Il Regolamento si compone di 41 articoli, suddivisi in nove capi.
|
|
- Bruno Valeri
- 2 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 RELAZIONE REGOLAMENTO N. 20 DEL 26 MARZO 2008 RECANTE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONTROLLI INTERNI, GESTIONE DEI RISCHI, COMPLIANCE ED ESTERNALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE, AI SENSI DEGLI ARTICOLI 87 E 191, COMMA 1, DEL DECRETO LEGISLATIVO 7 SETTEMBRE 2005, N. 209 CODICE DELLE ASSICURAZIONI PRIVATE Il Regolamento dà attuazione degli articoli 87 e 191, comma 1, lettera c) del Codice delle Assicurazioni, che attribuiscono all ISVAP il potere di dettare disposizioni in materia di adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi delle imprese e dei gruppi assicurativi. Il Regolamento (in particolare i capi II, III e IV) riproduce in larga parte le disposizioni della circolare ISVAP n. 577/D del 30 dicembre 2005 (di seguito 577 ). Le principali innovazioni apportate riguardano il capo V, concernente l istituzione di una funzione di compliance nelle imprese di assicurazione, e il capo VIII, che introduce la disciplina dell esternalizzazione delle attività delle imprese di assicurazione. Con tali novità regolamentari si intendono rafforzare i requisiti qualitativi di gestione, che unitamente ai requisiti prudenziali di tipo quantitativo, rappresentano i presidi a salvaguardia della stabilità delle imprese e dei gruppi assicurativi. La disciplina di tali aspetti si pone in linea con i più recenti orientamenti internazionali in materia di vigilanza prudenziale a fini di stabilità del settore assicurativo e consente di agevolare la graduale transizione del mercato e della Autorità di vigilanza verso il nuovo regime di Solvency II. L approccio regolamentare segue una impostazione principle based, attraverso l individuazione di obiettivi e requisiti minimali, lasciando autonomia alle imprese nel definire i propri modelli gestionali. La regolamentazione è inoltre ispirata al principio di proporzionalità, per consentire implementazioni dei principi calibrate sulle dimensioni e sulla natura delle attività svolte dalle imprese di assicurazione. Il Regolamento si compone di 41 articoli, suddivisi in nove capi. Il capo I contiene le disposizioni di carattere generale, comprendenti il richiamo alle norme fondanti il potere regolamentare esercitato (articolo 1), la definizione delle espressioni usate nel testo (articolo 2) e l ambito di applicazione del Regolamento (articolo 3). Il capo II si compone di tre sezioni, dedicate rispettivamente ai principi generali in tema di controllo interno, al ruolo attribuito agli organi sociali nell ambito del sistema dei controlli interni e gestione dei rischi, e alle singole componenti del sistema dei controlli interni. La disciplina di tale aspetti si pone in linea di continuità rispetto alle previsioni della circolare 577, con limitate modifiche volte a introdurre specifici riferimenti alla adozione di politiche di gestione del rischio di non conformità da parte dell organo amministrativo e delle conseguenti azioni a livello dell alta direzione. Si è inoltre previsto di specificare la periodicità almeno annuale - con cui l organo amministrativo deve valutare ai fini dell eventuale revisione le direttive in materia di controlli interni, le strategie e le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi. 1
2 L articolo 13 conferma l obbligo, ai sensi dell articolo 212 del Codice delle Assicurazioni, di individuare una funzione per la produzione di dati e di informazioni utili ai fini dell esercizio della vigilanza supplementare, riprendendo sul punto le disposizioni della circolare ISVAP n. 456 del 6 novembre I capi III e IV sono dedicati, rispettivamente, alla funzione di revisione interna, al sistema di gestione dei rischi e alla funzione di risk management, consolidando, anche in questo caso, le disposizioni della circolare 577. Carattere innovativo, come accennato, riveste l introduzione di un capo V, dedicato alla disciplina della compliance. L esistenza all interno dell impresa di adeguati presidi organizzativi e procedurali che assicurino il rispetto delle norme si configura come un importante strumento proattivo di prevenzione che consente non solo di circoscrivere e minimizzare i rischi legali e di reputazione, ma anche di garantire una adeguata protezione degli assicurati. Il venire meno dell incertezza su comportamenti richiesti in uno con la responsabilizzazione di tutto il personale facilita, infatti, la creazione di un patrimonio di regole e di valori condivisi, con conseguenze positive anche sui rapporti con la clientela. In tale ottica, l articolo 22 prevede che l impresa si doti, ad ogni livello aziendale pertinente, di adeguati presidi volti a prevenire il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite patrimoniali o danni di reputazione, in conseguenza di violazioni di norme o di atti di autoregolamentazione. Tali presidi devono essere idonei a garantire il rispetto delle norme e, in particolare, di quelle relative alla trasparenza e correttezza dei comportamenti nei confronti degli assicurati e danneggiati, all informativa precontrattuale e contrattuale, alla gestione dei sinistri e, più in generale, alla tutela del consumatore. Definiti gli obiettivi della verifica di conformità alle norme, l articolo 23 introduce la costituzione di una specifica funzione di compliance, incaricata di verificare che l organizzazione e le procedure aziendali siano adeguate a tali obiettivi, dettando alcuni principi per l istituzione e l operatività della funzione. Si tratta di principi generali che lasciano le singole imprese libere di individuare le soluzioni organizzative più appropriate alla natura, dimensioni e complessità del proprio business, valutando in particolare se costituire una specifica unità organizzativa o avvalersi di risorse appartenenti ad altre strutture aziendali, ricondotte ad unitarietà attraverso l individuazione di un unico responsabile della funzione. Viene richiesto che l organizzazione della funzione di compliance sia formalizzata in una specifica delibera dell organo amministrativo che, nella sua autonomia, ne definisce compiti, responsabilità, modalità e frequenza di reportistica agli organi sociali e alle altre strutture interessate. Deve essere comunque assicurata l indipendenza, professionalità e autorevolezza della funzione, nonché la separatezza dalle funzioni operative e dalle altre strutture cui sono attribuiti compiti di controllo. L indipendenza va garantita attraverso la presenza di adeguati presidi per prevenire conflitti di interesse, nel caso in cui alla funzione lavorino risorse di altre aree operative. Si prevede che l attività della funzione di compliance sia sottoposta a verifiche di audit periodiche da parte della funzione di revisione interna, che ne valuta l efficienza e l efficacia. In relazione, invece, ai collegamenti tra funzione di compliance e funzione di risk management in linea con quanto previsto dalla circolare 577 relativamente ai rapporti tra funzione di revisione interna e funzione di risk management - si ritiene di lasciare all autonomia dell organo amministrativo la relativa definizione, che va adeguatamente formalizzata. L articolo 24 prevede che, indipendentemente dal modello organizzativo scelto dall impresa, debba essere comunque nominato un responsabile della funzione di compliance, in possesso di 2
3 adeguati requisiti di professionalità, indipendenza ed autorevolezza, cui devono fare riferimento tutte le risorse investite a vario titolo di compiti di conformità. In considerazione delle esigenze delle piccole imprese ed in applicazione del principio di proporzionalità, l articolo 25 prevede una gamma di opzioni per l organizzazione della funzione, che consente alle imprese di nominare quale responsabile anche un amministratore, purché privo di deleghe operative, ovvero di esternalizzare la funzione, nel rispetto delle condizioni già previste dalla circolare 577 per l affidamento in outsourcing delle funzioni di revisione interna e di risk management. Al fine di consentire adeguate economie di scala, si è inoltre previsto che le attività relative alla funzione di compliance possano essere accentrate all interno del gruppo assicurativo attraverso la costituzione di una unità specializzata; ciò a condizione che in ciascuna impresa sia individuato un referente che curi i rapporti con il responsabile della funzione di gruppo e che siano adottate procedure atte a garantire che le politiche di gestione del rischio di non conformità definite a livello di gruppo siano adeguatamente calibrate rispetto alle caratteristiche operative della singola impresa. Nel Capo VI, in attuazione dell articolo 87 del Codice delle Assicurazioni, è stata introdotta una serie di disposizioni in tema di gruppo assicurativo, in larga parte riprese dalla previgente circolare 577. Fermo restando che ciascuna impresa appartenente al gruppo è, in ogni caso, tenuta a dotarsi di sistemi di controlli interni, sono previsti specifici doveri per la capogruppo, chiamata ad assicurare forme di controllo (strategico, gestionale e tecnico - operativo) sul gruppo unitariamente considerato (articolo 26) e di supervisione sul sistema di controlli interni delle società appartenenti al gruppo medesimo. La capogruppo è tenuta a formalizzare e rendere noti a tutte le società del gruppo i criteri di identificazione, misurazione, gestione e controllo dei rischi e a validare i sistemi e le procedure di controllo all interno del gruppo (articolo 27). In conformità con l ammissibilità, per le singole imprese, della esternalizzazione di tali funzioni, lo svolgimento delle funzioni di revisione interna, di risk management e di compliance può essere accentrato presso una delle società che compongono il gruppo. Il Capo VII, articolo 28, disciplina gli obblighi di comunicazione nei confronti dell Autorità di vigilanza, in linea con quanto già previsto nella circolare 577. Il Capo VIII assume particolare rilievo, in quanto disciplina, per la prima volta in modo organico, l esternalizzazione di attività e funzioni delle imprese di assicurazione. Il mercato assicurativo nazionale ed internazionale sta mostrando una crescente tendenza verso l adozione di nuovi modelli organizzativi che prevedono l affidamento di attività o di alcune fasi di esse a soggetti terzi, giuridicamente autonomi, appartenenti o meno al medesimo gruppo dell impresa. Tale tendenza necessita di un appropriato quadro regolamentare, come peraltro riconosciuto a livello internazionale; nel delineare i nuovi principi, si è tenuto conto in particolare delle linee guida definite dal Joint Forum nel documento Outsourcing in Financial Services del febbraio La sezione I del Capo enuncia i presupposti formali e sostanziali cui è subordinata la possibilità di esternalizzazione e specifica la portata dei poteri di intervento dell Autorità. L articolo 29 individua un duplice ordine di limiti alla facoltà di esternalizzazione: la natura e la quantità delle attività cedute all esterno e le modalità della cessione non devono trasformare l impresa cedente in una scatola vuota ; in conformità ai principi internazionali comunemente accettati che riconoscono l esistenza di funzioni assolutamente non affidabili a soggetti esterni, è fatto divieto di esternalizzare l attività di sottoscrizione dei rischi che rappresenta il core business delle imprese di assicurazione. Resta naturalmente fermo il principio che l esternalizzazione di funzioni non può in alcun modo esonerare gli organi sociali e l alta direzione dalle proprie responsabilità. 3
4 L articolo 30 sottopone a particolari cautele l esternalizzazione di attività essenziali o importanti, vale dire di quelle la cui mancata o anomala esecuzione comprometterebbe gravemente la capacità dell impresa di continuare a conformarsi alle condizioni richieste per la conservazione dell autorizzazione all esercizio oppure comprometterebbe gravemente i suoi risultati finanziari, la sua stabilità o la continuità e qualità dei servizi verso gli assicurati (si pensi alla gestione degli investimenti e dei sinistri). In tali casi le imprese devono garantire che l esternalizzazione non pregiudichi il proprio sistema di governance, né la stabilità finanziaria o la capacità di prestare adeguatamente i propri servizi agli assicurati e ai danneggiati, né determini un ingiustificato incremento del rischio operativo. E richiesto, poi, dall articolo 31, che la politica di esternalizzazione sia previamente definita da una delibera dell organo amministrativo che deve includere almeno i criteri di selezione dei fornitori sotto il profilo della professionalità, onorabilità e capacità finanziaria, nonché l adozione di metodi che consentano di verificare il rispetto di livelli minimi di servizio ovvero il raggiungimento di risultati prestabiliti da parte del fornitore. L articolo 32 indica le condizioni necessarie da soddisfare nella stipulazione degli accordi di esternalizzazione in un ottica di salvaguardia delle qualità del servizio e di agevolazione dell attività di vigilanza dell Autorità. L articolo 33 indica gli obiettivi a cui devono tendere i controlli dell impresa sul fornitore e sulla esecuzione delle attività esternalizzate: in generale va garantito il rispetto di standard di controllo almeno pari a quelli che sarebbero previsti se le attività fossero svolte direttamente dall impresa. A tal fine le imprese sono tenute ad individuare idonei presidi organizzativi e contrattuali che consentano di controllare costantemente le attività esternalizzate al fine di verificare la loro conformità a norme di legge e alle direttive aziendali, nonché alle soglie di tolleranza al rischio predefinite dall impresa. I meccanismi adottati devono garantire alle imprese di intervenire tempestivamente ogniqualvolta i soggetti affidatari non rispettino gli impegni o la qualità dei servizi resi sia inferiore ai livelli e agli obiettivi predefiniti. Le imprese devono inoltre prevedere appositi piani di emergenza e di reinternalizzazione delle attività cedute. L articolo 34 individua i poteri attribuiti all ISVAP nelle ipotesi esternalizzazione. E previsto che all Autorità sia consentito richiedere modifiche al contratto ovvero, nei casi più gravi, il recesso dallo stesso, qualora tale intervento sia reso necessario per garantire la sana e prudente gestione dell impresa assicurativa o la tutela degli assicurati. La sezione II definisce gli obblighi di comunicazione nei confronti dell ISVAP, alcuni dei quali già previsti nel vigente assetto normativo. Tali adempimenti sono diversificati a seconda che l esternalizzazione riguardi: funzioni essenziali o importanti (art. 35); le funzioni di revisione interna, di risk management e di compliance (art. 36); altre attività (art. 37). Nel primo caso, in ragione della rilevanza delle attività cedute, è richiesta una comunicazione preventiva al fine di consentire alla Vigilanza la tempestiva conoscenza delle scelte organizzative dell impresa; analoga informativa deve essere resa nelle ipotesi di cessazione del rapporto. Nella seconda ipotesi, in considerazione del fatto che le funzioni interessate al processo di esternalizzazione sono coinvolte in delicate funzioni di controllo, è richiesta la comunicazione preventiva della bozza del contratto, finalizzata a consentire all Autorità di effettuare, prima della sua esecuzione, una verifica più stringente circa la conformità alle disposizioni del Regolamento. La comunicazione dà avvio ad un procedimento che prevede un meccanismo di silenzio assenso, decorsi sessanta giorni senza rilievi da parte dell Autorità. 4
5 In tutti gli altri casi di esternalizzazione di funzioni non rilevanti (quali ad es. l affidamento a terzi dei servizi di sicurezza dei locali, di formazione del personale, di manutenzione ) è, invece, richiesta una comunicazione ex post, da effettuarsi in occasione della trasmissione del bilancio di esercizio. Infine, il Capo IX reca le disposizioni transitorie e finali. 5
La funzione di compliance nelle compagnie di assicurazione: il regolamento ISVAP n. 20
La funzione di compliance nelle compagnie di assicurazione: il regolamento ISVAP n. 20 Milano, 3 ottobre 2008 AIDA Sezione Lombardia La compliance nelle assicurazioni: l adeguamento alla nuova normativa
L ISVAP (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo)
REGOLAMENTO N. 39 DEL 9 GIUGNO 2011 REGOLAMENTO RELATIVO ALLE POLITICHE DI REMUNERAZIONE NELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE L ISVAP (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo)
La Funzione di Compliancein Banca. Nino Balistreri Consulente ABI Formazione
La Funzione di Compliancein Banca Nino Balistreri Consulente ABI Formazione Sommario L inquadramento normativo della funzione di compliance L ambito normativo di competenza Il processo di operativo 2 Banca
Il nuovo provvedimento di Banca d Italia in tema di antiriciclaggio. www.iusletter.com
LaScala studio legale e tributario in association with Field Fisher Waterhouse Focus on Il nuovo provvedimento di Banca d Italia in tema di antiriciclaggio Giugno 2011 www.iusletter.com Milano Roma Torino
DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE N. 42/2011
DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE N. 42/2011 SCHEMA DI REGOLAMENTO CONCERNENTE DISPOSIZIONI ATTUATIVE CIRCA L ORGANIZZAZIONE, LE PROCEDURE ED I CONTROLLI INTERNI VOLTI A PREVENIRE L UTILIZZO DELLE IMPRESE DI
Allegato A. Ruolo degli organi aziendali, sistemi informativi e sistema dei controlli interni. 1. RUOLO DEGLI ORGANI AZIENDALI
66 Allegato A Ruolo degli organi aziendali, sistemi informativi e sistema dei controlli interni. 1. RUOLO DEGLI ORGANI AZIENDALI Gli organi aziendali assumono un ruolo fondamentale per la definizione di
REGOLAMENTO N. 20 DEL 26 MARZO 2008 L ISVAP. (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo)
REGOLAMENTO N. 20 DEL 26 MARZO 2008 REGOLAMENTO RECANTE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONTROLLI INTERNI, GESTIONE DEI RISCHI, COMPLIANCE ED ESTERNALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE,
REGOLAMENTO N. 41 DEL 15 MAGGIO 2012. L ISVAP (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo)
REGOLAMENTO N. 41 DEL 15 MAGGIO 2012 REGOLAMENTO CONCERNENTE DISPOSIZIONI ATTUATIVE IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE, PROCEDURE E CONTROLLI INTERNI VOLTI A PREVENIRE L UTILIZZO DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE
PROMEMORIA PROVVEDIMENTO N. 2720 DEL 2 LUGLIO 2009 MODIFICHE ED INTEGRAZIONI AL REGOLAMENTO N. 5 DEL 16 OTTOBRE 2006
PROMEMORIA PROVVEDIMENTO N. 2720 DEL 2 LUGLIO 2009 MODIFICHE ED INTEGRAZIONI AL REGOLAMENTO N. 5 DEL 16 OTTOBRE 2006 L'ISVAP ha pubblicato sul proprio sito il Provvedimento 2720 del 2 luglio 2009, che
Organismo per la gestione degli Elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi
Organismo per la gestione degli Elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi LINEE GUIDA CONCERNENTI IL CONTENUTO DEI REQUISITI ORGANIZZATIVI PER L ISCRIZIONE NELL ELENCO DEI
ALLEGATO D. Roma lì, / / Equitalia S.p.A. il Titolare
1 Premessa e quadro normativo Il Contratto sottoscritto da Equitalia S.p.A. e ha ad oggetto l affidamento dei servizi di implementazione e manutenzione del nuovo Sistema Informativo Corporate - Sistema
Assetti Organizzativi, di Controllo e Risk Governance nei Confidi. Firenze, 28 Febbraio 2013
Assetti Organizzativi, di Controllo e Risk Governance nei Confidi Firenze, 28 Febbraio 2013 Indice ß Introduzione ß Assetti Organizzativi ß Sistema dei Controlli Interni ß Risk Governance ß Conclusioni
Il procedimento di autorizzazione
Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria Il procedimento di autorizzazione Roma, 1 luglio 2015 Agostino Di Febo Servizio Costituzioni e gestione delle crisi Divisione Costituzioni banche e intermediari
NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013
NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 E stato introdotto nell ordinamento di vigilanza italiano il concetto di risk appetite framework (RAF). E contenuto nella
Codice di Corporate Governance
Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 1 del 3 maggio 200 Indice 1 Introduzione 2 Organizzazione della Società 2.1 Assemblea dei Soci 2.2 Consiglio di Amministrazione 2.3 Presidente
Regolamenti Isvap 21, 22, 25, 26, 27 attuativi del Codice delle Assicurazioni Private
Regolamenti Isvap 21, 22, 25, 26, 27 attuativi del Codice delle Assicurazioni Private 1 Regolamento Isvap n. 21 del 28 marzo 2008 2 Regolamento concernente i principi attuariali e le regole applicative
89588/15 Alle Imprese di assicurazione e riassicurazione con sede legale in Italia LORO SEDI
SERVIZIO NORMATIVA E POLITICHE DI VIGILANZA Roma 28 luglio 2015 Prot. n. All.ti n. 89588/15 Alle Imprese di assicurazione e riassicurazione con sede legale in Italia Alle Imprese capogruppo e, p.c. Rappresentanze
Fiduciarie italiane: cosa cambia con la vigilanza della Banca d Italia
sfef7_volait@0091-0096#3b_layout 1 13/03/12 09.04 Pagina 91 91 Fiduciarie italiane: cosa cambia con la vigilanza della Banca d Italia di FABRIZIO VEDANA Il provvedimento con il quale la Banca d Italia,
INFORMATIVA AL PUBBLICO AI SENSI DEL PROVVEDIMENTO BANCA D ITALIA 24 OTTOBRE 2007 TITOLO III CAPITOLO 1
INFORMATIVA AL PUBBLICO AI SENSI DEL PROVVEDIMENTO BANCA D ITALIA 24 OTTOBRE 2007 TITOLO III CAPITOLO 1 Premessa Il Regolamento della Banca d Italia in materia di vigilanza prudenziale per le SIM (Titolo
COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Ai sensi della Circolare Banca d Italia n 285 del 17 dicembre 2013, 1 aggiornamento del 6 maggio 2014: Titolo IV, Capitolo 1 Governo
CODICE DI COMPORTAMENTO. Per il Personale Coinvolto nelle Attività di Trasporto, Stoccaggio e Distribuzione del Gas Naturale
1111 CODICE DI COMPORTAMENTO Per il Personale Coinvolto nelle Attività di Trasporto, Stoccaggio e Distribuzione del Gas Naturale INDICE 1 INTRODUZIONE...4 La separazione funzionale nel settore energetico...
CODICE DI COMPORTAMENTO
CODICE DI COMPORTAMENTO Per il personale coinvolto nelle attività di distribuzione e misura del gas naturale Rev. 01 del 10.06.2015 Il presente Codice di Comportamento è stato elaborato per assicurare
CODICE DI COMPORTAMENTO
CODICE DI COMPORTAMENTO Per il personale coinvolto nelle attività di distribuzione dell energia elettrica e del gas naturale Rev. 03 del 21/12/2015 Il presente Codice di Comportamento è stato elaborato
SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI
( BY INTERNAL AUDITING FACTORIT SPA ) SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI L azienda Factorit ha da qualche anno costituito una funzione di presidio del monitoraggio dei rischi aziendali strettamente connessi
D.Lgs. 231/01 Normativa e Modello di organizzazione Sispi Codice Etico
1. Principi generali La Sispi S.p.A., persegue la sua missione aziendale attraverso lo svolgimento di attività che hanno impatto sulla vita della collettività oltreché dei singoli. In tale percorso l esigenza
Il futuro dei Confidi 106 e 107 alla luce del D.lgs. del 13/08/2010 n. 141
Il futuro dei Confidi 106 e 107 alla luce del D.lgs. del 13/08/2010 n. 141 Prof.ssa Rosa Adamo Corso di Istituzioni di Economia degli Intermediari Finanziari Sommario 1. L istituzione di un unico albo
L Antiriciclaggio. 231 : IL NUMERO DEI RISCHI normativa antiriciclaggio. Convegno fiduciarie piemontesi Torino 31 maggio 2013
231 : IL NUMERO DEI RISCHI normativa antiriciclaggio Convegno fiduciarie piemontesi Torino 31 maggio 2013 L Antiriciclaggio a cura di Salvatore Ruotolo 1 provvedimenti di Banca Italia 10 marzo 2011 in
POLICY SINTETICA ADOTTATA DA BANCA LEONARDO S.P.A
POLICY SINTETICA ADOTTATA DA BANCA LEONARDO S.P.A. PER L INDIVIDUAZIONE E LA GESTIONE DEI CONFLITTI DI INTERESSE NELLA PRESTAZIONE DEI SERVIZI E DELLE ATTIVITA DI INVESTIMENTO E DEI SERVIZI ACCESSORI 1.
Vista la deliberazione del Consiglio Direttivo dell Autorità d Informazione Finanziaria del 27 ottobre 2011 EMANA. Premessa
ISTRUZIONE N.1 IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE, PROCEDURE E CONTROLLI INTERNI VOLTI A PREVENIRE L UTILIZZO DEGLI ENTI VIGILATI A FINI DI RICICLAGGIO E DI FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO Il Presidente dell Autorità
Esternalizzazione della Funzione Compliance
Esternalizzazione della Funzione Compliance Supporto professionale agli intermediari oggetto della normativa di Banca d Italia in materia di rischio di non conformità Maggio 2012 Labet S.r.l. Confidenziale
SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N
SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di
Il controllo interno delle imprese
Corso di International Accounting Università degli Studi di Parma - Facoltà di Economia (Modulo 1 e Modulo 2) LAMIB Il controllo interno delle imprese Anno Accademico 2009-2010 1 SISTEMA DI CONTROLLO IL
Le linee guida ABI sull adeguatezza
Le linee guida ABI sull adeguatezza La profilatura della clientela ai fini MiFID è il tema centrale delle Linee Guida ABI recentemente validate dalla Consob sull implementazione degli Orientamenti Esma
R E L A Z I O N E. Premessa
DECRETO LEGISLATIVO RECANTE RECEPIMENTO DELLE RACCOMANDAZIONI DELLA COMMISSIONE EUROPEA 2004/913/CE E 2009/385/CE IN MATERIA DI REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DELLE SOCIETA QUOTATE. R E L A Z I O N
Banche e Sicurezza 2015
Banche e Sicurezza 2015 Sicurezza informatica: Compliance normativa e presidio del rischio post circolare 263 Leonardo Maria Rosa Responsabile Ufficio Sicurezza Informatica 5 giugno 2015 Premessa Il percorso
FLASH REPORT. Il nuovo Intermediario Finanziario Unico. Giugno 2015
FLASH REPORT Il nuovo Intermediario Finanziario Unico Giugno 2015 Il 4 settembre 2010 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.Lgs. 141 del 13 agosto 2010, attuativo della Direttiva comunitaria n.
NUMERICA RISK STP FUNZIONI FONDAMENTALI SII
NUMERICA RISK STP FUNZIONE ATTUARIALE, SOLVENCY II DIRETTIVA SOLVENCY II FUNZIONI FONDAMENTALI In conformità agli articoli 44, 46, 47 e 48 della direttiva 2009/138/CE Solvency II, le autorità nazionali
Le società di servizi e l azione di contrasto del riciclaggio in Italia. Dr. Michele Carofiglio
Le società di servizi e l azione di contrasto del riciclaggio in Italia Dr. Michele Carofiglio BANCA D ITALIA - ROMA 27 NOVEMBRE 2014 L attività di controllo della Banca d Italia in materia di contrasto
Il Direttore dell esecuzione. esecuzione dei contratti nel Testo Unico degli appalti. Convegno: L opera omnia dei contratti pubblici..
Il Direttore dell esecuzione esecuzione dei contratti nel Testo Unico degli appalti Convegno: L opera omnia dei contratti pubblici.. Stefania Gherri Reggio Emilia 12/12/2007 Il Direttore dell esecuzione..
INFORMATIVA SULL APPLICAZIONE DELLE POLITICHE DI REMUNERAZIONE A FAVORE DEGLI ORGANI SOCIALI E DEL PERSONALE NELL ESERCIZIO 2015
INFORMATIVA SULL APPLICAZIONE DELLE POLITICHE DI REMUNERAZIONE A FAVORE DEGLI ORGANI SOCIALI E DEL PERSONALE NELL ESERCIZIO 2015 Marzo 2016 1. PREMESSA Il Consiglio di Amministrazione è tenuto a rendere
Osservatorio Solvency II Operational Transformation
Divisione Ricerche Claudio Dematté Osservatorio Solvency II Operational Transformation Comply or Explain La Road Map verso Solvency II in Italia Maria Alejandra Guglielmetti 30.01.2014 Comply or Explain?
Il Decreto Legislativo 231/01: Impatti sulla Governance aziendale
Il D.Lgs 231/01 : riflessi sul ruolo dell' OdV e del Collegio Sindacale ndacale Il Decreto Legislativo 231/01: Impatti sulla Governance aziendale 27 febbraio 2012 Prof. Daniele Gervasio Università degli
Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di
Tavola 1 Requisito informativo generale
Tavola 1 Requisito informativo generale (a) Il Consiglio di Amministrazione di Finlabo SIM. (di seguito anche la SIM o la Società ), ha definito le politiche di gestione dei rischi all interno delle quali
E possibile migliorare il controllo e la governance delle imprese pubbliche? L esperienza del Comune di Roma
E possibile migliorare il controllo e la governance delle imprese pubbliche? L esperienza del Comune di Roma Marco Causi Facoltà di Economia Federico Caffè Università degli Studi Roma Tre L argomento della
Regolamento Isvap n. 23 del 9 maggio 2008
Regolamento Isvap n. 23 del 9 maggio 2008 1 Oggetto - 1 Regolamento concernente la disciplina della trasparenza dei premi e delle condizioni di contratto nell assicurazione obbligatoria per i veicoli a
TITOLO VI-BIS (1) AGENTI IN ATTIVITÁ FINANZIARIA E MEDIATORI CREDITIZI. Articolo 128-quater (2) (Agenti in attività finanziaria)
TESTO UNICO BANCARIO TITOLO VI-BIS (1) AGENTI IN ATTIVITÁ FINANZIARIA E MEDIATORI CREDITIZI Articolo 128-quater (2) (Agenti in attività finanziaria) 1. È agente in attività finanziaria il soggetto che
REGOLAMENTO N. 23 DEL 9 MAGGIO 2008 L ISVAP. (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo)
REGOLAMENTO N. 23 DEL 9 MAGGIO 2008 REGOLAMENTO CONCERNENTE LA DISCIPLINA DELLA TRASPARENZA DEI PREMI E DELLE CONDIZIONI DI CONTRATTO NELL ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA PER I VEICOLI A MOTORE E NATANTI, DI
ESSERE O APPARIRE. Le assicurazioni nell immaginario giovanile
ESSERE O APPARIRE Le assicurazioni nell immaginario giovanile Agenda_ INTRODUZIONE AL SETTORE ASSICURATIVO La Compagnia di Assicurazioni Il ciclo produttivo Chi gestisce tutto questo Le opportunità di
Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi
3 Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 1. Premessa Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi di Fiat S.p.A. (la Società ) costituisce elemento
Regolamento degli Organi Aziendali, delle Funzioni di Controllo e Dei Flussi Informativi. Data approvazione CDA 23 gennaio 2015
degli Organi Aziendali, delle Funzioni di Controllo e Dei Flussi Informativi Data approvazione CDA 23 gennaio 2015 SOMMARIO ART. 1 - DISPOSIZIONI PRELIMINARI... 4 ART. 2 - DEFINIZIONI... 5 ART. 3 PREMESSA...
BANCA D'ITALIA COMUNICATO DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI CONFORMITA' COMPLIANCE
PER SAPERNE DI PIU Informazioni utili per i Dirigenti Sindacali FABI BANCA D'ITALIA COMUNICATO DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI CONFORMITA' COMPLIANCE 1. Premessa. Il rispetto delle norme e la correttezza
Comunicazione informativa sul Modello 231 e Codice Etico. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.Lgs. 8 GIUGNO 2001 N.
Comunicazione informativa sul Modello 231 e Codice Etico MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.Lgs. 8 GIUGNO 2001 N. 231 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE Con la disciplina dettata dal
Codice Etico del Gruppo Poste Italiane
Codice Etico del Gruppo Poste Italiane 28 settembre 2009 Approvato nell adunanza del 28 settembre 2009 del Consiglio di Amministrazione Indice 1. PREMESSA E OBIETTIVI............................. 2 2.
AIM Italia/Mercato Alternativo del Capitale. Requisiti generali di organizzazione - funzioni aziendali di controllo (Nominated Adviser)
AIM Italia/Mercato Alternativo del Capitale - funzioni aziendali di controllo (Nominated Adviser) Introduzione Le presenti linee guida dettano principi di carattere generale in tema di organizzazione delle
Mediolanum Assicurazioni S.p.A. Estratto della POLITICA DI GESTIONE DEI CONFLITTI DI INTERESSE
Mediolanum Assicurazioni S.p.A. Estratto della POLITICA DI GESTIONE DEI CONFLITTI DI INTERESSE Consiglio di Amministrazione del 18 marzo 2013 PREMESSA Mediolanum Assicurazioni S.p.A. (di seguito anche
COMMENTI DI BORSA ITALIANA ALLA CONSULTAZIONE SULLA COMUNICAZIONE IN TEMA DI MERCATI
Allegato 1 COMMENTI DI BORSA ITALIANA ALLA CONSULTAZIONE SULLA COMUNICAZIONE IN TEMA DI MERCATI Nelle pagine successive sono riportate le osservazioni alle proposte di modifica che riguardano la Comunicazione
Disposizioni in materia di trattamento dei dati personali.
Privacy - Ordinamento degli uffici e dei servizi comunali: indirizzi in materia di trattamento dei dati personali esistenti nelle banche dati del Comune. (Delibera G.C. n. 919 del 28.12.2006) Disposizioni
REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
COMUNE DI BRESCIA REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Adottato dalla Giunta Comunale nella seduta del 26.3.2003 con provvedimento n. 330/11512 P.G. Modificato
REGOLAMENTO PER IL CONTROLLO ANALOGO DELLE SOCIETA CONTROLLATE O PARTECIPATE
Approvato con delibera assembleare nr. 10 del 11.02.2014 REGOLAMENTO PER IL CONTROLLO ANALOGO DELLE SOCIETA CONTROLLATE O PARTECIPATE Art. 1 - Ambito di applicazione e modalità di controllo Le disposizioni
Benefici della Certificazione Sicurezza OHSAS 18001:2007
Benefici della Certificazione Sicurezza OHSAS 18001:2007 Premessa Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 "Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle
II.11 LA BANCA D ITALIA
Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria
1) MODIFICHE AL TESTO UNICO BANCARIO IN ATTUAZIONE DELLA DELEGA DI CUI ALL ARTICOLO 33 COMMA 1, LETTERA E), DELLA LEGGE 7 LUGLIO 2009, N.
1) MODIFICHE AL TESTO UNICO BANCARIO IN ATTUAZIONE DELLA DELEGA DI CUI ALL ARTICOLO 33 COMMA 1, LETTERA E), DELLA LEGGE 7 LUGLIO 2009, N. 88 Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione; Visto il decreto
ISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE DEI RECLAMI. Relazione
ISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE DEI RECLAMI Relazione Con le Istruzioni sulla trattazione dei reclami (di seguito, Istruzioni ) la COVIP intende procedere nella realizzazione di interventi volti ad accrescere
COMMENTI AL DOCUMENTO AVENTE PER OGGETTO: DISCIPLINA DEI LIMITI AGLI INVESTIMENTI E DEI CONFLITTI D INTERESSE PER I FONDI PENSIONE
Roma, 1 febbraio 2008 COMMENTI AL DOCUMENTO AVENTE PER OGGETTO: DISCIPLINA DEI LIMITI AGLI INVESTIMENTI E DEI CONFLITTI D INTERESSE PER I FONDI PENSIONE Con riferimento al Documento in oggetto, posto in
ORDINE DEGLI ATTUARI
La Funzione Attuariale in ottica Solvency 2 Coordinamento, gestione e controllo in materia di riserve tecniche A. Chiricosta Roma, 1 luglio 2014 Agenda Indicazioni dalla Lettera al mercato applicazione
Il Governo Societario nelle Banche di Credito Cooperativo: attualità e prospettive
Il Governo Societario nelle Banche di Credito Cooperativo: attualità e prospettive Il modello di sistema dei controlli interni per il Credito Cooperativo Giuseppe Zaghini, Rischi e Controlli - Ufficio
11 ottobre 2010. Le osservazioni al presente documento di consultazione dovranno pervenire entro il 15 novembre 2010 al seguente indirizzo:
Provvedimento recante disposizioni attuative in materia di organizzazione, procedure e controlli interni volti a prevenire l utilizzo a fini di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo delle società
Allegato 1 Confronto delle disposizioni attuative della normativa primaria
Allegato 1 Confronto delle disposizioni attuative della normativa primaria Istruzioni di vigilanza per gli intermediari finanziari iscritti nell elenco speciale (Circ. Banca d Italia 216 del 5 agosto 1996
Linee Guida per la gestione delle operazioni con Parti Correlate e Soggetti Collegati
Linee Guida per la gestione delle operazioni con Parti Correlate e Soggetti Collegati Poste Italiane S.p.A. ai sensi del Regolamento CONSOB adottato con delibera 17221/2010 (Operazioni con Parti Correlate)
La privatizzazione della Borsa e il nuovo quadro normativo
La Privatizzazione della Borsa e il nuovo Quadro normativo Il processo di riorganizzazione e sviluppo dei mercati finanziari avviato con la legge 1/1991 - relativa alla disciplina dell attività di intermediazione
Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.
Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa
REGOLAMENTO N. 8 DEL 3 MARZO 2015
REGOLAMENTO N. 8 DEL 3 MARZO 2015 REGOLAMENTO CONCERNENTE LA DEFINIZIONE DELLE MISURE DI SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE E DEGLI ADEMPIMENTI NEI RAPPORTI CONTRATTUALI TRA IMPRESE DI ASSICURAZIONI, INTERMEDIARI
Ministero dello Sviluppo Economico
Ministero dello Sviluppo Economico DIPARTIMENTO PER L IMPRESA E L INTERNAZIONALIZZAZIONE DIREZIONE GENERALE PER IL MERCATO, LA CONCORRENZA, IL CONSUMATORE, LA VIGILANZA E LA NORMATIVA TECNICA Divisione
Oggetto: Armonizzazione contabile della Regione Autonoma della Sardegna. Disposizioni di indirizzo politico amministrativo.
Oggetto: Armonizzazione contabile della Regione Autonoma della Sardegna. Disposizioni di indirizzo politico amministrativo. Il Presidente, d intesa con l Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito
REGOLAMENTO N. 23 DEL 9 MAGGIO 2008 L ISVAP. (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo)
REGOLAMENTO N. 23 DEL 9 MAGGIO 2008 REGOLAMENTO CONCERNENTE LA DISCIPLINA DELLA TRASPARENZA DEI PREMI E DELLE CONDIZIONI DI CONTRATTO NELL ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA PER I VEICOLI A MOTORE E NATANTI, DI
IL RESPONSABILE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE NELLE SOCIETÀ PARTECIPATE ALLA LUCE DEI RECENTI ORIENTAMENTI INTERPRETATIVI MEF-ANAC
IL RESPONSABILE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE NELLE SOCIETÀ PARTECIPATE ALLA LUCE DEI RECENTI ORIENTAMENTI INTERPRETATIVI MEF-ANAC di Annalisa De Vivo L applicazione della legge 6 novembre 2012,
Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/2001. Parte 01 PRESENTAZIONE DEL MODELLO
Parte 01 PRESENTAZIONE DEL MODELLO 1 01.00 PREMESSA Recordati è un gruppo farmaceutico europeo fondato nel 1926, quotato alla Borsa Italiana, che si dedica alla ricerca, allo sviluppo, alla produzione
COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA OTTIMALE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA OTTIMALE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APRILE 2015 1 INDICE 1 INTRODUZIONE... 3 2 OBIETTIVI DEL DOCUMENTO... 4 3 PROFILO TEORICO DEL CONSIGLIERE... 5 3.1 Ruoli
COMPLIANCE E ANTIRICICLAGGIO: Integrazione tra le funzioni e aspetti organizzativi. Milano, 8 marzo 2012 Claudio Cola
COMPLIANCE E ANTIRICICLAGGIO: Integrazione tra le funzioni e aspetti organizzativi Milano, 8 marzo 2012 Claudio Cola 1 AGENDA: 1. Premessa 2. La funzione compliance 3. La funzione antiriciclaggio 4. Integrazione
POLICY CONFLITTI D INTERESSE
POLICY CONFLITTI D INTERESSE Documento per la clientela 13/01/2014 INDICE 1. PREMESSA 3 1.1 Definizioni 4 2. OBIETTIVI 5 3. ANALISI E VALUTAZIONI: IDENTIFICAZIONE DELLE SITUAZIONI DI POTENZIALE CONFLITTO
DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo per la riforma della disciplina della cooperazione dell'italia con i Paesi in via di sviluppo.
DISEGNO DI LEGGE: Delega al Governo per la riforma della disciplina della cooperazione dell'italia con i Paesi in via di sviluppo. Consiglio dei Ministri: 05/04/2007 Proponenti: Esteri ART. 1 (Finalità
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
RELAZIONE ILLUSTRATIVA DELLE CONSEGUENZE SULL'ATTIVITÀ DELLE IMPRESE E DEGLI OPERATORI E SUGLI INTERESSI DEGLI INVESTITORI E DEI RISPARMIATORI, DERIVANTI DALLE MODIFICHE AL REGOLAMENTO SULLA RACCOLTA DI
LE PRINCIPALI NOVITA INTRODOTTE CON LA NUOVA NORMATIVA APPLICABILE AGLI INTERMEDIARI FINANZIARI
SLC Avvocati LE PRINCIPALI NOVITA INTRODOTTE CON LA NUOVA NORMATIVA APPLICABILE AGLI INTERMEDIARI FINANZIARI La disciplina prevista dal Titolo V del D. Lgs. n. 385/1993 (Testo Unico Bancario) viene radicalmente
Attuazione della direttiva MiFID (2004/39/CE)
Attuazione della direttiva MiFID (2004/39/CE) Aspetti essenziali La MiFID è una direttiva di armonizzazione massima che disciplina gli intermediari e i mercati finanziari Intermediari Si introduce un nuovo
Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001 GOVERNANCE ORGANIZZATIVA
Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001 Rev. 1-20/10/2010 GOVERNANCE ORGANIZZATIVA 1. Sistema di governance organizzativa L assetto organizzativo, amministrativo e contabile
D. Lgs.. 231/2001 e Sistema Gestione Qualità: quali integrazioni. M. Mengoli 5 giugno 2014
D. Lgs.. 231/2001 e Sistema Gestione Qualità: quali integrazioni M. Mengoli 5 giugno 2014 Il D. Lgs. 231/01 introduce una nuova fattispecie di responsabilità da reato Reato nell organizzazione è imputabile
PROTOCOLLO DI INTESA TRA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI E UNIONE DELLE PROVINCE D ITALIA
PROTOCOLLO DI INTESA TRA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI E UNIONE DELLE PROVINCE D ITALIA Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e l Unione delle Province d Italia UPI VISTI il
Università degli studi di Foggia Dipartimento di Economia
Università degli studi di Foggia Dipartimento di Economia Il sistema dei controlli interni delle banche: il ruolo degli organi aziendali e delle funzioni aziendali di controllo Foggia, 20 Novembre 2012
Regolamento per la gestione del patrimonio
Regolamento per la gestione del patrimonio Approvato dall Organo di indirizzo nella seduta del 19 aprile 2013 Art. 1 (Ambito di applicazione) Il presente regolamento, adottato ai sensi dell'art. 6 dello
Codice Deontologico. Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori
Codice Deontologico Approvato dall Assemblea Ordinaria dei Consorziati con Delibera del 28/09/2011 INDICE 1. Premessa 2. Destinatari 3. Scopo 4. Principii, doveri, responsabilità e modelli di comportamento
Maurizio De Nuccio *
Servizio sanitario L accreditamento: un sistema per la qualità in piena evoluzione La ricostruzione legislativa della normativa in materia Maurizio De Nuccio * La definizione data da Wikipedia, l'enciclopedia
INDICE SOMMARIO. Introduzione... 1
SOMMARIO Introduzione... 1 CAPITOLO 1 I SERVIZI E LE ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO 1. L elenco dei servizi (e delle attività) di investimento... 9 2. Gli strumenti finanziari... 10 3. La nozione di prodotto
Comitato Tecnico Assofondipensione. 4 giugno 2012
Comitato Tecnico Assofondipensione «Disposizioni sulla politica di investimento» 4 giugno 2012 1 Gestione finanziaria nei fondi pensione Normativa e modello operativo ante Deliberazione Covip 16/03/2012;
REGOLAMENTO INTERNO PER LA GESTIONE E LA COMUNICAZIONE ALL ESTERNO DI INFORMAZIONI RISERVATE E PRIVILEGIATE
REGOLAMENTO INTERNO PER LA GESTIONE E LA COMUNICAZIONE ALL ESTERNO DI INFORMAZIONI RISERVATE E PRIVILEGIATE GIUGNO 2015 Articolo 1 - Ambito di applicazione 1.1 Il presente regolamento interno (di seguito
Codice di Comportamento
Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 15 del 3 maggio 2005 e successivamente modificato con deliberazione n. 12 del 2 marzo 2009 Indice Premessa 1 Codice Etico 2 Regolamento gare
CODICE DI COMPORTAMENTO
CODICE DI COMPORTAMENTO CBL Distribuzione S.r.l. nel quadro del programma di adempimenti ex art. 12.2, della delibera AEEG del 18 gennaio 2007, n 11/07 e ss. mm. e ii. Adottato dal Gestore Indipendente
Modello dei controlli di secondo e terzo livello
Modello dei controlli di secondo e terzo livello Vers def 24/4/2012_CLEN INDICE PREMESSA... 2 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 3 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CONTROLLO... 3 RUOLI E RESPONSABILITA DELLE FUNZIONI
Procedimenti per l adozione di atti di regolazione
Procedimenti per l adozione di atti di regolazione Risposta alla consultazione Consob sul progetto di regolamento di attuazione dell articolo 23 della legge n. 262/2005 1. Introduzione La Consob ha sottoposto