Febbraio 2012 di Consuelo Pezone

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1 Febbraio 2012 di Consuelo Pezone

2 PREFAZIONE Angelo Custode di tutti i viaggiatori, proteggi ed accompagna il nostro gruppo in questa nuova avventura; raccogli le nostre parole e pensieri, trasformando il tutto in emozioni e sensazioni positive che arricchiscano la nostra anima. Guida i nostri passi su nuove strade, verso esperienze uniche e coinvolgenti; consenti ai nostri occhi di guardare lontano e donaci la Luce giusta per raccontare con le immagini, una realtà fatta di umiltà, rapporti umani, gesti semplici e momenti della quotidianità. Dona la giusta ispirazione a ciascuno di noi, nell elaborare con le proprie immagini racconti di vita vera, che possano trasmettere a chiunque avrà il piacere di ammirarle, la meraviglia e lo stupore che vivremo in prima persona. 2

3 PENSIERI di VIAGGIO 3

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5 DIARIO Venerdì 3 Febbraio 2012: Inizia l avventura!! Quando si dice iniziare con il piede giusto. Il grande giorno è arrivato, la mattina inizia con una grande frenesia per le ultime cose da fare e preparare, la paura di dimenticarsi qualcosa o di arrivare tardi all appuntamento delle ore 13:30 presso l aeroporto di Ciampino Roma. Purtroppo il meteo ci è avverso, piove e fa freddo, le ultime notizie parlano di un Italia bloccata da neve e ghiaccio con forti conseguenze sul traffico; treni fermi e voli cancellati, queste le ripercussioni sulla nostra tabella di marcia. Il capogruppo Robbb in un suo ultimo messaggio by ore 1:27 di notte cerca di tranquillizzare tutti, in particolare coloro che dovranno raggiungerci dal nord (Trento Modena Milano) e sono più coinvolti in questi disagi. Il motto è RESISTERE, tenere alta l attenzione sul nostro obiettivo e fare di tutto per raggiungerlo!! Chekin n 3 Volo FR8113 Ryanair; il gruppo si è formato alla spicciolata, ma rispondiamo tutti all appello: Robbb, Simo8, Elisa, Cristian, Antonio, Luigi, Luana, Consuelo, Massimo, Iole e Simona2; le prime presentazione per rompere il ghiaccio ed i commenti sui capricci del meteo. Qualche battuta e ci ritroviamo tutti lì ad ascoltare il capo Robbb e vice Simo8 per un primo briefing su dove andremo, cosa faremo, come rapportarci con la popolazione in loco, varie ed eventuali per consigli utili e raccomandazioni di rito. Tutto sembra tornato alla normalità, nessun annuncio che faccia destare qualche timore di ritardi o voli cancellati; ci avviamo quindi al nostro Gate B6 in cui la fila di passeggeri del nostro stesso volo è già in attesa per l imbarco, ma pochi minuti dopo, ecco una voce che informa di un primo ritardo dalle 15:55 alle 16:55!! Con un po d ironia, monopolizziamo un angolo della sala d attesa, così tra una battuta e l altra il tempo passa; purtroppo i successivi annunci non sono molto positivi, quindi che fare?? Le idee più strambe nel caso fossimo costretti a passare la serata/nottata in aeroporto: chi suggerisce di ordinare la cena, chi di fare una prova sacco a pelo e si finisce nell improvvisare un giro di presentazioni ufficiali, così da poter approfondire un po la conoscenza di tutti noi, decisi nel voler condividere una nuova e bella avventura. Ore 18:55 - finalmente l imbarco viene confermato e come bravi soldatini ci accingiamo a salire sull aereo e prendere posto; il tempo 5

6 necessario dei saluti di Benvenuto e dei controlli di rito da parte dell equipaggio quindi il decollo, con un po di sali e scendi causato dal maltempo, prima di arrivare in quota. Ora siamo qui intenti in diverse attività per tenerci occupati con la lettura, un pisolino, una chiacchiera o risata; nella fila davanti a me, una giovane famiglia con un bimbo dolcissimo di poco più di un anno, con guanciotte rosse e riccioli mori attira la nostra attenzione; curioso e buffo ci guarda e saluta, con la sua manina lancia baci e nel suo linguaggio sembra domandarci dove stiamo andando e perché!! Break per lettura ed interpretazione della cartina del Marocco, allo scopo di decidere quale strada intraprendere per lo spostamento da Marrakech ad Hassi Labiad; il capo insieme alla Vice e tre compagni di viaggio (Antonio, Massimo ed Elisa) con semplicità aprono una mappa di dimensioni maxi nel corridoio dell aereo, impedendo il passaggio; la scena è divertente: la curiosità degli altri passeggeri che ascoltano le diverse opinioni e gettano un occhio ai tragitti di diverso colore già sottolineati; le hostess con i loro carrelli pieni di viveri e bevande che gentilmente chiedono di passare; noi qualche fila più indietro ci godiamo il tutto, scattiamo qualche foto come ricordo del teatrino improvvisato a bordo. Dopo la lettura della mappa, una breve lezione sulla fotografia in cui il capo Robbb tiene banco, tra terminologia tecnica e professionale, trucchi del mestiere ed ultime scoperte in materia; il confronto è arduo con il Prof. Antonio: da un lato chi ha fatto della fotografia la sua professione e dall altro chi ha chiuso più volte le sue esperienze di vita in scatti fotografici. L arrivo all aeroporto di Marrakech ha concretizzato in tutti noi, che da quel momento ogni cosa, persona o immagine sarebbe stato un elemento nuovo e prezioso da custodire dentro; dopo il rituale del controllo passaporti e recupero bagagli, ci avviamo verso il Riad Le Rubis in cui pernotteremo le prime due notti. La struttura è situata nel cuore della Medina di Marrakech; dietro una piccola porta si apre un ambiente tradizionale, ma dotato di tutti i comfort moderni, che combina il fascino e la semplicità, l'autenticità e la serenità, l'artigianato e modernismo sottolineando la magia dell'oriente. Veniamo accolti in una piccola corte con arredamento costituito da divani, cuscini, tappeti, tendaggi e tanto altro; mentre ci viene offerto il primo tè caldo alla menta si unisce al gruppo la 12esima persona, Daniela, che avendo viaggiato su un altro volo era già arrivata e ci attendeva. Il tempo necessario all assegnazione delle camere e nuovamente fuori in strada alla ricerca di qualcosa da mangiare per la cena; tutto si svolge nella spettacolare piazza di Jemaa El Fna che la sera, si trasforma in un gigantesco 6

7 ristorante all'aperto con tante bancarelle e chioschi in cui i fumi ed i profumi di cibi vari si mescolano al chiacchiericcio della gente. Un po frastornati dal viaggio ci facciamo guidare dal capo Robbb nella scelta di un tavolo con panche dove sederci e nell ordinare dei piatti tipici fatti di cuscus, verdure e carne da gustare, iniziando così quel percorso di scoperte continue. La prima serata si conclude con un saluto generale e tutti nelle rispettive camere. Sabato 4 Febbraio 2012: Visita a Marrakech La sveglia fissata per le ore 8:00, indica l inizio del secondo giorno dedicato ad un immersione totale nella città di Marrakech che sorge a ridosso delle montagne dell Alto Atlante ed è denominata Città Rosa. La colazione si tiene in terrazza seguita da una breve lezione di fotografia, solo per fissare i primi elementi di base ma fondamentali, quindi tutti in strada!!! La visita inizia dalla spettacolare piazza di Jemaa El Fna che alle luce del giorno si presenta con un grande spiazzo dove lentamente si risveglia la quotidianità ed è possibile assistere a spettacoli di ogni sorta: saltimbanchi, giocolieri e incantatori di serpenti; a poche decina di metri dalla piazza si trova il cuore pulsante della Medina il Souk. Questo è il luogo dove usi e tradizioni millenari si combinano sin dai tempi antichi; tante le attività dell artigianato e del commercio che lo costituiscono, rappresentando un luogo magico ove è normale accettare il tè offerto dal venditore o contrattare sul prezzo di un oggetto messo in vendita. Il tempo è scandito dalle chiamate dei Muezzin dai minareti sparsi per la città che si sovrappongono al vociare quotidiano; Marrakesh è anche una città aperta alla cultura occidentale: lo si vede dai grandi alberghi moderni che si affiancano alle caratteristiche case marocchine con cortile interno "Riad"; oppure la lingua ufficiale l arabo o le varie lingue berbere usate dalla gente del posto, che si mixa al Francese, Spagnolo o Inglese dei turisti in visita nella città. L impatto iniziale è di un completo caos, in cui stranamente ognuno sa dove deve andare e cosa deve fare; il mix e la frenesia ti trascinano dentro al vortice come una delle tante pedine che compongono la scacchiera. La mattinata passa in fretta, catturata da ogni genere di mercanzia esposta dai negozianti, in ogni vicolo qualcosa di caratteristico sottolinea gli elementi della tradizione: il vestiario delle donne marocchine con il loro popolare kaftan, di solito è lungo con un apertura senza colletto e maniche 7

8 ampie, chiuso da una cintura, è di cotone a tinta unita ma ricamato con motivi geometrici o floreali ed uno scialle a copertura del capo e viso; i mezzi di trasporto più semplici come carretti trainati da muli, biciclette o motorini usati per lo spostamento di persone, cose e materiali da lavoro con maestria ed ingegno; i riflessi in specchi e lampade colorate; monili, gioielli ed accessori dell artigianato locale. Seguendo un giovane ragazzo che si offre come guida, ci rechiamo a visitare una delle tante concerie di Fes; è come ritrovarsi all improvviso indietro nel tempo; ognuno di noi riceve dei rametti freschi di menta che lì per lì non capiamo a cosa possano servire, ma affacciandoci si percepisce un odore forte e penetrante che ti fa intuire subito, che il profumo della menta messo sotto al naso serve a coprire (per quanto possibile) lo sgradevole olezzo della conceria. Lo spettacolo è troppo bello per rinunciarvi, l impatto con il grande teatro delle vasche colorate dove si conciano pelli di mucca, cammello, pecora e capra è inevitabilmente dall'alto; si possono ammirare le vasche messe una accanto all'altra (alcune delle quali in attività da secoli), dove colori diversi dei liquidi messi all'interno, documentano le fasi della lavorazione o della coloritura. Il processo di conciatura è relativamente semplice e praticato da secoli, le pelli prima ripulite vengono poi messe a bagno in una mistura ricavata dalla corteccia dei melograni per ammorbidirle; dopo essere state sciacquate ed asciugate si passa alla fase della tintura, anche se oggi le tinture commerciali sono più comuni, molti conciatori usano ancora tinte ricavate da bacche e piante come si faceva generazioni fa. Per la pausa pranzo, ci ritroviamo all angolo di una via, seduti ad un tavolo improvvisato con sedie di fortuna, semplici fogli di carta come tovaglia e posate spaiate, il tutto molto spartano e fuori dalla nostra comune visione di locale pubblico; la pietanza marocchina che ci viene servita è il Tajine ; il nome in realtà è collegato al tipico contenitore con coperchio a cono usato per cuocere a fuoco lento ogni tipo di specialità, in questo caso vi è pollo, con verdure miste come patate, carote e zucchine la cui bontà soddisfa pienamente i nostri palati. Nella seconda parte della giornata, la visita alla città continua lungo le labirintiche vie della Medina arrivando nel quartiere degli artigiani in cui si può ammirare la maestria di falegnami che producono mobili e souvenir con legno di cedro, limone e noce; vi sono i conciatori che puliscono le pelli le tingono per poi tagliarle e cucirle in ciabatte, cinture e borse varie; vi sono i lavoratori di rame ed ottone che realizzano oggetti per la casa o elementi architettonici decorativi; ancora la produzione in ceramica di brocche, ciotole 8

9 e piatti usati nella vita di tutti i giorni o come regali o souvenir; e non possiamo dimenticare i meravigliosi tappeti o tessuti dai colori sgargianti. Ciò che più mi ha affascinata è la visita ad una farmacia erboristeria, in cui vengo catturata dalla capacità e maestria di un giovane ragazzo con il camice bianco, che in un buon italiano improvvisa per noi una vera e propria lezione, spiegando gli effetti positivi e particolari di creme, olii profumati, spezie ed estratti di foglie o radici. Il locale di ampia dimensione è molto luminoso, ovunque vi sono scaffali con barattoli in vetro contenenti ogni tipologia di polveri, foglie e fiori dai colori svariati quasi a costituire un arcobaleno; finisco così nell acquistare anche Io dei prodotti con l intento di usufruirne una volta rientrata a casa. L appuntamento per la cena ci conduce presso il ristorante Hassan Lahmicha in cui ci accomodiamo in una bella terrazza arredata con divani dai colori rosso ed arancione, cuscini di varie misure e tendaggi vari. L atmosfera piacevole e gioiosa consente a tutto il gruppo di trascorrere un paio di ore in tranquillità, raccontando gli eventi della giornata mentre gustiamo pietanze gustose, scherziamo e ci confrontiamo sulle fotografie scattate. di Daniela Bianchi 9

10 Domenica, 5 Febbraio 2012: Partenza per Hassi Labiad L alba del terzo giorno inizia molto presto, il programma prevede partenza da Marrakech con le autovetture affittate, per destinazione Hassi Labiad. Il percorso totale di quasi 700 Km vede alternarsi alla guida i sei autisti volontari (due x auto, me compresa), così da semplificare l impegno e la responsabilità di condurre tutto il gruppo a destinazione. Per mantenere i contatti e consentire la comunicazione tra i veicoli vi sono delle radioline portatili, che saranno per tutti l elemento di congiunzione e scambio di racconti, spiegazioni varie e battute divertenti. Le ore trascorse durante il viaggio ha consentito ai singoli occupanti delle vetture di raccontare e raccontarsi, quasi a voler rendere partecipi della propria vita, coloro che fino a due giorni prima non si conoscevano. Durante tutta la permanenza sul territorio marocchino, il professore Antonio sarà per noi una vera enciclopedia e fonte d informazione; con la piena semplicità di chi ha fatto della sua professione una vera passione e filosofia di vita, cerca di spiegare a noi semplici viaggiatori tutte le meraviglie che incontriamo e catturano la nostra curiosità. Il tragitto vede come prima tappa il passo dei monti dell Alto Atlante, questa è la catena montuosa più alta del Marocco, si innalza dalle colline a est di Agadir e forma una dorsale che percorre il paese fino a nord-est; questi monti agiscono come barriera tra il clima più aspro ed arido del Sahara e quello mediterraneo più umido; nel nostro caso il panorama che si apre davanti ai nostri occhi è spettacolare, con le cime ricoperte di neve che scintilla alla luce del sole, ma fortunatamente non impedisce il traffico. di Christian Taliani 10

11 Dopo l andamento tortuoso ed i sali e scendi sull Alto Atlante, con il passo del Tiz-n-Talrhemt inizia la lunga discesa nella Valle dello Ziz, questa è una spettacolare creazione della natura formata nel corso di milioni di anni dall azione del fiume Qued Ziz; la sua fertile valle fornisce terra coltivabile agli insediamenti che punteggiano il panorama tra cui il villaggio di Rich e Merzouga ai confini con le dune. Proseguendo, non possiamo evitare di fare una piccola deviazione presso la città di Ait Benhaddou considerata come un vero e proprio gioiello di architettura locale, interamente realizzata in fango ed argilla. La città si colloca a metà strada tra Ouarzazate e Marrakech, ed è certamente una meta obbligatoria per coloro che decidono di visitare questa zona del Marocco. L attrazione primaria del villaggio è certamente la Kasbah, una costruzione fortificata di una bellezza unica e di un fascino incredibile, riconosciuta, come Patrimonio dell Umanità dall Unesco nel di Luana Sanna Ait Benhaddou è in realtà un insieme di tante Kasbas, ovvero case famiglia, e per questo non è tecnicamente un villaggio, ma un ksar, le case sono cinte da mura difensive con torri angolari. Fanno parte della città una moschea, tante piccole abitazioni, stalle e granai, ogni luogo è collegato all altro per mezzo di tante piccole vie, molto caratteristiche, il villaggio è abitato da circa 700 persone. Per la sua bellezza e particolarità, Ait Benhaddou è stata scelta come set cinematografico per molti film, tra i più celebri : Jesù di Nazareth, Il Gioiello 11

12 del Nilo, Il Lume dell Intelletto, L Ultima Tentazione di Cristo, per passare ai più recenti : La Mummia, Il Gladiatore e Alexander. Un'altra pausa viene fatta per il pranzo presso un ristorante tipico della zona, qui decidiamo di accomodarci all esterno in un bel giardino così da godere del caldo sole che finalmente, dopo il freddo dei primi giorni, consente a tutti di caricarci di energia positiva Ogni occasione è buona per scattare fotografie ed immortalare momenti divertenti tra noi, nel gruppo si respira una buona sintonia ed affiatamento; durante il tragitto si intuisce che ci stiamo inoltrando in un luogo che abbandona ogni contatto con la civiltà e ci catapulta in una realtà da sogno dove vivere, al tramonto, in simbiosi con paesaggi mozzafiato fatti di linee morbide e colori dalle forti tinte. A serata inoltrata arriviamo al Riad Mamouche, nella penombra della sera si intravede il paesaggio circostante ma la location è molto suggestiva; ci accoglie Polona Oblak, referente locale di Bambini nel Deserto, è una giovane ragazza slovena che vive da un paio di anni in Marocco; il suo aspetto minuto e fine, voce pacata e rassicurante, capelli lunghi e biondi ed occhi azzurro cielo, hanno ipnotizzano tutti noi!! Bambini nel Deserto (BnD) è un ONLUS iscritta all'albo delle Associazioni di Volontariato costituitasi a Modena nel Luglio del 2000; lo scopo di BnD è migliorare le condizioni di vita dei bambini nei Paesi in via di sviluppo attraverso azioni dirette e concrete come la consegna di materiale sanitario, scolastico ecc, direttamente nelle mani di chi ha bisogno; inoltre si occupa della costruzione di pozzi, dighe, scuole, infermerie presso le comunità che lo richiedono. Riconosciuta dall'ufficio di Cooperazione Internazionale del Ministero degli Esteri e dai Governi di Burkina Faso, Mauritania e Marocco, BnD è inoltre iscritta al PADOR cioè la lista degli organismi che possono accedere ai bandi dell'unione Europea; il lavoro è svolto completamente da volontari attraverso la raccolta fondi con eventi, contatti con aziende, e poi sul posto con lavoro diretto. Tutti noi stanchi ma affascinati ci sistemiamo nelle camere e dopo pochi minuti siamo nuovamente riuniti per la cena. 12

13 Lunedì, 6 Febbraio: Hassi Labiad e visita ai Progetti di BnD. La mattinata inizia con un risveglio spettacolare, il paesaggio che si ammira dalla terrazza del Riad lascia tutti stupiti; se si vuole scoprire la vita nel deserto, fermarsi in questo piccolo villaggio, permette di osservare le famose dune di sabbia che fanno da cornice ad un orizzonte lontano, quasi senza confini. Hassi Labied sorge presso le splendide e maestose dune dell'erg Chebbi, che rappresenta il complesso dunario più esteso nella zona nord orientale del Marocco; qui gli abitanti di etnia berbera sono all'incirca 1.500; trattasi di un popolo di pastori che praticano il nomadismo tra l'erg e la sabbia rossa delle dune. La colazione abbondante e gustosa si tiene a bordo piscina, momento speciale in cui ciascuno di noi si gode il sole che lentamente si alza nel cielo diventando sempre più caldo e consentendo a tutti d immergersi nella realtà del Marocco. Le ore della mattinata sono dedicate ad una lezione intensiva di fotografia con la visione delle prime immagini da noi scattate; tutti riuniti attorno al nostro capo Robbb e Vice8 ascoltiamo le spiegazioni di concetti tecnici, i chiarimenti a quesiti vari ed approfondimenti di tematiche nuove; l obiettivo è fare dei propri errori il punto di partenza per migliorare se stessi e spingerci verso nuovi risultati. Dopo il pranzo ci dedichiamo alla visita del villaggio che ci ospita, passeggiando ci inoltriamo nel deserto circostante arrivando ad uno dei primi progetti di cui è promotrice la locale ONG di BnD; trattasi della Khettara che consiste in un antico metodo di raccolta e conduzione dell acqua diffusosi in tutta l area dal Mediterraneo alla Cina: si tratta di un cunicolo sotterraneo, scavato tra camini verticali (successivamente utilizzati per la pulizia interna), che arriva a captare l acqua dove la falda è più superficiale, a volte anche lontano dalle coltivazioni; oltre che per drenaggio di falda, la struttura è in grado di fornire ulteriori quantità d acqua dalla condensazione dell aria umida, aspirata dalla bocca e poi espulsa come aria secca dai camini. La distribuzione idrica costante che avviene grazie alla Khettara, ha consentito negli ultimi anni di salvaguardare e proteggere lo sviluppo del Palmeto, una vera e propria oasi di verde in cui è consentita la coltivazione e la produzione di ortaggi vari; ad ogni famiglia viene assegnata una parcella o un piccolo fazzoletto di terra con il compito e la responsabilità di curarne il mantenimento. 13

14 Mentre osserviamo incuriositi ed ascoltiamo le nozioni che ci fornisce il nostro professore e guida turistica Antonio, veniamo avvicinati da alcuni bambini del villaggio con i quali cerchiamo di scambiare qualche parola e fare amicizia; ciò che mi resta più impresso, sono i saluti affettuosi e di gioia che tutti i bimbi riservano per Polly, la dolce e bella ragazza che per tutti è un vero punto di riferimento e che distribuisce carezze e sorrisi rassicuranti. Il nostro capo Robbb trasformatosi in un vero e proprio regista, dal giorno della partenza del gruppo, si aggira sempre in compagnia della sua telecamera intento a filmare luoghi e paesaggi, intervistare chi possa fornire informazioni, opinioni e pareri utili per il video reportage. di Consuelo Pezone Si attende il tramonto, ammaliati dalle mille sfumature del cielo con i colori del sole che si ritira dietro le dune di sabbia; i riflessi e le ombre sembrano prendere vita con i loro movimenti lenti e sensuali, tutto ci proietta in una dimensione in cui la nostra realtà cittadina viene completamente dimenticata. Ci ritroviamo per la cena vicino al fuoco del camino presente presso la sala del Riad e con la proiezione di altre immagini catturate dai nostri scatti, da commentare tutti insieme. 14

15 Martedì, 7 Febbraio 2012: Rissani ed Escursione nel deserto Questa nuova giornata inizia nella piena tranquillità, con riunione del gruppo per la colazione e breve programmazione della giornata, che vede due eventi interessanti. La mattinata è dedicata alla visita della città di Rissani posizionata nei pressi di Erfoud ai margini dell Erg Chebbi; il nome deriva dal fondatore della dinastia Alauita, Moulay Ali Cherif, il cui mausoleo, situato nella parte meridionale, ancora oggi rappresenta un punto d attrazione culturale, religiosa e turistica oltre ad antico e importante centro carovaniero. Rissani è rimasto uno dei principali centri commerciali della regione, con un grande sūq (mercato), particolarmente animato il martedì, il giovedì e la domenica; rappresenta il cuore degli scambi che avvenivano ai tempi del commercio con l Africa costituito dall oro, l avorio, gli schiavi e il sale. La sua condizione di punto d incrocio tra nord e sud conferisce alla città uno statuto importante consentendo uno sviluppo urbano ineguagliabile grazie alla presenza dei diversi Ksour (villaggi fortificati) di rinomanza mondiale. di Antonio Ulzega Per qualche ora ci dedichiamo ad un tour tra le tante bancarelle del mercato; visitiamo l area dedicata alla vendita del bestiame, il settore degli artigiani, delle spezie, dei prodotti freschi come carni e verdure, senza dimenticare la frutta. Il pranzo si svolge in una piccola rosticceria in cui 15

16 cucinano al momento su piccole braci il Kesra, pane di forma rotonda e piatta, ed il Kefta piccole polpette d agnello aromatizzate con spezie varie; ancora qualche scatto fotografico tra vie e viuzze del mercato per poi rientrare al Riand in cui ci attende un altra grande avventura. Le prime ore del pomeriggio sono frenetiche per tutti noi, occupati nella preparazione degli zaini, sacchi a pelo e tutto il necessario per trascorrere la nottata all aperto; l avventura inizia verso le 17:00 quando ad ognuno di noi viene assegnato un dromedario con il quale inoltraci sulle dune fino all accampamento. Tutti divertiti ed emozionati, ci ritroviamo in fila indiana, come bimbi sulle giostre dondoliamo al ritmo della camminata tipica del dromedario, ridiamo e scherziamo facendo battute, ammiriamo il paesaggio in cui ci immergeremo. Si arriva all accampamento posizionato al centro delle dune di sabbia più famose del mondo, veniamo accolti dai nomadi che vivono nel deserto, all interno delle loro tende ci offrono il tè alla menta accompagnato da noccioline calde; nell attesa della cena, ci ritroviamo tutti in cima alla duna più alta, ammaliati dallo spettacolo naturalista offerto ai nostri occhi. Immersi nel silenzio assoluto, avvolti in un atmosfera speciale ed emozionante assistiamo al cambio della guardia tra il Sole, che lentamente saluta e cede il testimone alla Luna; da lì a poco illuminerà tutto il cielo quasi a giorno e nel Pieno della sua espressione rappresenta un momento magico di passaggio, in cui tutta la natura: uomini, animali e piante, percepiscono forza ed energia positiva. A lume di candela ci riuniamo nella tenda per la cena, l atmosfera piacevole e rilassante che si respira, consente a tutti noi di entrare in sintonia con la filosofia di vita della popolazione indigena ed ascoltare le loro storie; poco dopo siamo invitati ad ascoltare i suoni e le canzoni tipiche dei nomadi, attirati dal calore del fuoco e trascinati dal ritmo dei bonghi, ci ritroviamo a ballare e cantare, cercando di ripetere le parole di una lingua a noi sconosciuta, ma divertiti per l improvvisazione ed il coinvolgimento di tutti. Volendo tenere alto il nome della canzone italiana, proviamo anche noi a far cantare delle canzoni tipiche agli stessi nomadi; mixando ritornelli e strofe più o meno intonate, coinvolgiamo tutti quasi come un vero coro. Come ultimo, prima di ritirarci per la notte, decidiamo di ammirare ancora un po la luna piena che splende su di noi, raggiungiamo nuovamente la cima delle dune ed improvvisiamo un rito scaramantico, tutti mano nella mano, decidiamo di correre giù dalle dune urlando così forte da scaricare l adrenalina, che fino quel momento ci pulsava dentro. La notte passa veloce e veniamo svegliati all alba per la colazione e recuperare tutte le nostre cose, per poi riprendere la strada verso il villaggio. 16

17 di Luigi Malizia Mercoledì, 8 Febbraio 2012: Visita ai progetti di BnD Il rientro dall escursione nel deserto al villaggio di Hassil Labiad avviene a metà mattinata, ancora euforici per le emozioni vissute ci sistemiamo nuovamente nelle camere del Riad ed approfittiamo qualche ora di sole caldo, per prepararci al nuovo appuntamento in programma nel pomeriggio. Tra i progetti di cui si occupa BnD vi è anche il settore Istruzione ed Infanzia nel quale si propone, mediante attività formative a diversi livelli, di migliorare il grado d istruzione delle comunità di Hassi Labiad e Khamlia, ma intervenendo anche in un nuovo villaggio Tinghmart Rass Ramel. Per giungere a questo scopo vengono implementati metodi ed approcci diversi: corsi di alfabetizzazione per le donne, corsi di lingua francese per i giovani ed i bambini, corsi di didattica per i maestri, formazioni varie per adulti, visite di scambio con altri villaggi, teatro forum, cinema, utilizzo del gioco drammatico nell'educazione, con proposte artistiche ed educazione in gruppo. Questo progetto coinvolge la provincia di Errachidia e consiste nell installazione di un impianto ibrido eolico/fotovoltaico che permette, in primo luogo l illuminare delle aule con luci al neon e quindi di tenere lezioni anche dopo il tramonto e, in secondo luogo, consente di utilizzare il computer ed illuminare anche l abitazione del maestro. Oltre ai bambini in età scolare, 17

18 anche donne e ragazze giovani che non hanno avuto l opportunità di proseguire gli studi, potranno assistere a dei corsi di alfabetizzazione. Prima di avviarci ci dedichiamo a preparare l attività da svolgere insieme ai bambini presso la scuola; l argomento è focalizzare l attenzione e l importanza sull igienizzazione di mani e denti prima e dopo i pasti, così da prevenire ed evitare infezioni o malattie; lasciando libera la nostra fantasia con fogli di carta e colori, creiamo dei disegni di denti simpatici ed allegri quando sono ben curati, tristi e doloranti quando sono malati. Giunti alla scuola, in pochi minuti tutti i bimbi ci raggiungono salutandoci con grandi sorrisi, ciò che appare ai nostri occhi è un insieme di giovani vite, tutti vestiti con abiti di fortuna, alcuni scalzi ed altri impolverati, ma tutti felici ascoltano curiosi le nostre parole e partecipano allo spettacolino improvvisato. Trascorriamo alcune ore tornando un po bambini anche noi, giocando e scherzando, canticchiando una canzoncina simpatica da noi creata Siamo denti, Siamo felici e contenti fin quando ci ritroviamo mescolati ai protagonisti, seduti ai loro piccoli banchi di scuola, scattando immagini di sorelline e fratellini seduti ed abbracciati sulla stessa seggiolina, distribuendo spazzolini e dentifrici a tutti sperando che ne facciano buon uso. di Massimo De Martin Salutiamo e rientriamo al Riad con l animo più dolce, per quanto con poco abbiamo ricevuto tanto, in termini di umanità e semplicità; sperando che il nostro intento di miglioramento sia stato recepito e si possa mettere in pratica giorno dopo giorno. 18

19 La serata trascorre tranquilla per la cena ed per un nuovo incontro dedicato alla fotografia; ciò che si può sottolineare al sesto giorno di quest avventura e l unione del gruppo e il rapporto affiatato che permette di analizzare ciascuno le foto dell altro e trarne degli insegnamenti per se stessi. Giovedì, 9 Febbraio 2012: Ritorno ad Hassi Labiad Nel settore dello sviluppo economico, l associazione BnD si è occupata di un altro importante progetto sull'apicoltura ed oggi ne segue lo sviluppo ed i risultati nella produzione e vendita del miele. Perché il progetto potesse raggiungere risultati positivi, nella fase iniziale sono stati identificati e selezionati i beneficiari tramite intervista e questionario per il rilevamento delle informazioni generali, del grado di conoscenze tecniche e di interesse sull apicoltura. La seconda fase, era dedicata al potenziamento delle attività di tre apicoltori attraverso la consegna di beni, accompagnata da una sommaria formazione tecnica per migliorare le loro conoscenze di base necessarie alla conduzione di un allevamento di api, alla produzione e trasformazione di miele. Ad ogni beneficiario selezionato è stato consegnato un kit composto da: 1 arnia completa (salvo per un beneficiario che ne ha ricevute 2), maschera e guanti protettivi, affumicatore, leva, spazzola, forchetta disopercolatrice, secchio con rubinetto per lo stoccaggio, filtro doppio, filo per telai, fogli cerei e zigrinatore. Lo svolgimento delle attività di consegna e formazione ha permesso inoltre, di approfondire e valutare con maggiori dettagli le potenzialità dell apicoltura del territorio intorno a Merzouga nel sud-est del Marocco. Si ritiene che, malgrado le condizioni climatiche estreme della zona desertica, all interno di alcune oasi dove l agricoltura e l allevamento assumono un importante aspetto dell economia della comunità, sia possibile pensare allo sviluppo dell apicoltura con il supporto d interventi e progetti futuri. La visita presso uno degli apicoltori ha consentito al nostro gruppo, di valutare e vivere in prima persona l importanza, per la popolazione in loco, d impegnarsi nello sviluppo di un attività commerciale che fornisca il sostentamento delle famiglie. Il nostro arrivo ha immediatamente creato un atmosfera di novità e felicità in tutti i bimbi del villaggio, che si sono uniti a noi nella visita del palmeto; poi siamo stati accolti nella casa dell apicoltore che ci ha mostrato le arnie interne a muro ed esterne in legno; spiegato la 19

20 tecnica per l allevamento e la riproduzione delle api, la produzione di un buon miele da usare in famiglia o vendere. La visita si conclude con l ospitalità dell allevatore e tutta la sua famiglia nell offrirci il tipico tè alla menta, pane appena sfornato e dei dolci buonissimi a base di miele, datteri e noci; dopo aver ringraziato e salutato tutti ci accingiamo verso le macchine e qui la sorpresa che una delle tre auto aveva una ruota a terra, occorreva intervenire rapidamente per continuare la giornata, quindi gli uomini del gruppo si sono operati nella migliore tradizione; sembrava assistere ad un Pit Stop della Ferrari in Formula Uno, tutti attorno alla macchina con idee e suggerimenti per accelerare le operazioni, compreso i bimbi che incuriositi ridevano e volevano partecipare attivamente. Poco dopo, risolto l imprevisto, riprendiamo la nostra tabella di marcia con la pausa pranzo a base della famosa pizza marocchina dal nome Bestela che si distingue dalla pizza italiana perché è farcita all interno con un mix di cipolle, manzo stufato, uova sode e mandorle. Nel primo pomeriggio rientriamo al villaggio, siamo attesi presso l Association Hassilabiad pour l environnement, le développement et la coopération (AHT), una piccola associazione nata per la promozione della consapevolezza e rispetto sulle questioni ambientali e degli strumenti per affrontare gli impatti emergenti; grazie al lavoro dei suoi rappresentanti e all aumento del turismo straniero nella regione, l associazione ha acquisito nel tempo un immagine internazionale, diventando partner non solo di organismi governativi ma anche di ONG internazionali: francesi, spagnole e italiane in particolare. Le oasi ed il deserto rientrano nel grande programma di sviluppo turistico nazionale, considerati dal Ministère du Tourisme, de l Artisanat et de l Economie Sociale come elementi originali e tipici da valorizzare per promuoverne l attrattività turistica. Non ci sono dati sull occupazione attuale nel settore turistico, secondo alcune stime non ufficiali almeno il 60% delle persone sarebbero occupate nel settore turistico, soprattutto impiegate nelle strutture alberghiere sorte ad Hassi Labiad, le attività escursionistiche in ambito ambientale tramite la visione classica delle piste, nel deserto per mezzo di cammelli. Tra i progetti gestiti dall Associazione, vi è una scuola materna per i bambini più piccoli, vi sono dei corsi d alfabetizzazione per le donne in età più adulta ed un laboratorio per le attività di taglio e cucito, tessitura e ricamo al fine di poter elaborare dei prodotti d artigianato da vendere ai turisti. 20

21 Un altro sforzo proposto è quello dell utilizzo nella ristorazione locale, di prodotti dell oasi, al fine di sostenere le produzioni agricole, in situazione critica sia per penuria idrica, sia per fenomeni d insabbiamento, ma soprattutto per l attuale trend di abbandono dell oasi da parte dei giovani. Tale sostegno economico potrebbe costituire un occasione di ripresa del lavoro agricolo e di mantenimento dell oasi stessa, che costituisce il radicamento territoriale originario del villaggio di Hassi Labiad. In alternativa al turismo degli alberghi, l associazione sta cercando di promuovere altre forme di turismo, detto responsabile, che propone un esperienza di avvicinamento dei turisti alla comunità locale, e coinvolge gli abitanti dei villaggi della regione non solo nella fase dell accoglienza ma anche in quella progettuale. Itinerari ed attività sono infatti decisi dagli abitanti, che cominciano, anche a sperimentare la formula del pernottamento chez l habitant. Si tratta però di un turismo di nicchia e che esercita comunque un impatto a livello delle comunità locali, proprio per la stessa natura, contraddittoria, del soggiorno di turisti in case non adatte all ospitalità di stranieri dalle abitudini ed esigenze tanto diverse. Il rischio è dato dallo sforzo di adattare le dimore per favorire l alloggio dei turisti mossi dalla volontà di avere un contatto reale con le popolazioni locali, ma che non riescono ad adeguarsi ad abitudine quotidiane troppo lontane dalla propria normalità. Infine, l associazione Hassi Labiad ha il merito di aver aperto un ampia riflessione sui vari aspetti del turismo, anche di quelli che si preferisce tacere, e di cercare forme alternative di turismo a minor impatto sull ambiente e sul territorio. A tal fine si fa garante di un meccanismo di approccio partecipativo, volto al coinvolgimento di tutti i gruppi d interesse e anche delle donne, escluse, per la permanenza di stili di vita tradizionali, dal fenomeno del turismo e dai vantaggi economici ad esso legati. Proprio legato al tema del turismo responsabile, ci viene concessa l esperienza di stare a contatto con la gente del posto ed entrare a far parte del loro mondo; divisi in coppie veniamo ospitati da alcune famiglie berbere presso le quali potremmo seguirli nelle loro quotidianità: attività lavorative o preparazione della cena, ritrovarsi tutti insieme seduti su tappeti a sorseggiare del tè caldo, scambiarci informazioni sulle culture a confronto, documentare con scatti fotografici gli spazi e le abitudini per poi dormire sotto lo stesso tetto. In tutti noi vi era emozione e curiosità, ma anche un pizzico di timore nel doversi rapportare in prima persona con una lingua nuova, con abitudini diverse, ambienti a noi non noti e persone non conosciute; ma desiderosi di provare un esperienza unica e con gli zaini sulle spalle, ci salutiamo dandoci appuntamento al mattino seguente. 21

22 Venerdì, 10 Febbraio 2012: Visita a Khamlia Il risveglio presso la famiglia che ci ha ospitati, avviene come da tradizione, poco dopo che il sole si è alzato nel cielo; quindi tutta la famiglia si ritrova nuovamente riunita per la colazione a base di uova, tipiche focaccine sulle quali spalmare miele o marmellata, pane caldo con olive, latte e caffè. Poco dopo recuperiamo il nostro zaino e sacco a pelo, ringraziamo per l ospitalità ricevuta e torniamo al Riad, punto d incontro con tutto il gruppo di rientro dalla prima notte passata presso le famiglie locali; dal ritrovarci tutti insieme scaturisce un confronto tra noi, con racconti di emozioni ed esperienze varie, piccoli aneddoti di vita quotidiana in cui ci siamo imbattuti e tanta umanità nel verificare quanto con poco si possa vivere ed essere felici. Prima di rimetterci in marcia verso una nuova destinazione in cui saremo nuovamente protagonisti in prima persona, noi ragazze accompagnate dalla nostra fidatissima e generosa Polly, facciamo visita ad una Mamà del villaggio, la quale ci accoglie come se fossimo sue figlie e dopo aver degustato tè caldo e biscottini tipici, ci mostra il frutto dei suoi lavori: dei fantastici foulard con sfondo nero e disegni variopinti di fiori e figure geometriche; non possiamo evitare di acquistarli come ricordo. di Iole Fiorello 22

23 Khamlia è un villaggio piccolissimo e povero all interno del deserto di Erg Chebi, le dune più grandi nel Marocco; si trova 7 km dopo Merzouga sulla strada per Taouz dove la strada asfaltata finisce ed attualmente si trovano tre piccoli negozi, una coffee house e la scuola; le case sono una trentina e ci vivono al massimo 150 persone, di cui la maggior parte della gente è nera, vi è inoltre l'elettricità e l'acqua. Vivono in questo villaggio gli Gnawa, costituito da un gruppo etnico formato dai discendenti di antichi schiavi negri provenienti dai paesi dell'africa a sud del Sahara. Vi sono molte ipotesi riguardo alle origini degli Gnawa; la tradizione vuole che i primi arrivi in massa di neri, provenienti dal Sud si siano avuti ai tempi della conquista del Nord Africa nel VII secolo, quando l'imperatore del Ghana gli inviò delle truppe di rinforzo. Molto nota è la musica che caratterizza le cerimonie Gnawa, è molto ipnotica e capace di indurre uno stato di trance, grazie a suoni bassi e ritmati canti, battito di mani e percussione di cembali chiamati krakeb: musica e danza vengono impiegate per evocare forze spirituali capaci di estirpare il male, curare malattie della psiche o guarire punture di scorpioni. Col tempo, la musica Gnawa ha cominciato a destare interesse anche al di fuori della società tradizionale, ed è salita alla ribalta internazionale; suonatori Gnawa si esibiscono ora anche in collaborazione con musicisti di origine non nordafricana, come Bill Laswell, Adam Rudolph e Randy Weston. Qui BnD ha un progetto d ampliamento della scuola; giungiamo nel primo pomeriggio presso il campo sportivo, punto di ritrovo dei ragazzi del villaggio, che divisi in due squadre sono impegnati in una partita di calcio; confrontato con le nostre moderne strutture sportive, ci troviamo di fronte un semplice campo di terra battuta, con travi in legno a fare da porta e solchi sul terreno per delimitare il campo; ma il coinvolgimento dei giocatori che si respira è lo stesso come da noi, colmo di determinazione nel voler vincere. Veniamo accolti dal Presidente dell Associazione che ci racconta tutta la storia della popolazione del luogo, il loro excursus storico fino ad oggi, i cambiamenti ed i diritti acquisiti dopo un periodo buio di schiavitù; attualmente le famiglie vivono in un habitat ricreato con abitudini e tradizioni: un altra faccia del Marocco che solo un viaggio come questo riesce a svelare. Ci trasferiamo presso la sede dell Associazione dove ci vengono offerti tè caldo alla menta e noccioline tostate; due giovani ragazze ci offrono come omaggio la possibilità di fare dei tatuaggi all hennè, questo tipo di decorazione è molto diffuso in Africa, si usa nel rituale del matrimonio e per le grandi occasioni di festa, tradizione antichissima e strettamente femminile; 23

24 usato anche per uso di guarigione o purificazione dell anima abbinato a preghiere e riti specifici. Le nostre Luana, Daniela e Simona2 accettano l omaggio e si affidano alle mani minute ma esperte delle ragazze; rimango ammaliata dalla maestria, semplicità e precisione con le quali decorano con una crema all henné le mani sui palmi, dorso e dita disegnando fiori, foglie e riccioli intrecciati. Un altro omaggio ci viene offerto dal gruppo dei musicisti del villaggio; nei loro abiti bianchi con decorazioni rosse, impugnando gli strumenti da loro costruiti si sono esibiti nelle musiche e canzoni tipiche con balli a ritmo e ben cadenzati, è particolare come la melodia ti avvolga e ti trasmette il richiamo verso la libertà e rispetto della vita come dono. di Elisa Brugnara La giornata si conclude per ognuno di noi, presso una delle famiglie che nella loro generosità e semplicità, ci ospita per la cena e ci offre dove dormire; rimaniamo stupite come con poco si possa dare tanto, farci sentire membri della famiglia, coinvolgerci nelle loro abitudini quotidiane, raccontarci di loro e dividere con noi ogni semplice momento. 24

25 Sabato, 11 Febbraio 2012: Si rientra a Marrakech Il risveglio avviene ancor prima dell alba; ci ritroviamo dopo la seconda notte avventurosa in famiglia assonnati e chiusi nei nostri giacchetti, l area fresca e pungente del mattino ci scuote tutti e ci carica di energia per intraprendere il viaggio di ritorno verso Marrakech. Come per ogni avventura, il rientro viene percepito da ciascuno a modo proprio, con pensieri e ricordi ma con un filo conduttore quasi a riepilogare le tante scene ed episodi che costituiscono l insieme; ci concediamo una bella colazione improvvisata con caffè o tè, biscotti al cioccolato e pane caldo. Durante il percorso ritroviamo l alternarsi dei meravigliosi paesaggi scoperti all andata, attraversiamo i paesini in cui facciamo delle piccole tappe per il rifornimento di cibo e carburante, facciamo visita anche ad una Cooperativa Femminile che produce prodotti cosmetici ottenuti con l olio di Argan. di Simona Santiani Nel negozio riceviamo una dettagliata spiegazione delle caratteristiche e qualità di questo prodotto naturale, poi ci viene mostrato la tecnica con le quali si lavora il frutto: l'argania è un albero dai rami spinosi assai resistente che può vivere anche anni; è una pianta che si è perfettamente adattata all'aridità del sud-ovest del Marocco; i fiori, da bianchi a giallo- 25

26 verdastri, compaiono tra maggio e giugno. Il frutto è una bacca ovale, fusiforme, che quando è matura è giallo-bruna e che contiene una noce estremamente dura, al cui interno vi sono tre "noccioli". Un albero di medie dimensioni produce circa 8 kg di noccioli all'anno, le foglie, verde scuro e coriacee, servono per il nutrimento a cammelli e capre; la popolazione berbera dell'atlante ha sempre utilizzato l'olio di Argan per le sue virtù alimentari e cosmetiche, ma per le rese incredibilmente basse (da 100 kg di frutto, si ricava 1 litro d'olio), questo olio è molto costoso; salvo una parte minore, prodotta e consumata localmente, la produzione specializzata è quasi completamente esportata. Come da tradizione, noi donne ci facciamo catturare da creme varie, oli profumati, saponi dalle mille forme, ma anche gli uomini del gruppo incuriositi si muovono tra gli espositori, chiedendo consigli e chiarimenti in merito; finiamo nell acquistare prodotti vari da riportare in Italia. Dopo diverse ore di viaggio e Km percorsi, in tarda serata arriviamo a Marrakech, stanchi ed un po confusi per il traffico, i rumori, le luci e suoni in cui siamo nuovamente catapultati, con i nostri bagagli ci avviamo verso il Riad in cui pernotteremo le ultime due notti. Il Riad Maran è situato nel cuore della città vecchia della Medina di Marrakech, a soli pochi minuti dalla famosa piazza Jemaa El Fna, vicino a vari laboratori e bazar d artigianato; si arriva attraversando il souk fino ad una stradina tranquilla e stretta in cui si trova una piccola porta di legno. Ci sentiamo coinvolti emotivamente non appena si entra nel mondo incantato e protetto dal Riad dove ci accolgono calorosamente, progredendo nel corridoio arredato con cura, si scopre il patio con la sua piscina; lì, una boccata d'aria fresca ci farà dimenticare il calore della città ed i rumori che la caratterizzano. Reduci da un avventura di dieci giorni, scopriamo una vera "oasi di pace": il salone restaurato secondo la tradizione marocchina: le camere decorate con raffinatezza dispongono di un salottino privato e di tutti i servizi; in terrazza è possibile ammirare un vero giardino con alberi di limone, arancio, buganvillee e altri ancora; lettini e sdraio sono messi a disposizione per prendere il sole, mentre in serata è possibile riunirsi intorno ai tavolini per godersi il fresco della notte. Per la cena, solo una piccola rappresentanza del gruppo decide di recarsi in piazza e degustare la buonissima zuppa di legumi calda La Harira servita in una ciotola in ceramica decorata ed il tipico cucchiaio in legno; qualche altro giro tra le bancarelle poi decidiamo di rientrare presto così da poter trascorrere il resto della serata con gli altri compagni di viaggio, nello specifico le nostre Iole, Elisa, Simona2 e Daniela che il mattino seguente 26

27 rientreranno molto presto in Italia. Prima di ritirarci nelle nostre rispettive camere, ancora qualche risata e battuta divertente, quindi i saluti e la promessa di rimanere in contatto; nell aria si respira il dispiacere che il gruppo si deve dividere ma ancora più la consapevolezza del bel rapporto sviluppatosi in breve tempo, dall incontro ed unione di dodici persone provenienti da diverse coordinate dell Italia, ciascuna con un proprio bagaglio culturale e professionale, ma uniti dalla passione per la fotografia come espressione d istanti di vita. Domenica, 12 Febbraio 2012: Turisti fai da te a Marrakech La giornata completamente dedicata al relax, inizia con molta calma verso le ore 9: 30 dopo una notte di riposo ed una bella doccia rigenerante; il gruppo sceso a 8 componenti, si ritrova per la colazione presso la sala da pranzo del Riad, di comune accordo si decide di affrontare la giornata come dei veri turisti per i vicoli della città. Prima tappa è il Palazzo della Bahia situato nella "Mellah" della città, l'antico quartiere ebraico; Bahia significa brillante, infatti nel 19 secolo i Marocchini pensarono di aver costruito il più grandioso palazzo di tutti i tempi; appartenuta a Ba Ahmed, un vecchio ministro del Marocco, è uno dei palazzi più impressionanti della città, con dei cortili incredibili, molto tipici dell'architettura araba. La vegetazione abbonda nel palazzo, soprattutto gli aranci, così tipici di questo paese; i materiali di costruzione sono eccezionali: marmo italiano, pavimenti di zelliges, pannelli di stucco, soffitti di cedro; il ministro Ba Ahmed aveva 4 mogli e 24 concubine e tutte vivevano con lui in questo meraviglioso palazzo. Mentre ci spostiamo da una stanza all altra, evitando i gruppi di turisti con guida che racconta la sua storia in ogni lingua, scattiamo fotografie e non posso fare a meno d immaginare il palazzo all epoca di maggior splendore, con il vociare ed i pettegolezzi, pieno del fascino e dei colori delle belle concubine, nonostante si dica che la vita delle concubine non fosse certo rose e fiori. Come seconda tappa ci dirigiamo fuori dalle mura cittadine dove vi sono i Nuovi Quartieri costruiti all inizio del Novecento dai colonizzatori Francesi; il progetto era quello di creare un nuovo quartiere residenziale, commerciale e finanziario a contrasto con la tipica Medina. Le strade pulite e moderne della nuova Marrakech ospitano pochi edifici sontuosi o monumenti imponenti; caratteristica fondamentale sono i centinaia d alberi 27

28 di agrumi ed arbusti tropicale che fanno da cornice ai ristoranti moderni, bar e pub, negozi d abbigliamento delle marche più note. Lontano dal centro completamente costruito, ci sono diversi giardini formali e grandi parchi che offrono un po di tregua dal ritmo spesso frenetico dalla vita cittadina. Continuando la nostra passeggiata arriviamo presso una delle principali attrattive della zona, il Cyber Park che prende il nome di Ville Nouvelle, proprio in prossimità di uno dei monumenti più importanti della città, la Moschea di Kutubiya. Il parco nasce con lo scopo primario di avvicinare i visitatori alla tecnologia, all informatica e allo sviluppo sostenibile. Il Cyber Park è un parco realizzato dalle istituzioni pubbliche e dalle aziende private, si costituisce di alberi ad alto fusto e fontane, è inoltre stata realizzata una grande sala telematica, dotata di colonne touch-screen, inoltre all interno di tutto il parco sono disponibili reti wireless, tutte le attrezzature informatiche possono essere utilizzate gratuitamente dai giovani. Dopo la pausa per il pranzo, riprendiamo la strada per tornare all interno delle mura cittadine; il nostro nuovo obiettivo è visitare la Casa della Fotografia, un esposizione interamente dedicata alla fotografia in Marocco specialmente nel periodo pre-coloniale. Veniamo accolti da un gentile e giovane ragazzo, in un ottimo inglese ci spiega con precisione e dettaglio le esposizioni in cui si articola la mostra, invitandoci anche a visitare la terrazza e specificano che sono in esposizione solo pochissime immagini delle sterminate collezioni della Maison. La struttura è una casa con il tradizionale cortile centrale, tre piani più terrazza non con vista sulle strade ed i monumenti della città vecchia, ma con una sorprendente panoramica su innumerevoli parabole e antenne televisive di varia foggia. Le immagini che ammiriamo sono un mix di stampe originali, stampe da lastre scansionate, ingrandimenti enormi oppure piccole foto intimiste, ritratti di uomini, donne velate, donne senza velo, schiavi, scene di strada, monumenti, palmeti, mercati, carovane; l interesse per queste immagini si colloca a metà strada fra la documentazione antropologica e la testimonianza sulle fotografie delle origini. Sono foto che abbracciano un arco temporale che va dal 1870 al 1950, montate in un allestimento che, nelle intenzioni dei curatori della Maison, è un luogo di memoria e di condivisione. La fotografia intesa come strumento di comunicazione ma anche di dialogo fra i popoli; un progetto ambizioso partito nel 2006, che si rinnova con nuove esposizioni ogni tre mesi. 28

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