BOLOGNA CITTA' RESILIENTE IL PIANO DI ADATTAMENTO

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1 Ora e sempre resilienza Interventi, pianificazione e cultura del rischio per la difesa e l autodifesa dalle alluvioni nelle aree urbane Roma 3 luglio 2015 BOLOGNA CITTA' RESILIENTE IL PIANO DI ADATTAMENTO Patrizia Gabellini Assessore Urbanistica, Città storica e Ambiente Comune di Bologna

2 Bologna è collocata in un territorio vulnerabile, ed è per questo che i suoi abitanti hanno sempre prestato particolare cura e attenzione alla sua tutela. Il Territorio è stato organizzato fin dall'epoca Romana: l'evoluzione naturale è stata sostituita dalla gestione umana attraverso disboscamenti, bonifiche di paludi, barriere anti alluvioni etc.

3 Territorio urbano strutturato (Psc approvato)

4 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Livello 2 - Operatività - rischio idraulico Ogni corso d'acqua presenta elementi di rischio che devono essere conosciuti e gestiti. Rispetto ad ipotesi di delocalizzazione dei potenziali bersagli, risultano realmente attuabili misure volte alla mitigazione dell'esposizione al rischio, identificabili in interventi manutentivi, opere strutturali e non, che devono partire da un quadro consolidato di conoscenze. L Amministrazione comunale affianca le Autorità idrauliche regionali (STB Reno e AdB Reno) nel processo conoscitivo: partecipando a tavoli specifici; eseguendo verifiche dirette sul reticolo idrografico locale per verificarne l'efficienza idraulica, in particolare in prossimità del imbocco dei tratti tombati al limite del territorio urbanizzato.

5 Territorio rurale (Psc approvato)

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7 Con Città della Collina si intende affermare una nuova identità per la parte del territorio bolognese che ha subìto un processo di progressiva riduzione e privatizzazione degli usi. Quindi: ricostruzione di un sistema di connessioni e nodi (corridoi, sentieri, stazioni, parcheggi) che diversifichi e qualifichi l accessibilità urbana e metropolitana; individuazione di luoghi da progettare come raccordi-parco con le aree densamente urbanizzate; creazione di un mosaico di ambienti ecologici, agricoli e periurbani disponibili a diverse pratiche d uso degli abitanti metropolitani.

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9 Il progetto BLUEAP (LIFE11 ENV/IT/119) Cordinatore: Comune di Bologna Partner: Kyoto Club, Ambiente Italia, ARPA Emilia Romagna Durata: 36 mesi (01/10/ /09/2015) Obiettivi principali: il progetto BLUEAP ha per obiettivo la redazione e l'adozione di un Piano di Adattamento al Cambiamento Climatico per la città di Bologna. 9

10 Le informazioni contenute nel Profilo Climatico Locale permettono di individuare le principali vulnerabilità del territorio alla luce dei cambiamenti climatici: Siccità e carenza idrica, Ondate di calore in area urbana, Eventi non convenzionali e rischio idrogeologico

11 Il Piano di Adattamento è stato costruito con un percorso partecipativo di collaborazione in cui i soggetti sono anche attuatori delle azioni del piano. Gli stakeholder coinvolti nel percorso appartengono a Enti Pubblici, aziende pubbliche e partecipate, mondo della formazione, dell'università e della scuola, agenzie specializzate, gestori servizi, multiutility, consorzi, associazioni di categoria, associazioni di consumatori, associazioni ambientali e di tutela del territorio, imprese, fondazioni.

12 Il Consiglio Comunale ha approvato nella seduta del 4 giugno 2014 la proposta di sottoscrivere Mayors Adapt portando così Bologna ad essere la prima città italiana ad aderire. Durante l elaborazione del Piano si è ritenuto opportuno riconfermare l impegno della città con l approvazione nella seduta di Giunta del 13 febbraio 2015 della Strategia locale di adattamento ai cambiamenti climatici.

13 Alcune coordinate del Piano E' stato definito nel 2025 il riferimento temporale per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano. Le azioni del Piano sono distinte in due categorie: quelle riconducibili esclusivamente al Comune e quelle nelle quali sono altri i soggetti chiamati ad intervenire. Alcune di queste azioni sono state identificate come azioni pilota, in quanto sono riferite a percorsi già avviati e vogliono essere esemplificative delle modalità con cui si attuerà il Piano. Le azioni individuate dal piano presentano livelli di dettaglio diversi. Alcune azioni riguardano ambiti esterni al territorio comunale, ma sono state incluse per le ricadute su di esso.

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20 La fragilità idrogeologica della collina bolognese La zona collinare di Bologna ha una superficie complessiva di circa 36 Kmq, che rappresentano circa il 25% del territorio Comunale, e risulta compresa tra il margine appenninico a Nord, il Torrente Savena a Est e il Fiume Reno a Ovest. sulla base della propensione al dissesto idrogeologico si distinguono: una porzione settentrionale, caratterizzata da buona stabilità (formazioni con carattere prevalentemente litoide ed assetto strutturale regolare); una meridionale con franosità sensibilmente più elevata (formazioni prevalentemente di tipo argilloso ad assetto caotico che determinano condizioni particolarmente favorevoli all instaurarsi di fenomeni sia erosivi che gravitativi con diffusi scivolamenti, colate e formazione di bacini calanchivi)

21 La fragilità idrogeologica della collina bolognese PRINCIPALI TIPOLOGIE DI FRANE RILEVATE NEL TERRITORIO COMUNALE Crolli: distacco di una massa litoide da un versante molto acclive, facilitato dalla preesistenza di fratture e giunti, movimento caratterizzato dalla caduta libera, rotolamento e rimbalzi con deposito finale detritico. Colamenti: si verificano in terreni sciolti, il movimento non avviene solo sulla superficie di separazione fra massa in frana e materiale in posto, ma è distribuito in modo continuo anche nel corpo di frana. Spesso risulta determinante l effetto fluidificante dell acqua.

22 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Piano Strutturale Comunale nell ambito del Quadro Conoscitivo è stato eseguito un approfondimento specifico sul dissesto dell area collinare comunale, determinando per le singole UIE un indice territoriale di dissesto ottenuto come sup. in dissesto / sup. totale UIE ricomprendendo tra i dissesti: frane attive frane quiescenti aree calanchive

23 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Aree soggette ad instabilità occupano circa il 20% dell intero territorio collinare (circa 7 kmq su 36) ricompreso nel Comune risultano equamente distribuite tra le 3 tipologie dominanti (colate, scivolamenti e movimenti complessi) limitati fenomeni di crollo

24 La fragilità idrogeologica della collina bolognese In sintesi Nel complesso le aree soggette ad instabilità e quelle potenzialmente instabili ricoprono circa il 30% dell intero territorio collinare del Comune di Bologna. Non sono numerosi i casi di frane di grosse dimensioni. Sono diffusi fenomeni di piccole o medie dimensioni che, in gran parte dei casi, riguardano i primi strati di copertura di substrati stabili. Ne deriva una generale e intrinseca fragilità che richiede una corretta gestione e manutenzione del territorio collinare.

25 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Livello 2 - Operatività Il Comune di Bologna - attraverso L U.O. Suolo - esplica il proprio ruolo operativo in termini di prevenzione del rischio: verificando l ammissibilità idrogeologica degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio qualora comportino movimentazioni di terreno o modifichino il regime delle acque in aree sottoposte al vincolo idrogeologico (con funzioni delegate ai Comuni a partire dall'anno 2000); eseguendo regolare attività di monitoraggio del territorio collinare, anche con la finalità di aggiornamento periodico dell'inventario del dissesto idrogeologico, in relazione ai diversi fenomeni franosi (esistenti o di nuova attivazione), e di verifica della validità delle perimetrazioni delle zone a rischio interessate da provvedimenti specifici.

26 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Livello 2 - Eventi della primavera 2015 Viene inoltre garantito un supporto tecnico continuativo per interventi di sistemazione delle aree gravate da fenomeni franosi localizzate in proprietà privata, anche con riguardo all interessamento da parte degli stessi di viabilità o aree pubbliche Via della Cavriola

27 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Via della Cavriola Il Il movimento franoso si è attivato alla fine di marzo del 2015, a seguito di intensi eventi meteorici, esso presenta una nicchia di distacco principale in corrispondenza della viabilità pubblica ed altre attivazioni laterali lungo il corpo di frana Sono evidenti fratture di trazione che testimoniano un arretramento del dissesto.

28 La fragilità idrogeologica della collina bolognese

29 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Livello 2 - Operatività - rischio idraulico Rio Grotte/Rio Grifone Ubicazione dell'opera presso i civici di Via S. Barbara

30 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Livello 3 - Operatività Interventi eseguiti dal Comune di Bologna Rete di regimazione delle acque superficiali in Via Golfreda

31 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Livello 3 - Operatività Interventi eseguiti dal Comune di Bologna Via dei Colli : realizzazione di un'opera di protezione della sede stradale a valle della carreggiata, in seguito al cedimento della banchina

32 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Livello 3 - Operatività Interventi eseguiti dal Comune di Bologna Via di Sabbiuno: Ripristino della sede stradale Messa in sicurezza della scarpata a valle strada con geostuoia e rete metallica

33 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Livello 3 - Operatività Interventi eseguiti dal Comune di Bologna Via delle Lastre: Sistemazione di un versante in dissesto mediante la posa di geostuoia e rete metallica

34 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Interventi eseguiti da Privati Via dei Colli Ripristino delle condizioni di sicurezza delle scarpate stradali tramite la posa di gabbioni e geostuoie

35 La fragilità idrogeologica della collina bolognese Interventi eseguiti da Privati Via Torriane Ripristino delle condizioni di sicurezza della scarpata mediante movimentazione terra, realizzazione di scoli superficiali e viminate Via del Genio Realizzazione di un'opera idraulica lungo il corso del rio al fine di rallentare il flusso delle acque, essa è ubicata a valle di un'articolata

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