Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2011

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2011"

Transcript

1 Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2011

2 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2008

3 Indice Tavola 1 Requisito informativo generale... 5 Tavola 2 Ambito di applicazione Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche Tavola 6 Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell ambito dei metodi IRB Tavola 7 Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB Tavola 8 Tecniche di attenuazione del rischio (CRM) Tavola 9 Rischio di controparte Tavola 10 Operazioni di cartolarizzazione Tavola 11 Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA) Tavola 12 Rischio operativo Tavola 13 Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Tavola 14 Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Glossario / Abbreviazioni Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societarie

4 Note: 1. Tutti gli importi, se non diversamente indicato, sono da intendere in migliaia di euro. 2. Le informazioni sono riferite all area di consolidamento prudenziale. 3. L eventuale mancata quadratura ta i dati esposti nel presente documento dipende esclusivamente dagli arrotondamenti. 4. Gli importi non ponderati relativi alle "garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi", sia per la metodologia standard, sia per la metodologia basata su rating interni, sono stati considerati in base all equivalente creditizio. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2008

5 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Tavola 1 Requisito informativo generale Informativa qualitativa Il gruppo UniCredit controlla e gestisce i propri rischi attraverso metodologie e processi rigorosi, in grado di dispiegare la loro efficacia in tutte le fasi del ciclo economico. Il presidio ed il controllo dei rischi di Gruppo sono assicurati dalla funzione Risk Management della Capogruppo, cui sono attribuiti i compiti di: ottimizzare la qualità dell attivo del Gruppo, minimizzando il costo dei rischi, coerentemente con gli obiettivi di rischio / redditività assegnati alle Aree di Business; definire, di concerto con la funzione CFO, la propensione al rischio del Gruppo e valutare l adeguatezza patrimoniale dello stesso, nel contesto dell Internal Capital Adequacy Process (ICAAP), in conformità ai requisiti di Basilea II, Secondo Pilastro; definire, in conformità agli standard di Basilea II ed ai requisiti di Banca d Italia, norme, metodologie, linee guida, politiche e strategie concernenti la gestione dei rischi di Gruppo, e, in cooperazione con l Organization department, i relativi processi e la loro implementazione; porre in essere un sistema di controllo del rischio creditizio e di concentrazione sia a livello di singole controparti / gruppi economici, sia per cluster rilevanti (quali settori economici / industriali), monitorando e fornendo reportistica sui limiti preventivamente definiti; definire e fornire alle Aree di Business ed alle Entità i criteri per la valutazione, la gestione, la misurazione, il monitoraggio e la reportistica dei predetti rischi e garantire la coerenza dei sistemi e delle procedure di controllo sia a livello di Gruppo che di singola Entità; supportare le Aree di Business nel conseguimento dei loro obiettivi, contribuendo allo sviluppo dei prodotti e dei business; verificare, mediante il processo di convalida in fase iniziale e nel continuo, l adeguatezza dei sistemi di misurazione del rischio adottati nell ambito del Gruppo, orientando le scelte metodologiche verso standard qualitativi sempre più elevati e convergenti, appurando la coerenza delle rispettive modalità di utilizzo nell ambito dei processi; porre in essere un adeguato sistema di analisi preventiva del rischio, in grado di quantificare l impatto sulla struttura economico-finanziaria del Gruppo derivante dal rapido deterioramento del ciclo economico o da altri fattori di shock (c.d. Stress Test). Tale analisi è svolta con riferimento alle singole tipologie di rischio, così come alla loro integrazione e raffronto con il capitale disponibile; creare e diffondere una cultura del rischio estesa a tutto il Gruppo. Alla luce dell ancora sfidante contesto macroeconomico, una solida ed efficace gestione dei rischi riveste la massima priorità nel Gruppo. Pertanto, la funzione Group Risk Management ha consolidato il proprio modello di governance dei rischi, rafforzando il ruolo dei Portfolio Risk Managers" dedicati alle attività di indirizzo, coordinamento e controllo dei relativi rischi di competenza, in ottica di Gruppo ed interdivisionale. È stato inoltre creato uno specifico punto di riferimento per l Italia coerentemente con il nuovo modello organizzativo della Capogruppo, attraverso la costituzione della funzione CRO Italy, cui sono state assegnate le responsabilità relative ai rischi di credito, di mercato e reputazionale del perimetro Italia, nonché il coordinamento manageriale delle funzioni di Risk Management presso le Entità italiane del Gruppo. In conformità all architettura della funzione Risk Management ed al fine di presidiare la capacità di indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo, migliorando l efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e agevolando l interazione tra le differenti funzioni coinvolte, sono operativi specifici Comitati responsabili in materia di rischi, articolati su tre distinti livelli: il Group Risk Committee, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo; i Group Portfolio Risk Committees, cui sono assegnati il compito di indirizzare, controllare e gestire i differenti rischi di portafoglio; i Group Transactional Committees, dedicati alla valutazione delle singole controparti / transazioni aventi impatto sul profilo di rischio complessivo. 5

6 Rischio di credito Struttura e organizzazione L organizzazione del rischio di credito in Capogruppo si articola su due livelli: - funzioni aventi responsabilità a livello di Gruppo - funzioni aventi responsabilità a livello Paese Tra le funzioni con responsabilità a livello di Gruppo, vi sono: - il Group Credit Operating & Reputational Risks department che, con riferimento al rischio di credito, si articola nelle seguenti strutture: Group Credit Risks department (Portfolio Credit Risk Manager), a cui sono attribuite -tra le altre- le seguenti responsabilità: o il monitoraggio dei rischi di credito e la definizione delle relative strategie; o la definizione ed il controllo dei limiti di rischio di credito; o lo sviluppo delle metodologie per la misurazione del rischio di credito; o la definizione della Normativa di Gruppo in materia di rischio di credito, nonché il monitoraggio della relativa approvazione ed implementazione presso le Entità; Group Rating Desk unit a cui sono attribuite -tra le altre- le seguenti attività: o l assegnazione del rating ad alcune tipologie di controparti rilevanti (Top Banking e Top Corporate); o deliberare o proporre agli organi deliberativi competenti le richieste di modifica di rating relative ai sistemi di rating Group-wide per la misurazione dei rischi di credito in capo ai segmenti imprese; Group Credit Transactions department che, attraverso gli LPAC Risk Analyst, e le unit Country Risk Analysis e Group Credit Transactions Advice, è responsabile, tra le altre cose, per le seguenti attività: o fornire un parere esperto sulle proposte di credito relative a transazioni LPAC (e.g. Project Finance, Acquisition & Leveraged Finance, etc) o analizzare e monitorare il rischio Paese; o deliberare o raccogliere le proposte da sottoporre ai competenti deliberanti relative ai limiti cross-border; o fornire un parere esperto sulle proposte creditizie di competenza del Group Transactional Credit Committee o al Group Credit Committe ; - il Group Trading Risk department, che, con riferimento al rischio di credito, si articola nelle seguenti strutture: FIBS & Trading Credit Risks unit, responsabile - tra le altre cose - delle seguenti attività: o fornire un parere esperto sulle proposte di credito relative alle controparti Financial Institutions, Banks and Sovereigns (FIBS) formulate dalle Entità, operando in qualità di Group Competence Team; o deliberare, nell ambito dei poteri delegati, o proporre ai competenti organi deliberanti, le proposte di credito relative alle controparti FIBS poste nei libri della Capogruppo; o rilasciare, nell ambito dei poteri delegati, o proporre ai competenti organi deliberanti, le Non Binding Opinion di Capogruppo sulle proposte creditizie relative alle controparti FIBS sottoposte dalle Entità; Special Products Risk Analysis, responsabile, - tra le altre cose - delle seguenti attività: o fornire un parere esperto sulle proposte di credito relative agli Special Products formulate dalle Entità, operando in qualità di Group Competence Team; o deliberare, nell ambito dei poteri delegati, o proporre ai competenti organi deliberanti, le proposte di credito relative agli Special Products poste nei libri della Capogruppo (e.g. ABS, Securitization). TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

7 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 - il Group Risks Control department, responsabile - tra le altre cose - della convalida interna dei sistemi per la misurazione dei rischi di credito, attraverso le competenti funzioni del Group Internal Validation department; - il Group Risks Operating Office department, cui compete, tra le altre cose, la produzione dei report sui rischi di credito consolidati, sulla base dei dati forniti dalle competenti funzioni del Group Credit, Operational & Reputational Risk department, nonché la gestione ed il coordinamento di tutte le iniziative IT afferenti il rischio di credito; - il Group Special Credit department, cui compete, tra le altre cose, il coordinamento, l indirizzo, il supporto delle attività di restructuring e workout per il Gruppo, la gestione dell attività di restructuring e di workout con riferimento a pratiche di importo rilevante o altrimenti considerate strategiche/sensibili, nonchè la gestione del processo di propagazione dei default per clienti multinational con esposizione in carico a più Entità del Gruppo. A livello Paese, le attività di indirizzo e controllo del rischio di credito, nonché lo svolgimento delle attività operative (es. erogazione crediti,monitoraggio andamentale, ecc.) ricadono sotto la responsabilità dei CRO delle controllate. In UniCredit S.p.A., tali funzioni sono assolte dalle strutture organizzative del CRO Italy, che riportano al Group CRO ed in particolare: Risk Management Italy department che svolge tra l altro -le attività di governo e di controllo dei rischi di credito relativi al perimetro di competenza del Country Chairman Italy. Tra le altre attività, è responsabile di: o definire le policy operative creditizie ed assicurare la corretta applicazione della normativa di Gruppo in materia di rischio di credito, nonché verificare la coerenza dei prodotti creditizi con le regole definite dalle competenti funzioni di GRM; o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o deliberare o proporre agli organi deliberativi competenti le richieste di modifica di rating relative ai sistemi di rating locali per la misurazione dei rischi di credito in capo ai segmenti imprese; Consumer Finance Risks department, che, a livello di Gruppo, è responsabile del governo e del controllo dei rischi di credito connessi ai prodotti di consumer finance (credito al consumo, cessione del quinto di stipendio e carte di credito revolving). Tra le altre attività, è responsabile di: o definire le policy operative, implementare le strategie e la corretta applicazione della Normativa di Gruppo in materia di rischio di credito, nonché verificare la coerenza dei prodotti creditizi con le regole definite dalle competenti funzioni di GRM; o sviluppare le metodologie, modelli e tools per la valutazione del merito creditizio; o analizzare e monitorare a livello consolidato la composizione e la rischiosità del portafoglio consumer finance; o coordinare e gestire i processi e le attività di erogazione del credito per la clientela e prodotti di pertinenza nonché l attività di prevenzione e gestione frodi; Special Credit Italy department responsabile della gestione delle attività di Restructuring e Workout del perimetro Italia con esclusione delle posizioni al di sopra di soglie definite o altrimenti considerate strategiche/sensibili ; Credit Operations Italy department, articolato nelle seguenti strutture: o F&SME, CIB, PB, Credit Operations e Underwriting 1 e 2 department cui è attribuita la responsabilità per la gestione delle attività di erogazione del credito per la clientela di UniCredit S.p.A.(con inclusi i mutui), attraverso la valutazione del merito creditizio delle controparti, la delibera -nell ambito dei poteri deliberativi delegati- delle pratiche di affidamento, o l inoltro della relative proposte agli organi deliberativi competenti; 7

8 o Monitoring department cui è attribuita la responsabilità del monitoraggio andamentale delle posizioni di competenza; o Loan Administration department cui è attribuita la responsabilità del presidio delle attività amministrative post-delibera creditizia/erogazione, la gestione del credito agevolato e dei Confidi; o Credit Operations Italy Support department che, tra l altro è responsabile di assicurare la qualità del credito, diffondendo le linee guida sui processi di valutazione del merito creditizio delle controparti ed effettuando visite ispettive on site ed analisi a campione delle pratiche. Al fine di rafforzare la capacità di Capogruppo di indirizzo, coordinamento e controllo dei rischi di Gruppo, di migliorarne l efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l interazione tra le differenti funzioni coinvolte, come già riportato sono operativi specifici Comitati responsabili in materia di rischi (Group Risk Committee, Group Portfolio Risk Committees e Group Transactional Committees). In particolare,con riferimento al rischio di credito: il Group Credit Committee, responsabile per la valutazione e la delibera per proposte creditizie di competenza, ivi incluse quelle a restructuring e workout, strategie rilevanti e azioni correttive da assumere (inclusa la classificazione dello stato laddove applicabile) per le posizioni watchlist, limiti specifici per operazioni connesse al mercato dei capitali di debito sul Trading Book, limiti all esposizione per singolo emittente sul Trading Book; il "Group Credit and Cross-Border Risk Committee, responsabile del controllo e del monitoraggio dei rischi di credito e di quelli cross-border, dell approvazione di strategie, politiche, metodologie e limiti relativi a detti rischi, nonché della reportistica periodica; il "Group Transactional Credit Committee", responsabile per la valutazione e la delibera, nell ambito dei poteri delegati, per: proposte creditizie, ad esclusione di posizioni in restructuring e workout ; strategie ed azioni correttive rilevanti da intraprendere per posizioni in watchlist, limiti specifici per operazioni connesse al mercato dei capitali di debito, limiti all esposizione per singolo emittente sul portafoglio di negoziazione; l Italian Transactional Credit Committee, responsabile per la valutazione e la delibera, nell ambito dei poteri delegati, delle proposte creditizie sottoposte dalle Business Unit CIB Italy Network, PB Italy Network e F&SME Italy Network ; il Group Special Credit Committee, responsabile della valutazione di operazioni concernenti pratiche classificate come restructuring o recupero dei crediti, nonché del monitoraggio dell andamento complessivo di tale portafoglio; il Group Rating Committee, responsabile di assumere decisioni e/o rilasciare pareri non vincolanti alle Entità sulle proposte di modifica del rating. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

9 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Governance e policies I rapporti tra la Capogruppo e le Entità del Gruppo che esercitano attività creditizia, sono disciplinati da specifiche disposizioni di governance che assicurano alla Capogruppo stessa il ruolo di direzione, supporto e controllo, in particolare nelle seguenti aree di attività: politiche creditizie, strategie creditizie, sviluppo dei modelli, validazione dei sistemi di rating, rischio di concentrazione creditizia, rilascio di prodotti creditizi, monitoraggio e reportistica del rischio creditizio di portafoglio. In particolare, le Entità del Gruppo sono tenute a richiedere alla funzione di Group Risk Management apposito parere anteriormente alla concessione/riesame di linee di credito nei confronti di singole controparti/gruppi economici, qualora le medesime linee eccedano predeterminate soglie di importo, anche in riferimento all obbligo di osservanza dei limiti di concentrazione dei rischi creditizi, da porre in relazione al patrimonio di vigilanza. In conformità al ruolo attribuito dalla governance aziendale alla Capogruppo, e specificamente alla funzione Group Risk Management, le General Group Credit Policies, disposizioni generali relative allo svolgimento dell'attività creditizia a livello di Gruppo, dettano le regole ed i principi volti ad indirizzare, disciplinare ed omogeneizzare la valutazione e la gestione del rischio di credito, in linea con i principi, i requisiti regolamentari e la best practice di Gruppo. Tali disposizioni generali sono integrate da policy dedicate che disciplinano specifiche tematiche (area di business, segmento di attività, tipologia di controparte/transazione, ecc.). Si riportano di seguito alcuni esempi. Per quanto concerne la clientela Banche, Istituzioni Finanziarie e Sovereign, la relativa credit policy di Gruppo è stata rivista nel febbraio 2010 al fine di strutturare in maniera organica ed efficace i principi di valutazione del rischio e di gestione dell attività creditizia con tali controparti, con specifico approfondimento sul sistema di gestione rigorosa dei limiti a livello di Gruppo. Inoltre è stata emanata una policy specifica per la gestione delle situazioni di crisi nei confronti delle controparti di cui trattasi (Banche e Istituzioni Finanziarie) e, al fine di garantire un omogeneo approccio di valutazione e monitoraggio e di definire un set di regole e principi per la gestione dei limiti Paese a livello di Gruppo è stata rivista la relativa policy di Gruppo. Per quanto concerne la credit risk mitigation, a completamento delle esistenti linee guida di carattere generale, sono state emanate due specifiche policy: i) Gestione del collaterale nelle operazioni derivate OTC, pronti contro termine e prestito di titoli, avente lo scopo di definire un framework efficiente ed esaustivo nell ambito della gestione delle garanzie per salvaguardare la banca dall assumere rischi evitabili; ii) Processo di approvazione ed attività concernenti operazioni strutturate di mitigazione del rischio di credito, volta a rafforzare le regole per la valutazione del trasferimento del rischio economico ed assicurare la mitigazione del rischio del portafoglio sottostante. Sono state inoltre emanate policy di Gruppo volte a disciplinare operatività specifiche quali Project Finance, Acquisition and Leveraged Finance nonché per la valutazione, il monitoraggio e la gestione dei limiti di rischio di sottoscrizione per il portafoglio oggetto di sindacazione, unitamente alle già esistenti policy riguardanti il Commercial Real Estate Financing e lo Structured Trade and Export Finance (STEF). Infine la normativa di Gruppo concernente la classificazione e la gestione delle posizioni rischiose, il processo di recupero dei crediti nonché la gestione degli accantonamenti generici con l applicazione della metodologia "IBNR" (Incurred But Not Reported Losses), è stata integrata con quella specifica in materia di operazioni di Debt/Equity Swap. In concomitanza con l'attuazione del progetto One4C, è proseguita l attività di revisione organica della normativa al fine di dotare la nuova banca di un sempre più coerente ed aggiornato impianto normativo. 9

10 Metodologie della gestione e misurazione Generalmente, il rischio di credito rappresenta il rischio di incorrere in una perdita di valore, riferita ad un'esposizione creditizia, derivante da un inatteso deterioramento del merito di credito della controparte. Ai fini della sua misurazione, il rischio di credito è definito come il rischio di incorrere in perdite derivanti dalla possibilità che una controparte, beneficiaria di un finanziamento (es. prestito rateale), ovvero emittente di un'obbligazione finanziaria (obbligazione, titolo, ecc.), non sia in grado di adempiere i relativi impegni (rimborso a tempo debito degli interessi e/o del capitale o di ogni altro ammontare dovuto (rischio di default)). In senso più ampio, il rischio di credito può essere definito anche come la perdita potenziale riveniente dal default del prenditore / emittente o da un decremento del valore di mercato di un'obbligazione finanziaria, a causa del deterioramento della sua qualità creditizia (rischio di migrazione). Quest ultimo comprende non solo il rischio di default, ma anche il rischio di migrazioni del rating o il rischio di variazione del differenziale di tasso legato al merito creditizio. Allo stato attuale, per la misurazione del rischio di credito, il Gruppo si focalizza solo sul rischio di default; l approccio riferito al mercato verrà applicato alla misurazione del rischio di credito solamente in futuro. La misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello di singola controparte / transazione, sia a livello dell intero portafoglio. Gli strumenti ed i processi a supporto dell attività creditizia nei confronti di singoli prenditori, tanto nella fase di erogazione quanto in quella di monitoraggio, comprendono il processo di assegnazione del rating, differenziato in base alle peculiari caratteristiche dei differenti segmenti di clientela / prodotto, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia. La valutazione del merito creditizio di una controparte impresa, in sede di esame della proposta di affidamento, scaturisce dal processo di analisi dei dati finanziari e di quelli qualitativi (posizionamento competitivo dell'azienda, struttura societaria ed organizzativa, ecc.), caratteristiche geo-settoriali, comportamentali a livello di Entità e di sistema bancario (ad es. Centrale dei rischi), al fine di pervenire all'assegnazione di un rating, da intendersi quale definizione della probabilità di default (PD) della controparte medesima, con un orizzonte temporale di un anno. Il monitoraggio sistematico è incentrato sulla cosiddetta gestione andamentale che, sulla base di tutte le informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio ( scoring ) che rappresenta una valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è ottenuto grazie ad una funzione statistica che sintetizza le informazioni a disposizione, tramite un insieme di variabili rivelatesi significative nell individuare, nel lasso temporale dei dodici mesi, l evento del default. Laddove possibile, il rating interno e, quindi, il grado di rischiosità assegnata alla controparte / transazione, entra nel calcolo dei livelli deliberativi; vale a dire che, a parità di importi da erogare, le deleghe di poteri conferite per l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti organi si riducono progressivamente in funzione dell'accentuarsi della rischiosità del cliente. Il modello organizzativo adottato prevede l esistenza di una funzione dedicata, indipendente dalle funzioni commerciali e di erogazione, cui è assegnata la responsabilità di gestire l attuazione di un processo cosiddetto di override, cioè dell eventuale correzione del giudizio automatico espresso dal modello. Il merito di credito di ciascuna controparte viene rivisto almeno su base annuale, tenendo in considerazione le nuove informazioni acquisite. Ogni controparte è valutata nell ambito anche dell'eventuale gruppo di appartenenza considerando, di regola, il teorico rischio massimo dell intero gruppo economico. Oltre alle metodologie riassunte nei sistemi di rating, la funzione Risk Management utilizza modelli di portafoglio in grado di misurare il rischio di credito a livello aggregato e, nel contempo, di individuare il contributo di singole porzioni di portafoglio o singole controparti alla posizione di rischio complessiva. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

11 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 I parametri di misurazione del rischio di credito a livello di portafoglio sono fondamentalmente tre, calcolati e valutati su un orizzonte temporale di dodici mesi: Expected Loss (EL) Credit Value at Risk (Credit VaR) Expected Shortfall (ES). Al fine di individuare il Credit VaR a livello di portafoglio, viene specificata la distribuzione delle perdite a livello dello stesso; questa è costituita dalle probabilità di ottenere differenti valori della perdita riferita al portafoglio su un determinato orizzonte temporale ( discrete loss case ). Il valore di perdita associato alla relativa probabilità è dato dal prodotto della percentuale di perdita in caso di default, (LGD) e le esposizioni in default (EAD) dei singoli obbligati, considerando le correlazioni tra i default. La perdita attesa (EL) costituisce il valore della perdita attesa media a livello di portafoglio aggregato, dovuto al potenziale manifestarsi dell inadempienza degli obbligati. La perdita attesa a livello di portafoglio è data dalla somma delle perdite attese dei singoli obbligati, che possono essere determinate attraverso il prodotto di PD x LGD x EAD, ed è indipendente dalle correlazioni tra i default a livello di portafoglio. La perdita attesa è di norma computata come componente di costo. Il Value at Risk rappresenta la soglia monetaria di perdita superata solo per un prefissato valore di probabilità (VaR con livello di confidenza 1-α: UniCredit ha fissato α =0.03% ovvero utilizza un intervallo di confidenza del 99,97%). Il capitale economico è derivato dal Value at Risk sottraendone la perdita attesa ed è un input per la determinazione del capitale interno a copertura delle perdite potenziali derivanti da tutte le fonti di rischio. Il VaR è ampiamente utilizzato quale misura del rischio di portafoglio ma non fornisce alcuna informazione concernente le perdite potenziali nel caso in cui i limiti di VaR siano superati. Tale indicazione è invece fornita dall Expected Shortfall (ES) che rappresenta il valore atteso delle perdite che eccedono la soglia di VaR. Il Credit VaR di portafoglio e l ES dipendono significativamente dalla correlazione tra i default e possono essere ridotti attraverso un adeguata diversificazione del portafoglio. I modelli di portafoglio creditizio forniscono misure di capitale economico riallocato sulle singole controparti componenti i portafogli esaminati e sono alla base delle misure di performance rettificate per il rischio. Le misure di capitale economico (Credit VaR) rappresentano, inoltre, un input fondamentale per la predisposizione ed applicazione delle strategie creditizie, per l analisi dei limiti creditizi e di concentrazione dei rischi. Il motore di calcolo del capitale economico viene altresì utilizzato per analisi di stress testing sul portafoglio creditizio, partendo da variabili macroeconomiche che influenzano i diversi segmenti di clientela per Paese, dimensione, ecc. Tutti i sopra citati parametri di rischio sono soggetti ad una validazione iniziale e ad un regolare processo di monitoraggio, con riferimento a ciascun sistema di rating, in tutte le sue componenti: modelli, processi, sistemi IT e data quality. Annualmente, viene sottoposta al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo una relazione che sintetizza gli esiti delle attività di validazione svolte dalla funzione Group Risk Management, con particolare focus sul raffronto tra i differenti sistemi di rating relativi al medesimo segmento. La finalità è di attestare la conformità dei sistemi, unitamente a quella di porre in evidenza aree di possibile miglioramento, così come eventuali disallineamenti nelle metodologie che possano comportare rischi di non perfetta comparabilità nelle misure prodotte. Anche il modello interno di Credit VaR è oggetto di valutazione nell ambito della validazione del Secondo Pilastro di Basilea II. 11

12 Attività di reporting e di monitoraggio L obiettivo fondamentale delle attività di reportistica e monitoraggio del portafoglio creditizio, effettuate dalla funzione Group Risk Management, è quello di analizzare le principali componenti del rischio di credito quali i valori di EAD (Esposizione al Default), EL (Expected Loss), migrazioni, costo del rischio, ecc., al fine di adottare tempestivamente tutte le possibili contromisure a livello di portafoglio complessivo, parziale o di singole controparti. La funzione Group Risk Management è responsabile della reportistica attinente al rischio di credito a livello di portafoglio consolidato, sia su base periodica sia sulla base di richieste ad hoc (da parte dell Alta Direzione o da parte di controparti esterne quali Autorità di Vigilanza o agenzie di rating), con l obiettivo di analizzare le principali componenti di tale rischio e la loro evoluzione temporale, onde poter cogliere tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi, intraprendere opportune iniziative correttive. L andamento del portafoglio di rischio di credito viene analizzato con riferimento ai principali drivers (quali la crescita e gli indicatori dei parametri di rischio), ai diversi segmenti di clientela, alle realtà locali, ai settori industriali, nonché all andamento del portafoglio in default ed alla relativa copertura. Le attività di portfolio reporting a livello di Gruppo sono condotte in stretta collaborazione con i CRO (Chief Risk Officer) delle Regions e i Credit Risk Portfolio Managers che, all interno del rispettivo perimetro, implementano le loro specifiche attività di reporting. Già dall inizio del secondo semestre del 2010, le attività di reporting vengono effettuate da due funzioni dedicate di Group Risk Management: l Unità di Group Risk Reporting e il team di Group Credit Portfolio Reporting. L Unità di Group Risk Reporting è responsabile della reportistica a livello di Gruppo, effettuata utilizzando i dati e le informazioni fornite dalle altre strutture competenti del Group Risk Management. Il team di Credit Risk Portfolio Reporting, sempre in collaborazione col Group Risk Management Operating Office è responsabile della reportistica riguardante il rischio di credito del Gruppo a livello di aree geografiche e Business Units, producendo direttamente i dati relativi alla Strategic Business Area CIB&PB e raccogliendo/aggregando i dati relativi alla Strategic Business Area Family & SME e ai Paesi CEE forniti dal Family & SME department e dal CEE Risk Officer. Nei primi mesi del 2011 le attività di reporting sono state ulteriormente affinate grazie ad un intensa attività di fine tuning dei processi per la raccolta e il consolidamento dei dati, attività questa già avviata negli ultimi mesi del È stato così possibile conseguire un significativo miglioramento in termini di qualità delle informazioni rappresentate e dei processi a supporto dei report consolidati (quali, ad esempio, l ERM, Enterprise Risk Management Report). Si segnala, peraltro, che sempre con riferimento all Enterprise Risk Management Report è stato introdotto un nuovo formato in termini di presentazione che meglio si adatta alla nuova struttura organizzativa di Group Risk Management e che ora permette di rappresentare i dati suddivisi ed analizzati per area geografica e non più solo per divisione. L intera attività di monitoraggio che è finalizzata ad individuare e a reagire in modo tempestivo a possibili deterioramenti della qualità del credito delle controparti è stata ulteriormente rafforzata con strutture dedicate, appartenenti alla funzione Group Risk Management, che si occupano della reportistica volta ad analizzare le principali componenti di tale rischio e la loro evoluzione temporale, al fine di poter cogliere tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi, intraprendere opportune azioni correttive. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

13 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Strategie creditizie In linea con le disposizioni del Secondo Pilastro, le strategie creditizie sull intero portafoglio crediti di Gruppo rappresentano uno degli strumenti di gestione avanzata del rischio di credito. In conformità sia con il processo di budget sia con il framework del Risk Appetite (Secondo Pilastro), le stesse hanno l obiettivo di fornire una declinazione concreta degli obiettivi di propensione al rischio per Divisione e per Entità, considerando la vulnerabilità attesa del portafoglio creditizio di Gruppo in presenza di avverse congiunture economiche, così come il rischio di concentrazione settoriale. L obiettivo delle strategie creditizie è triplice: definire la composizione di portafoglio che minimizza l impatto complessivo del rischio di credito mantenendo la remuneratività attesa, partendo dal framework del Risk Appetite, in linea con i criteri di Gruppo in tema di allocazione del capitale e di creazione di valore; assicurare supporto alle competenti funzioni/divisioni della Capogruppo ed alle Entità del Gruppo, qualora queste ultime adottino iniziative finalizzate al raggiungimento di una composizione ottimale del portafoglio, attraverso pianificazioni strategiche ed iniziative di business; fornire un insieme delle linee guida e supporto necessari allo svolgimento del processo di budget commerciale e creditizio, coerente con la visione strategica di Gruppo. La predisposizione delle strategie creditizie avviene sintetizzando le analisi di rischio effettuate top-down, con la visione di portafoglio delle funzioni di business, attraverso uno stretto coordinamento tra strutture centralizzate e divisionali della funzione Risk Management e con gli specialisti nell analisi settoriale e di prodotto a livello di Capogruppo. La definizione delle strategie creditizie avviene utilizzando tutte le misurazioni disponibili riferite al rischio di credito. In particolare, le evidenze del modello Credit VaR garantiscono una corretta e prudenziale gestione del rischio di portafoglio, attraverso l applicazione di metodologie e strumenti avanzati. Parallelamente, talune informazioni qualitative, che tengono in considerazione differenti caratteristiche a livello territoriale e divisionale, vengono inglobate e trasformate in variabili di input nei modelli di ottimizzazione del portafoglio creditizio. Più in generale, nell ambito delle strategie creditizie, le analisi di vulnerabilità e quelle a supporto della Capital Adequacy sono svolte tramite degli stress test riferiti al rischio di credito (Primo e Secondo Pilastro). Per quanto attiene specificamente la gestione dei rischi di portafoglio, particolare rilevanza è posta al rischio di concentrazione creditizio, considerata l importanza dello stesso sul totale delle attività creditizie. Tale rischio di concentrazione, coerentemente con la definizione fornita dalla normativa Basilea II, si configura come una singola esposizione o un gruppo di esposizioni tra di loro correlate, potenzialmente in grado di produrre perdite tali da minacciare la solidità del Gruppo o la sua capacità di proseguire nello svolgimento della normale operatività. Al fine di individuare, gestire, misurare e monitorare il rischio di concentrazione, le funzioni preposte in Capogruppo presidiano la definizione ed il monitoraggio di specifici limiti creditizi, volti al controllo di due differenti tipologie di rischio di concentrazione: esposizioni creditizie di importo rilevante in capo ad una singola controparte o ad un insieme di controparti economicamente correlate (c.d. bulk risk for Multinationals, Financial Institutions and Banks); esposizioni creditizie verso controparti appartenenti al medesimo settore di attività economica (sectorial risk). 13

14 Le simulazioni di stress test costituiscono parte integrante della definizione delle strategie creditizie. Con l utilizzo degli stress test è possibile effettuare una nuova stima di alcuni parametri di rischio tra cui probabilità di default (PD), Perdita Attesa (EL), capitale economico e RWA, nell ipotesi di scenari macroeconomici e finanziari estremamente avversi ma plausibili. I parametri sottoposti a stress test sono utilizzati non solo per fini regolamentari (relativamente al Primo e Secondo Pilastro), ma anche quali indicatori gestionali di vulnerabilità del portafoglio di ogni singola Entità, linea di business, area / settore, gruppo economico o altro raggruppamento rilevante, nella condizione di una fase negativa del ciclo economico. In conformità alle disposizioni regolamentari, gli stress test sono effettuati con cadenza regolare su scenari di stress aggiornati e comunicati sia all Alta Direzione sia all Organo di Vigilanza. In aggiunta alle attività ordinarie, simulazioni ad hoc sono effettuate a fronte di specifiche richieste da parte dell Organo di Vigilanza. Tecniche di mitigazione del rischio di credito Il Gruppo utilizza una pluralità di tecniche di mitigazione del rischio di credito volte a ridurre le perdite potenziali derivanti dall attività creditizia nell eventualità di default dell obbligato principale. In tale ambito ed in conformità alla International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards - A Revised Framework (Basilea II), il Gruppo è fortemente impegnato a soddisfare tutti i requisiti necessari alla corretta applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) in relazione ai differenti approcci adottati Standardizzato o IRB Avanzato (A-IRB) ai fini sia gestionali interni sia del loro riconoscimento per il calcolo dei requisiti patrimoniali. Con specifico riferimento alle tecniche di mitigazione del rischio, sono in vigore linee guida generali di Gruppo emesse dalla Capogruppo al fine di definire regole e principi comuni per l indirizzo, il governo e la gestione standardizzata delle tecniche di mitigazione del rischio in linea con le best practice e in conformità con i requisiti regolamentari in materia. Ad integrazione delle linee guida generali sulle tecniche di mitigazione del rischio, le singole Entità hanno emanato normative interne, specificando processi, strategie e procedure per la gestione delle garanzie in conformità con i principi di Gruppo. In particolare tali normative dettagliano le regole per l ammissibilità, la valutazione e la gestione delle garanzie, assicurandone la validità, l opponibilità giuridica, la tempestività di realizzo in conformità con il sistema giuridico locale di ciascun Paese. Le Entità italiane hanno implementato le linee guida di Gruppo attraverso la Local Special Credit Policy- La mitigazione del rischio di credito- linee guida per le Entità Italiane mirata a definire un approccio comune sulle tecniche di mitigazione del rischio fornendo anche indicazioni gestionali e operative, in conformità ai requisiti della normativa per la vigilanza prudenziale delle banche (Circolare 263) emanata dalla Banca d'italia. Nell'ambito del progetto One4C, è stata inoltre rivista la normativa interna sul credito e sulle garanzie, al fine di dotare la nuova banca di un framework di regole aggiornato e coerente. Le singole Entità hanno realizzato attività di assessment sulla gestione delle garanzie e verifiche sulla compliance delle tecniche di mitigazione del rischio in particolare nell ambito dei processi di applicazione dei sistemi di rating interni, per verificare la presenza di una documentazione adeguata e di linee guida e procedure formalizzate per l utilizzo delle tecniche di mitigazione del rischio ai fini del calcolo del capitale regolamentare in coerenza i requisiti richiesti sulla gestione delle garanzie definiti nell ambito delle linee guida di Gruppo. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

15 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 In particolare, sono state disciplinate le regole generali per l ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio e la gestione delle garanzie reali e personali. Sono state altresì dettagliate norme specifiche per determinate categorie di garanzie reali. In termini di politica creditizia, le garanzie - reali o personali - possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non devono essere intese come elementi sostitutivi dell autonoma capacità di rimborso del debitore principale. Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e dell autonoma capacità di rimborso del debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed analisi per il ruolo di fonte sussidiaria di rimborso dell esposizione debitoria. Le principali tipologie di garanzie reali utilizzate a supporto del credito dalle Entità del Gruppo sono principalmente le immobiliari, sia residenziali che commerciali, le garanzie finanziarie (inclusi i depositi in depositi in contante, le obbligazioni, azioni e quote di organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM)). Altri tipi di garanzie reali (pegno su merci o su crediti e polizze vita) sono meno comuni. Il Gruppo si avvale, inoltre, di accordi di compensazione. ll sistema di gestione delle tecniche di mitigazione del rischio di credito è parte integrante del processo di approvazione e monitoraggio del credito, che supportano ampiamente i controlli di qualità, la valutazione delle garanzie e la corretta categorizzazione ai fini di stima della LGD. Controlli e relative responsabilità sono debitamente formalizzati e documentati in norme interne e procedure operative. Inoltre sono stati implementati processi per il presidio di tutte le informazioni utili all'identificazione e la valutazione delle garanzie ed il loro corretto inserimento nei sistemi. Nel processo di acquisizione delle garanzie il Gruppo attribuisce particolare rilevanza ai processi e al sistema dei controlli per il rispetto dei requisiti legali ( certezza giuridica ) dei contratti, nonché alla valutazione della congruità della garanzia e, nel caso delle garanzie personali, della solvibilità e del profilo di rischio del fornitore di protezione. Per le garanzie reali il processo di valutazione è governato da principi prudenziali, sia con riferimento all utilizzo di valori di riferimento di mercato che all applicazione di opportuni scarti al fine di evitare che in caso di escussione si verifichino perdite inattese. I processi di monitoraggio delle garanzie sono volti ad assicurare il mantenimento fino alla scadenza dei requisiti di ammissibilità, sia generali sia specifici, previsti dalle politiche creditizie, dalla normativa interna e dai requisiti dell Organo di Vigilanza in materia. Rischio di mercato Il rischio di mercato deriva dall effetto che variazioni nelle variabili di mercato (tassi di interesse, prezzi dei titoli, tassi di cambio, ecc.) possono generare sul valore economico del portafoglio del Gruppo, dove quest ultimo comprende le attività detenute sia nel trading book, ossia nel portafoglio di negoziazione, sia quelle iscritte nel banking book, ovvero l operatività connessa con la gestione caratteristica della banca commerciale e con le scelte di investimento strategiche. La gestione del rischio di mercato nel gruppo UniCredit ricomprende, perciò, tutte le attività connesse con le operazioni di tesoreria e di gestione della struttura patrimoniale, sia nella Capogruppo, sia nelle singole società che compongono il gruppo stesso. Al fine di semplificare la struttura di Vertice della Banca e della Governance, salvaguardando nel contempo la dimensione divisionale e rinforzando quella geografica, nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 14 Dicembre 2010, sono state deliberate delle modifiche al modello organizzativo della Banca. Conseguentemente, è stata deliberata nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 22 febbraio 2011, la riorganizzazione delle funzioni di Risk Management al fine di recepire, in particolare, la maggiore focalizzazione geografica. 15

16 Il modello in essere garantisce la capacità di indirizzo, coordinamento e controllo di alcuni rischi aggregati (cosiddetti Portfolio Risks), tramite centri di responsabilità dedicati (Portfolio Risk Managers), interamente focalizzati e specializzati su tali rischi, in ottica di Gruppo ed interdivisionale. In base a tale riorganizzazione le strutture di primo riporto al Group Risk Management, dedicate al governo dei rischi di mercato, sono: Group Trading Risks, per quanto concerne il rischio di mercato relativo alle posizioni presenti nel Trading Book; Group Balance Sheet & Liquidity Risk per quanto concerne il rischio di mercato relativo al Banking Book. Rischio di Mercato Portafoglio di Negoziazione Strategie e Processi di Gestione del Rischio Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo stabilisce le linee guida strategiche per l assunzione dei rischi di mercato definendo, in funzione della propensione al rischio e degli obiettivi di creazione di valore in rapporto ai rischi assunti, l allocazione del capitale per la Capogruppo stessa e per le società controllate. Il Group Risk Committee ha funzione consultiva e propositiva circa le decisioni dell Amministratore Delegato e nella definizione di proposte dell Amministratore Delegato al Consiglio di Amministrazione sui seguenti temi: risk appetite di Gruppo inclusi obiettivi di capitalizzazione, criteri di allocazione del capitale, capacità di assunzione del rischio, cost of equity e politica dei dividendi nonché limiti di capitale interno; strategie generali per l ottimizzazione dei rischi, linee guida generali e politiche generali per la gestione dei rischi di Gruppo; modelli interni per la misurazione di tutte le tipologie di rischio ai fini del calcolo capitale di vigilanza; struttura dei limiti per tipologia di rischio; politiche strategiche e piani di funding. Allo stesso modo delibera in merito a: la definizione delle linee guida relative alle politiche finanziarie di Gruppo (strategie di gestione dell attivo e del passivo, incluso il profilo della duration a livello Gruppo); l allocazione del rischio alle Business Unit ed alle Entità, linee guida e strategie specifiche relative ai rischi e conseguente definizione dei limiti per il raggiungimento degli obiettivi in termini di risk appetite e limiti per tipologia di rischio; metodi per la misurazione e controllo dei rischi aggregati di Gruppo (derivanti dalla aggregazione delle singole tipologie di rischio); linee guida, policies e strategie per il rischio immobiliare, il rischio su investimenti finanziari ed il rischio di business; i piani di intervento in caso di aspetti critici evidenziati dai report di validazione iniziali e nel tempo; tematiche inerenti l implementazione della normativa nota come Basilea II così come le relative attività di progetto ed i processi. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

17 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Struttura ed Organizzazione della funzione di Risk Management Con riferimento al governo dei rischi di trading book, ovvero il rischio di mercato originato dalle funzioni del Gruppo autorizzate a gestire posizioni di trading, è stato costituito il Group Trading Risks department, responsabile del governo e del controllo di tali rischi a livello di Gruppo, attraverso la definizione delle strategie e dei limiti, la redazione di Normativa di Gruppo in materia, il monitoraggio della relativa implementazione presso le Entità del Gruppo, lo sviluppo di metodologie per la misurazione di tali rischi, lo svolgimento delle attività di stress-test e l analisi del portafoglio. Il citato department è inoltre responsabile di coordinare managerialmente, limitatamente al proprio perimetro di competenza, le corrispondenti funzioni presso le Entità del Gruppo, secondo quanto previsto dalle Normative interne ( GMGR 1 e GMGR Evolution ) e di indirizzare la scelta delle corrette metodologie/modelli di pricing degli strumenti finanziari, attraverso il coordinamento delle attività per lo sviluppo delle librerie di pricing e per l integrazione delle stesse nei sistemi di front office. Tale presidio è garantito attraverso una struttura organizzativa del department che si articola, in particolare, nelle seguenti unit: Group Market Risk Management responsabile di o coordinare il processo iterativo (in cooperazione con le funzioni di Market Risk delle Entità del Gruppo) per la definizione dell insieme di limiti globali e granulari da sottoporre, per approvazione, ai Comitati ed Organi decisionali competenti, a livello locale e di Capogruppo; o monitorare giornalmente i limiti globali e granulari attivando i processi di escalation in caso di raggiungimento/superamento dei limiti, identificando inoltre le corrette contromisure e/o azioni di mitigazione, ove necessario; o analizzare il P&L giornaliero, sulla base dei report forniti dalle Entità; o definire le metodologie per IPV 2 e FVA 3 da far adottare alle Entità del gruppo; Products Evaluation Special Projects & Support responsabile di: o definire il programma di stress test, attraverso la definizione di nuovi scenari, l aggregazione dei risultati degli stress test forniti dalle Entità del Gruppo, l analisi dei risultati degli stress test e l identificazione delle adeguate azioni correttive (es. azioni di mitigazione del rischio, costituzione di nuovi scenari); o assicurare il reporting sui rischi di mercato, fornendo una rappresentazione aggiornata, a livello di Gruppo, dei rischi in oggetto, sia in scenari normali che in scenari di stress; Market Risk Policies, Methodologies & Architecture responsabile di: o sviluppare metodologie per la gestione dei rischi di mercato (ad esempio StressedVaR, IncrementalRiskCharge, ComprehensiveRiskMeasure, CreditCounterpartyRisk, ExpectedPositiveExposure, etc. ) garantendo coerenza di modelli all interno del Gruppo; o provvedere alla redazione della Normativa di Gruppo in materia di rischi di trading; o verificare la coerenza delle policy operative in materia di rischi di mercato definite dalle Entità del Gruppo con le strategie e con la Normativa di Gruppo definite da Group Trading Risks department; o monitorare, secondo le modalità definite dalla regolamentazione interna, l'approvazione e l'implementazione presso le Entità del Gruppo della Normativa di Gruppo in materia di rischio di mercato; o monitorare i risultati di back testing svolti dalle Entità e del back testing consolidato. 1 Group Managerial Golden Rules 2 Independent Price Verification 3 Fair Value Adjustment 17

18 Ambito di applicazione e caratteristiche dei sistemi di misurazione e di reporting del rischio Nel corso della prima metà del 2011 è proseguito lo sviluppo e ampliamento dei modelli esistenti nella direzione di una sempre più accurata rappresentazione dei profili di rischio propri di portafogli di prodotti finanziari complessi. Il monitoraggio di detti profili di rischio è stato reso ancor più efficace e tempestivo attraverso l'introduzione di limiti di rischio granulari che si aggiungono a quelli di VaR in relazione alle principali attività dell investment banking. Alla stessa stregua, sempre nell'ottica di un perseguimento di valutazioni di prodotto/portafoglio ispirate ai più rigorosi principi di prudenzialità, sono state raffinate e rese più incisive le metodologie per l'appostazione di riserve di valutazione sui prodotti di credito, con un focus particolare in merito a quelli strutturati. All interno del contesto organizzativo descritto in precedenza, la politica seguita dal gruppo UniCredit nell ambito del market risk management è finalizzata ad una progressiva adozione ed utilizzo di principi, regole e processi comuni in termini di propensione al rischio, definizione dei limiti, sviluppo dei modelli, pricing e disamina dei modelli di rischio. Il dipartimento Market Risk Management è specificamente chiamato a garantire che principi, regole e processi siano in linea con la miglior prassi di settore e coerenti con le norme e gli usi dei diversi paesi in cui vengono applicati. Il principale strumento utilizzato dal gruppo UniCredit per la misurazione del rischio di mercato sulle posizioni di trading è il Value at Risk (VaR), calcolato secondo l approccio della simulazione storica. In questa fase di convergenza, tuttavia, alcune società appartenenti al Gruppo usano ancora un approccio simulativo di tipo Monte Carlo. In aggiunta ai Limiti di VaR, ulteriori specifiche limitazioni di rischio per la Divisione CIB sono definite in termini di: 1. Loss Warning Levels che sono definiti come il P&L Economico Accumulato su un periodo di 60 giorni a livello di soggetto che assume rischio. Questi si applicano alla Divisione e alle società che ne fanno parte. 2. Stress Test Warning Levels che rappresentano la massima perdita economica che il Gruppo è pronto ad accettare come scaturisce da uno scenario di Stress test pivot ; questo è lo scenario definito dal Market Risk Management come via via il più appropriato secondo le condizioni di mercato attese e le caratteristiche di rischio prevelenti di portafoglio. Questi si applicano alla Divisione e alle società che ne fanno parte. Il proposito è quello di individuare esposizioni che possono minacciare i risultati economici di Gruppo e mettere in forse la sostenibilità del modello di business attraverso l acquisizione di uno specifico focus sui rischi di secondo ordine (non linearità) che normalmente non sono catturati dal VaR ma posso a loro volta generare perdite reali in determinate condizioni. 3. Granular Market Limits che sono definiti per le principali line di business/desk. Essi esistono indipendentemente, ma operano di concerto con i limiti al Rischio di Mercato e operano in modo consolidato attraverso le diverse società della divisione, se applicabili. Al fine di controllare in maniera più efficace e più specifica differenti tipi di rischio, desk e prodotti, questi limiti sono generalmente associati a sensitività granulari oppure a scenari di stress. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

19 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Politiche di copertura e di attenuazione del rischio Incontri su base settimanale si svolgono a livello del top management della Divisione CIB per discutere i principali fattori di rischio che determinano il risultato economico di portafoglio. Su base mensile un insieme di indicatori di rischio è fornita al Group Risk Committee attraverso l Enterprise Risk Management Report; questi includono gli utilizzi di VaR, Greche e risultati degli Stress tests. Allo stesso tempo il superamento dei limiti è riportato sia al Group Market Risk Committee che al Group Risk Committee, laddove il processo di escalation è normato dalla Policy Speciale di Gruppo sulla Gestione dei Limiti del Rischio di Mercato delle attività di Trading che definisce la natura delle varie soglie/limiti applicati come gli organismi competenti da coinvolgere per stabilire il più appropriato piano di azione per ricondurre le esposizioni nei limiti approvati. Se richiesto un focus è fornito di volta in volta sull attivià di specifici ambiti di business al fine di assicurare il più elevato livello di comprensione e di discussione dei rischi in date aree che sono ritenute meritevoli di particolare attenzione. Rischio di Mercato Banking Book Strategie e Processi di Risk Management La banca esegue operazioni di copertura sul rischio di tasso di interesse del perimetro di Banking Book, principalmente originato dal business della clientela, tenendo attivamente in considerazione i cambiamenti del mercato. Le strategie di copertura sono finalizzate inoltre alla inclusione di variabili comportamentali della clientela, come per esempio il fenomeno di estinzione anticipata dei mutui e di altri prestiti alla clientela. La strategia di gestione della posizione del rischio di tasso di interesse riferita al perimetro di Banking Book è rivista, almeno su base mensile, dal Group ALCO. Il comitato Group Assets and Liabilities Committee coinvolge membri del Senior Management tra cui: Group CRO, Group CFO ed i responsabili delle Divisioni pertinenti. Il coinvolgimento del comitato in materia di gestione del rischio di tasso di interesse include: settaggio e monitoraggio dei limiti; strategie di Copertura; linee Guida e Policies; decisioni relative al Funds transfer pricing; metodologie e misurazione del rischio. È importante notare che il Group ALCO delibera in merito alle Linee Guida ed al Risk Framework per i regional centres. I comitati ALCO a livello di singolo regional centre delineano il processo relativo al loro perimetro, mentre il Group ALCO monitora la posizione complessiva. Risk Management propone i limiti che richiedono la approvazione da parte del Group Risk Committee. 19

20 Struttura ed Organizzazione della funzione di Risk Management Il presidio dei rischi di mercato del Banking Book ricade sotto la responsabilità dell unità Balance Sheet Risks Control facente parte del Group Risk Management. Le responsabilità dell unità comprendono: provvedere alla redazione della Normativa di Gruppo in materia di rischio di bilancio relativamente al Banking Book; verificare la coerenza delle policy operative definite dalle Entità del Gruppo in materia di rischi di bilancio relativamente al Banking Book con le strategie e con la Normativa di Gruppo definite dal department; proporre agli Organi competenti i limiti per la gestione dei rischi di bilancio relativi al Banking Book, provvedendo altresì alla relativa sub-allocazione, al fine di mantenere il profilo di rischio del Gruppo all interno del quadro di risk appetite approvato dal Consiglio di Amministrazione e dagli altri organi competenti; monitorare il rispetto dei limiti per i rischi di bilancio relativi al Banking Book e di liquidità di medio lungo termine fissati dagli organi competenti a livello di Gruppo e di regional center e proporre azioni correttive per mantenere il profilo di rischio del Gruppo all interno del risk appetite approvato dal Consiglio di Amministrazione. Ambito di applicazione e caratteristiche dei sistemi di misurazione e di reporting del rischio La responsabilità primaria per il monitoraggio ed il controllo della gestione del rischio di mercato nel Banking Book risiede presso gli Organi competenti della Banca. Per esempio, la Capogruppo è responsabile per il processo di monitoraggio del Rischio di Mercato sul Banking Book a livello consolidato. In quanto tale, definisce la struttura, i dati rilevanti e la frequenza per un adeguato reporting a livello di Gruppo. La misura di rischio di tasso di interesse per il Banking Book riguarda il duplice aspetto di valore e di margine di interesse netto della Banca. In particolare, il rischio di tasso di interesse può essere valutato secondo due prospettive diverse ma complementari: Economic value perspective: variazioni nei tassi di interesse possono ripercuotersi sul valore economico di attivo e passivo. Il valore economico della banca può essere visto come il valore attuale dei flussi di cassa netti attesi della banca, cioè i flussi attesi dell attivo meno quelli del passivo; Income perspective: l analisi si concentra sull impatto del cambiamento dei tassi di interesse sul margine netto di interesse maturato o effettivamente riportato, cioè sulla differenza tra interessi attivi e passivi. Un esempio di una misura di rischio utilizzata è la Net Interest Income sensitivity. Inoltre, si struttura un framework di misurazione di ulteriori tipologie di Rischio di Mercato, come rischio del tasso di cambio, rischio azionario e rischio specifico dovuto a variazione dello spread creditizio. Stress tests: sono un efficace strumento di gestione del rischio, in quanto forniscono ad UniCredit la indicazione di quanto capitale potrebbe essere necessario per assorbire perdite in caso di forti shock finanziari. Lo stress testing è parte integrante dell Internal Capital Adequacy Assessment Process (ICAAP), dove si richiede ad UniCredit di eseguire uno stress testing rigoroso e forwardlooking al fine di identificare possibili eventi o cambiamenti nelle condizioni di mercato che possano ripercuotersi in maniera sfavorevole per la banca. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

21 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Politiche di copertura e di attenuazione del rischio In sede di ALCO si discutono su base mensile i principali fattori di Rischio di Mercato. Il comitato riceve un aggiornamento in merito allo status corrente delle misure di rischio per il Banking Book sia da una prospettiva di valore della banca che da una di utili. I limiti ed i warning levels sono monitorati dalla funzione di Risk Management. Violazioni di tali limiti e warning levels, se presenti, vengono riportati ai rilevanti Organi competenti. Di conseguenza, il procedimento di escalation si attiva in linea con le procedure descritte nella Policy, per implementare le misure più appropriate al fine di ristabilire l esposizione all interno dei limiti approvati. Le operazioni strutturali di copertura dal rischio di tasso di interesse al fine di attenuare l esposizione verso il business della clientela sono eseguite dalla Tesoreria. Le operazioni strategiche del perimetro di Banking Book possono essere eseguite dal dipartimento di Asset and Liability Management - ALM. Ruolo dei Comitati In relazione al governo dei Rischi di Mercato, i Comitati responsabili in materia sono i seguenti: Group Risk Committee; Group Market Risk Committee; Group Assets & Liabilities Committee. Il Group Risk Committee è responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo. Propone al Consiglio di Amministrazione la struttura dei limiti per tipologia di rischio. Il Group Market Risk Committee è responsabile per il monitoraggio dei Rischi di Mercato a livello di Gruppo, per la valutazione dell impatto delle transazioni approvate dai competenti organi - che influiscono in maniera significativa sul profilo complessivo del portafoglio del Rischio di Mercato, per la presentazione al Group Risk Committee per approvazione o informativa, di strategie relative al Rischio di Mercato, policy, metodologie e limiti nonché della reportistica periodica sul portafoglio del rischio di mercato. Il Comitato è responsabile inoltre di garantire la coerenza delle policy, metodologie e prassi operative riguardo al rischio di mercato, nelle diverse Divisioni/ Business Unit ed Entità. Controlla e monitora il Group market risk portfolio. Il Group Assets and Liabilities Committee è responsabile per il monitoraggio del rischio di liquidità, di cambio (FX) e di tasso d interesse del Banking Book, per la presentazione al Group Risk Committee delle strategie per la gestione di asset e liabilities e della visione complessiva del posizionamento di Gruppo in termini di ALM, nonché delle strategie, policy, metodologie e limiti per i rischi di liquidità, cambio e tasso d interesse del Banking Book. Il Comitato è inoltre responsabile di assicurare la coerenza di politiche, metodologie e prassi operative per i rischi di liquidità, di cambio e di tasso d interesse di Banking Book nell ambito dei diversi Regional Liquidity Center, Divisioni/ Business Unit ed Entità, con l obiettivo di ottimizzare l utilizzo delle risorse finanziarie quali liquidità e capitale e di riconciliare la richiesta delle stesse con le strategie di business nell ambito dell intero Gruppo. Monitora inoltre l evoluzione degli asset e liabilities per l intero Gruppo e l esecuzione del piano di funding. Analizza l impatto delle oscillazioni dei tassi di interesse, dei vincoli di liquidità e le esposizioni ai cambi. 21

22 Rischio di liquidità Definizione del rischio di liquidità Il rischio di liquidità identifica l eventualità che il Gruppo possa trovarsi nella condizione di non riuscire a far fronte agli impegni di pagamento (per cassa o per consegna) previsti o imprevisti senza pregiudicare l operatività quotidiana o la propria condizione finanziaria e può derivare da diversi fattori interni o esterni. I principi fondamentali del modello di gestione del rischio di liquidità del gruppo UniCredit L obiettivo del Gruppo è di disporre di liquidità in qualunque momento, vale a dire mantenere la liquidità ad un livello che consenta di condurre le operazioni in sicurezza. L obiettivo è quello di finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di tasso in normali circostanze operative e di rimanere nella condizione di far fronte agli impegni di pagamento in caso di crisi di liquidità. A tale scopo, il Gruppo si attiene scrupolosamente alle disposizioni normative e regolamentari imposte dalle Banche Centrali e dalle autorità nazionali dei vari paesi in cui opera. Si definisce crisi di liquidità un evento che impedirebbe al Gruppo di disporre dei mezzi necessari per far fronte agli impegni di pagamento assunti. Tale eventualità andrebbe a discapito della relazione con i nostri clienti basata sulla fiducia che la banca sia in grado di far fronte tempestivamente ai propri impegni di pagamento. Considerando la presenza internazionale di Unicredit, il Management ritiene sia necessario attenersi alle disposizioni normative locali applicabili a ciascuna società del Gruppo, ma che queste non siano sufficienti a gestire il rischio di liquidità complessivo. Per tale ragione, oltre a soddisfare i requisiti legali e regolamentari locali, tramite la Capogruppo e sotto la supervisione del Group Risk Management, sono state definite politiche e metriche da adottare a livello di Gruppo, al fine di garantire che la posizione di liquidità di ciascuna entità risponda ai requisiti dello stesso. Riguardo alla gestione della liquidità, l organizzazione del Gruppo è basata su criteri di tipo manageriale, definiti coerentemente con il concetto di Liquidity Centre, di seguito definiti. I Liquidity Centre sono Entity che intervengono in base alla responsabilità che ad esse compete quali sub-holding nella gestione della liquidità. Intervengono inoltre nel processo di netting dei flussi di liquidità delle varie Entity che ricadono all interno del loro perimetro. I Liquidity Centre sono responsabili dell ottimizzazione del processo di funding effettuato nei principali mercati locali e del coordinamento dell accesso ai mercati di breve e di lungo termine da parte delle Entity sottostanti al loro perimetro. Infine, i Liquidity Centre sono responsabili, a livello locale, dell implementazione delle regole sulla liquidità di Gruppo, in conformità con le Guideline di Governance di Gruppo e con le vigenti norme locali. Un ruolo particolarmente importante è svolto dalla Capogruppo, in qualità di soggetto responsabile della supervisione e del controllo. In tema di liquidità tale ruolo consiste nel guidare, coordinare e controllare tutti gli aspetti riguardanti la liquidità dell intero Gruppo. La Capogruppo agisce, inoltre, come Liquidity Centre per il perimetro italiano. Considerando che la liquidità disponibile a livello di singolo Paese potrebbe essere soggetta a restrizioni di tipo legale, regolamentare e politico, un principio guida adottato al fine di migliorare la gestione sana e prudente della liquidità è quello di auto-sufficienza. Ogni Entity (in particolare quelle situate in un Paese differente da quello in cui risiede il Liquidity Centre di riferimento), è tenuta a mantenere un livello adeguato di autosufficienza in termini di liquidità, sia in condizioni di normalità che in condizioni di stress. In ogni caso, ogni Entity è tenuta altresì a fare leva sui propri punti di forza, in termini di prodotti e mercati, in modo da ottimizzare il costo del funding per il Gruppo. Questo tipo di organizzazione garantisce che le Legal Entity appartenenti al Gruppo siano autosufficienti, accedendo ai mercati della liquidità, globali e locali, in maniera controllata e coordinata. In tal modo si rende possibile ottimizzare i) i surplus ed i deficit di liquidità tra le Entity appartenenti al Gruppo ii) il costo complessivo del funding a livello di Gruppo. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

23 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Le funzioni di controllo e di reportistica indipendente sui rischi di liquidità sono assegnate alla funzione Risk Management, che è autonoma rispetto alle funzioni operative che gestiscono le posizioni e si espongono in termini di liquidità. Tale principio è in linea con quanto stabilito da Banca d Italia nella Circolare 263 (recentemente aggiornata nel Dicembre 2010). A questo proposito sono identificate, a livello di Gruppo, tre strutture principali per la gestione della liquidità: la competence line del Group Risk Management, la funzione Finanza (nella competence line del CFO), e la funzione Tesoreria (inclusa nella Business Unit Markets ), ognuna con ruoli e responsabilità differenti. In particolare, le funzioni operative sono proprie di Finanza e Tesoreria, mentre le funzioni di controllo sono proprie della funzione Risk Management. Più specificamente, la Tesoreria agisce come organo di coordinamento nella gestione dei flussi finanziari infra-gruppo, derivanti dai deficit/surplus di liquidità delle varie Entity appartenenti al Gruppo, e applica gli appropriati tassi di trasferimento alle transazioni infra-gruppo. Espletando tali funzioni, la Tesoreria garantisce un accesso al mercato disciplinato ed efficiente. L ottimizzazione del rischio di liquidità è perseguita stabilendo limiti specifici per l attività bancaria standard di trasformazione delle scadenze a breve, medio e lungo termine. Tale processo è implementato nel rispetto delle disposizioni normative e regolamentari di ciascun paese e delle policy e regole interne delle Società del Gruppo tramite modelli di gestione adottati nei Liquidity Centre individuali. I modelli sono sottoposti ad analisi condotte dal Risk Management locale o dalla struttura equivalente con le stesse responsabilità, di concerto con la funzione di Risk Management del Gruppo al fine di garantire il rispetto delle metriche e degli obiettivi definiti dalla Liquidity Framework del Gruppo. Inoltre, le regole regionali devono essere conformi ai requisiti normativi e regolamentari nazionali. Tecniche di misurazione del rischio, determinazione del capitale interno e Stress test È nozione generalmente accettata che il rischio di liquidità non possa essere mitigato dalla disponibilità di capitali. Pertanto, il rischio di liquidità non incrementa l utilizzo di Capitale Economico ma è comunque considerato un importante categoria di rischio anche ai fini della determinazione della propensione al rischio del Gruppo. Il rischio di liquidità, per la sua particolare natura, è affrontato tramite tecniche di analisi dei gap, stress test della liquidità e misure complementari (principalmente attraverso una serie di rapporti, quali ad esempio: prestiti/depositi, indebitamento). In particolare, le analisi dei dati di gap sono elaborate entro due orizzonti temporali distinti: giornalmente, una metodologia basata sul mismatch delle liquidità controlla il rischio di liquidità di breve termine derivante da scadenze dall overnight fino a 3 mesi; mensilmente, i gap ratio controllano il rischio dal medio al lungo termine (liquidità strutturale) per le scadenze pari all anno o superiori. Le metriche di liquidità La Liquidity Framework del Gruppo si basa sul Liquidity Risk Mismatch Model, caratterizzato dai seguenti principi fondamentali: 1. Gestione del rischio di liquidità sul breve termine (liquidità operativa) che considera gli eventi che avrebbero un impatto sulla posizione di liquidità del Gruppo da un giorno fino ad un anno. L obiettivo primario è quello di conservare la capacità del Gruppo di far fronte agli impegni di pagamento ordinari e straordinari minimizzandone contestualmente i costi; 2. Gestione del rischio di liquidità strutturale (rischio strutturale) che considera gli eventi i quali avrebbero un impatto sulla posizione di liquidità del Gruppo oltre l anno. L obiettivo primario è quello di mantenere un adeguato rapporto tra passività complessive e attività a medio/lungo termine, finalizzato ad evitare pressioni sulle fonti di finanziamento, attuali e prospettiche, a breve termine, ottimizzando contestualmente il costo del funding. 3. Stress test: il rischio di liquidità è un evento di scarsa probabilità e di forte impatto. Pertanto, le tecniche di stress testing rappresentano un eccellente strumento per valutare le potenziali vulnerabilità del bilancio. La Banca riproduce diversi scenari, spaziando dalla generale crisi di mercato alla crisi idiosincratica e loro combinazioni. 23

24 4. Metriche addizionali: a partire dal 2010, anche il Loan to Deposit ratio costituisce una metrica addizionale nell ambito del Risk Appetite Framework, stabilito dal CdA di UniCredit Group. In tale contesto, la Capogruppo considera tutte le attività, passività, posizioni fuori bilancio ed eventi presenti e futuri che generano flussi di cassa certi o potenziali per il Gruppo, proteggendo così le Banche/Società appartenenti allo stesso dai rischi correlati alla trasformazione delle scadenze. Gestione della liquidità di breve termine L obiettivo della gestione della liquidità consolidata di breve termine è di garantire che il Gruppo resti nella condizione di far fronte agli impegni di pagamento, previsti o imprevisti, focalizzandosi sulle esposizioni relative ai primi dodici mesi. Le misure standard adottate a tal fine sono: gestione dell accesso ai sistemi di pagamento (gestione della liquidità operativa); gestione dei pagamenti da effettuare e monitoraggio delle riserve di liquidità e del livello di utilizzo delle stesse (analisi e gestione attiva della maturity ladder). Questi principi sono applicabili a livello di Gruppo e a livello di ciascun Liquidity Centre. Il Gruppo adotta anche il Cash Horizon come indicatore sintetico dei livelli di rischio relativi alla posizione di liquidità a breve termine; tale indicatore viene monitorato attraverso la Maturity Ladder operativa, che misura i flussi di liquidità in entrata e in uscita che comportano un impatto sulla base monetaria. Il Cash Horizon identifica il numero di giorni, al termine dei quali la Entity in esame non è più in grado di onorare le proprie obbligazioni, così come rappresentate nella Maturity Ladder operativa, una volta esaurita la Counterbalancing Capacity disponibile. L obiettivo del Gruppo nel corso dell anno 2010 è stato quello di garantire un Cash Horizon pari ad almeno tre mesi. Il Cash Horizon è una delle metriche di liquidità incluse nel Risk Appetite framework di Gruppo. Gestione della liquidità strutturale L obiettivo della gestione della liquidità strutturale del Gruppo è di limitare le esposizioni al rifinanziamento sulle scadenze superiori all anno, riducendo così i bisogni di rifinanziamento sul più breve termine. Il ratio di Liquidità Strutturale oltre l anno è una delle metriche di liquidità incluse nel Risk Appetite framework di Gruppo. Il mantenimento di un adeguato rapporto tra le attività e le passività di medio/lungo termine mira ad evitare pressioni sulle fonti, attuali e prospettiche, a breve termine. Le misure standard adottate a tal fine sono: 1. la redistribuzione delle scadenze delle operazioni di finanziamento, per ridurre le fonti di funding meno stabili, ottimizzando contestualmente il costo della raccolta (gestione integrata della liquidità strategica e della liquidità tattica); 2. finanziare la crescita tramite attività strategiche di funding, stabilendo le scadenze più appropriate (Financial Planning ed elaborazione della Contingency Liquidity Policy - CLP); 3. conciliare i requisiti di funding a medio-lungo termine con l esigenza di minimizzare i costi diversificando le fonti, i mercati nazionali, le valute di emissione e gli strumenti impiegati (realizzazione del Contingency Funding Plan - CFP). TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

25 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Stress test della liquidità Lo Stress test è una tecnica di gestione del rischio impiegata per valutare i potenziali effetti che uno specifico evento e/o movimento, in una serie di variabili finanziarie, esercitano sulla condizione finanziaria di un istituzione. Trattandosi di uno strumento previsionale, lo Stress test della liquidità diagnostica il rischio di liquidità di un istituzione. In particolare, i risultati degli stress test vengono utilizzati per: valutare l adeguatezza dei limiti di liquidità sia in termini quantitativi che qualitativi (es. l esigenza di stabilire e allocare limiti finanziari non garantiti); pianificare e attuare operazioni sourcing alternative al fine di controbilanciare i deflussi di cassa; strutturare/modificare il profilo di liquidità degli asset del Gruppo; fornire supporto allo sviluppo del liquidity contingency plan. Al fine di eseguire Stress test uniformi in tutti i Centri di Liquidità, il Gruppo adotta una metodologia centralizzata di Stress testing in base alla quale ogni Liquidity Centre è tenuto a riprodurre lo stesso scenario sotto il coordinamento del Group Risk Management tramite l attivazione di procedure locali. Ai singoli Liquidity Centre è consentito avvalersi di modelli comportamentali statistici/quantitativi, purché essi siano convalidati dal Risk Management locale o struttura equivalente con le stesse responsabilità. Periodicamente, il Gruppo riproduce scenari di liquidità e conduce analisi di sensitivity, queste ultime valutando l impatto esercitato sulla condizione finanziaria di un istituzione da un movimento in un particolare fattore di rischio, senza identificare la fonte dello shock, mentre i test di scenario tendono a considerare le ripercussioni di movimenti simultanei in diversi fattori di rischio, definendo chiaramente l evento di stress. Scenari di liquidità A livello macro, il Gruppo identifica tre diverse classi fondamentali di potenziale crisi di liquidità: 1. crisi correlata al mercato (sistemica, globale o settoriale): Market Downturn Scenario. Tale scenario consiste in un improvvisa turbolenza in un mercato monetario e di capitali che potrebbe essere causata dalla chiusura (o dall accesso limitato) del sistema di mercato/regolamento, da eventi politici critici, crisi regionale, credit crunch, ecc.; 2. specifica del Gruppo o di parte di esso: crisi del titolo, scenari di declassamento del merito di credito; il presupposto potrebbe essere il rischio operativo, evento connesso al peggioramento della percezione del rischio reputazionale del gruppo e ad un declassamento del rating di UniCredit S.p.A.; 3. una combinazione della crisi di mercato e di quella specifica: scenario combinato. Il periodo di sopravvivenza relativo al Combined Liquidity Stress Test scenario è una delle metriche di liquidità incluse nel Risk Appetite framework di Gruppo. I risultati dello Stress test possono evidenziare la necessità di stabilire limiti specifici riguardo, ad esempio, tra gli altri, il finanziamento non garantito, il rapporto fra flussi di cassa netti e la Counterbalancing Capacity, il rapporto tra titoli eligible e non-eligible. Misure aggiuntive del rischio di liquidità Inoltre, nell ambito delle misure incluse nel Risk Appetite framework, a livello divisionale vengono monitorati i Loans to Deposits Ratio. 25

26 Monitoraggio e reportistica I limiti a valere sulla liquidità a breve termine ed il Cash Horizon sono oggetto di monitoraggio e di reporting su base giornaliera. I ratio di liquidità strutturale e l eventuale mancato rispetto dei limiti sono oggetto di monitoraggio e di reporting su base mensile. Il periodo di sopravvivenza e i risultati dei Liquidity Stress Test sono oggetto di monitoraggio e di reporting su base settimanale. Fattori di mitigazione I principali fattori di mitigazione della liquidità per il Gruppo sono: un accurata pianificazione della liquidità sul breve e medio termine sottoposta ad un attività di monitoraggio mensile; un efficiente Contingency Liquidity Policy (CLP) caratterizzata da un Contingency Action Plan (CAP), fattibile e aggiornato, da attuare in caso di crisi di mercato; un liquidity buffer per far fronte a deflussi di cassa inaspettati; solidi stress test aggiornati periodicamente e condotti di frequente. Piano di Funding Il Funding Plan ricopre un ruolo fondamentale nella gestione generale della liquidità influenzando sia la posizione di breve termine che la posizione strutturale. Il Funding Plan definisce i fabbisogni e le fonti per mantenere un buon bilanciamento tra attività e passività a livello di Gruppo, di Liquidity Centre e di singola Entity. Uno degli obiettivi dell accesso ai canali di medio-lungo termine è inoltre quello di evitare pressioni sulla posizione di liquidità a breve termine. Il Funding Plan deve essere aggiornato almeno annualmente e deve essere approvato dal Consiglio di Amministrazione. Inoltre, deve essere allineato con il processo di definizione del Budget e con il Risk Appetite Framework. La Capogruppo è responsabile per l accesso al mercato per i Group Bank Capital Instruments. La Capogruppo, attraverso la funzione di Planning Finance and Administration (PFA), coordina l accesso al mercato da parte dei Liquidity Centre e delle Entity, mentre i Liquidity Centre coordinano l accesso delle Entity che appartengono al proprio perimetro. Ogni Entity o Liquidity Centre, sotto la responsabilità della funzione di PFA, può accedere ai mercati per il finanziamento di medio e lungo temine, in modo da incrementare l autosufficienza, sfruttare le opportunità di mercato e la specializzazione funzionale, tutelando l ottimizzazione del costo dei finanziamenti del Gruppo. La funzione di PFA è responsabile per la elaborazione del Funding Plan. La funzione di Risk Management ha la responsabilità di rilasciare una valutazione indipendente del Funding Plan. Contingency Liquidity Policy del Gruppo Una crisi di liquidità è un evento di scarsa probabilità e di forte impatto. Pertanto, è stato definito un modello di governo degli eventi da attivare efficacemente in caso di crisi seguendo una procedura approvata. Ai fini di un azione tempestiva, è necessario predefinire una serie di azioni di mitigazione. A seconda della situazione, alcune di queste azioni possono essere in seguito approvate ed eseguite. La capacità di agire tempestivamente è essenziale per ridurre al minimo le conseguenze potenzialmente distruttive di una crisi di liquidità. Le analisi degli stress test rappresenteranno un valido strumento per l individuazione delle conseguenze attese e la definizione anticipata delle azioni più adeguate per affrontare uno specifico scenario di crisi. In combinazione con gli Early Warning Indicator (EWI), l organizzazione può addirittura riuscire ad attenuare gli effetti di liquidità già nelle prime fasi della crisi. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

27 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Le crisi di liquidità sono solitamente caratterizzate da un rapido sviluppo e i segnali che le precedono possono essere di difficile interpretazione, quando non addirittura inesistenti; è quindi importante individuare con chiarezza i player, i poteri, le responsabilità, i criteri di comunicazione e la reportistica, al fine di incrementare significativamente la probabilità di superare con successo lo stato di emergenza. Una crisi di liquidità può essere classificata come sistemica (es. evento di crollo complessivo del mercato monetario e di capitali) o specifica (es. specifica della banca) o una combinazione di entrambe. L obiettivo della Contingency Liquidity Policy di Gruppo è di assicurare l attuazione tempestiva di interventi efficaci fin dal principio (dalle prime ore) di una crisi di liquidità, attraverso la precisa identificazione di soggetti, poteri, responsabilità, delle procedure di comunicazione ed i relativi criteri per la reportistica, nel tentativo di incrementare le probabilità di superare con successo lo stato di emergenza. Tale scopo viene raggiunto attraverso: attivazione di un modello operativo straordinario e di governo della liquidità; coerente comunicazione interna ed esterna; una serie di azioni disponibili in stand-by per mitigare gli effetti negativi sulla liquidità; una serie di early warning indicator i quali indichino che si sta sviluppando una crisi. Una parte fondamentale della Contingency Liquidity Policy è costituita dal Contingency Funding Plan. Questo piano consiste in un insieme di azioni di gestione potenziali ma concrete. Tali azioni devono essere descritte in una lista che le racchiuda insieme con gli strumenti, gli importi ed i tempi di esecuzione volti a migliorare la posizione di liquidità della banca durante i tempi di crisi. Il Contingency Funding Plan deve essere sviluppato sulla base del Funding Plan annuale. Il Group Risk Committee è responsabile per l approvazione finale e decide se informare il Consiglio di Amministrazione a riguardo. Early Warning Indicator Un sistema di Liquidity Early Warning Indicators è necessario per monitorare su base continuativa le situazioni di stress, le quali possono essere originate dal mercato, dal settore o da eventi idiosincratici. Nella fattispecie, questi indicatori possono essere basati su variabili macroeconomiche o microeconomiche, interne o esterne, a seconda del contesto macroeconomico e della politica monetaria delle Banche Centrali. Il sistema di Liquidity Early Warning Indicators ha lo scopo di supportare le decisioni del Management in caso di situazioni di deterioramento della posizione di liquidità o di Stress. La reportistica associata deve comunicare in maniera efficiente i principali risultati degli indicatori. 27

28 Rischio operativo Si definisce rischio operativo il rischio di perdite dovute ad errori, violazioni, interruzioni, danni causati da processi interni, personale, sistemi o causati da eventi esterni. Tale definizione include il rischio legale e di compliance, ma esclude quello strategico e reputazionale. Ad esempio possono essere definite operative le perdite derivanti da frodi interne o esterne, rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro, reclami della clientela, distribuzione dei prodotti, multe e altre sanzioni derivanti da violazioni normative, danni ai beni patrimoniali dell azienda, interruzioni dell operatività e disfunzione dei sistemi, gestione dei processi. Framework di Gruppo per la gestione dei rischi operativi Il gruppo UniCredit ha definito sistema di gestione dei rischi operativi l insieme di politiche e procedure per il controllo, la misurazione e la mitigazione dei rischi operativi nel Gruppo e nelle Entità controllate. Le politiche di rischio operativo, applicabili a tutte le Entità del Gruppo, sono principi comuni che stabiliscono il ruolo degli organi aziendali, della funzione di controllo dei rischi, nonché le interazioni con le altre funzioni coinvolte nel processo. La Capogruppo coordina le Entità del Gruppo secondo quanto stabilito nella normativa interna e nel manuale di controllo dei rischi operativi. Specifici comitati rischi (Comitato Rischi, ALCO, Comitato Rischi Operativi) sono costituiti nelle Entità del gruppo per monitorare l esposizione, le azioni di mitigazione, le metodologie di misurazione e di controllo. Le metodologie di classificazione e controllo di completezza dei dati, analisi di scenario, indicatori di rischio, reporting e misurazione del capitale di rischio sono responsabilità del Group Operational & Reputational Risks department di Capogruppo e sono applicate dalle Entità del Gruppo. Elemento cardine del sistema di controllo è l applicativo informatico a supporto per la raccolta dei dati, il controllo dei rischi e la misurazione del capitale. Le risultanze dei vari componenti del sistema di gestione dei rischi operativi sono il più possibile tradotte in azioni che mitigano il rischio operativo. In questo modo, negli ultimi anni il sistema si è evoluto da un impianto di controllo ad un insieme di pratiche per gestire e ridurre il rischio. La conformità del sistema di controllo e misurazione dei rischi operativi alla normativa esterna e agli standard di Gruppo è valutata attraverso un processo di convalida interna. Responsabile di questo processo è il Group Internal Validation department della Capogruppo, struttura indipendente dal Group Operational & Reputational Risks department. Il gruppo UniCredit ha ottenuto nel mese di marzo 2008 l autorizzazione all utilizzo del modello AMA (Advanced Measurement Approach) per il calcolo del capitale a fronte dei rischi operativi. L utilizzo di tale metodo verrà nel tempo esteso alle principali Entità del Gruppo in base ad un piano di roll out. Struttura organizzativa L Alta Direzione è responsabile per l approvazione di tutti gli aspetti rilevanti del framework di Gruppo dei rischi operativi, per la verifica dell adeguatezza del sistema di misurazione e controllo e viene informata regolarmente circa le variazioni del profilo di rischio e l esposizione ai rischi operativi, con l eventuale supporto di appositi comitati rischi. Il Group Operational & Reputational Risks Committee, presieduto dal responsabile di Group Credit Operational & Reputational Risks è composto di membri permanenti e membri ospiti. La composizione del Comitato è stata rivista nel 2011, anche alla luce dei cambiamenti nella struttura organizzativa del Group Risk Management department. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

29 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 La missione del Group Operational & Reputational Risks Committee per quanto riguarda i rischi operativi è di formulare proposte e pareri per il Group Risk Committee per: il risk appetite di Gruppo, compresi gli obiettivi e criteri di allocazione del capitale per i rischi operativi nel Gruppo; la struttura e definizione dei limiti per i rischi operativi e l allocazione alle Divisioni, alle Business Units, alle Entità del Gruppo e ai portfolios; l approvazione iniziale e modifiche fondamentali ai sistemi di controllo e misurazione dei rischi e gli applicativi per i rischi operativi, compresi possibili piani di azione, processi, IT e requisiti per la qualità dei dati, con il supporto delle autorizzazioni interne relative; strategie globali per l ottimizzazione dei rischi operativi, Governance Guidelines e Policies per la gestione dei rischi operativi nel Gruppo; piani di azione per affrontare possibili criticità rilevati nel sistema di controllo e misurazione dei rischi da Group Internal Validation e nelle attività dell Internal Audit; aggiornamenti su attività progettuali riguardanti Basilea II e i rischi operativi; attività relative all ICAAP per i rischi operativi; il report regolamentare annuale dell Internal Validation. Il Group Operational & Reputational Risks Committee limitato ai rischi operativi ha invece funzioni deliberanti per: le Policies dedicate ai rischi operativi; le azioni correttive per il bilanciamento delle posizioni di rischio operativo a livello di gruppo, comprese le azioni di mitigazione pianificate, entro i limiti definiti dagli organi competenti; le strategie assicurative a livello di Gruppo, compresi i rinnovi, massimali e franchigie; approvazione iniziale e modifiche fondamentali alle metodologie di controllo e misurazione dei rischi, con il supporto delle autorizzazioni interne relative. Il Group Operational & Reputational Risks department di Capogruppo è parte del Group Risk Management department e supervisiona e gestisce il profilo complessivo dei rischi operativi e reputazionali del Gruppo attraverso la definizione delle relative strategie, metodologie e limiti. L unità coordina e indirizza le funzioni per i rischi operativi nelle Entità del Gruppo, anche attraverso l emissione di linee guide che sono approvate e implementate dagli organi di governo competenti delle Entità. Per quanto riguarda la funzione di rischi operativi, il dipartimento si articola in due unità organizzative. L unità di Operational Risk Methodologies and Control è responsabile per la definizione delle metodologie, del calcolo del capitale a rischio operativo di Gruppo, le linee guida per il controllo dei rischi operativi e le specifiche per l applicativo di Gruppo per la gestione dei rischi operativi; esegue il calcolo del capitale a rischio ai fini regolamentari e per l ICAAP nonché l allocazione del capitale alle singole Entità del Gruppo. Ha inoltre un ruolo di supporto e controllo nei confronti delle funzioni di Operational Risk Management delle Entità per verificare il rispetto degli standard di Gruppo nella realizzazione dei processi e delle metodologie di controllo. L unità di Operational Risk Strategies and Mitigation è responsabile per la definizione e monitoraggio dei limiti di rischio e l identificazione delle strategie e misure correttive e il monitoraggio delle relative implementazioni, comprese le strategie assicurative. Questo comprende l identificazione di prodotti e processi che comportano un livello di rischio operativo particolarmente alto, l individuazione delle azioni di mitigazione necessarie e il monitoraggio dei risultati. Le funzioni di Operational Risk Management nelle Entità controllate forniscono formazione specifica sui rischi operativi al personale, che può anche avvalersi di programmi di formazione disponibili via intranet e sono responsabili per la corretta realizzazione degli elementi del framework di Gruppo. 29

30 Processo di convalida In ottemperanza ai requisiti regolamentari è stato istituito, sia presso la Capogruppo sia presso le pertinenti Entità del Gruppo, un processo di convalida interna del sistema di controllo e misurazione dei rischi operativi, al fine di verificarne la rispondenza alle prescrizioni normative ed agli standard di Gruppo. Questo processo è di responsabilità della unit Pillar II Risks and Operational Risk Validation, all interno del Group Internal Validation department. Le metodologie di Gruppo per la misurazione e allocazione del capitale a rischio sono convalidate a livello di Capogruppo dalla unità sopraccitata, mentre l implementazione del sistema di controllo e gestione dei rischi operativi nelle Entità controllate è valutata dalle funzioni locali di Operational Risk Management seguendo le istruzioni e linee guida emesse dal Group Internal Validation department. I risultati delle valutazioni locali sono rivisti annualmente dal Group Internal Validation department che esegue ulteriori analisi su dati e documentazione. Report dettagliati vengono poi sottoposti al Group CRO per l emissione di specifiche Non Binding Opinion alle Entità. I report di convalida locale, insieme alla opinion della Capogruppo e al report dell Internal Audit, sono presentati per approvazione ai competenti organi delle Entità controllate. I risultati dell attività di convalida, sia a livello di Capogruppo sia delle singole Entità, sono consolidati annualmente nel Group Validation report che, insieme alla relazione annuale dell Internal Audit, è presentato al Consiglio di Amministrazione di UniCredit. Un reporting regolare sulle attività di convalida è inoltre indirizzato al Group Operational & Reputational Risks Committee. Reporting Un sistema di reporting è stato sviluppato dalla Capogruppo per informare l Alta Direzione e gli organi di controllo interno in merito all esposizione ai rischi operativi del Gruppo e alle azioni intraprese per mitigarli. In particolare, con periodicità almeno trimestrale, vengono forniti aggiornamenti sull andamento delle perdite operative, la stima del capitale a rischio, le principali iniziative intraprese per la mitigazione dei rischi operativi nelle varie aree di business e le perdite operative sofferte nei processi creditizi (cd. perdite cross-credit ). Una sintesi sull andamento degli indicatori di rischio più critici è distribuita con cadenza mensile. Al Group Operational & Reputational Risks Committee vengono inoltre presentati i risultati delle principali analisi di scenario svolte a livello di Gruppo e le relative azioni di mitigazione intraprese. Gestione e mitigazione del rischio La gestione del rischio significa l utilizzo di una serie di strumenti, per esempio la revisione dei processi per la riduzione dei rischi rilevati o la gestione delle relative politiche assicurative, con l identificazione di idonee franchigie e limiti, mentre la verifica regolare dei piani di continuità operativa assicura la gestione del rischio operativo nei casi di interruzione dei principali servizi. Nelle Entità controllate, il Comitato Rischi (o altri organi, secondo quanto previsto dalla regolamentazione locale) rivede i rischi rilevati dalle funzioni di Operational Risk, con il supporto delle funzioni interessate, e verifica le iniziative di mitigazione. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

31 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Altri rischi e loro integrazione Le fattispecie di rischio precedentemente descritte, pur rappresentando le principali tipologie, non esauriscono il novero di tutte quelle considerate rilevanti per il gruppo che ha individuato le seguenti tipologie di rischio, oltre a quelle precedentemente indicate: rischio di business ( business risk ); rischio immobiliare ( real estate risk ); rischio degli investimenti finanziari ( financial investment risk ); rischio strategico; rischio reputazionale. Di seguito sono riportate le definizioni degli stessi. Rischio di business Il rischio di business deriva da una variazione degli utili non determinata da rischi di mercato, di credito ed operativo, ma da variazioni del contesto competitivo o del comportamento dei clienti, che possono indurre gravi perdite. Viene misurato sia singolarmente, per determinare la rischiosità insita negli utili, sia come input del capitale interno. I dati di esposizione inclusi nel calcolo del Business Risk sono derivati dai conti economici delle Società del Gruppo per le quali tale rischio risulta rilevante. Le volatilità e le correlazioni sono stimate a livello divisionale sulla base delle serie storiche mensili dei conti economici delle principali Società appartenenti al Gruppo. Il rischio di business è misurato dall Earning at Risk, definito come la massima perdita annuale con un intervallo di confidenza pari al 99,97% e orizzonte temporale di un anno sotto l ipotesi di normalità della distribuzione.tale rischio viene calcolato a scopo di monitoraggio su base trimestrale o ogni qual volta sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento e in fase di budgeting, secondo le tempistiche dettate nel processo di pianificazione. Rischio immobiliare ( real estate risk ) Il rischio immobiliare consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni negative del valore del portafoglio immobiliare di proprietà del Gruppo, in capo alle società, a trust immobiliari ed a specialpurpose vehicle, mentre sono esclusi gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie ipotecarie e i beni concessi in leasing. Il real estate risk viene misurato sia singolarmente, per determinare la rischiosità insita nel portafoglio immobiliare, sia come input del capitale interno. La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza semestrale, sulla base di un format pre-determinato dalla Capogruppo. A ciascuna Società, oltre alle informazioni generali relative agli immobili, è richiesto di associare le proprietà ad indici di area o regionali necessari per il calcolo di volatità e correlazioni nel modello. Il calcolo del real estate risk stima la massima perdita potenziale con un intervallo di confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno tramite il metodo varianza-covarianza sotto ipotesi di normalità della distribuzione. Il real estate risk è calcolato a scopo di monitoraggio su base semestrale o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento e in fase di budgeting, secondo le tempistiche dettate nel processo di pianificazione. 31

32 Rischio di investimenti finanziari ( financial investment risk ) Il rischio da investimenti finanziari deriva dal portafoglio di partecipazioni finaziarie in società non appartenenti al Gruppo e non incluse nel portafoglio di negoziazione (trading book). Tale rischio viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nelle partecipazioni sia come input del capitale interno. Il portafoglio delle partecipazioni finanziarie comprende principalmente azioni (quotate e non quotate), derivati su equity, private equity, partecipazioni in fondi comuni, hedge e di private equity. Per tutte le esposizioni in equity del Gruppo, l assorbimento di capitale può essere calcolato in base a un approccio PD/LGD o un approccio di mercato. L approccio PD/LGD è utilizzato per la valutazione delle società non quotate, inclusi gli investimenti diretti in private equity. L approccio di mercato viene applicato alle partecipazioni azionarie in società quotate e ai relativi strumenti di copertura, tutti i fondi comuni, di hedge e private equity, attraverso una mappatura degli indici di mercato. Le esposizioni sono fornite principalmente dai dipartimenti di Capogruppo di Shareholding ed Accounting e integrate con i contributi da parte delle Società. Nell approccio di mercato, le volatilità e le correlazioni sono calcolate sulla base delle serie storiche degli indici regionali e settoriali o del prezzo dell azione per gli investimenti in società quotate. Il modello di misurazione si basa sulla massima perdita potenziale, detta Valore a Rischio (VaR), con intervallo di confidenza al 99,97% e orizzonte temporale di un anno. Il rischio da investimenti finanziari è calcolato a scopo di monitoraggio su base trimestrale o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento e in fase di budgeting secondo le tempistiche dettate nel processo di pianificazione. Rischio strategico Il Rischio Strategico dipende da inattesi cambiamenti nel contesto di mercato, dal mancato riconoscimento delle tendenze in atto nel settore bancario, ovvero da inappropriate valutazioni riguardo a tali tendenze. Il Top Management di UniCredit monitora le performance del Gruppo, analizzando le informazioni ricevute dagli organi competenti e confrontando periodicamente i risultati raggiunti con i target fissati. UniCredit possiede una struttura di Corporate Governace che permette la gestione del rischio strategico a livello di Gruppo. Al fine di mitigare il rischio strategico, UniCredit sta rafforzando internamente la cultura del rischio: a tal proposito è stata intrapresa un importante iniziativa quale il lancio della Risk Culture, realizzata con la finalità di creare un centro di eccellenza formativa in materia di rischio a livello di Gruppo. Rischio reputazionale Il rischio reputazionale è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili, derivante da una percezione negativa dell immagine del Gruppo da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o Autorità di Vigilanza. Nell agosto 2010 il Consiglio di Amministrazione di UniCredit S.p.A. ha approvato le Group Reputational Risk Governance Guidelines che definiscono un insieme di principi e di regole per la misurazione e il controllo del rischio reputazionale. A livello di Capogruppo, la funzione Reputational Risk Methodologies and Control è collocata all interno del dipartimento Group Operational and Reputational Risks. Le Governance Guidelines sono state distribuite alle Entità Legali del gruppo UniCredit, per la loro successiva implementazione, tramite lettera a firma dell Amministratore Delegato e del Responsabile del Group Risk Management. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

33 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Gli obiettivi principali della funzione Reputational Risk Methodologies and Control sono: sviluppare le metodologie per la misurazione e controllo del rischio reputazionale, favorendone l identificazione, la valutazione e la misurazione; monitorare l implementazione nelle Entità Legali delle metodologie relative ai rischi reputazionali (linee guida generali declinate per la gestione ed il controllo del rischio reputazionale), definendo compiti da eseguire su base regolare; proporre azioni di mitigazione alle funzioni e agli organi competenti; definire le regole operative per valutare il rischio reputazionale dei prodotti. Inoltre, il Group Operational & Reputational Risks Committee, con riporto al Group Risk Committee, ha il ruolo di garantire la coerenza delle policy, delle metodologie e delle prassi operative sul rischio reputazionale nelle varie Divisioni/Business Unit ed Entità Legali, controllando e monitorando, a livello di Gruppo, il Reputational Risk portfolio. Inoltre, i Transactional Credit Commitees hanno il compito di valutare eventuali rischi reputazionali inerenti alle operazioni sulla base delle linee guida e policy vigenti sul rischio reputazionale. Infine, nel dicembre 2010, il Group Risk Committee ha approvato la Non Co-operative Jurisdictions (NCJs) Reputational Risk Special Policy che mira a definire regole e principi per la gestione del nuovo business nelle NCJs, al fine di preservare il gruppo UniCredit dall assunzione di rischio reputazionale e fiscale. Alla Special Policy indicata si aggiungono le già esistenti Defense/Weapons Industry e Nuclear Energy Reputational Risk Special Policies. Modalità di misurazione rischi All interno del processo di valutazione dell adeguatezza patrimoniale (ICAAP), coerentemente con il principio di proporzionalità normato dal Secondo Pilastro di Basilea II, il profilo di rischio delle principali società del Gruppo è calcolato in modo analitico, mentre per quelle piccole si usa un approccio sintetico (approccio top down). I rischi di credito, mercato, operativo, di business, immobiliare e di investimenti finanziari sono misurati in maniera quantitativa tramite: capitale economico e aggregazione come componente del capitale interno; stress test. Il Capitale Interno rappresenta il capitale da detenere a fronte delle possibili perdite relative alle attività del Gruppo e prende in considerazione tutti i rischi definiti dal gruppo come quantificabili in termini di Capitale Economico coerentemente con i requisiti di Secondo Pilastro (rischi di mercato, credito, operativo, business, investimenti finanziari e rischio immobiliare, includendo l effetto di diversificazione tra i rischi stessi - inter-diversificazione - e all interno di ciascun portafoglio -intra-diversificazione- e un cushion prudenziale a fronte del rischio modello e della variabilità del ciclo economico). Il capitale Interno è calcolato secondo la metodologia di aggregazione tramite Copula Bayesiana con un orizzonte temporale di un anno e ad un livello di confidenza del 99,97%, derivante dal rating target di Gruppo. La distribuzione delle correlazioni che rappresentano la struttura di dipendenza tra i rischi si ottiene combinando stime di esperti con stime empiriche di correlazione lineare tra serie storiche di specifici fattori di rischio. A fini di controllo, il Capitale Interno viene calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica. La natura multi dimensionale del rischio richiede di affiancare alla misurazione del capitale economico un analisi di stress test, non solo al fine di stimare le perdite in alcuni scenari, ma anche di cogliere l impatto delle determinanti delle stesse. Lo stress test è effettuato sia in relazione alle singole tipologie di rischio, sia alla loro aggregazione, fornendo come output le perdite condizionate e il capitale economico stressato. La stima dello Stress Test aggregato considera la variazione dell ammontare dei singoli rischi e quella del beneficio di diversificazione in condizioni di crisi. 33

34 L adeguatezza delle singole metodologie di misurazione dei rischi sottostanti l ICAAP, inclusi gli stress test e l aggregazione dei rischi, è oggetto dell attività di verifica della validazione interna. Coerentemente con il sistema di governance, il Group Risk Management di Capogruppo è responsabile dello sviluppo della metodologia, della misurazione a livello di Gruppo e divisioni, della definizione e dell implementazione dei processi per la misurazione del Capitale Economico e del Capitale Interno secondo i modelli di Gruppo. Le relative Group Rules, dopo l approvazione sono inviate alle LEs interessate per l approvazione e implementazione. Processo di Valutazione dell Adeguatezza Patrimoniale (ICAAP-Internal Capital Adequacy Assessment Process) Coerentemente con le disposizioni del Secondo Pilastro di Basilea II, la misurazione del profilo di rischio è un elemento fondamentale del processo di valutazione dell adeguatezza patrimoniale (ICAAP). L approccio di Gruppo prevede cinque fasi: risk governance; definizione del perimetro ed identificazione dei rischi; valutazione del profilo di rischio; definizione del risk appetite e allocazione del capitale; monitoraggio e reporting. L adeguatezza patrimoniale è da intendersi come equilibrio del patrimonio e dei rischi assunti, in ottica sia di Primo che di Secondo Pilastro, per quest ultimo la metrica di riferimento è la Risk Taking Capacity, pari al rapporto tra il capitale disponibile (AFR - Available Financial Resources) ed il Capitale Interno. Quest ultimo è pari all aggregazione del capitale economico relativo ai rischi descritti, inclusi i benefici di diversificazione, più un cushion che considera elementi rilevanti per la determinazione del profilo di rischio quali la variabilità del ciclo economico e il rischio di modello (con riferimento alla qualità dei dati e l accuratezza dei modelli). La propensione al rischio può essere definita come la variabilità in termini di risultati, sia a breve sia a lungo termine, che l Alta Direzione è disposta ad accettare a sostegno di una strategia definita. Il quadro di riferimento della propensione a rischio adottato da UniCredit è costituito da tre aree: Adeguatezza patrimoniale; Profittabilità e rischi; Liquidità e provvista (funding). La propensione al rischio è approvata dal Consiglio di Amministrazione e le metriche sono oggetto di monitoraggio e reportistica almeno trimestrale ai Comitati competenti. La Capogruppo, inoltre, è tenuta a presentare un resoconto su base consolidata riguardo l adeguatezza patrimoniale, in conformità alle linee guida della Banca d Italia, fornendo al contempo un quadro sulle principali Entità. Il processo di adeguatezza patrimoniale riveste un importanza fondamentale all interno del Gruppo e richiede pertanto un sistema adeguato di governance dei rischi che assicuri il coinvolgimento dell Alta Direzione ed un appropriata allocazione delle attività ICAAP alle funzioni competenti. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

35 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 1 Reporting L Unità di Group Risk Reporting nell ambito della funzione Group Risk Management redige la reportistica relativa alla qualità dell attivo del portafoglio attraverso differenti report prodotti con cadenza mensile e trimestrale ed i cui principali obiettivi consistono nell analizzare i principali drivers e parametri del rischio di credito (ad es. esposizione al default (EAD), perdita attesa (EL), migrazioni, rettifiche di valore, rapporto di copertura, costo del rischio ecc.), principalmente in ottica di Gruppo e per aree geografiche, nonché di fornire una rappresentazione aggregata di tutti i rischi fronteggiati dal gruppo UniCredit. La reportistica prodotta costituisce peraltro strumento di supporto per le decisioni manageriali in termini di gestione e mitigazione del rischio. Tra tutti i reports prodotti dall Unità Organizzativa di Group Risk Reporting, l ERM Report riveste certamente un ruolo centrale ai fini del monitoraggio della qualità dell attivo del portafoglio. Obiettivo di questo report strategico, è infatti, quello di fornire una visione più completa possibile dei principali rischi assunti dal Gruppo fino ad un significativo livello di dettaglio per ciascuna categoria di rischio (di credito, anzitutto, ma anche di mercato, di tasso d interesse, di investimento, di liquidità ed operativo) e per le principali aree in cui tali rischio sono originati (Italia, Germania, Austria, CEE e Polonia). L Unità di Group Risk Reporting ha, altresì, il compito di assicurare la congruenza delle definizioni e delle metriche di rischio utilizzate nonché l efficienza e l efficacia dell intero corpus dei report prodotti all interno della Competence Line del Risk Managment sia a livello di Capogruppo sia a livello di Società del Gruppo. A tal fine, nel corso dei primi mesi del 2011, l Unità di Group Risk Reporting ha concluso un attività di omogeneizzazione delle definizioni e delle metriche di rischio, in modo che queste siano uniformemente condivise e accettate da tutte le Entità del Gruppo. Inoltre, ha proseguito nell attività di perfezionamento della qualità dei dati e dei processi di reporting, rivedendo la reportistica già esistente ed approfondendo l analisi dei dati anche alla luce delle mutate condizioni di mercato. Le unità dedicate al reporting nell ambito dei portafogli e dei settori di attività hanno inoltre contribuito a monitorare le posizioni esposte a rischio di credito all interno dei propri perimetri di competenza. 35

36 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

37 Tavola 2 Ambito di applicazione >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Informativa qualitativa In questa sezione del Terzo Pilastro è esposta l area di consolidamento prudenziale del gruppo UniCredit. In essa sono incluse le società che presentano le seguenti caratteristiche: società bancarie, finanziarie e strumentali controllate direttamente o indirettamente da UniCredit S.p.A. a cui si applica il metodo di consolidamento integrale; società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate direttamente o indirettamente da UniCredit S.p.A. in misura pari o superiore al 20 per cento, quando siano controllate congiuntamente con altri soggetti e/o in base ad accordi con essi; a queste si applica il metodo di consolidamento proporzionale; altre società bancarie e finanziarie partecipate direttamente o indirettamente da UniCredit S.p.A. in misura pari o superiore al 20 per cento o comunque sottoposte a influenza notevole, cui si applica il metodo del patrimonio netto; imprese, diverse dalle società bancarie, finanziarie e strumentali, controllate direttamente o indirettamente da UniCredit S.p.A. in modo esclusivo o congiunto oppure sottoposte ad influenza notevole, cui si applica il metodo del patrimonio netto. Si precisa che, in conformità alla normativa citata, le partecipazioni in società bancarie e finanziarie con percentuale di partecipazione superiore al 10% sono dedotte dal patrimonio di vigilanza; le altre partecipazioni vengono considerate fra le attività di rischio ponderate. Si precisa che l area di consolidamento è costruita secondo la normativa prudenziale e che la stessa differisce dall area di consolidamento della Relazione finanziaria semestrale consolidata, che si riferisce allo standard IAS/IFRS. Questa situazione può generare disallineamenti tra i dati presenti in questo documento e quelli inseriti nella Relazione finanziaria semestrale consolidata: i diversi trattamenti sono esposti nelle liste presenti in questa sezione. 37

38 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo UNICREDIT SPA BANCHE ROMA ITALIA X X ACTIVE ASSET MANAGEMENT GMBH AI BETEILIGUNG GMBH ALINT 458 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. ALLEGRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ALLIB LEASING S.R.O. ALLIB NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA ALLIB ROM S.R.L. ALMS LEASING GMBH. ALPINE CAYMAN ISLANDS LTD. ALV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ANI LEASING IFN S.A. ANTARES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. ARANY PENZUGYI LIZING ZRT. ARNO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. FINANZIARIE GRUNWALD GERMANIA X X FINANZIARIE BAD HOMBURG GERMANIA X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X AS UNICREDIT BANK BANCHE RIGA LATVIA X X ATF CAPITAL B.V. ATF FINANCE JSC ATF INKASSATSIYA LTD AUSTRIA LEASING GMBH AUTOGYOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG B.I. INTERNATIONAL LIMITED BA- ALPINE HOLDINGS, INC. BA BETRIEBSOBJEKTE GMBH BA BETRIEBSOBJEKTE GMBH & CO BETA VERMIETUNGS OG BA BETRIEBSOBJEKTE PRAHA SPOL.S.R.O. BA CA LEASING (DEUTSCHLAND) GMBH BA CA SECUND LEASING GMBH BA CREDITANSTALT BULUS EOOD BA EUROLEASE BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. BA GVG-HOLDING GMBH BA PRIVATE EQUITY GMBH BA/CA-LEASING BETEILIGUNGEN GMBH FINANZIARIE ROTTERDAM OLANDA X X FINANZIARIE ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X STRUMENTALI ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X STRUMENTALI PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE BAD HOMBURG GERMANIA X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X 38 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011

39 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo BA/CA-LEASING FINANZIERUNG GMBH BAC FIDUCIARIA SPA BA-CA ANDANTE LEASING GMBH BACA CENA IMMOBILIEN LEASING GMBH BACA CHEOPS LEASING GMBH BA-CA FINANCE (CAYMAN) II LIMITED BA-CA FINANCE (CAYMAN) LIMITED BACA HYDRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. BACA KOMMUNALLEASING GMBH BACA LEASING ALFA S.R.O. BACA LEASING CARMEN GMBH BA-CA LEASING DREI GARAGEN GMBH BACA LEASING GAMA S.R.O. BA-CA LEASING MAR IMMOBILIEN LEASING GMBH BA-CA LEASING MODERATO D.O.O. BACA LEASING UND BETEILGUNGSMANAGEMENT GMBH BA-CA MARKETS & INVESTMENT BETEILIGUNG GMBH BACA NEKRETNINE DOO BA-CA PRESTO LEASING GMBH BACA ROMUS IFN S.A. BACAL ALPHA DOO ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA BACAL BETA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA BACA-LEASING AQUILA INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING GEMINI INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING NERO INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING OMIKRON INGATLANHASZNOSTO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BACA-LEASING URSUS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BA-CREDITANSTALT LEASING ANGLA SP. Z O.O. BAL CARINA IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL DEMETER IMMOBILIEN LEASING GMBH FINANZIARIE DOGANA SAN MARINO X X FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X FINANZIARIE BANJA LUKA BOSNIA ERZEGOVINA X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X 39

40 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo BAL HESTIA IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL HORUS IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL HYPNOS IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL LETO IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL OSIRIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. BAL PAN IMMOBILIEN LEASING GMBH BAL SOBEK IMMOBILIEN LEASING GMBH BALEA SOFT GMBH & CO. KG BALEA SOFT VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH BANCA AGRICOLA COMMERCIALE DELLA R.S.M. S.P.A. BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING IMMOBILIENANLAGEN GMBH BANK AUSTRIA FINANZSERVICE GMBH BANK AUSTRIA GLOBAL INFORMATION SERVICES GMBH STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X BANCHE BORGO MAGGIORE SAN MARINO X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA HUNGARIA BETA LEASING KORLATOLT FELELOSSEGU TSRSASAG BANK AUSTRIA LEASING ARGO IMMOBILIEN LEASING GMBH BANK AUSTRIA LEASING HERA IMMOBILIEN LEASING GMBH FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X BANK AUSTRIA LEASING IKARUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. BANK AUSTRIA LEASING MEDEA IMMOBILIEN LEASING GMBH BANK AUSTRIA REAL INVEST CLIENT INVESTMENT GMBH BANK AUSTRIA REAL INVEST GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA REAL INVEST IMMOBILIEN- KAPITALANLAGE GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA WOHNBAUBANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X BANK PEKAO SA BANCHE VARSAVIA POLONIA X X BANKHAUS NEELMEYER AG BANCHE BREMA GERMANIA X X BARODA PIONEER ASSET MANAGEMENT COMPANY LTD BAULANDENTWICKLUNG GDST 1682/8 GMBH & CO OEG BDR ROMA PRIMA IRELAND LTD FINANZIARIE MUMBAI INDIA X X FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT DER BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING GMBH BIL LEASING-FONDS GMBH & CO VELUM KG BIL LEASING-FONDS VERWALTUNGS-GMBH BIL V & V VERMIETUNGS GMBH BLUE CAPITAL EQUITY GMBH BLUE CAPITAL FONDS GMBH FINANZIARIE STRUMENTALI FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X 40 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011

41 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo BORDER LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFTM.B.H. BREAKEVEN SRL BREWO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. BULBANK AUTO LEASING EOOD BULBANK LEASING EAD BV GRUNDSTUCKSENTWICKLUNGS-GMBH CABET-HOLDING-AKTIENGESELLSCHAFT CABO BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. CAC REAL ESTATE, S.R.O. CAC-IMMO SRO CAFU VERMOGENSVERWALTUNG GMBH & CO. OG CA-LEASING ALPHA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING BETA 2 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING DELTA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING EPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING EURO, S.R.O. CA-LEASING KAPPA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING LAMBDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING OMEGA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING OVUS S.R.O. CA-LEASING PRAHA S.R.O. CA-LEASING SENIOREN PARK GMBH CA-LEASING TERRA POSLOVANJE Z NEPREMICNINAMI D.O.O. CA-LEASING YPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CA-LEASING ZETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CALG 307 MOBILIEN LEASING GMBH CALG 443 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH FINANZIARIE VERONA ITALIA X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE FINANZIARIE PRAGA CESKE BUDEJOVICE REPUBBLICA CECA X X REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE FINANZIARIE PRAGA PRAGA REPUBBLICA CECA X X REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X 41

42 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo CALG 445 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG 451 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG ALPHA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG ANLAGEN LEASING GMBH CALG ANLAGEN LEASING GMBH & CO GRUNDSTUCKVERMIETUNG UND -VERWALTUNG KG CALG DELTA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG GAMMA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1050 WIEN, SIEBENBRUNNENGASSE OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1120 WIEN, SCHONBRUNNER SCHLOSS-STRASSE OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ACHT OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT FUNF OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT VIER OG CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ZEHN OG CALG MINAL GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH CAL-PAPIER INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG CAMERON GRANVILLE 2 ASSET MANAGEMENT INC CAMERON GRANVILLE 3 ASSET MANAGEMENT INC. CAMERON GRANVILLE ASSET MANAGEMENT (SPV-AMC), INC FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE TAGUIG FILIPPINE X X FINANZIARIE TAGUIG FILIPPINE X X FINANZIARIE TAGUIG FILIPPINE X X CARD COMPLETE SERVICE BANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X CARDS & SYSTEMS EDV-DIENSTLEISTUNGS GMBH CDM CENTRALNY DOM MAKLERSKI PEKAO SA CEAKSCH VERWALTUNGS GMBH FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X CENTRUM BANKOWOSCI BEZPOSREDNIEJ SPOLKA Z OGRANICZONA ODPOWIEDZIALNOSC CENTRUM KART SA CHARADE LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. CHEFREN LEASING GMBH CIVITAS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011 STRUMENTALI CRACOVIA POLONIA X X STRUMENTALI VARSAVIA POLONIA X X CJSC BANK SIBIR BANCHE OMSK CITY RUSSIA X X CLOSED JOINT-STOCK COMPANY UNICREDIT SECURITIES CO.RI.T. S.P.A. IN LIQUIDAZIONE FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X FINANZIARIE ROMA ITALIA X X 42

43 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo COFIRI S.P.A. IN LIQUIDAZIONE FINANZIARIE ROMA ITALIA X X COMMUNA - LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. CONTRA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. CORDUSIO FIDUCIARIA PER AZIONI DAB BANK AG DEBO LEASING IFN S.A. DINERS CLUB CEE HOLDING AG DINERS CLUB POLSKA SP.Z.O.O. FINANZIARIE MILANO ITALIA X X BANCHE BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X REPUBBLICA DINERS CLUB SLOVAKIA S.R.O. FINANZIARIE BRATISLAVA SLOVACCA X X DIREKTANLAGE.AT AG BANCHE SALISBURGO AUSTRIA X X DLV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. DOMUS CLEAN REINIGUNGS GMBH DOMUS FACILITY MANAGEMENT GMBH DUODEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EK MITTELSTANDSFINANZIERUNGS AG ENTASI SRL EUROFINANCE 2000 SRL EUROLEASE AMUN IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE ANUBIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE ISIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE MARDUK IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE RA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. EUROPA FACILITY MANAGEMENT LTD. STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X FINANZIARIE ROMA ITALIA X X FINANZIARIE ROMA ITALIA X X STRUMENTALI BUDAPEST UNGHERIA X X EUROPA FUND MANAGEMENT (EUROPA BEFEKTETESI ALAPKEZELO RT) EUROVENTURES-AUSTRIA-CA-MANAGEMENT GESMBH EXPANDA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FACTORBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE VIENNA AUSTRIA X X FAMILY CREDIT NETWORK SPA FINECO LEASING S.P.A. FINANZIARIE MILANO ITALIA X X FINANZIARIE BRESCIA ITALIA X X FINECO VERWALTUNG AG FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X FINECOBANK SPA BANCHE MILANO ITALIA X X FMC LEASING INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X 43

44 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo FMZ SAVARIA SZOLGALTATO KFT FMZ SIGMA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FOLIA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. FONDO SIGMA BANCHE ROMA ITALIA X X FOOD & MORE GMBH FUGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X G.N.E. GLOBAL GRUNDSTUCKSVERWERTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. GALA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. GBS GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. GEBAUDELEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. GEMEINDELEASING GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT SIMON BESCHRANKT HAFTENDE KOMMANDITGESELLSCHAF GRUNDSTUCKSVERWALTUNG LINZ-MITTE GMBH GUS CONSULTING GMBH GYOR BEVASARLOKOZPONT INGATLANBERUHAZO ES UZEMELTETO KORLATOLT FELELOSSEGU TAESASAG H.F.S. HYPO-FONDSBETEILIGUNGEN FUR SACHWERTE GMBH HERKU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. HOKA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. HONEU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. HUMAN RESOURCES SERVICE AND DEVELOPMENT GMBH HVB - LEASING PLUTO KFT HVB ALTERNATIVE ADVISORS LLC HVB ASIA LIMITED HVB ASSET LEASING LIMITED HVB ASSET MANAGEMENT HOLDING GMBH HVB AUTO LEASING EOOD HVB CAPITAL ASIA LIMITED HVB CAPITAL LLC HVB CAPITAL LLC II HVB CAPITAL LLC III STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE SINGAPORE SINGAPORE X X FINANZIARIE FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE HONG KONG CINA X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X 44 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011

45 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo HVB CAPITAL LLC VI HVB CAPITAL LLC VIII HVB CAPITAL PARTNERS AG HVB EXPORT LEASING GMBH HVB FIERO LEASING EOOD HVB FINANCE LONDON LIMITED HVB FUNDING TRUST HVB FUNDING TRUST II HVB FUNDING TRUST III HVB FUNDING TRUST VIII HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE BETEILIGUNGS GMBH HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE MBH & CO KG HVB GLOBAL ASSETS COMPANY (GP), LLC HVB GLOBAL ASSETS COMPANY L.P. HVB HONG KONG LIMITED HVB IMMOBILIEN AG HVB INTERNATIONAL ASSET LEASING GMBH HVB INVESTMENTS (UK) LIMITED HVB LEASING CZECH REPUBLIC S.R.O. HVB LEASING MAX INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB LEASING OOD HVB LONDON INVESTMENTS (AVON) LIMITED HVB LONDON INVESTMENTS (CAM) LIMITED HVB PRINCIPAL EQUITY GMBH HVB PROJEKT GMBH HVB REALTY CAPITAL INC. HVB SECUR GMBH HVB SUPER LEASING EOOD HVB TECTA GMBH HVB VERWA 1 GMBH HVB VERWA 4 GMBH HVB VERWA 4.4 GMBH FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X STRUMENTALI STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X FINANZIARIE HONG KONG CINA X X FINANZIARIE FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE GEORGE TOWN ISOLE CAYMAN X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE LONDRA LONDRA GRAN BRETAGNA X X GRAN BRETAGNA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X 45

46 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo HVBFF INTERNATIONAL GREECE GMBH HVBFF INTERNATIONALE LEASING GMBH HVBFF OBJEKT BETEILIGUNGS GMBH HVBFF PRODUKTIONSHALLE GMBH I.L. FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X HVB-LEASING AIDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING ATLANTIS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING DANTE INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING FIDELIO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING FORTE INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING GARO KFT FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING HAMLET INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING JUPITER KFT HVB-LEASING LAMOND INGATLANHASZNOSITO KFT. HVB-LEASING MAESTOSO INGATLANHASZNOSITO KFT. HVB-LEASING NANO KFT FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING OTHELLO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING ROCCA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG HVB-LEASING RUBIN KFT. HVB-LEASING SMARAGD KFT. FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING SPORT INGATLANHASZNOSITO KOLATPOT FEOEOASSEGU TARSASAG HVB-LEASING ZAFIR KFT. HVZ GMBH & CO. OBJEKT KG HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH HYPOVEREINS IMMOBILIEN EOOD HYPOVEREINSFINANCE N.V. IMMOBILIEN RATING GMBH IMMOBILIENLEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. INPROX CHOMUTOV, S.R.O. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011 FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X STRUMENTALI STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X STRUMENTALI SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X 46

47 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo INPROX KARLOVY VARY, S.R.O. INPROX KLADNO, S.R.O. INPROX POPRAD, SPOL. S.R.O. INPROX SR I., SPOL. S R.O. INTERKONZUM DOO SARAJEVO INTERNATIONALES IMMOBILIEN-INSTITUT GMBH INTRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. IRFIS - FINANZIARIA PER LO SVILUPPO DELLA SICILIA S.P.A. FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE PRAGA PRAGA BRATISLAVA BRATISLAVA SARAJEVO REPUBBLICA CECA X X REPUBBLICA CECA X X REPUBBLICA SLOVACCA X X REPUBBLICA SLOVACCA X X BOSNIA ERZEGOVINA X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE PALERMO ITALIA X X JAUSERN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. JSC ATF BANK BANCHE ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X KADMOS IMMOBILIEN LEASING GMBH KINABALU FINANCIAL PRODUCTS LLP KINABALU FINANCIAL SOLUTIONS LTD KLEA ZS-IMMOBILIENVERMIETUNG G.M.B.H. KLEA ZS-LIEGENSCHAFTSVERMIETUNG G.M.B.H. KUNSTHAUS LEASING GMBH KUTRA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. LAGERMAX LEASING GMBH LAGEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LARGO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LASSALLESTRASSE BAU-, PLANUNGS-, ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. FINANZIARIE FINANZIARIE LONDRA LONDRA GRAN BRETAGNA X X GRAN BRETAGNA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X LEASFINANZ BANK GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X LEASFINANZ GMBH LEGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LELEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LF BETEILIGUNGEN GMBH LIFE MANAGEMENT ERSTE GMBH LIFE MANAGEMENT ZWEITE GMBH LIMITED LIABILITY COMPANY B.A. REAL ESTATE LINO HOTEL-LEASING GMBH LIPARK LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LIVA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. LLC AI LINE FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE GRUNWALD GERMANIA X X STRUMENTALI MOSCA RUSSIA X X FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X 47

48 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo LOCALMIND SPA LOCAT CROATIA DOO LOWES LIMITED LTD SI&C AMC UKRSOTS REAL ESTATE M. A. V. 7., BANK AUSTRIA LEASING BAUTRAGER GMBH & CO.OHG. M.A.I.L. FINANZBERATUNG GESELLSCHAFT M.B.H. MARKETING ZAGREBACKE BANKE DOO MBC IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI MILANO ITALIA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE NICOSIA CIPRO X X FINANZIARIE KIEV UCRAINA X X STRUMENTALI ZAGABRIA CROAZIA X X MENUETT GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. MERKURHOF GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X MEZZANIN FINANZIERUNGS AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X MIK BETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG MIK INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG MM OMEGA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH MOBILITY CONCEPT GMBH MOGRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. MOVIE MARKET BETEILIGUNGS GMBH FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE OBERHACHING GERMANIA X X FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X NAGE LOKALVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. NATA IMMOBILIEN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. NO. HYPO LEASING ASTRICTA GRUNDSTUCKVERMIETUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. OCT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H OLG HANDELS- UND BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. OOO UNICREDIT LEASING ORESTOS IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH & CO OG PARZHOF-ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. PAZONYI'98 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X PEKAO BANK HIPOTECZNY S.A. BANCHE VARSAVIA POLONIA X X PEKAO FAKTORING SP. ZOO PEKAO FINANCIAL SERVICES SP. ZOO PEKAO FUNDUSZ KAPITALOWY SP. ZOO FINANZIARIE LUBLIN POLONIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X 48 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011

49 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo PEKAO LEASING HOLDING S.A. PEKAO LEASING SP ZO.O. PEKAO PIONEER P.T.E. SA PELOPS LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PESTSZENTIMREI SZAKORVOSI RENDELO KFT. PIANA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT (BERMUDA) LIMITED PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT LTD PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT SGR PA PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (ISRAEL) LTD PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (NEW YORK) LTD PIONEER ASSET MANAGEMENT AS PIONEER ASSET MANAGEMENT S.A.I. S.A. PIONEER ASSET MANAGEMENT SA PIONEER FUNDS DISTRIBUTOR INC PIONEER GLOBAL ASSET MANAGEMENT SPA PIONEER GLOBAL FUNDS DISTRIBUTOR LTD PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (AUSTRALIA) PTY LIMITED PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (HK) LIMITED IN LIQUIDATION PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (TAIWAN) LTD. PIONEER GLOBAL INVESTMENTS LIMITED PIONEER INSTITUTIONAL ASSET MANAGEMENT INC PIONEER INVESTMENT COMPANY AS PIONEER INVESTMENT FUND MANAGEMENT LIMITED PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT INC PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LIMITED PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LLC PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SHAREHOLDER SERVICES INC. PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SOC. DI GESTIONE DEL RISPARMIO PER AZ PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT USA INC. PIONEER INVESTMENTS AG FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE HAMILTON BERMUDA X X FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X FINANZIARIE MILANO ITALIA X X FINANZIARIE RAMAT GAN. ISRAELE X X FINANZIARIE DOVER U.S.A. X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X FINANZIARIE BOSTON U.S.A. X X FINANZIARIE MILANO ITALIA X X FINANZIARIE HAMILTON BERMUDA X X FINANZIARIE SYDNEY AUSTRALIA X X FINANZIARIE HONG KONG CINA X X FINANZIARIE TAIPEI TAIWAN X X FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X FINANZIARIE BOSTON U.S.A. X X FINANZIARIE MILANO ITALIA X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE BERNA SVIZZERA X X PIONEER INVESTMENTS AUSTRIA GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X 49

50 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo PIONEER INVESTMENTS KAPITALANLAGEGESELLSCHAFT MBH FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X PIONEER PEKAO INVESTMENT FUND COMPANY SA (POLISH NAME: PIONEER PEKAO TFI SA) PIONEER PEKAO INVESTMENT MANAGEMENT SA POLLUX IMMOBILIEN G.M.B.H. POMINVEST DD PORTIA GRUNDSTUCKS- VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. OBJEKT KG FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X STRUMENTALI SPLIT CROAZIA X X STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X PORTIA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG POSATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PRELUDE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. PRIM Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. PRIVATE JOINT STOCK COMPANY FERROTRADE INTERNATIONAL PROJEKT-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE KIEV UCRAINA X X PRVA STAMBENA STEDIONICA DD ZAGREB BANCHE ZAGABRIA CROAZIA X X PUBLIC JOINT STOCK COMPANY UKRSOTSBANK BANCHE KIEV UCRAINA X X PUBLIC JOINT STOCK COMPANY UNICREDIT BANK BANCHE KIEV UCRAINA X X QUADEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. QUART Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. QUERCIA FUNDING SRL QUINT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. & CO OG REAL ESTATE MANAGEMENT POLAND SP. Z O.O. REAL INVEST IMMOBILIEN GMBH FINANZIARIE VERONA ITALIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X REAL-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. REAL-RENT LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. REDSTONE MORTGAGES LIMITED REGEV REALITATENVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. RIGEL IMMOBILIEN GMBH RONDO LEASING GMBH RSB ANLAGENVERMIETUNG GESELLSCHAFT M.B.H. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011 FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X 50

51 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo SALVATORPLATZ- GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH SALVATORPLATZ- GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHG SAARLAND SALVATORPLATZ- GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHG VERWALTUNGSZENTRUM SAS-REAL KFT. STRUMENTALI STRUMENTALI STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X STRUMENTALI BUDAPEST UNGHERIA X X SCHOELLERBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE VIENNA AUSTRIA X X SCHOELLERBANK INVEST AG SECA-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SEDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SEXT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H SHS LEASING GMBH SIA UNICREDIT LEASING SIGMA LEASING GMBH SIRIUS IMMOBILIEN GMBH FINANZIARIE SALISBURGO AUSTRIA X X FINANZIARIE RIGA LATVIA X X ITALIANA GESTIONE ED INCASSO CREDITI S.P.A. IN LIQUIDAZIONE SOFIGERE SOCIETE PAR ACTIONS SIMPLIFIEE SOFIPA DI GESTIONE DEL RISPARMIO (SGR) S.P.A. SOLOS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. SIRIUS BETEILIGUNGS KG SONATA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. SPECTRUM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. SRQ FINANZPARTNER AG STATUS VERMOGENSVERWALTUNG GMBH STEWE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. STRUCTURED INVEST SOCIETE ANONYME STRUCTURED LEASE GMBH TELEDATA CONSULTING UND SYSTEMMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H. TERRONDA DEVELOPMENT B.V. TERZ Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. TIVOLI GRUNDSTUCKS-AKTIENGESELLSCHAFT TREDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. TREUCONSULT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. STRUMENTALI ROMA ITALIA X X STRUMENTALI PARIGI FRANCIA X X FINANZIARIE ROMA ITALIA X X FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE BERLINO GERMANIA X X FINANZIARIE SCHWERIN GERMANIA X X FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X 51

52 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo TREVI FINANCE N. 2 S.P.A. TREVI FINANCE N. 3 S.R.L. TREVI FINANCE S.P.A. FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE CONEGLIANO (TREVISO) ITALIA X X CONEGLIANO (TREVISO) ITALIA X X CONEGLIANO (TREVISO) ITALIA X X TRINITRADE VERMOGENSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG UCL NEKRETNINE D.O.O. UFFICIUM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. UGIS AUSTRIA GMBH UNI IT SRL UNICOM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. UNICREDIT (CHINA) ADVISORY LIMITED UNICREDIT AUDIT CONSORTILE PER AZIONI UNICREDIT AURORA LEASING GMBH UNICREDIT AUTO LEASING E.O.O.D. FINANZIARIE FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X SARAJEVO UNICREDIT BANK AD BANJA LUKA BANCHE BANJA LUKA BOSNIA ERZEGOVINA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X STRUMENTALI TRENTO ITALIA X X FINANZIARIE PECHINO CINA X X STRUMENTALI MILANO ITALIA X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X BOSNIA ERZEGOVINA X X UNICREDIT BANK AG BANCHE BAVIERA GERMANIA X X UNICREDIT BANK AUSTRIA AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT BANK CZECH REPUBLIC A.S. BANCHE PRAGA REPUBBLICA CECA X X UNICREDIT BANK DD BANCHE MOSTAR BOSNIA ERZEGOVINA X X UNICREDIT BANK HUNGARY ZRT. BANCHE BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT BANK IRELAND PLC BANCHE DUBLINO IRLANDA X X UNICREDIT BANK OJSC BANCHE BISHKEK KIRGHIZISTAN X X UNICREDIT BANK SERBIA JSC BANCHE BELGRADO SERBIA X X REPUBBLICA UNICREDIT BANK SLOVAKIA AS BANCHE BRATISLAVA SLOVACCA X X UNICREDIT BANKA SLOVENIJA D.D. BANCHE LJUBLJANA SLOVENIA X X UNICREDIT BETEILIGUNGS GMBH FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X UNICREDIT BPC MORTGAGE S.R.L. FINANZIARIE VERONA ITALIA X X UNICREDIT BULBANK AD BANCHE SOFIA BULGARIA X X UNICREDIT BUSINESS PARTNER GMBH UNICREDIT BUSINESS PARTNER S.R.O. UNICREDIT BUSINESS PARTNER CONSORTILE PER AZIONI UNICREDIT CA IB ROMANIA SRL UNICREDIT CA IB SECURITIES ROMANIA S.A. UNICREDIT CAIB CZECH REPUBLIC AS UNICREDIT CAIB HUNGARY LTD UNICREDIT CAIB POLAND S.A. STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X STRUMENTALI STRUMENTALI PRAGA REPUBBLICA CECA X X COLOGNO MONZESE ITALIA X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X 52 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011

53 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo UNICREDIT CAIB SECURITIES UK LTD. UNICREDIT CAIB SERBIA LTD BELGRADE UNICREDIT CAIB SLOVAKIA, A.S. UNICREDIT CAIB SLOVENIJA DOO UNICREDIT CAPITAL MARKETS LLC UNICREDIT CONSUMER FINANCING AD UNICREDIT CONSUMER FINANCING IFN S.A. FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X FINANZIARIE BELGRADO SERBIA X X FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA SLOVACCA X X FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK SPA BANCHE VERONA ITALIA X X UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT IMMOBILIARE S.P.A. UNICREDIT DELAWARE INC UNICREDIT DIRECT SERVICES GMBH UNICREDIT FACTORING EAD UNICREDIT FACTORING SPA UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. UNICREDIT GARAGEN ERRICHTUNG UND VERWERTUNG GMBH UNICREDIT GLOBAL BUSINESS SERVICES GMBH STRUMENTALI VERONA ITALIA X X FINANZIARIE DOVER U.S.A. X X STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE MILANO ITALIA X X FINANZIARIE FINANZIARIE PRAGA BRATISLAVA REPUBBLICA CECA X X REPUBBLICA SLOVACCA X X STRUMENTALI BAVIERA GERMANIA X X UNICREDIT GLOBAL INFORMATION SERVICES SOCIETA CONSORTILE PER AZIONI UNICREDIT GLOBAL LEASING EXPORT GMBH UNICREDIT GLOBAL LEASING PARTICIPATION MANAGEMENT GMBH UNICREDIT INGATLANLIZING ZRT STRUMENTALI MILANO ITALIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT INTERNATIONAL BANK (LUXEMBOURG) SA BANCHE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X UNICREDIT JELZALOGBANK ZRT. BANCHE BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT KFZ LEASING GMBH UNICREDIT LEASING (AUSTRIA) GMBH UNICREDIT LEASING AD UNICREDIT LEASING AVIATION GMBH UNICREDIT LEASING BAUTRAGER GMBH UNICREDIT LEASING CORPORATION IFN S.A. UNICREDIT LEASING CROATIA D.O.O. ZA LEASING UNICREDIT LEASING CZ, A.S. FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X BOSNIA UNICREDIT LEASING D.O.O. FINANZIARIE SARAJEVO ERZEGOVINA X X UNICREDIT LEASING FINANCE GMBH BANCHE AMBURGO GERMANIA X X 53

54 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo UNICREDIT LEASING FLEET MANAGEMENT S.R.L. UNICREDIT LEASING FUHRPARKMANAGEMENT GMBH UNICREDIT LEASING GMBH UNICREDIT LEASING HUNGARY ZRT UNICREDIT LEASING IMMOTRUCK ZRT. UNICREDIT LEASING KFT UNICREDIT LEASING LUNA KFT UNICREDIT LEASING MARS KFT UNICREDIT LEASING REAL ESTATE S.R.O. UNICREDIT LEASING ROMANIA S.A. UNICREDIT LEASING S.P.A. UNICREDIT LEASING SLOVAKIA A.S. UNICREDIT LEASING SRBIJA D.O.O. BEOGRAD UNICREDIT LEASING TECHNIKUM GMBH UNICREDIT LEASING TOB UNICREDIT LEASING URANUS KFT UNICREDIT LEASING, LEASING, D.O.O. UNICREDIT LONDON INVESTMENTS LIMITED UNICREDIT LUNA LEASING GMBH FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA SLOVACCA X X FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X FINANZIARIE BOLOGNA ITALIA X X FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA SLOVACCA X X FINANZIARIE BELGRADO SERBIA X X FINANZIARIE KIEV UCRAINA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X UNICREDIT LUXEMBOURG FINANCE SA FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X UNICREDIT LUXEMBOURG S.A. BANCHE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X UNICREDIT MEDIOCREDITO CENTRALE S.P.A. BANCHE ROMA ITALIA X X UNICREDIT MERCHANT S.P.A. UNICREDIT MOBILIEN LEASING GMBH UNICREDIT PEGASUS LEASING GMBH UNICREDIT POLARIS LEASING GMBH UNICREDIT REAL ESTATE CONSORTILE PER AZIONI UNICREDIT RENT D.O.O. BEOGRAD UNICREDIT SECURITIES INTERNATIONAL LIMITED TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011 FINANZIARIE ROMA ITALIA X X STRUMENTALI GENOVA ITALIA X X FINANZIARIE BELGRADO SERBIA X X FINANZIARIE NICOSIA CIPRO X X UNICREDIT TECHRENT LEASING GMBH UNICREDIT TIRIAC BANK S.A. BANCHE BUCAREST ROMANIA X X UNICREDIT U.S. FINANCE LLC UNICREDIT ZEGA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. UNICREDIT-LEASING HOMONNA INGATLNHASZNOSITO KFT FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X 54

55 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo UNICREDIT-LEASING HOSPES KFT UNICREDIT-LEASING MIDAS INGATLANHASZNOSITO KARLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG UNICREDIT-LEASING NEPTUNUS KFT UNICREDIT-LEASING ORION INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG UNICREDIT-LEASING SATURNUS KFT UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST III UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST IV UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC III UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC IV UNIMANAGEMENT SCARL UPI POSLOVNI SISTEM DOO US PROPERTY INVESTMENTS INC. VANDERBILT CAPITAL ADVISORS LLC VAPE COMMUNA LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H. VERBA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH VERWALTUNGSGESELLSCHAFT KATHARINENHOF MBH WEALTH MANAGEMENT CAPITAL HOLDING GMBH WEALTHCAP INITIATOREN GMBH WEALTHCAP INVESTORENBETREUUNG GMBH WEALTHCAP PEIA KOMPLEMENTAR GMBH WEALTHCAP PEIA MANAGEMENT GMBH WEALTHCAP REAL ESTATE MANAGEMENT GMBH WEALTHCAP STIFTUNGSTREUHAND GMBH WOM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. XELION DORADCY FINANSOWI SP. ZOO Z LEASING ALFA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING ARKTUR IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING AURIGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING CORVUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING DORADO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING DRACO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING GAMA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X FINANZIARIE NEWARK U.S.A. X X FINANZIARIE NEWARK U.S.A. X X FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X STRUMENTALI TORINO ITALIA X X STRUMENTALI SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X FINANZIARIE DALLAS U.S.A. X X FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X 55

56 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Z LEASING GEMINI IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING HEBE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING HERCULES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING IPSILON IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING ITA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING JANUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING KALLISTO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING KAPA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING LYRA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING NEREIDE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING OMEGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING PERSEUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING SCORPIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING TAURUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING VENUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. Z LEASING VOLANS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011 ZAGREB NEKRETNINE DOO STRUMENTALI ZAGABRIA CROAZIA X X ZAGREBACKA BANKA DD BANCHE ZAGABRIA CROAZIA X X ZANE BH DOO ZAO IMB-LEASING STRUMENTALI SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X ZAO LOCAT LEASING RUSSIA FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X ZAO UNICREDIT BANK BANCHE MOSCA RUSSIA X X ZB INVEST DOO BA HYPO FINANCIRANJE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRET- NINAMA EUROLEASE FINANCE, D.O.O. FIDES LEASING GMBH HYBA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRTNINAMA HYPO-BA LEASING SUD GMBH HYPO-BA PROJEKT, FINANCIRANJE D.O.O. HYPO-BA ZAGREB D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA INFORMATIONS-TECHNOLOGIE AUSTRIA GMBH IN LIQ. INPROX LEASING, NEPREMICNINE, D.O.O. INPROX OSIJEK D.O.O. KOC FINANSAL HIZMETLER AS FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE KLAGENFURT AUSTRIA X X FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X FINANZIARIE LJUBLJANA SLOVENIA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X 56

57 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo MONTREAL NEKRETNINE D.O.O. ORBIT ASSET MANAGEMENT LIMITED RCI FINANCIAL SERVICES S.R.O. STICHTING CUSTODY SERVICES KBN SYNERGA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNIN-AMA UNICREDIT MENKUL DEGERLER AS YAPI KREDI B TIPI YATIRIM ORTAKLIGI AS FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE HAMILTON BERMUDA X X FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X YAPI KREDI BANK AZERBAIJAN CLOSED JOINT STOCK COMPANY BANCHE BAKU AZERBAIGIAN X X YAPI KREDI BANK NEDERLAND N.V. BANCHE AMSTERDAM OLANDA X X YAPI KREDI DIVERSIFIED PAYMENT RIGHTS FINANCE COMPANY BANCHE ISTANBUL TURCHIA X X YAPI KREDI FAKTORING AS YAPI KREDI FINANSAL KIRALAMA AO FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X YAPI KREDI HOLDING BV FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X YAPI KREDI MOSCOW BANCHE MOSCA RUSSIA X X YAPI KREDI PORTFOY YONETIMI AS FINANZIARIE BARBAROS TURCHIA X X YAPI KREDI YATIRIM MENKUL DEGERLER AS FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X YAPI VE KREDI BANKASI AS BANCHE ISTANBUL TURCHIA X X A&T-PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. POTSDAMER PLATZ BERLIN KG ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. OBERBAUM CITY KG ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. PARKKOLONNADEN KG ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. STUTTGART KRONPRINZSTRASSE KG AGROB IMMOBILIEN AG BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X GRUNWALD GERMANIA X X GRUNWALD GERMANIA X X ISMANING GERMANIA X X AIRPLUS AIR TRAVEL CARD VERTRIEBSGESELLSCHAFT M.B.H. BANCHE VIENNA AUSTRIA X X ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJE DOBROVOLJNIM ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJIE OBVEZNIM ANGER MACHINING GMBH ANTUS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X TRAUN AUSTRIA X X BAVIERA GERMANIA X X ARGENTAURUS IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH ARRONDA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH ARTIST MARKETING ENTERTAINMENT GMBH ATLANTERRA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH AUFBAU DRESDEN GMBH BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X VIENNA AUSTRIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X 57

58 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo AVIVA SPA AWT HANDELS GESELLSCHAFT M.B.H. AWT INTERNATIONAL TRADE GMBH BA-CA INFRASTRUCTURE FINANCE ADVISORY GMBH BA-CA WIEN MITTE HOLDING GMBH BA-CA-GEBAUDEVERMIETUNGSGMBH BANK AUSTRIA IMMOBILIENSERVICE GMBH ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) MILANO ITALIA X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X BANK FUR TIROL UND VORARLBERG AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE INNSBRUCK AUSTRIA X X BANQUE DE COMMERCE ET DE PLACEMENTS SA BANCHE GINEVRA SVIZZERA X X BDK CONSULTING LUCK UCRAINA X X BIL IMMOBILIEN FONDS GMBH & CO OBJEKT PERLACH KG BAVIERA GERMANIA X X BKS BANK AG (EHEM.BANK FUR KARNTEN UND STEIERMARK AG) BANCHE KLAGENFURT AUSTRIA X X BLUE CAPITAL EQUITY MANAGEMENT GMBH AMBURGO GERMANIA X X BLUE CAPITAL EUROPA IMMOBILIEN GMBH & CO. ACHTE OBJEKTE GROBRITANNIEN KG BLUE CAPITAL USA IMMOBILIEN VERWALTUNGS GMBH BV GRUNDSTUCKSENTWICKLUNGS-GMBH & CO. VERWALTUNGS-KG CA IMMOBILIEN ANLAGEN AKTIENGESELLSCHAFT CASH SERVICE COMPANY CBD INTERNATIONAL SP.ZO.O. CENTAR KAPTOL DOO CENTER HEINRICH-COLLIN-STRASSE1 VERMIETUNGS GMBH U.CO KEG CENTRAL EUROPEAN CONFECTIONERY HOLDINGS B.V. CENTRAL POLAND FUND LLC CHRISTOPH REISEGGER GESELLSCHAFT M.B.H. CNP UNICREDIT VITA S.P.A. COMPAGNIA ITALPETROLI S.P.A. CONSORZIO SE.TEL. SERVIZI TELEMATICI IN LIQUIDAZIONE CREDANTI HOLDINGS LIMITED CREDITRAS ASSICURAZIONI SPA AMBURGO GERMANIA X X AMBURGO GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X VIENNA AUSTRIA X X SOFIA BULGARIA X X VARSAVIA POLONIA X X ZAGABRIA CROAZIA X X VIENNA AUSTRIA X X AMSTERDAM OLANDA X X FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X VIENNA AUSTRIA X X ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) MILANO ITALIA X X ROMA ITALIA X X NAPOLI ITALIA X X NICOSIA CIPRO X X ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) MILANO ITALIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

59 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo CREDITRAS VITA SPA CRIVELLI SRL CUMTERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH DA VINCI S.R.L. DBC SP. ZOO DC ELEKTRONISCHE ZAHLUNGSSYSTEME GMBH ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) MILANO ITALIA X X MILANO ITALIA X X BAVIERA GERMANIA X X ROMA ITALIA X X VARSAVIA POLONIA X X VIENNA AUSTRIA X X DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. GROSSKUGEL BAUABSCHNITT ALPHA MANAGEMENT KG DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. GROSSKUGEL BAUABSCHNITT BETA MANAGEMENT KG BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. GROSSKUGEL BAUABSCHNITT GAMMA MANAGEMENT KG DIRANA LIEGENSCHAFTSVERWERTUNGSGESELLSCHAFT MBH DRITTE UNIPRO IMMOBILIEN- PROJEKTIERUNGSGES.M.B.H. ENDERLEIN & CO. GMBH ERSTE ONSHORE WINDKRAFT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. WINDPARK GREFRATH KG ERSTE ONSHORE WINDKRAFT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. WINDPARK MOSE KG BAVIERA GERMANIA X X VIENNA AUSTRIA X X BERLINO GERMANIA X X BIELEFELD GERMANIA X X OLDENBURG GERMANIA X X OLDENBURG GERMANIA X X ERSTE UNIPRO IMMOBILIEN- PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFTM.B.H. EUROPROGETTI & FINANZA S.P.A. IN LIQUIDAZIONE FIDIA SGR SPA FORSTINGER HANDEL UND SERVICE GMBH G.B.S. - GENERAL BROKER SERVICE S.P.A. GIMMO IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH GOLF- UND COUNTRY CLUB SEDDINER SEE IMMOBILIEN GMBH GRAND CENTRAL RE LIMITED GRUNDSTUCKSAKTIENGESELLSCHAFT AM POTSDAMER PLATZ (HAUS VATERLAND) GRUWA GRUNDBAU UND WASSERBAU GMBH H & B IMMOBILIEN GMBH & CO. OBJEKTE KG BERLINO GERMANIA X X FINANZIARIE ROMA ITALIA X X FINANZIARIE MILANO ITALIA X X VIENNA AUSTRIA X X FINANZIARIE ROMA ITALIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) HAMILTON BERMUDA X X BAVIERA GERMANIA X X BERLINO GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X 59

60 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo H.F.S. IMMOBILIENFONDS GMBH HAWA GRUNDSTUCKS GMBH & CO. OHG HOTELVERWALTUNG HAWA GRUNDSTUCKS GMBH & CO. OHG IMMOBILIENVERWALTUNG HOLDING SP. Z.O.O. (IN LIQUIDATION) HVB EXPERTISE GMBH HVB LIFE SCIENCE GMBH & CO. BETEILIGUNGS- KG HVB PROFIL GESELLSCHAFT FUR PERSONALMANAGEMENT MBH HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH & CO. KG OBJEKT ARABELLASTRASSE HYPO-REAL HAUS- UND GRUNDBESITZ GESELLSCHAFT MBH & CO. IMMOBILIEN- VERMIETUNGS KG I-FABER SPA IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE 4 GBR IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE WITTENBERGE GBR INCONTRA ASSICURAZIONI S.P.A. INTERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH IPG-INDUSTRIEPARK GYOR PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. IPSE 2000 S.P.A. (IN LIQUIDAZIONE) ISB UNIVERSALE BAU GMBH ISTRA D.M.C. DOO ISTRATURIST UMAG, HOTELIJERSTVO TURIZAM I TURISTICKA AGENCIJA DD IVONA BETEILIGUNGSVERWALTUNG GMBH JOHA GEBAUDE-ERRICHTUNGS-UND VERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBH KAISERWASSER ERRICHTUNGS- UND BETRIEBSGESELLSCHAFT MBH KAPITAL-BETEILIGUNGS AKTIENGESELLSCHAFT KELLER CROSSING L.P. KRAJOWA IZBA ROZLICZENIOWA SA KSG KARTEN-VERRECHNUNGS- UND SERVICEGESELLSCHAFT M.B.H. LIFE SCIENCE I BETEILIGUNGS GMBH LLC UKROTSBUD BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X VARSAVIA POLONIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X MILANO ITALIA X X BERLINO GERMANIA X X BERLINO GERMANIA X X ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) MILANO ITALIA X X BAVIERA GERMANIA X X GERASDORF AUSTRIA X X ROMA ITALIA X X BRANDENBURGO GERMANIA X X UMAG CROAZIA X X UMAG CROAZIA X X VIENNA AUSTRIA X X LEONDING AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X ATLANTA U.S.A. X X FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X VIENNA AUSTRIA X X BAVIERA GERMANIA X X KIEV UCRAINA X X M.A.I.L. BETEILIGUNGSMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B. H. & CO. MCL THETA K VIENNA AUSTRIA X X MARINA CITY ENTWICKLUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X X MARINA TOWER HOLDING GMBH VIENNA AUSTRIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

61 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo MC MARKETING GMBH MC RETAIL GMBH VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X MEDIOBANCA BANCA DI CREDITO FINANZIARIO SPA BANCHE MILANO ITALIA X X MILLETERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH MOC VERWALTUNGS GMBH & CO. IMMOBILIEN KG MOLL HOLDING GESELLSCHAFT MBH MULTIPLUS CARD DOO ZA PROMIDZBU I USLUGE MY BETEILIGUNGS GMBH NF OBJEKT FFM GMBH NF OBJEKT MUNCHEN GMBH BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X ZAGABRIA CROAZIA X X VIENNA AUSTRIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X NF OBJEKTE BERLIN GMBH BAVIERA GERMANIA X X NOTARTREUHANDBANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X NXP CO-INVESTMENT PARTNERS VIII L.P. LONDRA GRAN BRETAGNA X X OAK RIDGE INVESTMENT LLC FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X OBERBANK AG BANCHE LINZ AUSTRIA X X OECLB HOLDING GMBH IN LIQ. VIENNA AUSTRIA X X OESTERREICHISCHE KONTROLLBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE VIENNA AUSTRIA X X OMNIA GRUNDSTUCKS-GMBH & CO. OBJEKT EGGENFELDENER STRASSE KG OMNIA GRUNDSTUCKS-GMBH & CO. OBJEKT HAIDENAUPLATZ KG BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X OSTERREICHISCHE HOTEL- UND TOURISMUSBANK GESELLSCHAFT M.B.H. BANCHE VIENNA AUSTRIA X X OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. CENTERPARK KG OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. GEWERBEPARK KG BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X PAPCEL AS LITOVEL REPUBBLICA CECA X X PAYLIFE BANK GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X PEKAO TELECENTRUM SP. ZOO CRACOVIA POLONIA X X PIRELLI PEKAO REAL ESTATE SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X PLANETHOME AG UNTERFOHRING GERMANIA X X PLANETHOME GMBH MANNHEIM GERMANIA X X PMG BAUPROJEKTMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H. & CO FINANZIERUNGS OEG RANA-LIEGENSCHAFTSVERWERTUNG GMBH RHOTERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH RONCASA IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH SANITA' - S.R.L. IN LIQUIDAZIONE SIA SPA VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X ROMA ITALIA X X MILANO ITALIA X X 61

62 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo SIMON VERWALTUNGS-AKTIENGESELLSCHAFT I.L. SIRIUS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH DI GESTIONI ESATTORIALI IN SICILIA SO.G.E.SI. S.P.A. IN LIQ. GESTIONE PER IL REALIZZO SPA IN LIQUIDAZIONE SOLARIS VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG SVILUPPO GLOBALE GEIE SW HOLDING SPA T & P FRANKFURT DEVELOPMENT B.V. T & P VASTGOED STUTTGART B.V. BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X PALERMO ITALIA X X ROMA ITALIA X X BAVIERA GERMANIA X X ROMA ITALIA X X ROMA ITALIA X X AMSTERDAM OLANDA X X AMSTERDAM OLANDA X X TERRENO GRUNDSTUCKSVERWALTUNG GMBH & CO. ENTWICKLUNGS- UND FINANZIERUNGSVERMITTLUNGS-KG TORRE SGR S.P.A. TRANSTERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE ROMA ITALIA X X BAVIERA GERMANIA X X TRICASA GRUNDBESITZ GESELLSCHAFT MBH & CO. 1. VERMIETUNGS KG BAVIERA GERMANIA X X TRICASA GRUNDBESITZGESELLSCHAFT DES BURGERLICHEN RECHTS NR. 1 TRIESTE ADRIATIC MARITIME INITIATIVES SRL UCTAM BALTICS SIA UCTAM RK LIMITED LIABILITY COMPANY UCTAM RO SRL UCTAM RU LIMITED LIABILITY COMPANY UCTAM UKRAINE LLC UCTAM UPRAVLJANJE DOO UIB UNIVERSALE BAU HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. UNICREDIT LOGISTICS SRL UNICREDIT TURN-AROUND MANAGEMENT CEE GMBH UNICREDIT TURN-AROUND MANAGEMENT GMBH UNIVERSALE BUCHHOLZ GBR UNIVERSALE INTERNATIONAL GESELLSCHAFT M.B.H. UNIVERSALE INTERNATIONAL POLAND SP.ZO.O. UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTMANAGEMENT GMBH UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTSZERVEZESI KFT. UNIVERSALE INTERNATIONAL REALITATEN GMBH UNIVERSALE INTERNATIONAL SPOL S.R.O., PRAG TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2011 BAVIERA GERMANIA X X TRIESTE ITALIA X X RIGA LATVIA X X ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X BUCAREST ROMANIA X X MOSCA RUSSIA X X KIEV UCRAINA X X LJUBLJANA SLOVENIA X X BRANDENBURGO GERMANIA X X VERONA ITALIA X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X BERLINO GERMANIA X X VIENNA AUSTRIA X X VARSAVIA POLONIA X X BERLINO GERMANIA X X BUDAPEST UNGHERIA X X VIENNA AUSTRIA X X PRAGA REPUBBLICA CECA X X 62

63 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo V.M.G. VERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBH VIENNA DC BAUTRAGER GMBH VIENNA DC TOWER 1 LIEGENSCHAFTSBESITS GMBH VIENNA DC TOWER 2 LIEGENSCHSFTBESITS GMBH VUWB INVESTMENTS INC. WEALTH CAPITAL INVESTMENT INC. WED DONAU- CITY GMBH WED HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. BAVIERA GERMANIA X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X ATLANTA U.S.A. X X COUNTRY OF NEW CASTLE U.S.A. X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X WED WIENER ENTWICKLUNGSGESELLSCHAFT FUR DEN DONAURAUM AKTIENGESELLSCHAFT WIEN MITTE IMMOBILIEN GMBH WIENER KREDITBURGSCHAFTSGESELLSCHAFT M.B.H. YAPI KREDI EMEKLILIK AS YAPI KREDI KORAY GAYRIMENKUL YATIRIM ORTAKLIGI AS YAPI KREDI SIGORTA AS ZAPADNI TRGOVACKI CENTAR D.O.O. ZETA FUNF HANDELS GMBH ZWEITE UNIPRO IMMOBILIEN- PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. ALTUS ALPHA PLC. ARABELLA FINANCE LTD. BA IMMO GEWINNSCHEIN FONDS BA-CA LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH BANDON LEASING LTD. BAVARIA UNIVERSAL FUNDING CORPORATION BLACK FOREST FUNDING LLC ELEKTRA PURCHASE No. 1 LTD ELEKTRA PURCHASE No. 18 LTD EUROPE REAL-ESTATE INVESTMENT FUND EUROPEAN-OFFICE-FONDS GELDILUX-TS-2007 S.A. GELDILUX-TS-2008 S.A. VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ISTANBUL TURCHIA X X FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X ASSICURATIVE (dedotta dal patrimonio di vigilanza) ISTANBUL TURCHIA X X RIJEKA CROAZIA X X VIENNA AUSTRIA X X BERLINO GERMANIA X X DUBLINO IRLANDA X X FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X VIENNA AUSTRIA X X VIENNA AUSTRIA X X DUBLINO IRLANDA X X FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X ST. HELIER JERSEY X X DUBLINO IRLANDA X X HUNGARY UNGHERIA X X FINANZIARIE BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X 63

64 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento IAS/IFRS Consolidamento Consolidamento Ragione sociale Tipologia Città Stato Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo Integrale Proporzionale Patrimonio netto Costo GELDILUX-TS-2010 S.A. GEMMA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG GRAND CENTRAL FUNDING CORPOTATION H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 1 GMBH & CO. KG (IMMOBILIENLEASING) H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 7 GMBH & CO. KG MARTIANEZ COMERCIAL, SOCIEDAD ANONIMA OCEAN BREEZE ENERGY GMBH & CO. KG OCEAN BREEZE FINANCE S.A. - COMPARTMENT 1 PENSIONSKASSE DER HYPO VEREINSBANK VVAG ROSENKAVALIER 2008 GMBH SALOME FUNDING PLC SIA UNICREDIT INSURANCE BROKER SVIF UKRSOTSBUD TENDER OPTION BONDS THE TRANS VALUE TRUST COMPANY LTD UNICREDIT BROKER DOO SARAJEVO ZA BROKERSKE POSLOVE U OSIGURANJU UNICREDIT BROKER S.R.O. UNICREDIT FUGGETLEN BIZTOSITASKOZVETITO KFT UNICREDIT GLOBAL LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH UNICREDIT INSURANCE BROKER EOOD UNICREDIT INSURANCE BROKER SRL UNICREDIT LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH & CO KG UNICREDIT PARTNER D.O.O UNICREDIT PARTNER D.O.O BEOGRAD UNICREDIT PARTNER LLC UNICREDIT POIJIST'OVACI MAKLERSKA SPOL. S R.O. UNICREDIT ZAVAROVALNO ZASTOPINSKA DRUZBA DOO FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X BAVIERA GERMANIA X X NEW YORK U.S.A. X X BAVIERA GERMANIA X X BAVIERA GERMANIA X X PUERTO DE LA CRUZ SPAGNA X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X BAVIERA GERMANIA X X FINANZIARIE FRANCOFORTE GERMANIA X X FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X RIGA LITUANIA X X KIEV UCRAINA X X NEW YORK U.S.A. X X TOKYO GIAPPONE X X SARAJEVO BRATISLAVA BOSNIA ERZEGOVINA X X REPUBBLICA SLOVACCA X X BUDAPEST UNGHERIA X X VIENNA AUSTRIA X X SOFIA BULGARIA X X BUCAREST ROMANIA X X VIENNA AUSTRIA X X ZAGABRIA CROAZIA X X BELGRADO SERBIA X X KIEV UCRAINA X X PRAGA REPUBBLICA CECA X X LJUBLJANA SLOVENIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

65 65 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 2

66 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

67 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 3 Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Informativa qualitativa Strumenti di capitale inclusi nel patrimonio di primo livello (Tier 1) DECORRENZA DELLA FACOLTA' DI RIMBORSO ANTICIPATO IMPORTO IN VALUTA ORIGINARIA IMPORTO COMPUTATO NEL PATRIMONIO DI VIGILANZA (EUR/MIGLIAIA) EMISSIONE POSSIBILITA' DI TRAMITE NON CORRISPONDERE VEICOLO GLI INTERESSI CONTROLLATA TASSO DI INTERESSE DATA SCADENZA (MILIONI) STEP-UP 9,375% 31-dic-50 lug-20 EUR sì sì no 7,055% perpetual mar-12 EUR sì sì sì 4,028% perpetual ott-15 EUR sì sì sì 5,396% perpetual ott-15 GBP sì sì sì 8,5925% 31-dic-50 giu-18 GBP sì sì no 8,125% 31-dic-50 dic-19 EUR sì sì no 8,741% 30-giu-31 giu-29 USD no sì sì 7,760% 13-ott-36 ott-34 GBP no sì sì 9,00% 22-ott-31 ott-29 USD no sì sì 3,500% 31-dic-31 dic-29 JPY no sì sì 10y CMS ( ) +0,10%, cap 8,00 % perpetual ott-11 EUR no si no 10y CMS ( ) +0,15%, cap 8,00 % perpetual mar-12 EUR no si no TOTALE ( ) Constant Maturity Sw ap Gli strumenti innovativi e non innovativi di capitale includono titoli soggetti a grandfathering per un totale pari a euro migliaia, in applicazione del regime transitorio previsto nel Titolo I, Capitolo 2, Sezione II, paragrafo della Circolare Banca d Italia n. 263 del 27 dicembre 2006 (5 aggiornamento del 22 dicembre 2010), Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche. Patrimonio di secondo livello (Tier 2) - emissioni di strumenti ibridi di capitalizzazione di importo superiore al 10% del totale degli stessi DECORRENZA DELLA FACOLTA' DI RIMBORSO ANTICIPATO IMPORTO ORIGINARIO IN VALUTA IMPORTO COMPUTATO NEL PATRIMONIO DI VIGILANZA (EUR/MIGLIAIA) POSSIBILITA' DI NON CORRISPONDERE GLI INTERESSI TASSO DI INTERESSE DATA SCADENZA (MILIONI) STEP-UP 3,95% 1-feb-16 non applicabile EUR non applicabile Sì ( ) 5,00% 1-feb-16 non applicabile GBP non applicabile Sì ( ) 6,70% 5-giu-18 non applicabile EUR non applicabile Sì ( ) 6,10% 28-feb-12 non applicabile EUR non applicabile Sì ( ) ( ) -- in caso di mancati dividendi il pagamento degli interessi è "sospeso" (deferral of interest) -- qualora si registrino perdite tali da ridurre il capitale sociale e le riserve al di sotto della soglia minima prevista da Banca d'italia per l'esercizio dell'attività bancaria, l'ammontare nominale e gli interessi delle obbligazioni vengono ridotti proporzionalmente. Patrimonio di terzo livello Non sussistono elementi da segnalare nel presente punto. 67

68 Informativa quantitativa Composizione del patrimonio di vigilanza (migliaia di ) PATRIMONIO DI VIGILANZA A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali A.1 Elementi positivi del patrimonio di base: A Capitale A Sovrapprezzi di emissione A Riserve A Strumenti innovativi di capitale e strumenti non innovativi di capitale con scadenza A Strumenti non innovativi di capitale computabili fino al 50% ( ) A Strumenti oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering) ( ) A Utile del periodo A.2 Elementi negativi: ( ) ( ) A Azioni o quote proprie (5.099) (4.218) A Avviamento ( ) ( ) A Altre immobilizzazioni immateriali ( ) ( ) A Perdita del periodo - - A Altri elementi negativi: - - * Rettifiche di valore di vigilanza relative al portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza - - * Altri - - B. Filtri prudenziali del patrimonio di base ( ) ( ) B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) ( ) ( ) C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale del patrimonio di base (TIER 1) (C-D) F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali F.1 Elementi positivi del patrimonio supplementare: F Riserve da valutazione di attività materiali - F Riserve da valutazione di titoli disponibili per la vendita F Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base - - F Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base - - F Strumenti ibridi di patrimonializzazione F Passività subordinate di 2 livello F Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese F Plusvalenze nette su partecipazioni - - F Altri elementi positivi F.2 Elementi negativi: ( ) ( ) F Minusvalenze nette su partecipazioni (440) - F Crediti - - F Altri elementi negativi ( ) ( ) G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare ( ) ( ) G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) - - G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) ( ) ( ) H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) - - P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) ( ) Le azioni ordinarie che rappresentano il sottostante dei titoli CASHES ed il relativo sovrapprezzo di emissione sono state oggetto di riclassificazione nella voce di Patrimonio Strumenti non innovativi di capitale computabili fino al 50%, per un totale di euro migliaia. I CASHES sono strumenti di tipo equity linked, emessi per un controvalore di euro migliaia nel mese di febbraio 2009 da The Bank of New York (Luxembourg) S.A. con scadenza al 15 dicembre 2050 e convertibili, a determinate condizioni, in azioni ordinarie di UniCredit S.p.A. sottoscritte da Mediobanca nell ambito dell operazione di aumento di capitale deliberato dall Assemblea Straordinaria dei Soci di UniCredit il 14 novembre Pertanto, dal momento che queste azioni sono già emesse, sono al pari di ogni altra azione ordinaria pienamente disponibili per assorbire eventuali perdite. ( ) Include euro migliaia relativi ad azioni di risparmio. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

69 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 3 Dettaglio Elementi da dedurre (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare) (migliaia di ) Partecipazioni bancarie e finanziarie superiori al 10% del capitale della partecipata Partecipazioni assicurative acquistate dopo il 20 luglio Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive (modelli IRB) Perdite attese relative agli strumenti di capitale e alle esposizioni verso OICR Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP Totale Elementi dedotti (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare) Dettaglio Elementi da dedurre dal Patrimonio di base e supplementare (migliaia di ) Partecipazioni assicurative acquistate prima del 20 luglio Totale Elementi dedotti dal Patrimonio di base e supplementare

70 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

71 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Informativa qualitativa Il gruppo UniCredit assegna un ruolo prioritario alle attività volte alla gestione e all allocazione del capitale (regolamentare ed economico) in funzione dei rischi assunti, ai fini dello sviluppo dell operatività del Gruppo in ottica di creazione di valore. Le attività si articolano nelle diverse fasi del processo di pianificazione e controllo del Gruppo e, in particolare: nei processi di piano e budget: formulazione della proposta di propensione al rischio e degli obiettivi di patrimonializzazione; analisi dei rischi associati ai driver del valore e allocazione del capitale alle linee di attività e business unit; assegnazione degli obiettivi di performance aggiustate per il rischio; analisi dell impatto sul valore del Gruppo e della creazione di valore per gli azionisti; elaborazione e proposta del piano finanziario e della dividend policy; nei processi di monitoraggio: analisi delle performance conseguite a livello di gruppo e di business unit e preparazione dei dati gestionali per uso interno ed esterno; analisi e controllo dei limiti; analisi e controllo andamentale dei ratio patrimoniali di gruppo e individuali. Il Gruppo, infatti, si pone l obiettivo di generare un reddito superiore a quello necessario a remunerare i rischi (cost of equity) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il ritorno per i propri azionisti in termini di dividendi e capital gain (total shareholder return) attraverso l allocazione del capitale alle differenti linee di attività e business unit in funzione degli specifici profili di rischio e l adozione di una metodologia basata sulla misurazione delle performance aggiustate per il rischio (RAPM) che predispone, a supporto dei processi di pianificazione e controllo, una serie di indicatori in grado di unire e sintetizzare tra loro le variabili economiche, patrimoniali e di rischio da considerare. Il capitale e la sua allocazione, quindi, assumono un importanza rilevante nella definizione delle strategie perché esso rappresenta l oggetto della remunerazione attesa dagli azionisti nel loro investimento nel Gruppo e perché è una risorsa su cui insistono anche limiti esogeni imposti dalla normativa di vigilanza. Nel processo di allocazione, le definizioni di capitale utilizzate sono: capitale di rischio o impiegato: è la consistenza patrimoniale conferita dagli azionisti (capitale impiegato), che deve essere remunerata almeno pari alle aspettative (costo dell equity); capitale a rischio: è la quota parte dei mezzi propri che fronteggia (a preventivo capitale allocato) o ha fronteggiato (a consuntivo capitale assorbito) i rischi assunti per perseguire gli obiettivi di creazione di valore. Il capitale a rischio dipende dalla propensione al rischio e discende dal livello di capitalizzazione, obiettivo definito anche in funzione del merito creditizio del Gruppo. 71

72 Esso è misurato seguendo da una parte le tecniche di risk management, per cui il capitale a rischio è definito come capitale economico, dall altra la normativa di vigilanza, per cui il capitale a rischio è definito come capitale regolamentare. In particolare: il capitale economico è la quota parte di patrimonio effettivamente a rischio misurata con modelli probabilistici secondo un determinato intervallo di confidenza; il capitale regolamentare è la componente del patrimonio di vigilanza (total capital) rappresentata dal patrimonio netto (Core Equity o Core Tier 1) posta a rischio misurata secondo la normativa di vigilanza. Il capitale economico ed il capitale regolamentare differiscono tra loro per definizione e per copertura delle categorie di rischio. Il primo discende dall effettiva misurazione dell esposizione assunta, il secondo da schemi definiti nella normativa di vigilanza. La coerenza tra le due differenti definizioni di capitale a rischio si ottiene rapportando le due grandezze in relazione al merito creditizio obiettivo del Gruppo (AA- S&P), che corrisponde ad una probabilità di default pari allo 0,03%. Pertanto il capitale economico è fissato ad un livello tale da coprire con il 99,97% di probabilità (intervallo di confidenza) gli eventi avversi, mentre il capitale regolamentare è quantificato in base ad un core tier 1 ratio target in linea con i principali gruppi bancari internazionali aventi almeno il rating obiettivo. Nel processo di allocazione viene quindi applicata la logica del doppio binario, ossia considerando come allocato il massimo tra il capitale economico ed il capitale regolamentare (Core Tier 1) sia a livello consolidato sia a livello di linea di attività/business unit. Tale approccio consente nel caso di capitale economico superiore di allocare l effettivo capitale a rischio che la vigilanza non è in grado ancora di cogliere e nel caso di capitale regolamentare superiore, di allocare un capitale in linea con la normativa. Punto di partenza del processo di allocazione è il capitale consolidato di pertinenza del Gruppo. La gestione del capitale, svolta dalla unità operativa Capital Management della Direzione Pianificazione Finanza e Amministrazione, ha la finalità di definire il livello di patrimonializzazione obiettivo per il Gruppo e le sue società nel rispetto dei vincoli normativi e della propensione al rischio. Nella gestione dinamica del capitale, l unità operativa Capital Management elabora il piano finanziario ed effettua il monitoraggio dei ratios patrimoniali di vigilanza, anticipando gli opportuni interventi necessari all ottenimento degli obiettivi. Il monitoraggio si riferisce da un lato sia al patrimonio netto sia alla composizione del patrimonio di vigilanza (Core Tier 1, Tier 1, Lower e Upper Tier 2 e Tier 3 Capital) e dall altro alla pianificazione e all andamento dei risk weighted asset (RWA). La dinamicità della gestione è finalizzata ad individuare gli strumenti di investimento e di approvvigionamento del capitale di rischio e degli strumenti ibridi di patrimonializzazione più idonei al conseguimento degli obiettivi. In caso di deficit di capitale, sono indicati i gap da colmare e le azioni di capital generation, misurandone il costo e l efficacia attraverso la metodologia di RAPM. In tale contesto l analisi del valore è arricchita dal ruolo di sintesi della unità operativa Capital Management per gli aspetti regolamentari, contabili, finanziari, fiscali, di risk management, ecc. e delle loro evoluzioni normative 1, in modo che siano fornite la valutazione e tutte le indicazioni necessarie alle altre funzioni della Capogruppo o società chiamate a realizzare le azioni. 1 Per esempio Basilea II, IAS/IFRS ecc. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

73 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Rafforzamento patrimoniale Durante il primo semestre 2011 non sono state poste in essere operazioni di rafforzamento patrimoniale. Si ricorda che in data 22 marzo 2011, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l emissione delle performance share promesse nell ambito del Piano 2007 di Incentivazione a Lungo Termine del gruppo UniCredit, in seguito alla verifica del raggiungimento degli obiettivi di performance definiti nel Piano. A tal fine, il Consiglio ha deliberato un aumento di capitale gratuito di nominali euro, corrispondenti a n azioni ordinarie. 73

74 Informativa quantitativa Rischio di credito e controparte (migliaia di ) CONSISTENZE AL CONSISTENZE AL RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE IMPORTI NON PONDERATI IMPORTI PONDERATI REQUISITO IMPORTI NON PONDERATI IMPORTI PONDERATI REQUISITO A. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE A.1 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - ATTIVITA' DI RISCHIO A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese A.1.8. Esposizioni al dettaglio A.1.9. Esposizioni garantite da immobili A Esposizioni scadute A Esposizioni ad alto rischio A Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite A Esposizioni a breve termine verso imprese A Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) A Altre esposizioni A.2 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ATTIVITA' DI RISCHIO A.2.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali A.2.2. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati, enti pubblici e territoriali e altri soggetti A.2.3. Esposizioni verso o garantite da imprese A.2.4. Esposizioni al dettaglio garantite da immobili residenziali A.2.5. Esposizioni rotative al dettaglio qualificate A.2.6. Altre esposizioni al dettaglio A.2.7. Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione A.2.8. Altre attività A.2.9. Finanziamenti specializzati - slotting criteria A Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari A Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP con fattori di ponderazione regolamentari A.3 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE A.3.1. Metodo PD/LGD: Attività di rischio A.3.2. Metodo della ponderazione semplice: Attività di rischio - Strumenti di private equity detenuti in forma sufficientemente diversificata Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati Altri strumenti di capitale A.3.3. Metodo dei modelli interni: Attività di rischio TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

75 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale (migliaia di ) Categorie/Valori Importi non ponderati Importi ponderati / requisiti A. ATTIVITA' DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte Metodologia standardizzata Metodologia basata sui rating interni Base Avanzata Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte B.2 Rischi di mercato Metodologia standard Modelli interni Rischio di concentrazione - - B.3 Rischio operativo Metodo base Metodo standardizzato Metodo avanzato B.4 Altri requisiti prudenziali - - B.5 Altri elementi di calcolo B.6 Totale requisiti prudenziali C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate C.2 Patrimonio di base/attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 9,92% 9,46% C.3 Patrimonio di vigilanza incluso Tier 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 13,49% 12,68% Requisito patrimoniale per rischio di mercato (migliaia di ) Rischio di posizione Rischio di regolamento per transazioni DVP Rischio di cambio Requisito patrimoniale per rischio di mercato

76 Riclassificazione di attività finanziarie Le modifiche allo IAS 39 ed all IFRS 7 Riclassificazione delle attività finanziarie approvate dallo IASB nel 2008 permettono, successivamente all iscrizione iniziale, la riclassificazione di determinate attività finanziarie fuori dai portafogli detenute per la negoziazione e disponibili per la vendita. In particolare, possono essere riclassificate: quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita che avrebbero soddisfatto la definizione prevista dai principi contabili internazionali per il portafoglio crediti (se tali attività non fossero state classificate rispettivamente come detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita alla rilevazione iniziale) se l entità ha l intenzione e la capacità di possederle nel prevedibile futuro o fino a scadenza; solo in rare circostanze quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione che al momento della loro iscrizione non soddisfacevano la definizione di crediti. Nella tabella seguente sono riportati, suddivisi in base alle tipologie di strumenti finanziari ed ai portafogli interessati, il valore di bilancio ed il fair value al 30 giugno 2011 delle attività oggetto di riclassificazione nel secondo semestre 2008 e nel primo semestre Sono inoltre riportate le componenti reddituali relative a tali attività, distinguendo fra quelle che si sarebbero registrate se il trasferimento non fosse stato effettuato e quelle effettivamente registrate nel conto economico o nel patrimonio netto. Tali componenti reddituali, al lordo delle imposte, sono ulteriormente distinte tra quelle valutative, comprensive di eventuali rettifiche di valore, e le altre, queste ultime comprensive degli interessi e degli utili/perdite da cessione generati dalle attività trasferite. L effetto netto che si sarebbe quindi rilevato a conto economico nel primo semestre 2011 se non si fosse proceduto alle riclassificazioni sarebbe stato positivo per migliaia di euro, mentre quello effettivamente rilevato è stato positivo per migliaia di euro. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

77 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 4 Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività complessiva (migliaia di ) Tipologia strumento finanziario (1) Portafoglio di provenienza (2) Valutative (6) Altre (7) Valutative (8) A. Titoli di debito (6.316) Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso clientela Crediti verso banche Crediti verso clientela Altre (9) (1.336) (4.300) (2.473) (2) (7.468) B. Titoli di capitale Attività finanziarie detenute per la negoziazione Portafoglio di destinazione (3) Valore contabile al (4) Fair Value al (5) Componenti reddituali in assenza del trasferimento (ante imposte) Componenti reddituali registrate nell'esercizio (ante imposte) Attività finanziarie disponibili per la vendita C. Finanziamenti (5.475) Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso clientela Crediti verso banche Crediti verso clientela (2.102) (3.373) D. Quote di O.I.C.R Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Totale (6.316) Si precisa che i titoli di debito riclassificati nel portafoglio crediti verso clientela comprendono prodotti strutturati di credito (diversi dai contratti derivati e dagli strumenti finanziari contenenti derivati incorporati) per un valore di bilancio al 30 giugno 2011 di migliaia di euro. Si rende noto che nel corso dell esercizio 2010 e del primo semestre 2011 non si è proceduto ad alcuna ulteriore riclassificazione e pertanto la tavola A Attività finanziarie riclassificate: effetti sulla redditività complessiva prima del trasferimento nonché l informativa di cui al punto A Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate non sono fornite. 77

78 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

79 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche Informativa qualitativa Definizioni di esposizioni deteriorate Le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie: sofferenze - individuano l area dei crediti formalmente deteriorati, costituiti dall esposizione verso clienti che versano in uno stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente o in situazioni equiparabili. La valutazione avviene generalmente su base analitica ovvero, in caso di importi non significativi singolarmente, su base forfetaria per tipologie di esposizioni omogenee; incagli - definiscono quell area creditizia in cui ricadono i rapporti verso soggetti che si trovano in temporanea difficoltà, che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Tra gli incagli sono incluse inoltre le esposizioni, non classificate in sofferenza e concesse a soggetti diversi dalle amministrazioni pubbliche, per le quali risultino soddisfatte entrambe le seguenti condizioni: - siano scadute e non pagate in via continuativa da oltre 270 giorni (ovvero da oltre 150 o 180 giorni per le esposizioni di credito al consumo rispettivamente di durata originaria inferiore o pari e superiore a 36 mesi); - l importo complessivo delle esposizioni di cui al punto precedente e delle altre quote scadute da meno di 270 giorni verso il medesimo debitore, sia almeno pari al 10% dell intera esposizione verso tale debitore. Gli incagli sono valutati analiticamente quando particolari elementi lo consiglino ovvero applicando analiticamente percentuali determinate in modo forfetario su basi storico/statistiche nei restanti casi; esposizioni ristrutturate - rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le quali sono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento del debito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, la conversione di parte dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale; sono valutati analiticamente, ricomprendendo nelle svalutazioni l onere attualizzato riveniente dall eventuale rinegoziazione del tasso a condizioni inferiori al tasso contrattuale originario; esposizioni scadute - rappresentano l intera esposizione nei confronti di controparti, diverse da quelle classificate nelle precedenti categorie, che alla data di riferimento presentano crediti scaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni. Per i crediti al dettaglio, quelli verso enti del settore pubblico e quelli verso imprese, in caso di soggetti residenti o aventi sede in Italia, si considerano deteriorate le esposizioni scadute o sconfinanti da oltre 180 anziché 90 giorni. L esposizione complessiva viene rilevata qualora, alla data di riferimento: - la quota scaduta e/o sconfinante, oppure: - la media delle quote scadute e/o sconfinanti, rilevate su base giornaliera nell ultimo trimestre precedente, sia pari o superiore al 5% dell esposizione stessa. Le esposizioni scadute sono valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche, applicando laddove disponibile la rischiosità rilevata dall appropriato fattore di rischio utilizzato ai fini di Basilea 2 ( perdita in caso di inadempienza - Loss Given Default). La valutazione collettiva riguarda portafogli di attività per i quali, seppur non siano stati riscontrati singolarmente elementi oggettivi di perdita, è loro attribuibile una perdita latente misurabile anche tenendo conto dei fattori di rischio utilizzati ai fini dei requisiti di Basilea 2. 79

80 Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore I crediti sono costituiti da attività finanziarie non derivate verso clientela e verso banche, con pagamenti fissi o determinabili e che non sono quotate in un mercato attivo. I crediti sono iscritti alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte. Tali voci comprendono anche titoli di debito aventi le medesime caratteristiche od oggetto di riclassificazione di portafoglio secondo le regole previste dallo IAS 39 e i valori netti riferiti alle operazioni di leasing finanziario di beni in costruendo e di beni in attesa di locazione finanziaria, i cui contratti abbiano le caratteristiche di contratti con trasferimento dei rischi. Dopo l iniziale rilevazione al fair value, che di norma corrisponde al corrispettivo pagato comprensivo dei costi e ricavi di transazione che sono direttamente attribuibili all acquisizione o all erogazione dell attività finanziaria (ancorché non ancora regolati), i crediti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell interesse effettivo, eventualmente rettificato al fine di tener conto di riduzioni/riprese di valore risultanti dal processo di valutazione. Gli utili (o le perdite) su crediti, ove non coperti, sono rilevati nel conto economico: quando l attività finanziaria in questione è eliminata, alla voce 100.a) Utili (perdite) da cessione di crediti ; ovvero: quando l attività finanziaria ha subito una riduzione di valore, alla voce 130.a) Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti. Gli interessi sui crediti erogati sono classificati alla voce 10. Interessi attivi e proventi assimilati e sono iscritti in base al principio della competenza temporale. Gli interessi di mora sono contabilizzati a conto economico al momento dell eventuale incasso. Un credito è considerato deteriorato quando si ritiene che, probabilmente, non si sarà in grado di recuperarne l intero ammontare, sulla base delle condizioni contrattuali originarie, o un valore equivalente. I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti si basano sull attualizzazione dei flussi finanziari netti attesi per capitale ed interessi; ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L importo della perdita, infatti, per le esposizioni deteriorate classificate come sofferenze, incagli e ristrutturate, secondo le categorie più avanti specificate, è ottenuto come differenza tra il valore di iscrizione e il valore attuale degli stimati flussi di cassa, scontati al tasso di interesse originario dell attività finanziaria. Sia nel primo esercizio di passaggio all applicazione degli IAS/IFRS (2005) sia successivamente, nei casi in cui il tasso di interesse originario di un attività finanziaria oggetto di attualizzazione non sia reperibile, oppure il suo reperimento sarebbe eccessivamente oneroso, si è applicato il tasso medio rilevato sulle posizioni aventi caratteristiche simili ma non deteriorate nell anno in cui si è verificato il deterioramento originario dell attività considerata. Per tutte le posizioni a tasso fisso il tasso così determinato è mantenuto costante anche negli esercizi seguenti. I tempi di recupero, inoltre, sono stimati sulla base delle scadenze eventualmente concordate con i debitori ovvero di business plan o di previsioni ragionevoli, basati sull esperienza storica dei recuperi osservati per classi omogenee di finanziamenti, tenuto conto della forma tecnica, della localizzazione geografica, della tipologia di garanzia e di altri eventuali fattori ritenuti rilevanti. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

81 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tali crediti problematici sono rivisti ed analizzati periodicamente, almeno una volta all anno. Ogni cambiamento successivo nell importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di conto economico 130.a) Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti. Le rettifiche di valore su esposizioni deteriorate sono classificate come specifiche nella citata voce di conto economico anche quando la metodologia di calcolo è di tipo forfetario/statistico, secondo quanto precisato nel precedente capitolo. Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale e degli interessi, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata alla medesima voce di conto economico una ripresa di valore, nel limite massimo del costo ammortizzato che si sarebbe avuto in assenza di precedenti svalutazioni. L eliminazione integrale di un credito è effettuata quando lo stesso è considerato irrecuperabile o è stralciato nella sua interezza. Le cancellazioni sono imputate direttamente alla voce 130.a) Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti di conto economico e sono rilevate in riduzione della quota capitale del credito. Recuperi di parte o di interi importi precedentemente svalutati sono iscritti alla medesima voce. Le rinegoziazioni di crediti finanziari che prevedano la loro cancellazione in cambio di azioni attraverso operazioni di debt/equity swap comportano, nell'intervallo temporale precedente all esecuzione dello scambio, la valutazione dei crediti in oggetto in funzione degli accordi di conversione stipulati alla data di redazione del bilancio. Le eventuali differenze negative tra il valore dei crediti ed il fair value delle azioni è rilevato a conto economico tra le rettifiche di valore. 81

82 Informativa qualitativa Esposizioni Sovrane Nel complesso, al 30 giugno 2011 il valore di bilancio delle esposizioni Sovrane 1 rappresentate da titoli di debito ammonta a mln, di cui il 90% concentrato su sette Paesi tra i quali l Italia, con mln, rappresenta una quota del 42% sul totale complessivo 2. Per ciascuno di tali sette Paesi, nella tabella di cui sotto sono riportati, per tipologia di portafoglio, il valore nominale, il valore contabile ed il fair value delle relative esposizioni al 30 giugno Esposizioni verso titoli di debito Sovrano ripartite per Stato controparte e portafoglio di classificazione Paese / portafoglio di classificazione (migliaia di ) consistenze al Valore nominale Valore di bilancio Fair Value - Italia attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) attività finanziarie valutate al fair value attività finanziarie disponibili per la vendita crediti attività finanziarie mantenute sino alla scadenza Germania attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) attività finanziarie valutate al fair value attività finanziarie disponibili per la vendita crediti attività finanziarie mantenute sino alla scadenza Polonia attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) attività finanziarie valutate al fair value attività finanziarie disponibili per la vendita crediti attività finanziarie mantenute sino alla scadenza Turchia (*) attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) attività finanziarie valutate al fair value attività finanziarie disponibili per la vendita crediti attività finanziarie mantenute sino alla scadenza Austria attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) attività finanziarie valutate al fair value attività finanziarie disponibili per la vendita crediti attività finanziarie mantenute sino alla scadenza Spagna attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) attività finanziarie valutate al fair value attività finanziarie disponibili per la vendita crediti attività finanziarie mantenute sino alla scadenza Repubblica Ceca attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione (esp. netta) attività finanziarie valutate al fair value attività finanziarie disponibili per la vendita crediti attività finanziarie mantenute sino alla scadenza Totale esposizioni per cassa (*) ammontare proporzionalizzato in funzione della percentuale di controllo per le esposizioni detenute attraverso joint venture. 1 Per esposizioni Sovrane si intendono i titoli obbligazionari emessi dai governi centrali e locali e dagli enti governativi nonché i prestiti erogati agli stessi. Ai fini della presente esposizione di rischio sono escluse le eventuali posizioni detenute tramite ABS. 2 Includendo ulteriori esposizioni verso istituzioni finanziarie (non Sovrane) e ABS, rispettivamente pari a nominali 3,0 mld e 1,3 mld (dati manageriali), l esposizione complessiva ammonta a nominali 42,7 mld. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

83 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 La vita media residua ponderata delle esposizioni Sovrane elencate nella tabella di dettaglio di cui sopra, suddivisa tra c.d. banking 3 e trading book, è la seguente: Vita media residua ponderata (anni) Banking book Trading book - Italia 4,43 0,71 - Germania 2,30 3,86 - Polonia 2,80-0,66 - Turchia 8,47 1,92 - Austria 7,69 1,05 - Spagna 3,95 0,13 - Repubblica Ceca 4,22 0,92 Il restante 10% del totale delle esposizioni Sovrane in titoli di debito, pari a mln sempre con riferimento al relativo valore di bilancio al 30 giugno 2011 è suddiviso tra 32 Paesi, tra cui: Grecia (404 mln), Stati Uniti (168 mln), Portogallo (56 mln) e Irlanda (50 mln). Le esposizioni in questione non sono state oggetto di impairment al 30 giugno 2011 ed i relativi fair value, ove richiesti, sono classificati, per la quasi totalità, di livello 1 o di livello 2 4, ad eccezione di quanto di seguito precisato per la Grecia. In seguito all aggravarsi della crisi finanziaria del paese, in data 21 luglio 2011, il Consiglio dell Unione Europea ha deliberato un nuovo piano di aiuti economici governativi alla Grecia, al quale si affiancherà un piano di salvataggio rivolto al settore privato ed a partecipazione volontaria (Private Sector Involvement o PSI). A quest ultimo riguardo, la proposta che ha ricevuto il maggior supporto dalle autorità politiche e dalle istituzioni finanziarie risulta ad oggi essere quella pubblicata in pari data da The Institute of International Finance (IIF). In particolare, questa proposta prevede lo scambio dei titoli in portafoglio con nuovi titoli aventi caratteristiche differenziate, il cui presunto valore iniziale produrrà una perdita pari al 21%, determinata come attualizzazione dei flussi di cassa attesi ad un tasso di sconto del 9%, definito nel documento IIF normalizzato, in relazione alle aspettative di accoglimento del piano stesso da parte della comunità internazionale. UniCredit ha positivamente valutato di aderire alla proposta pubblicata dall IIF e ha ritenuto che l applicazione di una tecnica di valutazione ( fundamental value ) basata sulle condizioni previste dalla suddetta proposta ai fini della misurazione dei titoli di Stato greci presenti al 30 giugno 2011 fosse la modalità più appropriata in un contesto di attuale carenza di liquidità degli strumenti greci. Detto fundamental value è stato determinato, con riferimento alle posizioni presenti nelle attività finanziarie disponibili per la vendita ed in quelle mantenute sino alla scadenza, scontando i flussi di cassa attesi al tasso di interesse delle stesse attività, ed è considerato fair value di livello 3, in conformità ai principi IAS/IFRS. 3 Il c.d. banking book include le Attività finanziarie valutate al fair value, quelle disponibili per la vendita, quelle mantenute sino alla scadenza ed i crediti. 4 Il principio IFRS 7 prevede la classificazione degli strumenti oggetto di valutazione al fair value in funzione del grado di osservabilità degli input utilizzati per il pricing. Sono previsti, in particolare, tre livelli: Livello 1: il fair value degli strumenti classificati in questo livello è determinato in base a prezzi di quotazione osservati su mercati attivi; Livello 2: il fair value degli strumenti classificati in questo livello è determinato in base a modelli valutativi che utilizzano input osservabili sul mercato; Livello 3: il fair value degli strumenti classificati in questo livello è determinato sulla base di modelli valutativi che utilizzano prevalentemente input non osservabili sul mercato. 83

84 Sempre i principi IAS/IFRS, prevedono che l estensione, per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario, di concessioni da parte del finanziatore che egli non avrebbe altrimenti preso in considerazione sia ritenuta obiettiva evidenza che un attività finanziaria abbia subito una riduzione di valore. Per tale motivo, le esposizioni Sovrane nei confronti della Grecia classificate tra le attività finanziarie disponibili per la vendita e tra quelle mantenute sino a scadenza sono state oggetto di impairment rispettivamente per 79 mln 5 e per 50 mln. Dopo tale impairment, dette esposizioni presentano un valore di bilancio complessivo di 404 mln, di cui 217 mln (282 mln nominali) tra le attività finanziarie disponibili per la vendita, 163 mln (212 mln nominali) tra le attività finanziarie mantenute sino alla scadenza e 24 mln tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione / valutate al fair value 6. Alle esposizioni Sovrane in titoli di debito vanno altresì aggiunti i finanziamenti 7 erogati a governi centrali e locali ed agli enti governativi. Tra questi, si segnalano in particolare 8.507,6 mln nei confronti dello Stato Italiano e 5.353,8 mln nei confronti dello Stato Austriaco. Quelli nei confronti dello Stato Italiano risultano ulteriormente ripartiti tra: 1.333,3 mln, Tesoro ed Amministrazione Statale; 4.280,4 mln, Amministrazioni locali; 2.893,9 mln, altri Enti e varie. Successivamente al 30 giugno 2011 non si sono verificati eventi che abbiano sostanzialmente modificato l esposizione del Gruppo al rischio Sovrano. Le maggiori variazioni, pur non materiali in rapporto al rischio complessivo, dipendono dalla naturale scadenza di alcuni titoli di debito della specie. Per maggiori dettagli sulle analisi di sensitivity ai credit spread e sui risultati di stress test si rimanda agli scenari Greece default, Sovereign Debt Tension e Widespread Contagion di cui al successivo capitolo Tavola 11 Rischi di mercato e alle Informazioni sui Rischi e sulle Relative Politiche di Copertura di cui alle Parte E del Bilancio Consolidato Semestrale Abbreviato al 30 giugno La valutazione dei medesimi titoli in base ad un fair value di livello 1 (prezzo di mercato) al 30 giugno 2011, omogeneo a quanto applicato fino al 31 marzo 2011, sarebbe stata negativa per 155 mln 6 Esposizione netta 7 Escluse partite fiscali TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

85 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso banche C onsist enze al: Esposizioni per cassa Tipologia di esposizione/ Port af og lio cont abile Attività finanziarie di negoziazione Attività finanziarie valut at e al f air value Attività finanziarie disponibili per la vendit a Attivit à finanziarie detenute fino alla scadenza Crediti verso banche Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Esposizioni f uori bilancio Esp osizio ne lorda Esposizione media Esposizio ne lorda Espo sizio ne media Esp osizione lorda Esposizio ne media Esposizio ne lorda Esposizio ne media Esp osizione lorda Esposizio ne media Esposiz io ne lorda Esposizio ne media Esp osizione lorda Esposizione media A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre attività Tot ale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Deteriorate b) Altre Tot ale B TOT A LE A +B al TOT A LE al

86 Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso clientela C onsist enze al: Esposizioni per cassa Tipologia di esposizione/ Port af o glio cont abile Attività finanziarie di negoziazio ne Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute fino alla scadenza Crediti verso clientela Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Esposizioni fuori bilancio Esposizio ne lorda Esposizione med ia Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esp osizio ne lorda Esposizio ne media Esposizione lorda Esp osizione med ia Esposizio ne lorda Esposizio ne media Esposizione lorda Espo sizione media A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre attività Tot ale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Deteriorate b) Altre Tot ale B TOTA LE A+B al TOTA LE al TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

87 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche C onsi st e nz e a l : Tipologia di e sposi z i one / Ar e e ge ogr a f i c he I t a l i a A l t r i P a e si Eur ope i A me r i c a Esposi z i one l or da Esposi z ione ne t t a Esposi z i one l or da Esposi z ione ne t t a Esposiz i one l or da Esposi z i one ne t t a Asi a Esposiz ione Esposiz i one l or da ne t t a Re st o de l mondo Esposi z i one Esposi z ione l or da ne t t a A. Esposi z i oni pe r c a ssa a) Sof ferenze b) Incagli c) Esposizioni rist rut t urat e d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Tot a l e A B. Esposi z i oni f uor i bi l a nc i o a) Sof ferenze b) Incagli c) Altre at tivit à deteriorate d) Altre esposizioni Tot a l e B Tot a l e A +B a l Tot a l e a l

88 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela Consist enz e al: Tipologia di esposiz ione / Aree geogr af iche I t a l i a A l t r i P a e si Eur ope i A me r i c a Asia Rest o del mondo Esposiz ione lor da Esposiz ione ne t t a Esposiz ione lorda Esposiz ione net t a Esposiz ione l or da Esposiz ione ne t t a Esposiz ione l or da Esposiz ione ne t t a Esposiz ione l or da Esposiz ione ne t t a A. Esposiz ioni per cassa a) Sof f erenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Alt re esposizioni Tot ale A B. Esposi z i oni f uor i bi l a nc i o a) Sof f erenze b) Incagli c) Alt re at t ivit à det eriorat e d) Alt re esposizioni Tot ale B Tot ale A+B al Tot ale al TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

89 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (prim a parte) C onsist enze al: Tipologia d i esposizione/ A ree cont ropart i Espo sizione lorda Go verni A lt ri Ent i Pubblici Societ à f inanziarie R et t if iche di valore Espo sizione net t a Espo sizione lo rda R et t if iche di valore Esposizione net t a Esposizione lorda R et t if iche di valore Compl e ssi v e Compl e ssi v e Compl e ssi v e Esposizione net t a A. Esposi z i oni pe r c a ssa a) Sof f erenze b) Incagli c) Esposizioni rist rut t urat e d) Esposizioni scadut e e) Alt re esposizioni Tot a l e A B. Esposi z i oni f uor i bi l a nc i o a) Sof f erenze b) Incagli c) Alt re at t ivit à det eriorat e d) Alt re esposizioni Tot a l e B TOTALE A+B a l TOTALE a l

90 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (seconda parte) C onsist enze al: Tipo logia di esposizione/ A ree cont ropart i Esp osizio ne lorda Imprese di assicurazione Imprese non f inanziarie A lt ri sogg et t i R et t if iche di valore Esp osizione net t a Espo sizio ne lo rda R et t if iche di valore Esp osizion e net t a Esposizione lorda R et t if iche di valo re C ompl e ssi v e Compl e ssi v e Compl e ssi v e Espo sizione net t a A. Esposi z i oni pe r c a ssa a) Sof f erenze b) Incagli c) Esposizioni rist rut t urat e d) Esposizioni scadut e e) Alt re esposizioni Tot a l e A B. Esposi z i oni f uor i bi l a nc i o a) Sof f erenze b) Incagli c) Alt re at t ivit à det eriorat e d) Alt re esposizioni Tot a l e B TOTALE A+B a l TOTALE a l TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

91 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5 Consistenze al: Categorie/Scaglioni temporali A vista Da oltre 1 giorno a 7 giorni Da oltre 7 giorni a 15 giorni Da oltre 15 Da oltre 1 mese a Da oltre 3 mesi giorni a 1 mese 3 mesi a 6 mesi Da oltre 6 mesi fino a 1 anno Da oltre 1 anno fino a 5 anni Oltre 5 anni Durata Indeterminata Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Titoli di debito altri A.3 Quote OICR A.4 Finanziamenti Banche Clientela Passività per cassa B.1 Conti correnti e depositi Banche Clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - Posizioni lunghe Posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - Posizioni lunghe Posizioni corte C.2 Depositi e finanziamenti da ricevere - Posizioni lunghe Posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - Posizioni lunghe Posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

92 Esposizione per cassa: dinam ica delle rettifiche di valore com plessive C o nsist enze al Espo sizio ni verso b anche Esp o sizio ni verso client ela C ausali/ C at eg o rie So f f erenz e Incag li Espo sizio ni rist rut t ura t e Espo sizio ni scad ut e T o t ale So f f erenze Incagli Esp o sizio ni rist rut t ura t e Esp o sizio ni scad ut e T o t ale A. R et t if iche comp lessive iniziali B. V ariazio ni in aument o B.1Rettifiche di valore B.2 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 Altre variazioni in aumento C. V ariazio ni in d iminuzio ne C.1Riprese di valore da valutazione C.2 Riprese di valore da incasso C.3 Cancellazioni C.4 Trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.5 Altre variazioni in diminuzione D. R et t if iche comp lessive f inali Le rettifiche nette di valore, comprensive di quelle relative alle Altre esposizioni, imputate al conto Economico nell esercizio ammontano a: - Crediti verso banche (94.942) riprese di valore - Crediti verso clientela TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

93 93 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 5

94 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

95 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 6 Tavola 6 - Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell ambito dei metodi IRB Informativa qualitativa Rischio di credito metodologia standardizzata Elenco delle ECAI (Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito - External Credit Assessment Institution) ed ECA (Agenzia per il credito all esportazione - Export Credit Agency) utilizzate nella metodologia standardizzata e dei portafogli in cui sono applicati i rating delle stesse. Rischio di credito Portafogli Esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali Esposizioni verso organizzazioni internazionali Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo Esposizioni verso imprese ed altri soggetti Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) ECA / ECAI - Fitch Ratings; - Moody's Investor Services; - Standard and Poor's Rating Services Caratteristiche (1) del rating Solicited e Unsolicited L elenco riguardante le Cartolarizzazioni è riportato in Tavola 10. (1) solicited rating: il rating rilasciato sulla base di una richiesta del soggetto valutato e verso un corrispettivo. Sono equiparati ai solicited rating i rating rilasciati in assenza di richiesta qualora precedentemente il soggetto abbia ottenuto un solicited rating dalla medesima ECAI; unsolicited rating: il rating rilasciato in assenza di richiesta del soggetto valutato e di corresponsione di un corrispettivo. 95

96 Informativa quantitativa DistribuzIone delle esposizioni: metodologia standardizzata CONSISTENZE AL CONSISTENZE AL Portafoglio regolamentare Esposizione con attenuazione del rischio di credito Esposizione senza attenuazione del rischio di credito Esposizione con attenuazione del rischio di credito Esposizione senza attenuazione del rischio di credito A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese A.1.8. Esposizioni al dettaglio A.1.9. Esposizioni garantite da immobili A Esposizioni scadute A Esposizioni ad alto rischio A Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite A Esposizioni a breve termine verso imprese A Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) A Altre esposizioni Nella presente tabella le Garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi sono state considerate al valore nominale dell esposizione. Finanziamenti specializzati Durata residua/giudizio Valore dell' esposizione al 30/06/11 Categorie regolamentari 1 - forte 2 - buono 3 - sufficiente 4 - debole 5 - default Durata residua inferiore a 2,5 anni Durata residua pari o superiore a 2,5 anni Totale finanziamenti specializzati al Totale finanziamenti specializzati al Strumenti di capitale - metodo della ponderazione semplice Categorie Ponderazioni Valore Valore dell'esposizione al dell'esposizione al Strumenti di private equity detenuti informa sufficientemente diversificata 190% Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 290% Altri strumenti di capitale 370% Totale strumenti di capitale TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

97 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 6 Metodologia standardizzata delle attività di rischio Consistenze al 30/06/11 Consistenze al 31/12/10 Portafogli Valore dell' esposizione Esposizioni garantite Valore dell' esposizione Esposizioni garantite Garanzia reale Garanzia personale Derivati su crediti Garanzia reale Garanzia personale Derivati su crediti Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche Centrali classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Enti territoriali classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Enti senza scopo di lucro ed Enti del settore pubblico classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Banche multilaterali di sviluppo classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Organizzazioni internazionali Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Imprese classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 3 e classi di merito creditizio 5 e Esposizioni al dettaglio Esposizioni garantite da immobili Esposizioni scadute Esposizioni ad alto rischio Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite Esposizioni a breve termine verso imprese classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio da 4 a Esposizioni verso Organismi di investimento collettivo del risparmio (O.I.C.R.) classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 3 e classi di merito creditizio 5 e Altre esposizioni Totale attività di rischio per cassa Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi Totale contratti derivati Totale operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine Compensazione tra prodotti diversi Totale generale

98 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

99 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Tavola 7 Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB Informativa qualitativa Con provvedimento N del 28 marzo 2008 Banca d Italia ha autorizzato il gruppo UniCredit all utilizzo dei metodi avanzati per la determinazione del requisito patrimoniale sui rischi di credito e sui rischi operativi. In una prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo e da alcune controllate italiane, confluite nel 2010 in UniCredit S.p.A. (UCI) per effetto della operazione societaria One4C, nonché da UniCredit Bank AG (UCB AG) e da UniCredit Bank Austria AG (BA AG). Di recente tali metodi sono stati estesi anche ad UniCredit Credit Management Bank S.p.A., UniCredit Bank Luxembourg S.A, UniCredit Banka Slovenija d.d., UniCredit Bulbank AD, UniCredit Bank Czech Republic a.s. e UniCredit Bank Ireland p.l.c. L adozione dei sistemi IRB da parte delle rimanenti società avverrà secondo un piano di estensione progressiva approvato dal Gruppo e comunicato all Autorità di Vigilanza. Con specifico riferimento al rischio di credito, il Gruppo è attualmente autorizzato ad utilizzare le stime interne dei parametri PD, LGD ed EAD per il portafoglio crediti di Gruppo (Stati Sovrani, Banche, Multinationazionali e transazioni di Global Project Finance) e per i portafogli creditizi locali delle principali banche del Gruppo (mid-corporate e retail). Relativamente alle imprese clienti delle banche italiane del Gruppo, sono attualmente in uso i parametri di EAD regolamentare. In generale, il seguente schema riassuntivo presenta i sistemi di rating in uso nel Gruppo con l indicazione delle Entità in cui sono utilizzati e della asset class di riferimento. Sistema di rating GroupWide Soggetto Giuridico Classe di attività Stati Sovrani (PD, LGD, EAD) UCI, UCB AG, BA, UCB CZ* Amministrazioni e banche centrali centrali Banche (PD, LGD, EAD) UCI, UCB AG, BA, UCB Lux, UCB Slo*, UCB IE*, UCB BG*, UCB CZ*, Intermediari Vigilati Multinazionali (PD, LGD, EAD) UCI, UCB AG, BA, UCB Lux, UCB Slo*, UCB BG*, UCB CZ* Imprese Global Project Finance (PD, LGD, EAD) UCI, UCB AG, UCB CZ* Imprese * Queste banche sono attualmente autorizzate all utilizzo dell approccio IRB Foundation e dunque utilizzano solo la stima interna di PD ai fini del calcolo del requisito patrimoniale 99

100 Sistema di rating Locale Soggetto Giuridico Rating Integrato Corporate RIC (PD, LGD) UCI, UCCMB Imprese Classe di attività Rating Integrato Small Business RISB (PD, LGD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari (PD, LGD, EAD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio Scoperti di conto e Carte di Credito (PD, LGD, EAD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio Prestiti Personali (PD, LGD, EAD) UCI, UCCMB Esposizioni al dettaglio Mid Corporate (PD, LGD, EAD) UCB AG, UCB Lux Imprese Foreign Small and Mediumsized Enterprises (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese Income Producing Real Estate (IPRE) (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese Acquisition and Leverage Finance (PD, LGD, EAD) UCB AG, UCB Lux Imprese Global Shipping (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese Wind Project Finance (PD, LGD, EAD) UCB AG Imprese Commercial Real Estate Finance (PD, LGD, EAD) Asset Backed Commercial Paper (PD, LGD, EAD) UCB AG, UCB Lux UCB AG Imprese/Esposizioni al dettaglio Posizioni verso la cartolarizzazione Small Business (PD, LGD, EAD) UCB AG Esposizioni al dettaglio Private Individuals (PD, LGD, EAD) UCB AG Esposizioni al dettaglio Mid Corporate (PD, LGD, EAD) BA Imprese IPRE (PD, LGD, EAD) BA, UCB CZ* Imprese Non Profit (PD, LGD, EAD) BA Imprese Small Business (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio Private Individuals (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio Mid-Corporate (PD) UCB Slo* Imprese Mid-Corporate (PD) UCB CZ* Imprese Other minor rating systems (Public Sector Entities, Municipalities, Religious Companies, Leasing) (PD) UCB CZ* Mid-Corporate (PD) UCB BG* Imprese IPRE (slotting criteria) UCB BG Imprese Intermediari Vigilati, Imprese Legenda: UCI UniCredit S.p.A. UCCMB UniCredit Credit Management Bank S.p.A UCB AG UniCredit Bank AG BA UniCredit Bank Austria AG UCB IE UniCredit Bank Ireland p.l.c. UCB Lux UCB Slo UCB BG UCB CZ UniCredit Bank Luxembourg S.A. UniCredit Banka Slovenija d.d. UniCredit Bulbank AD UniCredit Bank Czech Republic a.s. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

101 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nel corso del 2010 il progredire delle attività atte a estendere progressivamente i metodi IRB hanno portato il Gruppo, nel rispetto del piano di roll-out condiviso con le autorità di vigilanza, a chiedere l autorizzazione per l adozione dell approccio foundation nella controllata UniCredit Bank Hungary, con riferimento ai seguenti sistemi di rating: Entità giuridica Sistema di rating Classe di Attività GW Banche (PD) Intermediari Vigilati UniCredit Bank GW Multinational (PD) Hungary Imprese Mid Corporate (PD) Tali sistemi non sono ancora utilizzati ai fini del calcolo del requisito regolamentare derivante dagli obblighi di Primo Pilastro. Le attività di verifica necessarie alle autorità di vigilanza per la convalida di tali approcci sono in corso e il rilascio dell autorizzazione è previsto nel corso del Inoltre, in linea con la versione del piano di estensione progressiva dei sistemi IRB (Roll Out Plan), presentata a Banca d Italia a maggio 2011, il Gruppo ha fatto istanza per ottenere l autorizzazione dell approccio Foundation Internal Rating Based (F-IRB) per la controllata rumena UniCredit Tiriac Bank S.A. a giugno 2011, relativamente ai seguenti sistemi di rating: Entità giuridica Sistema di rating Classe di Attività GW Stati Sovrani (PD) Amministrazioni centrali e banche centrali UniCredit Tiriac GW Banche (PD) Intermediari Vigilati Bank S.A. GW Multinational (PD) Mid Corporate (PD) Imprese Income Producing Real Estate (PD) Si prevede di ottenere tale autorizzazione dagli Organi di Vigilanza entro l inizio del Tutti i sistemi di rating interno adottati dal Gruppo rappresentano una componente fondamentale dei processi decisionali e di governance. In particolare le aree di maggiore utilizzo sono le seguenti: i processi creditizi, nelle diverse fasi: - concessione/riesame. L assegnazione dei rating interni rappresenta un momento fondamentale nel processo di valutazione del merito di credito della controparte/transazione e costituisce la fase preliminare per la concessione/riesame delle linee di credito. Il rating, assegnato prima della delibera, viene reso disponibile nell ambito del processo di erogazione, integrato, in maniera sostanziale, nella valutazione e commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating rappresenta, di norma, un fattore fondamentale, con l ammontare delle esposizioni creditizie, per definire l Organo competente per la delibera. - monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a reagire tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità creditizia del cliente, consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente all effettivo stato di default (quando cioè esiste ancora la possibilità di recupero della creditoria). Le azioni si focalizzano principalmente sul controllo andamentale dell esposizione, fino a giungere, laddove necessario, al totale disimpegno nei confronti del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di EAD, la fase di monitoraggio consente l ottimizzazione delle condizioni per una eventuale successiva fase di recupero, tramite richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione della LGD. 101

102 - recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni classificate a default, condotta a livello di cliente/transazione e finalizzata al calcolo simulato del Valore Netto Attualizzato degli importi netti recuperati e della LGD, si basa sulla definizione della LGD stessa. In presenza di strategie di recupero alternative, viene selezionata quella associata al più basso valore di LGD. La LGD è anche la base per determinare il prezzo da assegnare ai crediti non-performing da trasferire ad UniCredit Credit Management Bank - le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stata adottata la metodologia delle perdite sostenute ma non riportate ( Incurred but not reported losses, IBNR), che utilizza i valori della perdita attesa mediante il parametro Loss Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le controparti classificate a default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di rischio dell esposizione e della LGD. - la gestione ed allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per quanto attiene al processo di quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In particolare, gli output dei sistemi di rating vengono integrati, a livello di Capogruppo, con riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei processi volti alla misurazione del capitale (sia regolamentare sia economico) ed alla gestione del medesimo, come pure in quelli volti alla determinazione delle misure risk adjusted performance e del conto economico rettificato a fini di pianificazione strategica. - la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver rilevante nel contesto della pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per la quantificazione dell RWA, delle rettifiche nette di conto economico e degli impieghi di stato patrimoniale. - la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l Alta Direzione a livello consolidato/divisionale/regionale e per singola Entità, che mostrano l andamento del portafoglio di rischio di credito, fornendo informazioni sulla Esposizione a Default, Perdita Attesa, PD e LGD medie per i diversi segmenti di clientela, in accordo con i sistemi di rating interni implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella definizione del pricing e degli MBO da assegnare ai gestori, nonché nell identificazione dei clienti con EVA negativo, su cui vengono adottate azioni mirate. Inoltre, lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha comportato, in base al nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo che presso le Entità, un processo di convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento alla revisione dei sistemi stessi. Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla capacità predittiva e performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le prescrizioni normative e gli standard interni, in particolare mediante: valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante e ai criteri metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio; valutazione dell accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi di performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking; accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione; analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture informatiche connesse con i sistemi di rating. Il processo di convalida istituito nell ambito del Gruppo prevede in primo luogo la distinzione tra validazione iniziale e nel tempo (ongoing). La validazione iniziale ha l obiettivo di valutare il posizionamento dei sistemi di rating del Gruppo in relazione ai requisiti minimi regolamentari e alle linee guida e agli standard di Gruppo inerenti metodologia, processi, qualità dei dati, procedure di validazione quantitativa e qualitativa, governance interna ed ambiente tecnologico, identificando eventuali gap o criticità rispetto a tali requisiti. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

103 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 La validazione ongoing ha invece l obiettivo di valutare in modo continuativo il corretto funzionamento del sistema di rating in tutte le sue componenti e di monitorarne la coerenza rispetto ai requisiti interni e regolamentari. In secondo luogo il processo prevede distinte attribuzioni di responsabilità per la convalida dei cosiddetti sistemi Group-wide e per quelli Locali. Per i sistemi Group-wide, la cui metodologia è unica a livello di Gruppo, la responsabilità è assegnata alla Capogruppo. Per quanto riguarda i sistemi di rating locali, a seguito della riorganizzazione nominata One4C, la responsabilità compete alla funzione centrale, e alle singole Entità per tutti i rimanenti sistemi. In quest ultimo caso alla Capogruppo è comunque assegnato il compito di monitorare sia in fase iniziale che nel tempo l adeguato svolgimento delle attività di sviluppo e validazione svolte localmente ed il corretto funzionamento del sistema di rating, fornendo al contempo suggerimenti derivanti dall attività di benchmarking, interno ed esterno, e finalizzati al perseguimento della best practice. Sulla base dell attività di rivalidazione la Capogruppo emana un parere non vincolante (Non Binding Opinion) sui sistemi di rating locali sia in fase iniziale, preventivamente all approvazione da parte degli organi competenti, sia a seguito delle attività on-going. Il dipartimento responsabile delle attività di convalida è indipendente, oltre che dalle unità responsabili dello sviluppo dei modelli, anche dalla funzione di revisione interna che sottopone a verifica il processo e l esito della convalida. Tale dipartimento ha definito le linee guida di validazione dei sistemi di rating finalizzate ad una convergenza verso modalità di validazione omogenee sia in termini di contenuti che di strumenti, garantendo in tal modo una condivisione dei criteri di valutazione dei risultati, anche mediante l introduzione di valori soglia comuni (trigger) e favorendo il confronto tra i diversi sistemi. L utilizzo dei trigger consente la riconduzione dei risultati dei test ad un sistema semaforico i cui colori sono associati a diversi livelli di gravità dei fenomeni rilevati. Uno sforzo particolare è stato dedicato alla definizione di un approccio comune alla validazione dei modelli, con l identificazione dei test minimi richiesti e delle modalità di rappresentazione dei relativi risultati. Le tipologie di test si dividono in analisi qualitative ed in analisi quantitative: nella parte qualitativa si valutano la bontà della metodologia utilizzata per la creazione del modello, l inclusione di tutti i fattori rilevanti e la rappresentatività dei dati utilizzati in fase di sviluppo; nella parte quantitativa si valutano performance, stabilità e calibrazione con riferimento sia al modello nel suo complesso che alle specifiche componenti e ai singoli fattori. E stata definita una struttura gerarchica delle suddette analisi, prevedendo un livello di dettaglio in funzione sia della specifica fase di validazione (iniziale, ongoing) o di monitoraggio sia dei risultati ottenuti. Lo svolgimento di taluni test viene infatti richiesto solo qualora si rilevino criticità nello svolgimento delle analisi di ordine gerarchico superiore. Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono invece disegno del modello (model design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e governo societario (governance). I dati e i documenti relativi alle attività di convalida sinora effettuate sono memorizzati in appositi spazi di archiviazione che garantiscono una rapida consultazione, la sicurezza delle informazioni e la replicabilità di tutte le analisi effettuate. Inoltre il Gruppo si avvale di un tool di validazione che permette di calcolare, oltre agli indicatori previsti dal Comitato di Basilea nel Working Paper 14 Studies on the validation of Internal Rating Systems, le statistiche previste dalle linee guida di Gruppo per la validazione dei modelli di rischio di credito; lo stesso è conforme ai requisiti IT di Banca d'italia e si integra perfettamente con l ambiente di laboratorio. Questo tool si sta progressivamente implementando nelle Legal Entities del Gruppo. 103

104 I risultati dell attività di convalida interna, che coinvolgono i sistemi di rating in ogni loro componente (metodologie, processi e aspetti Data Quality e IT), sono annualmente sintetizzati nell ambito di una relazione, il cui obiettivo è portare all attenzione del Top Management e delle Autorità di Vigilanza il grado di adeguatezza dei sistemi oggetto di convalida nonché le principali aree di miglioramento relative agli stessi. Obiettivo invece dell attività di Internal Audit sui sistemi di rating interni è la verifica della funzionalità del complessivo assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel verificare: la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi; l utilizzo gestionale dei sistemi di rating; l adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating. In tale contesto la funzione Internal Audit di Capogruppo (da ora UC IA), allo scopo di supportare le Entità sulla qualità (funzionalità/adeguatezza) dei Sistemi dei Controlli Interni e curare l evoluzione delle metodologie di internal audit in coerenza con i mutamenti degli scenari di riferimento, ha coordinato lo sviluppo di una metodologia comune per l effettuazione delle attività di audit e ne gestisce nel continuo il mantenimento ed il miglioramento. Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni di controllo del rischio ed il rispetto dei requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo di convalida interna dei sistemi interni di misurazione e controllo del rischio. Si precisa peraltro che la funzione di Internal Audit non è direttamente coinvolta nella progettazione/selezione del modello. In continuità con la propria mission UC IA effettua attività di audit direttamente su UniCredit S.p.A. e, ove necessario, anche presso le Entità del Gruppo, nonché coordinando le attività delle funzioni di Internal Audit. In particolare, le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovano adeguato spazio nella pianificazione dell attività di audit nell ambito del Gruppo (processo di audit planning). Tali attività sono promosse da UC IA che ne condivide l inserimento nel piano dei controlli delle funzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo. UC IA provvede quindi al monitoraggio sull effettuazione di tali verifiche tramite una specifica funzione, eventualmente attivandosi localmente in caso di scostamenti. Inoltre UC IA redige periodicamente una specifica relazione annuale di sintesi che presenta una valutazione circa la complessiva funzionalità del sistema dei controlli interni in materia descrivendo, tra l altro, gli esiti delle verifiche svolte, evidenziando le principali criticità e disfunzioni rilevate e raccomandando alcuni interventi migliorativi. Infine, UC IA informa periodicamente il Collegio Sindacale, l Internal Control & Risks Committee e il Consiglio di Amministrazione della Caporuppo sullo svolgimento delle proprie attività e sui relativi risultati. Sulla base degli esiti delle attività di convalida e di revisione interna, riassunti annualmente nelle citate relazioni annuali delle funzioni di convalida e revisione interna in materia di Basilea II Rischio di Credito, nonché sul piano di attività connesso alle aree di miglioramento evidenziate dalle funzioni di controllo interno, il Collegio Sindacale e il Consiglio di Amministrazione hanno confermato all Autorità di Vigilanza, nei primi mesi del 2011, la sussistenza dei requisiti previsti per l utilizzo dei sistemi IRB del gruppo UniCredit. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

105 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Modelli Groupwide Il modello di Rating per gli Stati Sovrani L approccio utilizzato per lo sviluppo del modello di rating Paese è quello dello shadow rating, tramite il quale si vuole replicare la capacità di ranking dei rating esterni (da ECAI) utilizzando fattori macroeconomici e qualitativi. Per giungere al modello finale sono stati percorsi i seguenti passi: sample selection: identificazione dei Paesi da includere nel campione; analisi univariata: calcolo del potere esplicativo di ciascun fattore qualitativo e quantitativo; analisi multivariata: definizione del sottoinsieme ottimale di fattori usando tecniche stepwise supportate dall esperienza degli analisti; combinazione dei moduli quantitativi e qualitativi; calibrazione: lo score del modello finale è parametrizzato in modo da riprodurre le PD effettive; test del modello: mapping dei risultati del modello con le PD di consenso. Sono stati disegnati due modelli separati, per i paesi emergenti e per i paesi sviluppati. Il modulo quantitativo per questi ultimi utilizza variabili relative alla bilancia commerciale, il livello dei tassi di interesse, il peso del sistema bancario, il PIL pro capite ed il livello di indebitamento pubblico. Il modulo qualitativo include variabili relative allo sviluppo del sistema finanziario, condizioni socio-politiche, condizioni economiche. Il modulo quantitativo per i paesi emergenti utilizza le seguenti variabili: il peso delle esportazioni sul Prodotto Interno Lordo (PIL), il livello dell indebitamento sull estero, la rilevanza delle riserve in valuta, il livello degli investimenti diretti esteri sul PIL, il costo del servizio del debito rispetto all export, il tasso di inflazione e il PIL pro capite. Il modulo qualitativo include variabili relative alla stabilità del sistema finanziario, alla flessibilità del sistema economico, alle condizioni socio-politiche, alle condizioni economiche ed al servizio del debito. L unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la definizione implicita di default, le caratteristiche quali-quantitative del modello, le modalità di override, la calibrazione, la segmentazione nei due gruppi (paesi sviluppati ed emergenti), il campione di sviluppo ed ha condotto i consueti test di performance e stabilità. 105

106 Il modello di LGD per gli Stati Sovrani Il modello utilizza un approccio regressivo con coinvolgimento degli esperti, partendo da un ampio set di variabili macroeconomiche di cui sei sono state incluse nella versione finale. La variabile dipendente (LGD) è stata calcolata utilizzando dati interni ed esterni. Disegnato con lo scopo di calcolare la LGD per le esposizioni dirette verso controparti sovrane, il modello fornisce la LGD per le sole esposizioni unsecured. Le variabili esplicative selezionate sono: peso del PIL sul totale mondiale; peso del debito estero sulle esportazioni; indicatore della posizione debitoria rispetto al FMI; volatilità dell export; tasso di inflazione medio nel G7; timing del default (periodo precedente il default). L unità di validazione, oltre ad effettuare gli usuali test di performance e stabilità, ha verificato la coerenza nella definizione di default, segmentazione e override, l utilizzo di fonti interne ed esterne per i recuperi, le stime dei costi e la metodologia di sconto dei recuperi e la necessità di introdurre aggiustamenti conservativi per le fasi negative del ciclo economico. Oltre alla metodologia, l attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per i Paesi e sull utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. Il modello di Rating per le Banche L approccio usato per la stima del rating Banche, definito come shadow rating, tenta di replicare la capacità di ranking dei rating esterni attraverso una combinazione di fattori quantitativi e qualitativi. Si è deciso di costruire due modelli differenti, uno per le banche residenti in paesi sviluppati (DC) ed uno per quelle appartenenti a mercati emergenti (EM), in quanto si ritiene esistano driver di rischio diversi per i due segmenti. Specifici aggiustamenti da applicare alla PD risultante sia dal modello EM che DC sono stati introdotti per considerare i seguenti aspetti: fattore ambientale: il rating viene migliorato per le banche con elevati standard ambientali; supporto governativo e Fondi di garanzia di categoria: sono stati introdotti diversi correttivi per tenere in considerazione il supporto fornito alle banche da governi o da appositi Fondi di garanzia di categoria; rischio di trasferimento: il modello considera il rischio che il debitore non sia in grado di ottenere valuta estera per sostenere i propri impegni anche se in possesso di corrispondente valuta locale. Il modello quantitativo finale per le banche residenti in paesi sviluppati copre diverse categorie di fattori: redditività, profilo di rischio, dimensione e funding. Similmente per le banche nei paesi emergenti, con diverso peso delle categorie di fattori: redditività, profilo di rischio, dimensione, capitalizzazione e funding. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

107 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nel corso del 2009, allo scopo di misurare adeguatamente il rischio di credito implicito nelle esposizioni verso controparti Securities Industry 1, si è proceduto allo sviluppo di un modello specifico per l assegnazione del rating a questa particolare tipologia di istituzioni finanziarie che era precedentemente solo parzialmente coperto dall approccio IRB. L approccio utilizzato è abbastanza simile a quello già adottato per le Banche commerciali, tuttavia prevede che il supporto del gruppo economico d appartenenza, particolarmente importante nel segmento SI, sia stimato come modulo indipendente attraverso l elaborazione di risposte qualitative. Sempre nel corso del 2009, si è proceduto ad una revisione del sistema Banche, adattando in particolare il modello PD alle banche commerciali, alla luce dell introduzione del suddetto modello specifico per le controparti Securities Industry. La revisione è stata principalmente guidata dalla volontà di raffinare il modello, incorporando l esperienza derivante da quasi tre anni di utilizzo, e di rimuovere le carenze individuate dalle funzioni di validazione e revisione interna. Tra le principali varianti introdotte rispetto alla versione precedente del modello, vi è l affinamento nella selezione dei tassi di default impliciti nei rating esterni (ora specifici per il settore finanziario e non più genericamente riferiti al mondo Corporate) e la stima statistica, all interno del modulo di calibrazione, del fattore di rischio paese. In aggiunta, i vari tipi di supporto governativo, di gruppo economico, di un eventuale Institutional Protection Fund sono ora trattati distintamente, in maniera omogenea e non più additiva (solo quello con effetto di mitigazione maggiore trova in effetti applicazione). Nel corso del primo trimestre 2010 anche il sotto-modello per le Securities Industry è stato ricalibrato per tener conto della avvenuta revisione del modello di rating per le Banche. L unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, ivi inclusa l estensione alle controparti Securities Industry; nel condurre la propria attività sono state applicate (come anche per il resto dei sistemi) le Linee Guida di validazione ufficiali per l intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di disegno del modello sia analisi di performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma anche a livello di singole componenti e fattori. Il modello LGD per le banche Il modello sviluppato è di tipo esperienziale e fa riferimento alle sole esposizioni in bonis del tipo senior unsecured, che costituiscono la parte preponderante del portafoglio esposizioni verso banche. L applicazione di metodologie avanzate a esposizioni in default o di tipo junior è stata implementata nel Il valore individuale di LGD è stato calcolato partendo da un analisi dei bilanci, simulando il ricavato in ipotesi di default dalla vendita di varie categorie di asset della banca, dopo aver remunerato i creditori eventualmente con più elevato grado di priorità. Per ottenere una valutazione realistica e conservativa degli asset della banca sono stati definiti haircut per ogni tipologia di attivo, per considerare il probabile deterioramento che avviene prima del default, le differenze tra valore di mercato e di libro e tra valore di mercato e ricavi dalla vendita. Inoltre, in considerazione del fatto che il successo della fase di recupero dipende in buona parte dal contesto legale/istituzionale di riferimento, sono stati introdotti haircut specifici per ogni paese, che considerino il rischio legale. Infine sono stati introdotti haircut per incorporare i costi del processo di recupero, in base a una valutazione degli esperti di workout. Poiché i recuperi derivanti dagli asset della banca prenditrice si assumono in valuta locale, mentre il reale recupero finale deve essere stimato nella divisa del creditore, agli attivi in valuta locale viene applicato un haircut legato alla volatilità del cambio per considerare il rischio di deprezzamento. 1 Il segmento SI è costituito da contropati impegnate in attività di broker/dealer, merchant/investment banking, corporate finance, M&A e Wealth Management e comprende sia società SI pure, per cui tali attività sono assolutamente prevalenti, sia banche ibride, cioè dedite in ugual misura ad attività commerciale e di investimento. Prima dello sviluppo di un sistema di rating interno dedicato, le controparti SI erano per lo più prive di rating, salvo alcune eccezioni coperte dal sistema Banche. 107

108 Nel corso del 2009, nell ambito del processo di manutenzione evolutiva dei sistemi di rating IRB, è stata rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD, che copre sia le banche commerciali sia quelle d affari (Securities Industry). La nuova versione mantiene inalterato il precedente impianto metodologico, introducendo tuttavia un trattamento più raffinato dei depositi (considerando legislazioni differenti) e scarti maggiori da applicare al valore dei mutui ipotecari iscritti nel bilancio della controparte. L unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno e l ambito di applicazione del modello, componenti, integrazioni esperienziali e override. Per quanto possibile anche benchmark esterni sono stati esaminati. Inoltre, particolare attenzione nell analisi è stata rivolta alla valutazione (conservativa) degli haircut definiti in corrispondenza delle diverse tipologie di attivo bancario. Oltre alla metodologia, l attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per le Banche e sull utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. Il modello di Rating per le imprese Multinational Il modello di rating si applica alle imprese multinazionali definite come le società con turnover o ricavi operativi, da bilancio consolidato, maggiori di 500 milioni di euro per almeno 2 anni consecutivi. Seguendo la metodologia dello shadow rating, il modello è composto da una componente quantitativa ed una qualitativa; la sezione quantitativa è sviluppata attorno ad una analisi multivariata di elementi quali rapporti finanziari di patrimonio, redditività, copertura degli interessi e dimensione. Risultato di questo modulo è una probabilità di default. Il modulo qualitativo consiste in un set di questionari che analizzano aspetti societari quali la qualità del management, la struttura organizzativa, la quota di mercato ecc. Risultato del modulo qualitativo è un valore espresso in termini di notches che va a modificare il rating quantitativo. La variazione massima rispetto al rating qualitativo è stata definita dagli esperti. Il risultato dei due moduli subisce successivamente un aggiustamento di upgrading/downgrading che riflette l appartenenza della società ad un gruppo. La selezione multivariata ha portato all inclusione delle seguenti variabili, che appaiono opportunamente trasformate: cash flow ordinario sul valore della produzione; utili prima delle imposte sul valore della produzione; EBITDA sulle spese per interessi; adjusted net worth su capital employed; valore della produzione. Queste variabili vengono regredite sul logaritmo della frequenza relativa di default, fornita da Standard & Poor s. Nel corso del 2008 il sistema di rating Multinational è stato esteso al segmento Italian Large Corporates (ILC). Tale segmento in generale comprende tutte le imprese con un fatturato/valore della produzione tra euro 250 milioni ed euro 500 milioni. Considerato il numero di default storicamente ridotto e l elevato grado di analogia con le imprese Multinational (MNC), si è deciso di adeguare la metodologia già stabilita per il segmento MNC, sviluppando il modello sulla base di principi e fasi di processo coerenti. La necessità di un modello per la stima interna dei parametri di rischio PD e LGD per il segmento Italian Large Corporate (ILC) è motivata da un lato dall obiettivo di conformità con i requisiti di Basilea II per l approccio IRB avanzato e, dall altro, dalla volontà di migliorare il pieno e puntuale controllo dei parametri di misurazione del rischio di credito. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

109 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nella seconda metà del 2009, nell ambito del processo di manutenzione evolutiva, il sistema di rating Multinational (MNC) è stato rivisto al fine di rispondere adeguatamente ai rilievi delle funzioni di controllo interno e degli Organi di Vigilanza, oltre che incorporare i suggerimenti provenienti dagli utenti dopo due anni di applicazione del modello. Un modulo specifico di calibrazione è stato introdotto nella stima (incorporando, come per le Banche, il fattore di rischio paese) e la componente qualitativa è ora trattata mediante una scorecard statistica (e non più secondo un approccio notching up/down ). La definizione del segmento è stata, inoltre, precisata per riflettere la decisione di rimuovere le aziende di leasing e factoring dall ambito di applicazione del modello MNC, poiché tali segmenti saranno trattati da specifici modelli ancora da sviluppare. L unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, applicando le linee guida di validazione ufficiali per l intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di disegno del modello sia analisi di performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma anche a livello di singole componenti e fattori. Il modello di LGD per le imprese Multinational Le agenzie di rating hanno recentemente valutato i livelli di recupero per le imprese speculative grade. Partendo da queste valutazioni, non disponendo di serie storiche di tassi di recupero interni per le aziende multinational (essendo un portafoglio a basso rischio di default) è stato sviluppato un modello basato sull approccio shadow rating, integrato dall apporto del giudizio degli esperti. La costruzione del modello consiste di diverse fasi: 1. utilizzo di medie settoriali ove le differenze siano interpretabili dagli esperti (euristicamente rappresentano le intercette di un modello regressivo); 2. definizione di una lista di fattori sottoposta dagli esperti; 3. eliminazione degli outliers; 4. proiezione dei fattori al livello di default, definendo la distanza dal default come Log(100%) Log(PD). Questo rende confrontabili società con rating diversi; 5. selezione dei fattori a livello univariato in base al potere discriminante; 6. regressione multivariata, verifica degli impatti; 7. calibrazione e aggiustamento downturn; 8. haircut per rischio legale e costi di recupero, in base al paese di residenza della controparte. Il modello così disegnato rappresenta la LGD derivata da un database relativo al debito obbligazionario e come tale risulta penalizzante in quanto non considera la probabilità e gli effetti della ristrutturazione del debito, tipici dei prestiti bancari e di prodotti similari che costituiscono la parte più rappresentativa del portafoglio del gruppo UniCredit. Pertanto è stato utilizzato un cure rate definito dagli esperti sulla base dei risultati ottenuti con i modelli locali sui corporate (Italia, Austria e Germania). Questo parametro permette di passare dalla cosiddetta bond LGD ad una loan LGD. Come per il parametro PD, anche la Loss Given Default del sistema Multinationals è stata estesa al segmento Italian Large Corporates nel corso del Nella seconda metà del 2009, nell ambito del normale processo di manutenzione evolutiva, è stata rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD costruito su dati di perdita osservata riferiti a posizioni in default ed integra sia fattori quantitativi che qualitativi. Quest ultimo aspetto innovativo rispetto alla precedente versione è particolarmente apprezzabile, considerata la difficoltà di produrre stime robuste e sufficientemente granulari in base a soli dati quantitativi. L unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello e la qualità, la performance e conservatività delle stime. Ha inoltre analizzato in maniera estesa benchmark esterni (presenti in letteratura e/o in forma di recovery rating pubblicati dalle agenzie di rating). Oltre alla metodologia, l attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato sia in fase di sviluppo del modello sia ongoing e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating per le imprese Multinational e sull utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente. 109

110 Il rating dei Corporate Treasury/ Funding Vehicles (CTFV) Nel corso del 2009 si è proceduto ad estendere l ambito di applicazione del sistema di rating Banche e Multinational anche a quelle società controllate che esercitino un attività di corporate treasury (ad es. cash concentration, FX management e funding) o che costituiscano un veicolo specializzato (per emissioni di titoli a medio termine MTN titoli di credito o obbligazioni) il cui merito di credito sia influenzato dal supporto della controllante/gruppo mediante fideiussioni esplicite o altri meccanismi (ad es. un accordo di supporto dalla controllante). Poiché, nella maggior parte dei casi, il default di un CTFV è provocato dal default del gruppo a cui appartiene, sia per la PD che per la LGD non garantita (unsecured) si è stimata, sulla base dei contributi e delle opinini degli esperti del settore, la distanza in termini di notches rispetto ai valori di PD e LGD della capogruppo (e non il valore assoluto), mentre per la EAD si è comunque deciso di estendere il modello già in uso per gli altri segmenti di clientela Groupwide. Le verifiche di performance e calibrazione condotte (utilizzando le distanze obiettivo fornite dagli esperti) dall unità di validazione hanno dato risultati positivi. Il modello di rating per il Global Project Finance Il modello di rating GPF è un modello esperto. Si fonda su un insieme di 29 fattori che guidano un questionario in cui le risposte hanno 5 livelli possibili. I 29 fattori sono raggruppabili in 5 aree di riferimento che coprono i rischi di progetto. Lo score finale è una media ponderata degli score ottenuti dai fattori. Le 5 aree di aggregazione sono: rischio degli sponsor del progetto; rischio di esecuzione o completamento; rischio operativo; rischi esogeni (es. macroeconomici); rischio legato ai cash flows. Lo sviluppo del sistema di rating è stato supportato dagli esperti dal lato dell origination. La specificità del project finance e la parziale indipendenza dalle controparti che sostengono il progetto si possono affrontare solo con un grado elevato di flessibilità, reso possibile dall utilizzo di fenomeni di mitigazione del rischio o dal cambio dei pesi dei singoli fattori oppure con i weak link. La segmentazione del portafoglio si basa sui seguenti criteri: il progetto è sviluppato da un entità giuridica separata dallo sponsor; vi è separazione (non- recourseness) tra il veicolo e lo sponsor; talvolta per brevi intervalli di tempo tale separazione può venir meno; la decisione creditizia si basa principalmente sui cash flow futuri prodotti dal progetto; la struttura finanziaria è basata sulla qualità e la quantità di flussi di cassa del progetto; c é una condivisione dei rischi tra i partecipanti al finanziamento; assets del progetto e ricavi sono a garanzia dei creditori; dipartimenti specializzati di UCB AG e BA sono esclusivamente coinvolti; il volume del progetto è superiore ad euro 20 milioni; progetti per i quali il rischio economico è limitato al 15% (max euro 30 milioni) con garanzia di assicurazioni sull export esplicitamente escluse dal portafoglio. La calibrazione del modello è stata realizzata determinando quali livelli di score vengono allocati tra i livelli di rating. Pertanto i valori di PD associati non sono continui ma di tipo categorico; ad ogni rating assegnato si assegna un unico valore di PD. L unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la performance a livello aggregato, di risk group e di singolo fattore. Ha inoltre analizzato la stabilità, i meccanismi di aggiustamento e override, la conservatività delle stime ed effettuato un analisi di benchmarking, sebbene la disponibilità di rating esterni sia limitata. Tutte queste analisi hanno riguardato il portafoglio GPF di Gruppo, depositato presso le Entità: UniCredit S.p.A., UCB AG, BA. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

111 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Seguendo le indicazioni delle funzioni di controllo interno e dell Organo di Vigilanza, nel 2010 sono state avviate le attività di revisione del modello di rating per il Global Project Finance al fine di ridurre l incidenza degli elementi di giudizio esperto sul rating finale e di aumentare il potere predittivo di tutto il sistema. Più in dettaglio, le attività prevedono l ottimizzazione statistica dei pesi dei singoli fattori, attualmente definiti su base esperta, la limitazione alla sola pratica dell override delle attuali possibilità di intervento manuale sul rating, una più dettagliata descrizione dei fattori di rischio al fine di rafforzare l'obiettività della valutazione oltre all incorporazione del rischio paese secondo l approccio di Gruppo. Il risultato finale è stato infine calibrato alla media di lungo periodo dei tassi di default osservati. Le suddette modifiche saranno rese operative entro la fine del La competente funzione di validazione ha effettuato una specifica analisi con riferimento ai cambiamenti sopra descritti durante il primo trimestre del 2011, giungendo ad una valutazione positiva sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Anche gli aspetti relativi ai processi, qualità dei dati e procedure IT del sistema di rating GPF modificato sono stati oggetto di validazione interna. Il modello di LGD per le attività di Project Finance (GPF) In sintesi il modello GPF LGD si fonda su stime differenziate per settore industriale sottostante il progetto. Il risultato finale, LGD in percentuale sulla EAD, è dato dal complemento a 1 del tasso di recupero scontato, a cui si aggiungono i costi per il recupero e un aggiustamento per il timing dei recuperi. Per i settori in cui erano disponibili sufficienti informazioni interne, i dati esterni sono stati ignorati, per quelli in cui non vi erano sufficienti dati interni sono state utilizzate le analisi sui tassi di recupero nell ambito del project finance da parte di Standard & Poors, talvolta direttamente, talvolta in combinazione con dati interni laddove la numerosità del sottoinsieme interno lo permettesse. Utilizzando i dati di Standard & Poor s a dicembre 2005, è stato definito uno scenario di downturn, prendendo come riferimento il periodo di crisi successivo al caso Enron a cavallo tra il 2001 e il 2002, dal quale è stato ricavato uno specifico fattore di downturn. Nel corso del 2008 e del 2009, dando seguito ad alcuni rilievi e suggerimenti degli organi di controllo interno, ripresi anche dall Autorità di Vigilanza nell ambito della relazione finale sulla verifica dello stato di avanzamento delle attività di adeguamento dei sistemi A-IRB (13/03/2009), sono stati definiti alcuni interventi finalizzati a risolvere le criticità del modello rilevate durante le attività di validazione interna ed a riflettere maggiormente le pratiche di gestione del rischio in essere nel Gruppo. La versione attuale del modello LGD, si basa sulla metodologia distressed assets sviluppata da S&P che esamina la coda della distribuzione del valore degli asset del progetto nella regione in cui il default è avvenuto e definisce quindi la distribuzione di probabilità della LGD come distribuzione della differenza tra debito e valore degli asset in tale regione. Questo framework generale è stato poi adeguato alla realtà e alle pratiche gestionali del gruppo UniCredit, attraverso l adozione di alcuni adattamenti che riguadano il metodo di calcolo del valore degli asset, la tecnica di determinazione della regione di default e l introduzione di opportune volatility scorecard basate su specifici questionari e calibrate per settore. La nuova versione del modello LGD è stata rilasciata nel seconda metà del

112 Alla luce dei recenti risultati di back-testing, il Gruppo ha deciso di avviare, in parallelo con la revisione del modello di stima della PD, le attività di perfezionamento del modello LGD al fine di migliorarne le performance. Gli interventi riguardano, in primo luogo, l introduzione di un secondo scenario evento estremo, la cui probabilità è individuata sulla base delle risposte ad uno specifico questionario qualitativo: la LGD è ottenuta, con questo nuovo approccio, attraverso la media ponderata della LGD distressed asset calcolata nello scenario standard e nel nuovo. Una seconda modifica importante riguarda la determinazione esplicita del valore degli asset, sostituita dalla stima diretta del rapporto tra debito e il valore (massimo) dei distressed assets (Debt to Maximum Distressed Assets - DMDA), stima effettuata sulla base di un altro questionario qualitativo. Questa scelta ha come effetto la rimozione della volatility scorecard sul valore degli asset, contribuendo così alla stabilizzazione della stima finale. Si è rivista la modalità di introduzione degli add-on previsti per tener conto delle fasi negative del ciclo economico (downturn add-on) e dei costi di recupero. La struttura del modello è stata aggiornata permettendo il calcolo LGD sia per le posizioni senior che per quelle subordinate. Tali cambiamenti saranno implementati entro il In questo contesto l unità di validazione, oltre a svolgere le consuete attività di monitoraggio del funzionamento del modello attualmente in uso, si è concentrata sulla valutazione del disegno del nuovo modello esprimendo un giudizio complessivamente positivo. Miglioramento delle stime di LGD per prodotti specifici nei segmenti Group Wide Nella prima metà del 2011, il framework LGD per i clienti Group-wide è stato migliorato in modo da riflettere in modo corretto il profilo di rischio più basso di alcuni specifici prodotti (o transazioni), in particolare con riferimento ai covered bonds ed ai prodotti a mitigazione del country-induced risk. Per i covered bonds due diversi valori di LGD sono stati definiti su base esperta in base, in primo luogo, al paese di residenza della controparte e, in secondo luogo, alla conferma da parte dell analista creditizio responsabile che l emissione di covered bonds di uno specifico emittente sia in linea con gli standard del mercato locale. Per i prodotti a mitigazione del country-induced risk, la LGD di controparte sarà ridotta in base al contributo del country-induced risk sulla PD totale di controparte, attraverso l applicazione alla LGD unsecured di un fattore di recupero della specifica transazione (Transaction Specific Recovery factor). Sono state individuate due tipologie di prodotti a cui applicare la riduzione della LGD: le transazioni in cui il pagamento è garantito dalla vendita di beni ad una terza parte con residenza in un paese considerato a basso rischio e finanziamenti commerciali a breve termine tra banche. Tali cambiamenti saranno implementati entro la fine del Una specifica attività di validazione effettuata sul nuovo framework per la LGD ha dato come risultato un sostanziale accordo sia sulla metodologia nel suo complesso che sul trattamento privilegiato riservato alle transazioni oggetto di mitigazione. Il modello di EAD per i segmenti Group Wide La necessità di tale nuovo modello è motivata da un lato dall obiettivo di conformità con i requisiti di Basilea II riferiti all approccio IRB avanzato e, dall altro, dal bisogno di misurare il rischio connesso ad ogni attività al fine di gestirlo e di definirne correttamente il prezzo. Il principale driver della EAD è la tipologia di prodotto e il calcolo è legato a tre componenti. In primo luogo, in linea con i requisiti regolamentari, si assume che l esposizione corrente di bilancio continuerà ad esistere fino al default. A questo valore si somma il valore atteso di un ulteriore tiraggio della linea di credito accordata, e in terzo luogo, l eventualità di uno scoperto oltre l attuale linea di credito è considerata come percentuale della linea di credito accordata. Viene inoltre considerata, per i prodotti rilevanti, la probabilità di una richiesta di pagamento da parte di un terzo, cui è stata rilasciata una garanzia in caso di default. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

113 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Al fine di rendere coerente il campione dei default d impresa con l ambito di applicazione del modello, esso è stato ristretto alle controparti con almeno un fido con una linea di credito garantita non inferiore ad euro L attività di validazione ongoing svolta nel corso del 2010 ha verificato il disegno del modello ed in particolare la ragionevolezza delle assunzioni sottostanti, inclusa la scelta del campione di sviluppo. Le stime del modello sono state confrontate con i corrispondenti valori osservati internamente, utilizzando un dataset out-of-sample costruito con default osservati in fase di downturn ( ) dalle principali Legal Entities. Anche gli aspetti IT e di qualità del dato sono stati oggetto di convalida interna. Modelli locali, perimetro Italia In questa sezione si fornisce una descrizione dei modelli locali italiani che hanno già ricevuto l autorizzazione per l utilizzo dell approccio AIRB. Il modello di rating del segmento Corporate Italia Il modello Rating Integrato Corporate (RIC) fornisce il rating delle controparti imprese di UniCredit S.p.A. aventi un fatturato (o total assets laddove il fatturato non è informativo) da 5 a 250 milioni di euro, secondo la nuova segmentazione, operativa da novembre 2010, decisa nell ambito del progetto di fusione societaria One4C, anche a seguito di una specifica attività di confronto delle performance delle diverse modellistiche disponibili sui segmenti imprese in Italia. Sviluppato in più fasi anche col supporto della società Centrale Bilanci, il modello RIC nella sua prima versione prevedeva l integrazione a più livelli di diverse componenti. Ad un primo livello, il punteggio generato da variabili di bilancio (score CE.BI.) si integrava con informazioni di carattere qualitativo provenienti da questionari compilati dal gestore; ad un secondo livello, lo score precedente si integrava con informazioni di carattere geo-settoriale-dimensionale; successivamente informazioni di natura comportamentale-andamentale (sia interne che di sistema) si fondevano con il risultato del secondo livello per dare origine ad un Rating Integrato Corporate secondo due diversi pesi sulla base del punteggio andamentale. Infine, mediante analisi Kernel della distribuzione dello score RIC sul portafoglio di applicazione si erano individuate 9 classi di rating. Le funzioni di convalida competenti avevano verificato, in sede di Initial Validation del modello, il disegno e la tenuta, in termini di performance e stabilità, sia dei diversi moduli sia del modello complessivo anche per sotto-portafogli rilevanti, analizzando anche la calibrazione, le regole di override e la copertura del modello per rapporti ed esposizioni del portafoglio della banca. Nel corso del 2008 erano inoltre stati apportati e validati i seguenti miglioramenti al modello, in produzione da marzo 2009: ristima del modulo andamentale, a partire dalle variabili presenti nella precedente versione, attraverso la revisione dei relativi pesi e l eliminazione di tutti quei fattori ritenuti non più significativi, rimuovendo così la ridondanza informativa ed incrementando la capacità predittiva del modulo; ridefinizione dei pesi dell integrazione fra modulo andamentale (sia interno che esterno) e score d impresa di secondo livello, eliminando la doppia funzione d integrazione, fonte di discontinuità nella PD finale per quelle controparti con stesso score di secondo livello, ma con piccole differenze nello score andamentale attorno al valore scelto come soglia. Inoltre era stato utilizzato un campione di sviluppo maggiormente rappresentativo del portafoglio di applicazione, incorporando anche la definizione di default Basilea II al netto dei Past Due tecnici, ed era stata attestata l adeguatezza della nuova versione del sistema per la sua applicazione all intero portafoglio, comprensivo dei clienti di provenienza ex-capitalia. 113

114 Nel corso del 2010 si è proceduto alla ricalibrazione del modello per tener conto dell estensione della serie storica dei default e delle implicazioni derivanti dalle modifiche del portafoglio di applicazione conseguenti al completamento del progetto di fusione One4C. Nella prima metà del 2011 è stata effettuata una nuova ricalibrazione basata sui dati di default più recenti, anche sulla base delle raccomandazioni delle funzioni di controllo interno e dall Organo di Vigilanza. Nel secondo semestre 2011 verranno anche implementate le modifiche significative apportate al sistema di rating volte a superare, mediante il risviluppo interno dei moduli finanziario, qualitativo ed andamentale Centrale dei Rischi, la maggior parte dei rilievi evidenziati dalle funzioni di convalida e revisione interna nonché dall Organo di Vigilanza. Nel corso degli ultimi mesi, le attività di convalida, oltre al monitoraggio del modello attualmente in uso, si sono concentrate sulla verifica degli interventi di revisione del modello tuttora in corso, in termini di adeguatezza e rispondenza ai requisiti regolamentari ed agli standard di Gruppo. Il modello di rating del segmento Small Business Italia Il modello Rating Integrato Small Business (RISB) fornisce il rating delle controparti imprese di UniCredit S.p.A. aventi un fatturato (o total assets laddove il fatturato non è informativo) fino a 5 milioni di euro, secondo la nuova segmentazione derivante dal progetto di fusione One4C, verificata dalla competente funzione di convalida interna per quanto concerne la scelta e l applicazione dei modelli di rating. Il modello è stato strutturato in modo da ottimizzare l aggregazione delle diverse fonti informative, sia interne (qualitative, finanziarie, anagrafiche ed andamentali) sia esterne (il flusso di Centrale dei Rischi Banca di Italia e le centrali rischi private), differenziando tra erogazione a nuovi clienti o a clienti già esistenti e sulla base di una segmentazione del portafoglio Imprese che riflette la dimensione e l anzianità dell azienda sul mercato. I moduli sviluppati sono i seguenti: modulo anagrafico; modulo andamentale esterno (CE.RI/SIA); modulo finanziario; moduli Credit Bureau (Experian e Crif); modulo qualitativo; modulo andamentale interno. Il processo di stima dei vari moduli si è articolato nelle fasi di seguito descritte: analisi univariate, analisi multivariate, specificazione del modello e validazione. Il metodo utilizzato è la regressione logistica stepwise. La stima viene effettuata utilizzando la tecnica del Weight of Evidence (WoE). Al termine della procedura di stima del modello logistico, lo stesso è scalato (omogeneizzato) in modo tale che i punteggi di modelli diversi siano confrontabili. Identificati i regressori significativi, si costruisce lo scorecard report che riassume in maniera sintetica le variabili utilizzate nel modello, il peso di ciascun fattore e il livello di significatività statistica. Lo score omogeneizzato di ciascun modello concorre alla produzione della PD e della classe di Rating della controparte in base al peso relativo del modulo stesso, rapportato a quello degli altri e con modalità legate all anzianità del rapporto del cliente con la banca, distinguendo tra già cliente e nuovo cliente, ed alla tipologia di cliente Small Business considerato. Il modello era stato calibrato nel corso del 2009 anche per tenere in considerazione l integrazione dei portafogli creditizi ex Capitalia. Nel corso del 2010, la calibrazione delle stime è stata effettuata anche al fine di considerare l ampliamento del perimetro di applicazione del modello RISB fino a 5 milioni di euro di fatturato, in conseguenza della costituzione della Banca Unica a partire da novembre L ultima calibrazione del 2011 è stata effettuata considerando i dati di default più recenti. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

115 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Nel 2011 la funzione di validazione ha proceduto alla verifica nel continuo della tenuta, in termini di performance e stabilità, anche nei sotto-portafogli rilevanti, del modello nel suo complesso e dei diversi moduli che lo compongono. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta alla valutazione della nuova calibrazione, che ha nel complesso apportato un miglioramento in termini di allineamento tra PD e tassi di default osservati grazie all introduzione dei dati più recenti nel tasso target. Oltre alla metodologia, l attività di validazione ha anche riguardato aspetti di IT & Data Quality e di processo. Con riferimento a questi ultimi la convalida effettuata nella prima parte del 2011 ha confermato l adeguatezza dei processi RISB anche a fronte del progetto One4C e della relativa estensione del perimetro alle imprese con fatturato fino a 5 milioni di euro precedentemente di competenza UCCB. Il modello di rating del segmento Privati Italia: Mutui Ipotecari Il Portafoglio di applicazione del modello di Rating RIP (Rating Integrato Privati), che si basa su un approccio per pool, è costituito dall insieme di tutte le tipologie di mutui ipotecari trattati in UniCredit S.p.A., destinati all acquisto, costruzione e ristrutturazione di immobili residenziali da parte della clientela privati e all acquisto di immobili per finalità legate all attività economica svolta da parte delle Persone Fisiche appartenenti al settore delle Famiglie Produttrici. Per quanto concerne i prodotti rateali del Gruppo, la considerazione di caratteristiche specifiche del singolo prodotto ai fini della determinazione del pool di appartenenza ha comportato l assegnazione di una probabilità di default potenzialmente differente ad ogni rapporto in capo alla medesima controparte, benché anche le caratteristiche del Cliente siano tra i driver fondamentali per l individuazione dei pool. Analogamente a tutti gli altri sistemi di rating del portafoglio privati del Gruppo, anche lo sviluppo del modello R.I.P. si è articolato in due fasi distinte. La prima consiste nell individuazione dei pool relativi al portafoglio in fase di erogazione, la seconda nell individuazione dei pool relativi al portafoglio in essere. Mediante tecniche statistiche sono stati individuati i pool sull intero portafoglio. In seguito a tale processo si è pervenuti alla definizione di strutture ad albero nelle quali le foglie finali corrispondono ai pool individuati. La PD associata a ciascun pool è stata stimata usando il tasso di default osservato per le espozioni attribuite. I singoli pool sono stati successivamente aggregati in classi di rating, utilizzando la cluster analysis. Nel processo di assegnazione della probabilità di default, la valutazione effettuata in sede di prima erogazione viene mantenuta nel primo semestre di vita del rapporto, salvo sia rilevato uno sconfino di durata superiore al mese, mentre a partire dal settimo mese viene ricalcolata l attribuzione dell operazione al pool corrispondente secondo l albero definito per il portafoglio in essere. All aumentare dell anzianità del mutuo, acquisiscono infatti maggiore rilevanza le variabili andamentali. Per le specificità legate alla diversa provenienza delle esposizioni costituenti il portafoglio di rischio proveniente dalla ex UniCredit Banca, UniCredit Banca per la Casa e Abbey National, il modello di rating presentava fin dalle origini alcune personalizzazioni, soprattutto con riferimento al portafoglio acquisito mediante il canale ex-abbey National. Nell analisi del portafoglio complessivo ex UB Casa erano dunque stati definiti quattro alberi di segmentazione la cui variabile discriminante iniziale è la maturità del mutuo (numero di mesi dall erogazione maggiore o minore di 6) e, per i mutui con maggiore maturità, il perimetro di provenienza. In particolare: albero stimato per il portafoglio in fase di erogazione o application, utilizzato nell attribuzione della probabilità di default a tutti i mutui con anzianità inferiore a 6 mesi (inizialmente distinto per ex Banca per la Casa ed ex UniCredit Banca); albero per il portafoglio in essere ex-anbi da adottare per i mutui del perimetro ex-anbi con anzianità superiore a 6 mesi; albero per il portafoglio in essere ex-adalya-kiron (ex Banca per la Casa) realizzato per la stima della PD dei mutui ex-adalya con anzianità superiore a 6 mesi; albero per il portafoglio in essere ex-unicredit realizzato per la stima della PD dei mutui ex- UniCredit con anzianità superiore a 6 mesi. 115

116 Elemento comune alle quattro segmentazioni è l assegnazione al pool di rischio maggiore delle pratiche che manifestino un ritardo di pagamento o delinquency superiore al mese. Nel corso del 2008 erano state apportate alcune modifiche derivate dall utilizzo di una definizione di default più aderente alla normativa di vigilanza (sconfino di vigilanza e/o 7 rate arretrate, incaglio o sofferenza) dalla necessità di uniformare le griglie di score di erogazione tra ex UniCredit Banca per la Casa e ex UniCredit Banca e dall ampliamento delle finestre temporali con conseguente calibrazione e ridefinizione delle classi di rating. Nello stesso periodo aveva anche avuto luogo lo sviluppo di una griglia specifica, mediante modello statistico basato su funzione logistica, per l erogazione di mutui ipotecari alla clientela Immigrants, segmento costituito da pratiche per le quali almeno un soggetto tra gli intestatari e i garanti sia nato all estero e abbia cittadinanza diversa da quella italiana, nonché l estensione dei metodi IRB avanzati ai mutui ipotecari residenziali di clientela privata provenienti dalle banche del Gruppo ex-capitalia, mediante lo sviluppo di un modello PD andamentale ad hoc creato a partire da dati rappresentativi dei medesimi portafogli. Nel corso del 2009, oltre alla consueta ricalibrazione delle componenti di rischio PD e LGD, si è provveduto a sviluppare un modulo specifico per la stima della PD con riferimento ai mutui ipotecari dei dipendenti del gruppo UniCredit, precedentemente esclusi dal perimetro di applicazione del sistema di rating RIP Mutui Ipotecari. Nel corso del 2010 sono state intraprese attività specifiche volte ad una significativa revisione del modello RIP Mutui Ipotecari, finalizzata all introduzione di un approccio più prudenziale per l identificazione dei default, anche in funzione delle raccomandazioni suggerite dalle funzioni di controllo interno e dall Organo di Vigilanza, nonché ad un maggiore allineamento con i nuovi processi creditizi e la struttura organizzativa derivata dalla fusione societaria, completata a novembre Tale intervento consentirà, mediante il risviluppo dei moduli di erogazione e andamentale, di incrementare la rappresentatività e la performance delle stime di PD, oltre a risolvere i rilievi identificati dalle funzioni di controllo. La funzione di validazione aveva verificato nel 2007, in fase di Initial Validation, il disegno del modello e del sottostante score di erogazione, la loro capacità discriminante e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione era stata rivolta all analisi dei sottomodelli identificati dall anzianità del mutuo e dal canale di provenienza, nonchè alla copertura del portafoglio per rapporti ed esposizioni ed alla calibrazione sia a livello complessivo che di sottoportafoglio. Negli anni seguenti la funzione di validazione ha proceduto alla verifica nel continuo della tenuta del modello RIP Mutui Ipotecari in termini di performance e calibrazione, valutando di volta in volta nello specifico i diversi interventi effettuati e descritti in precedenza (i.e. introduzione della griglia di erogazione immigrati, del modello andamentale ex capitalia e del modello per i mutui erogati ai dipendenti UniCredit). Il modello di rating del segmento Privati Italia: Scoperti di Conto Corrente e Carte di Credito a Saldo Il Rating Integrato Privati (RIP) per finanziamenti in Conto Corrente esprime un giudizio complessivo sul merito creditizio del privato affidato o richiedente un affidamento ricompreso nel pool CC (conti correnti, crediti di firma, carte a saldo) e deriva dall integrazione di un set di moduli elementari che sfruttano le informazioni rinvenibili presso le fonti interne (informazioni anagrafiche e andamentali), il flusso di Centrale Rischi di Banca d Italia (CR e SIA) e il Bureau Crif. L aggregazione dei moduli è stata effettuata in modo diverso per i seguenti cinque sotto-segmenti principali di clientela Privata: i nuovi clienti che richiedono un affidamento (c.d. Nuovi); i clienti esistenti ma operanti su base attiva (c.d. Richiedenti ex-base Attiva) che richiedono un affidamento; i clienti esistenti e affidati (c.d. Esistenti Affidati); i clienti esposti ma non affidati (c.d. Esposti Non-Affidati); i dipendenti del gruppo UniCredit (c.d.dipendenti). TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

117 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 L aggregazione dei moduli determina la stima di uno score di erogazione, applicato per la valutazione del merito creditizio del cliente sia nel processo di nuovo affidamento che di rinnovo, e di uno score di monitoraggio, utilizzato per la valutazione del cliente che presenta già una relazione con la Banca. Di seguito viene fornita una rappresentazione schematica del modello: Fase di erogazione Fase di monitoraggio Modello Nuovi Clienti Modello Richiedenti ex- Base Attiva Modello Clienti Esistenti e Affidati Modello Clienti Esistenti Esposti, ma non Affidati Modello Dipendenti del Gruppo Modello Clienti operanti su Base Attiva Modulo Anagrafico Modulo CRIF Modulo Anagrafico Modulo CRIF Modulo Andamentale Base Attiva Modulo Anagrafico Modulo CRIF Modulo Andamentale Esposti/Affidati Modulo Andamentale Esposti/Affidati Modulo Andamentale Esposti/Affidati Modulo Andamentale Base Attiva Moduli/modelli sviluppati su campioni di erogazione Moduli/modelli sviluppati su campioni stock Le variabili ai fini dell inclusione nel modello sono state analizzate a livello univariato e sono state selezionate in base all incidenza dei missing, alla capacità predittiva (D di Somers) e all analisi dei cluster. A livello multivariato le tecniche di selezione utilizzate sono la regressione logistica di tipo stepwise e il livello di correlazione, oltre a valutazioni di carattere economico. L integrazione dei moduli applicabili ai diversi sotto-segmenti di clientela è stata effettuata mediante regressione logistica sui Weight of Evidence (WoE) degli score stimati dai moduli. Le informazioni sottostanti il modulo Anagrafico-Finanziario acquisite in fase di erogazione ed aggiornate solo in minima parte nel corso del monitoraggio del finanziamento perdono progressivamente peso all interno del modello. Diversamente, le variabili di carattere andamentale potrebbero non essere presenti in fase di erogazione, ma sicuramente presenti e discriminanti nel corso del monitoraggio. Con particolare riguardo alla periodicità del loro aggiornamento, le informazioni andamentali di fonte CRIF sono aggiornate con cadenza trimestrale, quelle di fonte Interna o CeRi con cadenza mensile. 117

118 La PD del modello, pur essendo stata stimata esclusivamente su dati dei clienti ex UniCredit Banca, è stata calibrata tenendo conto dei tassi di default dei clienti di entrambi gli ex Gruppi (ex UniCredit ed ex Capitalia). La distribuzione per classi di rating delle esposizioni, come atteso, è maggiormente concentrata sulle classi di rating rappresentative di maggior qualità: il 70% delle esposizioni ha una classe di rating inferiore o uguale a T08, che rappresenta una probabilità di default massima del 3%. In generale, tutte le classi di rating sono sufficientemente popolate e non si osservano concentrazioni significative in singole classi. La definizione di default adoperata in fase di sviluppo dei moduli statistici è una definizione gestionale mentre quella utilizzata per la calibrazione è conforme alla normativa di Basilea II che considera bad le controparti classificate in sofferenza, incaglio o past due a 180 giorni. Su tale aspetto nel corso degli ultimi mesi, anche in funzione delle raccomandazioni ricevute dall Organo di Vigilanza, sono state avviate attività finalizzate alla revisione in senso maggiormente prudenziale della definizione di default ed alla conseguente calibrazione del modello (inclusi i parametri di LGD e EAD). I confronti con l Organo di Vigilanza hanno portato comunque a confermare l attuale definizione di default, che si è dimostrata essere adeguata e rispondente alla normativa regolamentare. La funzione di validazione ha verificato il disegno del modello, l utilizzo delle fonti informative, le sue performance in termini di rank ordering e calibrazione e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta all analisi dei sottomodelli identificati. Il modello di rating del segmento Privati Italia: Prestiti Personali Il sistema di rating per i prestiti personali è costituito, ai fini della stima della PD, da modelli differenti in ragione della finalità di utilizzo (erogazione o monitoraggio), del canale di erogazione e del portafoglio di applicazione, al fine di cogliere le peculiarità dei diversi segmenti in termini di gestione del business, rischiosità e proprietà statistiche. I modelli sviluppati sono i seguenti: 1. erogazione canale banca portafoglio strategico 2 ; 2. erogazione canale banca portafoglio non strategico 3 ; 3. erogazione canale non banca 4 ; 4. andamentale. Questa struttura è quella che meglio consente di ottimizzare l utilizzo delle principali fonti informative senza introdurre un eccessiva complessità nel modello. Per quanto concerne i modelli di erogazione, aventi l obiettivo di assegnare una probabilità di default ad ogni esposizione al momento della richiesta di un prestito personale, la metodologia di sviluppo utilizzata è la regressione logistica ed i campioni di sviluppo sono costituiti da tutte le pratiche erogate fino a luglio Per quanto concerne invece il modulo andamentale, sviluppato tramite una tecnica di regressione logistica, le variabili discriminanti utilizzate si riferiscono sostanzialmente alle informazioni andamentali interne e alle informazioni relative alla anagrafica del cliente. Gli score di erogazione ed andamentali così definiti sono stati normalizzati, e sono state create 14 classi di rating, definendo anche 4 classi aggiuntive rispettivamente per la categoria dei dipendenti, per gli unrated (per cui non sono utilizzati modelli di score in fase di concessione), per le pratiche erogate a fronte dell evidenza di una policy di rifiuto, e per le pratiche in default. 2 Si tratta dei Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB per cui il richiedente o il coobbligato (se presente) abbiano stato di nascita, ricavato dal codice fiscale, incluso nel seguente elenco: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Irlanda del nord, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Principato di Monaco, San Marino, Spagna, Svizzera, Svezia, Città del Vaticano, Stati Uniti d America, Canada, Australia, Nuova Zelanda 3 Si tratta di Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB ma non rientranti nel perimetro del Portafoglio Strategico. 4 Prestiti Personali non erogati tramite le agenzie UCB. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

119 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 La definizione di default adottata in fase di stima degli score è di tipo gestionale, caratterizzata da un periodo di performance di 18 mesi e dall identificazione del default in base alla presenza di uno stato di sofferenza o ad un numero di rate pagate arretrate superiore o pari a 5 5. Successivamente si è provveduto a calibrare i tre score alla definizione di default prevista dalla normativa di vigilanza tenendo conto dell erogato nel periodo compreso tra settembre 2005 e gennaio Anche per i Prestiti Personali, come già evidenziato per gli altri segmenti di esposizioni al dettaglio in Italia, nel corso degli ultimi mesi sono state avviate le attività finalizzate alla revisione in senso maggiormente prudenziale della definizione di default, concordata nel mese di aprile con Banca d Italia, ed alla conseguente calibrazione del modello (inclusi i parametri di LGD e EAD). La funzione di validazione ha verificato il disegno del modello, l utilizzo delle fonti informative, le sue performance in termini di rank ordering, calibrazione e stabilità, effettuando nel corso del primo trimestre del 2010 anche specifiche analisi per la verifica della possibilità di adottare le stime anche per il portafoglio di provenienza ex Capitalia. LGD per i portafogli locali Italia I modelli di LGD in uso in UniCredit S.p.A., che ha inglobato da novembre 2010 i portafogli precedentemente in capo a UCCB, RNI e UCFIN, sono stati sviluppati secondo un approccio di tipo workout. In particolare, il tasso di perdita viene calcolato considerando i flussi di cassa relativi ai diversi rapporti osservati dal loro ingresso a default fino al termine del processo di recupero. Per quanto attiene alla stima, sono stati definiti specifici moduli per ciascuna fase del default (incaglio, sofferenza e past due), adottando stime regressive nel caso dei blocchi sofferenze ed incagli e medie storiche per la variazione dell esposizione in fase di past due (distinta per rapporti rateali e non rateali). Tale criterio a blocchi determina la necessità di definire una modalità di integrazione dei risultati dei diversi modelli per il calcolo della LGD complessiva. In particolare, è necessario definire due tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default (probabilità che, dato il default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi stati di default (nella terminologia UniCredit questi ultimi vengono definiti Danger Rates). Mentre per i portafogli Corporate e Small Business e per i prodotti mutui ipotecari e conti correnti/carte a saldo tali parametri vengono definiti su base empirica (frequenze relative osservate sui campioni di sviluppo), l approccio di stima adottato per il prodotto Prestiti Personali si basa sulla modellizzazione del WOE (Weight of Evidence) associato ai diversi attributi delle variabili disponibili in fase di application. I modelli sviluppati mediante approccio regressivo prevedono l impiego sia di variabili di tipo anagrafico che inerenti le caratteristiche dei rapporti; inoltre, assumono particolare rilevanza le garanzie a copertura delle esposizioni. A tal proposito, UniCredit SpA ha deciso di incorporare l effetto delle diverse tipologie di garanzie nella LGD, ad eccezione, per i portafogli Imprese, delle fideiussioni rilasciate da istituti bancari o stati sovrani, in presenza delle quali è adottato il principio di sostituzione. In generale non si considera dunque la possibilità di trattare separatamente la quota di esposizione garantita e quella non garantita, ma viene calcolata una Loss Given Default a livello di rapporto, in funzione delle garanzie presenti e, ove significativo, del loro valore. Per quanto riguarda Corporate e Small Business, con riferimento ad alcune tipologie di rapporto (Anticipi), si è optato per un modello sviluppato congiuntamente. Per il calcolo del valore di LGD, limitatamente alla fase di sofferenza, si è considerato il massimo livello di dettaglio possibile, ovvero il rapporto. Per quanto riguarda la fase di incaglio, invece, la banca ha sviluppato due modelli per ciascun segmento, differenziando esposizioni rateali e non rateali. 5 La controparte è considerata good in caso di rate arretrate inferiore o pari a 2 e indeterminata con 3 o 4 rate arretrate. 119

120 Nel corso del 2008 erano state apportate alcune modifiche al modello di LGD per i portafogli italiani (ad esclusione di Prestiti Personali e Conti Correnti/Carte a Saldo, i cui modelli sono stati autorizzati nel 2010). Il primo intervento aveva riguardato l inserimento della variabile tasso risk free all interno dei modelli in modalità continua anziché in modalità discreta. In secondo luogo, si era sviluppato un nuovo approccio per la stima della LGD Downturn che prevedeva il calcolo dell effetto downturn come aggiustamento della LGD stimata dai modelli mediante due coefficienti ottenuti tramite una regressione che interpolava la LGD stimata e una nuova variabile che identificava il passaggio o meno della sofferenza per la fase recessiva. Il terzo intervento era costituito dalla revisione dell effetto dell azione revocatoria fallimentare, mentre il quarto riguardava la correzione delle stime di LGD per le esposizioni già a default per tener conto degli eventuali passaggi a perdita parziali. Tutti i modelli erano inoltre stati ricalibrati coerentemente con quanto avvenuto per i modelli di PD; con riferimento specifico alla LGD del sistema Rating Integrato Privati (RIP) per i Mutui Ipotecari si era provveduto a rivedere la modalità di aggregazione delle aree geografiche eliminando le classi Lazio e Umbria e Marche e Toscana e creando la classe Centro, al fine di migliorare l interpretabilità economica e rendere tale modello uniforme con i modelli di LGD analoghi sviluppati in Italia. Nel corso del 2009, i parametri dei modelli LGD locali erano stati aggiornati a seguito dell ampliamento dei campioni di sviluppo che aveva condotto all esclusione di tutti i rapporti con ingresso nello stato di default prima del Tale scelta era stata guidata dalle necessità di garantire una maggiore aderenza tra i processi sottostanti i recuperi osservati nei campioni di sviluppo e quelli attuali. Su raccomandazione delle funzione di controllo interno era stata rivista anche la metodologia di determinazione dei tassi di attualizzazione usati per il calcolo della LGD osservata, con l utilizzo del tasso risk free più un premio al rischio basato, oltre che sulla volatilità storica dei recuperi, anche sull asset correlation prevista per il calcolo del requisito di capitale. Inoltre, erano state ridefinite le aree geografiche per il modello relativo al segmento Small Business, con aggregazione delle classi Sud e Isole, per esigenze di maggiore aderenza del modello ai portafogli ex-capitalia nonchè di uniformità con i modelli per i segmenti Corporate e Mutui Ipotecari. Tali modifiche avevano comportato la variazione dei pesi delle variabili predittive dei modelli, senza cambiamenti nel numero e nella tipologia delle variabili stesse. Il 2009 si è anche caratterizzato per l introduzione di nuovi modelli per il calcolo della LGD per i Conti Correnti/Carte a Saldo e i Prestiti Personali. Per quanto riguarda i due nuovi modelli LGD per le esposizioni al dettaglio, la loro struttura è simile a quella degli altri modelli LGD: si basano su un approccio di tipo workout e sono strutturati in moduli differenziati per le posizioni in sofferenza e precontenzioso (incagli e past-due a 180 giorni). Tali blocchi sono poi combinati tra loro mediante la stima di due tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default (probabilità che, dato il default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi stati di default. Nel corso del 2010 la componente danger rate per il portafoglio Imprese è stata aggiornata al fine sia di includere nelle stime la maggiore rischiosità dei dati più recenti sia di allineare i perimetri di sviluppo alla nuova segmentazione in ottica One4C. Inoltre, per quanto concerne i Mutui Ipotecari a privati, la revisione dei danger rate ha incorporato la definizione di default recentemente concordata con Banca d Italia. Il perimetro di stima, precedentemente limitato ai mutui provenienti da ex-banca per la Casa, è stato peraltro esteso a tutti i rapporti delle ex-entità della Divisione Retail. Infine, l intervento effettuato più di recente in sede di sviluppo (giugno 2011) è stato l introduzione della nuova calibrazione della componente danger rate comprensiva dei default 2010 sul portafoglio Imprese. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

121 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Con riferimento ai modelli LGD oggetto della richiesta di autorizzazone iniziale, la funzione di validazione, nel corso del 2007 ha esaminato la struttura, la coerenza con la definizione di PD, l effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l allocazione dei costi e il trattamento degli attivi in default e ha effettuato test volti alla verifica dell accuratezza e della calibrazione dei modelli, negli anni successivi. Successivamente, a partire dal 2008, le analisi sono state focalizzate sulla validazione iniziale dei nuovi modelli di LGD (Conti Correnti/Carte a Saldo, Prestiti Personali), sulla valutazione qualitativa di tutte le revisioni apportate nonché sulla tenuta delle scelte effettuate nel contesto di recessione recentemente verificatosi e sul monitoraggio di performance e calibrazione dei modelli già autorizzati, con un particolare focus sulla verifica dell adeguatezza delle stime definite per i rapporti già in default. Estensione dell approccio A-IRB (LGD) ad UniCredit Credit Management Bank S.p.A. Nella seconda metà del 2010 è stata completata la fusione per incorporazione di Aspra Finance S.p.A. in UniCredit Credit Management Bank S.p.A. In tale contesto, il gruppo UniCredit ha proceduto ad estendere contestualmente all operazione di fusione, l approccio A-IRB per la misurazione dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di credito, già in uso in Aspra Finance S.p.A. a partire da dicembre L adozione dei metodi A-IRB nella società incorporante ha l obiettivo di garantire la neutralità rispetto al calcolo della perdita attesa e delle attività ponderate per il rischio nell ambito del Gruppo, sia per quanto riguarda il portafoglio creditizio attualmente in capo ad Aspra Finance S.p.A., per il quale i requisiti patrimoniali sono già calcolati secondo un approccio avanzato, sia con riferimento a future cessioni di crediti problematici originati da società del Gruppo già autorizzate all utilizzo dei suddetti metodi. Si ricorda che il focus di Aspra Finance S.p.A. consisteva nell acquisizione e nella gestione di crediti problematici originati da banche o società finanziarie del Gruppo. Di conseguenza, nella società erano stati progressivamente accentrati i portafogli storici Non Performing Loans (NPLs) delle Entità Giuridiche del Gruppo. A tale proposito si osserva che per il portafoglio IRB il fondamentale criterio per la definizione del prezzo dei portafogli NPLs è rappresentato, e sarà rappresentato nelle future cessioni, dalla LGD per le esposizioni in default. I modelli di EAD per i portafogli locali italiani Contestualmente all introduzione dei nuovi sistemi di rating per i finanziamenti in conto corrente e per i prestiti personali, il Gruppo ha sviluppato modelli per la stima della esposizione al momento del default (EAD). Inoltre, il sistema di rating RIP Mutui Ipotecari è stato arricchito di un modello interno per la stima della EAD, autorizzato da parte dell Organo di Vigilanza a dicembre L approccio utilizzato per la valutazione dell EAD è costituito in tutti i casi da una metodologia entro 12 mesi, secondo cui si procede all osservazione della clientela affidata o sconfinante in bonis a una determinata data di riferimento (es. 31/12/t) che risulti classificata in default nell arco dei 12 mesi successivi. Con riferimento agli scoperti di conto corrente e alle carte di credito a saldo, la stima dell EAD è differenziata in funzione di determinate famiglie di forme tecniche, conti correnti/carte a saldo, portafoglio commerciale e crediti di firma. Il calcolo dell EAD per i rapporti di conto corrente si differenzia in base alla presenza o meno di margine residuo sulla linea di fido all istante di osservazione; in particolare, in presenza di margine si prevede il calcolo di un equivalente creditizio (CCF), mentre in assenza di margine alla data di riferimento si prevede il calcolo di un indicatore in funzione del solo utilizzo corrente (K). Inoltre, le famiglie conti correnti e carte di credito a saldo sono state gestite congiuntamente data l operatività gestionale che prevede l addebito mensile dell utilizzo della carta di credito su un conto corrente di appoggio, senza possibilità di risalire alle movimentazioni a sé stanti relative ai mesi precedenti. 121

122 Per quanto riguarda i crediti di firma, attraverso cui la banca assume o garantisce un obbligazione del cliente esponendosi al rischio di dover rispondere con il proprio patrimonio in caso di inadempimento dell affidato, si è valutata la probabilità che la garanzia stessa o l impegno concesso possano trasformarsi in un esposizione per cassa. Il modello valuta pertanto la quota dei crediti di firma in essere al momento del default che, in quanto tali, rappresentano un rischio potenziale per l Istituto (il rischio effettivo, ovvero che tali esposizioni potenziali si trasformino in esposizioni per cassa, è valutato nel modello LGD). Per quanto concerne la stima dell esposizione al default sui rapporti di portafoglio commerciale, la funzione di sviluppo ha deciso di calcolare esclusivamente un coefficiente K, data la scarsa numerosità delle osservazioni con margine in questo contesto. Per quanto riguarda i prestiti personali, invece, le analisi svolte hanno evidenziato che l esposizione al momento del default è inferiore al 100% dell esposizione alla data di osservazione in corrispondenza di tutti i segmenti ottenuti dalle variabili di segmentazione e per tutti i portafogli analizzati. Per tale ragione si è deciso di non implementare il modello sviluppato e di assegnare prudenzialmente ad ogni esposizione, a fini regolamentari, una EAD pari a 100%. Infine, con riferimento ai mutui ipotecari l approccio adottato è del tutto analogo a quello utilizzato per i prestiti personali. In questo caso sono stati identificati alcuni sottoportafogli ai quali è associata una EAD media superiore al 100%, in particolare in presenza di un impagato al momento dell osservazione. Coerentemente con la normativa, tutti i rapporti ai quali risulta associata una EAD inferiore al 100% vengono forzati a quest ultimo valore. A fine 2010 è anche stata effettuata una ricalibrazione del modello con estensione della serie storica a dati più recenti. L attività di validazione iniziale di questi modelli di stima si è particolarmente concentrata nella verifica dell impianto metodologico, soprattutto in relazione alla capacità del modelli di cogliere le caratterisitiche proprie dei diversi prodotti specie laddove è comune osservare un incremento di esposizione all avvicinarsi del default. Le attività di convalida hanno poi esaminato il profilo della completezza informativa e le performance e la calibrazione dei modelli. Modelli Locali, perimetro Germania Modello di rating Mid corporate Il modello Mittelstandsrating si occupa di fornire i rating delle esposizioni verso la classe imprese di UCB AG con sede in Germania e con fatturato compreso tra i 5 e i 500 milioni di euro. Il portafoglio obiettivo è stato rivisto ad aprile 2011 (precedentemente il limite inferiore di fatturato era fissato a 3 milioni di euro) nell ambito dell iniziativa del Gruppo chiamata One4C volta ad aumentare ulteriormente la soddisfazione dei clienti e ad accrescere la vicinanza ai territori in cui opera il Gruppo. La versione del modello attualmente in uso è stata rilasciata nel corso del 2009 ed è stata sviluppata con l obiettivo di semplificare il modello originario (il numero dei modelli per la valutazione automatica del bilancio è stato ridotto da 12 a 4), introducendo contestualmente i miglioramenti suggeriti dalla precedente fase di convalida. Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo. Il punteggio risultante dall analisi del bilancio determina il rating parziale relativo alle condizioni economiche. Il modulo qualitativo fornisce invece il rating parziale relativo alla situazione dell impresa. Il rating finale nasce dalla combinazione dei due rating parziali. Il modulo quantitativo è costituito da 4 sotto-moduli statistici chiamati Maschinelle Analyse von Jahresabschlüssen (Analisi automatica del bilancio), in breve MAJA. L ambito di applicazione di ciascuno di questi sotto-moduli dipende dal settore di attività economica dell azienda (Industria, Commercio, Costruzioni e Servizi). TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

123 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 I fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo, selezionati con un processo che ha incluso sia analisi statistiche che interazioni con gli esperti, coprono in generale le seguenti aree di analisi: struttura degli assets; situazione finanziaria; crescita produttiva/margini. Il modulo qualitativo, rivisto anch esso nel corso del 2009 con lo scopo di semplificarne la struttura ed ottimizzarne le performance, copre invece le aree di analisi relative a: situazione finanziaria; assetto manageriale/imprenditoriale; pianificazione e controllo; settore/mercato/prodotto; fattori di rischio; posizionamento settoriale. In presenza di segnali di deterioramento creditizio (warning signals), già inclusi in una specifica sezione del modulo qualitativo, il rating viene corretto automaticamente. Il rating finale può infine essere corretto manualmente (override) nel caso in cui informazioni aggiuntive indichino che il rating calcolato non è adeguato. Tale pratica è soggetta a restrizioni e vincoli specifici ed è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna. La revisione effettuata nel 2009 ha visto anche una ricalibrazione del modello sulla base di una più aggiornata serie storica di tassi di default. Successivamente, nel corso del 2010, a seguito della modifica del portafoglio di applicazione conseguente all introduzione del progetto One4C nella LE tedesca è stata effettuata una specifica analisi di tenuta del sistema di rating. La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello, la tenuta (performance e stabilità) dei diversi moduli che lo compongono (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la sua calibrazione e si è espressa positivamente sulla tenuta del modello anche sul nuovo portafoglio di applicazione. 123

124 Modello di rating Small Business Il modello di rating UCB AG smallcorp ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende tedesche e i privati, residenti in Germania, il cui reddito deriva principalmente dall esercizio di una libera professione, da lavoro indipendente o dai proventi di una PMI (SME) di cui sono maggiori azionisti o proprietari. Come già detto per il modello di rating mid-corporate, il portafoglio obiettivo di questo modello di rating è stato modificato ad aprile 2011 al fine di riflettere la nuova segmentazione della clientela introdotta con l iniziativa One4C. Attualmente il limite superiore del segmento Middle Market è fissato ad euro 5 milioni di fatturato per le controparti con bilancio (precedentemente tale limite era fissato a euro 3 milioni, mentre era euro 15 milioni per le società i cui soci hanno responsabilità personale illimitata). Il modello di rating "UCB smallcorp AG" è strutturato in tre diverse scorecard, che vengono diversamente combinati in funzione della fase di processo creditizio e dell esposizione creditizia della controparte: il modulo Scoring GK è applicato in erogazione per i clienti con esposizione superiore a euro ed in fase di revisione annuale per i clienti con un esposizione superiore a euro 6 ; il modulo Behaviour Scoring (BKL) è utilizzato sia nella valutazione automatica mensile della clientela Small Business (con esposizione inferiore a euro) che, nella fase di erogazione, in input al modulo Scoring GK; il modulo Small Credit Line scorecard è applicato solo in erogazione e per i clienti con una limitata esposizione creditizia (inferiore a euro) e in assenza di un rating andamentale (Behaviour Scoring). Il modulo Scoring GK è composto da due sotto-moduli: GK1 per le società i cui soci hanno responsabilità personale limitata e GK2 per le società i cui soci hanno piena responsabilità civile. In entrambi i casi sono sono utilizzate le medesime informazioni: i cosiddetti "MAJA Values", score di bilancio elaborati statisticamente, simili a quelli utilizzati nel modello Mid-Corporate ; score settoriale; score andamentale misurato dal modulo Behaviour Scoring. Nel caso di un individuo, il livello di indebitamento è utilizzato come un fattore di rischio aggiuntivo. Il modulo Small Credit Line scorecard è usato solo come punteggio per le esposizioni applicazione limitata (inferiore a euro) e non per la revisione annuale del rating. Il modulo Behaviour Scoring (BKL) è costituito da quattro sotto-moduli, basato sulla segmentazione di prodotto: KG: applicato in caso la controparte ha solo un conto corrente; BKG: applicato nel caso in cui il cliente ha un conto corrente e un mutuo; BG: applicato nel caso in cui il cliente ha solo un mutuo; BDG: applicato nel caso in cui i partner hanno altri prodotti (diversi da conti correnti e mutui). Lo score andamentale complessivo si ottiene aggregando a livello di prodotto tutti gli score ottenuti sul singolo rapporto e successivamente combinando lo score di prodotto così ottenuto con le informazioni specifiche del cliente per arrivare a un punteggio di controparte. Il modulo BDG è usato da solo quando il cliente presenta un prodotto diverso dal conto corrente e dal mutuo. Lo score andamentale viene calcolato automaticamente ogni mese. 6 Questo limite è stato aumentato da a coerentemente con il limite fissato per l'aggiornamento mensile del Behaviour Scoring, introdotto a ottobre TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

125 >> Terzo Pilastro di Basilea 2 Tavola 7 Application phase Annual Review Con il progetto One4C la soglia per l utilizzo del modello BKL è stata innalzata dal limite di approvazione di euro ad euro Il rating può essere corretto al verificarsi di un evento predefinito (all interno di un set di eventi che richiedono un downgrade o un upgrade della controparte) o sulla base di una valutazione esperta. Le correzioni del rating (override) sono soggette ad uno stretto monitoraggio da parte della funzione di convalida interna. Inoltre il processo di override è ammesso solo per i clienti con elevata esposizione. A seguito delle indicazioni della funzione di validazione interna, nel corso del 2010 è stata condotta un attività di calibrazione dei principali moduli (ad eccezione del modulo BDG e Small Credit Line) sulla base di una serie storica di default più aggiornata. La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello anche tramite verifica presso gli utenti. Ha inoltre analizzato la performance e la calibrazione del modello complessivo e dei diversi moduli (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la stabilità della popolazione sottostante. Ha infine esaminato il processo di assegnazione del rating e il processo di override. A seguito della modifica del portafoglio di applicazione è stata inoltre effettuata una specifica analisi di tenuta del sistema di rating. Modello di rating Foreign SME Nel corso del 2009 è stato inoltre introdotto un sistema di rating per la valutazione delle imprese estere o appartenenti a gruppi di consolidamento esteri, il cosiddetto Foreign SME. Il rating viene assegnato a tali controparti sulla base di una componente quantitativa esterna specifica per Paese, che viene integrata con un modulo qualitativo sviluppato internamente a partire da quello definito per il segmento Mid Corporate tedesco.nella sua versione attuale, il modello di rating Foreign SME può essere utilizzato per i 22 paesi per i quali erano disponibili modelli RiskCalc specifici per l analisi dei bilanci al momento dello sviluppo e per ulteriori 45 paesi per i quali Moody s suggerisce l uso di tali modelli come proxy. 125

126 La componente qualitativa (Soft facts module) si compone di quattordici criteri di valutazione che coprono le seguenti aree di indagine: situazione finanziaria; management; pianificazione e controllo; mercato/prodotti; altri rischi. Nella figura seguente si schematizza il sistema di rating per le imprese estere appartenenti al segmento SME. Anche in questo caso, le attività di verifica interna hanno consentito al Gruppo di certificarne la conformità ai requisiti normativi, anche tenendo in considerazione il fatto che le ridotte dimensioni dei perimetri di applicazione di ciascun modello non consentono una stima interna del modulo finanziario. Entro la fine del 2011 sarà implementata una versione estesa del rating Foreign SME basata su modelli aggiuntivi RiskCalc nel frattempo sviluppati. Tale versione coprirà tutti i paesi del mondo. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 E stato introdotto nell ordinamento di vigilanza italiano il concetto di risk appetite framework (RAF). E contenuto nella

Dettagli

Finanziamento Immobiliare Finanziamenti strutturati, leasing, mezzanine e NPL

Finanziamento Immobiliare Finanziamenti strutturati, leasing, mezzanine e NPL Finanziamento Immobiliare Finanziamenti strutturati, leasing, mezzanine e NPL Giacomo Morri Antonio Mazza Capitolo 6 GLI ACCORDI DI BASILEA E I FINANZIAMENTI IMMOBILIARI STRUTTURATI Il Nuovo Accordo Obiettivi

Dettagli

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,(

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,( 3,1,),=,21((21752//2, *(67,21(,0377,25*1,==7,9,( 68//(5,6256(801( 7HVWLPRQLDQ]DGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGD *=DQRQL 0LODQRJLXJQR Struttura del Gruppo Banca Lombarda 6WUXWWXUDGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGDH3LHPRQWHVH

Dettagli

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

RISK MANAGEMENT E CREAZIONE DEL VALORE NELLE BANCHE a.a. 2015/16

RISK MANAGEMENT E CREAZIONE DEL VALORE NELLE BANCHE a.a. 2015/16 PRESENTAZIONE DEL CORSO RISK MANAGEMENT E CREAZIONE DEL VALORE NELLE BANCHE a.a. 2015/16 Informazioni generali LAUREA MAGISTRALE IN FINANZA E RISK MANAGEMENT Prof. Paola Schwizer Ufficio: Via J.K. Kennedy,

Dettagli

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2012

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2012 I Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2012 I 2 I Indice Tavola 1 Requisito informativo generale... 5 Tavola 2 Ambito di applicazione...45 Tavola 3 Composizione del patrimonio

Dettagli

ING Lease (Italia) S.p.A. Informativa al pubblico Pillar III 31/12/2013

ING Lease (Italia) S.p.A. Informativa al pubblico Pillar III 31/12/2013 ING Lease (Italia) S.p.A. Informativa al pubblico Pillar III INTRODUZIONE La disciplina di Basilea II è una iniziativa internazionale in base alla quale gli istituti finanziari dei Paesi aderenti vengono

Dettagli

Tavola 1 Requisito informativo generale

Tavola 1 Requisito informativo generale Tavola 1 Requisito informativo generale (a) Il Consiglio di Amministrazione di Finlabo SIM. (di seguito anche la SIM o la Società ), ha definito le politiche di gestione dei rischi all interno delle quali

Dettagli

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2011

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2011 I Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2011 I 2 I Indice Tavola 1 Requisito informativo generale...5 Tavola 2 Ambito di applicazione...39 Tavola 3 Composizione del patrimonio

Dettagli

Funzionigramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori

Funzionigramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori gramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori Luglio 2010 INDICE ORGANIGRAMMA...3 FUNZIONIGRAMMA...5 DIRETTORE REGIONALE...6 COORDINAMENTO MARKETING E STRATEGIE TERRITORIALI...6

Dettagli

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Il Comitato di Basilea viene istituito nel 1974 dai Governatori delle Banche Centrali dei 10 paesi più industrializzati. Il Comitato non legifera, formula

Dettagli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011 La disciplina prudenziale per gli intermediari finanziari iscritti nell elenco speciale di cui all art. 107 TUB (Intermediari ex

Dettagli

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2010

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2010 Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2010 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2008 Indice Tavola 1 Requisito informativo generale... 5 Tavola 2 Ambito di applicazione...

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

Lezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating

Lezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Lezione 1 Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Uniformità sistema creditizio Il Comitato di Basilea fu istituito nel 1974 tra i governatori delle Banche Centrali del G10. Obiettivo

Dettagli

Modello dei controlli di secondo e terzo livello

Modello dei controlli di secondo e terzo livello Modello dei controlli di secondo e terzo livello Vers def 24/4/2012_CLEN INDICE PREMESSA... 2 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 3 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CONTROLLO... 3 RUOLI E RESPONSABILITA DELLE FUNZIONI

Dettagli

BCC BARLASSINA. Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da

BCC BARLASSINA. Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da BCC BARLASSINA (ai sensi delle Linee-Guida interassociative ABI-Assosim-Federcasse per l applicazione delle misure di attuazione della Direttiva

Dettagli

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO Data: Ottobre, 2013 UniCredit Group - Public MISSION E AMBITO DI COMPETENZA L Internal Audit è una funzione indipendente nominata dagli Organi di Governo della Società ed è parte

Dettagli

*** Terzo pilastro dell accordo di Basilea II / Basilea III

*** Terzo pilastro dell accordo di Basilea II / Basilea III Informativa al pubblico in materia di adeguatezza patrimoniale, l esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all identificazione, alla misurazione e alla gestione di tali

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014. Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014. Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014 Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale La nuova normativa di vigilanza prudenziale si basa, in linea con

Dettagli

MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI

MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI Approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 3 marzo 202 OBIETTIVI Ai fini del corretto assolvimento delle funzioni

Dettagli

Policy di gestione delle operazioni con soggetti collegati. Allegato 1 Sistema dei limiti alle attività di rischio verso soggetti collegati

Policy di gestione delle operazioni con soggetti collegati. Allegato 1 Sistema dei limiti alle attività di rischio verso soggetti collegati Policy di gestione delle operazioni con soggetti collegati Allegato 1 Sistema dei limiti alle attività di rischio verso soggetti collegati Aggiornamento del 24 luglio 2014 INDICE 1. Obiettivi del documento...

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO

Dettagli

Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management. Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide

Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management. Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide 9 Aprile 2015 Agenda 1. Premessa: Il ruolo della Corporate Governance

Dettagli

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali La gestione dei rischi operativi e degli altri rischi Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali Mario Seghelini 26 giugno 2012 - Milano

Dettagli

La gestione della garanzia immobiliare e Basilea II. Paolo Merati - Qualità del Processo Creditizio Credit Policies and Credit Risk Management

La gestione della garanzia immobiliare e Basilea II. Paolo Merati - Qualità del Processo Creditizio Credit Policies and Credit Risk Management La gestione della garanzia immobiliare e Basilea II Paolo Merati - Qualità del Processo Creditizio Credit Policies and Credit Risk Management Modena, 4 ottobre 2008 La gestione della garanzia immobiliare

Dettagli

IL RUOLO DEL RISK MANAGEMENT NEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

IL RUOLO DEL RISK MANAGEMENT NEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IL RUOLO DEL RISK MANAGEMENT NEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Andrea Piazzetta Risk Manager Gruppo Banca Popolare di Vicenza Vicenza, 18 settembre 2009 Gruppo Banca Popolare di Vicenza Contesto regolamentare

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art.5 del Regolamento Consob n.17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.17389

Dettagli

Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business

Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business Gestire il rischio di processo: una possibile leva di rilancio del modello di business Gianluca Meloni, Davide Brembati In collaborazione con 1 1 Le premesse del Progetto di ricerca Nella presente congiuntura

Dettagli

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2010

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2010 Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 30 giugno 2010 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 31 DICEMBRE 2008 Indice Tavola 1 Requisito informativo generale... 5 Tavola 2 Ambito di applicazione...

Dettagli

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI ( BY INTERNAL AUDITING FACTORIT SPA ) SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI L azienda Factorit ha da qualche anno costituito una funzione di presidio del monitoraggio dei rischi aziendali strettamente connessi

Dettagli

POLICY DI VALUTAZIONE E PRICING DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI

POLICY DI VALUTAZIONE E PRICING DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI POLICY DI VALUTAZIONE E PRICING DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI Versione 0.0 delibera del Consiglio di Amministrazione del 05/05/2011 Versione 1.0 delibera del Consiglio di Amministrazione del 04/08/2011 Versione

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

Le regole di Basilea II per il credito immobiliare

Le regole di Basilea II per il credito immobiliare Le regole di Basilea II per il credito immobiliare Convegno ABI Credito alle Famiglie 2008 Mario Marangoni Banca d Italia Roma, 10 giugno 2008 1 Le regole di Basilea II per il credito immobiliare L impatto

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

Policy di valutazione e pricing dei prestiti obbligazionari di propria emissione

Policy di valutazione e pricing dei prestiti obbligazionari di propria emissione Policy di valutazione e pricing dei prestiti obbligazionari di propria emissione Tipo: Regolamento Redazione: Ufficio Organizzazione Approvazione: CdA Data rilascio: 27/04/2015 Revisione Data 1 2 3 27/04/2015

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 2014

INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 2014 INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 214 Finanziaria Senese di Sviluppo S.P.A. Sede Legale Piazza Matteotti 3 531 Siena Capitale Sociale 16.572.177 i.v. Codice Fiscale e Partita Iva 721528 Società iscritta nell

Dettagli

Direzione Centrale Sistemi Informativi

Direzione Centrale Sistemi Informativi Direzione Centrale Sistemi Informativi Missione Contribuire, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, alla definizione della strategia ICT del Gruppo, con proposta al Chief Operating Officer

Dettagli

Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing

Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing Nel seguito sono presentati i servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni

Dettagli

ALLEGATO 2 FIGURE PROFESSIONALI DI FILIALE IMPRESE

ALLEGATO 2 FIGURE PROFESSIONALI DI FILIALE IMPRESE ALLEGATO 2 FIGURE PROFESSIONALI DI FILIALE IMPRESE INDICE Direttore di Filiale Imprese... 3 Coordinatore... 4 Gestore Imprese... 5 Addetto Imprese... 6 Specialista Estero Merci... 7 Specialista Credito

Dettagli

Corso di Finanza aziendale

Corso di Finanza aziendale Basilea II Corso di Finanza aziendale Elementi del nuovo accordo di Basilea Basilea II? Si tratta della recente revisione del complesso di norme regolamentari che dal 1988 sono imposte alle banche dalla

Dettagli

III PILASTRO INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31/12/2014

III PILASTRO INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31/12/2014 III PILASTRO INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31/12/2014 1 Premessa Le disposizioni contenute nella Circolare della Banca d Italia n.216 del 5 agosto 1996 7 aggiornamento del 9 luglio 2007, Capitolo V - Vigilanza

Dettagli

ISA SpA III Pilastro Informativa al pubblico - Anno 2012

ISA SpA III Pilastro Informativa al pubblico - Anno 2012 PREMESSA La Circolare 216 di Banca d Italia del 5 agosto 1996 7 aggiornamento del 9 luglio 2007, al Capitolo V, al fine di rafforzare la disciplina prudenziale per gli Intermediari Finanziari iscritti

Dettagli

RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA

RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA ALLEGATO RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA Premessa. Le risposte alle domande

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2013

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2013 INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2013 Sintesi del documento pubblicato ai sensi del Titolo IV della Circolare 263/06 della Banca d Italia L Informativa al pubblico adempie all obbligo

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art. 5 del Regolamento Consob n. 17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.17389

Dettagli

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni Norma di riferimento: ISO/IEC 27001:2014 5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni pag. 1 di 5 Motivazione Real Comm è una società che opera nel campo dell Information and Communication Technology.

Dettagli

MANDATO INTERNAL AUDIT

MANDATO INTERNAL AUDIT INTERNAL AUDIT MANDATO INTERNAL AUDIT Il presente Mandato Internal Audit di Società, previo parere favorevole del Comitato Controllo e Rischi in data 30 ottobre 2012 e sentito il Collegio Sindacale e l

Dettagli

Stefano Leofreddi Senior Vice President Risk Management Integrato. 1 Ottobre 2014, Roma

Stefano Leofreddi Senior Vice President Risk Management Integrato. 1 Ottobre 2014, Roma Il Risk Management Integrato in eni Stefano Leofreddi Senior Vice President Risk Management Integrato 1 Ottobre 2014, Roma Indice - Sviluppo del Modello RMI - Governance e Policy - Processo e Strumenti

Dettagli

REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI

REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI Premessa Questo Regolamento, nell ambito dell autonomia gestionale,

Dettagli

Università di Macerata Facoltà di Economia

Università di Macerata Facoltà di Economia Materiale didattico per il corso di Internal Auditing Anno accademico 2010-2011 Università di Macerata Facoltà di Economia Obiettivo della lezione ERM - Enterprise Risk Manangement Per eventuali comunicazioni:

Dettagli

Osservatorio Solvency II Operational Transformation

Osservatorio Solvency II Operational Transformation Divisione Ricerche Claudio Dematté Osservatorio Solvency II Operational Transformation Comply or Explain La Road Map verso Solvency II in Italia Maria Alejandra Guglielmetti 30.01.2014 Comply or Explain?

Dettagli

PROCESSO FINANZA POLITICA DI VALUTAZIONE E PRICING IN RIFERIMENTO AI PRESTITI OBBLIGAZIONARI DI PROPRIA EMISSIONE

PROCESSO FINANZA POLITICA DI VALUTAZIONE E PRICING IN RIFERIMENTO AI PRESTITI OBBLIGAZIONARI DI PROPRIA EMISSIONE PROCESSO FINANZA POLITICA DI VALUTAZIONE E PRICING IN RIFERIMENTO AI PRESTITI OBBLIGAZIONARI DI PROPRIA EMISSIONE Delibera del Consiglio di Amministrazione del 13/06/2014 pagina 1 di 8 Indice Premessa...3

Dettagli

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015)

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) 1 INDICE DEI CONTENUTI 1. INTRODUZIONE E FINALITA DEL DOCUMENTO 2. MISSIONE 3. AMBITO 4. PROFESSIONALITA

Dettagli

ALLEGATO 1 FIGURE PROFESSIONALI DI FILIALE

ALLEGATO 1 FIGURE PROFESSIONALI DI FILIALE ALLEGATO 1 FIGURE PROFESSIONALI DI FILIALE INDICE Direttore di Filiale... 3 Modulo Famiglie... 4 Coordinatore Famiglie... 4 Assistente alla Clientela... 5 Gestore Famiglie... 6 Ausiliario... 7 Modulo Personal

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 3 Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 1. Premessa Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi di Fiat S.p.A. (la Società ) costituisce elemento

Dettagli

POTERE SANZIONATORIO DELLA BCE: PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE VIGILANZA BANCARIA E RISCHIO DI CREDITO: IL COMITATO DI BASILEA AVVIA UNA

POTERE SANZIONATORIO DELLA BCE: PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE VIGILANZA BANCARIA E RISCHIO DI CREDITO: IL COMITATO DI BASILEA AVVIA UNA POTERE SANZIONATORIO DELLA BCE: PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE DELL UNIONE EUROPEA IL REGOLAMENTO 0/9 VIGILANZA BANCARIA E RISCHIO DI CREDITO: IL COMITATO DI BASILEA AVVIA UNA CONSULTAZIONE SULLA

Dettagli

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA Classification Policy PREMESSA, FONTI NORMATIVE ED OBIETTIVO DEL DOCUMENTO... 3 1. DEFINIZIONI... 3 1.1. CLIENTI PROFESSIONALI...

Dettagli

Disciplinare del Controllo di gestione

Disciplinare del Controllo di gestione Disciplinare del Controllo di gestione INDICE CAPO I - PRINCIPI E FINALITA ART. 1 Oggetto del Disciplinare pag. 3 ART. 2 Il controllo di gestione pag. 3 CAPO II - CONTABILITA ANALITICA ART. 3- Organizzazione

Dettagli

REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA

REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA PREMESSA SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI ORGANI E FUNZIONI DI VALUTAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI IN AGOS AUDITING: OBIETTIVI, MODELLO

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI GENERALI Art. 1 Finalità del processo di gestione del patrimonio

Dettagli

Informativa al Pubblico

Informativa al Pubblico 1 Informativa al Pubblico Pillar 3 Informazioni al 31 Dicembre 2010 2 MPS Gestione Crediti Banca S.p.A. Sede Sociale in Siena, Piazza Salimbeni 3, www.mpsgestionecreditibanca.it Iscritta al Registro Imprese

Dettagli

Policy strumenti illiquidi (Prestiti Obbligazionari)

Policy strumenti illiquidi (Prestiti Obbligazionari) Policy strumenti illiquidi (Prestiti Obbligazionari) Parma, 4 settembre 2012 Sommario 1 ASPETTI GENERALI... 2 1.1 Premessa... 2 1.2 Responsabilità del documento... 2 1.3 Destinatari... 3 1.4 Validità...

Dettagli

Indice. Presentazione, di Roberto Ruozi. pag. xiii

Indice. Presentazione, di Roberto Ruozi. pag. xiii Presentazione, di Roberto Ruozi 1 L attività bancaria 1.1 Una definizione di banca 1.2 Le origini del sistema bancario moderno 1.3 L evoluzione del sistema creditizio nel quadro europeo: concorrenza e

Dettagli

L APPLICAZIONE DI BASILEA 2 NEL SISTEMA DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO

L APPLICAZIONE DI BASILEA 2 NEL SISTEMA DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO L APPLICAZIONE DI BASILEA 2 NEL SISTEMA DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO Juan Lopez Funzione Studi - FEDERCASSE Battipaglia, 17 maggio 2006 Indice della presentazione Il Credito Cooperativo L approccio

Dettagli

La BDCR Assilea per la valutazione del profilo di rischio delle imprese

La BDCR Assilea per la valutazione del profilo di rischio delle imprese La BDCR Assilea per la valutazione del profilo di rischio delle imprese Luciano Bruccola, Assilea / Conectens RES, ConfiRes 2015 Firenze, 25 febbraio 2015 La Banca Dati Centrale Rischi Assilea BDCR Elementi

Dettagli

Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c.

Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c. Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c. (Adottata ai sensi delle Linee guida interassociative per l applicazione delle

Dettagli

Corporate Banking e Basilea 2: come cambia il rapporto banca-impresa

Corporate Banking e Basilea 2: come cambia il rapporto banca-impresa Corporate Banking e Basilea 2: come cambia il rapporto banca-impresa prof. Stefano Caselli Università Bocconi Brescia, 10 ottobre 2006 Prof. Stefano Caselli - 10 ottobre 2006 1 I temi in agenda L inevitabile

Dettagli

Informativa al pubblico

Informativa al pubblico Informativa al pubblico Terzo pilastro di Basilea 2 al 31 dicembre 2009 Le disposizioni emanate dalla Banca d Italia in applicazione della normativa europea in materia di Convergenza internazionale della

Dettagli

INTERNAL AUDITING ROMA, 12 MAGGIO 2005 FORUM PA GIUSEPPE CERASOLI, CIA RESPONSABILE COMITATO PA

INTERNAL AUDITING ROMA, 12 MAGGIO 2005 FORUM PA GIUSEPPE CERASOLI, CIA RESPONSABILE COMITATO PA INTERNAL AUDITING ROMA, 12 MAGGIO 2005 FORUM PA Fondato a New York nel 1941 Presente in 160 paesi, conta ora più di 110.000 membri Ha sede negli USA ma la sua Governance è Globale Globali sono pure il

Dettagli

Associazione Italiana Corporate & Investment Banking. Presentazione Ricerca. Il risk management nelle imprese italiane

Associazione Italiana Corporate & Investment Banking. Presentazione Ricerca. Il risk management nelle imprese italiane Associazione Italiana Corporate & Investment Banking 02.36531506 www.aicib.it aicib@unicatt.it Presentazione Ricerca Il risk management nelle imprese italiane AICIB Associazione Italiana Corporate & Investment

Dettagli

IT Risk-Assessment. Assessment: il ruolo dell Auditor nel processo. Davide SUSA - ACSec AIIA - Consigliere del Chapter di Roma

IT Risk-Assessment. Assessment: il ruolo dell Auditor nel processo. Davide SUSA - ACSec AIIA - Consigliere del Chapter di Roma IT Risk-Assessment Assessment: il ruolo dell Auditor nel processo. AIIA - Consigliere del Chapter di Roma Agenda Overview sul Risk-Management Il processo di Risk-Assessment Internal Auditor e Risk-Management

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

Basilea III. Aprile 2013

Basilea III. Aprile 2013 Basilea III Aprile 2013 Basiela I, II, III,. 2 Basilea I 1988 Basilea II 2006 Basilea III 2013 Risposta del Comitato di Basilea alla crisi finanziaria Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria 3 Il

Dettagli

Lezione 2. Il rating. Il rating. Sistemi di rating, il rating esterno

Lezione 2. Il rating. Il rating. Sistemi di rating, il rating esterno Lezione 2 Sistemi di rating, il rating esterno Il rating Il modo con cui si combinano: Probabilità di inadempienza (PD) Perdita in caso di inadempienza (LGD) Esposizione all inadempienza (LGD) Scadenza

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

19.4. La riserva di elasticità

19.4. La riserva di elasticità INTRODUZIONE ALLA FINANZA 1.OBIETTIVI AZIENDALI E COMPITI DELLA FINANZA, di M. Dallocchio e A. Salvi 1.1. Creazione di valore come idea-guida 1.2. Creazione di valori per l impresa o per gli azionisti?

Dettagli

Banche e Sicurezza 2015

Banche e Sicurezza 2015 Banche e Sicurezza 2015 Sicurezza informatica: Compliance normativa e presidio del rischio post circolare 263 Leonardo Maria Rosa Responsabile Ufficio Sicurezza Informatica 5 giugno 2015 Premessa Il percorso

Dettagli

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance

Sistemi di misurazione e valutazione delle performance Sistemi di misurazione e valutazione delle performance 1 SVILUPPO DELL'INTERVENTO Cos è la misurazione e valutazione delle performance e a cosa serve? Efficienza Efficacia Outcome Requisiti minimi Indicatori

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

L auto-valutazione dell ICAAP alla prova dei fatti: dalla teoria alla pratica

L auto-valutazione dell ICAAP alla prova dei fatti: dalla teoria alla pratica L auto-valutazione dell ICAAP alla prova dei fatti: dalla teoria alla pratica Fabio Salis Roma, 4 Giugno 2009 Agenda Cosa vi avevamo raccontato... Le funzioni aziendali coinvolte nel processo ICAAP Il

Dettagli

Il sistema per la valutazione della qualità dei crediti della Banca d Italia. (In-house Credit Assessment System - ICAS)

Il sistema per la valutazione della qualità dei crediti della Banca d Italia. (In-house Credit Assessment System - ICAS) Il sistema per la valutazione della qualità dei crediti della Banca d Italia (In-house Credit Assessment System - ICAS) SOMMARIO L utilizzo dei prestiti come collaterale nelle operazioni di politica monetaria...

Dettagli

Politica per la Negoziazione di prodotti finanziari

Politica per la Negoziazione di prodotti finanziari Politica per la Negoziazione di prodotti finanziari (Adottata ai sensi delle Linee guida interassociative per l applicazione delle misure Consob di livello 3 in tema di prodotti finanziari illiquidi del

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art. 5 del Regolamento Consob n. 17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.17389

Dettagli

La funzione di controllo dei rischi di II livello, un approccio metodologico sul rischio di credito con focus sul controllo andamentale.

La funzione di controllo dei rischi di II livello, un approccio metodologico sul rischio di credito con focus sul controllo andamentale. La funzione di controllo dei rischi di II livello, un approccio metodologico sul rischio di credito con focus sul controllo andamentale. 1 Rischio di credito: Il Framework Logico di Riferimento Rischio

Dettagli

ORDINE DEGLI ATTUARI

ORDINE DEGLI ATTUARI La Funzione Attuariale in ottica Solvency 2 Coordinamento, gestione e controllo in materia di riserve tecniche A. Chiricosta Roma, 1 luglio 2014 Agenda Indicazioni dalla Lettera al mercato applicazione

Dettagli

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 3 del 26.04.2013 1 CAPO I Art.1 Art.2 Art.3 Art.4 PRINCIPI GENERALI

Dettagli

Codice di Corporate Governance

Codice di Corporate Governance Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 1 del 3 maggio 200 Indice 1 Introduzione 2 Organizzazione della Società 2.1 Assemblea dei Soci 2.2 Consiglio di Amministrazione 2.3 Presidente

Dettagli

REGOLE REGOLE. Comunicazione. Economia reale e monetaria. Competenze. Concorrenza. Mercati creditizi e finanziari. Tecnologia BANCA IMPRESA

REGOLE REGOLE. Comunicazione. Economia reale e monetaria. Competenze. Concorrenza. Mercati creditizi e finanziari. Tecnologia BANCA IMPRESA 0 Economia reale e monetaria REGOLE REGOLE BANCA Concorrenza IMPRESA Comunicazione Competenze Mercati creditizi e finanziari Tecnologia 1 REGOLE.. IAS/IFRS BASILEA 2 2.. ASPETTI Autonomia Interdipendenza

Dettagli

Basilea 2: Cosa devono fare le banche adesso. Le nuove istruzioni di vigilanza e i processi implementativi in atto. Convegno ABI

Basilea 2: Cosa devono fare le banche adesso. Le nuove istruzioni di vigilanza e i processi implementativi in atto. Convegno ABI Basilea 2: banche adesso. Le nuove istruzioni di vigilanza e i processi implementativi in atto. Convegno ABI Antonio Renzi e Katia Mastrodomenico Banca d Italiad, 1 BASILEA 2 TECNICHE DI RIDUZIONE DEL

Dettagli

Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Cascina s.c. Credito Cooperativo

Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Cascina s.c. Credito Cooperativo Sintesi della Policy di valutazione pricing delle obbligazioni emesse dalla Banca di Cascina s.c. Credito Cooperativo ********** gennaio 2012 1 INDICE 1. PREMESSA... 3 2. METODOLOGIA DI PRICING... 3 2.1

Dettagli

POLITICHE INTERNE IN MATERIA DI PARTECIPAZIONI IN IMPRESE NON FINANZIARIE

POLITICHE INTERNE IN MATERIA DI PARTECIPAZIONI IN IMPRESE NON FINANZIARIE POLITICHE INTERNE IN MATERIA DI PARTECIPAZIONI IN IMPRESE NON FINANZIARIE 1 Indice 1. Premessa... 3 2. Strategie della banca in materia di partecipazioni in imprese non finanziarie... 3 2.1 Partecipazioni

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA

Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER LA POLITICA INDUSTRIALE E LA COMPETITIVITA Linee guida per l'applicazione del Metodo nazionale per calcolare l elemento di aiuto nelle garanzie

Dettagli

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI Regolamento Regolamento del Comitato Controllo e Rischi Data approvazione: 16/01/2007 Ultima modifica: 08/11/2012 Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

Dettagli

ISVAP Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo. Via del Quirinale, 21 00187 Roma. Roma, 15 giugno 2012

ISVAP Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo. Via del Quirinale, 21 00187 Roma. Roma, 15 giugno 2012 ISVAP Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo Via del Quirinale, 21 00187 Roma Roma, 15 giugno 2012 Commenti dell associazione Chief Risk Officer Forum Italia (CROFI)

Dettagli

HYPO ALPE-ADRIA-BANK

HYPO ALPE-ADRIA-BANK HYPO ALPE-ADRIA-BANK INFORMATIVA AL PUBBLICO Terzo pilastro di Basilea 3 Al 31 dicembre 2014 (Circ. n. 285 del 17 dicembre 2013) 1 Informativa al pubblico Dal 1 gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova

Dettagli

Dott. Antonio Renzi. Banca d Italia Servizio Vigilanza sugli Enti Creditizi Vigilanza Creditizia e Finanziaria

Dott. Antonio Renzi. Banca d Italia Servizio Vigilanza sugli Enti Creditizi Vigilanza Creditizia e Finanziaria Il quadro di riferimento per l entrata in vigore delle nuove disposizioni di Vigilanza per le Banche e per gli Intermediari Finanziari iscritti nell Assilea, Assifact, Assofin Le nuove

Dettagli