Estratto da un quaderno di riflessioni scritto da Alfredo Bini.

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2 Estratto da un quaderno di riflessioni scritto da Alfredo Bini.

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6 Con questo modello Alfredo Bini faceva riflettere gli studenti sull inconsistenza logica delle correlazioni fra anfiteatri differenti quando fossero impostate solo sulla posizione delle cerchie moreniche.

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13 Alfredo Bini insisteva sempre sulla non neutralità dell osservazione scientifica e sulla difficoltà dell utilizzo sia del metodo induttivo, sia di quello deduttivo.

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15 Questo è il foglio Seregno. La carta geologica contiene una serie di relazioni fra oggetti e consente di fare previsioni nel sottosuolo.

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17 La scelta del codice di stratigrafia è stata a lungo analizzata da Alfredo Bini. La sua predilizione per le unità allostratigrafiche, rispetto alla UBSU dipendeva soprattutto dal tipo di superficie limite, che nei depositi continentali recenti sono sempre tracciabili, ma non sempre osservabili. Nel progetto CARG la scelta è tuttavia caduta sulle UBSU a cui è stato ricondotto tutto il rilevamento.

18 La definizione può apparire, ad una lettura superficiale, poco precisa. In realtà è estremamente valida perché responsabilizza il rilevatore nell individuare le testimonianze che permettono di distinguere nei depositi corpi sedimentari differenti che si sono depositati durante fasi climatiche diverse. In questo modo il rilevamento determina la costruzione del modello.

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23 Si ricordi lo schema galileiano presentato nella diapositiva n. 6, in cui viene messa in dubbio la correlabilità delle morene per posizione.

24 In questo schema (galileiano) si mette in evidenza lo scavo progressivo delle valli come vuole il modello classico.

25 Questa è una carta costruita secondo il modello classico. Le morene sono tutte semicircolari e la valle del Seveso taglia la struttura dell anfiteatro.

26 In questa carta (Foglio Seregno) la geometria delle cerchie moreniche appare molto più articolata. Queste carte sono frutto del rilevamento alla scala 1:10.000, non disponibile in passato.

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28 Nel confronto appare evidente la differenza tra i due rilevamenti. Si noti soprattutto che le cerchie moreniche nel rilevamento attuale scendono in valle del Seveso. Questo indica in modo certo che la valle esisteva già al tempo delle glaciazioni più antiche e il ghiacciaio la riempiva. La valle del Seveso precede, quindi, la costruzione dell anfiteatro.

29 Il modello classico prevede l approfondimento progressivo delle valli, ma i dati del rilevamento generale del territorio indicano che le valli si sono approfondite nel Messiniano e sono poi state variamente riempite e svuotate varie volte. L esempio riportato sulla sinistra fa riferimento alla successione degli eventi ricostruiti per l anfiteatro morenico del Verbano.

30 A sinistra delle frecce sono riportati i presupposti utilizzati nei due casi, mentre a destra ci sono i derivati di tali presupposti. Nel modello classico l idea di glaciazione, ad esempio il Wurm, è un presupposto da cui partire perché il Wurm è un fatto generale che deve certamente essere presente; la morena di Cantù si adatta al Wurm attraverso le sue caratteristiche particolari: è la più interna dell anfiteatro e quindi la più recente. Nel nuovo modello il presupposto è ciò che viene osservato durante il rilevamento e che viene interpretato attraverso la definizione di glaciazione presentata nella diapositiva n. 18; da questo deriva il Sintema di Cantù. I due sistemi non sono fra loro confrontabili. Non c è coincidenza tra Wurm e Cantù se non in modo del tutto casuale.

31 La realtà del modello classico esiste a priori, mentre la realtà del nuovo rilevamento viene costruita man mano. Secondo il modello dello scavo progressivo la valle del Seveso è Wurmiana, mentre secondo i dati desunti dal rilevamento è una valle antica che i ghiacciai hanno sempre utilizzato.

32 Si ricordi che, ad esempio, la Glaciazione Cantù è l evento climatico corrispondente all evento sedimentario Cantù, i cui depositi sono riuniti nel Sintema Cantù.

33 Nel rilevamento delle unità recenti coesistono unità litostratigrafiche e sintemi: la scelta dipende dalle caratteristiche che si osservano durante il lavoro di terreno.

34 L approccio che si usa per distinguere corpi sedimentari è il medesimo, anche se per i corpi superficiali si considerano e si cartografano anche le morfologie conservate (morene, piane fluvioglaciali, ).

35 Le unità di superficie sono estensibili in profondità per cui la carta geologica consente sezioni che considerano unità affioranti e unità descritte solo in base ai dati di sottosuolo. La coerenza logica delle ricostruzioni è sempre attentamente analizzata. Alfredo Bini era particolarmente attento alla geometria e al significato ambientale dei corpi che venivano definiti.

36 Questa osservazione è particolarmente importante poiché pone l accento sulla necessità di costruire un modello interpretativo che tenga conto di tutti i fenomeni osservati, ma bisogna considerare che il rilevamento è un lavoro progressivo di accumulo di informazioni e, proprio per il fatto che il modello non esiste a priori, i nuovi dati potrebbero consentire nuove, e migliori, interpretazioni. In linea generale, Alfredo Bini, ha sempre cercato di rilevare da monte verso valle perché questo riduce le modifiche da apportare al modello, ma non sempre è stato possibile.

37 L onestà intellettuale che ha sempre caratterizzato il lavoro di Alfredo Bini si riconosce nei suoi appunti privati, come in questo caso in cui la tabella indica quali unità già definite su terreno debbano essere rianalizzate nel loro significato stratigrafico e ambientale dopo aver esteso verso valle il rilevamento. Si comprende anche, attraverso questa immagine, che Alfredo Bini aveva sempre chiaro il significato paleoambientale delle unità che definiva che gli consentiva di prevedere l estensione spaziale dei corpi sedimentari corrispondenti alle varie unità, ma senza la conferma dei dati lasciava che le unità definite rimanessero ancora da rivedere.

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39 Elenco (forse con qualche errore) degli studenti che hanno contribuito al lavoro di Alfredo Bini nei sui circa 30 anni di servizio come professore universitario. Nell elenco è volutamente compreso anche il suo nome, poiché senza la sua tesi di dottorato molta parte dell inquadramento teorico del lavoro di rilevamento non sarebbe stata possibile.

40 Alfredo Bini ha sempre pensato con molto affetto agli studenti che hanno lavorato con lui e per ciascuno aveva un ricordo particolare. Riteneva essenziale il loro contributo al lavoro complessivo che stava costruendo.

41 Aggiungo il mio personale ringraziamento a lui. Ad maiora!

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