GUIDA attività' di laboratorio

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1 Facoltà DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE Corso di Laurea in Scienze dell educazione e dei processi formativi Educatore professionale nei servizi alla persona Educazione nell'infanzia Scienze dei processi formativi SEDE DI BRESCIA GUIDA attività' di laboratorio II - III anno a.a. 2007/08 Referente Prof. Luigi Pati Coordinamento Dott.ssa Chiara Buizza edu.forma.lab-bs@unicatt.it

2 ATTIVITA DI LABORATORIO formativi: Supportare il processo di orientamento culturale e professionale. Sperimentare il gruppo come luogo di crescita e di formazione. Favorire il processo di valutazione critica. Stimolare un processo di aggiornamento e formazione continui. inerenti la professione: Promuovere la conoscenza e la sperimentazione di singoli elementi della professionalità. Stimolare il confronto tra i fondamenti teorici e metodologici delle diverse fasi del processo formativo e dell intervento educativo. Favorire l acquisizione di alcune competenze specifiche del processo formativo e dell intervento educativo. Logica formativa Apprendere dal fare, insieme Proposta formativa Un progetto integrato (II anno) e differenziato (III anno) - 2 -

3 II ANNO Un progetto integrato Educatore professionale nei servizi alla persona Educatore nell infanzia Scienze dei processi formativi Finalità La proposta tematica del II anno è finalizzata a rendere operative le competenze generali e di base del fare educazione e del fare formazione attraverso il riconoscimento del carattere propedeutico dei laboratori, l integrazione orizzontale tra gli stessi, la valorizzazione delle connessioni tematiche (tema guida: le fasi del progetto educativo/formativo) Aree tematiche ANALISI DEI CONTESTI ORGANIZZATIVI METODI E TECNICHE DI INTERVENTO EDUCATIVO PROGETTAZIONE E PROGRAMMAZIONE VALUTAZIONE: METODI E STRUMENTI PROGETTAZIONE E PROGRAMMAZIONE VALUTAZIONE: METODI E STRUMENTI Crediti 4 CFU1 pari a 4 laboratori 2 CFU pari a 2 laboratori Modalità di iscrizione L iscrizione comporta una scelta rispetto ai pacchetti di frequenza proposti. L offerta formativa è infatti organizzata in quartine, composte necessariamente da quattro laboratori coincidenti con le aree tematiche sopra indicate. L iscrizione è automatica ai due laboratori attivati Calendario I laboratori si tengono nelle giornate di venerdì e sabato dalle ore 9,00 alle ore 17,30 (full immertion), come da apposito calendario. 1 Un credito formativo equivale a 25 ore, di cui 15 ore di presenza d aula (due giornate di venerdì/sababto full immertion dalle 9.00 alle 17,30) e 10 ore di lavoro individuale a carico dello studente da svolgersi dietro specifico mandato del conduttore di laboratorio

4 III ANNO Un progetto differenziato Educatore professionale nei servizi alla persona Educatore nell infanzia Scienze dei processi formativi Finalità La proposta tematica del III anno è finalizzata a rendere operative le competenze specifiche e specialistiche del fare educazione e del fare formazione attraverso la valorizzazione degli specifici profili professionali e l attenzione alla dimensione operativa (metodi e strumenti) Aree tematiche TECNICHE E STRUMENTI DI OSSERVAZIONE DEL CONTESTO EDUCATIVO INTEGRAZIONE SOCIALE: STRUMENTI PROGETTUALI E METODOLOGICI COMUNICAZIONE NON VERBALE ANALISI DEI BISOGNI E DEL TERRITORIO: IL LAVORO DI RETE TECNICHE DI ANIMAZIONE LUDI CO- ESPRESSIVA METODOLOGIA NARRATIVA E INTERVENTI EDUCATIVI METODI E TECNICHE DI GESTIONE DEI GRUPPI DI LAVORO SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE Crediti 4 CFU2 pari a 4 laboratori 2 CFU pari a 2 laboratori Modalità di iscrizione Calendario L iscrizione avviene scegliendo 4 dei 6 laboratori attivati (su un totale di 18 edizioni), così da personalizzare le attività di laboratorio. Ciascun laboratorio declina infatti contenuti e attività in relazione alla figura professionale obiettivo: Educatore nei servizi alla persona; Educatore all infanzia L iscrizione è automatica ai due laboratori attivati I laboratori si tengono nelle giornate di venerdì e sabato dalle ore 9,00 alle ore 17,30 (full immertion), come da apposito calendario. 2 Un credito formativo equivale a 25 ore, di cui 15 ore di presenza d aula (due giornate di venerdì/sababto full immertion dalle 9.00 alle 17,30) e 10 ore di lavoro individuale a carico dello studente da svolgersi dietro specifico mandato del conduttore di laboratorio

5 II ANNO Educatore professionale nei servizi alla persona Educazione nell'infanzia ANALISI DEI CONTESTI ORGANIZZATIVI Ilaria BERETTA; Roberta CUCCA; Silvia DEMARINIS; Diego MESA - Individuare e approfondire i differenti piani che caratterizzano il contesto di un servizio o progetto educativo - Acquisire le competenze di base necessarie per analizzare i contesti sociali ed organizzativi, attraverso l utilizzazione di tecniche di ricerca sociale prevalentemente non-standard. - Analizzare criticamente il contesto educativo di alcuni servizi attraverso l applicazione di alcune metodologie di ricerca sociale. - Il contesto istituzionale - Il contesto organizzativo - Il contesto relazionale - Il contesto operativo - Metodi, tecniche e strumenti di ricerca sociale METODI E TECNICHE DI INTERVENTO EDUCATIVO Daria AIMO; Michele CONCHIERI, Alessia MUTTI; Luciano PACE generali - Definire l identità metodologica dell educatore professionale, con riferimento agli attuali orientamenti del lavoro sociale e le relative logiche di azione emergenti; - Costruire il glossario delle competenze dell educatore professionale; - Porre al centro dell intervento educativo: la gestione della relazione; - Promuovere la conoscenza e la sperimentazione di alcuni metodi e tecniche di intervento educativo; - Favorire la consapevolezza circa le attenzioni necessarie per una ragionata ed adeguata applicazione di metodi e tecniche di intervento educativo; - Sensibilizzare lo studente ad avere un atteggiamento ed una disponibilità a lavorare su di sé come prerequisiti al lavoro educativo. - L educatore professionale: identità e competenze di base; - L educatore professionale: i campi di azione. Dal prendersi cura delle singole persone al prendersi cura dei gruppi, dei progetti, dei servizi, delle comunità locali; - I metodi dell intervento educativo e le loro dimensioni - Le tecniche dell intervento educativo - 5 -

6 PROGETTAZIONE E PROGRAMMAZIONE Maurizio CASTREZZATI; Silvia DEMARINIS; Mariella MENTASTI - Promuovere la consapevolezza dell'importanza e del significato di una buona prassi progettuale - Scoprire differenti logiche di progettazione - Individuare gli elementi essenziali per progettare. - Promuovere la capacità di individuare e gestire le variabili e gli elementi di tenuta di un progetto - Valutare criticamente un progetto e individuare possibili azioni di miglioramento - Saper confrontare e analizzare criticamente diversi progetti - Aumentare la capacità progettuale di ogni partecipante. - Progetto, programma, piano - Le fasi di una progettazione educativa - Gli elementi fondativi di una progettazione educativa - Criteri di valutazione di un progetto - Le competenze progettuali dell educatore VALUTAZIONE: METODI E STRUMENTI Chiara BUIZZA, Laura MENTASTI; GianBattista TRECCANI - Approfondire il concetto di valutazione ed analizzare le sue implicazioni in ambito socioeducativo - Fornire alcune coordinate metodologiche e di senso per l'elaborazione di un sistema di ricerca valutativa - Sperimentare l utilizzo dei principali metodi e strumenti di valutazione - Sensibilizzare al tema della valutazione della qualità dei servizi sociali e socio-educativi - Introdurre la prospettiva di una valutazione multi-stakeholder - comprendere le problematiche implicate nel processo di valutazione in ambito sociale e socioeducativo. - Il significato della valutazione - Gli oggetti della valutazione in ambito socio-educativo - La costruzione di un progetto di valutazione - I metodi e gli strumenti standard e nonstandard della valutazione in ambito socio-educativo - Problemi ed errori di valutazione - La valutazione come processo partecipato - I valori e le responsabilità del valutatore - 6 -

7 Scienze dei processi formativi PROGETTAZIONE E PROGRAMMAZIONE Elisa BARA - Favorire l acquisizione delle conoscenze essenziali relative all analisi dei bisogni e alla progettazione formativa - Analizzare le principale metodologie impiegabili per trasformare i bisogni in un progetto formativo - Imparare a programmare e ad organizzare un intervento formativo - Il significato della progettazione nelle organizzazioni - La negoziazione formativa tra gli attori in gioco: committente, formatore e destinatari - L analisi dei bisogni - Strumenti per l analisi dei bisogni - La progettazione formativa - La programmazione dell intervento formativo - Strategie didattiche VALUTAZIONE: METODI E STRUMENTI Elisa BARA - Fornire alcune coordinate metodologiche per l'elaborazione di un sistema di ricerca valutativa dell'azione formativa - Sostenere la costruzione di un disegno di ricerca valutativa rispetto ai diversi oggetti di valutazione degli interventi formativi (dalle reazioni dei partecipanti ai cambiamenti organizzativi) - Favorire la consapevolezza della valutazione degli interventi formativi come sistema integrato e coerente, relativo e locale - I tipi di valutazione e gli oggetti della valutazione in formazione - Il disegno di un progetto di valutazione - Il paradigma di Lazarsfeld (concetto, componenti, indicatori) - I metodi e gli strumenti standard e nonstandard della valutazione in formazione - Gli errori metodologici più ricorrenti - La valutazione come processo partecipato - I valori e le responsabilità del valutatore - 7 -

8 III ANNO Educatore professionale nei servizi alla persona Educazione nell'infanzia TECNICHE E STRUMENTI DI OSSERVAZIONE DEL CONTESTO EDUCATIVO Donatella GOZZI - Assumere consapevolezza del significato di osservazione sistematica nel contesto educativo - Individuare criteri e procedure dell osservazione - Conoscere le tecniche per l osservazione sistematica diretta e indiretta - Elaborare strumenti di osservazione funzionali e mirati alla figura traguardo - Sperimentare in forma simulata alcuni strumenti di osservazione - Conoscere gli strumenti e le tecniche che consentono di osservare i bambini in quei contesti fondamentali della loro vita che sono l asilo nido e la scuola dell infanzia - Fornire conoscenze di strumenti di osservazione finalizzati alla progettazione di interventi all interno di comunità per l infanzia (scuole materne, comunità-alloggio, asili nido - L osservazione nel contesto educativo ( come, quando, perché osservare) - Le tecniche di osservazione : descrittiva, strutturata, automatica ) - Gli strumenti per l osservazione del comportamento comunicativo e sociale nel bambino( 0 3 anni) - Gli strumenti per l osservazione della relazione educatore bambino e bambino- bambino ( 0 3 anni ) - Gli strumenti per l osservazione del gioco - Gli strumenti per osservazione nel contesto educativo Manuela LAFEDE - Assumere consapevolezza riguardo la complessità dei processi osservativi - Conoscere, individuare e sperimentarne le tipologie - Cogliere i criteri e le procedure dell osservazione - Conoscere ed utilizzare i diversi sistemi di codifica - Elaborare strumenti mirati e funzionali agli obiettivi osservativi specifici ai diversi contesti - Sperimentare simulazioni per porre in essere alcune tecniche osservative - L osservazione applicata ai contesti educativi - Attraverso la pratica osservativa cogliere dinamiche comportamentali nelle diverse tappe della crescita e dello sviluppo - Definire strumenti per cogliere gli indicatori a rischio di devianza negli adolescenti Enrica CASALI Osservare come una struttura educativa risponde a dei bisogni educativi speciali per l integrazione di un bambino diversamente abile : - Assumere consapevolezza del significato dell osservazione di un servizio educativo per il bambino diversamente abile - 8 -

9 - Individuare criteri e procedure che un servizio attua per accogliere un bambino diversamente abile - Elaborare strumenti per l osservazione di un contesto educativo che si apre a bisogni educativi speciali - Sperimentare in forma simulata la lettura e l osservazione di contesti educativi che accolgono bambini diversamente abili : - Osservazione di servizi e della loro risposta ai bisogni educativi speciali - L osservazione di bisogni educativi speciali INTEGRAZIONE SOCIALE: STRUMENTI PROGETTUALI E METODOLOGICI Chiara CAVAGNINI Finalità Il laboratorio intende presentare e approfondire i principali approcci relativi all integrazione sociale declinati in ambito socio-educativo, soffermandosi in particolare sui concetti di diversità, disuguaglianza e conflitto. Gli elementi di base teorici sono supportati da metodologie partecipative e attività pratiche, con lo scopo di far acquisire metodologie e strumenti finalizzati all integrazione sociale delle differenze, compito basilare per la professionalità dell Operatore socio-educativo. generali Acquisire competenze in rapporto alla capacità di identificare le diversità quali risorse nel processo di integrazione sociale. Promuovere la capacità critica degli studenti in relazione sia alle diversità, sia alle metodologie utilizzate per la loro integrazione. specifici - Individuare e confrontare, con un attenzione teorico-pratica, i principali modelli di integrazione sociale - Sviluppare negli studenti una capacità critica in merito alla lettura dei vari contesti educativi e delle metodologie di integrazione - Fornire strumenti di lettura delle diversità presenti nei diversi contesti educativi - Conoscere e sperimentare alcuni strumenti per l integrazione sociale - Progettare interventi educativi in relazione alle diversità presenti nei differenti contesti Roberto COBELLI Il laboratorio, a partire da conoscenze relative alla legislazione nazionale riguardante l integrazione e alla classificazione delle disabilità secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità, intende mettere a fuoco strategie di integrazione nei contesti educativi. Gli obiettivi che si vogliono perseguire interessano l acquisizione di competenze nella progettazione di interventi e nella gestione di percorsi socializzanti. I riferimenti generali saranno applicati a situazioni di attualità inerenti le problematiche della disabilità, al fine di elaborare strategie in prospettiva di interventi socioeducativi COMUNICAZIONE NON VERBALE Rosalba ZANNANTONI Il laboratorio ha lo scopo di accostare le principali forme di comunicazione nell infanzia, collegandole alle caratteristiche dello sviluppo affettivo ed intellettivo

10 - Elaborare atteggiamenti di ascolto nei confronti delle comunicazioni infantili - Assumere atteggiamenti empatici - Acquisire conoscenze e competenze metodologiche - I linguaggi analogici: l espressività corporea, la voce, il movimento, i giochi di contatto e di nascondimento. - I linguaggi iconici: tracce, segni, forme, colori raccontano di sé e del mondo - I linguaggi metaforici:storie, emozioni, simboli, miti, leggende, ma anche libri, illustrazioni, cartoni,videogiochi: raccolgono e condensano gli immaginari mediante i quali il bambino traveste la sua realtà. Simone DE CLEMENTI Il rapporto tra professionista d aiuto e paziente è oggi prevalentemente dominato dagli aspetti tecnici (esami obiettivi, test, grafici, referti). In questo contesto la comunicazione non verbale riveste un ruolo centrale nelle relazioni di cura perché è capace di andare oltre il gergo e i fraintendimenti della comunicazione verbale. Il laboratorio vuole essere l occasione per approfondire in una prospettiva olistica il tema della comunicazione all interno del contesto di cura, fornendo agli operatori le conoscenze teoriche e gli strumenti per acquisire un personale e consapevole stile di comunicazione, rispettoso della persona. - Natura della comunicazione - Perché comunico? - Parlare non basta: la comunicazione non verbale - Lavorare su se stessi per lavorare con gli altri - La persona al centro. Comunicazione efficace ed inefficace - Per un etica della comunicazione Emanuela RINALDI La comunicazione non verbale, l intelligenza emotiva, la capacità di interpretare e gestire il linguaggio del corpo e delle emozioni costituiscono strumenti fondamentali per orientarsi all interno del settore educativo e formativo. In particolar modo, la capacità di comunicare efficacemente con gli altri e differenziare il proprio stile comunicativo in funzione dell età dei nostri interlocutori è una risorsa di cui tutti siamo dotati ma non tutti consapevoli. Il laboratorio si indirizza pertanto agli operatori professionali, in particolar modo quelli dei servizi dedicati alla persona, interessati a prendere consapevolezza di tale capacità e acquisire nuovi strumenti per svilupparla, monitorarla e riflettere su di essa, attraverso esercitazioni basate su diverse tecniche (drammatizzazione, auto-ironia, presa di distanza dal ruolo) e stimoli ad adottare pratiche auto-riflessive. Particolare attenzione verrà dedicata alla differenziazione del proprio stile comunicativo in funzione dell età degli interlocutori, principalmente adulti, con alcuni esempi in riferimento alle esperienze di comunicazione in pubblico all interno di contesti formali e informali. : approfondire conoscenze sulla comunicazione non verbale e l intelligenza emotiva, riflettere sulle proprie capacità di comunicazione non verbale, apprendere dall esperienza diretta nuove tecniche comunicative, acquisire capacità auto-critiche e di auto-riflessione

11 ANALISI DEI BISOGNI E DELLE RISORSE DEL TERRITORIO: IL LAVORO DI RETE Sandro DE TONI Al termine dell intervento i partecipanti: - conosceranno i modelli di approccio al lavoro di rete (network analysis e case management per il sostegno a casi individuali, reti tra organizzazioni per la realizzazione di progetti comuni o per la soluzione di problemi condivisi, l attivazione di reti nell animazione di comunita ) - sapranno applicare alcuni strumenti di base per la network analysis e per il case management - sapranno applicare alcuni strumenti base per la realizzazione di un processo di ricerca-azione di comunita' (attivazione: osservazione partecipante gatekeepers gruppi focus) - (progettazione: albero dei problemi e quadro logico - problem setting aspettative incrociate polarizzazione) Chiara BELLOTTI - portare a conoscenza i partecipanti del significato del lavoro di rete all interno dei servizi sociali territoriali; - sperimentare l utilizzo del lavoro di rete nella pratica professionale dell educatore in contesti organizzativi differenti; - la rete nell universo dei servizi sociali territoriali; - Il lavoro di rete come elemento di conoscenza, sviluppo e risorsa del territorio; - l educatore, i servizi, le istituzioni e il lavoro di rete: difficoltà e opportunità; - esperienze significative del territorio bresciano. TECNICHE DI ANIMAZIONE LUDICO-ESPRESSIVA Giovanna RAVELLI Il laboratorio intende proporsi come uno spazio per la sperimentazione del ruolo educativo di animatore al servizio della persona e delle comunità. Attraverso tecniche e modalità ludiche ed espressive, il gruppo sarà attivato ad esprimersi e a confrontarsi in modo creativo e ludico al fine di: - assumere consapevolezza del significato di animazione educativa e di gioco - fare esperienze di addestramento alla spontaneità del gruppo - sperimentare la dimensione del gruppo come luogo di condivisione e cooperazione - promuovere la consapevolezza del proprio ruolo e delle modalità di comunicazione - individuare atteggiamenti, situazioni e competenze adeguate al ruolo educativo - il gioco e l animazione educativa - il gruppo e la comunicazione - tecniche e strategie animative Rosalba ZANNANTONI Il laboratorio si prefigge di acquisire competenze in merito alla progettazione di situazioni ludiche e alla realizzazione di materiali, spazi, ambienti per il gioco spontaneo e/o organizzato

12 A partire dalle conoscenze delle opportunità educative che il gioco offre, si perverrà alla predisposizione e alla stessa costruzione di giocattoli, materiali, attrezzi per allestire feste, ricorrenze, spazi-gioco, ambienti ecologici, cortili di edifici pubblici, giardini. Gli spunti tematici si orienteranno rispetto ad alcuni filoni classificatori: giochi affettivi e simbolici, giochi di costruzione ed esplorazione, giochi di avventura e socializzazione, giochi linguistici ed intellettivi, giochi interculturali. METODOLOGIA NARRATIVA E INTERVENTI EDUCATIVI Mariella BOMBARDIERI La proposta mira ad approfondire l uso delle storie di vita come possibile strumento educativo e formativo dove il raccontarsi, il ricordare, l ascoltare le storie dell altro permettono non solo di fare un azione di ascolto di sé in una logica intimistica ma anche come una possibilità per fare il punto della situazione, per rivedere i punti forti e i punti deboli della propria esistenza, le risorse perse magari tra le righe del proprio passato. Lavorare con le storie vuol dire recuperare le proprie radici, i legami familiari, le esperienze vissute che hanno segnato, connotato e indirizzato la propria vita. Inoltre raccontare crea dialogo, permette la socializzazione, rimette in moto processi cognitivi, riumanizza le relazioni tra le persone. Dalla narrazione possono nascere domande sulla vita, sulla morte, sull educare, sui vizi e le virtù, sull amore, in un ottica di non giudizio, di epoché. Claudio DONNESCHI Al termine del Laboratorio i partecipanti: - conosceranno alcune dimensioni formative ed educative della pedagogia narrativa; - sapranno utilizzare alcune semplici metodologie narrative da sperimentare in contesti educativi ed animativi. Durante il Laboratorio i partecipanti: - sperimenteranno la capacità narrativa, personale e di gruppo, come dimensione costitutiva di una identità e di una consapevolezza culturale; - saranno stimolati a concepire l educazione non solo come trasmissione del conoscere, ma anche come ascolto reciproco tra soggetti narranti. Monica CAPUZZI La narrazione ha la responsabilità pedagogica di fissare, per sé e per gli altri, particolari momenti di riflessione sulla vita: è capace di aiutare a comprendere gli eventi, esprimendone il significato o, addirittura, rendendolo possibile. Il raccontare può equivalere all attivare preziose potenzialità formative, restituendo voce al pensiero del bambino, quando quello stesso pensiero non sa esprimersi solo attraverso i canali consueti della comunicazione, ed attivando un importante via di contatto all interno della relazione educativa. : - conoscere la tassonomia, il funzionamento, le potenzialità ed i vizi capitali della memoria; - imparare ad avvalersi, con particolare attenzione all infanzia, età in cui si creano i capisaldi dell identità di ciascuno, dei principali suggerimenti metodologici tratti dall approccio narrativo in ambito educativo; - sperimentare le risorse formative della narrazione, sia individuale sia di gruppo, come preziosa possibilità di educare nel corso dell infanzia, utilizzando strumenti mutuati dalla narrativa, dalla cinematografia, dall iconografia e dalla musica

13 Scienze dei processi formativi METODI E TECNICHE DI GESTIONE DEI GRUPPI DI LAVORO Laura Bianchetti Il laboratorio si propone di: - Favorire la conoscenza dei metodi e delle tecniche per la gestione dei gruppi di lavoro; - Favorire la sperimentazione delle tecniche e delle metodologie necessarie per leggere, comprendere e gestire le dinamiche vissute dal gruppo di lavoro. - Come costruire un gruppo di lavoro vincente: dal gruppo al lavoro di squadra ; - Gli elementi che caratterizzano, influenzano e condizionano il vivere un gruppo di lavoro; - Strumenti e tecniche per gestire e condurre il gruppo di lavoro; - Motivare e fare crescere il gruppo di lavoro: l importanza dell obiettivo; - Metodi per affrontare con successo le situazioni di conflitto vissute dal gruppo SVILUPPO RISORSE UMANE Fiorenza COMINCINI - Analizzare, a partire da un caso, il rapporto tra cambiamenti organizzativi prefigurati e la conseguente gestione delle risorse umane. - Individuare quali strategie di sviluppo del potenziale sono ipotizzabili, in relazione ai ruoli professionali richiesti. - Pianificare le attività di sviluppo delle persone, consentendone la giusta collocazione e la valorizzazione delle caratteristiche individuali. - Il rapporto tra individuo ed organizzazione - Il progetto di sviluppo del rapporto - Metodi di analisi delle capacità e delle attitudini presenti in un individuo e la loro valutazione in relazione ai requisiti richiesti per nuovi ruoli. - Strumenti di valorizzazione del potenziale

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