REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VENEZIA COMUNE DI VIGONZA PIANO DELLE ACQUE

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2 REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VENEZIA COMUNE DI VIGONZA PIANO DELLE ACQUE RELAZIONE TECNICA INDICE 1 PREMESSE GLI STRUMENTI TERRITORIALI DI RIFERIMENTO IL P.T.R.C IL P.T.C.P. DI PADOVA IL P.A.T. DEL COMUNE DI VIGONZA IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (P.T.A.) IL PIANO DIRETTORE IL QUADRO NORMATIVO INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ED AMMINISTRATIVO DESCRIZIONE DELLA RETE IDROGRAFICA LA RETE CONSORTILE I BACINI IDROGRAFICI LA STRUTTURA DEL SUOLO LA RETE FOGNARIA BUSA, PERAROLO E CAPRICCIO ZONA INDUSTRIALE PERAGA

3 5.4.4 VIGONZA SAN VITO L ATTUALE GESTIONE DEI CORSI D ACQUA NEL TERRITORIO COMUNALE IL RISCHIO IDRAULICO DEFINIZIONE DELLE CRITICITA IL RISCHIO IDRAULICO DERIVANTE DALLA SIMULAZIONE IDRAULICA DELLA RETE CONSORTILE E TUBATA BACINO SCOLO PIONCA BACINO FIUME TERGOLA BACINO SCOLO NOVENTANA IL RISCHIO IDRAULICO INDIVIDUATO NELLE ALTRE RETI MINORI LINEE GUIDA PER UNA NUOVA GESTIONE DEL TERRITORIO IL COMMISSARIO DELEGATO PER L EMERGENZA IDRAULICA LE CURVE SEGNALATRICI DI POSSIBILITÀ PLUVIOMETRICA INTERVENTI DI PIANO INTERVENTI SUL BACINO DEL PIONCA DESCRIZIONE DELLE OPERE PER LA RISOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE SUGLI SCOLI CONSORTILI DESCRIZIONE DELLE OPERE PER LA RISOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE SULLA RETE DI FOGNATURA BIANCA DESCRIZIONE DELLE OPERE PER LA RISOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE SUGLI SCOLI MINORI INTERVENTI SUL BACINO DEL TERGOLA DESCRIZIONE DELLE OPERE PER LA RISOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE SUGLI SCOLI CONSORTILI DESCRIZIONE DELLE OPERE PER LA RISOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE SULLA RETE DI FOGNATURA BIANCA DESCRIZIONE DELLE OPERE PER LA RISOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE SUGLI SCOLI MINORI INTERVENTI SUL BACINO DESTRA BRENTA I COSTI DEGLI INTERVENTI DI PIANO INDICAZIONI PROGETTUALI PER FUTURI INTERVENTI DI ESPANSIONE URBANISTICA

4 11.1 LOTTIZZAZIONI TOMBINAMENTI PONTI ED ACCESSI SCARICHI

5 1 PREMESSE Il Piano delle Acque intende porsi come uno strumento prevalentemente di indirizzi e normative, finalizzate ad una pianificazione territoriale che detti prescrizioni specifiche sui progetti e sulle azioni che comportino una qualunque trasformazione del territorio. Al proprio interno saranno sviluppati ed approfonditi i singoli temi su cui il Piano dovrà dettare norme e indicazioni, e specificatamente: il quadro di riferimento, contenente le normative vigenti dettate dalla pianificazione territoriale e di settore in atto sull area oggetto dello studio; la verifica delle conoscenze disponibili, contenente tutte le informazioni territoriali, climatologiche, idrologiche, idrauliche, geologiche, pedologiche, paesaggistiche necessarie al fine di una corretta pianificazione, e successive progettazione e realizzazione, degli interventi progettuali; gli squilibri, contenente un analisi sui principali effetti che l urbanizzazione e l impermeabilizzazione hanno provocato sulla risposta idraulica del territorio; con definizione delle criticità idrauliche; le linee guida operative, contenente le linee guida di intervento del Piano, la filosofia e la metodologia di progetto ed indicazioni sul rilascio di licenze e concessioni consortili, sui metodi e sui mezzi necessari per la corretta gestione e manutenzione dei fossati; gli interventi di piano, contenente le ipotesi degli interventi strutturali a medio e lungo termine per la mitigazione del rischio idraulico, gli interventi sulle criticità individuate, gli interventi sulle criticità di rete e la stima dei costi di intervento; 4

6 2 GLI STRUMENTI TERRITORIALI DI RIFERIMENTO Per una buona ed efficace progettazione degli interventi, è importante analizzare la pianificazione territoriale vigente, al fine di ottenere un perfetto quadro conoscitivo degli aspetti normativi, a livello di organizzazione e gestione del territorio, ricadenti sull area comunale. Le iniziative per la gestione territoriale, infatti, sono sempre state rivolte a situazioni ormai compromesse, mentre poco si è fatto nel tentativo di prevenire e controllare le alterazioni ambientali. Il presente capitolo intende principalmente evidenziare il modo in cui i principali strumenti territoriali vigenti affrontano il tema della difesa del suolo e del rischio idraulico. A livello amministrativo, in ordine gerarchico, i principali strumenti di Pianificazione Territoriale sono il Piano Territoriale di Coordinamento della Regione Veneto (P.T.R.C.), il Piano Territoriale Provinciale di Padova (P.T.P.) ed il Piano di Assetto Territoriale del Comune di Vigonza (P.A.T.). Sono inoltre stati esaminati il Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.) ed il Piano per la prevenzione dell inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante nella Laguna di Venezia Piano Direttore 2000, redatti dalla Regione Veneto. 2.1 IL P.T.R.C. Il P.T.R.C. della Regione Veneto, adottato con D.G.R. 23 dicembre 1986, n. 7090, è stato pubblicato sul supplemento al B.U.R. n. 93, anno XXIII, del 24 settembre Con l entrata in vigore della Legge Regionale 23 aprile 2004, n.11, la Regione Veneto ha avviato il processo di aggiornamento del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, ai sensi degli artt. 25 e 4 della stessa. Con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09 è stato quindi adottato il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, pubblicato sul BUR n. 22 del 13/03/09, come riformulazione dello strumento generale relativo all'assetto del 5

7 territorio Veneto, in linea con il nuovo quadro programmatico previsto dal Programma Regionale di Sviluppo (PRS) e in conformità con le nuove disposizioni introdotte con il Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 42/04). Nella Relazione al Documento Preliminare, si legge che il Piano intende seguire specifici obiettivi atti a prevenire e contrastare il fenomeno del cambiamenti climatici, individuando possibili azioni da perseguire quali - difesa dei fiumi con opere di regimazione e consolidamento degli alvei, usando anche tecniche naturalistiche a basso impatto ambientale; - laminazione delle piene nei momenti di piogge intense e fenomeni alluvionali; - organizzazione e strutturazione delle aree urbanizzate per favorire la permeabilità dei suoli e rallentare il deflusso delle acque (queste tecniche sono utili anche ai fini della riduzione dell inquinamento delle acque di origine diffusa); - limitazione della canalizzazione dei piccoli corsi d acqua di pianura creando invece aree di espansione con piccoli bacini (nelle zone urbane possono essere usate allo scopo le aree a parco, unendone scopi ricreativi. 2.2 IL P.T.C.P. DI PADOVA Il Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.) vigente, adottato in data , indirizza i processi di trasformazione territoriale e di sviluppo dell economia provinciale, in coerenza con gli atti della programmazione nazionale e regionale: a) perseguendo la conservazione, la protezione e il miglioramento dell ambiente della provincia e un uso prudente e razionale della dotazione di risorse naturali, così da mantenerla e rinnovarla; b) selezionando gli obiettivi e le azioni più congruenti con le caratteristiche territoriali e ambientali, avendo riguardo anche alle sue caratteristiche sociali ed economiche; Il PTCP individua all interno del territorio di Vigonza della Aree a soggette ad esondazioni e a periodici ristagni. 6

8 Figura 1: estratto della tavola 2 del PTCP Di seguito si riporta un estratto dell N.T.A. del PTCP che prescrivono di fatto la stesura di un piano regolatore delle acque. 7

9 2.3 IL P.A.T. DEL COMUNE DI VIGONZA Il Piano di Assetto Territoriale del Comune di Vigonza, è stato adottato in data quale strumento di governo relativo all uso previsto dalla L.R.V. n. 11/2004 e recepisce i contenuti del PATI della Comunità Metropolitana di Padova. Oggetto del PAT. sono tutti gli interventi di trasformazione ambientale urbanistica ed edilizia che interessano il territorio del comune di Vigonza. Esso ha come obiettivi il controllo dello sviluppo territoriale, la valorizzazione del paesaggio, la tutela dell ambiente, il governo della qualità edilizia e residenziale. Per quanto non espressamente indicato dalle Norme Tecniche di Attuazione, si fa riferimento alla legislazione, alle norme vigenti in materia urbanistica ed edilizia, oltre agli usi e costumi locali. Dalla analisi dei documenti si evince come: - Tutto il territorio si classificato nella Carta della Fragilità come area soggetta a dissesto idrogeologico - La Valutazione di Compatibilità Idraulica del PAT riporta la necessità di redigere il Piano Regolatore delle Acque - Il PAT provvede alla difesa del suolo. Definendo le aree a maggior rischio di dissesto idrogeologico provvede alla salvaguardia o ricostruzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici 8

10 - Il PAT prevede un limite quantitativo massimo di zona agricola trasformabile pari a circa 31 ha - Il PAT prevede nei prossimi 10 anni una capacità insediativa pari a: o mc per l ATO Vigonza nord o mc per l ATO Vigonza centro o mc per l ATO Vigonza Sud 2.4 IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (P.T.A.) Il Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) costituisce uno specifico piano di settore, ai sensi dell art. 121 del D.Lgs 152/2006. Il P.T.A. contiene gli interventi volti a garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale di cui agli artt. 76 e 77 del D.Lgs 152/2006 e contiene le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. La Regione ha approvato il P.T.A. con deliberazione del Consiglio regionale n.107 del 5 novembre Il P.T.A. comprende i seguenti tre documenti: a) Sintesi degli aspetti conoscitivi: riassume la base conoscitiva e i suoi successivi aggiornamenti e comprende l analisi delle criticità per le acque superficiali e sotterranee, per bacino idrografico e idrogeologico. b) Indirizzi di Piano: contiene l individuazione degli obiettivi di qualità e le azioni previste per raggiungerli: la designazione delle aree sensibili, delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari, delle zone soggette a degrado del suolo e desertificazione; le misure relative agli scarichi; le misure in materia di riqualificazione fluviale. c) Norme Tecniche di Attuazione: contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di qualità distinguibili nelle seguenti macroazioni: - Misure di tutela qualitativa: disciplina degli scarichi; 9

11 - Misure per le aree a specifica tutela: zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari, aree sensibili, aree di salvaguardia acque destinate al consumo umano, aree di pertinenza dei corpi idrici; - Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico; - Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento. 2.5 IL PIANO DIRETTORE 2000 Il Piano per la prevenzione dell'inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante nella Laguna di Venezia - Piano Direttore 2000, aggiorna i precedenti atti emanati, a seguito della Legge speciale per Venezia, al fine di completare il disinquinamento della Laguna e del suo Bacino Scolante Approvato con deliberazione del Consiglio Regionale del Veneto n. 24 del 1 marzo 2000, il Piano Direttore 2000, elaborato ai sensi dell art. 3 della legge regionale 27 febbraio 1990, n. 17, integra ed aggiorna il precedente Piano Direttore del 1991 (approvato con deliberazione del C.R. 19 dicembre 1991, n. 255) anche in attuazione a quanto disposto dall ordinanza del Ministero dell Ambiente 1 ottobre 1996 e dai decreti del Ministro dell Ambiente di concerto con il Ministro dei Lavori pubblici in data 23 aprile 1998, 9 febbraio 1999 e 30 luglio Il Piano Direttore 2000, in particolare, definisce lo stato dell ambiente lagunare e del bacino idrografico in esso immediatamente sversante, fissa gli obiettivi di disinquinamento, individua le linee guida e le strategie operative relativamente agli interventi proposti nei settori civile ed urbano diffuso, industriale, agricolo-zootecnico e del territorio, anche con riguardo all abbattimento delle emissioni gassose, alla gestione dei rifiuti ed alla bonifica dei siti inquinati, stima il fabbisogno finanziario e detta normative di attuazione. 10

12 3 IL QUADRO NORMATIVO I principali riferimenti normativi per una corretta gestione, manutenzione e tutela dei corsi d acqua sono: R.D.L. 8 maggio 1904, n Regolamento per l'esecuzione del Testo Unico delle leggi 22 marzo 1900, n. 195, e 7 luglio 1902, n. 333, sulle bonificazioni delle paludi e dei territori paludosi - e successive modificazioni; R.D.L. 13 febbraio 1933, n Nuove norme per la bonifica integrale - e successive modificazioni; L. 29 giugno1939, n Protezione delle bellezze naturali; R.D.L. 3 giugno 1940, n Regolamento per l applicazione della legge 29 giugno 1939, n. 1497, sulla protezione delle bellezze naturali; L.R. 5 marzo 1985, n Tutela ed edificabilità delle zone agricole; L.R. 27 giugno 1985, n Norme per l'assetto e l'uso del territorio - e successive modificazioni; Legge 8 agosto 1985, n Disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale; D.G.R. 4 novembre 1986, n Guida tecnica per la classificazione del territorio rurale; L. 18 maggio 1989, n Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo; L.R. 8 gennaio 1991, n. 1 - Disposizioni per l'innovazione in agricoltura; D.Lgs. 22 gennaio 2004, n Codice dei beni culturali e del paesaggio; L.R. 23 aprile 2004, n. 11 Norme per il governo del territorio; D.Lgs. 03 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale, che sostituisce ed integra le seguenti norme (ex D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152). L.R. 08 maggio 2009, n. 12 Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio. 11

13 Il quadro legislativo nazionale si è progressivamente arricchito di strumenti indirizzati alla tutela dei corsi d'acqua con finalità di volta in volta diverse, assetto idraulico, paesaggio, qualità delle acque, fauna ittica, etc. senza che venisse elaborato, se non parzialmente, un concetto di funzionalità unitaria del sistema fluviale. Infatti, solo con la legge 183/89, si sono introdotti i presupposti per affrontare le problematiche delle regioni fluviali in una prospettiva di difesa del suolo che integra aspetti di assetto idraulico, di pianificazione territoriale e di tutela ambientale alla scala del bacino idrografico. Per quanto riguarda la valenza paesaggistica ed ambientale, la identificazione delle fasce fluviali da tutelare è piuttosto recente nella legislazione nazionale e fa riferimento alla legge 431/85 che, come noto, sottopone a vincolo paesaggistico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi delle "acque pubbliche" e le relative sponde o piede degli argini per la fascia di 150 metri (art. 1, lettera c). Pur trattandosi di un vincolo con finalità paesistiche, ha valore anche in senso di tutela di una porzione della regione fluviale. La legge quadro sulle aree protette 394/1991, non approfondisce questioni di individuazione e classificazione delle regioni fluviali. Si limita di fatto a segnalare l'importanza di una identificazione dettagliata anche ai fini di una migliore efficacia delle azioni di pianificazione delle aree da assoggettare a tutela e demanda la questione, peraltro in termini facoltativi, al Comitato tecnico delle aree protette. La legislazione regionale in materia, originatasi anche antecedentemente alla emanazione della legge 431/85, riguarda prevalentemente disposizioni che fanno riferimento al controllo o al divieto per nuove costruzioni edilizie ed ogni altra opera oggetto di concessione nelle adiacenze dei corsi d'acqua. L'adozione di adempimenti normativi regionali in ottemperanza alla legge 431/85 non ha comportato l'abrogazione delle preesistenti leggi sulla medesima materia riconfermando, talvolta, dove esistenti, prescrizioni di carattere più restrittivo relative all'attività costruttiva. 12

14 4 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ED AMMINISTRATIVO. Il Comune di Vigonza, provincia di Padova, è situato a nord del Capoluogo provinciale e comprende le frazioni di Vigonza, Busa, Perarolo, Capriccio, Peraga, Pionca, Codiverno e San Vito. Confina, da est e procedendo in senso orario, con i comuni di Cadoneghe (PD), Campodarsego (PD), Villanova di Camposampiero (PD), Pianiga (VE), Fiesso d Artico (VE), Stra (VE), Noventa Padovana (PD) e Padova. La superficie amministrativa del Comune di Scorzè è pari a circa 33 km2. L altitudine media del Comune è pari a circa 10 m s.m.m. con un territorio pressoché pianeggiante avente quote del terreno comprese fra un massimo di circa 14 m s.m.m. ed un minimo di circa 5 m s.m.m. Il territorio comunale di Vigonza é attraversato in direzione Ovest Est dalla line ferroviara Padova-Venezia e dalla Autostrada A4. Il Comune si sviluppa principalmente a Nord del Fiume Brenta ad esclusione della sola frazione di San Vito che è ubicata a Sud del principale corso d acqua. 5 DESCRIZIONE DELLA RETE IDROGRAFICA 5.1 LA RETE CONSORTILE La rete idrografica del Comune di Vigonza è rappresentata nelle tavole allegate al presente piano. Il territorio Comunale si sviluppa principalmente a Nord del Fiume Brenta, all interno del comprensorio dei Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, derivante dall accorpamento degli ex Consorzi di Bonifica Dese Sile e Sinistra Medio Brenta, che ha competenze sulla gestione e manutenzione dei corsi d acqua principali demaniali e di importanza per la bonifica. Una piccola porzione territoriale, la frazione di San Vito, risulta ubicata a Sud del Brenta, nel territorio gestito dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione (ex Bacchiglione Brenta). La rete idrografica superficiale è inoltre formata da una serie di corsi d acqua minori che, a seconda della loro ubicazione, sono gestiti e mantenuti in efficienza idraulica dal Comune (fossi 13

15 lungo le strade comunali), dalla Provincia (fossi lungo le strade provinciali), dalla società Autostrade S.p.A. (fossi lungo la rete autostradale) e dai privati (fossi a confine tra proprietà private). Per la definizione della rete idrografica minore si rimanda alle tavole 3, 4 e 5 allegate al Piano ed all allegato RE 4: Documentazione fotografica e rilievi dimensionali dei corsi d'acqua. Il territorio comunale di Vigonza appartiene ai seguenti bacini sottobacini idrografici: - Consorzio Acque Risorgive o Sottobacino dello scolo Pionca o Sottobacino del Fiume Tergola - Consorzio Bacchiglione o Sottobacino Destra Brenta Si descrivono di seguito le principali caratteristiche idrografiche dei canali interessanti il Comune di Vigonza. Sottobacino dello scolo Pionca: - Scolo Pionca: rappresenta uno dei principali canali consortili afferenti al Naviglio Brenta. Nasce dalla confluenza tra Pionchetta Nord e Pionchetta Sud, in comune di Vigonza nei pressi di Barbariga, per poi uscire dal terriorio comunale di Vigonza e proseguire in direzione Est attraverso i territori di Pianiga, Dolo e Mira, fino ad immettersi in Naviglio Brenta in località Mira Porte. - Il territorio a Nord del corso principale del Pionca, caratterizzato dalla presenza del graticolato romano, è drenato da quattro corsi d acqua con andamento Ovest-Est che traggono origine da derivazioni irrigue sul Tergola per immettersi infine in Pionca a valle del Comune di Pianiga ed attraversando i comuni di Villanova di Camposampiero, Pianiga, Mirano e Mira. Si distinguono così. Da Nord a Sud lo scolo Cognaro, lo scolo Volpin (che riceve il Cognaro nei pressi di Ballò Mirano), il Cavin Maggiore ed il Cavinello (che si immette in Cavin Maggiore nei pressi della zona industriale di Pianiga). - Dal Cavinello, trae origine mediante una derivazione irrigua lo scolo Bolengà che scorre al confine Nord di Vigonza, in direzione Est fino ad immettersi in Pionca nei pressi di Barbariga. 14

16 - Il territorio comunale a Nord del capoluogo di Vigonza e dell abitato di Peraga, è drenato dagli scoli Pionchetta Nord e Pionchetta Sud, che confluendo nei pressi di Barbariga danno origine all asta principale dello scolo Pionca. - Altro scolo di primaria importanza è la Fossa Crea che trae origine da una derivazione irrigua sul Tergola nei presi dell abitato di Pionca. Prosegue quindi in direzione Est fino al cimitero di Via Paradisi da dove trae origine la Pionchetta Sud. Poco più a valle la fossa Crea si biforca in due rami, quello nord denominato Fossa Crea Vecchia, attraversa il capoluogo di Vigonza, mentre quello Sud scorre parallelo al Fiume Tergola per riunirsi all altro ramo a valle del centro abitato. La fossa Crea passa quindi la linea ferroviaria e procede verso Est fino a Via Barbariga. Mediante un manufatto di regolazione, la Fossa Crea, in condizioni di piena, viene quindi deviata verso Sud fino ad immettersi nello scolo Tergolino. - La fascia densamente urbanizzata presente tra Rio dell Arzere e Brenta, con le importanti frazioni di Busa, Perarolo e Capriccio, viene drenata dallo Scolo Perarolo. Tale corso d acqua trae origine dal sistema tubato di acque bianche di Busa e Perarolo, scorre in direzione Est sottopassando l Autostrada, costeggia quindi il Rio dell Arzere sottopassandolo mediante una botte a sifone poco prima del nodo idraulico di Briglia Salgarelli. A valle della botte, il canale prende il nome di Salgarelli e percorre un territorio prettamente agricolo fino a ricevere il Reme Alto in sinistra orografica e diventare quindi lo scolo Tergolino. Dallo scolo Perarolo, poco a monte della botte a sifone sul Rio dell Arzere, nasce lo scolo Lovara che abbandona subito il territorio comunale, dirigendosi verso il Canale Veraro e quindi il Naviglio Brenta. - Il Tergolino rappresenta il principale affluente di sinistra del Pionca nel quale si immette a valle del Taglio di Mirano dopo aver attraversato i territori comunali di Stra, Fiesso d Artico, Dolo e Mira. - La zona agricola racchiusa tra i corsi d acqua pensili del Tergola e del Rio dell Arzere, a valle della linea ferroviaria, viene drenata dallo scolo Reme Alto che confluisce nello scolo Salgarelli dando così origine al Tergolino. - Nei pressi di Via Barbariga, il Tergolino riceve da Sud lo scolo Giardini Reali, che, provenendo da Stra, entra il comune di Vigonza sottopassando mediante una botte a sifone il Rio Serraglio. 15

17 Sottobacino del Fiume Tergola: - Fiume Tergola: rappresenta uno dei principali corsi d acqua afferenti al Naviglio Brenta. Nasce nei pressi di Bassano del Grappa e scorre per circa 36 km con andamento Nord- Sud fino a confluire al nodo idraulico di Briglia Salgarelli, intersezione tra Tergola, Rio dell Arzere, Rio Serraglio e Canale Veraro. A seconda della gestione attuata dal Genio Civile di Venezia al nodo idraulico, le acque vengono quindi immesse o in Naviglio nei pressi di Stra o nello scolo Serraglio (con successivo recapito sempre in Naviglio nei pressi di Mira). Il fiume Tergola nasce da acque di risorgive e drena un ampio territorio fino al nodo idraulico di Torre dei Burri in comune di San Giorgio delle Pertiche, dove riceve lo scolo Vandura ed il Tergolino in sinistra orografica e sottopassa il Torrente Muson dei Sassi. A valle del nodo di Torre dei Burri, lo scolo Tergola risulta arginato e non riceve direttamente altri apporti se non dagli affluenti presenti in destra e di seguito brevemente descritti. - Nei pressi di Sant Andrea, nell estremità Nord-Orientale del comune di Vigonza, il Tergola, a valle del Molino, si sdoppia in due rami: il Tergola (ramo sinistro) ed il Tergola Vecchio (ramo destro). Il ramo vecchio prosegue verso Sud per circa 6 km al confine comunale e quindi piega verso Est per ricongiungersi al fiume Tergola in località Cave Bettanini. - Il bacino racchiuso tra Tergola e Tergola Vecchio è drenato dallo Scolo Negrisia. Tale canale consortile nasce da una derivazione irrigua sul Tergola nei pressi di Via Gerla e scorre in direzione Sud verso l abitato di Codiverno che viene attraversato mediante un lungo tombinamento con tubazioni in calcestruzzo da 1200 mm. A valle di Codiverno il Negrisia riprende a scorrere verso Sud a cielo aperto fino in località Cave Bettanini dove sottopassa il ramo vecchio del Tergola mediante una botte a sifone. Parallelamente alla botte a sifone, il consorzio di bonifica ha recentemente realizzato uno scarico diretto in Tergola Vecchio in modo da alleggerire, quando i livelli nel Tergola lo consentono, lo scolo Negrisia nel tratto a valle della Botte. Attraversato il Tergola Vecchio, il Negrisia entra in Comune di Cadoneghe e quindi piega verso Est fino ad immettersi nel Tergola nei pressi di Peraga. - Nel territorio racchiuso tra Tergola Vecchio e Tergola, lo scolo Negrisia riceve in sponda destra, dapprima il Fosso Marcato, quindi, a sud di Codiverno, il Canale Mergolino (con il suo affluente scolo Codogno). In sinistra orografica il Negrisia riceve invece nei pressi della botte a sifone, lo scolo Carinaldi. 16

18 - Altro principale affluente di destra del Fiume Tergola è il Rio dell Arzere che drena un ampia porzione di territorio compresa tra il Tergola a Nord-Est, il Muson dei Sassi ad Ovest ed il Brenta a Sud. Il rio dell Arzere entra in Vigonza nei pressi di via Bagnoli; riceve in destra lo scolo Cadoneghe presso la zona industriale di Via Arrigoni, quindi sottopassa la S.R. 515 e la ferrovia. Prosegue quindi in direzione Sud-Est, in condizioni di modesta pensilità,su territori agricoli, sottopassando l autostrada per immettersi infine nel Fiume Tergola nei pressi del nodo idraulico di Briglia Salgarelli. - Lo scolo Cadoneghe rappresenta il principale affluente del Rio dell Arzere in destra orografica, drenando un ampia porzione di territorio, densamente abitata, in comune di Cadoneghe. - Altri affluenti del Rio dell Arzere, di minore sviluppo sono lo scolo Bagnoletti che scorre al confine tra Vigonza e Cadoneghe e le Basse di Peraga, che drenano parte del territorio compreso tra Tergola e Rio dell Arzere a Sud di Peraga. Sottobacino Destra Brenta: - Il territorio di Vigonza a Sud del Brenta, gestito dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione, è drenato dallo scolo Prolungamento Noventana che nasce in località San Vito, procede lungo il confine comunale e quindi esce in Comune di Noventa Padovana e prosegue sottopassando dapprima il Piovego per poi confluire nella rete di bonifica che va a formare lo scolo Fiumazzo che recapita le acque in Laguna attraverso la Botte di Lova in comune di Campagna Lupia. Oltre ai citati collettori, i Consorzi di Bonifica hanno ereditato dalla Regione Veneto la gestione di tutte le "Acque Pubbliche", catastalmente individuate con una doppia linea continua che identifica il corso d acqua. Nell ottica di una progettazione territoriale complessiva pertanto, la realizzazione di interventi idraulici strutturali sui corsi d acqua principali, anche fuori del territorio comunale, risulta di beneficio all intera asta fluviale, e di conseguenza a tutto il bacino idraulico ad essa afferente. Vale la pena pertanto ricordare i principali interventi realizzati, o in corso di progettazione, che portano beneficio idraulico ai bacini dei corsi d acqua principali che attraversano il territorio Comunale di Vigonza: 17

19 Consorzio di Bonifica Acque Risorgive: - Riassetto idraulico e rinaturalizzazione dell asta principale dello scolo Pionca nei comuni di Mira, Dolo, Pianiga e Mirano. L intervento, attualmente in fase di ultimazione, prevedeva il completo risezionamento dello scolo Pionca a partire da Cazzago (Pianiga) fino alla confluenza in Naviglio Brenta al duplice scopo di eliminare le criticità idrauliche dell asta principale del corso d acqua e di limitare l apporto di inquinanti in Laguna di Venezia mediante la creazione di bacini di fitodepurazione - Escavo e sistemazione dello scolo Perarolo nei comuni di Vigonza e Stra. L intervento, progettato nel 1997 ed ultimato nel 2005 prevedeva l allargamento della sezione di deflusso dello scolo consortile Perarolo per limitare le criticità idrauliche dello stesso. - Ricalibratura e sistemazione idraulica di un tratto insufficiente del collettore "Rio dell'arzere. I lavori recentemente ultimati prevedevano il risezionamento del corso d acqua nel Comune di Cadoneghe e nel primo tratto del comune di Vigonza fino a Via Arrigoni. Consorzio di Bonifica Bacchiglione: - Nuova inalveazione e nuovo impianto idrovoro Scolo Noventana. I lavori sono in fase di ultimazione e prevedono un alleggerimento con scolo meccanico in Brenta dello scolo Noventana, in comune di Noventa Padovana, con beneficio idraulico per la zona di San Vito di Vigonza. 18

20 Figura 2: carta dei bacini principali 19

21 Figura 3: carta della rete idrografica 20

22 5.2 I BACINI IDROGRAFICI Si definisce bacino idrografico o bacino tributario apparente l entità geografica costituita dalla superficie scolante sottesa ad una sezione trasversale di un corso d acqua. Nel linguaggio tecnico dell idraulica fluviale la corrispondenza biunivoca che esiste tra sezione trasversale e bacino idrografico si esprime affermando che la sezione sottende il bacino, mentre il bacino idrografico è sotteso alla sezione. L aggettivo apparente si riferisce alla circostanza che il bacino viene determinato individuando, sulla superficie terrestre, lo spartiacque superficiale senza tenere conto che particolari formazioni geologiche potrebbero provocare in profondità il passaggio di volumi idrici da un bacino all altro. In maniera molto efficace Puglisi ha definito il bacino idrografico come il luogo dei punti da cui le acque superficiali di provenienza meteorica ruscellano verso il medesimo collettore. In altri termini il bacino idrografico è l unità fisiografica che raccoglie i deflussi superficiali, originati dalle precipitazioni che si abbattono sul bacino stesso, che trovano recapito nel corso d acqua naturale e nei suoi diversi affluenti. I principali sottobacini idrografici individuati, facenti capo ai corsi d acqua principali sono rappresentati nella sottostante figura. L esatta individuazione dei bacini imbriferi è avvenuta mediante sopralluoghi in campagna per la individuazione dei principali versi di deflusso e degli spartiacque. Per ciò che attiene alla schematizzazione dei bacini imbriferi è da osservare come il Tergola, il Rio dell Arzere e lo Scolo Cadoneghe abbiano origine esternamente al territorio comunale. L apporto di tali corsi d acqua in ingresso al comune di Vigonza è stato pertanto calcolato a mezzo di una simulazione idrologica afflussi-deflussi dei bacini afferenti a monte del confine comunale, tarata sulla base degli esistenti studi idraulici pregressi commissionati dalla Regione Veneto - Difesa del Suolo, dal Consorzio Sinistra Medio Brenta e dai Comuni di Cadoneghe e Vigonza 21

23 Figura 4: individuazione dei bacini imbriferi 22

24 5.3 LA STRUTTURA DEL SUOLO Dal punto di vista geopedologico la tipologia dei terreni presenti nel territorio del Comune di Vigonza sono rappresentati nell allegato Carta pedologica, documento estratto dalla Carta dei Suoli del Bacino scolante in Laguna di Venezia (ARPAV, 2004). Gran parte della superficie del comprensorio comunale è composta da terreni del tipo a medio impasto, con prevalenza di limi sabbiosi ed argillosi. Sono tuttavia presenti ampie fasce di terreno a tessitura sabbiosa in corrispondenza a vecchi dossi fluviali poco pronunciati. Si riscontrano inoltre una vasta serie di tracce di corsi fluviali estinti mal definiti. 5.4 LA RETE FOGNARIA Il territorio di Vigonza è dotato di un sistema fognario di tipo separato. Le acque bianche, raccolte attraverso un sistema di tubazioni in calcestruzzo, vengono recapitate dapprima su fossati minori e quindi ai corpi idrici ricettori. La ricostruzione della principale ossatura del sistema di smaltimento delle acque bianche è avvenuta mediante reperimento presso il Comune della documentazione esistente riguardante la rete fognaria, seguita da colloqui con i tecnici comunali per la verifica della correttezza delle informazioni e successivamente da numerosi sopralluoghi in campagna. Le principali aree di indagine del sistema fognario sono state così suddivise: - Busa, Perarolo e Capriccio - Zona Industriale - Peraga - Vigonza - San Vito Di seguito si riassumono le principali caratteristiche emerse dal censimento eseguito, rimandando alle tavole grafiche per ulteriori dettagli BUSA, PERAROLO E CAPRICCIO La fascia compresa tra la ferrovia e l autostrada A4 presenta quale dorsale principale lo scolo Consortile Perarolo che, per esigenze urbanistiche, è stato tubato con condotte DN 1400 e DN La zona Ovest della frazione di Perarolo afferisce allo scolo consortile tombinato, così come la fascia produttiva compresa tra la SR ed il Brenta. 23

25 L area afferente a Via Diaz recapita invece le acque alle due condotte posate sulla strada, DN 600 e DN 800, e quindi riversa le portate allo scolo Perarolo nei pressi dell attraversamento autostradale. L area compresa tra Via Atene e la SR recapita invece le acque alla condotta DN 1200 di Via Atene che però non trova adeguato sbocco verso i fossati paralleli alla autostrada e quindi allo scolo consortile. La zona a Sud della Autostrada recapita le acque al vecchio sedime dello scolo Perarolo, attraverso una rete di fognatura bianca di dimensioni non adeguate e che presenta restringimenti di diametro da 1000 mm a 800 mm proseguendo da monte verso valle ZONA INDUSTRIALE La vecchia zona industriale di Busa, tra Via Trevisan e l autostrada recapita le acque verso lo scolo Cadoneghe attraverso una rete tubata di dimensioni non adeguate (DN da 500 mm a 800 mm). La rete si presenta inoltre in pessimo stato di manutenzione con la presenza di detriti sul fondo delle condotte che riducono ulteriormente la capacità di deflusso delle stesse. La nuova zona industriale a Nord di Via Trevisan, presenta invece dimensioni delle tubazioni più consone e variabili da 800 a 1200 mm. I punti di recapito sono sullo scolo Cadoneghe e la zona più occidentale è dotata di un bacino di laminazione da 6800 mq PERAGA L abitato di Peraga carica le acque verso un fossato privato presente ad Est della frazione. La rete tubata presenta una riduzione di diametro tra 1200 e 1000 mm procedendo verso lo scarico, con possibili difficoltà nel deflusso delle portate di piena VIGONZA Il capoluogo è drenato dagli scoli consortili Fossa Crea (che scorre a sud del centro abitato) e Fossa Crea Vecchia (che scorre parzialmente tombinato attraverso il paese). 24

26 La zona a Sud della SR 515 e di Via Roma, e ad Ovest di Via Molino, recapita le acque attraverso una rete di diametro mm agli scoli minori presenti a Sud dell abitato e quindi alla Fossa Crea. La zona ad Est di Via Molino recapita invece allo scolo di Via Luganega che rappresenta pertanto un importante collettore. Non si riscontrano particolari problematiche SAN VITO La frazione di San Vito recapita le acque allo scolo Prolungamento Noventana attraverso due sistemi tubati: il primo lungo Via Fratello Cervi, il secondo ungo Via Chiesa. Si evidenzia i diametri alquanto ridotti delle fognature di Via Chiesa (dn 400) che possono causare fenomeni di allagamento. 25

27 6 L ATTUALE GESTIONE DEI CORSI D ACQUA NEL TERRITORIO COMUNALE Per avere un quadro completo di tutte le tipologie di intervento che vengono attuate per la gestione di un corso d acqua bisogna preliminarmente fare alcune distinzioni. Le caratteristiche dimensionali ed idrauliche del corso d acqua ed i relativi soggetti gestori come i Consorzi di bonifica, i Comuni fino ad arrivare al semplice agricoltore che presidia il territorio, sono le variabili più significative che contribuiscono a rendere lo scenario degli interventi in questo ambito assai vario. Accade spesso infatti che, secondo criteri quali, competenza legislativa, territoriale, amministrativa o in base al mero diritto di proprietà, ciascun soggetto gestore tenda ad attuare strategie manutentorie difformi. Il progressivo sviluppo urbano e la conseguente impermeabilizzazione del territorio, hanno portato negli ultimi decenni a far sì che la maggior parte degli interventi che vengono attuati sul corso d acqua, siano volti al contenimento del rischio idraulico. Questi puntano principalmente a mantenere delle caratteristiche geomorfologiche e vegetazionali dell alveo del corso d acqua tali da permettere il deflusso idraulico massimo in termini sia cinetici sia di altezza idrometrica. Sotto tale profilo, si inseriscono tutte le innumerevoli metodologie e tecnologie volte al controllo dello sviluppo della vegetazione e al risezionamento dell alveo. Espurghi, dragaggi, ripristini spondali, sfalci, diserbi, trinciature ecc. sono solo alcuni dei termini comuni usati per descrivere tutta una serie di lavorazioni che comunemente vengono eseguite sui vari corsi d acqua al fine di mantenerne massima la capacità di deflusso. E bene ricordare tuttavia che molti corsi d acqua, dal fiume fino alla scolina di campagna, nel periodo di scarsità d acqua, si trasformano in veri e propri collettori di irrigazione in cui viene assicurato un sufficiente tirante d acqua mediante sistemi di derivazione, paratoie e talvolta pompe di sollevamento. In tutto ciò, il controllo dello sviluppo della vegetazione in alveo e il mantenimento delle adeguate pendenze e sezioni, assume un importanza rilevante per consentire il maggior invaso e mobilità dell acqua possibile. Non ultima come motivazione di intervento sulla vegetazione dei corsi d acqua che attraversano centri urbani, vi è la salvaguardia e la tutela della salubrità ambientale (insetti, ratti ecc.), dell immagine dell ente gestore stesso e della eventuale fruibilità ricreativa dell argine o della sponda. Il controllo dello sviluppo della vegetazione erbacea ed arbustiva in alveo e sui rilevati arginali, è senza dubbio una delle tipologie di intervento che impegna maggiormente i soggetti, siano essi pubblici o privati, che gestiscono e mantengono il corso d acqua. Tale intervento può essere eseguito con metodologie e macchinari diversi secondo le caratteristiche morfologiche del corso d'acqua e dell obbiettivo da raggiungere. 26

28 Fino a qualche anno fa, ma talvolta anche ai giorni nostri, per ottenere un rapido e completo avvizzimento della vegetazione spondale ed arginale, si è ricorsi al diserbo chimico utilizzando botti ed atomizzatori trainati da trattrici agricole. In alcuni casi venivano utilizzati anche dei gocciolatori o delle grandi spugne imbevute di diserbante che venivano fatte strisciare sulla vegetazione da eliminare. Dalle numerose sperimentazioni e studi condotti sul tema, stimolati tra l altro dai non pochi recenti casi di eutrofizzazione delle acque, è emerso il non trascurabile contributo al fenomeno che viene dato da questa pratica soprattutto in termini di apporto di azoto e fosforo. Al giorno d oggi, date le recenti norme di salvaguardia della qualità dell acqua e la notevole campagna informativa sull uso di questi prodotti, si può considerare tale metodologia in regresso Assai più usate sono invece le attrezzature che provvedono allo sfalcio della vegetazione sia erbacea che arbustiva. Queste si basano su due tecnologie di funzionamento diverse che sono il trincia sarmenti e la barra falciante. Per quanto riguarda i fossati privati, in base all articolo 34 della Legge Regionale 12 del 08 maggio 2009, derivante dagli Aricoli 22 e 23 della L.R. 3/1976, Nei comprensori di bonifica i proprietari, in conformità al piano generale di bonifica e di tutela del territorio, hanno l'obbligo di eseguire e mantenere le opere minori di interesse particolare dei propri fondi o comuni a più fondi necessarie per dare scolo alle acque, per completare la funzionalità delle opere irrigue e comunque per non recare pregiudizio allo scopo per il quale sono state eseguite o mantenute le opere pubbliche di bonifica e di irrigazione. Qualora i proprietari omettano di eseguire i lavori di loro competenza ai sensi del comma 1, vi provvede, in via sostitutiva, il consorzio di bonifica in nome e per conto degli interessati stessi, ponendo i relativi oneri a loro carico. I corsi d acqua presenti all interno del territorio comunale, a seconda della loro importanza e proprietà, sono gestiti e manutentati dai Consorzi di Bonifica, dal Comune di Vigonza, dalla Provincia di Padova, dalla Regione, dalla società autostradale o dai singoli privati. I proprietari manutentano i fossi privati nelle forme e nei modi a loro consoni. In alcune zone, tuttavia, la manutenzione è pressoché assente. Le Amministrazioni Comunale e Provinciale provvedono periodicamente alla manutenzione lungo i fossati stradali di loro competenza. I Consorzi di Bonifica, all interno del territorio comunale di Vigonza, hanno in gestione e manutenzione le acque pubbliche identificate nelle cartografie di progetto. Su queste, la manutenzione e lo sfalcio delle sponde viene effettuata di norma 2 volte all anno, mentre lo sfalcio del fondo viene di norma effettuato 1 volta all anno. 27

29 7 IL RISCHIO IDRAULICO DEFINIZIONE DELLE CRITICITA Per rischio si intende la combinazione della eventualità che si verifichi una contingenza sfavorevole con le conseguenze più o meno gravi che questo potrà comportare. Tale concetto è strettamente legato a quello della percezione, ovvero ci deve essere qualcuno (persona singola o comunità) che percepisca un dato effetto come negativo per poterlo definire dannoso. Così la definizione di area a rischio idraulico non è univoca per tutti i tipi di rischio, in quanto bisogna fare delle distinzioni in base alla tipologia che questo può assumere. Il rischio idraulico è determinato principalmente dalla continua espansione degli insediamenti abitativi, industriali e commerciali avvenuta negli ultimi decenni e tuttora in atto, che si traduce in: - perdita di possibilità di invaso superficiale: con l urbanizzazione, ai terreni agricoli densi di scoline, fossi, capofossi, sono subentrate estese pavimentazioni impermeabili e prive di capacità di assorbimento di una parte delle precipitazioni; sta di fatto che la rete idraulica di 30 anni fa non riesce più a smaltire le aumentate portate di piena attuali; - incremento delle portate di piena: la presenza di insediamenti urbani accelera il deflusso delle acque piovane verso valle e ciò accentua i picchi di piena che rendono ormai superati e bisognosi di continui potenziamenti gli impianti idrovori e i canali; - qualità del territorio da difendere: il danno economico provocato da possibili esondazioni è sensibilmente maggiore in zone urbanizzate che in zone agricole. Nel territorio del Comune di Vigonza, il rischio può essere legato a molteplici fattori, ovvero ad insufficienza della rete idrografica minore, di bonifica, o ancora alle difficoltà di deflusso delle acque meteoriche (quindi legato alle opere idrauliche di drenaggio ed all urbanizzazione diffusa). L analisi conoscitiva effettuata per la redazione del Piano delle Acque Comunale, ha portato all individuazione di aree a criticità idraulica, derivanti: - dalla rete consortile - dalla fognatura bianca - dalla rete idrografica minore. Il Piano delle Acque, provvederà ad individuare le possibili soluzioni progettuali per la mitigazione del rischio in tali aree. 28

30 Sulla base delle simulazioni eseguite e delle indagini in campo si sono definite le seguenti criticità: - Criticità derivanti dalla rete consortile (da simulazioni su modello) - Criticità derivanti dalla rete tubata (da simulazioni su modello) - Criticità derivanti dalla rete minore (da segnalazioni e sopralluoghi) Nei seguenti paragrafi si illustreranno le cause delle criticità individuate sulla base della modellazione idraulica implementata e delle osservazioni dirette sui siti di interesse. Per le elaborazioni numeriche si rimanda alla Relazione Idraulica. 29

31 Figura 5: carta delle criticità 30

32 7.1 IL RISCHIO IDRAULICO DERIVANTE DALLA SIMULAZIONE IDRAULICA DELLA RETE CONSORTILE E TUBATA BACINO SCOLO PIONCA Dall analisi delle simulazioni matematiche condotte sul bacino del Pionca si sono evidenziate numerose criticità concentrante sia lungo gli scoli superficiali che nelle fognature dei centri abitati e delle aree produttive e commerciali. In particolare gli scoli in Comune di Vigonza, interessati da fenomeni di esondazione sono: - Lo scolo Pionchetta Nord - Lo scolo Cavinello nei pressi dell abitato di Pionca - Lo scolo Perarolo e le fognature bianche ad esso afferenti. A livello più ampio, la modellazione dell intero bacino idrografico dello scolo pionca ha evidenziato: - Criticità diffuse sugli scoli Cognaro, Volpin, Cavinello e Cavin Maggiore, interessanti i Comuni Villanova di Camposampiero, Santa Maria di Sala, Pianiga e Dolo. - Si riscontrano criticità nella zona di Strà lungo il collettore Giardini Reali. - Gli interventi di ricalibratura idraulica e rinaturalizzazione dello scolo Pionca, attualmente in fase di completamento, intrapresi dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, eliminano le criticità dell asta terminale dello scolo Pionca nei Comuni di Pianiga, Mira e Mirano, ma i benefici non si risentono nel territorio comunale di Vigonza, ubicato molti chilometri a monte delle aree oggetto dei lavori. La precipitazione critica per i collettori in comune di Vigonza appartenenti al bacino del Pionca ha una durata di 3 ore, le simulazioni mostrano infatti segni di sofferenza in rete sia in corrispondenza agli scoli superficiali sia nella rete di fognatura, anche se quest ultima risulta maggiormente colpita da precipitazioni di durata 1 ora. Una pioggia di 8 ore risulta avere effetti minori in termini di criticità. Il confronto dei risultati del modello con le aree effettivamente allagatesi negli anni dal 1995 al 2010 ha permesso di evidenziare una buona corrispondenza tra i valori 31

33 matematici del modello e gli eventi accaduti nel passato, come è possibile vedere dall immagine successiva nella quale sono riportati i risultati del modello per una precipitazione di 3 ore. Figura 7-6: Sovrapposizione della carta degli allagamenti verificatesi negli ultimi 15 anni e dei risultati del modello idraulico relativo ad una precipitazione di 3 ore per il bacino del Pionca 32

34 - Scoli Cognaro, Volpin e Cavin Maggiore: non si riscontrano criticità in Comune di Vigonza. Gli scoli sono altresì critici, per la presenza di numerosissimi attraversamenti per accesso alle abitazioni, con fenomeni di esondazione per durate di precipitazione di 3 ore, nei territori comunali di Valle (Santa Maria di Sala e Pianiga) - Scolo Cavinello: presenta, per precipitazioni intense (1 ora), criticità nei pressi della frazione di Pionca, dovute alla presenza di attraversamenti e passaggi carrabili sottodimensionati (CRITICITA 13). Lo scolo risulta inoltre critico, con estese esondazioni possibili nei territori di valle (Pianiga). - Pionchetta Nord: Rappresenta, assieme allo scolo Bolengà, il ricettore delle acque generate dalla estesa zona industriale di Mellaredo in comune di Pianiga. Il collettore risulta avere alcuni tombinamenti totalmente inadeguati, per dimensioni, alla portata generata dal bacino a seguito dell espansione della zona industriale. Si verificano pertanto numerosi punti di esondazione con precipitazioni di durata 1 ora e soprattutto di durata 3 ore (CRITICITA 11). - Bolengà: Analogamente alla Pionchetta Nord, i numerosi attraversamenti non adeguati provocano esondazioni nel territorio al confine tra Pianiga e Vigonza (CRITICITA 12). - Pionchetta Sud: non si evidenziano problematiche di esondazione. Il tombinamento di attraversamento dell abitato di Vigonza risulta avere un funzionamento in pressione durante la piena, con possibili impedimenti allo scarico delle acque dal piano campagna verso il collettore. - Scolo Pionca: nel tratto in Comune di Vigonza non si riscontrano le criticità che sono presenti tuttavia nel tratto più a valle in Comune di Pianiga. - Fossa Crea e Fossa Crea Vecchia: il sistema idrografico risulta al limite della propria capacità, con funzionamento in pressione dei tombinamenti presenti nell abitato di Vigonza. Tuttavia non si verificano esondazioni se non in alcune aree depresse nei presi del cimitero a Nord di Peraga (CRITICITA 10). - Reme Alto: Il collettore risulta al limite della capacità di portata senza tuttavia presentare punti di esondazione - Scolo Perarolo: il canale consortile appare critico soprattutto con precipitazioni di durata 3 ore, con estese esondazioni. La presenza di numerosi attraversamenti 33

35 sottodimensionati non consente infatti un deflusso naturale delle acque provocando innalzamenti dei livelli non compensati dai recenti interventi di risezionamento eseguiti dal Consorzio di Bonifica acque Risorgive (CRITICITA 9).. - Sistema fognario di Peraga: le acque bianche del centro di Peraga, attraverso una rete fognaria, recapitano le acque in un fossato privato e quindi alla Fossa Crea. La presenza di restringimenti sulle tubazioni e l inadeguatezza e la scarsa manutenzione del fossato di scarico, comportano possibili allagamenti nell area urbana con precipitazioni intense di durata 1 ora (CRITICITA 14).. - Sistema fognario di Perarolo: la fortissima espansione urbana dell area di Perarolo e della fascia produttiva e commerciale lungo la sponda sinistra del Brenta ha messo in uno stato di notevole sofferenza idraulica il sistema tubato di smaltimento delle acque bianche verso lo scolo Perarolo. In particolare estesi allagamenti si riscontrano con tutte le durate di precipitazione analizzate (ovviamente con criticità maggiori per piogge di 1 ora). L area maggiormente critica risulta essere l asse di Via Diaz (CRITICITA 8). - Sistema fognario di Vigonza: alcuni collettori di primaria importanza presentano funzionamento in pressione per precipitazioni intense. Tuttavia non si riscontrano problematiche di esondazione. 34

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