IL SALONE PARROCCHIALE DI S. AGOSTINO GIA' CAPPELLA DELL'ORFANATROFIO MASCHILE

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1 IL SALONE PARROCCHIALE DI S. AGOSTINO VICENDE STORICHE E SUO NEL CONTESTO DELLA PARROCCHIA 1

2 Nella narrazione storica del complesso di S. Lorenzo in S. Agostino, si è voluto dare un particolare risalto a quella parte del ex-convento degli agostiniani che oggi viene utilizzata come Salone Parrocchiale, isolandone le sue vicende. Questo non solo perché questo ambiente, da una determinata epoca in poi, ha sempre goduto di una sua specifica vicenda, ma anche per evidenziare il ruolo sempre più importante che esso ha assunto nel contesto della vita della parrocchia. * * * Foto Salone : Parrocchia di S. Lorenzo in S. Agostino di Reggio Emilia Il Salone Parrocchiale alla fine dei lavori di adeguamento del 1994 (Archivio fotografico della Parrocchia di S. Lorenzo in S. Agostino) 2 In origine, e poi fino alla soppressione degli agostiniani (1796), questa parte del convento posta al piano terreno dell'ala est, era suddivisa in diversi ambienti con destinazioni legate soprattutto alla preparazione e trasformazione dei prodotti agricoli che provenivano dai fondi rurali di proprietà del monastero. Questi ambienti dove si pigiavano le uve, si conservavano nei tini i mosti per trasformarli in vino, si burattavano le granaglie, si ammassava la legna per scaldarsi e cucinare, avevano un contatto diretto con la corte rustica del convento, oggi adibita a campo di calcetto per i ragazzi che frequentano la parrocchia. Sulla corte prospettavano, dalla parte opposta, la stalla con alcuni capi di bestiame (cavalli e mucche), il fienile, il luogo dei lavatoi e il portone di ingresso per poter far accedere i carri che trasportavano prodotti e merci. Oggi questi ambienti sono adibiti a scopi educativi e studio parrocchiale, ma prima del 1796 formavano un tutt'uno di tipo funzionale per le necessità quotidiane dei monaci. Dopo la loro soppressione e dopo l'assegnazione del convento nel 1797 alla parrocchia di S. Lorenzo da parte del governo della Repubblica Cispadana, l'ala est divenne, al primo piano sede della canonica e al piano terreno luogo di servizio per le necessità del parroco. In parte questi locali furono anche affittati. La situazione si stabilizzò in questo modo fino al 1851, anno in cui tali ambienti furono chiesti all'allora parroco don Prospero Denti da parte dell' Albergo Orfano- Mendicanti. Questa pia istituzione era stato deciso che si sarebbe dovuta trasferire nell'ex-convento degli Agostiniani, divenuto in gran parte di proprietà della Camera Ducale Estense nel Per poter meglio ospitare gli orfanelli della città, si ritenne necessario richiederne l'utilizzazione, sottraendoli dalle mani della Parrocchia. Al fine di poter ottenere una rapida e favorevole decisione da parte di don Denti, si mosse anche la Curia Vescovile che lo sollecitò ad accettare la cessione degli ambienti, rimandando a dopo la definizione dei termini giuridici ed economici che ne conseguivano.

3 Don Denti accettò, anche perché di mezzo c'era il Duca Francesco V., promotore dell'iniziativa del trasferimento, il quale voleva che gli ingenti lavori avviati per adattare l'ex-convento alle nuove funzioni, fossero conclusi nel più breve tempo possibile. A dirigere questo rinnovamento era stato chiamato l'arch. Pietro Marchelli, che godeva dei favori ducali. Il 6 e il 7 maggio 1852 vi fu l'inaugurazione della nuova sede dell'albergo Orfano-mendicanti alla presenza di Francesco V. I locali ceduti dal Denti in tutta fretta, erano stati trasformati nei primi mesi del 1852 in una grande ambiente che occupava praticamente lo spazio dell'attuale salone parrocchiale, salvo una modesta parte verso la sagrestia, che era rimasta come l'aveva consegnata il parroco. Foto Salone 2: Parrocchia di S. Lorenzo in S. Agostino di Reggio Emilia Il Salone Parrocchiale alla fine dei lavori di adeguamento del 1994 (Archivio fotografico della Parrocchia di S. Lorenzo in S. Agostino) Sotto la direzione del Marchelli, erano stati eliminati tutti i muri trasversali che suddividevano il piano terra di quest'ala, dando luogo ad un solo utilizzo, cioè quello di Cappella per l'albergo. Il Marchelli aveva sostituito il muro portante verso il cortile rustico per poter meglio appoggiare la volta superiore che divideva il nuovo ambiente dalla canonica posta di sopra. Durante l'inevitabile fase di assestamento, la volta però procurò diversi inconvenienti agli ambienti dove viveva il parroco con la sorella ed una nipote: pavimenti avvallati, tramezzi parzialmente in distacco e porte che non si chiudevano più. Dopo non poche rimostranze del Denti, furono avviati lavori di messa in sicurezza e di semplice riparazione, lasciando la parte strutturale così come era stata già predisposta. 3

4 Il primo luglio 1852 la cappella fu consacrata dal Vescovo Monsignor Pietro Raffaelli, con grande disappunto del parroco, che avrebbe voluto che gli educatori messi a guida dell'albergo, cioè i Fratelli delle Scuole Cristiane, si servissero, per le loro funzioni religiose, della Chiesa di S. Agostino. Don Denti mandò giù i suoi rospi e attese che le promesse a lui fatte per sistemare le questioni giuridico-amministrative in sospeso, venissero risolte. Ma invano. Nonostante i reclami inviati, le lettere al Vescovo e le richieste di perizie, non riusciva a ottenere nessun risultato. Aprì così una vertenza con l'albergo Orfani Mendicanti, che nel frattempo tirava per le lunghe. Inoltre si trovò anche in contrasto con i Fratelli delle Scuole Cristiane, di cui non condivideva i metodi educativi e che quindi non vedeva di buon occhio. Foto Salone 3 : Parrocchia di S. Lorenzo in S. Agostino di Reggio Emilia Vista del Salone Parrocchiale verso il palco (Foto Ferrari 2012) Mentre queste vicende si trascinavano senza esito, la volta posta sopra la canonica ricominciò a dare segni di movimento. (Foto Ferrari 2012)Era il l'arch. Pietro Marchelli, tecnico dell'albergo Orfano- Mendicanti, stilò una perizia per affrontare definitivamente la questione. Propose due soluzioni: o sostenere la volta con un sistema di colonne, ponendole in modo opportuno all'interno della Cappella, o rinforzare i muri di sostegno supportando la volta stessa mediante contrafforti e costolature da porre nell'estradosso di quest'ultima. Il Marchelli optò per la prima soluzione, che era 4

5 però più costosa, ma più sicura. Fu invece la seconda soluzione ad essere prescelta e realizzata, come anche oggi è possibile vedere, entrando nel Salone. Ma nel marzo del 1856 si ritornò daccapo. Nuovi movimenti della volta e nuovi reclami del Parroco, che lamentava crepe nei fascioni posti a rinforzo. Non è dato conoscere quali altri accorgimenti vennero messi in atto per recuperare la situazione e mettere il tutto in sicurezza. E' probabile però che si sia provveduto a rifare le costolature lesionate Foto Salone 4 : Parrocchia di S. Lorenzo in S. Agostino di Reggio Emilia Vista del Salone Parrocchiale verso fondo (Foto Ferrari 2012) ed ad aggiungerne altre in opportune posizioni. Dopo tale anno le cose sembrarono essersi messe definitivamente a posto, perché il Denti non avanzò più proteste. Il 7 novembre 1861 si chiuse finalmente anche la vertenza che andava avanti da dieci anni. In quel giorno venne firmato il rogito di alienazione dei locali che erano stati ceduti sulla parola nel 1851 e venne fissato il prezzo di vendita in 4.000,00 lire, con costituzione di una rendita permanente annua al 5% da corrispondere al parroco di S. Lorenzo in S. Agostino. La proprietà dei locali viene retrodata al 1 gennaio La cappella, nel frattempo, era stata arredata come una piccola chiesa. Sul lato sud che guardava verso le mura della città vi era l'altare per le celebrazioni eucaristiche, con sopra un incavo in cui era stato posto un dipinto rappresentante la Sacra Famiglia con S. Giovanni Battista fanciullo, opera oggi attribuita dalla critica al pittore bolognese Lucio Massari ( ). 5

6 L'uso sacro di questo locale rimarrà per molti anni a venire, affiancato da un utilizzo a palestra solo negli ultimi anni di permanenza di quella che col tempo era divenuta l'opera Pia Orfanatrofi. Nel 1967 la Parrocchia acquistò da questo pio istituto l'ex-convento degli agostiniani. Nel rogito fu compresa anche la Cappella degli orfani, che venne adibita da subito a Salone Parrocchiale, per poter permettere una partecipazione molto più attiva dei fedeli alle iniziative che si andavano proponendo nei confronti delle famiglie e dei giovani. Si avviarono infatti diversi lavori di adattamento eseguiti nel 1968, con rifacimento della pavimentazione, ripristino degli intonaci, inserimento dell'impianto di riscaldamento e di un nuovo impianto elettrico e di illuminazione, tinteggio e rivestimento a perlinatura dei muri perimetrali interni per isolare l'ambiente dall'umidità risalente. Questa sistemazione si manterrà così fino al 1994, quando su progetto e direzione lavori del compianto architetto Carlo Lucci, si procedette ad una radicale sistemazione interna. Nuove esigenze dettate dalle normative antincendio imposero infatti un adeguamento di questo ambiente, per potervi mantenere le funzioni che da sempre vi si svolgevano. Venne innalzato il pavimento interno, sotto cui si inserì un nuovo impianto di riscaldamento a pannelli radianti e venne abbassata la pavimentazione del cortile che fronteggiava a sud il salone, oggi adibito a campo di calcetto. Questo per permettere alle uscite di sicurezza del salone di essere allo stesso livello del cortile. Fu rifatto l'impianto di illuminazione, la pavimentazione interna, e vennero messe in evidenza, a mattone nudo, parte dei contrafforti e delle costolature che sorreggono la volta. Nella parte verso la sagrestia si decise di erigere un palco mobile per le rappresentazioni e le conferenze. Dopo questi lavori, il salone acquistò un suo assetto definitivo, che è quello che si vede anche oggi. * * * Il ruolo che la Parrocchia ha dato e dà a questo ampio locale è di notevole importanza, essendo stato scelto come luogo in cui effettuare incontri, catechesi, confronti, iniziative di divertimento e di condivisione fraterna e di approfondimento culturale. E' una replica laica della Chiesa vera e propria, in cui la partecipazione alla vita della parrocchia e alla conseguente attività pastorale, trova una delle espressioni più significative e più adatte anche per collegare fra loro gran parte delle iniziative che ruotano attorno alla Parrocchia. 6