cordless e, vedremo, anche i sistemi wifi). Il mese scorso questi risultati sono stati confermati da una ricerca del programma MHTR, oltre che da uno studio italiano indipendente del professor Angelo Levis dell Università di Padova. Sono dati importanti in quanto secondo gli esperti si potrebbe arrivare proprio ad un'epidemia di tumori tra anni a causa di tutti i giovani che fino ad ora hanno vissuto in ambienti rischiosi sotto l'aspetto delle radiofrequenze. A tale proposito è stata varata una legge in Francia che vieta l'utilizzo dei cellulari nei bambini al di sotto dei 12 anni. La Gran Bretagna e il Belgio hanno intenzione di legiferare a riguardo. Il Dott. Henry Lay, dell'università di Washington, ha notato che il 67% delle ricerche indipendenti ha trovato prove della pericolosità dei cellulari, mentre le ricerche sponsorizzate dalle Major del settore hanno conseguito risultati simili solo nel 28% dei casi, ma meno evidenti. Da qui il dubbio che è stato presente per il nucleare, per l amianto Dopo 25 anni dall'introduzione sul mercato dei cellulari non esiste ancora uno studio epidemiologico, approvato e ufficializzato, sugli effetti dell'uso dei cellulari sulla salute. Una mancanza abbastanza clamorosa se si pensa alla quantità degli utenti che ne fanno uso. Antenne Nell'ambito della ricerca sugli effetti sulla salute dell'uomo da radiazioni emesse da antenne trarre una conclusione è particolarmente difficoltoso in quanto le tecnologie usate sono diverse e per diversi scopi. Se si limita lo studio alle antenne radio-base si osserva la generale tendenza di considerarle non nocive per la salute in quanto la maggiore fonte di irradiazioni, come già accennato, deriva dalle stazioni FM e televisive. Particolari perplessità si riscontrano nelle tecnologie più recenti come il wifi e il wimax. Ciò non esclude la necessità di continuare negli studi per migliorare le normative vigenti a favore di una diminuzione del campo elettromagnetico che inonda la vita dell'uomo, e quindi vivere in un ambiente più salutare. Nel panorama specifico dell Italia si osserva che le leggi vigenti, in merito all ubicazione e alle caratteristiche di trasmissione delle antenne di varie tecnologie, sono particolarmente severe ovviamente a vantaggio di tutta la popolazione. Nel caso specifico di analisi di danni da onde elettromagnetiche non ionizzate, emesse da antenne radio-televisive o da antenne radio base dei vari 8

10 operatori telefonici, il valore di attenzione è notevolmente il più basso d Europa (i cui valori si discuteranno più avanti nella sezione normativa). In particolare sul territorio italiano esiste l ente ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) che coordina le campagne di misura di elettrosmog a campione, sia su richiesta delle autorità locali sia della popolazione. Oltre al coordinamento delle misurazioni è l ente preposto alle autorizzazioni relative all installazione e la modifica degli impianti radio-tv-radiobase, ovviamente in coerenza degli standard vigenti. I deputati chiedono poi di modificare le norme tecniche del Comitato europeo di normalizzazione elettrotecnica in modo da imporre un obbligo di etichettatura relativo alla potenza di emissione che preveda l'indicazione, per ciascun apparecchio funzionante "senza fili", del fatto che lo stesso emette onde elettromagnetiche. Denunciano inoltre la conduzione di «campagne di marketing particolarmente aggressive» da parte di taluni operatori telefonici in occasione delle festività di fine anno e di altre occasioni speciali, ad esempio la vendita di telefoni cellulari destinati esclusivamente ai bambini o le offerte "minuti gratuiti" mirate per gli adolescenti. E' da sottolineare la presenza della seguente nota nei manuali dei cellulari Nokia, che potrebbe già essere definita come una prima forma di etichettatura: questo apparecchio è conforme alle direttive in materia di esposizione alle frequenze radioelettriche (ndr: sottointeso, Alte Frequenze artificiali micro-onde) sempre che sia utilizzato nella sua posizione normale rispetto all orecchio, cioè ad una distanza minima di 2,2 centimetri dal corpo. Dai nostri vicini francesi la situazione è molto controversa, data la presenza, da un lato di molti studi indipendenti, e dall altro lo Stato che viene accusato di non conformarsi alle direttive europee e di non informare correttamente la popolazione. Per fare un esempio, attualmente la legislazione nazionale prevede che le antenne GSM abbiano una soglia di emissione pari a 41 volt per metro. Lo Stato ha dichiarato che studi nazionali, europei e internazionali sono arrivati a concludere i danni alla salute derivanti dall esposizione di onde elettromagnetiche emesse dalle stazioni radio-base non presenta nessuna evidenza scientifica. La motivazione è da trovare nel fatto che l intensità del campo magnetico che le persone subirebbero abitando in zone limitrofe non è tale da recare danni in quanto di debole intensità. Dall'altro lato vi è l attività di Bio-Initiative che, operante in modo prevalente in Francia come organizzazione indipendente, afferma la sua volontà a continuare la sua battaglia ad abbattere questa soglia a 0.6 V/m (per la telefonia mobile) e 1V/m per le altre tecnologie (test in Austria hanno dimostrato che con questo valori le tecnologie funzionano correttamente). Secondo Bio-Iniziative questo limite permetterebbe di non avere danni alla salute in base a degli studi da lei condotti ma molto controversi nella comunità scientifica per i metodi usati. Gli operatori francesi ricordano che per motivi contrattuali devono coprire il territorio nella quasi totalità. Si rende noto che l organizzazione Bio-Iniziative, in Francia, ha trovato in sito detta zona bianca, esente da irraggiamento elettromagnetico dove ha costruito una casa seguendo tutte le regole che consentono l annullamento dell elettrosmog. L obiettivo è quello di creare un eco villaggio dove consentire alle persone affette di elettro-sensibilità di rigenerarsi. Non se ne conosce l ubicazione. Dall altro lato ancora da uno studio francese si viene informati sul fatto che l esposizione alle onde elettromagnetiche delle stazioni radiofoniche comporta a un rischio maggiore rispetto all esposizione delle onde elettromagnetiche dei telefoni cellulari, in quanto la quantità di onde che riceviamo dai primi è molto superiore a quella che riceviamo dai secondi. Infatti nell arco di 24 ore i 377 cittadini francese sono stati esposti a un campo di radiofrequenza di 0,201 volt/metro, in media, di cui: 0,044V/m dalle antenne radio, box wifi e forni a microonde per 0,038 v/m, poi telefoni cordless 0,037V/m, 0,036 V/m per i cellulari di tecnologia 3G e soltanto 0,013 V/m per la versione GSM (2G). Un altro centro, il Criiard (Centre de recherche et d'information indépendantes sur les rayonnements électromagnétiques), è stato fondato da Michèle Rivasi nel 1986 a seguito dell incidente di Cernobyl, finanziato dagli aderenti e da contratti che le collettività chiedono per 9

11 svolgere studi indipendenti, dotato di un consiglio scientifico europeo. Michèle Ravasi ha rilasciato un intervista dove ha dichiarato che le lobbies francesi stanno facendo pressione al Governo francese affinché non si abbassino i limiti legali per questioni puramente finanziare. Ridurre la potenza corrisponde a modificare gli impianti attuali e metterne altri (ovviamente con le nuove regole) per poter garantire la copertura attuale. Come fondatore e portavoce del Criiard afferma di volersi battere per abbassare i limiti consigliati da Bio-Initiative. Inoltre rassicura la popolazione sui campi elettromagnetici legati ai satelliti: non ci sono rischi in quanto la potenza ricevuta a terra è bassissima, tanto da essere amplificata dalle antenne paraboliche con dispositivi specifici, successivamente il segnale viene trasmesso via cavo. In Svezia è stata varata una legge che riconosce l invalidità da ipersensibilità elettromagnetica A differenza delle tecnologie per telefonia cellulare, il wifi sfrutta frequenze molto vicine alle microonde e studi hanno dimostrato che a questo tipo di frequenze ci sono degli effetti di tossicità genetica riscontrabile come rottura dei legami del DNA. Ma non ci sono studi sanitari su grande scala eseguiti sulla popolazione. Si è però osservato che le persone che nelle biblioteche avevano nelle loro vicinanze delle antenne Wifi, mostravano i sintomi della sindrome delle micro-onde, vale a dire insonnia, mal di testa, mancanza di concentrazione, nausea tipiche caratteristiche degli effetti delle iperfrequenze. Le antenne radiobase hanno frequenze che variano da 900MHz (GSM) a 2,250 GHz (UMTS) e 3GHz (wimax). Il wifi è nelle micronde ma ha potenze molto più basse delle antenne di cui sopra. Da tutto ciò bisogna proteggere i giovani in quanto le cellule che sono in procinto di divisione cellulare sono più sensibili agli eventuali danni genetici oltre che alla creazione di proteine di stress. L allarme questa volta arriva da Londra dove, a seguito di un recentissimo documento della Health Protection Agency, si sconsiglia la copertura delle scuole britanniche con ricevitori wifi, in quanto le radiazioni emesse provocherebbero svariati problemi di salute tra i quali invecchiamento precoce e formazione di cancro. A seguito di tale studio il sindacato degli insegnanti ha richiesto indagini per verificare la veridicità degli studi. E notizia che in alcune zone dell Austria siano stati emessi e riguardo alcuni provvedimenti di tipo restrittivo in attesa di appurare la pericolosità di questa tecnologia. Il governo tedesco, già nel 2007, aveva informato la popolazione sui danni derivanti dall uso del wi-fi, dichiarando «Non dimentichiamo che il Wi-fi è una tecnologia relativamente nuova, ancora da sviluppare. Mentre gli hot-spot pubblici hanno livelli ridotti di radiazioni, all'interno di ambienti domestici o di lavoro si può facilmente raggiungere una soglia critica». 10

12 Normative di protezione dai campi elettromagnetici Nel 1953 in Maryland (USA) ha luogo il primo meeting per definire i limiti di sicurezza con un approccio tecnico-scientifico. Negli stessi anni l'urss affronta il problema con un approccio epidemiologico. Dal 1960 in poi, in America si succedono gli Standard di protezione ai campi elettromagnetici, emanati dapprima dall ANSI (American National Standard Institute) e poi dall IEEE Standards Board. Il primo documento rilevante in materia di elettrosmog sono le linee guida pubblicate dall'icnirp nel L ICNIRP è un gruppo indipendente di esperti il cui compito è quello di valutare lo stato delle conoscenze relative agli effetti delle radiazioni non ionizzanti sulla salute e sullo stato di benessere e di fornire pareri scientificamente fondati per proteggere la popolazione e i lavoratori da questo agente fisico. La Commissione è formalmente riconosciuta dall Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO); essa collabora inoltre attivamente con diverse organizzazioni internazionali, tra le quali la Commissione dell Unione Europea. Nel 1998 l'icnirp ha pubblicato delle linee guida per la protezione dell uomo dai campi elettromagnetici nell intervallo di frequenza 0 Hz 300 GHz, con l obiettivo di stabilire delle linee guida per la limitazione dell esposizione ai campi elettromagnetici, in modo da fornire una protezione contro effetti conosciuti che siano nocivi per la salute. L esposizione a campi elettromagnetici variabili nel tempo dà luogo a correnti elettriche all interno del corpo e all assorbimento di energia nei tessuti; entrambi gli effetti dipendono dai meccanismi di accoppiamento e dalla frequenza in gioco. Le grandezze dosimetriche utilizzate, tenendo conto dei diversi intervalli di frequenza e delle diverse forme d onda, sono le seguenti: Densità di corrente, J, nell intervallo di frequenze fino a 10 MHz; Corrente, I, nell intervallo di frequenze fino a 110 MHz; Rateo di assorbimento specifico di energia, SAR, nell intervallo di frequenze 100 khz - 10 GHz; Assorbimento specifico di energia, SA, per campi pulsati nell intervallo di frequenze 300 MHz - 10 GHz; Densità di potenza, S, nell intervallo di frequenze GHz. L esposizione a campi elettromagnetici di frequenza superiore a 100 khz può portare a significativi assorbimenti di energia e aumenti di temperatura. In generale, l esposizione a un campo elettromagnetico uniforme (onda piana) dà luogo a una deposizione e ad una distribuzione dell energia nel corpo molto disuniformi, che devono essere valutate mediante misure e calcoli dosimetrici. Dal punto di vista dell assorbimento di energia da parte del corpo umano, i campi elettromagnetici possono essere suddivisi in quattro intervalli di frequenza: frequenze da circa 100 khz a circa 20 MHz, per le quali l assorbimento nel tronco diminuisce rapidamente al decrescere della frequenza, mentre assorbimenti significativi possono prodursi nel collo e nelle gambe; frequenze nell intervallo tra circa 20 MHz e 300 MHz, per le quali si può presentare un assorbimento relativamente alto nel corpo intero, ed uno ancora più elevato se si considerano gli effetti di risonanza in singole parti del corpo (ad esempio la testa); 11

13 frequenze nell intervallo da circa 300 MHz a qualche GHz, in corrispondenza delle quali si verifica un significativo e disuniforme assorbimento locale; frequenze superiori a circa 10 GHz, per le quali l assorbimento di energia ha luogo soprattutto sulla superficie del corpo. Il SAR mediato sull intero corpo e quello locale sono grandezze appropriate per confrontare gli effetti osservati in diverse condizioni di esposizione. A frequenze superiori a circa 10 GHz, lo spessore di penetrazione dei campi nei tessuti è piccolo, ed il SAR non è una buona grandezza per valutare l energia assorbita; una grandezza dosimetrica più appropriata è la densità di energia incidente (espressa in W/m2). Le restrizioni sull esposizione sono basate su effetti sanitari accertati e vengono chiamate restrizioni di base. Secondo la frequenza, le grandezze fisiche usate per specificare le restrizioni di base per l esposizione a campi elettromagnetici sono la densità di potenza, il rateo di assorbimento specifico (SAR) e la densità di potenza. Per la protezione da effetti nocivi per la salute, non si devono superare queste restrizioni di base. I livelli di riferimento vengono forniti ai fini di un confronto pratico con i valori misurati di determinate grandezze fisiche: il rispetto di tutti i livelli di riferimento forniti da queste linee guida assicurano il rispetto delle restrizioni di base. Se i valori misurati sono superiori ai livelli di riferimento, non ne consegue necessariamente che siano superate le restrizioni di base, ma è necessaria un analisi più dettagliata per verificare il rispetto di queste ultime. La popolazione esposta per motivi professionali è formata da adulti che sono generalmente esposti in condizioni note e sono informati e consapevoli dei potenziali rischi e delle opportune precauzioni da adottare. Al contrario, il pubblico generico comprende individui di tutte le età e con diverso stato di salute, e può includere gruppi di persone particolarmente sensibili. In molti casi, i membri del pubblico non sono consapevoli della loro esposizione ai campi elettromagnetici. Inoltre, non ci si può ragionevolmente attendere che i singoli individui della popolazione adottino misure per minimizzare o per evitare l esposizione. Sono queste le considerazioni alla base dell adozione di limitazioni più restrittive per l esposizione del pubblico rispetto a quella dovuta a motivi professionali. Le restrizione di base sono esposte in Tabella 1. 12

14 Tabella 1: Restrizioni di base per campi elettrici e magnetici variabili nel tempo, con frequenze fino a 10 GHz Caratteristiche dell'esposizione Intervallo di frequenza Densità di corrente per la testa ed il tronco (ma/m 2 )(rms) SAR mediato sul corpo intero (W/kg) SAR localizzato (testa e tronco) SAR localizzato (arti) fino a 1 Hz Hz 40/f Esposizione professionale 4 Hz - 1 khz khz f/ khz 10 MHz f/100 0, MHz 10 GHz - 0, fino a 1 Hz Hz 8/f Esposizione al pubblico 4 Hz - 1 khz khz f/ khz 10 MHz f/500 0, MHz 10 GHz - 0, Note: 1. f è la frequenza in hertz. 2. A causa della disomogeneità del corpo, le densità di corrente devono essere mediate su una sezione trasversale di 1 cm2 perpendicolare alla direzione della corrente. 3. Per frequenze fino a 100 khz, i valori di picco della densità di corrente possono essere ottenuti moltiplicando i valori efficaci (rms) per 2 ( 1,414). Per impulsi di durata tp la frequenza equivalente da applicare nelle restrizioni di base deve essere calcolata come f = 1/(2tp). 4. Per frequenze fino a 100 khz e per campi magnetici pulsati, la massima densità di corrente associata agli impulsi deve essere calcolata dal tempo di salita/discesa e dal massimo rateo di variazione dell induzione magnetica. La densità di corrente indotta può quindi essere confrontata con la restrizione di base appropriata. 5. Tutti i valori di SAR devono essere mediati su un periodo di 6 minuti. 6. La massa su cui mediare il SAR localizzato è qualunque massa contigua di 10 g di tessuto; il massimo SAR così ottenuto deve essere il valore usato per la stima dell esposizione. 7. Per impulsi di durata tp, la frequeza equivalente da applicare nelle restrizioni di base deve essere calcolata come f = 1/(2tp). Inoltre, per esposizioni a campi pulsati, nell intervallo di frequenza tra 0,3 e 10 GHz e per esposizioni localizzate della testa, viene raccomandata un ulteriore restrizione di base per limitare o evitare gli effetti uditivi causati dall espansione termoelastica. Questa restrizione è che il SA, mediato su 10 g di tessuto, non deve superare 10 mj/kg per i lavoratori e 2 mj/kg per il pubblico. I limiti derivati sono ottenuti dai limiti di base attraverso modelli matematici o estrapolazioni, considerando la situazione di massimo accoppiamento con l'individuo (campo E parallelo all'asse del corpo). I valori sono mediati spazialmente sull'intero volume occupato dal corpo umano. Tra 100 khz e 10 GHz i valori devono essere mediati su un qualunque periodo di 6 minuti. Il rispetto di questi limiti derivati assicura il rispetto dei valori di SAR mediati sull intero corpo, ma non dei valori locali, che devono quindi essere verificati indipendentemente. Nel campo c è una differenza tra i valori per la popolazione(tabella 2) e quelli per i lavoratori 13

15 (Tabella 3) pari a 5, ovvero al fattore di sicurezza ulteriore usato per il SAR. Tabella 2: Livelli di riferimento per l esposizione professionale a campi elettrici e magnetici (valori efficaci imperturbati) Intervallo di frequenza Intensità del campo elettrico (V/m) Intensità del campo magnetico (A/m) Induzione magnetica (mt) Densità di potenza dell onda piana equivalente Seq (W/m 2 ) fino a 1 Hz - 1,63 x x Hz ,63 x 105/f 2 2 x 105/f Hz x 104/f 2,5 x 104/f - 0,025-0,82 khz 500/f 20/f 25/f - 0,82-65 khz ,4 30,7-0,065-1 MHz 610 1,6/f 2,0/f MHz 610/f 1,6/f 2,0/f MHz 61 0,16 0, MHz 3f 1/2 0,008f 1/2 0,01f 2 f/ GHz 137 0,36 0,45 50 Tabella 3: Livelli di riferimento per l esposizione del pubblico a campi elettrici e magnetici (valori efficaci imperturbati) Intervallo di frequenza Intensità del campo elettrico (V/m) Intensità del campo magnetico (A/m) Induzione magnetica (mt) Densità di potenza dell onda piana equivalente Seq (W/m 2 ) fino a 1 Hz - 3,2 x x Hz ,2 x 104/f 2 4 x 104/f Hz /f 5.000/f - 0,025-0,8 khz 250/f 4/f 5/f - 0,8-3 khz 250/f 5 6, khz ,25-0,15-1 MHz 87 0,73/f 0,92/f MHz 87/f 0,73/f 0,92/f MHz 28 0,07 0, MHz 1,375f 1/2 0,0037f 1/2 0,0046f 2 f/ GHz 61 0,16 0,2 10 Per gli effetti termici, che sono significativi al di sopra di 100 khz, i valori di SAR e di densità di potenza devono essere sommati secondo la formula: 10GHz i= 100kHz SAR SAR 14 i L + 300GHz i> 10GHz S S i L 1

16 Dal 1998 in poi in l'unione Europea ha emanato una serie di raccomandazioni e direttive basandosi sulle linee guida dell'icnirp affinché gli stati membri adottino misure di sicurezza per la tutela della popolazione dai campi elettromagnetici. Il 12 luglio 1999 il consiglio dell'unione Europea emana una raccomandazione relativa alla limitazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz. Gli stati membri sono tenuti a seguirla a meno che non definiscano limiti più restrittivi. I valori limite in campo e in SAR sono esattamente quelli dell ICNIRP 1998 riferiti alla popolazione. La Commissione viene poi invitata ad elaborare ogni 5 anni una relazione sui progressi dell attività di ricerca, integrata anche con le esperienze degli Stati membri. La direttiva 2004/40/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici) stabilisce le prescrizioni minime di protezione dei lavoratori dall esposizione ai campi elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz) durante il lavoro. I valori limite di esposizione sono definiti basandosi direttamente sugli effetti sulla salute accertati (sono i limiti ICNIRP di base SAR). I valori di azione sono definiti su parametri direttamente misurabili che determinano l obbligo di adottare una o più misure specificate nella direttiva (sono i limiti ICNIRP di riferimento). Se rispettati, allora sono rispettati anche i valori limite di esposizione, se superati, si deve valutare se i valori limite di esposizione sono rispettati; nel caso quest ultimi siano superati, allora si deve avviare un azione di risanamento. Gli Stati Membri devono conformarsi alla direttiva entro il 30 Aprile La direttiva 2008/46/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 modifica però la direttiva 2000/40/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici). Considerando che: L articolo 13, paragrafo 1, della direttiva 2004/40/CE stabilisce che gli Stati membri mettano in vigore entro il 30 aprile 2008 Nuovi studi scientifici dell ICNIRP sono stati presentati al Parlamento Europea. La Commissione ha avviato uno studio volto a valutare in modo diretto e quantitativo la situazione per quanto riguarda la risonanza magnetica per immagini. I risultati di tale studio, dovrebbero essere presi in considerazione al fine di garantire un equilibrio tra la prevenzione dei rischi potenziali per la salute dei lavoratori e l accesso ai vantaggi offerti da un impiego efficace delle tecnologie mediche in questione. Hanno adottato la seguente direttiva: «Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 30 aprile Essi ne informano immediatamente la Commissione.» Nell aprile 2006 l IEEE ha pubblicato una revisione del suo standard (IEEE-1999). Ne ha cambiato la struttura, poiché mentre nella prima i limiti erano sul campo e si potevano rilassare valutando il SAR, ora i limiti sono sulle restrizione di base e i valori di campo sono considerati derivati. Lo standard IEEE Std C definisce livelli limite per frequenze comprese tra 3 khz e 300 GHz. Raccomanda inoltre valori massimi di campo MPE (maximum permissible exposure) e di SAR BR (basic restrictions) dividendo tra ambiente controllato e popolazione generica. La 15

17 giustificazione secondo l'ieee è che i limiti sono basati sul materiale migliore tra quelli disponibili (di tutta la letteratura scientifica fanno una revisione periodica, mantenendo solo il risultato di studi riproducibili, con esposizioni controllate secondo rigidi criteri). I valori MPE sono derivati da valori di SAR (limite primario) che non devono essere mai superati. Sono derivati considerando la ben nota dipendenza dell assorbimento dalla frequenza. Le raccomandazioni sono fatte per proteggere la salute degli esseri umani dagli effetti nocivi associati all'esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici nella gamma di frequenza da 3 khz e 300 GHz. Le raccomandazioni, che proteggono contro gli effetti associati alla elettrostimolazione e riscaldamento dei tessuti, sono destinate ad applicarsi a tutte le esposizioni umane, tranne per l'esposizione dei pazienti sotto la direzione di medici e professionisti del settore medico. Queste raccomandazioni non sono destinate al fine di prevenire interferenze con i dispositivi medici e di altri che possono presentare sensibilità a radio frequenza (RF) campi. Mentre le prove scientifiche confermano la conclusione che non vi sia alcun rischio misurabile associato ad esposizioni a radiofrequenza al di sotto del livello stabilito da questo standard, è scientificamente impossibile dimostrare l'assoluta sicurezza (ipotesi nulla) di qualsiasi agente fisico. Così il livello inferiore, con un fattore di sicurezza supplementare, riconosce le preoccupazioni del pubblico e supporta anche il processo di armonizzazione con altre norme, ad esempio, le raccomandazioni NCRP [B95], e le linee guida ICNIRP [B62]. In Italia, la prima regolamentazione nazionale è stata il Decreto del 10 settembre 1998 n. 381 con le linee guida applicative G.U. n. 257 del 3 novembre Il decreto si applica a sistemi fissi di telecomunicazione, radio e TV (non ai telefoni cellulari e ai RADAR) per tutta la popolazione (ad eccezione di applicazioni mediche) con una frequenza compresa tra 100 khz e 300 GHz, ma vengono posti limiti uguali in tutto l intervallo di frequenza tra 3 MHz e 3 GHz Vengono introdotti dei valori di cautela che devono essere obbligatoriamente rispettati nei luoghi in cui la permanenza delle persone prevista sia maggiore di 4 ore. Vengono inoltre introdotti degli eventuali obiettivi di qualità a cui tendere con i nuovi impianti su cui possono intervenire Regioni e Comuni. Proprio questa possibilità ha portato all'emissione di norme locali ognuna con valori limite diversi. La legge quadro del 22 febbraio 2001 definisce i principi fondamentali per la protezione della popolazione. I valori limite sono rimandati ai decreti attuativi pubblicati l 8 luglio La legge si applica sulle frequenze da 0 Hz a 300 GHz (tranne esposizioni per motivi medici). In particolare si applica ad elettrodotti, impianti di radio diffusione, radar, etc. Lo Stato fissa i limiti e le regioni si devono adeguare. Si definisce inoltre un catasto nazionale per gli impianti. Il DPCM dell'8 luglio 2003 è il decreto attuativo per le frequenze tra 100 khz e 300 GHz (Tabella 4). Rimanda alla raccomandazione europea, e quindi all ICNIRP per tutto ciò che non rientra nell applicabilità della legge (e quindi in particolare per i telefoni cellulari). Per come effettuare valutazioni di campo si rimanda alla normativa tecnica CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) In particolare, si possono usare i conti fintanto che i valori trovati non superano la metà del limite. Altrimenti sono necessarie le misure. In presenza di diverse sorgenti e di un valore di campo che superi i limiti previsti dal DPCM, si deve adottare un opportuna procedura di riduzione a conformità (allegato C DPCM 8 luglio 2003). 16

18 Tabella 4: Limiti di esposizione e obiettivi di qualità DPCM 08/07/2003 Intervallo di frequenza Limiti di esposizione Obiettivi di qualità E rms (V/m) H rms (A/m) S eq (W/m 2 ) E rms (V/m) H rms (A/m) S eq (W/m 2 ) 0,1-3 MHz 60 0,2-6 0, MHz 20 0, ,016 0, GHz 40 0, ,016 0,1 Con la legge 03/08/2007 il Governo è delegato ad adottare, entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per il riassetto e la riforma delle disposizioni vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Il 19 novembre 2007 con il DL n. 257 il Governo attua la direttiva 2004/40/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici). In pratica si aggiunge alla 626 un titolo relativo ai campi elettromagnetici con entrata in vigore delle disposizioni il 30 aprile Il 9 aprile 2008 viene emanato il DL n. 81. Questo decreto è l'attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il capo IV del titolo VIII determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz), come definiti dall'articolo 207, durante il lavoro. Le disposizioni riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a breve termine conosciuti nel corpo umano derivanti dalla circolazione di correnti indotte e dall'assorbimento di energia, e da correnti di contatto. Il capo IV non riguarda la protezione da eventuali effetti a lungo termine e i rischi risultanti dal contatto con i conduttori in tensione. Nell'ambito della valutazione dei rischi il datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura o calcola i livelli dei campi elettromagnetici ai quali sono esposti i lavoratori. La valutazione, la misurazione e il calcolo devono essere effettuati in conformità alle norme europee standardizzati. Qualora risulti che siano superati i valori di azione, il datore di lavoro valuta e, quando necessario, calcola se i valori limite di esposizione sono stati superati. Se i limiti di esposizioni sono superati elabora ed applica un programma d'azione che comprenda misure tecniche e organizzative intese a prevenire esposizioni superiori ai valori limite di esposizione. 17

19 Sentenze Caso Motorola Nel 2000 Christopher J. Newmann e sua moglie avevano chiesto un risarcimento di 800 milioni di dollari ai danni di Motorola, in quanto ritenevano che il tumore dietro l'orecchio era dovuto all'uso del telefonino analogico usato dal 1992 al La corte ha ritenuto non dare ragione al signor Newmann in quanto gli studi di Hardell, esposti personalmente dal ricercatore durante il processo, parlano di un collegamento tra l'uso dei cellulari e tumori benigni; mentre il tumore in cosiderazione era maligno, motivo per cui i dati del signor Hardell non potevano essere portati come probatori della causalità tra quel tumore e il telefono prodotto dalla Motorola. Caso Marcolini La causa in questione, promossa alla Corte d Appello di Brescia, Sezione Lavoro, da Marcolini Innocente contro I.N.A.I.L può essere considerata un primo passo verso una nuova presa di posizione da parte della legislazione, in un campo come quello dell elettrosmog dove è ancora necessario fare chiarezza. Si afferma, infatti, che: Un ruolo quindi, almeno concausale, delle radiofrequenze nella genesi della neoplasia che ha patito il Sig. Marcolini è probabile (probabilità qualificata). Il signor Innocente Marcolini, in riferimento ad una grave e complessa patologia cerebrale che aveva origine professionale, conveniva l INAIL per sentirlo condannare a corrispondergli le prestazioni di legge. Egli aveva svolto attività di dirigente d azienda dal 1981 al 2003, e in tale mansione aveva utilizzato il telefono cellulare e il cordless per una media di 5-6 ore al giorno e per un periodo di 12 anni ed essendo destrimane teneva l apparecchio con la mano sinistra mentre con l altra annotava appunti. L INAIL aveva rifiutato la richiesta, negando il nesso causale fra le attività lavorativa e le affezioni denunciate. Il primo giudice respinse la domanda per carenza del nesso causale, aderendo alle considerazioni svolte dal CTU (Consulente tecnico d ufficio), aspramente criticate dal ricorrente. Appellava quindi il Sig. Marcolini e si costituiva l INAIL per la conferma, ricordando l inesistenza di studi scientifici attendibili in ordine alla nocività delle onde elettromagnetiche. I motivi della decisione sono dovuti al fatto che la CTU disposta in questo grado di giudizio, molto documentata ed accuratamente motivata, individua il nesso, quanto meno Concausale, tra l utilizzo dei telefoni e la patologia. Innanzitutto, occorre osservare che l utilizzo del cellulare per molte ore lavorative e l uso dell orecchio sinistro hanno trovato piena conferma testimoniale e non sono state più oggetto di contestazione da parte dell INAIL. Da questo dato che quantifica il livello di esposizione è partita l indagine del CTU per trovare il nesso causale. Questo fatto è di cruciale importanza, infatti uno delle problematiche maggiori dal punto di vista giudiziario è quella di quantificare il livello di esposizione e di dimostrarlo con testimoni, problematica ripresa anche in molti studi (specialmente quelli gestiti in maniera dubbia, vedi Interphone), dove spesso i risultati venivano considerati non attendibili a causa della non sicurezza del livello di esposizione sottostimando così il rischio. In secondo luogo è molto interessante valutare gli studi presi in considerazione dal CTU per valutare la questione. Infatti vengono citati e usati studi dal 2005 al La difesa dell INAIL si basa esclusivamente sulla contestazione della scelta degli studi presi in considerazione dal CTU. Una prima obbiezione dovuta al fatto che gli studi riguardassero il 18

20 neurinoma acustico per analizzare un caso di neurinoma del trigemino (che ha colpito il sig. Marcolini) e una seconda obbiezione che afferma che si tratterebbe di studi su un basso numero di casi mentre lo studio del 2000 dell OMS ha escluso effetti negativi sulla salute. Obbiezioni che però vengono respinte, la prima come spiega il CTU perché i due neurinomi appartengono al medesimo distretto corporeo e vengono entrambi interessati dal campo magnetico che si genera dall uso del cellulare. La seconda, invece, viene respinta perché lo studio dell OMS risalente al 2000 e basato su dati, ovviamente, ancora più risalenti, non tiene conto dell uso più recente, ben più massiccio e diffuso, di tali apparecchi e del fatto che si tratta di tumori a lenta insorgenza: pertanto gli studi del 2009, basati su dati ben più recenti, sono di per sé più attendibili. Inoltre non si basano su un numero basso di casi, ma al contrario, del tutto esaustivo, 678 casi, che sono il numero totale di casi in un anno in Italia. È interessante notare come la disputa non avvenga a livello giuridico ma a livello di studi scientifici che sono in conflitto tra loro; infatti in tutti gli ambiti dove non c è una chiara posizione da parte della scienza, soprattutto nei casi di danni alla salute, la giurisprudenza non può far altro che muoversi indirettamente andando a valutare quali studi prendere in considerazione e quali no. È necessario agire ad un livello più basso andando a verificare la correttezza degli studi che vengono fatti, in modo che le case produttrici non possano nascondersi dietro all Ignoto tecnologico e allo stesso tempo attendere che questi studi diano una certezza del nesso causale prima di prendere una posizione definitiva sulla questione. Diventa quindi rilevante, la motivazione con cui viene spiegata la scelta degli studi, che come espressamente riportato dalla sentenza mostra che a differenza dello studio della IARC, cofinanziato dalle ditte produttrici di telefoni cellulari, gli studi citati dal dott. Di Stefano (CTU) sono indipendenti. In realtà questa sentenza viene catalogata sotto la voce malattia professionale, in cui come insegna la Suprema Corte, la malattia ad eziologia (origine) multifattoriale e malattia professionale non tabellata, deve essere valutata in termini di ragionevole certezza, che può essere ravvisata in presenza di un rilevante grado di probabilità. Per questo il giudice deve valutare le conclusioni probabilistiche del consulente tecnico in tema di nesso causale considerando che la natura della malattia può essere desunta con elevato grado di probabilità dalla tipologia delle mansioni svolte. Se, infatti, passa definitivamente, anche a livello giurisprudenziale, l assunto che vi è un nesso causale tra esposizione a radio frequenze e patologie, peraltro di natura neoplastica, è semplice ipotizzare che ben presto le azioni giudiziali di singoli per ottenere riconoscimenti di malattie professionali analoghe a quelle del Signor Marcolini intaseranno i ruoli dei tribunali del lavoro. Inoltre il diffondersi di patologie legate all uso di cellulari potrebbe innescare masse di azioni di risarcimento di danni nei confronti delle case produttrici degli apparecchi in questione che poi si trasformerebbero in azioni di classe. Tuttavia la certezza di un nesso causale non deve essere una certezza scientifica ma una certezza processuale perché altrimenti verrebbe a mancare la tutela nel lavoro e nell ambiente. Bisogna quindi abbandonare quella corrente dottrinale per cui la tutela della salute viene messa in secondo piano rispetto alla tutela del sistema socio-economico ( si ricorda il curioso esempio perorato dal più illustre esponente di questa corrente, F. Stella, per cui fino a che non saremo in grado di individuare quando e dove potrà essere stata inalata quell unica fibra di amianto che potrebbe essere responsabile delle malattie e dei tumori non dovremmo poter condannare nessuno per lesioni o omicidio colposo). Il fatto che una Corte d appello riconosca in una sentenza l elementare verità per cui uno studio indipendente è, di suo, più credibile rispetto a uno studio co-finanziato dalle società produttrici dell oggetto incriminato nel processo, non vuol dire certo che si debbano rigettare a priori le offerte delle industrie di finanziamento di studi e ricerche scientifiche. Vuol solo dire che 19

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