Revisione 3 del 09/05/2012 Revisione 3 del 09/05/2012

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Revisione 3 del 09/05/2012 Revisione 3 del 09/05/2012"

Transcript

1 Revisione 3 del 09/05/2012 Revisione 3 del 09/05/2012 Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 1

2 0 PREMESSA INFORMAZIONI AL PUBBLICO INTRODUZIONE ALLA DICHIARAZIONE AMBIENTALE 4 1 INTRODUZIONE e BREVE STORIA COLLOCAZIONE GEOGRAFICA CARATTERISTICHE di PAESAGGI AMBIENTALI Morfologia e topologia dell area RAPPORTI CON LE PARTI INTERESSATE 10 3 IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE OBIETTIVI E TRAGUARDI DI HONDA MOTOR POLITICA AMBIENTALE 17 4 DESCRIZIONE DELLA CIAP I NOSTRI PRODOTTI INFORMAZIONI SULLA GESTIONE DEL PROCESSO DI LAVORAZIONE 18 5 IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI 19 5 IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI EMISSIONI IN ATMOSFERA Emissioni di CO SCARICHI IDRICI Consumo di energia elettrica CONTAMINAZIONE DEL SUOLO Impatto Acustico Inquinamento luminoso Inquinamento luminoso Sostanze lesive per lo strato di ozono TRASPORTO MERCI TRASPORTO MERCI IDENTIFICAZIONE ASPETTI AMBIENTALI INDIRETTI Effetti da Prodotto Scelta e composizione dei servizi Decisioni Amministrative Comportamenti ambientali di appaltatori e subappaltatori 43 6 INCIDENTI AMBIENTALI E IMPATTI SULL AMBIENTE CONSEGUENTI, A INCIDENTI E SITUAZIONI DI POTENZIALE EMERGENZA Rischio Incendio attività in caso di Emergenza 44 7 OBIETTIVI E TRAGUARDI 45 Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 2

3 0 PREMESSA 0.1 INFORMAZIONI AL PUBBLICO La Dichiarazione Ambientale della C.I.A.P. SpA fornisce informazioni sugli aspetti ambientali correlati a tutte le attività interne che riguardano i nostri processi produttivi. La decisione di redigere questa Dichiarazione si inserisce nella politica di gestione della Direzione Aziendale e vuole costituire un significativo contributo al miglioramento continuo dei rapporti con il territorio. I dati riportati nella presente Dichiarazione Ambientale fanno riferimento ad un periodo triennale dal 01/04/2009 al 31/03/2012. Il verificatore ambientale accreditato è il CERMET: IT V 0011 Numero di Registrazione IT del 8 Novembre 2010 La presente dichiarazione ambientale ha validità di tre anni, con l aggiornamento annuale solo per i dati e grafici di riferimento. Per informazioni sul contenuto rivolgersi: Sig.ra Sannini Pialaura Responsabile Sicurezza Ambiente RSA e Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (indirizzo sannini@ciapspa.com) CIAP S.p.A. Produzione di ingranaggi e variatori per motocicli e motori elettrici Codice NACE: Via San Vitale, Budrio (BO) Tel Fax Indirizzo internet: Indirizzo ciap@ciapspa.com Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 3

4 0.2 INTRODUZIONE ALLA DICHIARAZIONE AMBIENTALE La consapevolezza che le tematiche ambientali siano tra le priorità strategiche di un azienda che oltre al mercato si trova a doversi confrontare con una società, giustamente, sempre più sensibile ed esigente a tali problematiche, ci ha indotto ad implementare il nostro sistema di gestione ambientale. La presente Dichiarazione Ambientale, in conformità con quanto richiesto dal nuovo Regolamento EMAS,CE 1221/2009 del 22/12/2009, rappresenta pertanto un punto di partenza per sviluppare un onesto e trasparente rapporto collaborativo e la volontà di porsi come soggetto attivo per una continua ricerca del miglioramento dell ambiente in cui opera l azienda. FIRMA (Yoshiharu Suzuki) Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 4

5 1 INTRODUZIONE E BREVE STORIA La Ditta C.I.A.P. (acronimo di Costruzione Italiana Apparecchi di Precisione), fondata dal Sig. SENTIMENTI GIOVANNI, nasce nel 1963 e si occupa della costruzione di strumenti di precisione. Negli anni 80 si registra la conversione alla produzione d ingranaggi per motocicli. Gli anni 80 segnano una svolta significativa per la società. Tra il 1982 e il 1983 diventa fornitore della società Honda Italia Industriale di Atessa (in provincia di Chieti). I rapporti con la multinazionale giapponese, si fanno sempre più intensi, tanto che il 31 Luglio 1988 la Honda Motor, attraverso le società europee del gruppo, rileva l intero capitale della C.I.A.P. Entrano a far parte del Consiglio di Amministrazione della società amministratori giapponesi, i quali forti di una loro tradizione e di esperienze maturate nella Casa Madre, apportano significativi cambiamenti ai processi lavorativi volti ad un fine ben preciso: l internazionalizzazione dell azienda. La sede legale e lo stabilimento produttivo sono a Budrio, Località Canaletti in Provincia di Bologna. Dal 1980 ad oggi l attività cresce notevolmente passando da 20 dipendenti a circa 60 nel 1995 fino agli attuali 80 Nel 1995 entra a far parte del capitale sociale anche il gruppo Yamada e la CIAP muta la propria ragione sociale: il 28 Giugno 1995 diventa una S.p.A.. L attività della Ditta C.I.A.P. S.p.A. si incentra sulla produzione di ingranaggi e variatori per motocicli, ma costruisce/assembla anche altra componentistica nel settore motoristico. L obiettivo di questa Dichiarazione Ambientale è di illustrare ed estendere, il significato della parola ambiente su tutte le attività aziendali avendo già in essere impatti ambientali. Di seguito è riportata, in ordine cronologico, una sintesi dei più importanti avvenimenti a- ziendali: 1963 Viene costituita la CIAP 1988 Acquisto da parte della HONDA ITALIA INDUSTRIALE S.p.A Ingresso nel capitale sociale della CIAP di YAMADA. La CIAP diventa una SpA Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 5

6 AZIONISTI CIAP (fig.1) 1998 Conseguimento della certificazione ISO 9002: Conseguimento della certificazione ISO 14001: Passaggio allo standard ISO 9001: Conseguimento della certificazione OHSAS 18001: Passaggio delle certificazioni: o OHSAS 18001:2007 o ISO 14001:2004 o ISO 9001: registrazione EMAS: Lo stabilimento della C.I.A.P. S.p.A. opera su tre turni di lavoro, dalle 6 alle 20, per la produzione e su un turno centrale per gli uffici; i giorni lavorativi sono di cinque giorni/settimana. Ad oggi il numero totale dei dipendenti è di 78, di cui 50 sono dedicati alla produzione. Di seguito viene riportato l organigramma di produzione. (fig. 21) (Fig. 2) ORGANIGRAMMA di PRODUZIONE 2.1 COLLOCAZIONE GEOGRAFICA La C.I.A.P. S.p.A. ha sede e stabilimento nella zona di Canaletti di Budrio. Il sito è raggiungibile tramite l autostrada A14 uscita Castel San Pietro Terme o San Lazzaro di Save- Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 6

7 Dichiarazione Ambientale na, percorrendo la strada provinciale San Vitale S.P. 253, la più importante via di collegamento, dopo l autostrada, tra Bologna e Ravenna e la relativa costa adriatica. Al catasto, il lotto occupato dallo stabilimento è individuato dal foglio di mappa Concessione edilizia prot. 254 del 07/12/91. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 7

8 2.2 CARATTERISTICHE DI PAESAGGI AMBIENTALI Destinazione d uso dell area di insediamento del sito da PRG: zona D (industriale) Longitudine e latitudine: Descrizione attività produttive adiacenti: Nel raggio di circa 500 metri vi sono: Deposito e vendita materassi. Piccole aziende del settore metalmeccanico, lavorazione legno e materiale plastico Attività agricole Agglomerato di abitazioni (località Canaletti) Morfologia e topologia dell area Il sito produttivo si trova alla quota di.30.m..s.l.m. La tipologia del terreno è pianeggiante L area dove è ubicata la C.I.A.P. è classificata in zona 3 (bassa sismicità) come si evince dalla riclassificazione sismica dell Emilia-Romagna, Ordinanza del PCM n. 3274/2003. La CIAP è raggiungibile da Bologna percorrendo la Strada Provinciale 253 (strada San Vitale), strada ad alto traffico che collega Bologna con Ravenna. La CIAP si affaccia sulla S. Vitale e ha l accesso però allo stabilimento attraverso tre passi carrai posti su strada consortile a basso regime di transito. La strada consortile è, infatti, in uso solo dalle aziende insediate su di essa. La salvaguardia dell area verde viene appaltata, con manutenzione quadrimestrale affidata ad azienda specializzata nel settore. L area adiacente non presenta alcun interesse paesaggistico, turistico e/o archeologico significativo. A circa 200 metri è situato un agglomerato di case: Località Canaletti (frazione di Budrio) A circa 600 m si trova il primo centro abitato Prunaro (frazione di Budrio) di circa 600 abitanti Relativamente alle superfici occupate dallo stabilimento di cui alla pagina successiva, occorre rilevare, che nel 2010 si è imposta una riorganizzazione interna che ha comportato la dismissione di uno stabile (denominato CAP B). Attualmente (a partire dal 2011) l attività è pertanto concentrata nei due restanti capannoni (denominati CAP A e CAP C ) come si evince dalla foto di cui alla pagina seguente Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 8

9 Area occupata dal sito mq Area coperta da capannoni mq Area scoperta:ad uso esclusivo mq 4990 Area scoperta d uso comune: mq ~1460 Numero dei capannoni 2 : A C A C Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 9

10 2.3 RAPPORTI CON LE PARTI INTERESSATE La C.I.A.P. garantisce lo scambio di informazioni con le altre società Honda d Europa e del mondo, con altri enti esterni, come Aziende confinanti, Comune, Regione e Provincia, organismi di controllo, fornitori e Clienti. Le comunicazioni continue con Honda Motor Europe riguardano l andamento delle prestazioni ambientali e di sicurezza in previsione del raggiungimento degli obiettivi fissati. Obiettivi che sono condivisi dalle singole società del Gruppo Honda in occasione del PESEM (Pan European Safety and Environment Meeting ). Gli incontri PESEM che hanno inizio a partire dal 1994, nascono dall esigenza di coordinare le attività della aziende europee del Gruppo Honda soprattutto per quanto concerne gli aspetti legati alla sicurezza e all ambiente. Per favorire tale processo è stato richiesto a tutte le aziende che partecipano di adottare uno standard di gestione internazionali (prima la ISO 9001, quindi la ISO 14001, la OHSAS e infine la registrazione EMAS). Durante il PESEM, che si svolge annualmente in una sede europea differente del Gruppo Honda, sono condivise le conoscenze e le esperienze fatte nei singoli stabilimenti e sono indicati gli obiettivi medio e lungo termini. Le comunicazioni che avvengono con gli enti esterni, quali, Comune, ARPA, VVF, Regione, ASL, riguardano soprattutto gli adempimenti normativi (richiesta di autorizzazioni e di sopralluoghi sul posto di lavoro). C.I.A.P. inoltre promuove: comunicazioni e progetti con alcuni Istituti tecnici/formativi bolognesi, cui fanno seguito le visite didattiche e stage presso lo stabilimento. La CIAP inoltre ritiene prioritario il coinvolgimento e partecipazione dei dipendenti alla attività aziendali. Le comunicazioni interne con i dipendenti, sono condotte: dalla Direzione mediante riunioni settimanali ( Staff Meeting ), cui partecipano i Capi reparto e in cui si espongono le attività e i progetti pianificati. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 10

11 dal RSA soprattutto in forma scritta attraverso: bacheche aziendali, buste paga, mail. dai Capi reparto verso i dipendenti, mediante riunioni settimanali di reparto in cui sono comunicate le attività e/o gli obiettivi aziendali a cadenza semestrale, con riunioni collettive in mensa dove vengono esposti i dati relativi la produzione (stato ordini e fatturato raggiunto), le modifiche all organizzazione aziendale, l andamento del sistemi di gestione qualità, sicurezza e ambiente. Per coinvolgere il personale, infine sono stati formati dei comitati con compiti ben definiti. A.BUENA VISTA SOCIAL CLUB: Lo scopo è quello di permettere una socializzazione trasversale del personale tra i vari livelli aziendali. Le attività principali sono quelle di animare gli ambienti di lavoro per aumentare: le motivazioni del personale, lo stato di appartenenza dei lavoratori all azienda il riconoscimento della C.I.A.P da parte dell esterno tramite le attività non direttamente commerciali. B. Il KAIZEN è una metodologia giapponese Il termine Kaizen, infatti, è la composizione di due termini giapponesi: KAI (cambiamento) e ZEN (meglio). Consiste pertanto in un miglioramento continuo, passo a passo, che coinvolge l'intera struttura aziendale. E si basa sul principio che detta le fondamenta di questa 'filosofia': "L'energia viene dal basso". La proposta di un Kaizen viene avanzata da un dipendente, secondo una metodologia e modulistica messa a sistema e nota a tutti i lavoratori. La proposta viene quindi esaminata da un comitato Kaizen che provvede ad attuarla e premiare le iniziative migliori. Lo scopo del Kaizen è pertanto quello di consentire al lavoratore di partecipare ai processi di miglioramento, nonché animare l ambiente sviluppando motivazioni ed entusiasmo. C. N.H.C. (circoli di qualità): Lo scopo di NHC è quello insegnare ad affrontare e risolvere problemi in gruppo, ottenendo così miglioramenti attraverso la valorizzazione delle abilità di ognuno in quanto parte di un gruppo e creando un positivo e gratificante ambiente di lavoro. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 11

12 La composizione dei circoli è stabilita a inizio anno. Durante l anno il leader del comitato coordina i lavori dei gruppi composti. In queste attività non vi è un controllo da parte della dirigenza, né forzatura da parte di altri settori aziendali. Le attività dei vari circoli sono presentate ad un comitato di valutazione interno che premia quelle migliori. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 12

13 3 IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE La politica ambientale della C.I.A.P. viene perseguita attraverso l implementazione di un sistema di gestione Ambientale che risponde ai requisiti della norma internazionale UNI- EN-ISO e del regolamento EMAS. Il Sistema di Gestione Ambientale viene percepito come quella parte del sistema di gestione generale che comprende la struttura organizzativa, le attività di pianificazione, le responsabilità, le prassi, le procedure, i processi, le risorse per elaborare, mettere in atto, conseguire, riesaminare e mantenere attiva la politica ambientale. Il Sistema di Gestione Ambientale controlla tutte le attività giornaliere che si svolgono internamente in azienda, che hanno o possono avere un effetto significativo sull ambiente circostante. Ciclo di Deming per il sistema di gestione ambientale - Riesame della Direzione - Politica ambientale - Aspetti ambientali - Prescrizioni legali e altre - Obiettivi e traguardi - Programma di gestione ambientale - Sorveglianza sanitaria - Non conformità, azioni correttive e preventive - Audit del sistema di gestione ambientale - Struttura e responsabilità - Formazione, sensibilizzazione e competenze - Comunicazione - Controllo Operativo - Preparazione alle emergenze e risposta Lo scopo, è quello di assicurare che gli aspetti ambientali relativi alle attività dell azienda siano totalmente conformi alle normative vigenti, alla politica adottata, ai programmi e agli obiettivi stabiliti dalla stessa. L organizzazione delle risorse è come di seguito descritta. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 13

14 All interno dello stabilimento sono stati ben definiti i ruoli e le responsabilità sia per lo sviluppo e per il mantenimento che per il continuo miglioramento SGA. Il Direttore Generale rende disponibili i mezzi, le risorse umane ed economiche affinché il SGA sia operativo; il Rappresentante della Direzione, con la collaborazione di SA, assicura che i requisiti del SGA siano stabiliti, approvati e mantenuti attivi in conformità alla norma ISO ed al regolamento EMAS. La C.I.A.P. ha predisposto la documentazione necessaria a descrivere sia le parti essenziali del SGA che le relative operazioni giornaliere svolte all interno dello stabilimento che hanno o possono avere un effetto sull ambiente. I documenti che compongono il sistema di gestione ambientale sono articolati nel modo seguente: il Manuale Ambiente è stato voluto dalla Direzione quale indicazione fondamentale di come la C.I.A.P. assicuri il rispetto di tutte le disposizioni regolamentari in materia ambientale, in modo da garantire la salvaguardia dell ambiente nello svolgimento delle proprie attività aziendali, con i requisiti descritti nella norma UNI-EN-ISO 14001:2004 e dal regolamento EMAS; le Procedure gestionali ambientali integrano gli aspetti citati sul manuale dell ambiente e sostanzialmente descrivono come si articolano i processi e quanto attiene a ciascun requisito, precisando chi fa e cosa fa tra le attività, le funzioni ed i reparti coinvolti; le Istruzioni Operative ambientali descrivono in dettaglio come devono essere svolte le singole attività; le registrazioni costituiscono documenti di verifica/controllo delle operazioni prescritte ed effettuate. L esatta implementazione del sistema viene annualmente sottoposta a verifiche ispettive interne ed esterne, per valutare la corretta gestione del SGA e la sua conformità a quanto pianificato nella politica e nei programmi ambientali (calendario lavori) e dai requisiti della norma UNI-EN-ISO e dal regolamento EMAS. L ultima fase che chiude il ciclo è il Riesame della Direzione attraverso il quale si riesamina: il grado di raggiungimento degli obiettivi e dei traguardi, la continua adeguatezza del sistema in relazione al cambiamento di situazioni e informazioni, i risultati degli audit e le richieste provenienti dall esterno, Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 14

15 Obiettivo del Riesame è, partendo dalla valutazione dell andamento del SGA, pianificare l eventuale modifica della politica ambientale, degli obiettivi ambientali o di altri elementi del sistema. 3.1 OBIETTIVI E TRAGUARDI DI HONDA MOTOR Nell implementare il proprio SGA la CIAP SpA ha preso a riferimento anche gli obiettivi e traguardi indicati da Honda Motor che di seguito saranno esposti. La Honda Motor è consapevole della propria responsabilità per il peso ambientale generato dalle sue attività e dall uso dei suoi prodotti, ed assume un impegno fondamentale alla conservazione dell ambiente. Per raggiungere questo scopo sono state stabilite direttive per la risoluzione di problemi specifici e definiti obiettivi di azione basati sugli impatti ambientali generati a livello globale. A livello di Corporate nel Dicembre del 1991 Honda Motor ha creato una Commissione Ambientale che svolge un ruolo cardine in relazione ai problemi ambientali del Giappone, del Nord America, del Sud America, dell Europa, dell Asia e dell Oceania. Nel Marzo del 1995 la Commissione Ambientale Mondiale (World Environmental Commitee) ha assunto il compito di pianificare e promuovere i piani di sviluppo mondiale ai quali ciascun sito facente capo alla Honda deve fare riferimento. In questo contesto, sono stati elaborati il Green Factory Project e il New Recycle Project nel 1997, e il progetto LCA (Life Cycle Assessment) nel Dal 2011 (88ki), partirà il progetto CO2 Nel New Recycle Project, le attività di riciclaggio, comprese la progettazione e la creazione di tecnologie di riciclo, così come i sistemi di recupero e smaltimento, sono considerati nell ottica dell intero ciclo di vita dei prodotti, in previsione del futuro uso sostenibile delle risorse. Con la realizzazione e l estensione alla totalità delle organizzazioni presenti sul territorio mondiale del progetto LCA, Honda ha invece l obiettivo di stimare gli impatti ambientali generati dai propri prodotti in ciascuna fase delle attività svolte, al fine di implementare un sistema di gestione ambientale globale di alto livello. In futuro l obiettivo è quello di migliorare l efficienza e l accuratezza della raccolta dei dati utili a questo scopo. Il Green Factory Project è anch esso un progetto ambizioso che mira alla costruzione di realtà produttive orientate alla sostenibilità ambientale. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 15

16 A tal fine gli obiettivi strategici da realizzare sono: Riduzione degli impatti ambientali a livello globale, attraverso la condivisione di misure e strumenti che consentano una diminuzione delle emissioni (in particolare della CO 2 ), della quantità di rifiuti generata e delle emissioni di COV (Composti Organici Volatili); Applicazione e rafforzamento di sistemi internazionali per la gestione ambientale. Le fasi del progetto passano attraverso la valutazione delle attività e delle risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi, l adeguamento dei traguardi, la pianificazione, condivisione e coordinamento di tecnologie e attività innovative ed efficienti, fino all attuazione delle stesse e alla realizzazione degli obiettivi pianificati. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 16

17 3.2 POLITICA AMBIENTALE POLITICA AMBIENTALE La Direzione della C.I.A.P. S.p.A., in accordo alle strategie aziendali del Gruppo HONDA MOTOR CO cui l'azienda appartiene, ha introdotto e intende mantenere presso il proprio stabilimento un sistema di gestione ambientale secondo quanto stabilito dalla norma internazionale UNI-EN-ISO ed ed intende mantenere la convalida della propria Dichiarazione Ambientale (Regolamento EMAS CE 1221/2009) La Direzione pertanto si impegna nella conservazione della salute e dell ambiente al fine di garantire uno sviluppo sostenibile e duraturo, rispettando un giusto equilibrio tra la funzione sociale, ambientale ed economica. La Direzione, consapevole che i risultati che si propone di raggiungere, sono realistici solo a precise condizioni e si impegna, comunicandolo ai propri dipendenti, a seguire i seguenti indirizzi: rispettare le leggi, i regolamenti, le politiche societarie, nonché ad ogni altro requisito sottoscritto dal Gruppo HONDA MOTOR CO. monitorare costantemente tutti gli aspetti ambientali connessi alle proprie attività per individuare quali su cui concentrare gli sforzi di tutela ambientale e definire gli obiettivi e i traguardi della pianificazione ambientale. In particolare in accordo con le strategie del Gruppo Honda MOTOR CO sono individuati i seguenti obiettivi ambientali: A) ottimizzare la gestione dei rifiuti, adottando, ove possibile, soluzioni atte sia a contenerli in termini di impatto sia a favorire la riduzione dei rifiuti destinati a smaltimento che l utilizzo, nei trasporti, di materiali riciclabili; B) garantire emissioni in atmosfera controllate mediante l'adozione di soluzioni tecnologiche e una manutenzione programmata dell'impianto; C) salvaguardarsi da possibili inquinamenti del suolo, mediante l'adozione/applicazione di impianti, dispositivi e procedure finalizzati allo scopo; D) impegnarsi per assicurare un continuo miglioramento delle proprie performance ambientali ottimizzando l'uso delle risorse (acqua, energia e consumi d olio). considerare la responsabilità nei confronti dell ambiente, nella pianificazione dei processi, al pari degli altri aspetti gestionali dell Organizzazione e delle esigenze dei Clienti. riservare risorse adeguate e qualificate agli obiettivi prefissati e verificare costantemente l avanzamento dell attività. rendere consapevoli i propri lavoratori degli effetti ambientali connessi alle loro mansioni per stimolarne responsabilità e collaborazione. confrontarsi con le imprese del gruppo HONDA MOTOR CO per implementare le proprie conoscenze e il proprio vantaggio competitivo. riesaminare periodicamente l intero sistema e i propri obiettivi. a farsi promotore presso i propri fornitori, affinché operino in compatibilità al nostro sistema di gestione ambientale. La presente politica fornisce il quadro di riferimento per stabilire e riesaminare gli obiettivi e i traguardi ambientali, è diffusa a tutto il personale e disponibile al pubblico. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 17

18 4 DESCRIZIONE DELLA CIAP 4.1 I NOSTRI PRODOTTI 4.2 INFORMAZIONI SULLA GESTIONE DEL PROCESSO DI LAVORAZIONE La C.I.A.P. S.p.A. realizza prodotti, in conto lavoro, a partire da requisiti forniti dal cliente. Pertanto la pianificazione del processo: esclude la progettazione del prodotto finale, comprende lo sviluppo di un processo produttivo standardizzato finalizzato alla soddisfazione del cliente Per raggiungere questo obiettivo la sequenza e l'interazione dei processi è pianificata e controllata per assicurarne l'efficacia e, secondo la logica del PDCA, un continuo miglioramento. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 18

19 4.3 DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI LAVORO Il nostro processo è volto principalmente alla costruzione di ingranaggi per moto e scooter. Gli ingranaggi si possono schematicamente suddividere in trasmissioni primarie, trasmissioni secondarie, gruppi di riduzione e gruppi avviamento. La materia prima che utilizziamo è, per la quasi totalità, acciaio stampato o acciaio laminato (barra). Di seguito viene rappresentato il flusso di lavorazione del particolare CIAP: SEMILAVORATO -Barra -Stampato a caldo -Elettroricalcato -Tornito LAVORAZIONI INTERNE LAVORAZIONI ESTERNE Tornitura Fresatura Brocciatura Maschiatura Foratura Rettifica est. Rettifica interna Dentatura Rasatura Smussatura Pallinatura Tornitura Fresatura Brocciatura Maschiatura Foratura Rettifica est. Rettifica interna Rettifica filetto Trattamento Termico Saldatura Raddrizzatura Lappatura Filettatura Equilibratura Alesatura Assemblaggio Piantaggio Chiodatura COLLAUDO FINALE Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 19

20 5 IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI La ditta C.I.A.P. S.p.A. ha proceduto ad individuare i potenziali impatti ambientali al fine di valutarne la loro significatività e il rispetto alle normative di riferimento. Per l individuazione degli impatti ambientali si è fatto riferimento a quanto riportato al punto dell appendice alla UNI EN ISO e all allegato del regolamento EMAS. I periodi indicati per tutti gli impatti ambientali, sono riferiti all anno fiscale dal 01/04 al 31/03 di ogni anno, per unificare tutti i dati al gruppo HONDA. A tale proposito è stato possibile distinguere fra impatti ambientali diretti: a) emissioni in atmosfera b) scarichi idrici c) deposito e smaltimento dei rifiuti d) uso delle risorse naturali e delle materie prime (compresa l energia) e) altri aspetti ambientali (rumore, odore e polvere, impatto visivo, ecc.) f) uso e contaminazione del terreno g) questioni di trasporto (per le merci, i servizi e i dipendenti) h) rischio di incidenti ambientali e di impatti sull ambiente conseguenti, o potenzialmente conseguenti, agli incidenti e situazioni di potenziale emergenza i) biodiversità, valutato per ciascun impatto nel parametro Sensibilità territoriale Impatti ambientali indiretti: 1) questioni relative al prodotto: sviluppo, trasporto, uso e recupero degli imballi, 2) investimenti, prestiti e servizi di assicurazione, 3) scelta e composizione dei servizi (ad esempio, trasporti o ristorazione) e comportamenti ambientali dei fornitori, 4) assortimento dei prodotti L analisi dei potenziali impatti sopra elencati ha quindi consentito di individuare quali fra gli aspetti ambientali esaminati fossero o meno significativi. Il responsabile della Sicurezza-Ambiente, in collaborazione con l Ufficio Approvvigionamento, Ufficio Tecnico, ha inoltre il compito di individuare strumenti appropriati per garantire un controllo non solo sugli impatti ambientali, da tenere sottocontrollo, legati alla nostra azienda, ma anche su quelli, legati ai propri fornitori, su cui la CIAP può esercitare un influenza. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 20

21 Nello specifico, lavorando su progetto/specifiche del cliente, l azione del Responsabile della Sicurezza-Ambiente, sarà soprattutto mirata, per quanto concerne la fornitura di prodotti, a: includere nella qualificazione dei propri fornitori anche gli aspetti legati alla conformità ambientale sensibilizzare i propri fornitori durante gli incontri annuali che CIAP regolarmente tiene (meeting fornitori) comunicare ai propri fornitori esigenze/richieste che giungano dai propri clienti circa la riduzione dell impatto derivante dalla produzione del bene. Per determinare la significatività degli impatti, e stata elaborata un Analisi Ambientale Iniziale. L analisi è stata così condotta: tabella riepilogativa dell attuale situazione dell aspetto preso in considerazione, eventualmente, ove possibile, confrontandolo con i limiti imposti dalla normativa; breve commento all aspetto ambientale preso in considerazione; valutazione dell impatto ambientale secondo la metodologia di seguito descritta. VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI. Il metodo di valutazione della significatività degli impatti ambientali utilizzato si basa sul calcolo di un indicatore al quale è associato una determinata Classe di significatività. L indicatore è determinato sulla base del calcolo di 4 parametri: 1 CONFORMITÀ LEGISLATIVA Applicazione da parte della CIAP di quanto previsto da pertinenti leggi e regolamenti in materia ambientale. L analisi della conformità legislativa è stata attuata mediante documento specifico, preso a riferimento nella valutazione dell indice, in cui si è verificato la conformità di tutti gli aspetti ambientali applicabili o potenzialmente applicabili in CIAP Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 21

22 2 RILEVANZA Caratteristica intrinseca del fattore d impatto ambientale che descrive il rischio potenziale (pericolo) di provocare una conseguenza negativa sulle componenti ambientali, ovvero indirettamente sulle attività produttive del sito, a prescindere dalla vulnerabilità e dalla sensibilità specifica del territorio. 3 EFFICIENZA DEL CONTROLLO Capacità dell impresa di gestire le diverse problematiche ambientali in funzione anche della loro rilevanza. 4 SENSIBILITÀ TERRITORIALE Caratteristica intrinseca di tipo oggettivo dell ambiente naturale che può subire un maggior danno a parità di rilevanza dell impatto (vulnerabilità) e di tipo soggettivo dell ambiente socio economico che comporta un maggior rischio di conseguenze negative sull attività produttiva (percezione del rischio e sensibilità sociale). Nello specifico si è stabilito per ciascun parametro una scala di valutazione per l assegnazione di un valore numerico che varia da 0, che rappresenta la situazione migliore, fino a 2 che rappresenta la situazione peggiore. Il livello 0 indicherà quelle situazioni nelle quali il procedimento di valutazione è inapplicabile, cioè quando non esiste lo specifico fattore d impatto. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 22

23 5.1 EMISSIONI IN ATMOSFERA La CIAP ha identificato le seguenti emissioni. Sigla E1 E3 E2 E6 E7 Descrizione Impianto è a servizio del reparto Dentatura. L impianto è collegato alle macchine da taglio che utilizzano l olio come lubro refrigerante L Impianto è a servizio del reparto Rettifica. L impianto è collegato alle macchine di rettifica che utilizzano l emulsione come lubro refrigerante L impianto serve le postazioni di tornitura L impianto è a servizio di una pallinatrice L impianto è a servizio dell unica lavametalli EMISSIONI SIGNIFICATIVE Principali inquinanti Polveri Polveri Nox CO Polveri Na2O (alcali) Sistema di abbattimento Filtro a pagliette che ha la duplice funzione di trattenere le nebbie d olio/emulsione e il materiale solido Filtro a tessuto. Il principio di funzionamento è analogo ai precedenti Filtro a cartucce. L impianto è dotato di sistema di auto-pulizia interno Non è previsto un abbattimento, ma solo un convogliamento all esterno n Autorizzazione PGN del 17/07/96 PGN del 18/08/97 PGN del 23/02/98 PGN del 05/05/99 E8 L impianto serve tre macchine utilizzate per smussare alcuni particolari Polveri Filtro a cartucce. L impianto è dotato di sistema di auto-pulizia interno PGN del 21/09/00 Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 23

24 Dalla tabella di cui sopra si possono evincere alcune considerazioni: Tutte le emissioni sono autorizzate dalla Provincia e per le stesse sono previsti limiti nelle concentrazioni di inquinanti. A fine 2010 è stata Comunicato alla Provincia lo spostamento delle emissioni E3 e E7 Tutte le emissioni sono autorizzate ai sensi del DPR 233/88, per cui dovrà essere previsto, nei tempi e nei modi previsti dal D. L. 152/06, un aggiornamento dell autorizzazione entro e non oltre il 2014 (un anno prima rispetto alla scadenza naturale del 2015). La tipologia delle emissioni non implica (vedi CRIAER- (Comitato Regionale contro l Inquinamento Atmosferico della regione Emilia Romagna)) il controllo dei SOV. Gli impianti di emissione, con l eccezione della E7, sono dotati di impianto di filtrazione. Di seguito si riportano i dati degli inquinanti negli ultimi tre anni EMISSIONI [kg di inquinante] Quantità [kg] Anno 2011 Anno 2010 Anno 2009 limiti di legge CRIAER Polveri 55,26 132,54 91, ,00 CO // 31,56 28,47 472,50 NO2 // 63,13 42,71 945,00 Na2O 0,27 0,13 0,30 14,06 Il quantitativo attuale degli inquinanti emessi in atmosfera permane inferiore rispetto ai limiti fissati dal CRIAER; siamo a meno di un decimo dei valori autorizzati. L eliminazione del processo di saldatura ha inoltre comportato l azzeramento delle emissioni da NOx e CO. L efficienza degli impianti è garantita mediante la verifica dei pressostati e/o schede di manutenzione specifiche per ciascun impianto. Nel corso del 2010, è stato rivisto il lay-out produttivo e dismessa l attività di saldatura e la conseguente emissione. Tale nuova condizione determinerà che nel 2011 non sono più oggetto di autocontrollo i parametri afferenti il CO e gli NOx specifici dell attività di saldatura. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 24

25 5.1.1 Emissioni di CO2 Oltre alle emissioni provenienti dal ciclo produttivo si identificano anche le emissioni dirette ed indirette da CO 2 (uso di gas maggiormente responsabile del surriscaldamento del pianeta- effetto serra) provenienti dai consumi di metano e di energia elettrica. I dati sono annuali: ( aprile-marzo ) Anno EMISSIONI CO 2 EMISSIONI DIRETTE EMISSIONI INDIRETTE TOTALE Consumi metano [mc/anno] CO 2 [Mg/anno] Consumi elettricità [kw/h] CO 2 [Mg/anno] CO 2 [Mg/anno] Nel calcolo della produzione del CO 2 si sono utilizzati i seguenti fattori di conversione indicati dal Gruppo Honda 1 kw/h equivale a 0,446 kg CO 2 1 mc metano equivale a 2,254 kg CO 2 Per quanto concerne la limitazione di tale impatti, si rimanda al capitolo relativo ai consumi energetici. A partire dal 2010 (periodo 01 Aprile Marzo 2011), CIAP ha ricevuto da Honda Motor l indicazioni di raccogliere i dati relativi ai consumi globali di CO 2, derivanti non solo dai consumi energetici, ma anche derivanti dall attività logistica, dall acquisto di materie prime e dai processi di CIAP in generale. La richiesta rientra nell ambito dell applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assesment - Valutazione del Ciclo di Vita) applicato ai prodotti Honda (motocicli) di cui CIAP è fornitrice. Allo scopo Honda ha fornito a CIAP gli strumenti operativi e il master su cui condurre i calcoli relativi alla produzione di CO 2 interna. Di seguito si riportano i dati complessivi relativamente alla produzione complessiva di CO2 calcolati secondo lo standard LCA predisposto da Honda Group. I dati sono annuali: ( aprile-marzo ) EMISSIONI TOTALI CO 2 [ton] Processi produttivi Logistica Totale Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 25

26 5.2 SCARICHI IDRICI Non è presente alcun scarico proveniente da attività produttiva. La C.I.A.P. S.p.A. è in possesso di una regolare autorizzazione agli scarichi per soli usi civili, rilasciata in conformità a quanto previsto dalla nuova normativa D. Lgs. 152/06. L impiego dell acqua è finalizzato a. Servizi igienici PRELIEVO Usi civili (mensa, distributori d acqua potabile, ecc.) Funzionamento della lavametalli Preparazione emulsioni (il cui scarto viene smaltito come rifiuto) Acque nere Acque bianche SCARICO Lo scarico viene gestito come rifiuto (vedi cod. CER Emulsione) Lo scarico viene gestito come rifiuto (vedi cod. CER Emulsione) Il quantitativo di acqua utilizzato per la produzione, ultime due voci della tabella precedente è stimato pari al 1% dei consumi totali I dati sono annuali: ( aprile-marzo ) m 3 m 3 m 3 ANNO industriale civile Totali 2008/ / / Negli scorsi anni si è: Sensibilizzato il personale al fine di ridurre gli sprechi di acqua Agito sulle macchine in tornitura per aumentare il recupero delle emulsioni Nell ultima parte del 2011 si sono verificati aumenti anomali che hanno comportato un sensibile rialzo dei consumi, determinati da una rottura di una condotta causa radice di un albero Per prevenire consumi non controllati provenienti da eventuali perdite/rotture, il monitoraggio dei consumi è registrato mensilmente e comparato con quello del mese precedente, con un obiettivo del -10% di consumo. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 26

27 5.3 RIFIUTI I rifiuti prodotti all interno dello stabilimento si dividono in tre categorie: rifiuti pericolosi (emulsione oleosa, olio esausto, ecc.); rifiuti non pericolosi (plastica, cartone, riccia, ecc); rifiuti non pericolosi assimilati agli urbani (quelli prodotti all interno degli uffici o provenienti dal refettorio). La gestione è regolata in tutte le fasi del processo produttivo, dal trasporto fino allo smaltimento finale, dalle procedure interne e in conformità alla normativa vigente sui rifiuti. I rifiuti provenienti dal ciclo produttivo si suddividono in: Fonte: Mud + Carichi rifiuti Codice CER RIFIUTO Limatura e trucioli di materiali ferrosi Polveri e particolato di materiali ferrosi Recupero (R) Smaltimento (D) (01/04 31/03) Fonte: Mud + Carichi rifiuti QUANTITÀ SMALTITE in Kg (01/04 31/03) (01/04 31/03) R4-R R4-R Alluminio R4-R Scarti di alluminio R4-R RECUPERO * Olio esausto R Carta e cartone R Plastica Pulita R Imballi Metallici R4-R * Apparecchiature elettriche R13 34 // fuori uso R Polveri di pallinatura R4-R * Fanghi metallici D SMALTITO * Emulsione oleosa D Plastica Sporca D Corpi d utensile e materiali di rettifica esauriti D // Fossa Biologica D RECUPERATO SMALTITO I dati evidenziati fanno riferimento ai rifiuti destinati allo smaltimento (cfr. terza colonna della tabella) Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 27

28 Per i rifiuti provenienti dal ciclo produttivo al fine di poter monitorare l andamento dell impatto, si è proceduto a definire degli indicatori di seguito riportati. Gli indicatori, come i relativi piani di miglioramento, sono gestiti all interno del documento IMPATTI, con anno di riferimento dal 01/04 al 31/03. EMULSIONI OLEOSE (CER ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n ingranaggi*100) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind anno 2,79 3,14 2,40 RICCIA (CER ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n ingranaggi*100) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind anno 8,80 8,37 8,26 ALLUMINIO (CER ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n part d'alluminio.*100) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind anno 3,50 4,36 2,70 Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 28

29 SCARTI DI PRODUZIONE (CER ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n TOT part.*1000) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind anno 1,93 6,87 4,66 CARTA E CARTONE (CER ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n TOT part.*1000) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind 1 anno 8,57 11,51 5,01 PLASTICA PULITA (CER ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n TOT part.*1000) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind anno 3,27 4,39 2,52 PLASTICA SPORCA (CER ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n TOT part.*1000) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind anno 0,98 2,68 2,73 IMBALLI (CER ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n TOT part.*1000) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind anno 2,64 7,74 4,32 FANGHI ( ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n ingranaggi.*1000) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind anno 3,17 5,29 2,04 POLVERI DI PALLINATRICE ( ) [kg] L'indicatore è espresso come: kg/(n ingranaggi.*1000) Anno 2009/2010 Anno 2010/2011 Anno 2011/2012 Totale Ind anno 2,74 3,14 3,09 Negli indicatori viene omesso l olio esausto perché i quantitativi sono modesti e di conseguenza l indicatore sarebbe poco significativo. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 29

30 Il 2011 ha confermato, spesso per eccesso, pressoché tutti gli indicatori relativi ai singoli CER che ci eravamo dati a inizio anno. Nel 2011 si è sperimentata per alcuni mesi, con esito positivo, l implementazione del sistema gestionale previsto dal SISTRI. Ovviamente tutte le attività gestionali dei rifiuti (carico, scarico, gestione dei contenitori, procedure operative, ecc ) hanno mantenuto i medesimi standard, nelle specifico si è garantita la: differenziazione dei rifiuti per tipologia identificazione, mediante cartellonistica opportuna, dei contenitori per tipologia di rifiuto predisposizione, per i depositi esterni, di contenitori in grado di evitare inquinamento del suolo e di assicurare la protezione da eventi meteorici (contenitori chiusi, tettoie, box, ecc) Il trasporto e lo smaltimento di tutti i rifiuti, pericolosi e non pericolosi, è effettuato tramite Società autorizzate ai sensi della legislazione vigente. In proposito la funzione interna preposta a presidiare le operazioni di scarico è tenuta a verificare/registrare se l automezzo è autorizzato al trasporto del Codice CER da smaltire. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 30

31 Depositi temporanei dei rifiuti -Tornitura -Dentatura DISMESSO -Assemblaggio -Collaudo Finale -Rettifica Magazzino DEPOSITI DI RIFIUTI Ferro Alluminio Olio esausto Emulsioni Fanghi Polveri pallinatrice Plastica sporca Plastica pulita Carta / Cartone In tutto il sito è attivo un sistema di raccolta differenziata che contempla anche gli aspetti non produttivi (uffici, mensa, ecc) di carta, plastica, lattine, pile e toner da fotocopiatrice. I rifiuti urbani, provenienti solo dagli uffici e quelli organici della mensa, sono raccolti in appositi sacchi e smaltiti dalla Municipalizzati secondo criteri di differenziazione. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 31

32 5.4 USO DELLE RISORSE NATURALI E DELLE MATERIE PRIME I consumi energetici dello stabilimento di gas metano ed elettricità, vengono costantemente monitorati tramite contatori interni i cui dati mensilmente vengono monitorati e registrati Consumo di energia elettrica I processi produttivi e gli uffici vengono alimentati con l energia elettrica fornita dalla ASSOUTILITY Srl di Milano. La CIAP ha una cabina propria di trasformazione ed il contratto prevede una fornitura di media tensione ( volt e potenza di 630 kvolt/a) con tariffa multi oraria. Il trasformatore è esente da PCB. Per quanto non sia possibile ad oggi suddividere i consumi dovuti ai vari reparti di produzione e all attività degli uffici, la possibilità di verificare i consumi puntuali, ha consentito di individuare possibili situazioni di miglioramento. ANNO CONSUMI ELETRICI [kw/h] (01/04 31/03) (01/04 31/03) (01/04 31/03) Totale Ind anno* 0,269 0,313 0,244 * Indicatore espresso in Consumi in kg CO2/n particolari venduti Nel 2011 vi è stata una diminuzione dell indicatori pari a circa il 20% conseguenza di: Modifica del coefficiente per il calcolo del kg CO2 per kw consumata il coefficiente è diminuito da 0,548 a 0,446. Il Fattore di conversione indicato da Honda risulta essere peggiorativo del dato indicato dal GHG relativo alla produzione combinata di energia elettrica (dato indicato 0,404) massimizzare la produzione nell'unità di tempo riduzione tempi di piazzamento ottimizzazione fermi macchine durante la lavorazione notturna. Dalla storicità dei consumi, ma soprattutto dell indicatore si è riscontrato che l indicatore sia soddisfacente se si mantiene non superiore a 0,245. Nel 2012 sarà sperimentato la sostituzione con lampade a LED (minor consumo) dell illuminazione in corrispondenza della linea di assemblaggio. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 32

33 5.4.2 Consumo di metano Se si esclude la lavametali, i consumi del metano sono esclusivamente imputabili al riscaldamento degli ambienti e alla produzione di acqua calda, quindi ad usi civili. Per riscaldare gli ambienti in CIAP sono presenti due centrali termiche e un bruciatore a scambio diretto. CALDAIA 1A Riscaldamento 2A Riscaldamento 3A Acqua calda 1C Servizi. 2C Mensa 3C Riscaldamento 4C Lavametalli Potenza termica KW A 2A 3A -Magazzino - Tornitura 1B 2B -Dentatura 2C 1C -Assemblaggio -Collaudo Finale Rettifiche 4C 3C * ANNO CONSUMI METANO [kw] (01/04 31/03) (01/04 31/03) (01/04 31/03) Totale Ind anno* 0,133 0,127 0,077 * Indicatore espresso in Consumi in kg CO2/n particolari venduti Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 33

34 L indicatore come previsto ha subito una sensibile riduzione essendosi la produzione concentrata solo su due stabilimenti, anziché tre. Tale miglioramento è apprezzabile nel grafico riportato di seguito Consumi metano ,2 RSA Rev 0 del 02/05/2012 Sannini Prossima rev. Aprile ,2 4,2 m3/pezzi 3,2 2,2 I grafici rappresentano un cumulativo dei consumi mensili tenendo conto della temperatura ambientale esterna e dei giorni lavorati 1,2 Anno fiscale HONDA 2009 dal 01/04/2009 al 31/03/ dal 01/04/2010 al 31/03/ dal 01/04/2011 al 31/03/2012 0,2 a m g l a s o n d g f m mesi Per il 2012, si prevede il mantenimento dell indicatore. È comunque in corso una trattativa con il proprietario dell immobile per la sostituzione dei due bruciatori per il riscaldamento dello CAP A. L obbiettivo sarebbe massimizzare i rendimenti mediante un impianto del tipo a condensazione. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 34

35 5.5 CONTAMINAZIONE DEL SUOLO Già nel 1999 la CIAP ha provveduto: a bonificare e dismettere tre cisterne interrate utilizzate come serbatoio di gasolio a servizio delle centrali termiche. ad eseguire, con esito positivo, dei carotaggi nel terreno per verificare la presenza di possibili inquinanti dovuti a precedenti gestori dell area. Per quanto concerne lo stato attuale le potenziali fonti di inquinamento del suolo sono caratterizzati dai depositi dei rifiuti e dai depositi di sostanze liquide. Di seguito si riporta una tabella di sintesi degli attuali depositi esterni/interni N Sorgente potenziale Sostanze inquinanti Capacità Contenitore/deposti Età del contenitore Sistemi di prevenzione 1 Contenitore emulsione <10% di olio minerale/vegetale lt. (revisionato a fine 97) Galleggiante troppo pieno Bacino di contenimento di circa lt 2 Deposito olio capannone A Olio minerale 3 mc 1999 Bacino di contenimento 3 Deposito olio capannone C Olio minerale 1.6 mc 2000 Bacino di contenimento 4 Accatastamento sfridi di lavorazione Olio minerale Circa 2 mc 1999 Doppio bacino in acciaio e cemento per raccolta olio 5 Macchine utensili che lavorano con emulsioni Olio minerale Varia con la macchina Varia con la macchina Bacino di contenimento 6 Brocciatrice Olio minerale 20 lt Circa 1990 Pozzetto di raccolta 7 Olio del trasformatore Assenza di PCB Magg 0.5 mc 1997 Pozzetto di raccolta 8 Oli esausti Olio minerale circa 1 mc Pozzetto Brocciatrice Olio minerale 9 mc 1996 Il serbatoio è incamiciato Vasca in cemento con sistema automatico a pompa per lo svuotamento. Edizione n 2 aggiornata al 09/05/2012 Riferimento periodo dal 01/04/2009 al 31/03/2012 pag. 35

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 Percorsi di ampliamento dei campi di applicazione gestiti in modo

Dettagli

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE Relatore: LIFE 04 ENV/IT/494 AGEMAS Obiettivi del sistema di gestione ambientale Prevenzione, riduzione dell inquinamento Eco-efficienza nella gestione delle

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE

SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE Q.TEAM SRL Società di Gruppo Medilabor HSE Via Curioni, 14 21013 Gallarate (VA) Telefono 0331.781670 Fax 0331.708614 www.gruppomedilabor.com Azienda con Sistema Qualità,

Dettagli

1 La politica aziendale

1 La politica aziendale 1 La Direzione Aziendale dell Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. al livello più elevato promuove la cultura della Qualità, poiché crede che la qualità delle realizzazioni dell Impresa sia raggiungibile solo

Dettagli

POLITICA DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATA POLITICA PER LA QUALITÀ E PER LA SICUREZZA

POLITICA DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATA POLITICA PER LA QUALITÀ E PER LA SICUREZZA POLITICA DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATA POLITICA PER LA QUALITÀ E PER LA SICUREZZA 01.04 La Politica per la Qualità e per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro definita dalla Direzione contiene

Dettagli

CERTIFICAZIONE ISO 14001

CERTIFICAZIONE ISO 14001 CERTIFICAZIONE ISO 14001 Il Comune di Mozzate ha ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001 in data 30.04.2003, ha difatti impostato e mantiene attivo un Sistema di Gestione Ambientale in linea con

Dettagli

Rev. 00. AUDIT N DEL c/o. Auditor Osservatori DOCUMENTI DI RIFERIMENTO. Legenda: C = Conforme NC = Non conforme Oss = Osservazione.

Rev. 00. AUDIT N DEL c/o. Auditor Osservatori DOCUMENTI DI RIFERIMENTO. Legenda: C = Conforme NC = Non conforme Oss = Osservazione. AUDIT N DEL c/o AREE DA VERIFICARE GRUPPO DI AUDIT Lead Auditor Auditor DOCUMENTI DI RIFERIMENTO Auditor Osservatori Legenda: C = Conforme NC = Non conforme Oss = Osservazione Pagina 1 di 19 Rif. 14001

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ MANUALE GESTIONE QUALITÀ SEZ. 5.1 REV. 02 pagina 1/5 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA

Dettagli

Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 - Comune Saint Denis. Life Cycle Engineering: www.studiolce.it

Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 - Comune Saint Denis. Life Cycle Engineering: www.studiolce.it Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 - Comune Saint Denis Life Cycle Engineering: www.studiolce.it 0 Introduzione: Certificazione ambientale Il Sistema di Gestione Ambientale L'obiettivo del Sistema

Dettagli

Politica del Sistema di Gestione Salute, Sicurezza e Ambiente (Politica HSE)

Politica del Sistema di Gestione Salute, Sicurezza e Ambiente (Politica HSE) Procedura Politica del Sistema di Gestione Salute, Sicurezza e Ambiente (Politica HSE) TITOLO PROCEDURA TITOLO PRPOCEDURA TITOLO PROCEDURA MSG DI RIFERIMENTO: MSG HSE 1 Questo pro hse documento 009 eniservizi

Dettagli

SGSL UN SISTEMA PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NELLA SCUOLA

SGSL UN SISTEMA PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NELLA SCUOLA SGSL UN SISTEMA PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NELLA SCUOLA COSA È IN PRATICA UN SISTEMA DI GESTIONE? L insieme delle regole e dei processi di funzionamento di un organizzazione. Comprende:

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Capitolo 4

SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Capitolo 4 1. REQUISITI GENERALI L Azienda DSU Toscana si è dotata di un Sistema di gestione per la qualità disegnato in accordo con la normativa UNI EN ISO 9001:2008. Tutto il personale del DSU Toscana è impegnato

Dettagli

Esempi di applicazione della certificazione ambientale. La certificazione ambientale di un ente locale Il Comune di Varese Ligure

Esempi di applicazione della certificazione ambientale. La certificazione ambientale di un ente locale Il Comune di Varese Ligure Esempi di applicazione della certificazione ambientale La certificazione ambientale di un ente locale Il Comune di Varese Ligure 1 I riconoscimenti ottenuti 2 La dichiarazione ambientale 3 La dichiarazione

Dettagli

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Le norme cosiddette organizzative definiscono le caratteristiche ed i requisiti che sono stati definiti come necessari e qualificanti per le organizzazioni al

Dettagli

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso SORVEGLIANZA E CERTIFICAZIONI UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso Pagina 1 di 10 INTRODUZIONE La Norma UNI EN ISO 9001:2008 fa parte delle norme Internazionali

Dettagli

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI Pag.1 di 5 SOMMARIO 4.2 Politica Aziendale 2 Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI. Pag.2 di 5 4.2 Politica Aziendale La Direzione della FOMET SpA adotta e diffonde ad ogni livello della

Dettagli

Manuale Sicurezza Duemilauno Agenzia Sociale

Manuale Sicurezza Duemilauno Agenzia Sociale Sorveglianza e misurazioni del SG S&SL Indice: 1.0 Scopo e Generalità 2.0 Identificazione delle aree/attività soggette al monitoraggio 3.0 Pianificazione ed esecuzione dei monitoraggi e delle misurazioni

Dettagli

POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA

POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA COMPLETIAMO IL TUO PROCESSO POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA Rifra Masterbatches S.p.A. Via T. Tasso, 8 25080 Molinetto di Mazzano (BS) Tel. +39 030 212171 Fax +39 030 2629757 R.I. 01006560179

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE.

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. 1 Nel panorama legislativo italiano la Salute e la Sicurezza sul Lavoro sono regolamentate da un gran numero di

Dettagli

Sistema di Gestione Integrata Qualità/Ambiente/Sicurezza Doc.3 Politiche aziendale. Qualità/Ambiente

Sistema di Gestione Integrata Qualità/Ambiente/Sicurezza Doc.3 Politiche aziendale. Qualità/Ambiente Pag. 1 di 5 Qualità/Ambiente L azienda Di Leo Nobile S.p.A. è nata nel 1956 a Castel San Giorgio (Sa) ed è uno stabilimento di circa m² 16.591 di cui 10.000 m² coperti, nel quale è concentrata l attività

Dettagli

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Commissione Consultiva Permanente Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG) Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Prima di procedere

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ REV. 00 pagina 1/4 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ SOMMARIO A Impegno della

Dettagli

Codice Ambientale. Scopo e campo di applicazione. Definizioni

Codice Ambientale. Scopo e campo di applicazione. Definizioni Codice Ambientale Scopo e campo di applicazione Il presente documento, regola le norme che il personale della Società Nava deve rispettare nell esecuzione dei servizi di pulizia in merito alle modalità

Dettagli

POLITICA PER LA QUALITÀ, L AMBIENTE, LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E LA RESPONSABILITA SOCIALE

POLITICA PER LA QUALITÀ, L AMBIENTE, LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E LA RESPONSABILITA SOCIALE POLITICA DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO La Cooperativa sociale ITALCAPPA è consapevole dell importanza e della necessità di avvalersi di un Sistema di Gestione integrato per la qualità, l ambiente,

Dettagli

INTRODUZIONE AL MANUALE DELLA QUALITA

INTRODUZIONE AL MANUALE DELLA QUALITA INTRODUZIONE AL MANUALE DELLA QUALITA Elaborazione Verifica Approvazione Il Responsabile Qualità Il Rappresentante della Direzione Il Dirigente Scolastico (.. ) (. ) ( ) Data Data Data Rev Causale (emis./revis.)

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO INDICE 8.1 Generalità 8.2 Monitoraggi e Misurazione 8.2.1 Soddisfazione del cliente 8.2.2 Verifiche Ispettive Interne 8.2.3 Monitoraggio e misurazione dei processi 8.2.4 Monitoraggio e misurazione dei

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

PRINCIPI FONDAMENTALI...

PRINCIPI FONDAMENTALI... QUALITA DEL SERVIZIO 1) PREMESSA... 2 2) PRINCIPI FONDAMENTALI... 2 2.1) EFFICIENZA NEL SERVIZIO... 2 2.2) CONTINUITÀ... 2 2.3) IMPARZIALITÀ DI TRATTAMENTO... 3 2.4) SALUTE, SICUREZZA ED AMBIENTE... 3

Dettagli

LA CERTIFICAZIONE. Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona

LA CERTIFICAZIONE. Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona LA CERTIFICAZIONE Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona Qualità Grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti (UNI EN ISO 9000/00) Requisito Esigenza

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA

SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA Q.TEAM SRL Società di Gruppo Medilabor HSE Via Curioni, 14 21013 Gallarate (VA) Telefono 0331.781670 Fax 0331.708614 www.gruppomedilabor.com Azienda con Sistema Qualità, Salute

Dettagli

La valutazione dei rischi: requisito comune di BS 18001:2007 e D.Lgs. 81/2008

La valutazione dei rischi: requisito comune di BS 18001:2007 e D.Lgs. 81/2008 La valutazione dei rischi: requisito comune di BS 18001:2007 e D.Lgs. 81/2008 Ricordiamo che tra le finalità della BS OHSAS 18001 richiede di dimostrare che: il sistema di gestione della salute e sicurezza

Dettagli

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro

Dettagli

INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data: 03.12.

INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data: 03.12. Learning Center Engineering Management INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Autore: Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data: 03.12.2007 VIA

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

S.A.C. Società Aeroporto Catania S.p.A.

S.A.C. Società Aeroporto Catania S.p.A. S.A.C. Società Aeroporto Catania S.p.A. Capitolato tecnico per Affidamento del servizio di consulenza per la progettazione, implementazione e certificazione di un Sistema di Gestione Integrato per la Qualità

Dettagli

Sistema di gestione della Responsabilità Sociale

Sistema di gestione della Responsabilità Sociale PGSA 05 Sistema di Gestione la Responsabilità PROCEDURA PGSA 05 Sistema di gestione la Responsabilità Rev. Data Oggetto Redatto da Approvato da 01 2 Prima emissione Resp. RSGSA Direzione 1 PGSA 05 Sistema

Dettagli

Rapporto ambientale Anno 2012

Rapporto ambientale Anno 2012 Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e

Dettagli

I modelli normativi. I modelli per l eccellenza. I modelli di gestione per la qualità. ! I modelli normativi. ! I modelli per l eccellenza

I modelli normativi. I modelli per l eccellenza. I modelli di gestione per la qualità. ! I modelli normativi. ! I modelli per l eccellenza 1 I modelli di gestione per la qualità I modelli normativi I modelli per l eccellenza Entrambi i modelli si basano sull applicazione degli otto principi del TQM 2 I modelli normativi I modelli normativi

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

Competenze e conoscenze come SGQ in ambito di vigilanza ex Reg.to UE 333/11 e D.Lgs 100/11. M.C. Romano, M. Ranieri

Competenze e conoscenze come SGQ in ambito di vigilanza ex Reg.to UE 333/11 e D.Lgs 100/11. M.C. Romano, M. Ranieri Competenze e conoscenze come SGQ in ambito di vigilanza ex Reg.to UE 333/11 e D.Lgs 100/11 M.C. Romano, M. Ranieri Le giornate di Corvara 18 Convegno di Igiene Industriale Corvara (Bz)) 28-30 marzo 2012

Dettagli

GESTIONE DELLA FORMAZIONE E

GESTIONE DELLA FORMAZIONE E 08/02/2011 Pag. 1 di 7 GESTIONE DELLA FORMAZIONE E DELL ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE 1. SCOPO... 2 2. APPLICABILITÀ... 2 3. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO... 2 3.1. Norme... 2 3.2. Moduli / Istruzioni... 2 4.

Dettagli

Anno 2014. Rapporto ambientale

Anno 2014. Rapporto ambientale Anno 2014 Rapporto ambientale 1 ANNO 2014 Nell anno 2005 la SITI TARGHE S.r.l. ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008, nel 2011 e nel

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

A.O. MELLINO MELLINI CHIARI (BS) GESTIONE DELLE RISORSE 1. MESSA A DISPOSIZIONE DELLE RISORSE...2 2. RISORSE UMANE...2 3. INFRASTRUTTURE...

A.O. MELLINO MELLINI CHIARI (BS) GESTIONE DELLE RISORSE 1. MESSA A DISPOSIZIONE DELLE RISORSE...2 2. RISORSE UMANE...2 3. INFRASTRUTTURE... Pagina 1 di 6 INDICE 1. MESSA A DISPOSIZIONE DELLE RISORSE...2 2. RISORSE UMANE...2 2.1. GENERALITÀ... 2 2.2. COMPETENZA, CONSAPEVOLEZZA E ADDESTRAMENTO... 2 3. INFRASTRUTTURE...3 4. AMBIENTE DI LAVORO...6

Dettagli

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili 1. PREMESSA La disciplina dei cantieri temporanei e mobili ha trovato preciso regolamentazione nel Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e nel successivo

Dettagli

La quantificazione dei benefici di BIOCASA sui consumi energetici ed emissioni di CO 2

La quantificazione dei benefici di BIOCASA sui consumi energetici ed emissioni di CO 2 La quantificazione dei benefici di BIOCASA sui energetici ed emissioni di CO 2 Rapporto di Sostenibilità 2011 I benefici di BIOCASA su energetici e emissioni di CO 2 Il Progetto BIOCASA è la risposta di

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12 INDICE RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE Impegno della Direzione Attenzione focalizzata al cliente Politica della Qualità Obiettivi della Qualità Soddisfazione del cliente

Dettagli

LIFE09ENVIT000188-EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER

LIFE09ENVIT000188-EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER -EnvironmentalCOoperation model for Cluster - Acronimo: ECO-CLUSTER Linee Guida Modello di gestione ambientale ECO-CLUSTER: sistema gestione ambientale Comune di Collagna Responsabile dell azione Istituto

Dettagli

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1 UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA Fase 1: Analisi iniziale L analisi iniziale prevede uno studio dello stato attuale della gestione interna dell Ente. Metodo: si prevede l individuazione dei referenti

Dettagli

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE Pag. 1 di 5 RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE INDICE 1. Scopo... 2 2. Principi guida... 2 3. Politica per la qualità e l Ambiente... 2 4. Pianificazione... 2 5. Responsabilità, autorità e comunicazione...

Dettagli

Milano, 21 marzo 2012. Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP

Milano, 21 marzo 2012. Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP INDICE Strategia aziendale in materia di clima La policy ambientale e il codice etico La loro applicazione Il programma energetico Le opportunità derivanti da CDP 2

Dettagli

IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 12 Salone della qualità e sicurezza sul lavoro IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI NELLA GESTIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA Ing. Davide Musiani STUDIO TECNICO PROF. NERI S.r.l. Bologna, 12 Giugno 2009

Dettagli

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA. Convegno sul tema

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA. Convegno sul tema ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA Convegno sul tema SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE SUL LUOGO DI LAVORO Prospettive e sinergie con i sistemi di gestione ambiente e qualità

Dettagli

INDICE PR 13 COMUNICAZIONE E GESTIONE DELLE INFORMAZIONI 1 SCOPO 2 CAMPO DI APPLICAZIONE 3 TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI 4 RESPONSABILITÀ

INDICE PR 13 COMUNICAZIONE E GESTIONE DELLE INFORMAZIONI 1 SCOPO 2 CAMPO DI APPLICAZIONE 3 TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI 4 RESPONSABILITÀ PAG 1 /7 INDICE 1 SCOPO 2 CAMPO DI APPLICAZIONE 3 TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI 4 RESPONSABILITÀ 5 MODALITÀ ESECUTIVE 5.1 Comunicazione verso l'esterno 5.1.1 Utenti dei corsi 5.1.2 Potenziali utenti 5.2

Dettagli

Sviluppo Sistemi Qualit à nella Cooperazione di Abitazione

Sviluppo Sistemi Qualit à nella Cooperazione di Abitazione Sviluppo Sistemi Qualit à nella Cooperazione di Abitazione 1. OBIETTIVI DEL PROGETTO Il presente Progetto è essenzialmente finalizzato a: diffondere i principi e i concetti della Qualità come strategia

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento

Dettagli

BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza

BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza BASILE PETROLI S.p.A. Dichiarazione Politica qualità, ambiente e sicurezza Rev. 03 del 27 maggio 2008 La BASILE PETROLI S.p.A., nell ambito delle proprie attività di stoccaggio e commercializzazione di

Dettagli

La Norma UNI CEI EN 16001 e il risparmio energetico in azienda WORKSHOP ECOREALITY Università degli Studi di Bari

La Norma UNI CEI EN 16001 e il risparmio energetico in azienda WORKSHOP ECOREALITY Università degli Studi di Bari La Norma UNI CEI EN 16001 e il risparmio energetico in azienda WORKSHOP ECOREALITY Università degli Studi di Bari I Sistemi di Gestione della Energia conformi a UNI CEI EN 16001:2009 Coordinatore Tecnico-Scientifico

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

Politica per la Sicurezza

Politica per la Sicurezza Codice CODIN-ISO27001-POL-01-B Tipo Politica Progetto Certificazione ISO 27001 Cliente CODIN S.p.A. Autore Direttore Tecnico Data 14 ottobre 2014 Revisione Resp. SGSI Approvazione Direttore Generale Stato

Dettagli

QUESTIONARIO VALUTAZIONE FORNITORI

QUESTIONARIO VALUTAZIONE FORNITORI SOMMARIO 1. Introduzione 1.1 Scopo 1.2 Riferimenti normativi 2. Informazioni di carattere generale ed economiche 2.1 Dati generali 2.2 Informazioni economiche 2.3 Informazioni commerciali 2.4 Contatti

Dettagli

Governare il processo della sicurezza

Governare il processo della sicurezza Governare il processo della sicurezza Michele Marchini PIACENZA 20 febbraio 2014 SOMMARIO Argomenti trattati Governo del processo gestione della sicurezza I processi aziendali Il processo della sicurezza

Dettagli

Gestire le NC, le Azioni Correttive e Preventive, il Miglioramento

Gestire le NC, le Azioni Correttive e Preventive, il Miglioramento Scopo Responsabile Fornitore del Processo Input Cliente del Processo Output Indicatori Riferimenti Normativi Processi Correlati Sistemi Informatici Definire le modalità e le responsabilità per la gestione

Dettagli

Programma di risparmio energetico

Programma di risparmio energetico Programma di risparmio energetico Ridurre gli sprechi per ottenere risparmi CO2save per UNI CEI EN ISO 50001 Premessa La norma ISO 50001 definisce gli standard internazionali per la gestione dell'energia

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit Rev. 00 del 11.11.08 1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO 2. SCOPO Gestione degli audit interni ambientali e di salute e sicurezza sul lavoro 3. APPLICABILITÀ La presente

Dettagli

La CERTIFICAZIONE DEI SISTEMI DI GESTIONE AZIENDALE

La CERTIFICAZIONE DEI SISTEMI DI GESTIONE AZIENDALE La CERTIFICAZIONE DEI SISTEMI DI GESTIONE AZIENDALE CERTIQUALITY Via. G. Giardino, 4 - MILANO 02.806917.1 SANDRO COSSU VALUTATORE SISTEMI DI GESTIONE CERTIQUALITY Oristano 27 Maggio 2008 GLI STRUMENTI

Dettagli

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile Dr. Giacomo Gelmi Che cosa è una macchina utensile? E uno spazio fisico in cui si collocano, sostenuti da adeguate strutture ed in posizioni

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

Effettuare gli audit interni

Effettuare gli audit interni Scopo Definire le modalità per la gestione delle verifiche ispettive interne Fornitore del Processo Input Cliente del Processo Qualità (centrale) e Referenti Qualità delle sedi territoriali Direzione Qualità

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

Master La pulizia sostenibile come opportunità. I Pilastri della sostenibilità: Ambiente Sicurezza Sviluppo ASSOCASA. FORUM PA Roma, 17-20 maggio 2010

Master La pulizia sostenibile come opportunità. I Pilastri della sostenibilità: Ambiente Sicurezza Sviluppo ASSOCASA. FORUM PA Roma, 17-20 maggio 2010 Master La pulizia sostenibile come opportunità FORUM PA Roma, 17-20 maggio 2010 I Pilastri della sostenibilità: Ambiente Sicurezza Sviluppo ASSOCASA Assocasa e la sostenibilità La sostenibilità è un approccio

Dettagli

4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI

4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI Unione Industriale 35 di 94 4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI 4.5.1 Generalità La documentazione, per una filatura conto terzi che opera nell ambito di un Sistema qualità, rappresenta l evidenza oggettiva

Dettagli

CERTIFICAZIONE DI QUALITA

CERTIFICAZIONE DI QUALITA CERTIFICAZIONE DI QUALITA Premessa Lo Studio Legale & Commerciale D Arezzo offre servizi di consulenza per la certificazione di qualità secondo gli standard internazionali sulle principali norme. L obiettivo

Dettagli

Miglioramento continuo

Miglioramento continuo 7 Il sistema di gestione ambientale Il Sistema di Gestione ambientale della Provincia di Bergamo è stato progettato e implementato per rispondere a tutti i requisiti previsti dal Reg. CE n. 761/2001 e

Dettagli

POLITICA DELLA QUALITA DELL AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ALIMENTARE

POLITICA DELLA QUALITA DELL AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ALIMENTARE POLITICA DELLA QUALITA DELL AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ALIMENTARE 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Questo documento descrive le responsabilità della Direzione. Responsabilità che si esplicano nel comunicare

Dettagli

Il Regolamento REACh e la Check Compliance: proposta di Linee Guida

Il Regolamento REACh e la Check Compliance: proposta di Linee Guida Il Regolamento REACh e la Check Compliance: proposta di Linee Guida Piero Franz- Certiquality Bologna - 20 Giugno 2011 CERTIQUALITY IN ITALIA SEDE DI MILANO UFFICIO DI VENEZIA FONDATO NEL 1989 CERTIQUALITY

Dettagli

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione. ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

SCHEDA REQUISITI PER LA CERTIFICAZIONE DEGLI AUDITOR / RESPONSABILI GRUPPO DI AUDIT DI SISTEMI DI GESTIONE DELL ENERGIA (S.G.E.)

SCHEDA REQUISITI PER LA CERTIFICAZIONE DEGLI AUDITOR / RESPONSABILI GRUPPO DI AUDIT DI SISTEMI DI GESTIONE DELL ENERGIA (S.G.E.) Viale di Val Fiorita, 90-00144 Roma Tel. 065915373 - Fax: 065915374 E-mail: esami@cepas.it Sito internet: www.cepas.it sigla: SH 193 Pag. 1 di 5 AUDITOR / RESPONSABILI GRUPPO DI AUDIT DI (S.G.E.) 0 01.10.2013

Dettagli

REGOLAMENTO. Attività Funzione Responsabile Firma. Amministratore Unico: Antonio MALLAMO. Modifiche. ASTRAL SpA Azienda Strade Lazio

REGOLAMENTO. Attività Funzione Responsabile Firma. Amministratore Unico: Antonio MALLAMO. Modifiche. ASTRAL SpA Azienda Strade Lazio Attività Funzione Responsabile Firma Redazione Verifica Approvazione Area Personale e Organizzazione Direttore Generale: Daniele LUCCI Amministratore Unico: Antonio MALLAMO Daniele Lucci Daniele Lucci

Dettagli

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RIFERIMENTI... 2 3 SIGLE E DEFINIZIONI... 2 4 RESPONSABILITA...3 5 PROCEDURA...3

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RIFERIMENTI... 2 3 SIGLE E DEFINIZIONI... 2 4 RESPONSABILITA...3 5 PROCEDURA...3 del 13 11 2012 Pagina 1 di 6 INDICE 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2 RIFERIMENTI... 2 3 SIGLE E DEFINIZIONI... 2 4 RESPONSABILITA...3 5 PROCEDURA...3 5.1 Programmazione delle attività...3 5.2 Documentazione...

Dettagli

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT INDICE - Premessa Pag 1 1 Tipologia dei controlli 1 1a Controlli di gestione 1 1b Controlli di ammissibilità

Dettagli

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE 1. INTRODUZIONE La legge-delega 4 marzo 2009, n. 15, ed il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, di seguito Decreto,

Dettagli

GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI

GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI Divulgazione Implementazione/Modifica Software SW0003784 Creazione 23/01/2014 Revisione del 25/06/2014 Numero 1 Una gestione avanzata dei materiali strategici e delle materie

Dettagli

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI SAN PIETRO DI MORUBIO Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio DITTA A.E.T.

Dettagli

REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO

REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 126 del 22.11.1999 www.comune.genova.it Regolamento sugli interventi di volontariato ART. 1 Finalità In

Dettagli

GESTIONE DELLE RISORSE UMANE

GESTIONE DELLE RISORSE UMANE Titolo del pag. 1 di 6 Titolo del I N D I C E 1. SCOPO 2. GENERALITÀ 3. CAMPO DI APPLICAZIONE 4. LISTA DI DISTRIBUZIONE 5. DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO 6. SELEZIONE DEL PERSONALE 7. ITER DI INSERIMENTO

Dettagli

Claudia Gistri Giancarlo Caputo CERTIQUALITY

Claudia Gistri Giancarlo Caputo CERTIQUALITY I requisiti per la certificazione del sistema di gestione sicurezza Claudia Gistri Giancarlo Caputo CERTIQUALITY Seminario La gestione ed il controllo del Rischio Industriale Bergamo, 20 dicembre 2005

Dettagli

PIANO DI MONITORAGGIO REPORT ANNO 2014 Relazione Tecnica

PIANO DI MONITORAGGIO REPORT ANNO 2014 Relazione Tecnica DOCUMENTO REDATTO IN COLLABORAZIONE CON: PIANO DI MONITORAGGIO REPORT ANNO 2014 Relazione Tecnica Il presente documento costituisce la relazione annuale sul piano di monitoraggio e controllo come prevista

Dettagli

1.0 POLITICA AZIENDALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO

1.0 POLITICA AZIENDALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO Pagina 1 di 5 1.0 POLITICA AZIENDALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO (rif. punto 4.2 BS OHSAS 18001:2007) 1.1 SCOPO La dichiarazione di politica per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro,

Dettagli

Procedura Gestione Settore Manutenzione

Procedura Gestione Settore Manutenzione Gestione Settore Manutenzione 7 Pag. 1 di 6 Rev. 00 del 30-03-2010 SOMMARIO 1. Scopo 2. Generalità 3. Applicabilità 4. Termini e Definizioni 5. Riferimenti 6. Responsabilità ed Aggiornamento 7. Modalità

Dettagli

Linee guida per l attuazione di un Sistema di Gestione Ambientale in un Comune secondo le norme ISO 14001

Linee guida per l attuazione di un Sistema di Gestione Ambientale in un Comune secondo le norme ISO 14001 Linee guida per l attuazione di un Sistema di Gestione Ambientale in un Comune secondo le norme ISO 14001 A- Elaborazione della documentazione: Le fasi principali sono le seguenti: a - b - Elaborazione

Dettagli

Il Sistema di Gestione Integrato in una realtà complessa e differenziata nel territorio

Il Sistema di Gestione Integrato in una realtà complessa e differenziata nel territorio 26 settembre 2014 Il Sistema di Gestione Integrato in una realtà complessa e differenziata nel territorio Pasquale DEL NORD Responsabile HSE di Trenitalia Trenitalia ed il gruppo FS Controllata al 100%

Dettagli

ISO 14001:2015 Le nuove prospettive dei Sistemi di Gestione ambientali. Roma 22/10/15 Bollate 05/11/15

ISO 14001:2015 Le nuove prospettive dei Sistemi di Gestione ambientali. Roma 22/10/15 Bollate 05/11/15 ISO 14001:2015 Le nuove prospettive dei Sistemi di Gestione ambientali Roma 22/10/15 Bollate 05/11/15 EVOLUZIONE DELLA NORMA ISO 14001 Prima pubblicazione: 1996 Prima revisione: 2004 (introdotti cambiamenti

Dettagli

Domanda di riduzione del tasso medio di tariffa ai sensi dell art. 20 MAT e domanda di riduzione del premio ai sensi della Legge 147/2013.

Domanda di riduzione del tasso medio di tariffa ai sensi dell art. 20 MAT e domanda di riduzione del premio ai sensi della Legge 147/2013. Nota 9 maggio 2014, n. 3266 Domanda di riduzione del tasso medio di tariffa ai sensi dell art. 20 MAT e domanda di riduzione del premio ai sensi della Legge 147/2013. Modulo di domanda Come noto (NOTA

Dettagli

REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE?

REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE? 13 Salone della qualità e sicurezza sul lavoro REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE? Dott. Ing. Massimo

Dettagli