ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO

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1 ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE

2 ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE Gli elementi di comunicazione verticale hanno il compito di consentire a persone e cose di superare un dislivello, internamente o esternamente all organismo edilizio, collegando piani d uso posti a quote differenti tra loro Comfort e sicurezza relativi agli utenti Comfort dimensioni adeguate per consentire il passaggio; pendenze non eccessive Sicurezza statica, ma anche in caso di pericolo (via d esodo comoda e sicura) E.C.V. non meccanizzati - Piani inclinati (rampe) - Scale E.C.V. meccanizzati - Scale mobili - Ascensori e montacarichi

3 Piani inclinati (RAMPE) Adottati principalmente per consentire l abbattimento delle barriere architettoniche Barriera architettonica = qualunque elemento costruttivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi, specialmente di persone con limitata capacità motoria o sensoriale La pendenza delle rampe non deve superare l 8% Non è considerato accessibile il superamento di un dislivello maggiore di 3,20 m ottenuto mediante rampe inclinate in successione La larghezza minima di una rampa deve essere: - di 0.90 m per consentire il transito di una persona su sedia a rotelle - di 1.50 m per consentire l incrocio di due persone Ogni 10 metri di lunghezza ed in presenza di porte, la rampa dovrà avere un piano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50x1,50 m

4 SCALE La scala è un elemento architettonico di collegamento tra piani a diverso livello Si definiscono: RAMPE le strutture inclinate che consentono il superamento dei dislivelli GRADINI i dislivelli minimi superabili con un passo normale PIANEROTTOLI gli elementi che interrompono la continuità della rampa e che la possibilità di riposo offrono

5 NOMENCLATURA

6 NOMENCLATURA

7 DIMENSIONAMENTO DELLE SCALE Pendenza in relazione al dislivello da superare e alla destinazione d uso Larghezza in funzione del flusso di utenti previsto Evitare restringimenti o sporgenze lungo lo sviluppo della scala Allargamenti in corrispondenza dei punti di rotazione (pianerottoli) Larghezza dei pianerottoli mai inferiore a quella della scala: - per pianerottoli intermedi larghezza maggiore del 10% di quella delle rampe - per pianerottoli di arrivo larghezza maggiore del 20% di quella delle rampe

8 TIPI DI SCALE Gradonate Utilizzate soprattutto per collegamenti di spazi esterni, rappresentano il connubio tra una scala e un piano inclinato.per pendenze tra 15 e 20 Scale diritte Unica rampa intervallata da piazzole di sosta (pianerottoli intermedi) dopo massimo 12 gradini, al fine di evitare l affaticamento degli utenti

9 TIPI DI SCALE Scale a due rampe Due rampe affiancate che si succedono arrivando e partendo dallo stesso pianerottolo. Possono presentare tra le due rampe un anima portante oppure, in genere, un vuoto ( occhio della scala) Scale a tenaglia Una rampa centrale, più ampia, e due rampe laterali, più strette. Hanno valenza architettonica e rappresentativa. In genere erano usate per palazzi nobiliari ed edifici pubblici

10 TIPI DI SCALE Scale a pozzo Vano rettangolare o quadrato con rampe sui lati e spazio vuoto al centro ( pozzo ) eventualmente disponibile per ubicazione del vano ascensore

11 TIPI DI SCALE Scale a elicoidali (scale a chiocciola ) Vano circolare o ellittico con pilastro centrale (soluzione minima) oppure con gradini ai lati e spazio vuoto al centro. I gradini si susseguono senza soluzione di continuità

12 TIPI DI SCALE Scale retrattili Scale di servizio per dare accesso a coperture o ambienti sottotetto Scale a gradini sfalsati Di uso non comune; si adottano come scale di servizio quando lo spazio a disposizione è molto ridotto Scala a gradini sfalsati di Carlo Scarpa nel Museo di Castelvecchio, Verona

13 NORME DI PROGETTAZIONE Per edifici di superficie coperta fino a 400 m2 è sufficiente una sola scala; una scala aggiuntiva ogni 350 m2 o frazione Per particolari destinazioni d uso (scuole, ospedali, alberghi, grandi magazzini, ecc.) sono previste scale a tenuta di fumo v. Normativa antincendio Rapporto alzata-pedata formule empiriche. In Italia la più comune è: 2a + p = cm

14 In base alle dimensioni dell alzata si distinguono: Scale leggere: Scale normali: Scale pesanti: a = cm scuole, asili, ospedali a = cm residenze, uffici, ecc. a = cm scale di servizio, accesso a scantinati, ecc. In rapporto alla collocazione si distinguono: Scale esterne a ~ 15 cm; pedata con trattamento superficiale antiscivolo Scale interne a = cm; anche per scale di servizio p >= 25 cm Evitare sempre i gradini a zampa d oca, pericolosi perché riducono la pedata

15 Larghezza della rampa Per edifici pubblici o residenziali plurifamiliari, mai inferiore a 1 m; per edifici monofamiliari si può scendere fino a 80 cm Dimensionata in funzione del flusso previsto: in genere dimensioni multiple di cm 60 - passaggio di una sola persona per volta larghezza non inferiore a 1,00 m - passaggio di due persone per volta larghezza non inferiore a 1,20 m - passaggio di tre persone per volta larghezza non inferiore a 1,80 m L eventuale ingombro del corrimano porta ad aumentare la larghezza della rampa Per larghezza > 2 m è necessario prevedere corrimani ausiliari interni alla scala Altezza media del corrimano mai inferiore a 90 cm

16 Sfalsamento Il corrimano non deve subire alcuna discontinuità lungo il percorso: è necessario che inverta la direzione ad un ben definito asse verticale, chiamato asse di sfalsamento

17 Si possono avere tre casi: Lo sfalsamento assicura la continuità del piano intradossale e quindi del corrimano

18 Il sistema statico Intelaiatura a gabbia Nucleo portante perimetrale Nucleo portante centrale Pilastri centrali e pareti perimetrali di chiusura

19 Scala con matrice portante costituita da gradini a sbalzo isolati Gradini preformati (in materiale lapideo) o prefabbricati (in calcestruzzo armato) Con sistema statico a nucleo portante perimetrale o centrale realizzato in muratura portante o in calcestruzzo armato Inconveniente: eccessiva flessibilità e deformabilità dei gradini

20 Scala con matrice portante costituita da gradini a sbalzo solidarizzati Gradini in calcestruzzo armato gettato in opera Con sistema statico a nucleo portante perimetrale o con intelaiatura a gabbia o con pilastri centrali e travi a doppio ginocchio appoggiate ai pilastri Una soletta (s = 4 5 cm) con funzione di semplice ripartitore di carico riduce la flessibilità dei gradini

21 Scala con matrice portante costituita da soletta rampante in calcestruzzo armato Soletta portante (s = cm) e gradini semplicemente appoggiati sopra Con sistema statico a nucleo portante perimetrale o con intelaiatura a gabbia

22

23 ASCENSORI Si dividono in due categorie: elettrici e idraulici (oleodinamici) V = 1 2,5 m/sec V = 0,6 m/sec H = decine di piani H = max 7 piani Contrappeso Senza contrappeso Locale macchina h = 2,10 m Locale macchina molto piccolo, anche lontano Extracorsa super. h = 1 1,50 m Extracorsa super. h = 0,80 m Fossa inferiore h >= 1,50 m Fossa inferiore h >= 1,00 m

24 BIBLIOGRAFIA Dispense dei corsi di Architettura tecnica tenuti dai proff. Giuseppe Margani e Gaetano Sciuto presso il corso di laurea in Ingegneria civile e ambientale dell'università degli Studi di Catania L. Caleca, Architettura Tecnica, paragrafo 4.3

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