HEALTH & SAFETY MANAGEMENT
|
|
- Romeo Tiziano Salvadori
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 HEALTH & SAFETY MANAGEMENT
2 L ORGANIGRAMMA DI SICUREZZA INCARICATI EMERGENZA E P.S. DATORE DI LAVORO CONSULENTE ESTERNO RSPP RLS DIRIGENTE MEDICO COMPETENTE PREPOSTO PREPOSTO PREPOSTO LAVORATORI LAVORATORI LAVORATORI
3 Agenti biologici Agenti chimici Deposito sostanze chimiche Cappe Strumentazione varia DPI Smaltimento rifiuti speciali Versamenti accidentali
4 1. COSA! Agenti biologici Agenti chimici
5 Classificazione degli agenti biologici Gli agenti biologici sono classificati in quattro gruppi in funzione del rischio di infezione: GRUPPO 1. Poche probabilità di causare malattie nell uomo. GRUPPO 2. Può causare malattie nell uomo. E alquanto improbabile che si propaghi nella comunità, si può contrastare con efficaci strumenti di profilassi e cura; GRUPPO 3. Può causare gravi malattie in soggetti umani. Può propagarsi nella comunità ma si può contrastare con efficaci misure di profilassi e cura; GRUPPO 4. Può causare gravi malattie nell uomo. Può presentare un rischio di propagazione elevato e di norma non sono disponibili efficaci misure di profilassi e cura. LIVELLI DI BIOSICUREZZA
6 AGENTI BIOLOGICI A = Autorizzazione Sperimentazione su animali B1 = Autorizzazione Uso di Agenti Biologici classe 1 B2 = Autorizzazione Uso di Agenti Biologici classe 2 M1 = Autorizzazione Impiego MOGM classe 1 M2 = Autorizzazione Impiego MOGM classe 2 In preparazione R = Autorizzazione Uso di Radioisotopi
7 Rischio biologico Obbligo dei lavoratori I lavoratori hanno l obbligo di eseguire le seguenti indicazioni: Osservare le indicazioni riportate sulle etichette e sulle schede di sicurezza Utilizzare correttamente i DPI indicati in funzione del rischio biologico in esame Sottoporsi ad adeguata sorveglianza sanitaria, quando la valutazione rilevi l esistenza del rischio biologico per il lavoratore 7
8 RISCHIO BIOLOGICO LE AZIONI E LE MISURE PREVISTE: DPI Protezione Vie Respiratorie Procedura: 1. Posizionare la maschera sul volto 1. Posizionare gli elastici dietro la nuca 1. Stringere gli elastici con entrambe le mani 1. Regolare lo stringinaso 1. Effettuare una prova di tenuta Indossare il dpi prima di accedere all area di rischio!! Toglierlo dopo essere usciti!! 8
9 RISCHIO BIOLOGICO LE AZIONI E LE MISURE PREVISTE: DPI Occhiali Devono essere a mascherina avvolgente o visiera Devono proteggere dagli spruzzi di materiale contaminato Devono proteggere le mucose oculari (via di entrata del microrganismo) 9
10 RISCHIO BIOLOGICO LE AZIONI E LE MISURE PREVISTE: MISURE IGIENICHE DI FINE ATTIVITA L ordine di rimozione di indumenti e dispositivi di protezione individuale al termine di ogni attività lavorativa a rischio è il seguente: 1. stivali e/o soprascarpe monouso 2. guanti 3. tuta 4. occhiali protettivi 5. maschera filtrante Una volta rimossi i DPI devono essere adeguatamente lavati e disinfettati all interno dell azienda e riposti in armadi deputati alla loro conservazione, o in caso di materiale monouso, smaltito secondo le procedure raccomandate 10
11 RISCHIO BIOLOGICO LE AZIONI E LE MISURE PREVISTE: IGIENE E DISINFEZIONE DELLE MANI - PROCEDURA Le mani devono essere sempre LAVATE : 1) Dopo la rimozione di guanti 2) In caso di contatto accidentale con sangue ed altri liquidi biologici o materiale potenzialmente infetto: procedere al lavaggio con acqua e sapone PER ALMENO 30 SECONDI, seguito da antisepsi (sono idonei i comuni prodotti a base di Clorexidina 4%) 11
12 Proprieta dei disinfettanti Attivo contro Inattivato da Tossicità FFung hi Batteri Mico batteri Spore Virus lipidici Virus non lipidici Proteine Materiali naturali Materiali Sintetici Acqua dura Detergente Pelle Occhi Polm oni Grampositivi Gramnegati vi CCOMPOSTI FENOLICI (e) V C IPOCLORITI C ALCOL V FORMALDEIDE (e) (b) G GLUTARALDEIDE (f) NU (c) IODOFORI A (a) +++. buona; ++, discreta; +, scarsa; -, nulla; V, dipende dal virus; C, cationico; A, anionico; NU,non utilizzabile (b) sopra i 40 C (c) sopra i 20 C (e) cancerogeni/a (f) tossica, irritante e mutagena
13 RISCHIO BIOLOGICO REQUISITI DI BIOSICUREZZA BL1 BL2 Caratteristiche di progettazione degli spazi Muri, soffitti e pavimenti devono essere lisci, facili da pulire, impermeabili ai liquidi e resistenti ad agenti chimici e ai disinfettanti. Illuminazione adeguata, evitando riflessi e luce troppo forte. Superfici dei banconi unite ai muri con sostanze sigillanti, resistenti a sostanze chimiche e disinfettanti e impermeabili all acqua. Presenza di lavabi dotati di acqua corrente. Le porte devono rispondere agli standard antincendio, chiudendosi da sè e avere panelli di ispezione. Disponibilità di un autoclave nel laboratorio o nello stesso edificio. Areazione possibilmente meccanica che assicuri un flusso d aria entrante senza ricircolo. Se non esiste areazione meccanica, le finestre devono essere apribili. Sistemi di sicurezza che comprenderanno: sistema antincendio impianto elettrico di emergenza illuminazione di emergenza docce di emergenza presidi di pronto soccorso dotazione per il lavaggio degli occhi. 13
14 RISCHIO BIOLOGICO Attrezzatura Rischio evitato Caratteristiche di sicurezza Cappe di sicurezza biologica (Classe I) Cappe di sicurezza biologica (Classe II) Cappe di sicurezza biologica (Classe III) Aerosol e schizzi Aerosol e schizzi Aerosol e schizzi Un leggero flusso d aria entrante dall apertura di lavoro. Adeguata filtrazione dell aria in uscita Un leggero flusso d aria entrante dall apertura di lavoro. Adeguata filtrazione dell aria in uscita. Massimo contenimento. Schermi protettivi Schizzi di prodotti chimici Formano uno schermo tra l operatore e il lavoro. Propipette Rischi legati al pipettare a bocca, come Facilità d uso. ingestione di patogeni, inalazione di aerosol Controllo della contaminazione della estremità di suzione della pipetta per prodotti dalla suzione della pipetta, dal proteggere la propipetta, l operatore e il circuito del vuoto. soffiare fuori liquido, dal far gocciolare la Possibilità di sterilizzazione. pipetta, contaminazione della estremità di Controllo di eventuali perdite dalla punta della pipetta suzione delle pipette Microinceneritori per anse Schizzi da anse batteriologiche Schermatura mediante tubo di vetro o di ceramica aperto ad un estremità e riscaldato elettricamente o a gas. Contenitori a tenuta per la raccolta e il trasporto di materiali infetti da sterilizzare Attrezzature raccomandate per BL1/2 Areosol, perdite e fuoriuscite Realizzati in modo da garantire la tenuta e dotati di coperchio. Durevoli. Autoclavabili. Autoclavi; manuali o automatiche Materiali infetti (resi sicuri per l eliminazione o il riutilizzo) Progettazione soggetta ad approvazione. Efficace sterilizzazione attraverso calore. Bottiglie con tappo a vite Aerosol e perdite Contenimento efficace. Protezione del circuito del vuoto Contaminazione del sistema del vuoto del laboratorio con aerosol e liquidi in eccesso Un filtro a cartuccia previene il passaggio degli aerosol (particelle della misura di 0,45 µm). La bottiglia per i liquidi in eccesso contiene un disinfettante appropriato. Si può usare un bulbo di gomma per chiudere automaticamente il circuito del vuoto quando la bottiglia è piena. L intera unità è autoclavabile. Maschere e occhiali di sicurezza Urti e schizzi Lenti resistenti agli urti (quando necessario devono essere graduate o indossate sopra gli occhiali). Protezione laterale. Schermi per la faccia Urti e schizzi Protegge l intera faccia Facilmente rimuovibile in caso d incidente. 14
15 BL3 BL4 Progettazione e dotazioni del laboratorio Il laboratorio di sicurezza livello di sicurezza 3 è progettato per il lavoro con microrganismi del gruppo di rischio 3, e con grandi volumi ed alte concentrazioni di microrganismi del gruppo di rischio 2, condizioni che presentano elevati rischi di aerosol o di infezione. La sezione sulla progettazione e le dotazioni dei laboratori di base livelli di biosicurezza 1 e 2 resta valida, eccetto dove modificata come segue: RISCHIO BIOLOGICO REQUISITI DI BIOSICUREZZA Il laboratorio deve essere separato dalle aree dell edificio aperte ai visitatori esterni. L accesso al laboratorio deve essere studiato per prevenire l ingresso di insetti e di altri artropodi. Le porte devono chiudersi da sé e poter essere chiuse a chiave. Possono essere dotate di un pannello a resistenza limitata da rompere in caso di emergenza. Le superfici dei pavimenti, dei muri e dei soffitti devono essere resistenti all acqua e facili da pulire. Le aperture in queste superfici (ad esempio i fori per i passaggi dei tubi) devono essere sigillate per facilitare la decontaminazione degli ambienti. La stanza del laboratorio deve essere sigillabile per la decontaminazione. Le condotte dell aerazione devono permettere la disinfezione mediante gas. L ingresso del personale deve avvenire tramite un vestibolo che fa da filtro (sistema di ingresso a doppia porta). Le finestre devono essere chiuse e sigillate. Vicino a ciascuna uscita deve essere a disposizione un lavandino con rubinetto a pedale o azionabile con il gomito. Deve esserci un impianto di aerazione che crei flusso d aria dall esterno verso l interno del laboratorio. Il sistema di aerazione dell edificio deve essere realizzato in modo tale che l aria proveniente dl laboratorio di sicurezza non venga fatta ricircolare in altre parti dell edificio. L aria in uscita (tranne quella proveniente dalle cappe di sicurezza biologica) deve essere scaricata direttamente all esterno in modo da disperdersi lontano dagli edifici frequentati e dalle prese d aria. Si raccomanda di dotare gli scarichi dell aria di filtri HEPA ("high efficiency particulate air", sistema di filtrazione ad alta efficienza delle particelle in aria). Le cappe di sicurezza biologica vanno poste lontano dalle zone di passaggio e da correnti d aria provenienti da porte, finestre e dall impianto d aerazione in maniera che non si creino turbolenze che possano interferire con il normale funzionamento delle cappe. L aria proveniente dalle cappe di sicurezza biologica classe I o classe II, deve innanzitutto passare attraverso i filtri HEPA e successivamente dovrà essere scaricata all esterno direttamente o attraverso l impianto di ventilazione dell edificio. Nella stanza del laboratorio dovrebbe essere disponibile un autoclave per decontaminare i rifiuti infetti. Se questi rifiuti devono essere portati in altre parti dell edificio per il passaggio in autoclave, vanno tenuti in contenitori a prova di perdite dotati di coperchio. La fornitura idrica deve essere dotata di sistemi che impediscono flussi di ritorno. I liquidi di scarico devono essere scaricati direttamente nella fogna. 15
16 RISCHIO BIOLOGICO REQUISITI DI BIOSICUREZZA Le cappe di Classe I garantiscono la protezione dell operatore tramite un flusso d'aria aspirato da un'apertura frontale, senza prefiltro. L'aria, una volta attraversata la superficie di lavoro, non viene mandata in circolo, ma espulsa all'esterno dopo filtrazione HEPA. Le cappe sono in grado di proteggere l'operatore dalla contaminazione (agenti biologici con basso rischio di infezione), ma non proteggono i campioni da una eventuale contaminazione esterna. 16
17 RISCHIO BIOLOGICO REQUISITI DI BIOSICUREZZA Le cappe di Classe II sono cappe con apertura frontale, attraverso la quale viene immesso un flusso d'aria che viene aspirato sotto il piano di lavoro, filtrato, messo in circolo dall'alto verso il basso (flusso laminare verticale di aria sterile, "barriera" tra l'interno della cabina e l'operatore), quindi, espulso all'esterno dopo filtrazione. In base alla percentuale di aria ricircolata, le cappe si distinguono in: IIA (70% di aria ricircolata, 30% espulsa, IIB (30% di aria ricircolata, 70% espulsa, oppure 100% di aria espulsa). Le cappe IIB prevedono condotti per l'espulsione dell'aria all'esterno dell'edificio. assicurano un buon compromesso di protezione campione-operatore-ambiente. 17
18 RISCHIO BIOLOGICO REQUISITI DI BIOSICUREZZA. Le cappe di Classe III, sono dei "glove box" ermeticamente chiusi. L'aria in ingresso viene immessa attraverso un filtro HEPA sul piano di lavoro, quindi, espulsa attraverso un sistema a doppio filtro HEPA, assicurando all ambiente interno una pressione negativa. Sono dotate di guanti a manicotto, incorporati nella struttura frontale della cappa, che assicurano una barriera totale tra l'operatore e il piano di lavoro. I campioni sono soggetti al rischio di contaminazioni crociate dovute alla turbolenza del flusso d'aria all'interno della cabina. Sono indicate per lavorazioni ad alto rischio, ad esempio: agenti biologici del gruppo 4. 18
19 Corretto uso delle cappe RISCHIO BIOLOGICO REQUISITI DI BIOSICUREZZA. accendere il motore di aspirazione almeno 10 minuti prima dell inizio delle attività per stabilizzare il flusso laminare; al fine di garantire la corretta velocità del flusso d'aria, in particolare per le cappe di Classe II, assicurarsi che le griglie di aspirazione non siano bloccate da materiali, attrezzature, apparecchiature; accertarsi che il vetro frontale (se a scorrimento) sia alla altezza giusta (20-30 cm); ridurre allo stretto indispensabile la presenza sotto cappa di oggetti, contenitori, apparecchiature; sotto le cappe di Classe II e III è vietato l'uso di becchi Bunsen o altri tipi di bruciatori, per evitare la deviazione del flusso interno dell'aria e il possibile danneggiamento dei filtri HEPA; lavorare il più possibile nella zona centrale della cappa; i rifiuti delle lavorazioni devono essere posizionati in idonei contenitori per rifiuti biologici, collocati all'interno della cappa. I contenitori possono essere trasferiti all'esterno dopo una verifica della chiusura a tenuta del tappo, dell'esistenza dell'etichetta con il segnale di rischio biologico e della assenza di residui sulla superficie esterna; le apparecchiature e i contenitori utilizzati, prima di rimuoverli dalla cappa devono essere disinfettati; al termine delle attività, pulire accuratamente il piano di lavoro della cappa con materiale disinfettante; In caso di versamento di materiale biologico all'interno della cappa, adottare la seguente procedura: 1. non spegnere la cappa; 2. rimuovere, immediatamente, dal piano di lavoro, con materiale imbevuto di disinfettante, i versamenti; 3. disinfettare le pareti, le superfici e gli strumenti (se il piano di lavoro è una superficie continua, coprirlo con disinfettante e lasciare agire per alcuni minuti; in caso contrario - ad esempio, piano forato - asportare i componenti e pulirli accuratamente con disinfettante). 4. dopo la fine delle operazioni, lasciare la cappa in funzione per circa 10 minuti. 19
20 Riassumendo GRUPPI DI RISCHIO PER LIVELLO DI BIOSICUREZZA GRUPPO LIVELLO DI BIOSICUREZZA PRATICHE ATTREZZATURE 1 di base Livello 1 2 Di base Livello 2 3 Di sicurezza/ /contenimento Livello 3 4 di massima sicurezza/ /contenimento Livello 4 Buona pratica di laboratorio Buona pratica di laboratorio + DPI e segnali di pericolo Come Liv.2 + DPI speciali, accesso controllato, ventilazione senza ricircolo Come Liv. 3+Ingresso autorizzato, camera stagna, doccia di decontaminazione, precauzioni speciali per smaltimento rifiuti Banco da lavoro Banco da lavoro + Cappe di Sicurezza per le attività con produzione di aerosol Cappe di Sicurezza per tutte le attività Classe di sicurezza di Classe III o tute pressurizzate con Cappe di Classe II, autoclave passante e sistema di ventilazione con filtri assoluti
21 Comportamenti sicuri utilizzare camici dedicati e guanti protettivi idonei; utilizzare il più possibile contenitori chiusi monouso ed evitare materiali taglienti; effettuare ove possibile tutte le manipolazioni sotto cappe a flusso laminare (tipo Biohazard); le cappe a flusso laminare devono essere allarmate per segnalare eventuali cadute di efficienza; le cappe a flusso laminare devono essere munite di procedure per controlli periodici e per emergenze specifiche; evitare di abbandonare campioni aperti sotto le cappe; bonificare periodicamente le cappe e i banchi di lavoro seguendo le procedure stabilite e in ogni caso prima e dopo ogni intervento manutentivo; tutte le operazioni che non è possibile effettuare sotto cappa (estrazioni, centrifugazioni, letture di test) devono essere procedurizzate e devono essere organizzate per ridurre al minimo gli spostamenti di materiale da laboratorio a laboratorio; le operazioni di trasporto devono essere ridotte al minimo ed effettuate sempre con l'ausilio di contenitori di sicurezza sigillati e all interno di contenitori secondari ; devono essere sempre presenti ben in vista le procedure e i mezzi di inattivazione in caso di incidente; tutto il materiale classificato come al punto A1 deve essere conservato in frigoriferi, armadi o altri contenitori chiusi, recanti il simbolo Biohazard, l'indicazione del contenuto e l'elenco del personale autorizzato alla manipolazione e all'intervento in caso di emergenza; la localizzazione di tali contenitori deve essere comunicata al Servizio Prevenzione e Protezione ; le procedure di inattivazione devono essere sempre rigidamente applicate e verificate; i rifiuti devono essere smaltiti seguendo le procedure d'area specifiche.
22 STABULARIO Surgery Necropsy 18 B2 B2 B2 Electroporation
23 LISTA DEGLI AGENTI BIOLOGICI AUTORIZZATI ALL USO VIRUS SUBTYPE Biosafety PATHOGENICITY Level Adeno-associated virus (AAV) 2 H (for human) ADENOVIRUS Murine Adenovirus A 2 Human Adenovirus serotype 5 2 H (for human) BACULOVIRUS 2 LENTIVIRUS phage HIV-1 2 RETROVIRUS Moloney murine leukemia virus 2 BACTERIA E.COLI Escherichia coli (bacterial strains which have definitively lost their virulence (e.g. E. Coli K12, E. Coli chi-1776 and MRC 1 as well as B and C strains of E. Coli) CELL LINES CHO 1 Cos Cells contain SV-40 viral DNA sequences ES-D3 B6 white murine ES cell line 1 ES-R1 mir-trap ES-R1 1 HEK Cells contain adenovirus Hela 2 HT MDCK (NBL-2) 1 MEF (C57BL/6) [MEF-BL/6-1] 1 N2A (Neuro-2a) 1 PC-12 1 SH-SY5Y 1 T3-3A1 [3A1] 1 U-2 OS 1 Cells contain human papilloma virus
24 AGENTI BIOLOGICI NEUROSCIENCE AND BRAIN TECHNOLOGIES DEPARTMENT Room Tipo di rischio biologico Biosafety Level Stanza Biosafety Level - Agenti biologici 14 BCL2 Facility Virus Radioactivity Facility Virus Cell Culture Facility Stem Cells Cell Culture Facility Organotypic Cultures Cell Culture Facility Primary Neurons Cell Culture Facility Cell Lines Linee primarie 2 1 Linee primarie 2 1 Linee primarie 2 1 Linee Cellulari E. Coli Facility Batteri Molecular Biology & Biochemistry Linee primarie Neurotechnology Optical Tweezers Chronic Stimulation Facility Linee primarie 2 1
25 AGENTI A RISCHIO CHIMICO - ETICHETTA
26 Agenti Chimici COSA SI TROVA SULL ETICHETTA: Nome del preparato Recapito del fabbricante o distributore Simboli Frasi di rischio Consigli di prudenza Quantità
27 Agenti Chimici LA NUOVA ETICHETTA:
28 Scheda di sicurezza Prima di iniziare qualsiasi attività che prevede l uso di una sostanza chimica conosciuta è necessario consultare la relativa scheda di sicurezza MATERIAL SAFETY DATA SHEETS
29 Contenuti della scheda di sicurezza (Direttiva 2001/58 CE, 1999/45 CE) 1 Elementi identificativi della sostanza o del preparato e della società/impresa 2 Composizione/informazione sugli ingredienti 3 Indicazione dei pericoli 4 Misure di pronto soccorso 5 Misure antincendio 6 Misure in caso di fuoriuscita accidentale 7 Manipolazione e stoccaggio 8 controllo dell esposizione/protezione individuale
30 Contenuti della scheda di sicurezza 9 Proprietà fisiche e chimiche 10 Stabilità e reattività 11 informazioni tossicologiche 12 Informazioni ecologiche 13 Considerazioni sullo smaltimento 14 informazioni sul trasporto 15 Informazioni sulla regolamentazione 16 Altre informazioni
31 Gravità Frequenza d uso Esposizione Vecchia Direttiva 67/548/CEE Nuovo Regolamento 1272/2008/CE 31/12/2010 Xi = IRRITANTE O = COMBURENTE Xn = NOCIVO E = ESPOSIVO T = TOSSICO T+ = MOLTO TOSSICO C = CORROSIVO F = INFIAMMABILE F+ = MOLTO INFIAMMABILE N = PERICOLOSO PER L AMBIENTE
32 IL CONFRONTO:
33 Fattore gravità (G) Vecchia Direttiva 67/548/CEE Nuova Direttiva 1272/2008/CE G = 1 Nocivo per ingestione R 22 H302 G = 2 Nocivo per inalazione R 20 H332 G = 2 Nocivo a contatto con la pelle R 21 H312 G = 2 Tossico per ingestione R 25 H301 G = 2 Provoca ustioni R 34 H314 G = 2 Provoca gravi ustioni R 35 H314 G = 2 Rischio di gravi lesioni oculari R 41 H318 G = 2 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle R 43 H317 G = 2 Nocivo: per ingestione può causare danni polmonari R 65 H304 G = 2 L inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini R 67 H336 G = 3 Tossico per inalazione R 23 H331 G = 3 Tossico a contatto con la pelle R 24 H311 G = 3 Può provocare sensibilizzazione per inalazione R 42 H334
34 R 26 H330 Molto tossico per inalazione R 27 H310 Molto tossico a contatto con la pelle R 28 H300 Molto tossico se ingerito R 33 H372 Pericolo di effetti cumulativi R 39 H370 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi R 40 H351 Possibilità di effetti cancerogeni - prove insufficienti R 45 H350 Può provocare il cancro R 46 H340 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie R 48 H373 G = 4 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata R 49 H350i Può provocare il cancro per inalazione R 60 H360, H360FD, H360F, H360Fd Può ridurre la fertilità R 61 H360, H360FD, H360D, H360Df Può danneggiare i bambini non ancora nati R 62 H361, H361fd, H361f Possibile rischio di ridotta fertilità R 63 H361, H361fd, H361d Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati R 64 H362 Possibile rischio per i bambini allattati al seno R 68 H341, h371 Possibilità di effetti irreversibili
35 G = 4 G = 4 Esempi di agenti chimici con G=4 nel Dipartimento IIT R 26 : Molto tossico per inalazione Acrylamide/Bis-acrylamide 30% (Mix 37,5:1) Lab 12, 32 Cadmium Chloride Lab 1-4, 2-5, 3 Eserine Hemisulfate Lab 1-4 Ethydium bromide Lab 12 Hygromycine Lab 12 Nicotine Dihydrogenditartrate Lab 10 Oxotremorine sesquifumarate salt Lab 1-4 SL327 Lab 10 Strychnine Lab 10 Tetrodotoxin (TTX) Lab 1-4, 2-5, 3, 7, 12 R 27 : Molto tossico a contatto con la pelle Hygromycine Lab 12 Nicotine Lab 10 Nicotine Dihydrogenditartrate Lab 10 Oxotremorine sesquifumarate salt Lab 1-4 SL327 Lab 10 Strychnine Lab 10 Tetrodotoxin (TTX) Lab 1-4, 2-5, 3, 7, 12
36 G = 4 G = 4 G = 4 R 62 : Possibile rischio di ridotta fertilità - Nocivo per la riproduzione Acrylamide/Bis-acrylamide 30% (Mix 37,5:1) Lab 12, 32 DPX Lab 15 Naloxone Lab 10 R 63 : Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati - Teratogeno Clozapine Lab 18 EZ-Link-Sulfo-NHS-Biotin Lab 32 Thiourea Lab 17 Toluene Lab 17, 36, 38, 40, 44 R 64 : Possibile rischio per i bambini allattati al seno
37 G = 4 R 68 : Possibilità di effetti irreversibili - Mutageno Acrylamide/Bis-acrylamide 30% (Mix 37,5:1) Lab 12, 32 Aniline Lab Clozapine Lab 18 Developer part B for Agfa processor Dark Room Eosyn Y Solution Lab 15 Ethydium bromide Lab 17, 12 Fast Green Lab 7 Nickel Chloride Lab 3 OPD Peroxidase substrate Lab 18 Phenol Lab 12 Phenol: Chloroform: Isoamyl Alcohol 25:24:1 saturated with 10mM Tris, ph 8.0, 1 mm EDTA Phenol Solution, Saturated with 0.1 M CITRATE BUFFER ph 4.3 ± 0.2 Lab 17 Lab 17 m-phenylenediamine Lab
38 G = 4 G = 4 R 33 : Pericolo di effetti cumulativi R 39 : Pericolo di effetti irreversibili molto gravi 2-Butanone Lab Comassie Brillant Blue G Lab 17, 12 Comassie Protein Assay (Bradford) Lab 17 Eosyn Y Solution Lab 15 Formaldehyde Lab 17 Methanol Lab 17, 12, 18
39 G = 4 R 40 : Possibilità di effetti cancerogeni-prove insufficienti - Cancerogeno Aniline Lab Assay Lab Chloroform Lab 17 Developer part B for Agfa processor Dark Room Diamino benzidine (DAB) Lab 15 Dichloromethane Lab 3 ECL Plus Western Blotting Reagent (GE-Healthcare) Lab 32 Formaldehyde Lab 17 GF X Lab 12 Hydroxylamine Lab 12 IPTG Lab 17, 32 Monasin Lab 12 Nickel Lab 2-5 Nickel Sulfate hexahydrate Lab 17 OPD Peroxidase substrate Lab 18 Paraformaldehyde Lab 17, 2-5, 6, 7,12 Phenol: Chloroform: Isoamyl Alcohol 25:24:1 saturated with 10mM Tris, ph 8.0, 1 mm EDTA Lab 17 Thiourea Lab 17
40 G = 4 R 48 : Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata Acrylamide/Bis-acrylamide 30% (Mix 37,5:1) Lab 12, 32 Cadmium Chloride Lab 1-4, 2-5, 3 Chloroform Lab 17 N-Hexane Lab Hydroxylamine Lab 12 Nickel Lab 2-5 Nickel Chloride Lab 3 Phenol Lab 12 Phenol: Chloroform: Isoamyl Alcohol 25:24:1 saturated with 10mM Tris, ph 8.0, 1 Lab 17 mm EDTA Phenol Solution, Saturated with 0.1 M CITRATE BUFFER ph 4.3 ± 0.2 Lab 17 m-phenylenediamine Lab Toluene Lab 17,
41 G = 4 G = 4 R 60 : Può ridurre la fertilità - Nocivo per la riproduzione Boric acid Lab 12 Cadmium Chloride Lab 1-4, 2-5, 3 Cocaine Hydrochloride Lab 18 Sodium Tetraborate Decahydrate Lab 17 Xylene Cyanole Lab 12 R 61 : Può danneggiare i bambini non ancora nati - Teratogeno Tris-Borate-EDTA Buffer Lab 12 Cadmium Chloride Lab 1-4, 2-5, 3 DPX Lab 15 Formamide Lab 17 Furosemide Lab 7 Kanamycin Sulfate from Streptomyces Kanamyceticus Lab 17 Nickel Chloride Lab 3 RNA Sample Loading Buffer Without Ethidium Bromide Lab 17 Sodium Tetraborate Decahydrate Lab 17 Xylene Cyanole Lab 12
42 R 45 : Può provocare il cancro - Cancerogeno Acrylamide/Bis-acrylamide 30% (Mix 37,5:1) Lab 12, 32 Chloramphenicol Lab 17 Beta Estradiol Lab 12 Bis-acrylamide Lab 12 Cadmium Chloride Lab 1-4, 2-5, 3 m-phenylenediamine Lab RNA Sample Loading Buffer Without Ethidium Bromide Lab 17 Urethane Lab 1-4, 7, 12 R 46 : Può provocare alterazioni genetiche ereditarie - Mutageno Acrylamide/Bis-acrylamide 30% (Mix 37,5:1) Lab 12, 32 Bis-acrylamide Lab 12 Cadmium Chloride Lab 1-4, 2-5, 3 RNA Sample Loading Buffer Without Ethidium Bromide Lab 17 R 49 : Può provocare il cancro per inalazione - Cancerogeno Nickel Chloride Lab 3
43 Agenti chimici infiammabili in IIT ACETONE LIQUIDO AMMONIUM PERSULFATE POLVERE DIETHYL ETHER LIQUIDO ECL PLUS WESTERN BLOTTING REAG, 1 EA. LIQUIDO ETHANOL, >=99.8% LIQUIDO Ethanol, 96% LIQUIDO Ethanol, 90 Denatured LIQUIDO GLUTATHIONE SEPHAROSE 4B, 10 ml RESINA METHANOL LIQUIDO Ni Sepharose 6 Fast Flow, 25 ml RESINA NITRIC ACID LIQUIDO POTASSIUM NITRATE POLVERE 2-PROPANOL (ISOPROPANOL) LIQUIDO nprotein A SEPHAROSE 4 FAST FLOW, 5 ml RESINA PROTEIN G SEPHAROSE 4 FAST FLOW, 5 ml RESINA SODIUM DODECYL SULFATE POLVERE STREPTAVIDIN SEPHAROSE HIGH PERFORMANCE, 5 ml RESINA TEMED (N,N,N',N'-Tetramethylethylendiamine) LIQUIDO TOLUENE LIQUIDO XYLENES LIQUIDO
44 GESTIONE DELLE SOSTANZE E MATERIALI PERICOLOSI Esigenza di acquisto di nuova sostanza chimica o materiale Richiedente Ricerca di sostanza/materiale alternativo meno pericoloso Richiedente RSPP Medico Competente RSL SI Valutazione della necessita di ingresso della sostanza/materiale Valutazione preventiva del rischio Richiesta al fornitore della scheda di sicurezza a 16 p.ti (aggiornata al 31/12/2010 e in italiano ed inglese ) Richiesta della scheda tecnica Modulo di accettazione sostanza/ materiale La sostanza/materiale ha le seguenti caratteristiche di pericolo: R45 - Puo provocare il cancro R49 - Puo provocare il cancro per inalazione R40 -Possibilita di effetti cancerogeni prove insufficienti R46 Puo provocare alterazioni genetiche ereditarie R60 Puo ridurre la fertilita R61 Puo danneggiare i bambini non ancora nati R62 Possibile rischio di ridotta fertilita R63 - Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati R 64 - Possibile rischio per i bambini allattati al seno R 68 - Possibilita di effetti irreversibili R Molto tossico R Infiammabile/Altamente infiammabile Materiale radioattivo (isotopi) Materiale biologico BSL 2, 3, 4 NO Scheda di sicurezza Scheda tecnica NO Parere positivo? SI Predisposizione misure tecniche/organizzative/ DPI Acquisto consentito STOP Direttore/Responsabile di laboratorio
45 2. DOVE! Deposito sostanze chimiche Cappe Strumentazione varia
46
47 Requisiti dei frigoriferi da laboratorio per reagenti infiammabili/esplosivi I frigoriferi adatti allo Scopo devono possedere i seguenti requisiti: Il rivestimento interno e esterno deve essere preferibilmente in acciaio inox Tutta la struttura deve essere collegata a terra La maniglia della porta del frigorifero deve permettere la messa a terra delle scariche elettrostatiche eventualmente trasportate dall operatore Il frigorifero deve essere munito di termostato di sicurezza con allarme sonoro I reagenti stoccati all interno devono essere confezionate in bottiglie ermeticamente chiuse e custodite in doppio sacchetto di politene atto a contenere eventuali sversamenti accidentali ed appoggiati sopra idonei ripiani I reagenti non devono essere il più possibile incompatibili tra loro Le caratteristiche IP dell impianto elettrico non deve essere inferiore a quello del laboratorio L esecuzione elettrica dell impianto deve essere senza contatti interni alla camera di raffreddamento oppure rispondere alle caratteristiche CEI di antideflagranza.
48 DEPOSITO AGENTI CHIMICI Room 17 MSDS S L
49 DEPOSITO AGENTI CHIMICI Room 15 ACIDO NITRICO PAF
50 CAPPE BIOLOGICHE a flusso laminare verticale Cappa biologica per la produzione e la purificazione di virus Cappa biologica per l infezione di linee cellulari o animali* ACCESSO CONSENTITO AL SOLO PERSONALE AUTORIZZATO!!!
51 CAPPE CHIMICHE Cappa chimica di uso comune per processi pericolosi Cappa chimica per phare, pesare e sciogliere SOLO SOSTANZE PERICOLOSE!!! * Cappa chimica per il trattamento dei vetrini con acido nitrico e per preparare soluzioni di PFA 17 Cappa chimica per perfondere animali e per altri processi pericolosi CAPPA PER RADIOCHIMICA
52 MSDS 32 Cappa chimica per lavorazioni con gels di acrilamide Cappa chimica per lavorazioni con gels di agarosio
53 STRUMENTAZIONE VARIA STANZA SRUMENTI 25 bis STANZA CENTRIFUGHE 28
54 3. COME! DPI Smaltimento rifiuti speciali Versamenti accidentali
55 DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) GUANTI CAMICE MASCHERINA OCCHIALI
56 Uso e manipolazione Per ogni sostanza si devono seguire le indicazioni riportate nelle schede di sicurezza. L uso in sicurezza di sostanze o preparati pericolosi prevede l utilizzo di eventuali dispositivi di protezione individuali.
57 Agenti Chimici NON ESISTONO DISPOSITIVI IN GRADO DI PROTEGGERE DA TUTTI I RISCHI PRESENTI, MA SI IMPIEGANO RESPIRATORI SPECIFICI PER OGNI DETERMINATA LAVORAZIONE
58
59 Agenti Chimici FILTRI ANTIPOLVERE: Costruzione: filtri in fibra polipropilenica caricata elettrostaticamente. Durata: i filtri antipolvere devono essere sostituiti quando si avverte un aumento sensibile della resistenza respiratoria. Le norme tecniche prevedono comunque che i facciali filtranti antipolvere debbano essere cambiati dopo ogni turno di lavoro.
60 Agenti Chimici FILTRI PER GAS E VAPORI: Costruzione filtri in carbone attivo, in grado di trattenere specifiche famiglie di composti chimici per assorbimento. Durata quando il filtro a carbone attivo si è saturato del composto, l utilizzatore avverte nuovamente l odore o sapore del gas/vapore, il filtro ha quindi esaurito la sua capacità e deve essere sostituito
61 DPC (Dispositivi di protezione collettiva) Appropriate misure organizzative e di protezione collettive alla fonte del rischio
62
63 Ventilazione Un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza in un luogo dove si adoperano sostanze chimiche è rivestito dall impianto di ventilazione, condizionamento e aspirazione.
64 Stoccaggio Si devono seguire le indicazioni riportate sulle schede di sicurezza per le singole sostanze. Il criterio generale deve essere quello di prevenire le situazioni di rischio. Per lo stoccaggio di sostanze tossiche i criteri sono particolarmente severi, impongono sistemi a tenuta, sistemi di neutralizzazione strumenti e procedure di sicurezza
65 Stoccaggio - 2 Infiammabili Esplosivi Tossici Radioattivi Comburenti O Nocivi O + + E consentito immagazzinarle assieme - NON E consentito immagazzinarle assieme O E consentito immagazzinarle assieme, purché vengano adottati provvedimenti particolari
66 Rischio chimico Uso di bombole di gas compressi COLORAZIONI 66
67 Rischio chimico Misure di sicurezza generali Uso di bombole di gas compressi I liquidi criogenici hanno in comune: la temperatura estremamente bassa ed il notevole aumento di volume che accompagnano la loro vaporizzazione. A seguito di queste caratteristiche vanno considerati alcuni fattori riguardanti l adozione di alcune norme comportamentali: utilizzare solo contenitori progettati e certificati specificatamente per l uso richiesto l operatore deve sempre indossare i Dispositivi di Protezione Individuale (ad esempio, guanti, visiera, occhiali, calzature protettive) in caso di perdite con formazione di nubi di vapore, l operatore deve allontanarsi (azoto, argon e elio, in quantità eccessiva, riducono la concentrazione di ossigeno nell aria e possono determinare asfissia e formazione di una atmosfera sottoossigenata: concentrazioni di ossigeno inferiori al 18% sono già considerate pericolose) Anche se situazioni di asfissia sono poco probabili, è comunque buona norma, nel caso di fuga di gas "inerti" (ad esempio, azoto, argon, elio) allontanarsi dal laboratorio e rientrarvi solo dopo averlo aerato. l accesso ai locali dove vengono utilizzati liquidi criogenici, deve essere limitato al personale autorizzato Le bombole di gas compressi vanno sempre legate con una catenella alle pareti. 67
68 SMALTIMENTO RIFIUTI SPECIALI RIFIUTI LIQUIDI SOLIDI Contaminati Non contaminati Contaminati da agenti chimici Contaminati da agenti biologici
69 SOLIDI BIDONI NERI RIFIUTI CHIMICI SOLIDI E MATERIALI CONTAMINATI DA AGENTI CHIMICI Gel con bromuro di etidio, gel di acrilammide Materiale monouso contaminato da agenti chimici tossico-nocivi (provette, pipette, guanti, puntali, carta,...) Rottami di vetro contaminati da agenti chimici tossico-nocivi Pasteur di vetro contaminate da agenti chimici tossico-nocivi, previo inserimento in contenitori rigidi Contenitori in vetro e plastica che hanno contenuto sostanze chimiche BIOBOX IN CARTONE da 60 L RIFIUTI BIOLOGICI SOLIDI E MATERIALI CONTAMINATI DA AGENTI BIOLOGICI Materiale monouso contaminato da agenti biologici (piastre, fiasche, provette, pipette, guanti, puntali, carta,...) Bottiglie di plastica (chiuse) contenenti pasteur di vetro contaminate da materiale biologico MATERIALI TAGLIENTI CONTAMINATI DA AGENTI BIOLOGICI Aghi, bisturi, lamette, vetrini,... AGOBOX
70 MAX 6 Kg SCRIVERE IL PESO SUL CONTENITORE MAX 10 Kg
71 LIQUIDI MISCELE DI SOLVENTI ORGANICI ALOGENATI Cloroformio, soluzionio di etidio bromuro,... TANICHE MISCELE DI SOLVENTI ORGANICI NON ALOGENATI MISCELE DI ACIDI SOLUZIONI DI ACIDO NITRICO OLII ESAUSTI LIQUIDOO DI SVILUPPO FOTOGRAFICO LIQUIDOO DI FISSAGGIO FOTOGRAFICO SOLUZIONI ACQUOSE VENUTE A CONTATTO CON MATERIALE BIOLOGICO INCOMPATIBILITA! Comassie Blue, Silver Staining, fissativi e coloranti per tessuti, sodio azide, xilene, toluene, soluzioni per rivelazione anticorpi, piridina, amine aromatiche, miscele utilizzate nella preparazione di acidi nucleici, miscele di eluati cromatografici, miscele derivanti da sintetizzatori, sequenziatori e analizzatori,... TERRENI DI COLTURA, BRODI DI COLTURA e PARAFORMALDEIDE per il fissaggio di tessuti, previa inattivazione con ipoclorito di sodio al 5%
72 SCARTI DI TERRENI DI COLTURA, BRODO DI BATTERI e PAF da fissazione di tessuti 1 2 Mettere 1 panno assorbente piegato a metà sul fondo di un bidone nero Previa inattivazione con 2 pastiglie di BIOSPOT
73 SOLUTIONI CONTENENTI ETIDIO BROMURO Buttare le soluzioni filtrate nelle TANICHE degli ALOGENATI Buttare gli estrattori usati nei BIDONI NERI
74 Zona di raccolta rifiuti speciali e loro contenitori BIDONI NERI da smaltire BIOBOXES da smaltire TANICHE da smaltire 25 bis 26 BIDONI NERI, BIOBOXES e AGOBOXES nuovi TANICHE nuove Terrazzo
75 Emergenza Per una corretta gestione delle emergenze devono essere disponibili negli ambienti di lavoro i telefoni dei Vigili del Fuoco, della Guardia Medica, dell Ospedale e del centro antiveleni più vicini Devono essere inoltre disponibili una doccia di emergenza ed un lavaocchi. In caso di infortunio con sostanze chimiche è buona prassi trasmettere al personale medico le schede di sicurezza delle sostanze stesse
76 VERSAMENTO ACCIDENTALE DI AGENTI CHIMICI Polvere assorbente Panni assorbenti Rotisorb Universal absorber Rotisorb Ideal for absorption of inflammable, oily, and aggressive LIQUIDOs such as anorganic and organic acids, alkaline solutions, alcohols, aldehydes, amines, esters, aromatic, chlorinated and aliphatic hydrocarbons, substance compounds, e. g. paint, heating oil, fuels, lacquers, motor lubricants. 1Kg absorbes since 2,5 liters
77 VERSAMENTO ACCIDENTALE DI AGENTI BIOLOGICI Biohazard Spill Kit
ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE "Frasi di Rischio" ( R ) e "Consigli di Prudenza" ( S )
ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE "Frasi di Rischio" ( R ) e "Consigli di Prudenza" ( S ) La Legge 29 Maggio 1974, N 0 256 obbliga tutti i fabbricanti di prodotti aventi determinate caratteristiche
DettagliLE CAPPE DI SICUREZZA BIOLOGICHE
LE CAPPE DI SICUREZZA BIOLOGICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE Incontro con il Dipartimento di Medicina Sperimentale 24 aprile 2008 Settore Prevenzione e Protezione Classificazione
Dettagliadozione di tutte le misure necessarie per impedire o ridurre la possibilità di contatto con il pericolo
PREVENZIONE PROTEZIONE individuazione ed eliminazione dei pericoli alla fonte adozione di tutte le misure necessarie per impedire o ridurre la possibilità di contatto con il pericolo 2 NORME GENERALI DI
DettagliLo Stoccaggio dei Prodotti Fitosanitari
Lo Stoccaggio dei Prodotti Fitosanitari Dal 01/01/15, come previsto dal Piano di Azione Nazionale sull uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, diventeranno obbligatorie le norme relative al Deposito
DettagliLA SICUREZZA IN LABORATORIO. di F. Luca
LA SICUREZZA IN LABORATORIO di F. Luca IN LABORATORIO NORME DI COMPORTAMENTO X. NON correre. NON ingombrare con gli zaini lo spazio intorno ai banconi di lavoro o in prossimità delle uscite X. NON mangiare
DettagliISTITUTO ATERNO-MANTHONE'
ISTITUTO ATERNO-MANTHONE' INTRODUZIONE Il termine sicurezza nella comune accezione indica una caratteristica di ciò che non presenta pericoli o ne è ben difeso. Sicurezza è una caratteristica anche delle
DettagliSIMBOLI CONSIGLI DI PRUDENZA S1 - S2 - S3 - S13 - S20 - S27 - S28 - S35 TOSSICO S36 - S37 - S38 - S39 - S46 - S53
CONSIGLI DI PRUDENZA S1 - S2 - S3 - S13 - S20 - S27 - S28 - S35 TOSSICO S36 - S37 - S38 - S39 - S46 - S53 CONSERVARE SOTTO CHIAVE - FUORI DALLA PORTATA DEI BAMBINI - LONTANO DA LOCALI ABITAZIONE - LONTANO
DettagliELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO R E DEI CONSIGLI DI PRUDENZA S E DELLE LORO RELATIVE COMBINAZIONI ELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO R
Le sigle R e S sempre presenti sulle etichette dei prodotti chimici utilizzati in laboratorio rappresentano rispettivamente una definizione dei rischi specifici connessi con l impiego della sostanza chimica
DettagliMisure di emergenza:( Art. 277-D. Lgs. 81/08 e s.m.i.)
Misure di emergenza:( Art. 277-D. Lgs. 81/08 e s.m.i.) 1) Se si verificano incidenti che possono provocare la dispersione di un agente biologico appartenente ai gruppi 2, 3 o 4, i lavoratori debbono abbandonare
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA 1 IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA SOCIETA PRODUTTRICE
AF SCHEDA DI SICUREZZA Preparato da: s.r.l. Data revisione: 03 giugno 2008 Numero revisione: 01 Revisione precedente: 03 settembre 2003 Stato del documento: Definitivo 1 IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E
DettagliCriteri di scelta: Tipo di inquinamento che si può sviluppare. Tipo di locale o ambiente in cui viene collocata la cappa
CAPPE CHIMICHE Proteggono il personale esposto al rischio di inalazione di sostanze chimiche tossiche, irritanti, o allergizzanti e l ambiente di lavoro, eliminando alla fonte la contaminazione dell aria.
DettagliLE CAPPE CHIMICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE
LE CAPPE CHIMICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE Incontro con il Dipartimento di Medicina Sperimentale 24 aprile 2008 Settore Prevenzione e Protezione L uso in sicurezza delle Un
DettagliEsposizione ad agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici Il Titolo X corrisponde al Titolo VIII del D.Lgs. 626/94 di attuazione della direttiva 90/679/CEE, relativa alla protezione di lavoratori contro i rischi derivanti dall
DettagliLeggere attentamente l etichetta e la Scheda di 2Sicurezza (SDS)
Leggere attentamente l etichetta e la Scheda di 2Sicurezza (SDS) Come si legge un etichetta L etichetta di un agrofarmaco deriva dalla valutazione di numerosi studi effettuati sul prodotto inerenti aspetti
Dettagli1. Prodotto / preparazione e dati del produttore
1. Prodotto / preparazione e dati del produttore Identificazione del prodotto: Nome commerciale : Produttore : Isel - Automation Tel.: 0049-6672-898-0 Am Leibolzgraben 16 Fax.: 0049-6672-898-888 36132
DettagliPEARL VIA F.LLI CERVI 75 50010 CAMPI B.ZIO (FI)
50010 CAMPI B.ZIO (FI) SCHEDA DI SICUREZZA White Pearl 10.01.2006 1. Identificazione del prodotto e Ragione Sociale Indicazione del prodotto: Nome commerciale: Codice Commerciale: Tipo di prodotto ed impiego:
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA CLEM CANDEGGINA
Pagina: 1/5 1- INDIVIDUAZIONE DEL PRODOTTO MARCHIO PRODUTTORE/FORNITORE CLEM DETERGENTI S.R.L. INDIRIZZO Via Corcioni, 7 Ottaviano (NA) TEL./FAX 081/8279995 E-mail clem.detergenti@virgilio.it CENTRI ANTIVELENO:
DettagliNome commerciale: PROMASPRAY P300 Data di pubblicazione 10/11/2010 La presente versione annulla sostituisce le precedenti
1. Identificazione del prodotto e della Società Nome del prodotto: PROMASPRAY P300 Impiego previsto: PROMASPRAY P300 è un intonaco applicato a spruzzo, adatto per la protezione passiva al fuoco di strutture
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA
1- INDIVIDUAZIONE DEL PRODOTTO MARCHIO POLICAR PRODUTTORE/FORNITORE MAFO S.R.L. INDIRIZZO Via A. Laterizio, 73-80035 NOLA (NA) TEL./FAX 081/8037226 E-mail: info@mafo.it PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI A 081/8037226
DettagliLegenda relativa alle frasi di Rischio e ai Simboli presenti su etichette e schede di sicurezza
Legenda relativa alle frasi di Rischio e ai Simboli presenti su etichette e schede di sicurezza Normativa di riferimento: Classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose - Ministero
DettagliScheda informativa prodotto cosmetico ad uso professionale LEG AME CREMA MANI 1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA
Scheda informativa prodotto cosmetico ad uso professionale LEG AME CREMA MANI Data di compilazione: 26 febbraio 2013 1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA INFORMAZIONI GENERALI : Nome Commerciale
DettagliINTERVENTO E BONIFICA A SEGUITO DI SPANDIMENTI ACCIDENTALI DI PRODOTTI O PREPARATI CHIMICI E FARMACI ANTIBLASTICI
REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO U. O. C. SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE PROCEDURA DI SICUREZZA INTERVENTO E BONIFICA A SEGUITO DI SPANDIMENTI ACCIDENTALI DI PRODOTTI O PREPARATI CHIMICI
DettagliScheda di sicurezza AMUCHINA PROFESSIONAL SAPONE IGIENIZZANTE MANI
Scheda di sicurezza AMUCHINA PROFESSIONAL SAPONE IGIENIZZANTE MANI Revisione: 01 Data: 17/04/08 01. Identificazione del preparato e della società Identificazione del preparato: SAPONE IGIENIZZANTE MANI
DettagliScheda di Sicurezza. Sottofondo-Superleggero-Termoisolante. 0583.379028/370480 0583.370964 ufficiotecnico@marraccinilucca.
Scheda di Sicurezza 1 IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA - PREPARATO E DELLA SOCIETA' Nome commerciale del prodotto MAX 250 Impiego Identificazione della società Numero telefono emergenza : 2. IDENTIFICAZIONE
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA DEI GRANULI DI GUSCI DI NOCE
8 revisione del 20/10/2014 SCHEDA DI SICUREZZA DEI GRANULI DI GUSCI DI NOCE 1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO 1.1. Nome commerciale: Granuli di noce. 1.2. Nome del prodotto: Granuli di gusci di noce. 1.3.
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA
Pagina: 1 Data di compilazione: 24/04/2012 N revisione: 1 SEZIONE 1: Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa 1.1. Identificatore del prodotto Nome del prodotto: Codice di
DettagliCLASSIFICAZIONE DI CANCEROGENICITÀ
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole Rischio cancerogeno MODULO A Unità didattica A5.5 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03 CLASSIFICAZIONE DI CANCEROGENICITÀ
DettagliDOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PROCEDURE PROCEDURA E. Procedura stoccaggio e smaltimento rifiuti speciali
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PROCEDURE EDIZIONE N 01 REVISIONE N 00 DATA 20/06/08 SEZIONE 09 PAGINA 1 di 2 PROCEDURA E Procedura stoccaggio e smaltimento rifiuti speciali La gestione di un rifiuto
DettagliSICUREZZA CHI SA COSA STA FACENDO VIVE BENE E A LUNGO E NON PROVOCA DANNO AL VICINO
SICUREZZA CHI SA COSA STA FACENDO VIVE BENE E A LUNGO E NON PROVOCA DANNO AL VICINO SICUREZZA DPI DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE CAMICE GUANTI OCCHIALI PROTETTIVI VANNO INDOSSATI SEMPRE IN LABORATORIO
DettagliD.Lgs. 81/08. Dispositivi di Protezione Individuale DPI. Tecnico della Prevenzione Dott. Sergio Biagini
Dispositivi di Protezione Individuale DPI Tecnico della Prevenzione Dott. Sergio Biagini DEFINIZIONE di DPI Per DPI si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore
DettagliScheda Dati di Sicurezza Coadiuvante per capelli
Scheda Dati di Sicurezza Coadiuvante per capelli 1. Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa 1.1. Identificatore del prodotto Denominazione COADIUVANTE CADUTA CAPELLI 1.2.
DettagliRISCHIO CHIMICO NELLE ATTIVITA DI PULIZIA
RISCHIO CHIMICO NELLE ATTIVITA DI PULIZIA Unità didattica 3 CORSO DI FORMAZIONE SPECIFICA DEI LAVORATORI RISCHIO CHIMICO IL RISCHIO ESISTE LADDOVE CI SIA UNA ESPOSIZIONE AD UN QUALUNQUE AGENTE CHIMICO.
DettagliOBIETTIVO LEGIONELLA: PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI, STRATEGIE DI MANUTENZIONE, DI CONTROLLO E DI BONIFICA
OBIETTIVO LEGIONELLA: PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI, STRATEGIE DI MANUTENZIONE, DI CONTROLLO E DI BONIFICA Mercoledì 13 novembre 2013 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma RISCHIO LEGIONELLA AUTOCONTROLLO
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA. Revisione n 1.00.02 del 31/05/2006 COD. OL.ES.11 Pag. 1 di 5
SCHEDA DI SICUREZZA COD. OL.ES.11 Pag. 1 di 5 1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA' NOME COMMERCIALE: OLIO ESSENZIALE ARANCIO AMARO Codice commerciale: OL.ES.11 Tipo di prodotto ed impiego:
DettagliInformazioni di Sicurezza del materiale- foglio 1 Envirolyte ANK-Anolyte Neutro (91/155/EWG)
Informazioni di Sicurezza del materiale- foglio 1 Envirolyte ANK-Anolyte Neutro (91/155/EWG) Sezione 1: Identificazione del Prodotto e Produttore Nome Commerciale: ANK-Anolyte Neutro Fabbricante/Fornitore:
DettagliCIMSA SUD CHIMICA INDUSTRIALE MERIDIONALE SRL SCHEDA DI SICUREZZA PROCESS OIL Conforme al regolamento CE n 1907/2006 del 18.12.
1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/MISCELA E DELL IMPRESA 1.1 Identificazione della sostanza o preparato -Tipologia Reach : Miscela -Nome commerciale : PROCESS OIL 32-46-68 1.2 Utilizzo : Olio per usi generali
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA RAME OSSIDO ROSSO M-0701 Pag. 1/5
RAME OSSIDO ROSSO M-0701 Pag. 1/5 1 Nome e/o marchio Azienda produttrice data compilazione :16.02.1998 SOSTANZA Data di revisione : 09.02.1998 Utilizzazione: RAME OSSIDO! mat.prima! solvente ROSSO! prod.intermedio!
DettagliB2-2. Gestione delle sostanze pericolose a scuola. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO B Unità didattica
SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole Gestione delle sostanze pericolose a scuola MODULO B Unità didattica B2-2 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03
DettagliSCHEDA DI INFORMAZIONI TECNICHE E DI SICUREZZA
SCHEDA DI INFORMAZIONI TECNICHE E DI SICUREZZA (DIRETTIVE CEE 88/379-93/112-D.M. SANITA' 28-1-92) 1. - IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA' RESPONSABILE DELL' IMMISSIONE IN COMMERCIO : Nome del
DettagliOSMOCEM D-S Componente A
Xi Revisione n 2 del 6/07/2005 SCHEDA DATI DI SICUREZZA CONFORME ALLA DIRETTIVA 91/155/CEE OSMOCEM D-S Componente A 1) IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA SOCIETA 1.1 Identificazione del preparato Tipo
DettagliGESTIONE DEI RIFIUTI 1/24
GESTIONE DEI RIFIUTI DI LABORATORIO Lorella Di Giuseppe 1/24 2/24 PER RIFIUTO SI INTENDE QUALSIASI SOSTANZA DI CUI IL DETENTORE O IL PRODUTTORE SI DISFI O ABBIA L OBBLIGO DI DISFARSI D. Lgs. 152/2006 3/24
Dettagli1. Prodotto / preparazione e dati del produttore
1. Prodotto / preparazione e dati del produttore Identificazione del prodotto: Nome commerciale : Produttore : Isel - Automation Tel.: 0049-6672-898-0 Am Leibolzgraben 16 Fax.: 0049-6672-898-888 36132
DettagliSCHEDA TECNICA INFORMATIVA OLEO GELEE USO PROFESSIONALE TECNOLOGIA ODS
SCHEDA TECNICA INFORMATIVA OLEO GELEE USO PROFESSIONALE TECNOLOGIA ODS IDENTIFICAZIONE DEL DISTRIBUTORE L Oréal Italia S.p.A. - Via Garibaldi 42 10122 Torino - Tel. 011/4603111 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA Implacem Pagina 1 di 3 Data di revisione 5 ottobre 2006
Pagina 1 di 3 1. Identificazione del preparato e della società 1.1 Nome commerciale del prodotto: Pasta base 1.2 Descrizione del prodotto: Cemento per cementazioni implantari 1.3 Identificazione della
DettagliLA VALUTAZIONE DEI RISCHI
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Dott. Sergio Biagini Tecnico della Prevenzione IL D.LGS. 81/08 (come già previsto dal D.Lgs.. 626/94) INDICA IL PERCORSO DA COMPIERE PER INNALZARE IL LIVELLO DI SICUREZZA E QUALITA
DettagliOSMOCEM RD Componente A
Xi Revisione n 2 del 6/07/2005 SCHEDA DATI DI SICUREZZA CONFORME ALLA DIRETTIVA 91/155/CEE OSMOCEM RD Componente A 1) IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA SOCIETA 1.1 Identificazione del preparato Tipo
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA. Sezione I - Identificazione del Prodotto e del Produttore. Sezione II - Composizione/Informazione sugli ingredienti
Scheda di Sicurezza per: Temp Bond Clear Base Paste Kerr Italia SpA Nome Commerciale del Prodotto: Temp Bond Clear Base Paste SCHEDA DI SICUREZZA ai sensi della Direttiva Comunitaria 91/155 Sezione I -
DettagliLIQUIDO ELETTROLITICO
1. IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA DITTA 1.1 Identificazione del preparato Nome del prodotto: 1.2 Usi previsti: liquido elettrolitico per marcatura/incisione su metalli 1.3 Identificazione della
DettagliNorme di sicurezza e comportamentali del personale autorizzato a lavorare nei locali adibiti a Camera Pulita
Pag. 1 di 5 Norme di sicurezza e comportamentali del personale autorizzato a lavorare nei locali adibiti a Camera Pulita Premessa Questa nota è indirizzata al personale, dipendente e/o associato, autorizzato
DettagliCENSIMENTO AMIANTO IMPRESE ED EDIFICI
Regione Regione Marche Marche Azienda Azienda Sanitaria Sanitaria U.S.L. U.S.L. n.13 n.13 DIPARTIMENTO DIPARTIMENTO DI DI PREVENZIONE PREVENZIONE Servizio Servizio d Igiene dd Igiene e e Sanità SanitàPubblica
DettagliGLI ASPETTI SANITARI DEL RISCHIO CHIMICO E BIOLOGICO BENEVENTO 30 NOVEMBRE 2010 DOTT. FRANCO PALLOTTA
GLI ASPETTI SANITARI DEL RISCHIO CHIMICO E BIOLOGICO BENEVENTO 30 NOVEMBRE 2010 DOTT. FRANCO PALLOTTA Titolo IX Sostanze Pericolose Capo I Protezione da Agenti Chimici Il rischio infortuni è da ricondurre
DettagliPROCEDURA OPERATIVA USO E MANIPOLAZIONE DI SOSTANZE CANCEROGENE E MUTAGENE
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA PROCEDURA OPERATIVA USO E MANIPOLAZIONE DI SOSTANZE CANCEROGENE E MUTAGENE A cura di: Servizio Prevenzione e Protezione Servizio di Prevenzione e Protezione Data: 03/03/2015
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA DELIZIA PIATTI ACETO
Pagina: 1/5 1- INDIVIDUAZIONE DEL PRODOTTO MARCHIO PRODUTTORE/FORNITORE CLEM DETERGENTI S.R.L. INDIRIZZO Via Corcioni, 7 Ottaviano (NA) TEL./FAX 081/8279995 E-mail clem.detergenti@virgilio.it CENTRI ANTIVELENO:
DettagliDM-BS 230 DETERGENTE SGRASSANTE CONCENTRATO
Pagina 1 di 5 DETERGENTE SGRASSANTE ALCALINO CONCENTRATO 1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA NOME PRODOTTO: TIPO DI PRODOTTO ED IMPIEGO: NOME DEL DISTRIBUTORE: INDIRIZZO COMPLETO: DETERGENTE
DettagliSCHEDA TECNICA N 16 AZOTO LIQUIDO
SCHEDA TECNICA N 16 AZOTO LIQUIDO SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE AZIENDALE V I A A L B E R T O N I, 1 5-4 0 1 3 8 B O L O G N A 0 5 1. 6 3. 6 1. 1 3 7 - FA X 0 5 1. 6 3. 6 1. 1 4 5 E-mail: spp@aosp.bo.it
DettagliImpiego in laboratorio
Impiego in laboratorio Sommario Velcorin Impiego in laboratorio Pagina 3 5 Introduzione Pagina 3 Misure precauzionali Pagina 3 Procedimento (metodo sensoriale) Pagina 4 Procedimento (metodo microbiologico)
DettagliLa norma ISO 7218:2007
La norma ISO 7218:2007 Novità ed implicazioni nella gestione del laboratorio Dr. Angelo Viti ROMA ISS 19-20- Dicembre 2009 Angelo Viti 1/22 Angelo Viti 2/22 Organizzazione generale di un laboratorio di
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA
pagina 1/5 Beauty ortho B Data di stampa: 5 ottobre 2015 1. Identificazione della sostanza/miscela e della società/impresa 1.1 Identificatore del prodotto Nome commerciale: Beauty Ortho B 1.2 Utilizzi
DettagliPRESS INFO. Dove stoccare le sostanze pericolose? Piccola guida asecos allo stoccaggio
1/5 asecos GmbH Weiherfeldsiedlung 16-18 DE-63584 Gründau Dove stoccare le sostanze pericolose? Piccola guida asecos allo stoccaggio Vi scrive: Manuela Krawetzke Tel. +49 6051 9220 785 Fax +49 6051 9220
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA Secondo il Regolamento europeo 1907/2006/CE
1/5 Secondo il Regolamento europeo 1907/2006/CE 1 - Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa Denominazione commerciale: VIVACTIV PERFORMANCE Impiego: Preparato per uso enologico
DettagliSCHEDA DI DATI DI SICUREZZA
SCHEDA DI DATI DI SICUREZZA 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/DEL PREPARATO E DELLA SOCIETÀ/DELL'IMPRESA NOME DEL PRODOTTO: PRODOTTONUMERO : 4322362 GENESCAN - 120 LIZ SIZE STANDARD FORNITORE: APPLIED
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA
pagina 1/5 1. Identificazione della sostanza/miscela e della società/impresa 1.1 Identificatore del prodotto Nome commerciale: 1.2 Utilizzi rilevanti identificati della sostanza o miscela e utilizzi sconsigliati
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA. Conforme al Regolamento CE 1907/2006, come modificato dal Regolamento CE 453/2010
Pag.1 di 6 1. IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO 1.1 Nome commerciale: TAPPATUTTO BEIGE Monocomponente 1.2 Uso: Usi sconsigliati: Pasta fibrorinforzata a base di resine acriliche, per sigillature impermeabili.
DettagliU.O.A. PREVENZIONE RISCHIO INFETTIVO SCHEDA DI VALUTAZIONE DELL APPLICAZIONE DELLE PRINCIPALI MISURE PER IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE
U.O. DATA Rilevatori Sono presenti i seguenti DPI: PRECAUZIONI STANDARD ED ISOLAMENTI GENERALI SPECIFICI in rapporto alla prevalenza del rischio infettivo Mascherine chirurgiche triplo/quadruplo strato
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA. Foglio dei dati per la sicurezza (conforme alle direttive 91/155 CEE 1/4) Versione Aprile 2013 stampato il 20-Aprile 2013
ROOF/METAL SCHEDA DI SICUREZZA Foglio dei dati per la sicurezza (conforme alle direttive 91/155 CEE 1/4) Versione Aprile 2013 stampato il 20-Aprile 2013 1.Denominazione delle sostanze/del preparato e dell
DettagliScheda di dati di sicurezza
Pagina 1 di 5 SEZIONE 1: Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa 1.1. Identificatore del prodotto 1.2. Usi pertinenti identificati della sostanza o miscela e usi sconsigliati
Dettagli*HVWLRQHGHOODVLFXUH]]D 6FRSR
*HVWLRQHGHOODVLFXUH]]D 6FRSR Ridurre la probabilità di sviluppo di un incendio, e poter efficacemente contenere al minimo i danni che un eventuale incendio potrebbe arrecare alle persone e alle cose. *HVWLRQHGHOODVLFXUH]]D
DettagliInformazione e Formazione. Regolamento sull uso e conservazione dei
Regolamento sull uso e conservazione dei prodotti di pulizia Il presente Regolamento si prefigge di fornire utili indicazioni ai collaboratori scolastici: sulla prevenzione contro il rischio chimico derivante
DettagliSCHEDA SICUREZZA RESINA R00500 Revisione del 24/06/2009 Nome del Prodotto:R00500 Riferimento: SDS_R00500_20090624
1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA / PREPARATO E DELLA SOCIETÀ PRODOTTO RESINA R00500 Nome chimico: Forma ionica: Uso del preparato utilizzi principali: Società produttrice: SOCIETA DISTRIBUTRICE: Acido
DettagliGESTIONE DEI RIFIUTI DI LABORATORIO
Corso di Formazione sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-Alimentari e Ambientali Primo Anno 12-24 febbraio 2015 GESTIONE DEI RIFIUTI DI LABORATORIO Lorella Di Giuseppe
DettagliScheda dati di sicurezza Conforme a ( CE ) n.1907/2006-iso 11014-1
1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa Definizione del prodotto: Uso previsto: Elementi identificatori della società/impresa: Responsabile della scheda di sicurezza: Numero
DettagliPROCEDURA DI SICUREZZA LA PREVENZIONE NELL USO DI DETERGENTI, DISINFETTANTI E STERILIZZANTI
Pag. 1 di 7 SOMMARIO: 1. Oggetto e scopo 2. Campo di applicazione 3. Responsabilità 4. Definizioni e abbreviazioni 5. Documenti di Riferimento 6. Moduli e documenti di registrazione 7. Modalità operative
DettagliLa corretta adozione delle misure di prevenzione e protezione collettiva e individuale
La corretta adozione delle misure di prevenzione e protezione collettiva e individuale Dr. Celsino Govoni Servizio Sanità Pubblica Assessorato Politiche per la Salute Regione Emilia-Romagna (c.govoni@ausl.mo.it)
Dettagli* RISCHIO CHIMICO alcune definizioni
* * RISCHIO CHIMICO alcune definizioni Ai sensi dell art. 222 del D.Lgs. 81/08 e smi si intendono per agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato
DettagliPagina: 1/5 Scheda di sicurezza ai sensi della direttiva comunitaria 91/155/EWG. 1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa
Pagina: 1/5 1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa Dati del prodotto Denominazione commerciale:pmfresh Utilizzazione della Sostanza / del Preparato : Sostanza per la pulizia
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA Filtro in Fibra di Vetro 1 ( 91 / 155 / CEE )
1. ELEMENTI IDENTIFICATORI DELLA SOSTANZA O DEL PREPARATO E DELLA SOCIETA / IMPRESA 1.1. Denominazione commerciale: Filtro in Fibra di Vetro (Tipo VBB) 1 (180g/m 2 ) 1.2. Società distributrice: D.L.G.
DettagliScheda tecnica di sicurezza dei materiali
Scheda tecnica di sicurezza dei materiali Sezione 1. Identificazione del prodotto e della società Nome prodotto: Inchiostro Eco solvente Prime Nero Descrizione: Inchiostro eco-solvente organico, colore
DettagliIGIENE AMBIENTALE DECONTAMINAZIONE IN CASO DI SPANDIMENTO ACCIDENTALE DI LIQUIDI BIOLOGICI
S.C. Prevenzione Rischio Infettivo IGIENE AMBIENTALE DECONTAMINAZIONE IN CASO DI SPANDIMENTO ACCIDENTALE DI LIQUIDI BIOLOGICI BIONIL GRANULI Sodio Dicloro-isocianurato Panno assorbente monouso Guanti monouso
DettagliScheda di sicurezza N 02 del 01/08/10 Revisione del 19/08/2010
SCHEDA DI SICUREZZA Scheda di sicurezza N 02 del 01/08/10 Revisione del 19/08/2010 1. IDENTIFICAZIONE DEL PREPARATO E DELLA SOCIETÀ Nome commerciale: GARNET Nome chimico: Granato almandino Utilizzazione
DettagliScheda dati sicurezza - UE Pagina 1 / 5
Scheda dati sicurezza - UE Pagina 1 / 5 L Articolo No.: TW 1000 Data: 21.11.05 Revisione: 10.02.06 1 Identificazione della sostanza / preparato e della casa produttrice 1.1 Nome di vendita del prodotto:
DettagliCORSO DI FORMAZIONE GESTIONE PRIMA DELLA MANIPOLAZIONE DEI FARMACI ANTIBLASTICI GESTIONE DURANTE LA MANIPOLAZIONE DEI FARMACI ANTIBLASTICI
CORSO DI FORMAZIONE FASI DI GESTIONE E PULIZIA DELLA CAPPA A FLUSSO LAMINARE GESTIONE PRIMA DELLA MANIPOLAZIONE DEI FARMACI ANTIBLASTICI GESTIONE DURANTE LA MANIPOLAZIONE DEI FARMACI ANTIBLASTICI PULIZIA
DettagliLa valutazione del rischio chimico
La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,
DettagliLa Normativa di Sicurezza nelle Università- PREVENZIONE DAGLI AGENTI CHIMICI
La Normativa di Sicurezza nelle Università- PREVENZIONE DAGLI AGENTI CHIMICI A cura Dell ing. Sabina Spagnolo E dell Ufficio Sicurezza e Qualità del Dipartimento di Ingegneria dell Innovazione Coordinatore
DettagliSCHEDA DI DATI DI SICUREZZA
Data ultima revisione: 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/ PREPARATO E DELLA SOCIETÀ/IMPRESA 1/5 K5331 Vial 2 HER2 FISH pharmdx Kit K5333 Vial 2 TOP2A FISH pharmdx Kit K5599 Vial 2 Histology FISH Accessory
DettagliSCTA 00 PROCEDURA SCTA. DATA REDAZIONE FIRMA Nome e Cognome. DATA VERIFICA FIRMA Nome e Cognome. DATA APPROVAZIONE FIRMA Nome e Cognome
Pagina 1 di 9 Documento Codice documento SCTA 00 DATA REDAZIONE FIRMA Nome e Cognome DATA VERIFICA FIRMA Nome e Cognome DATA APPROVAZIONE FIRMA Nome e Cognome Pagina 2 di 9 1. Generalità... 3 1.1 Scopo
DettagliDipartimento di Prevenzione U.O.C. SPISAL - Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza in Ambienti di Lavoro
Dipartimento di Prevenzione U.O.C. SPISAL - Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza in Ambienti di Lavoro SCHEDA 1 Occhiali per la protezione degli occhi contro la proiezione di schegge V2-25/06/2013 La
DettagliSCHEDA DEI DATI DI SICUREZZA ai sensi della Direttiva 91/155/EEC 1 1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa. 1.1 Identificazione della sostanza DOXORUBICINA CLORIDRATO 1.2 Identificazione
DettagliCodice Ambientale. Scopo e campo di applicazione. Definizioni
Codice Ambientale Scopo e campo di applicazione Il presente documento, regola le norme che il personale della Società Nava deve rispettare nell esecuzione dei servizi di pulizia in merito alle modalità
DettagliMATERIAL SAFETY DATA SHEET
MATERIAL SAFETY DATA SHEET Data: 27 Aprile 2010 MSDS n. 00 Revisione Data: 27 Aprile 2010 Revisione n. 00 SEZIONE I IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/PREPARATO E DELLA SOCIETA /IMPRESA Nome Prodotto: Whiteness
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA SERVIZIO PREVENZIONE PROTEZIONE Direttore Dr. Claudio Soave Strada Le Grazie, 8-37134 Verona - Tel. 045 8027627-0458027627 - Fax 045 8027626 e-mail: servizio. prevenzioneprotezione@univr.it
DettagliINFORMAZIONE AI LAVORATORI/ UTENTI DEL COLLEGIO. PROCEDURE DI SICUREZZA: RISCHIO CHIMICO dovuto all uso di stampanti e toner
PROCEDURE DI SICUREZZA: RISCHIO CHIMICO dovuto all uso di stampanti e toner Procedure di sicurezza: RISCHIO CHIMICO DOVUTO ALL USO DI STAMPANTI E TONER Autore: IEC S.r.l. Revisione: settembre 2014 INDICE
Dettagli1. Identificazione del prodotto e della società Fornitrice. www.chimipack.it. Via Ponchielli, 7 20129 MILANO
1. Identificazione del prodotto e della società Fornitrice Nome Lavatrice commerciale: Nome Valis commerciale: 3 lt Nome commerciale: lt Nome commerciale: Impiego: Detersivo Impiego: liquido per bucato
Dettagli131339 Glicerina PA-ACS-ISO 1. Identificazione della sostanza/preparato e della societá o ditta 1.1 Identificazione della sostanza o del preparato
1. Identificazione della sostanza/preparato e della societá o ditta 1.1 Identificazione della sostanza o del preparato Denominazione: Glicerina 1.2 Nome della societá o ditta: PANREAC QUIMICA, S.A. E 08110
DettagliScheda di sicurezza. secondo la Direttiva (EU) No 1907/2006 FINOCERA. Data di stampa : 04.02.200 30995 / 30995P / 30995T
Pagina 1 di 5 1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/dell'impresa Identificazione della sostanza o preparato Articolo numero Identificazione della società/impresa 30995 / 30995P /
DettagliScheda dei dati di sicurezza Ai sensi del Regolamento (CE) Nr. 1907/2006 Rielaborata in data: 29.09.10
1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/ PREPARATO E DELL AZIENDA 1.1 Dati prodotto: Nome commerciale:... Uso della sostanza: 1.2 Dati produttore/fornitore Produttore/fornitore:.. CP/Via:... Località/CAP/Città:
DettagliLA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA
LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA Nebbie, Oli, Fumi, Vapori, Polveri Etichettatura protocollo d intesa 5 febbraio 2015 ASL Brescia ASL Vallecamonica Sebino - Direzione Territoriale
DettagliIl nuovo testo unico sulla prevenzione aggiornato al D.Lgs 106/2009: indicazioni per i dirigenti. Albano Laziale, 13/15 Aprile 2010
Il nuovo testo unico sulla prevenzione aggiornato al D.Lgs 106/2009: indicazioni per i dirigenti Albano Laziale, 13/15 Aprile 2010 Agenti Chimici Pericolosi Dr. Sandro Sanna Dirigente Medico SPRESAL ASL
DettagliAskoll test S C H E D E D AT I D I S I C U R E Z Z A. Askoll. L acquario facile
Askoll test S C H E D E D AT I D I S I C U R E Z Z A Askoll L acquario facile Test ph acqua dolce Askoll test ph acqua dolce 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA / PREPARATO E DELLA SOCIETÀ 1.1 Identificazione
DettagliSchema funzionale del sistema di valutazione del rischio nei depositi frigoriferi
Schema funzionale del sistema di valutazione del rischio nei depositi frigoriferi Identificazione pericoli Figure professionali Ambienti Valutazione di esposizione dei rischi Altri rischi antiparassitari
DettagliRegolamento di pasticceria
Regolamento di pasticceria Norme igieniche Della persona Non si possono portare orecchini, bracciali, collane e anelli in laboratorio. Avere sempre le mani pulite con unghie corte e senza smalto. Non mettere
Dettagli